Frasi su chiesa
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“I Cristiani quando costruivano chiese nei luoghi dei santuari pagani e accoglievano antichi capitelli e fusti di colonne nelle loro navate, si comportavano come Eracle con il leone di Nemea, come Atena con la Gorgone. Nel rapporto con il mostro, essenziale è innanzi tutto questo: che il mostro possiede o protegge o addirittura è il tesoro. Ucciderlo vuol dire incorporarlo, sostituirlo. L'eroe diventerà egli stesso il nuovo mostro, rivestito della pelle del vecchio e ornato di qualche sua metonimica spoglia. Così la testa di Eracle non accetta più di mostrarsi se non tra le fauci inerti del leone che ha sconfitto.
Il mostro è il più prezioso tra i nemici: perciò è il nemico che si cerca. Gli altri nemici posso semplicemente assaltarci: sono i Giganti, i Titani, rappresentanti di un ordine che sta per essere soppiantato o vuole vendicarsi per essere stato soppiantato. Tutt'altra è la natura del mostro. Il mostro aspetta vicino alla sorgente. Il mostro è la sorgente. Non ha bisogna dell'eroe. E' l'eroe che ha bisogno di lui per esistere, perché la sua potenza sarà protetta dal mostro e al mostro va strappata. Quando l'eroe affronta il mostro, non ha ancora potere, né sapienza. Il mostro è il suo padre segreto, che lo investirà di un potere e di una sapienza che sono soltanto di un singolo, e soltanto il mostro gli può trasmettere.
Il mostro, in origine, stava al centro, al centro della terra e del cielo, là dove sgorgano le acque. Quando il mostro fu ucciso dall'eroe, il suo corpo smembrato migrò e si ricompose ai quattro angoli del mondo. Poi cinse il mondo in un cerchio, di squame e di acque. Era il margine composito del tutto. Era la cornice. Che la cornice fosse il luogo del mostro lo sapevano anche gli artefici delle cornici barocche: ben più intricate, ben più folte, ben più arcaiche di tutti gli idilli che racchiudevano - e forse, un giorno, avrebbero soffocato. Poi venne il momento in cui non si vollero più le cornici. I musei ospitarono quadri senza cornici, che sembravano spogliati. La cornice non è l'antiquato, ma il remoto. Scomparsa la cornice, il mostro perde la sua ultima dimora. E torna a vagare, ovunque.”

Roberto Calasso (1941) scrittore italiano

Οι γάμοι του Κάδμου και της Αρμονίας

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“Eccola dunque col pensiero laggiù.
Le par d’essere ancora fanciulla, arrampicata sul belvedere del prete, in una sera di maggio. Una grande luna di rame sorge dal mare, e tutto il mondo pare d’oro e di perla. La fisarmonica riempie coi suoi gridi lamentosi il cortile illuminato da un fuoco d’alaterni il cui chiarore rossastro fa spiccare sul grigio del muro la figura svelta e bruna del suonatore, i visi violacei delle donne e dei ragazzi che ballano il ballo sardo. Le ombre si muovono fantastiche sull’erba calpestata e sui muri della chiesa; brillano i bottoni d’oro, i galloni argentei dei costumi, i tasti della fisarmonica: il resto si perde nella penombra perlacea della notte lunare. Noemi ricordava di non aver mai preso parte diretta alla festa, mentre le sorelle maggiori ridevano e si divertivano, e Lia accovacciata come una lepre in un angolo erboso del cortile forse fin da quel tempo meditava la fuga.
La festa durava nove giorni di cui gli ultimi tre diventavano un ballo tondo continuo accompagnato da suoni e canti: Noemi stava sempre sul belvedere, tra gli avanzi del banchetto; intorno a lei scintillavano le bottiglie vuote, i piatti rotti, qualche mela d’un verde ghiacciato, un vassoio e un cucchiaino dimenticati; anche le stelle oscillavano sopra il cortile come scosse dal ritmo della danza. No, ella non ballava, non rideva, ma le bastava veder la gente a divertirsi perché sperava di poter anche lei prender parte alla festa della vita.
Ma gli anni eran passati e la festa della vita s’era svolta lontana dal paesetto, e per poterne prender parte sua sorella Lia era fuggita di casa…
Lei, Noemi, era rimasta sul balcone cadente della vecchia dimora come un tempo sul belvedere del prete.”

Grazia Deledda (1871–1936) scrittrice italiana

Reeds in the Wind

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“Dubbs chiese a suo fratello com'era "nell'altro mondo" e suo fratello disse che non era diverso da Cleveland.”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

2004
Senza piume (Without Feathers), Un esame dei fenomeni medianici

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“Nelle vicinanze della strada dove viveva c'erano ancora alcuni lampioni accesi. QUesta volta non li evitò: si sentiva sicuro, fiducioso, se qualcuno lo avesse bloccato, avrebbe spiegato tranquillamente la storia della ferita, dimostrato che tutto faceva parte, era chiaro, della stessa cospirazione contro la sicurezza e il benessere della città. Non ce ne fu bisogno. Nessuno gli chiese di mostrare il palmo della mano. Le poche strade illuminate erano gremite di gente. Era difficile riuscire ad attraversarle. E in una, appollaiato sopra un camion, un sergente dell'esercito di terra (et) atava leggendo un proclama, o un avviso:
-Si informano tutti i cittadini utenti che, per ordine dello stato-maggiore-generale delle forze armate (smgfa), sarà bombardato, a partire dalle sette del mattino e da parte dell'artiglieria (ar) e dell'aviazione (av), il settore est della città, come prima misura di rappresaglia. I cittadini utenti che abitano nel settore da bombardare sono già stati evacuati dalle loro case e si trovano attualmente alloggiati in edifici governativi, debitamente sorvegliati. Saranno indennizzati per tutte le perdite materiali e per tutti i disagi morali che il presente ordine inevitabilmente finirà per causare. Il governo (g) e lo stato-maggiore-generale delle forze armate (smgfa) garantiscono ai cittadini utenti che il piano di contrattacco elaborato sarà portato fino alle sue estreme conseguenze. Date le circostanze, ed essendosi rivelata infruttuosa la parola d'ordine «sorveglianza e mano aperta», la stessa parola d'ordine è sostituita dalla seguente: «Sorvegliare e attaccare».”

José Saramago (1922–2010) scrittore, critico letterario e poeta portoghese

da Cose, in Oggetto quasi

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“Le inezie – come la Vita – e il Sole, le Riconosciamo in Chiesa, ma l'Amore che le avvilisce, non avendo Alleato, muore senza una Parola. (a Susan Gilbert Dickinson, verso il 1878, 427)”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

Lettere
Variante: Le inezie – come la Vita – e il Sole, le Riconosciamo in Chiesa, ma l'Amore che le avvilisce, non avendo Alleato, muore senza una Parola. (a Susan Gilbert, verso il 1878, 427)

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“La corruzione nei regimi di Obote era così diffuso che era quasi dato per scontato. I ministri, i presidenti dei parastatali e gli impiegati statali più ricchi possedevano flotte di macchine, bus, tantissime case per l'affitto, dei bar, dei benzinai ecc. e Obote non chiese mai in alcun istante ai suoi uomini su dove avessero acquisito questa ricchezza.”

Idi Amin Dada (1925–2003) politico e militare ugandese

Variante: La corruzione nei regimi di Obote era così diffusa che era quasi data per scontato. I ministri, i presidenti dei parastatali e gli impiegati statali più ricchi possedevano flotte di macchine, bus, tantissime case per l'affitto, dei bar, dei benzinai ecc. e Obote non chiese mai in nessun caso ai suoi uomini in che modo avessero acquisito questa ricchezza.

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“[Su Papa Giovanni Paolo II] L’avvento di questo nuovo pontefice sarà certo importante per molti paesi d’Europa e del mondo; egli sosterrà l’imperialismo e si adopererà per ingannare il proletariato e i popoli. Quest’avvenimento avrà ripercussioni in Polonia, come pure in Cecoslovacchia, in Ungheria e in Francia, poiché la borghesia di questi paesi è contenta di vedere alla testa della Chiesa romana un cardinale non italiano. Dal canto loro, gli italiani, specie i democristiani e in generale tutta la borghesia di questo paese, tutti i partiti della borghesia e i cattolici, sono rimasti scioccati da quest’elezione, poiché l’attuale papa non è più un loro papa, il papa della Chiesa italiana, ma un papa di nazionalità polacca e al servizio degli Stati Uniti d’America…”

Enver Hoxha (1908–1985) politico albanese

Variante: L’avvento di questo nuovo pontefice sarà certo importante per molti paesi d’Europa e del mondo; egli sosterrà l’imperialismo e si adopererà per ingannare il proletariato e i popoli. Quest’avvenimento avrà ri- percussioni in Polonia, come pure in Cecoslovacchia, in Ungheria e in Francia, poiché la borghesia di questi paesi è contenta di vedere alla testa della Chiesa romana un cardinale non italiano. Dal canto loro, gli italiani, specie i democristiani e in generale tutta la borghesia di questo paese, tutti i partiti della borghesia e i cattolici, sono rimasti scioccati da quest’elezione, poiché l’attuale papa non è più un loro papa, il papa della Chiesa italiana, ma un papa di nazionalità polacca e al servizio degli Stati Uniti d’America... (p. 498)
Origine: Le superpotenze, p. 498

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“La mia avventura al Real Madrid finì con una telefonata di Berlusconi che mi chiese di tornare ad allenare il Milan. A lui dovevo tutto e non potevo dirgli di no.”

Fabio Capello (1946) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in "Guarda che l'Inter vende Roberto Carlos". E Capello lo portò a Madrid http://www.foxsports.it/2016/12/23/collezione-capello-guarda-che-inter-vende-roberto-carlos-porto-a-madrid, Foxsports.it, 23 dicembre 2016.

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“La Chiesa all'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione.”

appendice II; p. 93
Contro il metodo
Origine: Citato in Antonio Carioti, Quella citazione di Feyerabend l'epistemologo che smitizzò Galileo http://www.corriere.it/cronache/08_gennaio_16/feyerabend_galileo_galilei_1f7f4b4c-c3ff-11dc-8fe5-0003ba99c667.shtml, Corriere.it, 16 gennaio 2008.

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“[…] mentre in Europa si stringeva il cerchio degli eserciti alleati intorno alla Germania nazista e nell'Italia settentrionale il preparava l'insurrezione contro gli occupanti nazifascisti, giungeva una precisazione dell'autorità vaticana in prima pagina del giornale della S. Sede, […] la suprema gerarchia ecclesiastica rendeva noto che "i principi e la tendenza della così detta Sinistra Cristiana, nonostante questa sua ultima qualifica, non sono conformi agli insegnamenti della Chiesa e quindi coloro che li promuovono non hanno diritto di parlare come rappresentanti del pensiero cristiano e tanto meno di pretendere che quei cattolici i quali vogliono il vero bene del popolo debbano aderire al movimento." (Capitolo quarto I precedenti dello scioglimento della Sinistra Cristiana, 3. La "avvertenza" del giornale della S. Sede e l'attacco democristiano, p. 131)”

Lorenzo Bedeschi (1915–2006) presbitero, partigiano e storico italiano

Cattolici e comunisti
Variante: [... ] mentre in Europa si stringeva il cerchio degli eserciti alleati intorno alla Germania nazista e nell'Italia settentrionale il partigianato preparava l'insurrezione contro gli occupanti nazifascisti, giungeva una precisazione dell'autorità vaticana in prima pagina del giornale della S. Sede, [... ] la suprema gerarchia ecclesiastica rendeva noto che "i principi e la tendenza della così detta Sinistra Cristiana, nonostante questa sua ultima qualifica, non sono conformi agli insegnamenti della Chiesa e quindi coloro che li promuovono non hanno diritto di parlare come rappresentanti del pensiero cristiano e tanto meno di pretendere che quei cattolici i quali vogliono il vero bene del popolo debbano aderire al movimento." (Capitolo quarto I precedenti dello scioglimento della Sinistra Cristiana, 3. La "avvertenza" del giornale della S. Sede e l'attacco democristiano, p. 131)

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“Il ricordo di Dionysos e di Bacco su questa terra italiana che è in effetti satura di memorie di quei tempi, il tarantismo del medioevo che era diffuso molto al di là di Napoli, verso il nord, insieme a molti altri elementi che non sappiamo ancora identificare, hanno contribuito a provocare questo scatto, questo salto in un altro stato che noi chiamiamo trance ma che non è il termine popolare: infatti siamo noi che parliamo così quando descriviamo questo pellegrinaggio, il " vodu ", o il sabba medioevale. La linea storico-culturale di fondo ancora viva nell'inconscio popolare, e il resto, ha provocato questo gran chiasso nella chiesa che non vuole schiamazzi, come si dice, ma che è forzata ad ammettere, e perché no?, ad integrare un giorno, se conviene, come sono state integrate le vergini nere. Per adesso ciò che ho visto è una lotta tra il tentativo dei preti di mantenere un ordine borghese in questa basilica con l'aiuto della polizia, e il popolo che conserva la sua tradizione e la propria maniera, un po' pagana, di servirsi di questo luogo sacro.
A questo proposito, nella basilica della Madonna si produce come un ritorno del " rimosso " della Campania che è anche, più in generale, il rimosso d'Europa: i contadini e le culture popolari. (In «La voce della Campania», 4.4.1976.)”

Georges Lapassade (1924–2008) filosofo e sociologo francese

Origine: Il riferimento è allo stato di "trance" in cui entrano molti portatori della statua della Madonna dell'Arco al momento dell'entrata nel Santuario.
Origine: In Ugo Piscopo e Giovanni D'Elia, Aspetti e problemi del Sud, Editrice Ferraro, Napoli, 1977, p. 135.

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“L'Etiopia, come è risaputo, ha una lunga tradizione di storia documentata che arriva indietro fino alle iscrizioni di Aksum. Il paese è stato anche fortunato nella sua scolarizzazione, basata sulle antiche scuole delle nostre chiese (le università del passato) che sono state guardiane della nostra cultura attraverso le epoche.”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Dal discorso di S.M.I. Haile Selassie I sugli studi etiopici, 7 aprile 1966; citato in Discorsi di sua maestà imperiale Haile Selassie I tradotti in italiano.

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“oggi uno de li due Casali più belli, più ricchi e ben culti tra li che abbia la nostra Città di Capua (atteso l'altro è Santa Maria Maggiore,) popolato di ben cinque mila persone, e più centinaia, buona parte di natali assai civili, di molti Dottori di Legge, di più Medici, e Notaj, di un Clero assai dotto, e ben costumato: le strade sono ben lastricate di pietra viva, ed è tutto il Paese adorno di molti, e vaghi palagi. Per mezzo di esso passava l'antichissima strada Atellana, che da Capua nell'antica Atella conduceva; ed ha tal pago il bel pregio di farsi in esso ogni Venerdì un pingue mercato, col concorso di gente di tutti i paesi convicini.
Finalmente Marcianesi si è reso famoso per le bellissime Chiese, che vi sono, e per le rare pitture della celebre scola del Marchese Francesco Solimena, di cui è principal discepolo Paolo de Majo, naturale di tal luogo, che ave adornato le Chiese suddette, specialmente quella dell'Arcangelo San Michele, dove è la Collegiata, e l'altra della Santissima Annunciata, delle più fine, e maravigliose pitture. Questo Villaggio per lo temporale alla Città di Capua, per lo spirituale poi nella maggior parte alla Chiesa di Capua, in a quella di Caserta si appartiene.”

Francesco Granata (1701–1771) vescovo cattolico italiano

Origine: Da Storia civile della fedelissima città di Capua, Libro I e II, Napoli, Stamperia Muziana, 1752, pp. 23-24 https://books.google.it/books?id=vKE5PJJ8doIC&hl=it&pg=PA23#v=onepage&q&f=false,.

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“Un pellegrinaggio nelle chiese ruandesi non manca di emozioni. Crea un profondo malessere. Se aggiungi le migliaia di croci appuntate sulle colline, e le fosse comuni, hai l'impressione di essere capitato in un cimitero sterminato, dove per i becchini, senz'altro un po' pigri, viste tutte quelle ossa ancora in mostra, c'è un lavoro di anni. Per i giudici e gli storici c'è invece un lavoro di decenni. Forse più. Ci vorrà del tempo prima di far giustizia, anche perché esiste una Norimberga africana, ma spesso i giudici non hanno neppure i soldi per pagare la bolletta del telefono, che gli viene puntualmente tagliato. La giustizia internazionale non ha fretta di conoscere la verità. Ci vorrà ancora più tempo per scrivere la vera storia di questa parte dell'Africa. Larga parte della classe dirigente è stata creata dall'educazione coloniale. Disprezza la cultura africana ed è imbevuta di quella occidentale. Quest'ultima è adeguata all'economia, alla tecnica, a tutto ciò che regola il mondo moderno, ma non alla società africana. Gran parte dell'élite africana è dunque alienata.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Un pellegrinaggio nelle chiese ruandesi non manca di emozioni. Crea un profondo malessere. Se aggiungi le migliaia di croci appuntate sulle colline, e le fosse comuni, hai l' impressione di essere capitato in un cimitero sterminato, dove per i becchini, senz' altro un po' pigri, viste tutte quelle ossa ancora in mostra, c' è un lavoro di anni. Per i giudici e gli storici c' è invece un lavoro di decenni. Forse più. Ci vorrà del tempo prima di far giustizia, anche perché esiste una Norimberga africana, ma spesso i giudici non hanno neppure i soldi per pagare la bolletta del telefono, che gli viene puntualmente tagliato. La giustizia internazionale non ha fretta di conoscere la verità. Ci vorrà ancora più tempo per scrivere la vera storia di questa parte dell' Africa. Larga parte della classe dirigente è stata creata dall'educazione coloniale. Disprezza la cultura africana ed è imbevuta di quella occidentale. Quest' ultima è adeguata all' economia, alla tecnica, a tutto ciò che regola il mondo moderno, ma non alla società africana. Gran parte dell' élite africana è dunque alienata.

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“La Chiesa per un certo periodo è stata affine allo sviluppo del sistema capitalistico, adesso probabilmente può dare fastidio. Io non escludo che una costruzione ideale-filosofica come quella del cattolicesimo possa essere adesso d'intralcio al sistema capitalistico.”

Marco Rizzo (1959) politico italiano

Origine: Dall'intervento alla conferenza a Chieti, 16 febbraio 2013. Video https://www.youtube.com/watch?v=OWwf3FEePSM disponibile su YouTube.com (min. 22:28).

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“Nei primi giorni della mia dimora a Napoli visitavo con un nobile napoletano le rovine dei templi e dei palazzi romani a Pozzuoli. "Siete ancora fieri dei tempi antichi, voi napoletani?" gli chiesi. "Signore" mi rispose il grasso marchese "i napoletani sono tutti poveri ruffiani." Udendo che io mi servivo di un operaio mi disse: "Lo paghi un tanto e non un grano di più e se fa rimostranze, non gli dia niente di più". E proseguì: "Signore, stia in guardia, tutti i napoletani sono mariuoli". "Anche lei sarebbe nel numero?" io risposi, per metà scherzando e per metà sdegnato. "Sì, sì, mezzo birbante" rispose, dalle risa. Egli aveva ordinato al servitore che stava dietro alla carrozza di portare per noi una bottiglia di vino di Siracusa. Quando la cercammo, non la trovammo. Il marchese montò in gran collera e lo chiamò asino, ladro e bestia, infine lo minacciò di detrargli qualche cosa dalla paga per il mese seguente. Questo ebbe effetto. "Eccellenza" gridò il servitore a mani giunte "mi spezzi una gamba in due, ma non mi punisca sul denaro, il denaro fa male."”

Karl August Mayer (1808–1894)

[...] Il denaro è la grande leva che muove tutti i napoletani. Per il minimo servizio, per una semplice stesa di mano, chiedono denaro. Per denaro ridono, saltano, ballano, cantano. (Da Vita popolare a Napoli nell'età romantica)
Origine: Citato in Domenico Rea, Le due Napoli; in Opere, a cura e con un saggio introduttivo di Francesco Durante e uno scritto di Ruggero Guarini, I Meridiani, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2005, pp. 1344-1345. ISBN 88-04-54884-3

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