Frasi su documento
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“Con un mio intervento dell'11 settembre 2013 sulla mozione per impedire l'invasione della Siria da parte dell'Italia avevo avvertito il Parlamento sul pericolo ISIS esattamente con queste parole, che però rimasero inascoltate. A inizio settimana del settembre 2013 avevamo incontrato una rappresentante del partito curdo della Turchia, che ci ha raccontato che Aleppo (città siriana vicino a nord della Turchia) era sotto controllo dei ribelli e tra questi ribelli ci sono ex comandanti e generali dell'esercito siriano di Assad che conoscono molto bene la zona e sanno dove si trovano le armi convenzionali e chimiche, che hanno utilizzato per depredare le città; inoltre abbiamo avuto accesso a una serie di documenti raccolti dall'YPG (unità di difesa popolare curda) nella zona del Kurdistan siriano in cui i cosiddetti ribelli attaccano con il supporto di potenze straniere, in particolare quella della Turchia. I documenti sequestrati comprendono un certo numero di passaporti e carte d'identità, tra cui quelli di americani, egiziani, tunisini e cittadini del Bahrein. Questa documentazione è emersa dopo aver perquisito le sedi centrali dei gruppi Islamic State of Iraq, cioè ISIS, e il fronte Al-Nusra, affiliato ad Al Qaeda.”

Paolo Bernini (1987) politico italiano

Origine: Citato in Camera.it - Resoconto stenografico, seduta n.o 402 http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/xhtml/sed0402/tabellaSommarioStenografico.html - 30 marzo 2015.

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“L'onorevole Fini ha proposto il progetto della Destra italiana e direi che più che un progetto per la Destra è un progetto essenzialmente per l'Italia, perché un cattolico e un liberale possono aderirvi: ma non è un progetto di Destra. È un progetto così ampio. La Destra possiede l'idea di nazione, tutto il Risorgimento italiano è stato fatto sull'idea di nazione. La Destra possiede sicuramente l'idea di Stato, ma la Destra possiede anche l'idea di patria. Se nel documento questa idea non è chiarita, si può cadere nella posizione che l'idea di patria sia fuori dall'idea di Destra. L'idea di patria non è l'idea di nazione né di stato. Se non teniamo ferma l'idea di patria non ha senso Alleanza Nazionale, potremmo essere un movimento liberale o qualsiasi altro movimento di Destra. […] Fini ci ha fatto una lezione molto curiosa, da cui emerge che il sistema è tutto costruito sulla legge elettorale: questa visione della politica costruita sulle varie leggi elettorali non è una visione di Destra, può essere benissimo una visione di Sinistra; Gramsci ha certamente teorizzato l'idea delle leggi elettorali, ma la posizione di Destra non può essere determinata dal fatto che c'è una legge elettorale maggioritaria o proporzionale. […] Una volta nei nostri congressi si faceva sempre capo alla letteratura, alla cultura, e si citava per esempio Gentile, non c'era congresso del Movimento Sociale dove non vi fosse Gentile di mezzo, Céline o Ezra Pound, del quale cito: "Ama il tuo sogno e disprezza ogni amore meschino, i sogni possono veramente essere e perciò in sogno ti raggiungo e mi avvio, o Patria mia."”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Dall'intervento tenuto il 7 febbraio 1998 durante l'Assemblea nazionale di Alleanza Nazionale presso l'Hotel Ergife, Roma; ascoltabile su Radioradicale.it http://www.radioradicale.it/scheda/98372/98727-assemblea-nazionale-di-alleanza-nazionale-co-hotel-ergife.

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“Non vorrei sembrar critico nei confrondi dell'erudizione del signor Schlesinger poiché la sua polemica investe una tale varietà di temi che è comprensibile come egli non sempre sia in grado di leggere tutti i documenti di cui discute con tanto accanimento.”

Robert Kennedy (1925–1968) politico statunitense

a seguito di una risposta dello Schlesinger ad una lettera di Robert Kennedy pubblicata dal New York Times, risposta a sua volta pubblicata dal medesimo giornale.
Origine: Citato in Arthur M. Schlesinger Jr., I Mille giorni di John F. Kennedy alla Casa Bianca, traduzione di Giancarlo Carabelli, Rizzoli Editore, Milano, 1966, p. 113.

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“No, sarà che le conosco e quindi do un po' meno peso. C'è un atto assolutamente pubblico, la requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo di appello per la strage di Capaci dove sono stati condannati tutti i boss di Cosa Nostra, da Riina in giù, per avere ordinato e realizzato la strage che ha visto la morte di Falcone, della moglie, degli uomini della scorta; in questo processo di appello Tescaroli fa un accenno ad un'altra indagine che è in corso alla procura di Caltanissetta, e che riguarda i mandanti a volto coperto, cioè coloro che avrebbero diciamo suggerito se non altro la tempistica per quelle due stragi in sequenza che erano Capaci e poi via D'Amelio: voi ricorderete che in quei 50 giorni saltarono in aria i due giudici più famosi d'Italia, a Palermo, cioè Falcone e Borsellino: intere autostrade sventrate, cioè una cosa mai vista; forse in Colombia. E questo pubblico ministero nella requisitoria ha sostenuto, ha ricordato, le parole di alcuni collaboratori di giustizia i quali sostengono che Totò Riina, prima di mettere a punto queste stragi, aveva incontrato alcune persone importanti, come le chiamava lui, e questi pentiti riferiscono che erano Berlusconi e Dell'Utri. Naturalmente tutto ciò è una requisitoria, è un documento pubblico, è una cosa che è stata letta in udienza e noi l'abbiamo pubblicata, non è una sentenza, ci mancherebbe altro, è semplicemente uno spunto di indagine, indagine che mentre Tescaroli parlava era in corso: e altre indagini ci sono sulle stragi del '93, perché voi ricorderete che nel '93 ci fu quella replica, quando la mafia stranamente cominciò ad occuparsi del patrimonio artistico: cioè, la mafia uscì dal territorio siciliano e cominciò a mettre bombe agli Uffizi, a via Palestro a Milano e qui a Roma, a San Giovanni in Laterano, per non parlare dell'attentato a Maurizio Costanzo, che è un altro caso clamoroso: è molto interessante, soltanto a livello cronologico, leggere quello che racconta Cartotto, e cioè che Maurizio Costanzo era uno, all'interno della Fininvest, ferocemente contrario alla nascita del partito della Finivest, cioè alla "scesa in campo" della Fininvest in politica. Insomma, è un bel quadretto.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Michele Zagaria: Sentite, io sono Michele Zagaria.
Carlo Pascarella: Ah.
Michele Zagaria: Eh. Allora sentimi bene. Io le sto telefonando perchè, perchè le voglio dire, no, che lei non è un giornalista serio.
Carlo Pascarella: Sì ma scusi un attimo ma lei è Michele Zagaria chi?
Michele Zagaria: E lo sai bene, chi scrivi sul giornale no? Che sta in guerra con Antonio Iovine.
Carlo Pascarella: Ma è… ma scusi ma è uno scherzo questo?
Michele Zagaria: No, no. Non è uno scherzo, sono io, personalmente. Io così le faccio le cose perchè io sono una persona seria e lei no. Aspetta un attimo, ti passo pure Antonio Iovine. Va bene? E così ti togli questo pensiero di scrivere sempre stronzate, stronzate… Secondo me un professionista serio. no? Tutte queste stronzate non le scrive. È chiaro? Adesso te lo passo.
Antonio Iovine: Pronto, sono Antonio Iovine. Senta noi non stiamo scherzando perchè ci siamo stufati di fare tutte queste cretinate, no? Noi siamo delle famiglie che… ci rispettiamo da tanti anni. Allora se lei deve scrivere le notizie le scriva serie e scriva le verità. Allora voi fate il vostro mestiere… e noi vi rispettiamo per quello che fate. Purtroppo noi facciamo un altro mestiere e ce lo siamo scelto noi, no? È vero?
Carlo Pascarella: Sì.
Antonio Iovine: Allora, il mestiere che fate voi è quello di scrivere le notizie e siamo d'accordo, però scrivetele come si devono scrivere le notizie, no?
Michele Zagaria: Stai facendo una confusione, no? Che la gente ha paura di salutare sia mio fratello che il fratello di Antonio. Allora qua non stiamo facendo nessuna minaccia e niente. Io sto parlando da persona seria come sta parlando Antonio. Per un professionista serio, secondo me non sei serio scrivendo tutte queste cose che non sono vere.
Carlo Pascarella: Posso sapere una cosa?
Michele Zagaria: Sì.
Carlo Pascarella: Da dove state chiamando?
Michele Zagaria: Noi? Dall'America.
Carlo Pascarella: Eh, hai voglia…
Michele Zagaria: È importante? È importante questo?
Carlo Pascarella: È fondamentale.
Michele Zagaria: Eh… ma per quale motivo?
Carlo Pascarella: Mi occorre una prova per sapere che siete voi!
Michele Zagaria: Sentimi bene, allora io domani ti mando mio fratello con il documento e il fratello di Antonio con il documento e vedi che vanno assieme e tutto questo problema si è chiarito. È chiaro o no? Mo io ti prego un altra cosa: domani mattina, domani mattina, ti raccomando di non scrivere quello che stiamo dicendo. Mi sono spiegato? Allora io ti ho telefonato solo per farti rendere conto che chi ti viene a dire queste stronzate sono stronzate sul vero senso della parola. Basta. Questo, non stiamo minacciando, non… niente. È chiaro questo? Va bene?
Carlo Pascarella: Va bene.
Michele Zagaria: Vuoi la conferma che ti mando mio fratello? O può bastare così?
Carlo Pascarella: Per me basta anche così.
Michele Zagaria: Ti ringrazio assai, assai.
Carlo Pascarella: Ok.
Michele Zagaria: Va bene? Da domani mattina non scrivere più queste stronzate. Io non dico che tu a me e Antonio non devi mettere sul giornale, però devi scrivere le serietà. È chiaro?
Carlo Pascarella: Voi adesso siete liberi?
Michele Zagaria: Perchè tu non lo sai che io sono latitante?”

Michele Zagaria (1958) criminale italiano

Origine: Dall'intercettazione telefonica del novembre 1998; visibile in "Pronto? Sono Michele Zagaria" http://www.serviziopubblico.it/2015/05/pronto-sono-michele-zagaria/, Serviziopubblico.it, 5 maggio 2015.

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“Cara vita che mi sei andata perduta | con te avrei fatto faville se solo tu | non fosti andata perduta<”

Amelia Rosselli (1930–1996) poetessa italiana

da Documento, 1967
Origine: Citato in Amelia Rosselli nel nome dei padri, di Walter Siti, La Repubblica, 23 novembre 2014, p. 56

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“E qual rovinio era sopravvenuto in Sicilia di tutte le illusioni, di tutta la fervida fede, con cui s'era accesa alla rivolta! Povera isola, trattata come terra di conquista! Poveri isolani, trattati come barbari che bisognava incivilire! Ed erano calati i Continentali a incivilirli… e i tribunali militari, e i furti, gli assassinii, le grassazioni, orditi ed eseguiti dalla nuova polizia in nome del Real Governo; e falsificazioni e sottrazioni di documenti e processi politici ignominiosi: tutto il primo governo della Destra parlamentare! E poi era venuta la Sinistra al potere, e aveva cominciato anch'essa con provvedimenti eccezionali per la Sicilia… – Ridere, ridere! – incalzò donna Caterina con più foga. – Lo sa bene anche lei come quegli ideali si sono tradotti in realtà per il popolo siciliano! Che n'ha avuto? Com'è stato trattato? Oppresso, vessato, abbandonato e vilipeso! Gli ideali del Quarantotto e del Sessanta? Ma tutti i vecchi qua gridano: Meglio prima! Meglio prima! La Francia che soffia nel fuoco? Lei si conforta così? Sono tutte calunnie, le solite, quelle che ripetono i ministri, facendo eco ai prefetti e ai tirannelli locali capielettori; per mascherare trenta e più anni di malgoverno! Qua c'è la fame, caro signore, nelle campagne e nelle zolfare; i latifondi, la tirannia feudale dei cosiddetti cappelli, le tasse comunali che succhiano l'ultimo sangue a gente che non ha neanche da comperarsi il pane! Si stia zitto! Si stia zitto! Perché voi lo vedrete, – concluse. Faccio una facile profezia: non passerà un anno, assisteremo a scene di sangue.”

cap. III, p. 59
I vecchi e i giovani

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“[su Ferdinando Petruccelli della Gattina] Uomo scandalosissimo […] Scrive, come un cane, in francese ed in italiano, articolesse, libelli, romanzacci, indecenti sotto ogni aspetto, e storie, anche più indecenti.”

Vittorio Imbriani (1840–1886) scrittore italiano

Origine: Citato in Alessandro Poerio, Vittorio Imbriani, Alessandro Poerio a Venezia: lettere e documenti del 1848 illustrati da Vittorio Imbriani, Morano, 1884 p. 430.

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“Io dico che tra i moventi indicati [per l'omicidio di don Peppino Diana], agli atti del processo, ce ne sono tra i più diversi. Nel processo qualcuno ha parlato di una vendetta per gelosia, altri hanno riferito che sarebbe stato ucciso perché si volevano deviare le indagini che erano in corso su un altro gruppo criminale. E altri hanno riferito anche il fatto che conservasse le armi del clan. Nessuno ha mai detto perché è avvenuto questo omicidio, visto che non c'erano precedenti per ricostruire i fatti. Se uno conosce le carte del processo, conosce che ci sono indicate da diverse fonti, diversi moventi. […] Ci sono diversi moventi, c'è anche quello, che all'inizio non era emerso, che faceva attività anticamorra. Per la verità nel processo non è venuto fuori molto chiaro neanche questo come movente. È inutile che costruiamo delle fantasie sulle ipotesi. Quella dell'impegno anticamorra è tra le ipotesi. Ma nel processo non è emerso in modo clamoroso, non è mai venuta fuori un'attività di trascinamento, di gente in piazza. Non è che c'erano state manifestazioni pubbliche, documenti. Qualcuno ha detto anche questa ragione. Come vede ci sono tanti moventi. Certamente è stato ucciso dalla camorra. Chi viene ucciso dalla camorra è una vittima della camorra. Ora se è un martire bisogna capirlo dal movente che non è stato chiarito”

Gaetano Pecorella (1938) politico e giurista italiano

citato da Repubblica http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-9/saviano-diana/saviano-diana.html, 1° agosto 2009

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“Infondata è l'idea stessa che tutta la vita è documentata […] mi sono rivolto ai documenti per scoprire che mentono come gli uomini.”

Jurij Nikolaevič Tynjanov (1894–1943) scrittore sovietico

Origine: Citato in Elena Agassi-Rossi e Viktor Zaslavsky, Togliatti e Stalin, Il Mulino, Bologna, 1997, pp. 13-14. ISBN 88-15-06199-1

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“Una fotografia è il documento più importante e non c'è nulla di peggiore che passare alla posterità che con uno sciocco e stupido sorriso fissato sulla faccia per l'eternità.”

Mark Twain (1835–1910) scrittore, umorista, aforista e docente statunitense

Origine: Da una lettera inviata a un giornale; citato in Perché nelle vecchie foto non si sorride? http://www.ilpost.it/2013/09/21/perche-nelle-vecchie-foto-non-si-sorride/, il Post.it, 21 settembre 2013.

“Nel 1994 feci una scoperta che mi lasciò letteralmente sbalordito: trovai, infatti, un documento. Questo documento riproduceva fedelmente il quaderno di laboratorio originale di Antonio Meucci e riportava, per tale invenzione, la data del 20 maggio 1862, quindi prima che Bell avesse la più vaga idea di che cosa fosse un telefono.”

Basilio Catania (1926–2010) ingegnere italiano

Origine: Dal programma televisivo La storia siamo noi, Rai, 2012. Video http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/video/chi-ha-inventato-il-telefono/305/default.aspx disponibile su Lastoriasiamonoi.rai.it.

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“[Su Sorelle Materassi] Per la schiettezza nostrale dell'ispirazione, aggiungerò un documento infallibile: questo lavoro è stato citato all'ordine del giorno di Strapaese.”

Aldo Palazzeschi (1885–1974) scrittore e poeta italiano

Origine: Da un'intervista alla Gazzetta del Popolo, 1934; citato in Giacinto Spagnoletti, Palazzeschi, Longanesi & C., Milano 1971, p. 234.

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“Se in Benevento le pietre antiche parlano, i documenti cantano.”

Togo Bozzi (1905–1989) saggista e giornalista italiano

Origine: Le oasi sannite, p. 29

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“Mi piace molto l'idea di essere la sua fidanzata, invece che sua moglie. È molto più sexy. È come dire: non ti possiedo, non c'è un documento che ci incastra perché la nostra unione è tutta nel cuore.”

Goldie Hawn (1945) attrice e regista statunitense

Origine: Citato in Farkas Alessandra, «Più felici le coppie conviventi» Negli Usa superano gli sposati https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/agosto/18/Piu_felici_coppie_conviventi_Negli_co_9_060818019.shtml, Corriere della Sera, 18 agosto 2006, p. 23.

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“Mia cara Miledy — Son più morta che viva. I rapporti di Pignatelli fatti a Luzzj, i documenti forniti da quelle canaglie di nobili provano che la rivoluzione è intieramente consumata. Il popolo è unito col potere costituente. Essi hanno disarmata tutta l'infame truppa, castelli, arsenale ec. Mack è scomparso. Calandra con 2500 uomini dice di non poter far nulla. Tutta la truppa chiama il popolo e dà loro le armi. Zurlo è stato trascinato ferito innanzi il tribunale dell'infame città e messo in castello. Ciò prova che la nobiltà dirìge tutto. Tre colonnelli, Fardella, Bologna e Baumont tradotti innanzi al tribunale; i due primi messi in libertà, il terzo imprigionato, infine orrori. Castellammare e Salerno sono già in rivoluzione. M'aspetto domani sentir l'istesso delle Calabrie. Sono così afflitta, che preferisco l'entrata dei Francesi e che tolgano a quei miserabili fino all' ultima camicia, piuttosto che di vedere i nostri proprii sudditi bestie vili, poltroni, ma furfanti, condursi in tal guisa. Il pranzo è contramandato. Ohimè, mia cara, sono molto sventurata. Dio voglia che il contro colpo non si faccia sentire in Sicilia: sono desolata, ma bisogna riacquistar Napoli e difendere la Sicilia. Egli è certo che qualche birbante nascosto vi tien la mano. Questi sciocchi… non ho più testa: in una parola, sono molto fuor di speranza. Se potessi vedervi alle ore 23 o 24 col cavaliere ed il nostro eroe Nelson mi sarebbe di sollievo, bisogna efficacemente pensare a salvarci. Compatite un onesta amica, un alleata fedele, ma un affettuosa madre, sposa e sventurata regina.”

Maria Carolina d'Asburgo-Lorena (1752–1814) regina consorte di Napoli e Sicilia, moglie di Ferdinando I delle Due Sicilie

dalla lettera del gennaio 1799, p. 59
Carteggio di Maria Carolina Regina delle due Sicilie con Lady Emma Hamilton

“I primi di febbraio una mattina esco di casa a piedi e vengo bloccato da una macchina e due persone, che si qualificano come carabinieri, mi fanno salire e mi portano in una località dove c’era un’altra macchina con altre due persone. Mi fanno salire sull’altra macchina, e lì uno di questi altri mi dice: "Le posso assicurare che non gli facciamo nulla ma lei si deve cancellare dalla mente Aiello deve fare conto che non esista, noi lo diciamo per il suo bene, sappiamo dov’è la sua famiglia". Io allora per calmare la situazione ho detto che avevo già pronte delle registrazioni per ritrattare e che se venivano a casa gliele consegnavo, mi accompagnano a casa e io gli diedi le copie delle foto e delle registrazioni e loro mi dicono: "Ormai sappiamo dove trovarla se abbiamo bisogno torniamo, mi raccomando non aprire a nessuno soprattutto ai carabinieri." Però nei giorni successivi degli agenti in borghese iniziarono a fare dei posti di blocco sotto casa, e se uscivo mi pedinavano… un giorno si presentano a casa due persone distinte che si qualificano come i NOP di Roma, ma quando dico che chiamo i carabinieri questi vanno via e scappano. Verso aprile maggio mentre ero giù con la mia compagna una macchina si affianca ci guarda, quindi io capisco che c’è qualcosa che non andava allora penso in quel momento di chiamare mia moglie e mio figlio. Quando arrivano, dopo quattro, cinque giorni, ci allontaniamo in macchina e io non potevo dirgli quello che stava succedendo quindi gli ho detto solo di guardarsi dai carabinieri, poco dopo ci fermano i carabinieri e ci chiedono documenti e lì io mi sono visto carcerato e dopo ho preso la decisione di andare via di là… sono andato a Reggio da un mio zio.”

“Del valore artistico dell'opera [la Storia della letteratura italiana di Girolamo Tiraboschi] si è discusso molto, dell'esattezza di alcuni fatti si è dubitato, della eccessiva abbondanza di dettagli a danno delle linee principali del lavoro si è parlato assai, ma con tutto ciò la Storia riesce utile anche oggi. Anzi in un tempo, in cui le monografie erudite abbondano e grossi volumi e molteplici articoli si scrivono in Italia e si traducono dall'estero per illustrare cose non sempre difficili e grandi, fa più che mai impressione uno scrittore, che come il Tiraboschi, modestamente e quasi senza farsene accorgere, studia e documenta tante cose.”

Michele Rosi (1864–1934) storico e docente italiano

vol. 1, libro primo, parte seconda, cap. 2, p. 112
L'Italia odierna
Variante: Del valore artistico dell'opera si è discusso molto, dell'esattezza di alcuni fatti si è dubitato, della eccessiva abbondanza di dettagli a danno delle linee principali del lavoro si è parlato assai, ma con tutto ciò la Storia riesce utile anche oggi. Anzi in un tempo, in cui le monografie erudite abbondano e grossi volumi e molteplici articoli si scrivono in Italia e si traducono dall'estero per illustrare cose non sempre difficili e grandi, fa più che mai impressione uno scrittore, che come il Tiraboschi, modestamente e quasi senza farsene accorgere, studia e documenta tante cose.

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“Credo che per Trump sia davvero insopportabile che una donna, giovane e figlia di una collaboratrice domestica stia contribuendo alla battaglia per accedere ai suoi documenti finanziari. Al danno si aggiunge la beffa.”

Alexandria Ocasio-Cortez (1989) politica e attivista statunitense

Origine: Citato in "Sono forte quanto un uomo e questo fa impazzire chi mi critica" https://www.huffingtonpost.it/entry/alexandria-ocasio-cortez-sono-forte-quanto-un-uomo-e-questo-fa-impazzire-chi-mi-critica_it_5cc21f09e4b089c3424ad230, Huffingtonpost.it, 6 marzo 2019

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“Quanti ebrei avrà salvato Bartali e anche non ebrei destinati ai lager? Più di 300, dicono, coi documenti falsi. Ma lui ne nascondeva in casa, rischiava la pelle e sì, è stato un eroe, uno degli ultimi eroi popolari espresso dal ciclismo. Il più puro, credo.”

Gianni Mura (1945) giornalista e scrittore italiano

la Repubblica
Origine: Da Il razzismo? Non è un problema per i presidenti delle società di calcio https://rep.repubblica.it/pwa/rubrica/2018/01/27/news/il_razzismo_non_e_un_problema_per_i_presidenti_delle_societa_di_calcio-187445588/, Rep.repubblica.it, 28 gennaio 2018.

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“Lemma D'amore
Lascio che sia il cuore
a scrivere le parole dell’anima.
Lascio che siano
le emozioni a dare colore
a quello che sento,
mentre vivo ciò che affiora
nella mente mentre domina
il destino che creo
giorno dopo giorno
accanto a te
che sei l’unica ragione
di gioia nella vita mia.
Così, nella bellezza
della pura semplicità
delle parole prive
di tante espressioni
che rendono pacchiani
quei momenti luminosi
che sanno esprimere
autenticità di ardori
nella nostra vita.
Così, con quella melodia
nell’ aria dalla fragranza
del cuore che annebbia
il mio futuro segreto
nascosto dagli sguardi
che non saranno mai
così ansiosi di conoscerlo,
per non disperdere
col tempo presente
quella foga di perdersi
nel nostro ricercarci,
finché l’intensità
del nostro cuore
ci formi come un unica
fonte di particella
che plasma incessantemente
il nostro bene comune
la fiamma reciproca
del nostro amarci
per cui dedichiamo
anelito di vita in spasimo
insieme, sotto lo stesso tetto
per custodire con generosa gelosia
quel tesoro reso regno reale
che mai nessun anello d’oro
e promessa nuziale
potrà mai incatenare
nel terreno l’essenza del cuore,
poiché è più alto
l’estratto dell’anima in amore
di quel livello di dedizione
sottomessa all’affetto
tra le righe di carta,
poiché il volto della bramosia
non si mostra in nessun
altro modo all’infuori che,
viversi fedelmente
ogni istante senza
quel bisogno di costringersi
attraverso documenti sacri,
che un giorno potrebbero
cambiare viso e carte in tavola.
Lascia che siamo noi
a scrivere la nostra storia
attraverso le nostre parole
tradotte in emozioni!
Così, semplicemente
senza tante strofe
costruite a regola d’arte.
Così, nella delicata profondità
d’anima in cui si perde
il nostro inconfutabile amore.
E lascia che sia
così, come arriva
tra il bene e il male
tra malattia e salute
nella prosperità e povertà.
Così, come arriva
per proiettarsi nel vortice
delle sue innumerevoli prove,
ma insieme,
nello stesso sentiero
con lo stesso cuore
che pulsa per noi
nella nostra unica vita,
insieme ma
da sposati nel cuore.”