Frasi sulla speranza
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“Lourdes è un luogo di luce, perché è un luogo di comunione, di speranza e di conversione. (13 settembre 2008).”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Omelie

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“La speranza ci liberi dalla superficialità, dall'apatia e dall'egoismo che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Omelie, XXIII Giornata Mondiale della Gioventù

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“I trapianti di tessuti e di organi rappresentano una grande conquista della scienza medica e sono certamente un segno di speranza per tante persone che versano in gravi e a volte estreme situazioni cliniche.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Citato in Benedetto XVI sui trapianti degli organi "Serve più certezza su morte avvenuta" http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/esteri/benedetto-xvi-26/trapianti-accertare-morte/trapianti-accertare-morte.html, Repubblica.it, 7 novembre 2008.

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“Bisogna avere sempre speranza. Io spero che, se non sono ancora possibili dei rimedi per questa malattia, se ne troveranno in futuro.”

Arthur Ashe (1943–1993) tennista statunitense

Origine: Citato in La speranza di Ashe: "Resisto" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/02/la-speranza-di-ashe-resisto.html, la Repubblica, 2 luglio 1992.

“Quanto al conte di Lodrone il Bandello che doveva bene avere conoscenza di quella famiglia e che probabilmente preparò o anche scrisse la sua novella a Verona quando vi si trovava nel 1531, gli diede il nome di Paride, il nome cioè usuale e caratteristico della casa, portato durante il secolo XV e anche dopo da parecchi individui di quella e illustrato specialmente da Paride detto Il Grande e dal suo nipote di Castel Romano, condottieri notissimi il primo nella prima metà di quel secolo nelle guerre tra Venezia e Milano, il secondo a' servizi di Venezia talvolta, e talvolta dei tedeschi, più tardi e fino al 1509… Veggansi i punti nei quali si tratta del Lodrone: "In questo tempo fu messo perle mani a messer Antonio il conte Paris di Lodrone, giovane di ventiquattro in venticinque anni, molto bello e ricco, e praticamente questo partito con non poca speranza di buon fine, messer Antonio lo disse alla moglie ed ella, parendole cosa buona e molto onorata, lo disse alla figliola." A questa lo ripeté poco dopo il padre: "t'ho ritrovato uno sposo molto nobile ricco e bello il quale è signore e conte di Lodrone". E a lei riluttante egli, indignato per questo e quasi vicino a percuoterla, impose che "volesse o no, fra tre o quattro giorni ella deliberasse andare con la madre e altri parenti a Villafranca, perciocché quivi doveva venir il conte Paris con la sua compagnia a vederla". Colà si provò poi il conte "il quale nella messa la vide, e, benché fosse pallida e melanconica, gli piacque e vene a Verona, dove con messer Antonio stabilì il parentado." Giulietta allora corse dal confesore e gli disse: "io non veggio via da svilupparmi da questo Lodrone, che ladrone e assassino mi pare volendo le cose altrui rubare. E qui cessa, anche nel Bandello la parte del promesso sposo di lei".»”

Giuseppe Papaleoni (1863–1943) storico italiano

da Il promesso sposo di Giulietta Cappelletti, in Tutte le opere, vol. 3

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“Il dubbio è un omaggio reso alla speranza.”

Conte di Lautréamont (1846–1870) poeta francese

1989
Variante: il dubbio è un omaggio reso alla speranza.

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“In Rome, Naples, et Florence en 1817 dice di trovarsi ad Ancona il 27 maggio e a Loreto il 30. In Rome, Naples, et Florence en 1817 del 1826, alla data 29 maggio 1817, dice di trovarsi a Reggio Calabria. La verità è che dai primi di maggio alla fine di luglio di quel 1817 se ne stette a Parigi. A Reggio Calabria non andò quell'anno, né mai andrà. La sua visione, dalle finestre dell'albergo di Reggio, delle case di Messina; il suo desiderio di attraversare quel braccio di mare e di arrivare in Sicilia – l'ottica, insomma, e lo stato d'animo, sembrano provenire da una lettera, che probabilmente non gli era ignota, di Paul Louis Courier (del 15 aprile 1806, appunto da Reggio): "Noi la vediamo come dalle Tuileries voi vedete il faubourg Saint-Germain; il canale non è, in fede mia, più largo; e tuttavia abbiamo difficoltà ad attraversarlo. Lo credereste? Se soltanto mancasse il vento, noi faremmo come Agamennone: sacrificheremmo una fanciulla. Grazie a Dio, ne abbiamo in abbondanza. Ma non abbiamo una sola barca, ecco il guaio. Ci dicono che arriveranno; e fino a quando avrò questa speranza, credetemi, signora, che non volgerò lo sguardo indietro, verso i luoghi dove voi abitate, anche se tanto mi piacciono. Voglio vedere la patria di Proserpina, e sapere perché il diavolo ha preso moglie proprio in quel paese."”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Stendhal e la Sicilia in Fatti diversi di storia letteraria e civile, Opere 1984.1989, p. 696, Bompiani

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“Si maturava la ricchezza | di qualche lavoro, | di godimento e di speranza. | E il suo volto era remoto, | e il più remoto Iddio | era quello che pregavamo.”

Carlo Betocchi (1899–1986) poeta e scrittore italiano

Origine: Da una poesia dedicata a Carlo Bo; citato in Sebastiano Grasso e Mario Luzi, Carlo Bo, navigatore nel regno dell'incertezza https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/29/CARLO_navigatore_nel_regno_dell_co_0_01092911208.shtml, Corriere della Sera, 29 settembre 2001, p. 35.

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“Perciò non devi attribuire a Epicuro quei pensieri che t'ho inviato: sono di dominio pubblico, e soprattutto della nostra scuola. […]
Dovunque volgi lo sguardo, ti si presentano massime che potrebbero considerarsi notevoli se non si leggessero insieme con altre dello stesso valore. Perciò abbandona la speranza di poter gustare superficialmente l'ingegno dei sommi uomini; tu devi studiarlo e considerarlo nella sua unità. Ogni suo aspetto ne richiama sempre un altro, ciascuna parte, connettendosi con l'altra, dà completezza all'opera dell'ingegno umano. Niente può essere tolto senza rompere l'unità del pensiero. Non dico che non si possano considerare le singole membra, purché non si prescinda dall'intero organismo. […]
Ma per un uomo di matura esperienza è disdicevole cercare fiorellini, sostenersi con poche massime ben note e affidarsi alla memoria. È ormai tempo che uno poggi su se stesso, che esprima questi pensieri con parole sue e non a memoria. Ed è specialmente disdicevole per un vecchio o per uno che si affaccia alla vecchiaia una cultura basata su raccolte di esempi scolastici. «Questo l'ha detto Zenone». E tu che dici? «Questo l'ha detto Cleante.» E tu? Fino a quando ti muoverai sotto la guida di un altro? Prendi tu il comando ed esprimi anche qualcosa di tuo, che altri mandino a memoria. […]
Hanno esercitato la memoria sul pensiero altrui, ma altro è ricordare, altro è sapere. Ricordare è custodire ciò che è stato affidato alla memoria, mentre sapere significa far proprie le nozioni apprese e non star sempre attaccato al modello, con lo sguardo sempre rivolto al maestro. «Questo l'ha detto Zenone, questo Cleante.» Ci sia qualche differenza fra te e il tuo libro. Fino a quando penserai ad imparare? È tempo anche di insegnare. Che ragione c'è che io senta dire da te quello che posso leggere in un libro? […]
La verità è accessibile a tutti, non è dominio riservato di nessuno, e il campo che essa lascia ai posteri è ancora vasto.”

lettera 33; 1975
Epistulae morales ad Lucilium

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“Nel colloquio con il Primo Ministro Erdoğan ho riaffermato il sostegno forte e convinto dell'Italia alla piena adesione della Turchia all'Unione Europea. La nostra speranza è che il negoziato di adesione possa proseguire con uno slancio rinnovato.”

Mario Monti (1943) politico, economista e accademico italiano

Origine: Vertice bilaterale italo-turco, dichiarazioni alla stampa del Presidente del Consiglio Mario Monti http://www.governo.it/Presidente/Interventi/dettaglio.asp?d=67934. Roma, 8 maggio 2012.

“La speranza di avere una finale vera era soprattutto legata alla presenza in campo della "parte logica" di Ivanisevic, il dottor Jekyll, e non dell'"ectoplasma negativo", quel mister Hyde che spesso costringe il croato ad indicibili follie.”

Roberto Lombardi (1950–2010) giornalista e tennista italiano

Origine: Da La sinfonia di Sampras vale doppio https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/06/sinfonia_Sampras_vale_doppio_co_0_9807062699.shtml, Corriere della sera, 6 luglio 1998.

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“Quella guerra è giusta ch'è necessaria : e quelle armi sono pie, nelle quali non resta altra speranza che nelle dette armi.”

Francesco Sansovino (1521–1583) letterato italiano

XLL
Concetti Politici
Origine: Citato in Harbottle, p. 403.

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“Questo c'è di buono", notò, "che non si soffre a lungo quando la testa viene troncata."
"Così dicono tutti, e perciò hanno inventato quella così detta ghigliottina. A me invece balenò allora il sospetto: e se invece è quello il colmo della sofferenza? Questo vi parrà strano, vi farà ridere… eppure… Prendiamo, per esempio, la tortura: strazio, piaghe, scricchiolio di ossa, dolore materiale insomma, che distrae la vittima dalle sofferenze morali, fino a che non venga la morte. Ma il dolore principale, il più forte, non è già quello delle ferite; è invece la certezza, che fra un'ora, poi fra dieci minuti, poi fra mezzo minuto, poi ora, subito, l'anima si staccherà dal corpo, e che tu, uomo, cesserai irrevocabilmente di essere un uomo. Questa certezza è spaventosa. Tu metti la testa sotto la mannaia, senti strisciare il ferro, e quel quarto di secondo è più atroce di qualunque agonia. Questa non è una mia fantasia: moltissimi ci sono che pensano come me. E ve ne dico anche un'altra. Uccidere chi ha ucciso è, secondo me, un castigo non proporzionato al delitto. L'assassinio legale è assai più spaventoso di quello perpetrato da un brigante. La vittima del brigante è assalita di notte, in un bosco, con questa o quell'arma; e sempre spera, fino all'ultimo, di potersi salvare. Si sono dati casi, in cui l'assalito, anche con la gola tagliata, è riuscito a fuggire, ovvero, supplicando, ha ottenuto grazia dai suoi assalitori. Ma con la legalità, quest'ultima speranza, che attenua lo spavento della morte, ve la tolgono con una certezza matematica, spietata. Attaccate un soldato alla bocca di un cannone, e accostatevi con la miccia: chi sa! Penserà il disgraziato, tutto è possibile… Ma leggetegli la sentenza di morte, e lo vedrete piangere o impazzire. Chi ha mai detto che la natura umana può sopportare un tal colpo senza perdere la ragione? A che dunque questa pena mostruosa e inutile? Un solo uomo potrebbe chiarire il punto; un uomo cui abbiamo letto la sentenza di morte, e poi detto:"Va', ti è fatta la grazia!". Di un tal strazio anche Cristo ha parlato… No, no, è inumana la pena, è selvaggia e non può né deve essere lecito applicarla all'uomo".”

Fëdor Dostoevskij (1821–1881) scrittore e filosofo russo

Myskin; II, 2

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“Il ventre della madre è la sede biopsichica originaria della speranza umana.”

Roberto Zavalloni (1920–2008)

Psicologia della speranza

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“La speranza è la nostra dignità.”

Ernesto Balducci (1922–1992) presbitero, editore e scrittore italiano

La politica della fede

“Di fronte a questo imbarbarimento, il Santo Bambino resta l'unica via, l'unica verità, l'unica vita dell'universo. Gli sforzi per costruire un mondo giusto e pacifico, al di fuori di Cristo, non sono che schiuma in un mare in tempesta. per raggiungere la pce e la tranquillità, il mondo non ha bisogno di incontri al vertice, di convegni internazionali, di discussioni tra esperti, ma solo di quella semplicità di cuore che penetra fin nel fondo delle cose, svelandone gli aspetti più reconditi. Oggi la pace è lontana dal mondo, quanto lo è la ricerca della gloria di Dio. Le radici cristiane sono estirpate e la notte è tornata a calare nel mondo, con il brivido di paura che l'accompagna. La Chiesa e la società vivono ore non di pace e di tranquillità, ma di dramma. Gli occhi si volgono verso il cielo e non vi scorgono che l'oscurità della notte più fonda. Ma il cristiano sa che il mistero del Natale, come quello della Resurrezione, è il simbolo, e la luminosa realtà, della luce che squarcia le tenebre più profonde. Così avvenne a Betlemme, così accadde spesso nella storia. "Natale" fu il grido di entusiasmo con cui nella notte del 25 dicembre dell'anno 496, i Franchi salutarono il battesimo del loro Re Clodoveo. La stessa acclamazione riecheggiò sotto le volte di San Pietro nella notte di Natale dell'anno 800, quando Carlo Magno fu incoronato Imperatore dal Papa san Leone III. I cuori orgogliosi rifiutano con sufficienza l'idea di una grande rinascita cristiana nel secolo XXI. I cuori semplici, pregando ai piedi del presepio, vedono nel Natale una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo. Nel mondo, oggi, tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

N. 20, p. 3
Editoriali in Radici Cristiane

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“La santità altro non è che una proposta di vita che produce un piacere che dura.”

Angelo Scola (1941) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Origine: Dalla Catechesi per la GMG 2000, Roma; citato in Il futuro e la speranza. Vita e magistero del cardinale Angelo Scola di Andrea Tornielli, Edizioni Piemme, 2011, p. 103.

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“Spesso le speranze più brillanti sfociano a un fine amaro e inatteso.”

Origine: Risciò, p. 18

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“Io sono nato il 23 giugno 1923. Dal 28 ottobre 1922, da otto mesi, poco meno, Benito Mussolini era salito al potere con la sua solita ridicola marcia su Roma, fatta in vagone letto. Penso Mussolini in pigiama, o forse in camicia (non nera, speriamo!) farsi la barba la mattina del 27 ottobre all'arrivo a Roma, dopo la sveglia del conduttore, con il giornale ed il caffè! Otto mesi dopo, in Piazza Calderini sono nato: e debbo quindi arguire di essere stato concepito un po' prima di quei fatidici giorni, in una Bologna ormai attesa al destino, ormai quasi pacificata, in vista di un futuro finalmente pieno di promesse. Alla fine di settembre del 1922, mio padre [Aldo Valori] era ancora al Resto del Carlino, il giornale degli agrari emiliani e romagnoli, il giornale liberal-massonico-conservatore che Missiroli aveva diretto e Monicelli spinto verso il fascismo alla fine di un processo di evoluzione incerto e prudente, ma senza speranza di liberazione dell'ormai decisiva rivoluzione reazionaria. Mio padre si trovò coinvolto in quella vicenda. Mi sono chiesto spesso negli ultimi anni dopo la seconda guerra mondiale, perché il babbo aderisse al fascismo. Se ripenso a tutta la vicenda, durata in fondo pochi anni, debbo concludere che noi non comprenderemo mai completamente questo dramma. Il babbo, per educazione e carattere, per formazione culturale e morale, non poteva essere fascista nel senso che ha acquistato in seguito questa parola. Estraneo ad ogni violenza, mansueto di carattere e di modi, anche se molto passionale ed impulsivo, (specialmente negli anni della giovinezza e della maturità), non poteva trovare la sua adesione al Fascismo squadrista. Né poteva trovare, romantico e liberale com'era affinità con il Mussolinismo (culto puerile e comodo della personalità).”

Michele Valori (1923–1979) urbanista e architetto italiano

Posta fatta in casa

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“Ruggiero per la prima impresa volle andare sopra Squillace, la quale era tenuta da benissimo presidio de' soldati, richiese il Re, che mandasse per terra Blasio d'Alagona con l'esercito, a tal ch'in un medesimo tempo si potesse combattere per mare e per terra: venne Blasio, e nel dare l'assalto per terra fu in modo ributtato, che se i Terrazzani voleano essere contenti d'avere ben difesa la Città, come conveniva, non sarebbe pigliata mai; ma i Terrazzani, ch'eran in maggior numero che i soldati del presidio, usciro e s'allontanaro temerariamente tanto dalla Terra, dando la caccia a' nemici, che Ruggiero di Loria, ch'invano si travagliava di combattere la Terra per mare, pose subito i soldati dell'armata in terra, ed occupò quel luogo, ch'era tra i Cittadini usciti col presidio e la Città, ed allora Blasio avendo per forza fatto far testa a suoi che fuggivano, rinnovò la battaglia e si trovaro i Terrazzani rinchiusi, sentendosi all'improvviso Ruggiero coi suoi dietro le spalle, onde fu fatta tal uccisione, che non fu casa in Squillace ove non fosse morto alcun a quella giornata: de' soldati del presidio si salvaro pochissimi, facendosi per vera virtù la strada con l'arme a ritornar alla Città, la maggior parte feriti, e la Città restò tanto spaventata al ritorno loro, che subito pigliò partito di rendersi e fu data a Corrado Lanza con buon numero di gente, e Biasio, con l'esercito di terra andò sopra Pietro Ruffo, ch'era in Catanzaro, Signore per antica nobiltà di sangue illustre, il qual essendo stato fidato sopra la speranza della pace, non avea fatte quelle provisioni di cose da vivere né dei soldati, che avesse potuto sostenere un lungo assedio; pur i Terrazzani che l'amavano, lo confortaro a tenersi, promettendo di voler morire tutti sotto la bandiera sua, ma il buon Signore volle assicurarsi, mandò a Riggio a patteggiare con Re Federico, e così si rese a patti, che se fra quaranta dì, l'esercito di Re Carlo non venia a soccorrere, si dava reso.”

Angelo di Costanzo (1507–1591) storico e poeta italiano

Origine: Istoria del regno di Napoli, p. 172

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“Inutile negare che la mafia in Sicilia e la Camorra in Campania sono saldamente radicate nel territorio, quindi una soluzione potrebbe essere che Monti la venda a uno stato estero o a qualche miliardario visto che non si riesce ad estirpare il malaffare troppo radicato. Nonostante i numerosissimi siciliani e campani onesti non c'è speranza.”

Mario Borghezio (1947) politico italiano

Origine: Intervistato da Klaus Davi a KlausCondicio e ripreso da Borghezio risolve il debito nazionale: "Fossi in Monti venderei la Sardegna" http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo.aspx?id=267597&paging=4, L'Unione Sarda, 18 aprile 2012

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“Il mulo è uno che non vanta antenati e non ha speranza di posteri.”

John Garland Pollard (1871–1937) politico statunitense

A Connotary