Frasi su importo
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“Non importa quanto ben fatta sia una racchetta di legno: non ce ne sono due uguali. C'è sempre una differenza di tocco o di bilanciamento. Con l'acciaio è possibile produrre racchette che concordano nelle più piccole specifiche.”

René Lacoste (1904–1996) tennista e stilista francese

Origine: Citato in Enos Mantoani, Coccodrillo e coniglietto (Parte 2) http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2010/12/20/426283-coccodrillo_coniglietto_parte.shtml, Ubitennis.com, 21 dicembre 2010.

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“Che importa se qualche prudente della terra ci giudica male, purché sul posto i nostri responsabili ce ne diano l'autorizzazione.”

Magdeleine Hutin (1898–1989) fondatrice delle Piccole sirelle di Gesù

Il padrone dell'impossibile

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“È grandioso toccare il trofeo. Se non dovessi vincere più una partita non mi importa. Qualsiasi cosa farò nella mia vita, ovunque andrò, sarò sempre un campione di Wimbledon.”

Goran Ivanišević (1971) tennista croato

Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/07/31/108596-citazioni_bordo_campo_luglio.shtml, Ubitennis.com, luglio 2008.

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“Arantxa gioca ogni punto come se fosse l'ultimo. Lotta duramente e non importa quale sia il punteggio.”

Steffi Graf (1969) tennista tedesca

Origine: Citata in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/09/07/116570-citazioni_bordo_campo_agosto.shtml, Ubitennis.com, agosto 2008.

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“Non mi piacciono le persone che dicono come devono evolversi le trame. Alla fine, l'unica cosa che importa è che funzionino.”

Amy Hennig (1964)

Origine: Citato in Game Informer, n. 3, anno VI, marzo 2013, p. 17.

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“Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi.”

Joe Biden (1942) politico statunitense

Origine: Citato in Mario Calabresi, La fortuna non esiste: storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi, Mondadori, Milano, 2009, epigrafe http://books.google.it/books?id=HPDTKDpkDEUC&pg=PT6. ISBN 978-88-04-58897-9

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“E non m'importa che cosa abbiano pensato: neanche a loro avrei potuto spiegare che sono solo un uomo, uno che ha passato una bellissima domenica con te. E basta.”

Filippo Facci (1967) giornalista italiano

da Non provare a stravolgermi la vita: sono un uomo, non la tua MISSIONE http://blog.graziamagazine.it/blog/2009/10/21/non-provare-a-stravolgermi-la-vita-sono-un-uomo-non-la-tua-missione/, 21 ottobre 2009

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“L'import e l'immigrazione sono due facce dello stesso problema, così bisogna quotare sia gli immigrati in entrata sia le merci, altrimenti è il caos sociale.”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

da Porta a Porta, 29 ottobre 2003; citato in Bossi: "Per gli immigrati quote come per le merci" http://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/politica/immigrazione3/refe/refe.html, la Repubblica, 29 ottobre 2003

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“Alla corte di un imperatore (che visse non importa quando) tra le molte gentildonne di Camera e Guardaroba, ce n'era una che, sebbene non fosse di altissimo grado, godeva molto più favore di tutte le altre.”

Murasaki Shikibu, Storia di Genji, il principe splendente. Romanzo giapponese dell'XI secolo, traduzione di Adriana Motti, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2008

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“Sarà che non sento più niente senza di te, sarà che non mi importa niente più di me. (da L'addio”

Noemi (1982) cantautrice, personaggio televisivo, regista di videoclip e sceneggiatrice italiana

il giorno più grande)
Sulla mia pelle

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“Non importa se ami lui, o proprio L-U-I. | Alza le zampe, perché sei nato così, tesoro.”

Lady Gaga (1986) cantautrice e attivista statunitense

da Born this Way n.º 2

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“[L'università deve essere] focolaio di attività scientifica, vero laboratorio nel quale maestri e scolari collaborano ad indagare nuovi veri e a rivedere questioni già discusse. Così nello studente si educa lo spirito critico e, quel che più importa dato lo scopo speciale che la nostra Università ha, lo spirito di ricerca.”

Agostino Gemelli (1878–1959) religioso, medico e rettore italiano

da una nota del 1919
Origine: Citato in Emanuela Gazzotti, Un traguardo e una partenza http://www.vatican.va/jubilee_2000/magazine/documents/ju_mag_01042000_p-41_it.html, Tertium Millennium, aprile 2000, www.vatican.va.

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“[Sull'effetto dell'amore sullo sport] Cambiano le tue priorità, se sai che lui non è con te, magari sbarelli e non t'importa di perdere, perché così torni prima a casa da lui. L'amore non sempre fa bene a chi fa sport.”

Flavia Pennetta (1982) tennista italiana

Origine: Citato in Emanuela Audisio, "Io ragazza poco italiana sogno la top ten del tennis" http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/sport/tennis-6/intervista-pennetta/intervista-pennetta.html, Repubblica.it, 6 gennaio 2009.

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“[Su Michael Jordan] Ti sembra di poterlo controllare, ma un attimo dopo è troppo lontano perché tu possa fare qualcosa. Le sue finte sono sempre micidiali. Non gli importa un accidente dell'età. E quando ti sta addosso, ti manca il respiro.”

Latrell Sprewell (1970) cestista statunitense

Origine: Citato in Riccardo Romani, Ultimo tiro, canestro: Jordan supera anche la prova del nove https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/dicembre/24/Ultimo_tiro_canestro_Jordan_supera_co_0_01122411554.shtml, Corriere della Sera, 24 dicembre 2001.

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“Seguendo i battiti | senza dibattiti | Se ci credi battiti | non importa da dove vieni, dove abiti | ricrediti.”

Dj Shablo (1980) disc jockey argentino e produttore musicale

da Rap Clandestino

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“A Sottsass importano le domande, gli importa ritualizzare l'esistenza intorno a quelle domande, gli importa restituire il senso del sacro all'esistenza.”

Ettore Sottsass (1917–2007) architetto e designer italiano

L'architetto che volle disegnare l'utopia di Demetrio Paparoni
Scritti 1946-2001

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“Penetrando nel museo, la scorsi subito in fondo ad una sala, e bella proprio come l'avevo immaginata. Non ha la testa, le manca un braccio; mai tuttavia la forma umana mi è parsa più meravigliosa e più seducente. Non è la donna vista dal poeta, la donna idealizzata, la donna divina o maestosa, come la Venere di Milo, è la donna così com'è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. È robusta, col petto colmo, l'anca possente e la gamba un po' forte, è una Venere carnale che si immagina coricata quando la si vede in piedi. Il braccio caduto nascondeva i seni; con la mano rimasta, solleva un drappeggio col quale copre, con gesto adorabile, i fascini più misteriosi. Tutto il corpo è fatto, concepito, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi si concentrano, tutto il pensiero vi confluisce. Questo gesto semplice e naturale, pieno di pudore e di impudicizia, che nasconde e mostra, che vela e rivela, che attrae e che fugge, sembra definire tutto l'atteggiamento della donna sulla terra. Ed il marmo è vivo. Lo si vorrebbe palpeggiare, con la certezza che cederà sotto la mano, come la carne. Le reni soprattutto sono indicibilmente animate e belle. Si segue, in tutto il suo fascino, la linea morbida e grassa della schiena femminile che va dalla nuca ai talloni, e che, nel contorno delle spalle, nelle rotondità decrescenti delle cosce e nella leggera curva del polpaccio assottigliato fino alle caviglie, rivela tutte le modulazioni della grazia umana. Un'opera d'arte appare superiore soltanto se è, nello stesso tempo, il simbolo e l'esatta espressione di una realtà. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. Dinnanzi al volto della Gioconda, ci si sente ossessionati da non so quale tentazione di amore snervante e mistico. Esistono anche donne viventi i cui occhi ci infondono quel sogno di tenerezza irrealizzabile e misteriosa. Si cerca in esse qualcos'altro dietro le apparenze, perché sembrano contenere ed esprimere un po' di quell'ideale inafferrabile. Noi lo inseguiamo senza mai raggiungerlo, dietro tutte le sorprese della bellezza che pare contenere un pensiero, nell'infinito dello sguardo il quale è semplicemente una sfumatura dell'iride, nel fascino del sorriso nato da una piega delle labbra e da un lampo di smalto, nella grazia del movimento fortuito e dell'armonia delle forme. Così i poeti, impotenti staccatori di stelle, sono sempre stati tormentati da una sete di amore mistico. L'esaltazione naturale di un animo poetico, esasperato dall'eccitazione artistica, spinge quegli esseri scelti a concepire una specie di amore nebuloso, perdutamente tenero, estatico, mai sazio, sensuale senza essere carnale, talmente delicato che un nonnulla lo fa svanire, irrealizzabile sovrumano. E questi poeti sono, forse, i soli uomini che non abbiano mai amato una donna, una vera donna in carne ossa, con le sue qualità di donna, i suoi difetti di donna, la sua mente di donna, ristretta ed affascinante, i suoi nervi di donna e la sua sconcertante femminilità. Qualsiasi creatura davanti a cui si esalta il loro sogno diventa il simbolo di un essere misterioso, ma fantastico: l'essere celebrato da quei cantori di illusioni. E la creatura vivente da loro adorata è qualcosa come la statua dipinta, immagine di un dio di fronte al quale il popolo cade in ginocchio. Ma dov'è questo dio? Qual è questo dio? In quale parte del cielo abita la sconosciuta che quei pazzi, dal primo sognatore fino all'ultimo, hanno tutti idolatrata? Non appena essi toccano una mano che risponde alla stretta, la loro anima vola via nell'invisibile sogno, lontano dalla realtà della carne. La donna che stringono, essi la trasformano, la completano, la sfigurano con la loro arte poetica. Non sono le sue labbra che baciano, bensì le labbra sognate. Non è in fondo agli occhi di lei, azzurri o neri, che si perde così il loro sguardo esaltato, è in qualcosa di sconosciuto e di inconoscibile. L'occhio della loro dea non è altro che un vetro attraverso cui essi cercano di vedere il paradiso dell'amore ideale. Se tuttavia alcune donne seducenti possono dare alle nostre anime una così rara illusione, altri non fanno che eccitare nelle nostre vene l'amore impetuoso che perpetua la razza. La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di Paros, è - dicono - La Venere Callipigia descritta da Ateneo e Lampridio, data da Eliogabalo ai siracusani. Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza. Schopenhauer scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola. La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita. È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere. È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Incipit di alcune opere, Viaggio in Sicilia

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“[Una fata colmerà d'oro i recipienti degli alpigiani, a condizione che neppure una goccia sia rovesciata a terra. Sul tavolo vengono allineate le scodelle. ] Una dopo l'altra la donna le riempie: l'oro liquido si travasa senza rumore dal secchio alle ciotole, spandendo nell'aria una luce intensissima.
Un giovanottone aitante, guardando le bianche mani affusolate della fanciulla sente la voglia di toccarle ma non osa perché non è solo. Che gli importa dell'oro? La ragazza gli piace e, superata l'emozione della sorpresa, la segue con gli occhi in ogni movimento, estasiato.
«Non avete altri recipienti?»-
Sì che ce ne sono. Ed ecco catini mastelli pentole e più versa oro, più il secchio si palesa inesauribile.
«Ora me ne vado» dice quando li ha colmati.
«Aspetta!» la invita il ragazzone. Non vuole che parta così, da sola, senza ascoltarlo. Desidera accompagnarla, almeno sino al lago.
La perfetta creatura dei monti muove un passo verso l'uscio.
«Aspetta!» ripete il giovanottone e nell'orgasmo, alzandosi, urta con il ginocchio contro la gamba della tavola.
Dalle scodelle l'oro liquido trabocca colando per terra. Con la rapidità del baleno la donna bianca scompare: sul desco grezzo di larice rimangono pentole catini e mastelli vuoti.”

Aurelio Garobbio (1905–1992) giornalista svizzero

da Il secchio inesauribile, p. 130-132; in Il meraviglioso, Leggende, fiabe e favole ticinesi, pp. 260-261
Leggende delle Alpi Lepontine e dei Grigioni

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“[Ted Kennedy] È venuto solo per farsi propaganda; dei neri, in verità, non gliene importa niente. Se gliene importasse dovrebbe andare ad Harlem prima che a Soweto.”

Alan Paton (1903–1988) scrittore, politico e attivista sudafricano

Origine: Citato in Sud Africa, pace e astratti furori, L'Europeo, 29 aprile 1988.

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“I signori erano tutti iscritti al Partito, anche quei pochi, come il dottor Milillo, che la pensavano diversamente, soltanto perché il Partito era il Governo, era lo Stato, era il Potere, ed essi si sentivano naturalmente partecipi di questo potere. Nessuno dei contadini, per la ragione opposta, era iscritto, come del resto non sarebbero stati iscritti a nessun altro partito politico che potesse, per avventura, esistere. Non erano fascisti, come non sarebbero stati liberali o socialisti o che so io, perché queste faccende non li riguardavano, appartenevano a un altro mondo, e non avevano senso. Che cosa avevano essi a che fare con il Governo, con il Potere, con lo Stato? Lo Stato, qualunque sia, sono «quelli di Roma», e quelli di Roma, si sa, non vogliono che noi si viva da cristiani. C'è la grandine, le frane, la siccità, la malaria, e c'è lo Stato. Sono dei mali inevitabili, ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Ci fanno ammazzare le capre, ci portano via i mobili di casa, e adesso ci manderanno a fare la guerra. Pazienza!
Per i contadini, lo Stato è più lontano del cielo, e più maligno, perché sta sempre dall'altra parte. Non importa quali siano le sue formule politiche, la sua struttura, i suoi programmi. I contadini non li capiscono, perché è un altro linguaggio dal loro, e non c'è davvero nessuna ragione perché li vogliano capire. La sola possibile difesa, contro lo Stato e contro la propaganda, è la rassegnazione, la stessa cupa rassegnazione, senza speranza di paradiso, che curva le loro schiene sotto i mali della natura.”

1990, pp. 67-68
Cristo si è fermato a Eboli

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“Cosa diranno non importa, non conta più, perché alla fine ciò che resta sei solo tu.”

Nesli (1980) rapper, beatmaker e cantautore italiano

da Davanti agli occhi,n. 11

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“La trattativa è anche uno stato di necessità per le nostre classi dirigenti che, invece, di fare la guerra alla criminalità organizzata per vincerla ti dicono "ma che se matto? Quelli ricominciano a sparare". E poco importa che noi abbiamo 350mila uomini in armi che potrebbe sconfiggere camorra, 'ndrangherta e mafia che insieme hanno massimo 40mila uomini. E così ancora oggi il sistema italiano di combattere la criminalità organizzata è solo quello di mettersi d'accordo.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Trattativa, Travaglio: "Stato di necessità per classi dirigenti". Di Matteo: "Italiani meritano verità" http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/07/12/trattativa-travaglio-stato-di-necessita-per-classi-dirigenti-di-matteo-italiani/393493/, Tv.il Fatto Quotidiano.it, 12 maggio 2015
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“[Ultime parole famose] Sono spiacente ma non sono convinto della "navigazione aerea". Io ero molto interessato al vostro lavoro con i palloni; ma non ho la minima molecola di fede nella navigazione aerea diversa da quella aerostatica né nelle aspettative di buoni risultati di qualsiasi altra prova di cui sentiamo parlare. Così voi comprenderete che non m'importa di essere membro della Società Aeronautica.
I am afraid I am not in the flight for "aerial navigation."”

William Thomson (1824–1907) fisico e ingegnere britannico

I was greatly interested in your work with kites; but I have not the smallest molecule of faith in aerial navigation other than ballooning or of expectation of good results from any of the trials we hear of. So you will understand that I would not care to be a member of the aëronautical Society.
Origine: Dalla lettera di risposta al maggiore B.F.S. Baden Powell's che gli chiedeva di associarsi all'Aeronautical Society, 8 dicembre 1896; riportata su Zapatopi.net http://zapatopi.net/kelvin/papers/letters.html#baden-powell.
Origine: Citato anche in una forma più sintetica: «Heavier-than-air flying machines are impossible» («Macchine volanti più pesanti dell'aria sono impossibili»). Christopher Cerf e Victor Navasky, The Experts Speak, New York, Villard, 1998, p. 256. ISBN 0-679-77806-3