Frasi su grande
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“Io non so se il tempo presente ci ha donato grandi benefici, di sicuro ha inventato un sacco di paure.”

Vittorino Andreoli (1940) psichiatra e scrittore italiano

da Le paure non vanno in vacanza, Corriere della sera, 19 luglio 2009, p. 45

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“Io adoro Balotelli. Lo adoro. Credo che ci sia bisogno di un giocatore come lui nel calcio. Personaggi un po' pazzi come Mario fanno bene all'ambiente del calcio. Aggiungo anche che mi piacerebbe conoscerlo. Alla fine è un bravo ragazzo.”

Noel Gallagher (1967) cantautore e chitarrista inglese

Origine: Citato in Saverio Grimaldi, Noel Gallagher: "Balotelli? un grande!" http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/calcioestero/articoli/68967/noel-gallagher-balotelli-un-grande.shtml, Sportmediaset.it, 26 settembre 2011.

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“Euclione: Sono perduto! Sono morto! Sono assassinato! Dove correre? Dove non correre? Fermalo, fermalo! Fermare chi? Chi lo fermerà? Non so, non vedo nulla, cammino alla cieca. Dove vado? dove sono? chi sono? Non riesco a stabilirlo con esattezza. [Al pubblico] Vi scongiuro, vi prego, vi supplico, aiutatemi voi: indicatemi l'uomo che me l'ha rubata. [A uno spettatore] Che ne dici tu? Voglio crederti: lo capisco dalla faccia, che sei una brava persona… Che c'è? perché ridete? Vi conosco tutti: so che qua ci sono parecchi ladri, che si nascondono sotto una toga imbiancata a gesso, e se ne stanno seduti, come fossero galantuomini… Eh? Non ce l'ha nessuno di costoro? Mi hai ucciso! Dimmi dunque, chi l'ha? Non lo sai? Ah, povero, povero me! Sono morto! Sono completamente rovinato, sono conciato malissimo: troppe lacrime, troppe sventure, troppo dolore mi ha portato questo giorno; e fame, e miseria!… Sono il più sventurato tra gli esseri della terra. Che bisogno ho di vivere, ora che ho perduto tutto quell'oro che avevo custodito con tanta cura! Mi sono imposto sacrifici, privazioni; ed ora altri godono della mia sventura e della mia rovina. Non ho la forza di sopportarlo.
Liconide: [A parte, uscendo dalla casa di Megadoro] Chi sta lamentandosi? Chi piange e geme davanti a casa nostra? Ma è Euclione, mi pare. Sono completamente perduto; s'è scoperto tutto. Senza dubbio sa già che sua figlia ha partorito. Ora non so che fare. Devo andarmene o rimanere? affrontarlo o evitarlo? Per Polluce! Non so più che fare.
Euclione: Chi sta parlando là?
Liconide: Sono io, un infelice.
Euclione: Infelice sono io, e sventurato! io che sono stato colpito da sì grande disgrazia, da sì grande dolore!
Liconide: Fatti coraggio.
Euclione: Farmi coraggio? Come potrei, di grazia?
Liconide: Il misfatto che t'angustia il cuore, sono stato io a compierlo: lo confesso.
Euclione: Cosa mi tocca sentire?
Liconide: La verità.
Euclione: Che male t'ho dunque fatto, o giovine, perché tu agissi così e rovinassi me e i miei figli?
Liconide: È un dio che mi ci ha indotto e mi ha attratto verso di lei.
Euclione: Come?
Liconide: Confesso d'aver commesso un torto; so di essere colpevole. E così vengo a pregarti di essere indulgente, di perdonarmi.
Euclione: Come hai osato fare una cosa simile: toccare ciò che non era tuo?
Liconide: Che vuoi farci? Ormai è fatta; non si può disfare. È stato il volere degli dèi, senza dubbio: certo, senza la loro volontà, non sarebbe accaduto.
Euclione: E allora credo che gli dèi abbiano anche voluto che io ti facessi crepare in catene, in casa mia.
Liconide: Non dir questo!
Euclione: Perché dunque hai toccato, contro il mio volere, una cosa mia?
Liconide: È stata colpa del vino e dell'amore.
Euclione: Sfrontatissimo essere! Aver osato presentarti a me con un simile discorso! Impudente! Se esiste un diritto che ti permette di scusare una simile azione, non ci resta che andare a rubare pubblicamente gioielli alle matrone, in pieno giorno; e se poi dovessimo essere arrestati, ci scuseremmo dicendo che l'abbiamo fatto in istato d'ebbrezza, per amore! Varrebbero troppo poco, il vino e l'amore, se l'ubriaco e l'innamorato avessero il diritto di soddisfare impunemente i loro capricci.
Liconide: Ma io vengo di mia spontanea volontà a supplicarti di perdonare la mia follia.
Euclione: Non mi piacciono gli individui che si scusano dopo aver fatto del male. Tu sapevi che essa non era tua; non avresti dovuto toccarla.
Liconide: Dal momento che ho osato toccarla, non voglio cercare pretesti, ma tenerla nel migliore dei modi.
Euclione: Tu vorresti tenere, contro il mio volere, una cosa mia?
Liconide: Non pretendo d'averla contro il tuo volere; ma penso ch'essa mi spetti. Converrai subito tu stesso, Euclione, ch'essa deve spettare a me.
Euclione: E io – per Ercole!”

ti trascinerò subito dal pretore e t'intenterò un processo, se non restituisci...
Liconide: Cosa dovrei restituirti?
Euclione: Ciò che mi hai rubato.
Liconide: Io? rubato? dove? Cosa significa?
Euclione: [ironicamente] Che Giove ti protegga, com'è vero che tu non sai niente!
Liconide: A meno che tu non dica cosa stai cercando... (vv. 713-762; 1998)
Aulularia
Origine: Nel lamento dell'avaro Euclione per il furto della pentola dell'oro, Plauto parodia i registri della poesia tragica, come farà anche Gaio Lucilio nel libro XXVI delle Satire.
Origine: Fedria, figlia dell'avaro Euclione, ha partorito prima del matrimonio. Il padre del bambino è Liconide, che l'aveva violentata nove mesi prima, durante le Cerealia. Per riparare al danno, vuole prenderla in sposa, ma deve prima parlarne con il padre della ragazza, Euclione. Gli si avvicina, origlia, lo vede in preda al dolore e subito crede che egli abbia saputo della maternità della figlia. Infatti non sa che Euclione ha una pentola d'oro, il cui furto è la causa di tanto dolore. Il giovane si fa coraggio e gli parla: entrambi sottintendono la causa del dolore, così che il dialogo si intride di equivoco, in quanto Liconide confessa d'aver reso incinta Fedria mentre Euclione lo crede reo confesso del furto della pentola. Questa, per Plauto, è un'occasione d'oro per impostare la satira contro la categoria degli avari: l'avaro, influenzato nelle decisioni dalla sua stessa avarizia, formula male la classifica delle sue priorità e pospone la preoccupazione per i figli alla salvezza del patrimonio, che finisce per trascendere l'utilità e non procura altro che vane preoccupazioni.

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“La grotta di Massabielle è il grande, silenzioso, infaticabile filtro del peccato di milioni di pellegrini.”

Luigi Santucci (1918–1999) scrittore, romanziere e poeta italiano

Lourdes paese dell'anima

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“Non pretendo di capire l'universo: è un bel po' più grande di me.”

Tom Stoppard (1937) sceneggiatore, scrittore e regista inglese

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“Fiorir sul caro viso | Veggo la rosa; tornano | I grandi occhi al sorriso | Insidïando.”

Ugo Foscolo (1778–1827) poeta italiano

da All'amica risanata

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“La cosa più importante che mi è capitata nella mia carriera di attore è stata quella di avere avuto la fortuna di incontrare grandi maestri. Parlo di Dario Fo, Giorgio Gaber, Carlo Cecchi, Enzo Jannacci e altri che mi hanno aiutato e guidato agli inizi. In questo mestiere gli incontri sono fondamentali. Avendo avuto io questa fortuna, ritengo che sia mio dovere, nei limiti del possibile, incontrare giovani attori, ascoltarli, cercare di scoprire se nelle cose che fanno ci sono i segni di qualcosa di utile, uno spunto per una crescita futura. Quando Giulio Cavalli mi ha inviato la prima bozza del suo Kabum! ho subito accettato di incontrarlo, e poi di occuparmi della supervisione artistica del suo spettacolo. Questo per diversi motivi. Intanto perché questo spettacolo è stato concepito con una tecnica – quella del gramelot – che mi ha riportato al tempo della mia collaborazione con Dario Fo, che di questa tecnica è l'indiscusso maestro. Poi perché Kabum! è un testo incentrato sulla memoria, come tanta parte del mio lavoro. Lavorare sulla memoria è uno dei compiti del teatro. Ricordare è un modo di cercare di immaginare il futuro, recuperare il passato anche per vedere il mondo con occhi diversi, lontano dall'omologazione di tanta TV di oggi. Perché oggi c'è l'Italia della televisione e c'è un'altra Italia, che non si arrende al rincoglionimento generale, come anche questo spettacolo di Giulio Cavalli dimostra. Per me dare una mano ai giovani significa anche fare il possibile per impedire che il teatro italiano perda un'intera generazione. Perché non c'è solo la censura dichiarata, esplicita. C'è anche la censura che deriva dai tagli governativi dei contributi alla cultura, che rischiano di azzerare le possibilità di crescita e di sperimentazione di una nuova generazione di attori e di autori.”

Paolo Rossi (attore) (1953) attore, cantautore e comico italiano

Citazioni di Paolo Rossi
Origine: Citato in Kabum... Come un paio di possibilità http://www.teatronline.com/index.php?option=com_content&task=view&id=24&Itemid=31/, Bottega dei Maestri Teatrali, 15 gennaio 2007.

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“Prendiamo l'agricoltura come fattore fondamentale e ci serviamo dei capitali accumulati attraverso l'agricoltura per edificare progressivamente l'industria e trasformare in breve tempo il Kampuchea in un paese agricolo moderno, poi in un paese industriale, attenendoci fermamente alla linea di indipendenza, di sovranità e di contare fondamentalmente sulle nostre forze. […] Il nostro obiettivo è di mettere in campo, consolidare e sviluppare progressivamente i complessi industriali e artigianali di grandi, medie e piccole dimensioni, a Phnom Penh, nelle altre zone, regioni, distretti e nelle cooperative. […] Nell'immediato il nostro obiettivo principale (nell'educazione, ndr) è l'eliminazione dell'analfabetismo. Nella vecchia società vi erano delle scuole e licei e un certo numero di facoltà ma in campagna il 75% della popolazione, in particolare i contadini poveri e medio poveri non sapevano né leggere né scrivere, e anche in città il 60% dei lavoratori erano analfabeti. Attualmente, appena due anni dopo la liberazione, solo il 10% della popolazione è analfabeta (oggi è di nuovo il 50%, ndr). […] Abbiamo sviluppato e svilupperemo delle reti sanitarie creando dei centri ospedalieri e dei centri di fabbricazione dei medicinali in tutte le cooperative e nella capitale. […] La salute del nostro popolo ha conosciuto un miglioramento considerevole. Abbiamo eliminato definitivamente le malattie sociali e la tossicomania.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

da un discorso del 1977

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“Ho lavorato con molti grandi registi, da Pietro Germi fino a Claude Sautet. Mi posso ritenere abbastanza soddisfatta della mia carriera anche sul grande schermo: non ho mai fatto cose che non mi convincessero. In questo momento, però, è il palcoscenico il mio habitat naturale. Il sogno romano con Moretti comunque rimane: chissà che non raccolga questo appello.”

Ottavia Piccolo (1949) attrice italiana

dall'intervista di Emilia Costantini, Ho un sogno nel cassetto https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/marzo/03/sogno_nel_cassetto_co_10_9603034305.shtml, Corriere della sera, p. 49, 3 marzo 1996

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“[Riferendosi a Roma] In una città grande come questa o ci sei nata o non puoi viverci.”

Ambra Angiolini (1977) attrice, conduttrice televisiva e conduttrice radiofonica italiana
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“Il rap, dicono tutti, è morto nel '97 | però ancora lo segui, ti ci fai grandi pugnette.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da A questo show n. 4
Pensieri scomodi

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“Lasciamo ai vecchi conoscere il diritto ed esaminare che cos'è permesso e che cos'è empio e non empio e rispettare le sottili distinzioni delle leggi. Alla nostra età si conviene essere temerari, in amore. Ancora non sappiamo che cosa sia lecito, e crediamo che tutto sia lecito e seguiamo l'esempio dei grandi dèi.”

IX, 554; 1994, p. 371
Iuta senes norint, et quid liceatque nefasque | fasque sit inquirant, legumque examina servent. | Conveniens Venus est annis temeraria nostris; | quid liceat nescimus adhuc, et cuncta licere | credimus, et sequimur magnorum exempla deorum.
Metamorfosi

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“Dopo Garrincha e Pelé, Zico è stato il più grande giocatore di tutti i tempi.”

João Saldanha (1917–1990) giornalista, allenatore di calcio e calciatore brasiliano

da Um exemplo a ser seguido, Placar Especial Zico, 1989, Editora Abril, p. 34

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“Ogni idea politica è un organismo vivo. I partiti sono quasi sempre destinati a diventare dei grandi cadaveri gloriosi.”

Filippo Tommaso Marinetti (1876–1944) poeta, scrittore e romanziere italiano

da Vecchie idee a braccetto da separare, in Democrazia futurista
Democrazia futurista

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“Schliemann era un grande scienziato che ha cercato Troia e poi l'ha trovata. Ma non c'aveva i soldi.”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

Imitazioni, Antonino Zichichi, Apparizioni su Rai Uno

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“Piccola tomba ma di gloria grande come il cielo
questa di Talete il sapientissimo”

Talete (-624–-547 a.C.) filosofo greco antico

riportata da Diogene Laerzio

“Eddy Merckx è stato il primo grande ciclista borghese.”

Adriano De Zan (1932–2001) giornalista, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano

Gentili signore e signori buongiorno

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“Una grande sfida sarebbe per me andare in Nepal a scalare le montagne per tre settimane.”

Roy Dupuis (1963) attore cinematografico e attore televisivo canadese

dall'intervista a Time Out New York del 1998
1998

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“D'un de' tuoi monti fertili di spade, | niobe guerriera de le mie contrade, | leonessa d'Italia, | Brescia grande e infelice.”

Aleardo Aleardi (1812–1878) poeta e politico italiano

da Le tre fanciulle
Canti

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“Fra noi [Mogol e Lucio Battisti] c'era una grandissima stima reciproca, una stima esagerata. Io pensavo che lui fosse un musicista straordinario, lui pensava che io fossi un grande poeta.”

Mogol (1936) paroliere italiano

Origine: Citato in Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, Il mio amico Lucio Battisti, retrocopertina.

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“Ha ragione il grande Piero Mazzarella, l'attore, che uscendo dalla camera ardente allestita per Enzo Biagi dice ai microfoni: "Oggi ho sentito un uomo politico importante dire che di Enzo Biagi aveva stima. A me sembra veramente troppo poco. Uomini come lui li lasciano morire e sono capaci di commemorarli quando finalmente se ne sono andati, così loro si sentono più tranquilli". L'uomo politico che Mazzarella non nomina non è solo Silvio Berlusconi, quello dell'editto bulgaro che oggi dice: "Non c'è mai stato alcun editto bulgaro". Ma i moltissimi altri uomini magari non politici, magari giornalisti – furbi, in carriera, apparentemente miti, affettuosamente bugiardi o anche solo poco coraggiosi – che incensano Biagi, ma intanto lo tradiscono, facendogli il torto di non rispettare la sua prima e la sua ultima volontà: testimoniare i fatti con la verità e usare i fatti per raccontarla. Come Gianni Riotta, il furbo direttore del Tg1, che nella serata del cordoglio racconta proprio tutto di Biagi (lo chiama Enzo, lo ammira, lo incensa, gli rende omaggio) ma all'ultimo si scorda di rimandare in onda proprio l'editto bulgaro, quello che non esiste, quello che non si deve rivedere. Col quale Enzo Biagi, se avesse fatto lui il servizio sul proprio onorato addio, avrebbe iniziato il pezzo.”

Pino Corrias (1955) giornalista e scrittore italiano

da Biagi se n'è andato, tranquilli http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/, 8 novembre 2007

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“Un grande applauso ai perdenti perché non bluffano mai! Perché non hanno mai parenti e non gli adottano…”

Renato Zero (1950) cantautore e showman italiano

da Felici e perdenti
L'imperfetto

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“Alla storia non si chiede né il numero dei morti né il costo delle grandi imprese!”

Leo Longanesi (1905–1957) giornalista, pittore e disegnatore italiano

Origine: In piedi e seduti, p. 124-125

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“Se dietro un grande uomo c'è una grande donna, dietro una grande donna c'è una grande colf.”

Luciana Littizzetto (1964) attrice, cabarettista e doppiatrice italiana

novembre 2006
Che tempo che fa

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“Addio amico mio. Il tuo corpo vaghi eternamente per gli spazi conquistati a noi dalla tua grande mente.”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Harlock, epitaffio per Tochiro Oyama
Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 30, Amico mio, mia giovinezza