Frasi su interno
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“[A proposito di Inchiesta su Gesù] Strana ci sembra anche l'affermazione che Gesú non sia cristiano e che egli non abbia fondato né abbia voluto fondare una nuova religione, il cristianesimo. In realtà, egli ha rivolto la sua predicazione «alle pecore perdute della casa d'Israele» (Mt 10,6): a tale scopo ha chiamato a seguirlo dodici discepoli, perché «stessero con lui e anche per mandarli a predicare» (Mc 3,14-15). Ma il suo messaggio non è accolto dal popolo d'Israele e dai suoi capi. Ecco che allora egli si consacra all'istruzione dei suoi discepoli e delle persone – uomini e donne – che credono in lui: insegna loro a pregare, a vedere in Dio il Padre che li ama, che ha cura di loro; insegna loro il retto uso delle ricchezze, il perdono delle offese; nella sua ultima cena, alla vigilia della morte, istituisce un nuovo rito pasquale e chiede ai Dodici di ripeterlo in sua memoria. Dopo la sua morte e la sua risurrezione, i suoi discepoli, pur restando all'interno dell'ebraismo, formano un gruppo a parte, che ha i suoi capi (i Dodici), un suo rito particolare – la ripetizione dei gesti compiuti da Gesú nella sua Ultima Cena –, gli insegnamenti di Gesú. Proprio questo piccolo gruppo di seguaci di Gesú forma la «sua» Chiesa che, ingrandendosi con l'adesione di nuove persone, sia ebree sia pagane che credono in Cristo, forma il primo cristianesimo. Non c'è dunque nessuna frattura tra Gesú «ebreo» e il cristianesimo, che vivedegli insegnamenti di Gesú e lo professa suo Dio e Signore.”

Giuseppe De Rosa (1921–2011)

da Civiltà Cattolica, 2 dicembre 2006

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“[Dopo la sentenza in primo grado nel processo penale dello Scandalo del calcio italiano del 2006 a Napoli, nel 2011] Le sentenze in linea di massima (cfr. il casino su Amanda Knox…) si rispettano, e se ne attendono le motivazioni: questo penso e questo farei se non vedessi un rischio preciso nella pesantissima, delicata e sorprendente sentenza di condanna del Tribunale di Napoli per Moggi e compagni. Non vorrei cioè che essa fosse un macigno a chiudere, invece che un argomento di riflessione. […] Machete adoperato a Napoli. Benissimo: la forza di gravità nei due sensi porta in basso e questo è il segnale che arriva dalla sentenza. Da un lato però mi basterebbe poter pensare che tutta questa vicenda fosse rimasta all'interno del recinto giudiziario, della verità processuale intendo, senza altre valutazioni politiche, o di opportunità ambientale, o di messaggio pubblico ecc. Con una sentenza opposta sarebbe crollato il potere istituzionale, non dimentichiamocelo (Figc, Alta corte del Coni ecc.). Dall'altro che se non sono state prese in considerazione altre prove finora, venga fatto nei successivi gradi di giudizio. Più verità, non un target prescelto. Senza cioè lasciare l'impressione che Moggi, bollato come l'Al Capone del calcio, sia servito perfettamente da tappo a una bottiglia di pessimo liquore per l'ubriacatura pubblica, finendo in un trappolone: sarebbe un rischio ancora peggiore.”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

citato in "A Napoli con il machete" http://ilfattoquotidiano.it/2011/11/10/a-napoli-con-il-machete/169668/, il Fatto Quotidiano.it, 10 novembre 2011

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“L'errore procede secondo una sua logica interna, ferrea e inesorabile: la logica del piano inclinato.”

Carlo Gnocchi (1902–1956) presbitero, educatore e scrittore italiano

Restaurazione della persona umana

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“I Magi hanno seguito la stella. Attraverso il linguaggio della creazione hanno trovato il Dio della storia. Certo, il linguaggio della creazione da solo non basta. Solo la Parola di Dio che incontriamo nella Sacra Scrittura poteva indicare loro definitivamente la strada. Creazione e Scrittura, ragione e fede devono stare insieme per condurci al Dio vivente. Si è molto discusso su che genere di stella fosse quella che guidò i Magi. Si pensa ad una congiunzione di pianeti, ad una Super nova, cioè ad una di quelle stelle inizialmente molto deboli in cui un'esplosione interna sprigiona per un certo tempo un immenso splendore, ad una cometa, e così via. Continuino pure gli scienziati questa discussione. La grande stella, la vera Super nova che ci guida è Cristo stesso. Egli è, per così dire, l'esplosione dell'amore di Dio, che fa splendere sul mondo il grande fulgore del suo cuore. E possiamo aggiungere: i Magi d'Oriente di cui parla il Vangelo di oggi, così come generalmente i Santi, sono diventati a poco a poco loro stessi costellazioni di Dio, che ci indicano la strada. In tutte queste persone il contatto con la Parola di Dio ha, per così dire, provocato un'esplosione di luce, mediante la quale lo splendore di Dio illumina questo nostro mondo e ci indica la strada. I Santi sono stelle di Dio, dalle quali ci lasciamo guidare verso Colui al quale anela il nostro essere.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

da Omelia sull'Epifania, 6 gennaio 2012 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2012/documents/hf_ben-xvi_hom_20120106_epifania_it.html
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“La peggior minaccia per Israele non proviene dagli arabi, ma dai dissidi interni fra gli ebrei stessi…”

Sebastian Faulks (1953) scrittore e giornalista britannico

Origine: Il gioco dell'alfabeto, p. 129

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“Questa [thumos] è la parola ipostatica di gran lunga più comune e importante dell'intero poema [l'Iliade]. Essa ha una frequenza tre volte maggiore rispetto a qualsiasi altra. In origine, nella fase oggettiva, doveva significare semplicemente un'attività percepita esteriormente, e non aveva nessuna connotazione interiore. Questo uso miceneo è documentato spesso nell' Iliade, specialmete nelle scene di battaglia, dove un guerriero che colpisce con la lancia nel posto giusto fa cessare il thumos o attività di un altro.
La seconda fase o fase interna, come abbiamo visto nell'ira di Achille, si presenta in una situazione di stress nuova, durante il periodo del crollo della mente bicamerale, quando la soglia di stress che si richiedeva per l'evocazione di voci allucinatorie era più elevata. Il thumos si riferisce allora a un insieme di sensazioni interne in risposta a crisi esterne. […] insieme di sensazioni interne che precedeva un'attività particolarmente violenta in una situazione critica. Presentandosi in modo ricorrente, il tipo di sensazione comincia ad appropriarsi del vocabolo che in precedenza designava l'attività stessa. Da questo momento in poi è il thumos a conferire forza a un gueriero in battaglia, ecc. Tutti i riferimenti al thumos come sensazione interna nell' Iliade sono in accordo con questa interpretazione.
Ora, l'importante transizione alla terza fase, quella soggettiva, è già iniziata nell' Iliade stessa, benché non ancora in modo molto appariscente. La percepiamo nella metafora inespressa del thumos come qualcosa di simile a un recipiente: in vari passi menos o vigore è «infuso» nel thumos di qualcuno (XVII, 451; XXII, 312). Il thumos viene anche paragonato implicitamente a una persona: non è Aiace che è ansioso di combattere ma il suo thumos (XIII, 73), né è Enea a rallegrarsi ma il suo thumos (XIII, 494; si veda anche XIV, 156). Se non è un dio, è il thumos a «spingere» più spesso un uomo a un'azione. E come se esso fosse un'altra persona, un uomo può parlare al suo thumos (XI, 403) e può udire ciò che questo ha da dirgli (VII, 68) o sentire la sua risposta come quella di un dio (IX, 702).
Tutte queste metafore sono estremamente importanti. Dire che le sensazioni interne di grandi mutamenti circolatori e muscolari sono una cosa in cui si può infondere forza, significa generare uno «spazio» immaginato, qui collocato sempre nel petto, che è l'antecedente dello spazio mentale della coscienza contemporanea. E confrontare la funzione di tale sensazione con quella di un'altra persona o anche con i meno frequenti interventi degli dèi significa iniziare quei processi metaforici che in seguito diventeranno l'analogo «io.»”

Origine: Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza, pp. 314-316

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“Quali obiettivi abbiamo avuto e abbiamo nella nostra azione verso l'Unione europea? Nella primissima fase abbiamo avuto l'obiettivo di mostrare, con le azioni che svolgevamo all'interno del Paese, di non aver bisogno della protezione un po' paralizzante altrui. E posso rivelare che in quella fase eravamo molto sottoposti a paterni, qualche volta materni, consigli: ma perché non fate domanda di appoggio o di finanziamento da parte del Fondo «salva Stati» o del Fondo monetario internazionale? Questa situazione l'ha vissuta per primo il mio predecessore, il Presidente Berlusconi, nelle giornate del G20 di Cannes, a fine ottobre, primi di novembre, ma poi anche noi nei primi due-tre mesi abbiamo avuto questo tipo di comunicazione. Abbiamo preferito che il Paese cercasse di fare da sé, non perché sia una cosa necessariamente disdicevole essere assistiti. Abbiamo visto che l'assistenza verso la Spagna è un'assistenza specifica, ossia verso le banche; un'assistenza across the board, generalizzata, invece, perché un Paese non si rimette in piedi da solo con la finanza pubblica, vuol dire la cosiddetta troika, termine russo, ma in salsa europea, ossia avere seduti, quasi come governatori collettivi di un Paese, il Fondo monetario internazionale, la Banca centrale europea e la Commissione europea. Credo che questo Parlamento condivida il sentimento che è del Governo e che è nella tradizione italiana di auspicare sì parziali cessioni delle sovranità nazionali in un contesto europeo, come processo condiviso per esercitare più efficacemente le sovranità nazionali. Altro è dover cedere in modo asimmetrico parte della propria sovranità. Ritengo che gli sforzi che il popolo italiano ha fatto e sta facendo siano duri da accettare, ma ritengo che sarebbero stati più duri da accettare, e maggiore sarebbe stato il senso di alienazione, di frustrazione e di ripulsa verso la costruzione europea, se questi sforzi si fossero dovuti accettare, come ad esempio in Grecia, perché dettati dalla troika.”

Mario Monti (1943) politico, economista e accademico italiano

Origine: Citato in XVI Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Seduta della Camera dei Deputati n. 649 del 13 giugno 2012 http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=16&sezione=assemblea&tipoDoc=pdf&idseduta=649 – Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sul vertice informale dei Capi di Stato e di Governo dell'Unione europea svoltosi a Bruxelles il 23 maggio scorso. Camera dei Deputati, 13 giugno 2012.

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“Ringrazio Antonio Conte di lasciarci certi tipi di giocatori. Credevo che la vicenda fosse già risolta tra i giocatori e che non ci fosse bisogno dell'intervento di persone che all'interno dei club ricoprono cariche di maggiore responsabilità. Se poi qualcuno ha ritenuto di intervenire, pur trovandosi nella sua posizione attuale, da parte mia non trova risposta proprio per non alimentare ulteriormente la polemica e andare contro il clima di serenità che tutti auspichiamo. E, comunque, noi altri lo ringraziamo di lasciarci certi tipi di giocatori”

Marco Branca (1965) dirigente sportivo ed ex calciatore italiano

Origine: In merito alle dichiarazioni di Antonio Cassano che aveva definito come «soldatini» i giocatori della Juventus, Antonio Conte aveva dichiarato in chat con i tifosi: «Se dietro l'uomo c'è solo un chiacchierone allora preferiamo lasciare questo giocatore agli altri.»
Origine: Citato in Conte: "Chi parla troppo non da Juve" Branca: "Grazie, lo lasci a noi" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Juventus/12-11-2012/conte-la-juve-me-emozione-pogba-puo-diventare-campione-913193758889.shtml, Gazzetta.it, 12 novembre 2012.

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“La religione purga, illumina e perfeziona tutto l'huomo interno et esterno.”

Maria Maddalena de' Pazzi (1566–1607) monaca e mistica italiana

Detti e sentenze memorabili, Detti e sentenze utili per quelli che entrano in religione

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“La possibilità che esistano uomini capaci di “muovere” il mercato è largamente riconosciuta nel dibattito accademico. Tuttavia occorre un chiarimento: ammettere che possano esistere trame e accordi in grado di condizionare i movimenti dei mercati finanziari e gli stessi destini dell’euro non fornisce alcun supporto all’idea che vi sia una sorta di “piano segreto” all’origine della crisi. Questa precisazione è doverosa, considerato il successo di cui oggigiorno gode quella strana miscela di ipotesi fantasiose e di populismo ingenuo che va sotto il nome di “cospirazionismo”. L’errore fondamentale dei cospirazionisti verte sul fatto che essi concepiscono la Storia come una pianificata sequenza di complotti orditi da singoli o da gruppi, con tanto di nomi e cognomi, provenienze, affinità elettive e talvolta persino etnie e preferenze sessuali. Per questi pedestri interpreti del nostro tempo, il corso degli eventi seguirebbe un unico filo rosso che va dal Protocollo dei Savi di Sion alla Trilaterale, naturalmente passando per l’immancabile gruppo Bilderberg. Al di là delle invenzioni, delle imprecisioni e del razzismo strisciante che spesso caratterizza tali chiavi di lettura, il loro limite di fondo è che esse sono assolutamente banali. La meccanica del potere, infatti, è in ultima istanza sempre riconducibile a trame, accordi, coalizioni e a “movimenti di truppe”. Tuttavia, occorre comprendere che le azioni individuali o di gruppo che possono dirsi vincenti, che cioè realmente incidono sul processo storico, sono soltanto quelle che si muovono lungo il solco tracciato da forze gigantesche di tipo impersonale. La lezione di Althusser è in tal senso più che mai attuale: il movimento della storia dovrebbe in generale esser considerato “un processo senza soggetto”, che sceglie i suoi protagonisti solo tra coloro che riescono ad assecondarne il corso e magari ad intercettare i suoi snodi, le sue congiunture, le sue contraddizioni interne, prima e meglio di altri. La speculazione può fungere in tal senso da amplificatore dell’instabilità, da potente acceleratore della crisi, ma per avere successo deve sempre muoversi in simbiosi con le forze del processo storico. Attribuire dunque ai commensali di Manhattan il ruolo di “grandi orologiai” è al tempo stesso scontato e fuorviante, e non ci fa compiere un passo verso la comprensione delle determinanti della crisi europea. Piuttosto, occorre capire quali siano le soverchianti forze impersonali che possono rendere vincente la scommessa degli speculatori contro l’euro. A tale scopo, bisognerà comprendere perché, date le sue caratteristiche originarie, l’Unione monetaria europea è sempre stata esposta al rischio che forze centrifughe potentissime la facessero a un certo punto esplodere.”

Emiliano Brancaccio (1971) economista italiano

dal capitolo Banalità del cospirazionismo

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“Un pianoforte può essere visto, la voce no: può essere ascoltata, ed è questo il suo mistero. È lo strumento più affascinante che esista, perché noi siamo lo strumento e noi lo maneggiamo per mezzo di sensazioni interne.”

Alfredo Kraus (1927–1999) tenore spagnolo

citato in Enrico Stinchelli, Le stelle della lirica, i grandi cantanti della storia dell'opera, p. 213, Gremese Editore, 1990

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“Comprendiamo bene come Wikipedia rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti Wikipedia è come un organismo vivente: cresce (al ritmo dei 7% ogni mese), si «ammala», è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue. Ma soprattutto Wikipedia nasconde un'altra utopia, a suo modo, ambigua: la democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di «torre di Babele», che ha il suo tallone di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma anche nel relativismo. […] Le sue «utopie» nascono, radicalizzandole, dalle esigenze profonde della conoscenza umana, che i wíki, in generale, aiutano a trasformare in progetti concreti: il conoscere inteso come un processo dinamico, aperto a tutti, e frutto non solo di un impegno individuale, ma anche di una profonda collaborazione e di un intenso confronto tra menti disposte a condividere abilità e intelligenza. Questa potenzialità deve però confrontarsi con limiti strutturali invalicabili che si possono riassumere nella mancanza di certa autorevolezza e di un'esposizione continua al vandalismo, che rischia di vanificare gli sforzi positivi.”

Antonio Spadaro (1966) gesuita, scrittore e teologo italiano

da Wiki, utopie e limiti di una forma di «intelligenza collettiva», in La Civiltà cattolica, anno 2005 n. III

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“L'uomo trascende le altre creature perché è dotato di un'anima spirituale all'interno di sé, e dell'abilità di osservare i principi delle cose all'esterno.”

Matteo Ricci (1552–1610) gesuita, matematico e cartografo italiano

Il vero significato del "Signore del Cielo"

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