Frasi su giornale
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“Un giornale, la Lombardia, parlando delle cose politiche, mi insulta. Che m'importa?”

Ambrogio Bazzero (1851–1882) scrittore e poeta italiano

Storia di un'anima, Anima

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“(Titolo di un giornale): "Drogata, stuprata e costretta a tenere all'Inter."”

Francesco Salvi (1953) attore, scrittore, comico, cantante e architetto italiano

Origine: Citato in Gino & Michele, Matteo Molinari, Le formiche e le cicale: anno 2004, Kowalski editore, Milano, 2003, § 29. ISBN 88-7496-603-2

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“[Sulla sentenza in primo grado e la polarizzazione dello Scandalo del calcio italiano del 2006 a Napoli, nel 2011] […] L'Inter e i suoi tifosi vivono questa sentenza come una vittoria: ladroni gli juventini di quel ciclo trionfale, sconfitti ma onesti e rivalutati dalle sentenze gli interisti, rimuovendo la montagna di telefonate colpevolizzanti uscite fuori negli ultimi tre anni per cui mesi fa lo stesso Procuratore Federale Palazzi, il Torquemada del 2006, aveva prescritto l'Inter dicendone però il peggio. Curioso: Palazzi va bene o male a sentenze alterne, il tifo è fatto così. Fossero stati assolti a Napoli Moggi e co. […], sarebbe stata festeggiata come una vittoria della Juve contro l'Inter. E questo tifo si è riverberato su giornali e su giornalisti. Dio solo sa, e chi mi segue su Il Fatto quotidiano può verificarlo, la fatica e l'avversione che mi è costata una battaglia per la verità sull'argomento, dopo trent'anni passati anche a focalizzare il marcio del pallone mentre altri erano occupati magari a prendere soldi o regali oppure anagraficamente le merendine. C'è gente che rilutta o recalcitra a prendere atto non della santità di Moggi, per carità di Dio, ma del reale stato degradato del calcio italiano: è più facile sparare su Lucky o Licio Moggi –come lo chiamavo al tempo del suo potere, articoli e libri alla mano– che chiamare in causa le istituzioni sportive. (citato in [http://notizie.tiscali.it/opinioni/Beha/2130/articoli/La-presa-per-i-fondelli-di-Calciopoli-tutto-ridotto-al-tifo-per-Inter-e-Juventus-con-il-concorso-dei-media.html "La presa”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

per i fondelli) di Calciopoli: tutto ridotto al tifo per Inter e Juventus, con il concorso dei media"], Notizie.tiscali.it, 12 novembre 2011

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“A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto fra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buona notte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto: fran. Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave".
Ci rimasi secco.
Fran.”

Variante: A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran.
Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: ""A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave"". Ci rimasi secco. Fran.
Origine: Novecento, pp. 44-45

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“La realtà dell'attività di Stalin spesso non veniva creduta proprio perché appariva incredibile. Il suo stile si fondava sul fare ciò che in precedenza era stato considerato moralmente o fisicamente inconcepibile.”

Robert Conquest (1917–2015) storico inglese

Origine: Citato in Stenio Solinas, Che vergogna l'Europa: i crimini staliniani pesano meno della Shoah http://www.ilgiornale.it/interni/che_vergogna_leuropa_crimini_staliniani_pesano_meno_shoah/24-12-2010/articolo-id=495687, ilGiornale.it, 24 dicembre 2010.

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“Lo chiamano sciopero senza nemmeno saper cosa significa la parola, mentre in realtà è una serrata. Atteggiamento vergognoso di presidenti che ormai vogliono impadronirsi del calcio dopo averlo spolpato fino all'osso. Gente come Lotito, Preziosi o Galliani, gente che in altri paesi non avrebbero nemmeno diritto a entrare in uno stadio perché interdetta dai pubblici uffici, perché ha comprato le partite o ha fatto retrocedere la propria squadra per immoralità, vuol far credere che la colpa sia dei calciatori. […] In realtà i presidenti vogliono un ritorno al vincolo e mascherano questa loro volontà con dichiarazioni ai loro giornali e alle loro televisioni che vogliono far passare i calciatori come miliardari viziati. L'articolo 7 non riguarda i cento giocatori di Serie A che guadagnano milioni, ma riguarda soprattutto le migliaia di calciatori che dalla B in giù non vengono pagati e sono trattati come carne da macello. I miliardari viziati sono i presidenti, non certo i calciatori che producono reddito e nessun contratto, per quel che se ne sa, è stato firmato con la costrizione. […] È una serrata bella e buona, non uno sciopero. Basta pensarci un po' per capire…”

Franco Rossi (1944–2013) giornalista italiano

Con data
Origine: Da Hanno ragione i calciatori. Non è uno sciopero ma una serrata vergognosa di quei presidenti che hanno sfruttato e spolpato il calcio fino all'osso http://www.francorossi.com/2011/08/hanno-ragione-i-calciatori-non-e-uno-sciopero-ma-una-serrata-vergognosa-di-quei-presidenti-che-hanno-sfruttato-e-spolpato-il-calcio-fino-allosso-la-lega-vuole-sbarazzarsi-della-federaz/, Francorossi.com, 26 agosto 2011.

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“Niente, né l'aumento delle vendite né vedere la tua foto su un giornale, vale quanto poter camminare a testa alta.”

Jack White (1975) cantante, polistrumentista e produttore discografico statunitense

da un'intervista a The Age, 27 maggio 2007

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“Avevo lasciato questo pianeta, abbandonando i poveri terrestri alle loro occupazioni tanto molteplici quanto inutili; finalmente vivevo nello splendore scintillante delle stelle, che mi apparivano grandi come milioni di soli! In altre occasioni non ero riuscito ad ottenere quel tipo di illuminazione per le scene delle mie opere: nel grande teatro dell'Opéra i fondali troppo spesso rimangono in ombra. Ormai non dovevo più rispondere alle lettere, avevo detto addio alle prime rappresentazioni, alle discussioni letterarie e a tutto ciò che vi si mescolava.
Niente giornali, niente cene, niente notti agitate!
Ah! se avessi potuto consigliare ai miei amici di raggiungermi dove mi trovavo. Non avrei esitato a chiamarli a me. Ma l'avrebbero fatto?
Prima di ritirarmi in questo soggiorno lontano avevo scritto le mie ultime volontà (un marito infelice avrebbe approfittato di questa occasione testamentaria per scrivere con voluttà «Le Mie Prime Volontà»). Avevo soprattutto espresso il desiderio di essere inumato a Egreville, vicino alla dimora familiare nella quale avevo vissuto per tanto tempo. Oh! Il buon cimitero! In aperta campagna: in un silenzio che si conviene a coloro che vi abitano.
Avevo evitato che si evitasse di appendere alla mia porta quelle tende nere, fatte apposta per i clienti. Desideravo che una vettura anonima mi facesse lasciare Parigi. Il viaggio, secondo le mie volontà, aveva avuto luogo alle otto di mattina. Un paio di giornali della sera ritennero di dover informare i loro lettori della mia morte.
Alcuni amici – ne avevo ancora la sera prima – andarono ad informarsi dal mio portinaio se la notizia era vera, e lui rispose: «Ahimè! Monsieur è partito senza lasciare indirizzo.» E la sua risposta era vera, perché non sapeva dove mi portasse quella macchina.
All'ora di pranzo, alcuni conoscenti mi fecero l'onore di condolersi; nel pomeriggio si parlò dell'avvenimento addirittura nei teatri, qua e là:
«– Adesso che è morto non lo eseguiranno più così spesso, vero?
«– Sapete che ha lasciato un'opera inedita? Ma non smetterà mai di togliere il lavoro alla gente?
«– Io, parola mia, gli volevo bene! Nelle sue opere avevo sempre dei grossi successi!
Ed era una bella voce di donna a dire quest'ultima frase.
Dal mio editore, piangevano: mi volevano tanto bene!
A casa mia, Rue de Vaugirard, mia moglie e mia figlia, i miei nipoti i miei bisnipoti erano riuniti: e nei singhiozzi quasi provavano una consolazione.
La mia famiglia doveva arrivare a Egreville la sera stessa del mio seppellimento.
E la mia anima (l'anima sopravvive al corpo) sentiva venire tutti questi rumori dalla città che avevo abbandonata. Man mano che la macchina me ne allontanava, le parole, i rumori, si confondevano, e io sapevo, visto che mi ero fatto costruire da parecchio tempo la tomba, che la fatal pietra, una volta sigillata, sarebbe diventata nel giro di poche ore la porta dell'oblio.”

Jules Massenet (1842–1912) compositore francese

da Epilogo in cielo, l'Echo de Paris, 11 luglio 1912; citato nell'epilogo a Don Quichotte, prefazione di Piero Faggioni, Stagione Lirica 1985-86, E. A. Teatro San Carlo, Napoli 1985, p. 84

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“Ogni volta che vedo alla televisione quei poveri bambini che muoiono di fame in giro per il mondo, non posso non scoppiare a piangere. Voglio dire, vorrei essere anch'io così magra, ma senza le mosche, la morte e quel genere di cose.”

Mariah Carey (1970) cantautrice, attrice e produttrice discografica statunitense

Un'imitatrice radiofonica nel 1996 sul sito "Cupcake". Questa citazione è stata erroneamente attribuita alla "vera" Mariah Carey dal magazine britannico VOX e in seguito dal giornale britannico The Independent.

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“Uno spauracchio per me quei salumi di quel tetro negozio che tanto hanno ispirato Bigas Luna, ero costretto a fare il "cascherino" che dalle mie parti sta per colui che porta al domicilio del cliente la spesa ordinata. Mi sentivo il cane che porta il giornale al padrone, da lì la scelta di chiamarmi Bobby. (Da Chiamami Città”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

quindicinale di Rimini e provincia, del 26 giugno 1996, di Giuliano Ghirardelli; http://www.robertomattioli.com/materiale/RStampa/1996ChiamamiCitta01_G.jpg)

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“Non perdo mai occasione d'imparare a morire; il più gran timor ch'io abbia della morte è di temerla.”

Vittorio Alfieri (1749–1803) drammaturgo italiano

Origine: Dai Giornali, 26 aprile 1777.

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“La Voce" annuncia la pubblicazione prossima di un giornale in cui Mussolini avrà con sé Papini, Prezzolini, Salvemini, e perché no Marinetti? Mi auguro che conosceremo le bellezze del socialismo "futurista"; sarà, in ogni caso, un socialismo "rumorista.”

Georges Eugène Sorel (1847–1922) filosofo, sociologo e ingegnere francese

dalla lettera ad Agostino Lanzillo del 17 novembre 1914; citato in Annali della Fondazione Micheletti, 1993-1994, p. 215

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“In questo periodo mi capita di avere appoggio da ambienti laici o liberali; è un certo mondo cattolico, soprattutto progressista, a vivere nella sottomissione psicologica alla cultura ultralaicista. È un po' paradossale…”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

citato in Il Pen club: "Censurato il cattolico De Mattei" http://www.ilgiornale.it/cultura/il_pen_club_censurato_cattolico_de_mattei/08-06-2011/articolo-id=527996, Il Giornale, 8 giugno 2011

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“Sì, amici, i governi nella società capitalista non sono che committenti del ricco per gestire gli affari della classe capitalista.”

James Connolly (1868–1916) sindacalista e rivoluzionario irlandese

Irish Worker (giornale socialista) 29 August, 1915; in Ellis, p. 248
Citazioni di James Connoly

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“La causa dei lavoratori è la causa dell'Irlanda, la causa dell'Irlanda è la causa dei lavoratori.”

James Connolly (1868–1916) sindacalista e rivoluzionario irlandese

da Workers' Republic (giornale socialista) 8 April, 1916; in Ellis, p. 145
Citazioni di James Connoly

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“Io sono nato il 23 giugno 1923. Dal 28 ottobre 1922, da otto mesi, poco meno, Benito Mussolini era salito al potere con la sua solita ridicola marcia su Roma, fatta in vagone letto. Penso Mussolini in pigiama, o forse in camicia (non nera, speriamo!) farsi la barba la mattina del 27 ottobre all'arrivo a Roma, dopo la sveglia del conduttore, con il giornale ed il caffè! Otto mesi dopo, in Piazza Calderini sono nato: e debbo quindi arguire di essere stato concepito un po' prima di quei fatidici giorni, in una Bologna ormai attesa al destino, ormai quasi pacificata, in vista di un futuro finalmente pieno di promesse. Alla fine di settembre del 1922, mio padre [Aldo Valori] era ancora al Resto del Carlino, il giornale degli agrari emiliani e romagnoli, il giornale liberal-massonico-conservatore che Missiroli aveva diretto e Monicelli spinto verso il fascismo alla fine di un processo di evoluzione incerto e prudente, ma senza speranza di liberazione dell'ormai decisiva rivoluzione reazionaria. Mio padre si trovò coinvolto in quella vicenda. Mi sono chiesto spesso negli ultimi anni dopo la seconda guerra mondiale, perché il babbo aderisse al fascismo. Se ripenso a tutta la vicenda, durata in fondo pochi anni, debbo concludere che noi non comprenderemo mai completamente questo dramma. Il babbo, per educazione e carattere, per formazione culturale e morale, non poteva essere fascista nel senso che ha acquistato in seguito questa parola. Estraneo ad ogni violenza, mansueto di carattere e di modi, anche se molto passionale ed impulsivo, (specialmente negli anni della giovinezza e della maturità), non poteva trovare la sua adesione al Fascismo squadrista. Né poteva trovare, romantico e liberale com'era affinità con il Mussolinismo (culto puerile e comodo della personalità).”

Michele Valori (1923–1979) urbanista e architetto italiano

Posta fatta in casa

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“Cantavo imitando Modugno e d'altronde come si poteva non subire la sua influenza?”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Origine: Da un'intervista a Il Giornale, 8 agosto 1994.

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“[Sull'esclusione di Boniek dal Cammino delle stelle dello Juventus Stadium nel 2011] È una sciocchezza, Zibì ha dato molto alla Juventus, le sue critiche ai dirigenti non c'entrano con tutto quello che lui ha saputo dare e fare per la squadra.”

Michel Platini (1955) calciatore francese

citato in Questa Juventus senza memoria Così ha spento la stella di Boniek http://www.ilgiornale.it/news/questa-juventus-senza-memoria-cos-ha-spento-stella-boniek.html, Il Giornale, 30 dicembre 2010

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“Che impressione, guardando giornali e foto da spettatore capisco pian pianino cosa ho fatto e cerco di memorizzarlo. Mai pensato all'imbattibilità e ai record, ancora adesso io cerco solo di perdere il meno possibile perché quando ero più giovane ho perso troppi match che avrei dovuto vincere.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2005
Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Federer, semplicemente fenomeno http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/luglio/05/Federer_semplicemente_fenomeno_ga_10_0507053136.shtml, Gazzetta dello Sport, 5 luglio 2005.

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“Wikipedia è un miracolo imperfetto. È miracoloso come l'unione libera di tante esperienze abbia portato ad accumulare tanti contenuti. La conoscenza raccolta in Wikipedia contiene cose perfettibili, anche grossolani errori e veri e propri atti di vandalismo o sabotaggio. Non fermiamoci a questo. Abbiamo tutti i giorni a che fare con discutibili fonti di informazione: libri, giornali, telegiornali. Wikipedia è un fatto, esiste. La consultazione della Wikipedia è comoda e immediata. […] Se Wikipedia è talvolta vittima della propria libertà, non dimentichiamo però che le altre fonti di informazione sono vittime di condizionamenti di mercato o politici. Confrontando fonti diverse sottoposte a diversi tipi di "rumore" informativo si può ottenere una informazione più equilibrata. Per quanto riguarda l'autogestione, le comunità virtuali non sono diverse dalle altre comunità umane. Da migliaia di anni i sistemi sociali hanno dimostrato che gli umani hanno la capacità e la volontà di organizzarsi. Anzi, l'esplosione di wikipedia e dei blog dimostra come sia in atto una rivolta alla volontà di organizzare la conoscenza dall'alto, preconfezionata. L'uomo culturale vuole essere co-protagonista e non spettatore.”

Renzo Davoli (1964) accademico e hacker italiano

5 anni di Wikipedia, il fascino di un miracolo perfettibile, Intervista a Renzo Davoli su Unibo magazine http://www.magazine.unibo.it/Magazine/Attualita/2006/01/20/wikipedia.htm, 20 gennaio 2006

“Quando il simpatizzante del calcio muore va in Italia, dove trova i migliori giocatori del mondo, le partite sui canali pubblici e tanti giornali sportivi. E bel tempo.”

Simon Kuper (1969) scrittore britannico

When the football fan dies, he goes to Italy, where he finds the best players in the world, matches shown in full on public TV, and numerous daily sports newspapers. Nice weather, too.

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“I giornali italiani non sono tanto dannosi quanto irrilevanti. […] Il confronto con i giornali stranieri è umiliante. Quelli si occupano di cose serie mentre da noi si stampano solo cazzate. […] Provo ripugnanza per questo modo di fare giornalismo.”

Massimo d'Alema (1949) politico italiano, presidente del Consiglio dei Ministri dal 1998 al 2000

Origine: Dall'intervista al Corriere Magazine, 4 giugno 2009; citato in Matteo Marchetti e Luca Sappino, Le migliori stoccate di Massimo D'Alema http://espresso.repubblica.it/palazzo/2016/03/11/news/le-migliori-stoccate-di-massimo-d-alema-1.253928, Espresso.Repubblica.it, 11 marzo 2016.

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“Che Balotelli sia un padano con la pelle scura a me va bene, a me fanno girare le scatole i padani che si sono compromessi con la 'ndrangheta, quelli li rinnego da un punto di vista razziale.”

Mario Borghezio (1947) politico italiano

citato in Luca Romano, Borghezio: "Balotelli? Padano con pelle scura" http://www.ilgiornale.it/interni/borghezio_balotellipadano_pelle_scura/mario_borghezio-balotelli-padanno-pelle_nera-lega/30-06-2012/articolo-id=594927, il Giornale.it, 30 giugno 2012

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“Che i romani non temano di produr troppo, e rammentino ciò che inculcava il nostro Genovesi: che un popolo abbondante in grano, vigne ed olivi è da natura costituito creditore degli altri.”

Carlo Luigi Morichini (1805–1879) cardinale e vescovo cattolico italiano

citato in Giornale arcadico di scienze, lettere, ed arti, Volume 52, p. 246, Roma 1831

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“L'antisemitismo deve essere una sola cosa con il cattolicesimo, nel senso che noi dobbiamo combattere i giudei, come i massoni, come i socialisti, come gli anarchici, per difendere la società civile, la patria e la croce di Gesù Cristo.”

Henri Delassus (1836–1921) vescovo francese

dal giornale La Semaine, 1894; citato in Walter Peruzzi, Il cattolicesimo reale attraverso i testi della Bibbia, dei papi, dei dottori della Chiesa, dei concili, Odradek, Roma, 2008, p. 296

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“[A chi le chiese quale sia il modo migliore per avvicinarsi al pattinaggio. ] Sedetevi a osservare chi è in pista e domandatevi cosa vi sta raccontando.”

Michelle Kwan (1980) pattinatrice artistica su ghiaccio statunitense

citato in Francesco Rizzo, Milano danza sul ghiaccio, il Giornale, 20 dicembre 2007

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“Ho avuto mille momenti no e alcuni di questi sono stati terribili, e non lo dico per farmi compatire, ma perché sono una donna vera.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

Il Giornale, 12 aprile 2010
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“Cosa pensi tu di me? Che sono simpatica, e è assolutamente vero. Che sono molto intrigante, e è assolutamente vero. Che sono molto intelligente, e è assolutamente vero.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

Il Giornale, 8 agosto 2011
Citazioni di Barbara d'Urso

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“Sono solare e fragile. Grata alla vita anche per le mazzate tremende che mi ha dato.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

Il Giornale, 18 maggio 2008
Citazioni di Barbara d'Urso

“[Milena Gabanelli] È l'ultima giornalista che fa inchieste vere, in un momento in cui su tutti i giornali sono state abbandonate. E addirittura stupisce che le possa fare.”

Giorgio Bocca (1920–2011) giornalista italiano

Origine: Dall'intervento al Premio "È giornalismo" 2008.

“Gli porse la mano e s'avviava a uscire. Ma s'arrestò di nuovo: -Ah! mi dimenticavo! Senti, Pino: c'è una cosa che tu devi considerare ora che resti solo… Non vorrei che tu ti credessi, per quel che ti dissi l'altro giorno, quando ancora stavi a letto, che il progresso non c'è e l'uomo sta immobile. Tu adesso rimani qua con questa impressione: papà è un retrogrado. Nossignore: il progresso c'è, e io ci credo. E che cristiano sarei se non ci credessi? Solo che d'una cosa sono sicuro: che il progresso non ci viene da fuori. Da dentro ha da venire. Tu non ti fare montare la testa da quelle fesserie sanguinose di Rousseau e degli Enciclopedisti, che l'uomo è buono naturalmente e che bastano le leggi a far felice un popolo. È una cosa troppo semplice e magari fosse! L'uomo è una bestia perfettibile con istinti ferini; ma con una coscienza che se lo lavora e tende a portarlo in alto. La tua coscienza però tu non la trovi sul "Giornale Ufficiale delle Due Sicilie" e nemmeno sulla "Gazzetta Piemontese" … in corpo ce l'hai e con lei ti devi mettere d'accordo se vuoi andare avanti o no. Non esistono buone leggi per un popolo corrotto e sono gli uomini che fanno le leggi, non le leggi gli uomini. Tu il progresso vuoi? Sissignore: anche io. Sii onesto, se l'onesta' ti mancava, e questo è certamente un bel progredire. E se gia' eri un galantuomo, cerca di diventare migliore. Ma a quel progresso che ti porge la politica, tu non ci credere, ch'è roba sporca.”

Origine: L'Alfiere, p. 147

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“Ragazzi, siete liberi di scrivere quello che volete. Ma sappiate che l'editore di questo giornale si occupa di petrolio e di zucchero. Perciò, se vi capitasse di scrivere di questi due argomenti, vi prego di informarmi.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

dal discorso ai neoassunti al Resto del Carlino, quando era direttore; citato in Marco Guidi, Lavorare con Biagi? Un'esperienza unica, Giornalisti Emilia-Romagna, n.° 70, dicembre 2007

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“Non mi è mai successo di leggere un libro con i miei figli, poche volte mi è capitato di commentare un giornale con loro.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1986
Origine: Da un'intervista al Corriere della Sera; citato in Gianni Mura, Ecco due personaggi da zero in condotta http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/02/23/ecco-due-personaggi-da-zero-in-condotta.html, la Repubblica, 23 febbraio 1986.

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“Sono stato sentito per più di due ore dalla commissione anti-trust e ho spiegato che, nelle condizioni attuali l'informazione televisiva è completamente appaltata ai partiti. Per garantire il pluralismo bisogna dare spazio alle televisioni commerciali.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1988
Origine: Citato in Berlusconi è pronto "A me i giornali" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/06/17/berlusconi-pronto-me-giornali.html, la Repubblica, 17 giugno 1988.

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“Non è colpa mia se conosco Craxi da venticinque anni. Ma nelle mie televisioni, non c'è nemmeno un giornalista con la tessera socialista.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

citato in Berlusconi è pronto "A me i giornali", la Repubblica, 17 giugno 1988
1988

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“Molti giornali, compreso il mio, si lamentano del declino degli imprenditori: ma noi che abbiamo messo in piedi la più grande televisione commerciale e la più grande società produttrice di film d'Europa, noi chi siamo, dei martinitt?”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1989
Origine: Citato in I duellanti del nord alla sfida del duemila http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/02/19/duellanti-del-nord-alla-sfida-del.html, la Repubblica, 19 febbraio 1989.

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“Sono anch'io editore di carta stampata. E ho molta fiducia in un aumento delle capacità di lettura degli italiani: ho già detto alla Fieg che avrà spazi a disposizione sulle nostre reti Tv per fare campagne che migliorino la diffusione dei giornali.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1989
Origine: Durante un'assemblea della Upa; citato in Antonio Calabrò, "Audipress" maxi - accordo in campo pubblicitario http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/15/audipress-maxi-accordo-in-campo-pubblicitario.html, la Repubblica, 15 giugno 1989.