Frasi su lotta
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“[Su Arthur Rimbaud] Un temperamento metafisico – fra i pù eccessivi – in carne di poeta, e la lotta di questo temperamento, che come tale non si conosce, per trovare nel sistema chiuso del fatto d'arte uno sfogo che finisce con lo spezzare con la sua fronte.”

Benjamin Fondane (1898–1944) filosofo e scrittore rumeno

da Rimbaud le Voyou, Denoëlet Steele, 1933; citato in Henri Daniel-Rops, Rimbaud, traduzione di G.L. Pizzolari, Morcelliana, Brescia, 1947, p. 57

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“Dopo oltre ventanni di lotta interiore, [Isaac Jennings] vide "la luce del giorno" e si lanciò anima e corpo in una crociata incandescente per la riforma della salute, attaccondo con veemenza i "dottori" e i medicamenti a base di farmaci, provocando di conseguenza la reazione rabbiosa dei medici, a cui rispondeva rendendo pan per focaccia.”

Herbert Shelton (1895–1985) saggista, attivista e pacifista statunitense

Origine: [Herbert, M. Shelton, Herbert Shelton, http://books.google.it/books?id=tKgeGRoVO58C&pg=PA5&lpg=PA5&dq=%22Isaac+Jennings%22&source=bl&ots=FblGc0Vj8A&sig=JVLGnLhES45wCnRnpBa2GD3thEc&hl=it&ei=pY5uTaieGsXoOYWk-YAD&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CFcQ6AEwBjgU#v=onepage&q=%22Isaac%20Jennings%22&f=false, History of Natural Hygiene and Principles of Natural Hygiene, 5-8, 02-03-2011, en]

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“Il problema della classe dominante è quello di subordinare la scuola alle esigenze del sistema produttivo. Di conseguenza, la scuola diventa un fondamentale strumento di integrazione preposto all'asservimento dell'intero mondo del lavoro e delle professioni. L'ingegnere, il medico, il filologo, tutti i vari tecnici e professionisti escono dalle scuole provvisti di una preparazione strettamente specialistica, ma incapaci di coscienza critica", sicché "la scuola perpetua e approva delle differenze sociali che non hanno affatto corrispondenza nella realtà produttiva. La vita universitaria è vissuta come corsa all'acquisizione di un privilegio da conseguire attraverso la memorizzazione acritica di nozioni che verranno presto dimenticate". In perfetta coerenza con questo suo uso capitalistico, la scuola diventa "strumento di selezione" e "strumento di subordinazione". In essa a tutti i livelli, "la didattica autoritaria sopprime le esigenze culturali e le istanze politiche, nega la loro autonomia e vi sostituisce la loro subordinazione e l'accettazione delle imposizioni dell'autorità e il conformismo dell'ordine costituito". Da queste premesse, l'indicazione strategica: "La prospettiva di movimento della lotta studentesca è quella del diritto allo studio espressa dalla contestazione globale all'assetto del sistema"”

Giuseppe Carlo Marino (1939) storico e accademico italiano

Origine: Biografia del sessantotto, p. 293-94

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“Credo che sia una follia consumare i propri giorni ad accumulare ciò di cui non si potrà godere. Sollevate il velo e vi vedrete sotto l'egoismo che trova nella proprietà un mezzo per estendere e prolungare in qualche modo il personalismo. Io sento anche che quest'umile condizione in cui mi trovo, mi dà la capacità di meglio servire i miei simili. Se deve essere la lotta tra quelli che nulla hanno e quelli che troppo hanno, il nostro dovere di cristiani, è di interporci tra questi nemici irriconciliabili. Che l'uguaglianza si restauri! Che la carità faccia da sola ciò che la giustizia non riesce a fare! Io so che Dio e la Chiesa non hanno bisogno né di poeti né di dottori; ma quelli che ne hanno bisogno, sono i deboli credenti scandalizzati dalle defezioni. Sì, noi siamo degli inutili servitori; ma noi rimaniamo dei servitori, e il salario non ci verrà dato che a condizione del lavoro che faremo nella "vigne del Signore" nella parte che ci verrà assegnata. Sì, la vita è spregevole. Ma se noi vediamo l'uso che se ne possiamo fare, se noi la consideriamo come l'opera più perfetta. Del Creatore, la vita allora è degna di rispetto ed amore. Preghiamo l'uno per l'altro. Diffidiamo delle nostre noie, delle nostre tristezze e delle nostre diffidenze. Andiamo semplicemente dove la Provvidenza misericordiosa ci conduce. Superiamo spesso le distanze col pensiero, scriviamoci, consigliamoci, sosteniamoci.”

Frédéric Ozanam (1813–1853) storico e giornalista francese

A Francoise Lallier, 5 novembre 1836, p. 84
Lettere

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“La bontà è la miglior forma di lotta!”
Humanitatis optima est certatio.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

La cosa più bella e gareggiare in umanità.
Sententiae

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“Qualsiasi opera l'uomo intraprenda, se persevera in essa, possederà la quiete. La preghiera invece richiede lotta fino all'ultimo respiro.”

André Louf (1929–2010) monaco cattolico belga, eremita, scrittore di libri di spiritualità

Lo Spirito prega in noi

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“Agonia è l'altro volto dell'esperienza dell'alterità: se l'Altro è altro il rapporto all'altro è lotta.”

Bruno Forte (1949) arcivescovo cattolico e teologo italiano

La pietas del pensiero

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“[Riguardo alla lotta partigiana a Firenze] Non avevamo coraggio. La verità è che eravamo incoscienti.”

Vittore Branca (1913–2004) filologo e critico letterario italiano

http://www.rodoni.ch/malipiero/branca/branca.htm

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“Cosa è questo primo lavoro? Una commedia, il Candelaio. Bruno vi sfoga le sue qualità poetiche e letterarie. La scena è in Napoli, la materia è il mondo plebeo e volgare, il concetto è l'eterna lotta degli sciocchi e de' furbi, lo spirito è il più profondo disprezzo e fastidio della società, la forma è cinica. È il fondo della commedia italiana dal Boccaccio all'Aretino, salvo che gli altri vi si spassano, massime l'Aretino, ed egli se ne stacca e rimane al di sopra. Chiamasi accademico di nulla accademia, detto il Fastidito. Nel tempo classico delle accademie il suo titolo di gloria è di non essere accademico. Quel fastidito ti dà la chiave del suo spirito. La società non gl'ispira più collera; ne ha fastidio, si sente fuori e sopra di essa. […] Ci è un libro pubblicato a Parigi nel 1582, col titolo: De umbris idearum, e lo raccomando a' filosofi, perché ivi è il primo germe di quel mondo nuovo, che fermentava nel suo cervello. Ivi tra quelle bizzarrie mnemoniche è sviluppato questo concetto capitalissimo, che le serie del mondo intellettuale corrispondono alle serie del mondo naturale, perché uno è il principio dello spirito e della natura, uno è il pensiero e l'essere. Perciò pensare è figurare al di dentro quello che la natura rappresenta al di fuori, copiare in sé la scrittura della natura. Pensare è vedere, ed il suo organo è l'occhio interiore, negato agl'inetti. Ond'è che la logica non è un argomentare, ma un contemplare, una intuizione intellettuale non delle idee, che sono in Dio, sostanza fuori della cognizione, ma delle ombre o riflessi delle idee ne' sensi e nella ragione.”

cap. XVIII
Storia della letteratura italiana

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“Signor Presidente, onorevoli deputati, desidero premettere che la lotta alla criminalità organizzata rappresenta un obiettivo primario e strategico dell'azione di Governo, perseguito con fermezza e determinazione sull'intero territorio nazionale.”

Anna Maria Cancellieri (1943) prefetto e funzionaria italiana

Citazioni di Annamaria Cancelleri
Origine: Citato in Resoconto stenografico dell'Assemblea – Camera dei Deputati – XVI Legislatura – Seduta n. 675 di mercoledì 1° agosto 2012 http://documenti.camera.it/leg16/resoconti/assemblea/html/sed0675/stenografico.pdf – Interrogazioni a risposta immediata (Misure di contrasto alla 'ndrangheta e iniziative di competenza per porre fine a fenomeni di connivenza tra politica e 'ndrangheta – n. 3-02429). Roma, Camera dei Deputati, 1° agosto 2012.

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“Quarant'anni fa, mentre attraversavo una grave crisi di scetticismo e dubbio, incappai nel libro di Tolstoj Il regno di Dio è dentro di noi, e ne fui profondamente colpito. A quel tempo credevo nella violenza. La lettura del libro mi guarì dallo scetticismo e fece di me un fermo credente nell'ahimsa. Quello che più mi ha attratto nella vita di Tolstoj è il fatto che egli ha praticato quello che predicava e non ha considerato nessun prezzo troppo alto per la ricerca della verità.
Fu l'uomo più veritiero della sua epoca. La sua vita fu una lotta costante, una serie ininterrotta di sforzi per cercare la verità e metterla in pratica quando l'aveva trovata. Non cercò mai di nascondere o attenuare la verità, ma la presentò al mondo nella sua integrità, senza equivoci o compromessi, senza lasciarsi mai scoraggiare dal timore di qualche potenza terrena.
Fu il più grande apostolo della non-violenza che l'epoca attuale abbia dato. Nessuno in Occidente, prima o dopo di lui, ha parlato e scritto della non-violenza così ampiamente e insistentemente, e con tanta penetrazione e intuito. Andrei ancora oltre e direi che l'eccezionale sviluppo che egli diede a questa dottrina sconfessa l'attuale interpretazione ristretta e mutilata datane dai seguaci dell'ahimsa in questo nostro Paese. […]
La vera ahimsa dovrebbe significare libertà assoluta dalla cattiva volontà, dall'ira, dall'odio, e un sovrabbondante amore per tutto. La vita di Tolstoj, con il suo amore grande come l'oceano, dovrebbe servire da faro e da inesauribile fonte di ispirazione, per inculcare in noi questo vero e più alto tipo di ahimsa.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano
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“Di te in te stessa | l'attività assoluta | era una lotta contro la natura | che è dimessa al vento | succube alla furia.”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

da La bellezza riunita

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“[…] l'idea fondamentale di Dante non è la rivendicazione del potere laicale. L'idea è che la lotta contro la cupiditas implica la dualità dei rimedi.”

Augusto Del Noce (1910–1989) politologo, filosofo e politico italiano

da Augusto Del Noce, Quaderno di appunti di lavoro, Fondazione Augusto Del Noce

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“Decise di morire dopo otto anni di durissima lotta, in piena consapevolezza.”

Michele Ciliberto (1945) docente italiano

Origine: Introduzione a Bruno, p. 134

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“La soluzione del caso in esame, quando sia riferita alla specificità del caso concreto, ha un percorso obbligato: deve puntare su un uomo del pool antimafia, deve puntare sulla struttura che a questo pool fa capo. Il pool di magistrati dell'ufficio istruzione di Palermo ha saputo attrezzarsi (prima di tutto culturalmente) realizzando così una struttura nuova affiatata, che ha diffuso professionalità. Non bisogna infatti dimenticare che si è trattato di una struttura aperta, nel senso che ha formato professionalmente magistrati che, prima di entrare a far parte del pool, di questi problemi non si erano mai occupati e che viceversa, grazie al pool, hanno conseguito livelli di capacità decisamente di grande rilievo. Alla fine, operando in questo modo, il pool di giudici istruttori del tribunale di Palermo ha ottenuto risultati di grande rilievo, basati sulla individuazione dei caratteri della nuova mafia. I primi risultati, dopo anni, decenni e decenni di sostanziale impunità.
In alcuni interventi si è parlato di premio, in particolare di premio al protagonismo, come di un criterio da non seguire, e la storia del protagonismo e un po' come la storia di quando le donne portavano il velo. A quel tempo le donne erano tutte belle, ma quando il velo cadde si cominciarono a constatare delle differenze. Un po' la stessa cosa è successa per la magistratura. Quando i giudici non davano «fastidio», quando non erano scomodi, erano tutti bravi e belli. Ma quando hanno cominciato ad assumere un ruolo preciso, a dare segni di vitalità, a pretendere di esercitare il controllo di legalità anche verso obiettivi prima impensati, ecco che è cominciata l'accusa di protagonismo.
Mentre quei giudici che si tirano indietro (ed è successo sia a Torino in occasione del processo d'Assise ai capi storici delle BR, sia a Palermo, in occasione dei processo d'Assise alla mafia da poco concluso) non rischiano proprio nulla e nessuno si leva a protestare o levar critiche nei loro confronti. In altri interventi si è parlato di premio nel senso di carriera che correrebbe lungo corsie «privilegiate» per quei giudici che abbiano fatto determinate esperienze professionali.
Ma è inconcepibile, perfino un po' scandaloso, che si parli di privilegio con riferimento ai giudici di Palermo che vivono nelle condizioni a tutti note; che semmai rappresentano una pesante penalizzazione.
Nel caso della lotta alla mafia, questi interessi sono gli interessi della democrazia, ciò che rende questa seconda visione (non settoriale) del tutto giustificata. Per questi motivi esprimo avviso contrario alla proposta della commissione.”

Gian Carlo Caselli (1939) magistrato italiano

Origine: Trascrizione del discorso tenuto al plenum del CSM il 19 gennaio 1988 in cui espresse voto contrario ad Antonino Meli come consigliere istruttore che poco dopo sciolse il pool di Palermo, da www.cuntrastamu.org http://www.cuntrastamu.org/mafia/speciali/falcone/csm1_2.htm

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“La "lotta alla mafia”

Gian Carlo Caselli (1939) magistrato italiano

tutti lo sanno, o dovrebbero saperlo) non si può fare solo a livello di repressione di polizia e giudiziaria. Incentrare la strategia di contrasto della criminalità mafiosa esclusivamente sul terreno tecnico investigativo, e non anche su quello politico culturale, è alla lunga inesorabilmente perdente. L'azione delle forze di polizia e dei magistrati, per quanto condotta con metodo, impegno e professionalità, riesce a incidere in profondità solo se integrata con "un risveglio" del contesto sociale. Tenere alta la guardia, creare una mobilitazione di opinione pubblica, sensibilizzare le coscienze, isolare la cultura mafiosa sono complementi assolutamente ineludibili dell'azione investigativa. (ibidem)

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“Hitler si è forgiato insieme alla sua opera. Ha imparato per gradi, una tappa dopo l'altra, durante la lotta…”

Lev Trotsky (1879–1940) politico e rivoluzionario russo

Origine: Da un reportage di Georges Simenon, 1933; citato in Simenon: «Scusi Trotskij, permette tre domande?» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2003/novembre/28/Simenon_Scusi_Trotskij_permette_tre_co_0_031128057.shtml, Corriere della Sera, 28 novembre 2003.

“Fu una epica lotta in cui rifulsero le più belle qualità del soldato italiano, fatte di resistenza e di virile coraggio…”

Mario Giannone (1910–1989) presbitero, scrittore e militare italiano

Origine: La tentazione di un prete, p. 14

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“Mughini Giampiero. Oltre dalla polizia è tenuto sotto sorveglianza anche dagli antropologi. È infatti passato da Lotta Continua ad Area Bianconera.”

Enzo Costa (1964–2014) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 29, ISBN 88-8598-826-2.