Frasi su ombra
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“In un certo senso la vittoria in Heineken Cup significa per me più della vittoria in Coppa del Mondo [del 2003, ndr] … Temevo di avere raggiunto il mio massimo a 24 anni e che dopo di allora non avrei potuto fare di meglio, mi dicevo che quella non poteva essere la mia ultima grande vittoria, non volevo giocare con l'ombra di quel successo sopra di me.”

Jonny Wilkinson (1979) rugbista a 15 inglese

parlando della vittoria nella Heineken Cup 2012-13
Origine: «Toulon’s Jonny Wilkinson claims top award», Sky Sports, 19 maggio 2013 http://www1.skysports.com/rugby-union/news/16611/8722624/Toulon-s-Jonny-Wilkinson-claims-top-award

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“Il futuro è sempre davanti a noi, invisibile. Getta la sua ombra ai nostri piedi, inavvertita.”

Piero Scanziani (1908–2003) scrittore svizzero

Origine: Entronauti, p. 30

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“Nel mondo silenzioso, nell'ombra, c'è sempre gente che sogna di cambiare la configurazione.”

Ben Okri (1959) scrittore nigeriano

La tigre nella bocca del diamante

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“Il sonno del paradiso
Quella sera sorse la luna e saettò con le sue frecce d'argento la casa sotto l'albero del pane. La casa era vuota. Poi la luna, via via salendo, rischiarò tutto il mare e la scogliera. Penetrò la laguna fino ai più profondi e oscuri recessi. Illuminò le forme dei coralli e i fondi sabbiosi stampandovi sopra l'ombra dei pesci imbiancati anch'essi dal chiarore. L'equoreo signore della laguna emerse a salutarla, e il moto delle sue pinne ne ruppe i riflessi argentei sullo specchio dell'acqua, in mille lucenti increspature. Essa guardò le bianche ossa dello scheletro sulla scogliera. Poi, sbirciando attraverso gli alberi, s'insinuò giù nella valle, dove il grande idolo di pietra era rimasto a vigilare per cinquemila anni o forse più. Ai suoi piedi, nella sua ombra, quasi affidati alla sua protezione, nudi e avvinti, giacevano nel sonno profondo due esseri felici.
La lunga veglia dell'idolo, pur nella solitudine, non sarebbe stata triste, se allietata di quando in quando, a distanza di anni, da episodi come questo. Era avvenuto come tra le creature dell'aria. Un rito naturale, innocente, senz'ombra di colpa. Eran state nozze secondo Natura, senza pompa mondana, consumate con cinismo inconsapevole, all'ombra di una religione morta da migliaia d'anni.
Così felici si sentivano essi nella loro ignara maraviglia, che sapevano solo come la vita fosse d'improvviso mutata, il cielo e il mare fatti più azzurri, e se stessi divenuti magicamente l'uno parte dell'altra. E anche gli uccelli dell'albero proteso sopra l'umile tetto erano ugualmente beati nella loro ingenua ebbrezza d'amare.”

cap. IX, pp. 224-225
La laguna azzurra

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“Se resti nell'ombra rispetta la luce anche se è nascosta.”

Cristina Donà (1967) cantautrice italiana

da Migrazioni, n. 5
La quinta stagione

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“Il mondo che vediamo, disse Socrate,
È solo un'ombra, ingannevole illusione.
Il giovane Leibniz disse che siamo monadi;
Ma non gli funzionavano le gonadi.”

Philip José Farmer (1918–2009) scrittore e autore di fantascienza statunitense

Origine: Venere sulla conchiglia, p. 116

“Nessuno va oltre la sua ombra.”

Eugenio Mazzarella (1951) filosofo e politico italiano

da Il singolare tenace

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“Ma rimaneva ancora almeno l'ombra d'una libertà che stava per morire.”

Publio Cornelio Tacito (54–120) storico, oratore e senatore romano

p. 59; 1974

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“[Su Scientology] C'è qualcosa che fa rabbrividire, forse persino di malefico, in questa gente.”

Rupert Murdoch (1931) editore, imprenditore e produttore televisivo australiano naturalizzato statunitense

da Twitter, 1º luglio 2012 http://twitter.com/rupertmurdoch/status/219444368178806784; citato in Danilo Taino, L'ombra di Scientology su Katie Holmes e Suri http://www.corriere.it/spettacoli/12_luglio_03/holmes-cruise-murdoch-scientology_2fb2c596-c523-11e1-a141-5df29481da70.shtml, Corriere della sera.it, 3 luglio 2012

“Un'ombra di | smarrimento e di resa velava | i tuoi occhi mentre | mi cavalcavi selvaggia | e maliziosa, | ma solo in apparenza | vittoriosa.”

Luca Canali (1925–2014) latinista e scrittore italiano

da Domitilla, in Discepole in sogno
Deliri – Discepole in sogno

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“Ha in suo potere luce e ombra: ma la sua luce non offende mai, e la sua tenebra lascia vedere ancora chiari i contorni.”

Ferruccio Busoni (1866–1924) pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano

Scritti e pensieri sulla musica

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“Una delle prime e più nobili funzioni delle cose poco serie è quella di gettare un'ombra di diffidenza sulle cose troppo serie.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

Diario Minimo

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“Il nobile cavallo coll'ombra della verga si regge; e il malvagio appena si conduce cogli sproni.”

Bartolomeo da San Concordio (1262–1347) scrittore e aforista italiano

CLXIII
Giunta agli Ammaestramenti degli Antichi
Origine: Citato in Harbottle, p. 318.

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“Brucia lento il fuoco dentro me.”

Enrico Ruggeri (1957) cantautore, scrittore e conduttore televisivo italiano

da Ombra e luce
Fango e stelle

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“Zeman è una persona molto intelligente ma è anche un grandissimo paraculo, combatte le battaglie che gli convengono e le altre se le dimentica. Io, tra l'altro, non l'ho mai perdonato quando ha gettato un'ombra sulla carriera mia e di Del Piero e non mi ha ancora chiesto scusa.”

Gianluca Vialli (1964) allenatore di calcio, ex calciatore e commentatore televisivo italiano

Origine: Citato in Vialli: «Zeman è un parac... Juve, un grande mercato» http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2012/09/10-211781/Vialli%3A+%C2%ABZeman+%C3%A8+un+parac...+Juve%2C+un+grande+mercato%C2%BB, Tuttosport.com, 10 settembre 2012.

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“C'è gente convinta che un romanzo debba spiegare tutto. Che il romanzo debba essere il riparatore della vita e delle sue incoerenze. Ma la vita è mai stata coerente? E perciò pensa che lo scrittore occupi questa posizione centrale nello spazio e nel tempo per dare un inizio e un finale alle storie (ma lei conosce qualche storia che abbia un finale, una cosa che si dovrebbe chiamare finale, finale-finale?), collegare riempire vuoti e dissipare zone d'ombra; spiegare i comportamenti dei personaggi.
C'è chi crede che il romanzo abbia una funzione divulgativa e una vocazione pedagogica. Niente di più lontano dalla verità. Il romanzo non è fatto per mettere ordine nel caos. Il romanzo non è fatto per mettere ordine in un beneamato cazzo. Il romanzo non è nato per dare soddisfazione agli amanti dell'ordine. È fatto per divertirsi con le vertigini, per creare casino, per goderne, per rimestarlo.
Non si tratta di rispondere a domande ma di farne altre, sempre nuove, sempre più inquietanti.
Il romanzo, come la realtà reale, come le storie che conosciamo tutti e che ci capitano sempre, è pieno di parentesi, buchi, ellissi che ballano saltellando da una parte e dall'altra senza desiderare concretizzarsi, senza voglia di spiegarsi.
Credo di essere ben lontano dall'illusione che quando la vita diventa profondamente incoerente arrivi il romanzo a metterci una pezza.
D'altra parte non dobbiamo lamentarci troppo. Il romanzo è certamente il guercio in questo luminoso deserto messicano in cui abbondano i ciechi.”

Paco Ignacio Taibo II (1949) scrittore spagnolo

parte XIII, cap. II
Ritornano le ombre

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“Hai presente il tempo che ci trasforma? | Adesso che sei grande come da piccolo era la tua ombra.”

Nesli (1980) rapper, beatmaker e cantautore italiano

da Il tempo, n. 8
L'amore è qui

“C'è un micio
d'agosto
che dorme
di gusto
su un cencio
all'ombra
di un busto
del Pincio.”

Toti Scialoja (1914–1998) pittore e poeta italiano

Una vespa! Che spavento

“Due oche di Ostenda
in guanti e mutande
pedalano in tandem
all'ombra dei dolmen
e in meno di un amen
imboccano un tunnel.”

Toti Scialoja (1914–1998) pittore e poeta italiano

Una vespa! Che spavento

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“Se Voi, probabilmente avete letto le opere di Giordano Bruno, ebbene ne La cena delle ceneri, fa uno strano ragionamento. Dice: supponiamo di avere una palla, come la terra. La terra viene illuminata dal sole, ma soltanto una parte della terra viene illuminata dal sole. Man mano che ci si allontana, il sole è più lontano dalla terra, una parte sempre maggiore della sfera viene illuminata. Ora, domanda: quant'è la parte della sfera che al massimo può venire illuminata? Se il sole fosse all'infinito, allora illuminerebbe esattamente metà della sfera. Ora Giordano Bruno si chiede: ma poverina l'altra metà della sfera che cosa fa? Rimane in ombra? Allora l'idea di Giordano Bruno è: quando arriviamo all'infinito, facciamo un passo in più, incominciamo ad andare oltre questo primo infinito e il sole comincerà a illuminare la parte di dietro della sfera. Quando s'arriva all'infinito per la seconda volta tutta la sfera è illuminata. Non c'è bisogno di dire che questa è, ovviamente, è un'idea semplicemente metaforica, non ha nessun senso. Però è la prima volta nella storia in cui qualcuno pensa che ci sia effettivamente la possibilità di avere due o più infiniti. I matematici oggi sono arrivati ad averne addirittura infiniti.”

Piergiorgio Odifreddi (1950) matematico, logico e saggista italiano

dalla trasmissione RAI Il Grillo, 2 aprile 2001; citato in Storia dell'infinito http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=795#bruno, emsf.rai.it

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“[Michelangelo Merisi da Caravaggio] Dalle esperienze luministiche dei suoi precursori, fra cui erano anche quel Lotto che il Lomazzo […] chiama "maestro del dare il lume" e quel Savoldo in cui il Pino esalta "le ingegnose descrittioni dell'oscurità", il Caravaggio scopre "la forma delle ombre": uno stile dove il lume, non più asservito, finalmente, alla definizione plastica dei corpi su cui incide, è anzi arbitro coll'ombra seguace della loro esistenza stessa. Il principio era per la prima volta immateriale; non di corpo ma di sostanza; esterno ed ambiente all'uomo, non schiavo dell'uomo […] Che cosa importasse questo nuovo stile nei confronti col Rinascimento ch'era invece partito dall'uomo, e vi aveva sopra edificato una superba mole antropocentrica, cui anche la luce era anodina servente, è facile intendere. All'artificio, al simbolo drammatico dello stile attendeva ora il lume medesimo, non l'idea che l'uomo poteva aver formato di se stesso. Ma quando in un battito del lume una cosa assommasse, e poiché non era più luogo a preordinarla nella forma, nel disegno, nel costume, e neppure nella rarità del colore, essa non poteva sortire che terribilmente naturale. Il dirompersi delle tenebre rilevava l'accaduto e nient'altro che l'accaduto; donde la sua inesorabile naturalezza e la sua inevitabile varietà, la sua incapacità di "scelta". Uomini, oggetti, paesi, ogni cosa sullo stesso piano di costume, non in una scala gerarchica di degnità…”

Roberto Longhi (1890–1970) storico dell'arte italiano

da Quesiti caravaggeschi, "Pinacotheca", 1928-1929; citato in Caravaggio, pp. 186-187

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“La tua identità è come la tua ombra: non sempre visibile, eppure sempre presente.”

Fausto Cercignani (1941) filologo, critico letterario e poeta italiano

p. 42

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“Ombra io sono, lontana dai villaggi scuri. | Silenzio di Dio | bevvi alla fonte del bosco. || Freddo metallo mi affiora sulla fronte, | ragni cercano il mio cuore. | C'è una luce e si spegne alla mia bocca.”

Georg Trakl (1887–1914) poeta austriaco

da De profundis
Origine: In Opere poetiche, introduzione, testo e versione a cura di Ida Porena, Edizioni dell'Ateneo, Roma, 1963, p. 99.

“Faticar ramigando non è grave se per compenso si può riposare sul trave presso la porta di casa, all'ombra della cimasa dorata di tramonto.”

Salvator Gotta (1887–1980) scrittore italiano

Origine: La più bella novella del mondo, p. 9

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“[Riguardo a Calciopoli] Al di là del fatto che siano state violate o meno leggi, che è cosa che accerterà la magistratura, non c'è dubbio però che il calcio italiano è stato offuscato da una grande ombra determinata da comportamenti che, quanto meno sul piano etico e deontologico, sono scorretti.”

Piero Fassino (1949) politico italiano

Origine: Citato in Beckenbauer: "Gli azzurri pagheranno ai Mondiali". Presidenti e tecnici dai pm http://www.repubblica.it/2006/05/dirette/sezioni/calcio/scandalocalcio/sabato20maggio/, Repubblica.it, 20 maggio 2006.

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“Per troppo tempo ti sei nascosto da me.»
Rand si girò di scatto, ansimando. L'attimo prima era da solo, ma ora, fermo davanti alla porta-finestra, c'era Ba'alzamon. Quando parlò, caverne di fiamma presero il posto degli occhi e della bocca.
«Per troppo tempo, ma ormai non più.»
«Nego che tu abbia potere su di me» disse Rand, rauco. «Nego la tua esistenza.»
Ba'alzamon si mise a ridere. «Credi che sia così facile? Ma a dire il vero l'hai sempre creduto. Ogni volta che ci siamo confrontati, hai creduto di potermi sfidare.»
«Cosa vuol dire, ogni volta? Ti nego!»
«Lo dici sempre. All'inizio. Questo scontro fra noi si è già verificato innumerevoli volte. Ogni volta hai un viso diverso e un altro nome, ma sei sempre tu.»
«Ti nego!» Fu un bisbiglio di disperazione.
«Ogni volta scagli contro di me la tua misera forza e ogni volta, alla fine, capisci chi è il padrone. Epoca dopo Epoca, t'inginocchi davanti a me, o muori col rimpianto di non avere ancora la forza d'inginocchiarti. Povero sciocco, non puoi mai vincere, contro di me.»
«Bugiardo! Padre delle Menzogne. Padre degli Sciocchi, se non sai fare di meglio. Gli uomini ti trovarono, nell'ultima Epoca, l'Epoca Leggendaria, e ti legarono nel luogo cui appartieni.»
Ba'alzamon rise di nuovo, di scherno; Rand avrebbe voluto tapparsi le orecchie per non udirlo, ma si costrinse a non muovere le mani. Però gli tremavano, quando infine la risata terminò.
«Verme, tu non sai niente. Ignorante come uno scarafaggio sotto una pietra, schiacciato con altrettanta facilità. Questa lotta prosegue dal momento della creazione. Gli uomini pensano sempre che sia una guerra nuova, ma è sempre la stessa, riscoperta. Solo ora il mutamento soffia nel vento del tempo. Stavolta non ci sarà ritorno. Quelle orgogliose Aes Sedai che pensano di potersi opporre a me… le vestirò di catene e le manderò a correre nude per ubbidire al mio volere, o riempirò delle loro anime il Pozzo del Destino, dove urleranno per l'eternità. Tutte, tranne coloro che già mi servono. Loro staranno solo un gradino al di sotto di me. Puoi scegliere di stare con loro, mentre il mondo striscia ai tuoi piedi. Per l'ultima volta, ti offro la possibilità. Sarai al di sopra di loro, al di sopra d'ogni potere e d'ogni dominazione, a parte me. Ci sono state delle volte in cui hai fatto questa scelta e sei vissuto abbastanza a lungo da conoscere il tuo potere.»
Negalo! Rand si afferrò a quel che poteva negare. «Non ci sono Aes Sedai al tuo servizio. Un'altra menzogna!»
«Così t'hanno detto? Duemila anni fa, con i miei Trolloc, girai il mondo e persino fra le Aes Sedai trovai anime che conoscevano la disperazione, che sapevano che il mondo non poteva opporsi a Shai'tan. Per duemila anni l'Ajah Nera è vissuta fra le altre, invisibile, nell'ombra. Forse comprende perfino coloro che sostengono d'aiutarti.”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Rand al'Thor e Ba'alzamon, capitolo 43
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

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“Ma chi è che semina le guerre? Se tra uno o tra dieci anni una nuova guerra mondiale scoppierà, dove troveremo il responsabile? Nell'ultima guerra la identificazione parve facile: bastò il gesto di due folli che avevano in mano le leve dell'ordigno infernale, per decretare il sacrificio dei popoli innocenti. Ma oggi quelle dittature sono cadute: oggi le sorti della guerra e della pace sono rimesse al popolo. Questo vuol dire, infatti, democrazia: rendere ogni cittadino, anche il più umile, corresponsabile della guerra e della pace del mondo: toglier di mano queste fatali leve ai dittatori paranoici che mandano gli umili a morire, e lasciare agli umili, a coloro ai quali nelle guerre era riservato finora l'ufficio di morire, la scelta tra la morte e la vita.
Ma ecco, si vede con terrore che, anche cadute le dittature, nuove guerre si preparano, nuove armi si affilano, nuovi schieramenti si formano. Chi è il responsabile di questi preparativi? Si dice che gli uomini, che oggi sono al potere, sono stati scelti dal voto degli elettori: si deve dunque concludere che le anonime folle degli elettori sono anch'esse per le nuove carneficine?
Questa è oggi la terribile verità. La salvezza è solo nelle nostre mani; ma ognuno di noi, se la nuova guerra verrà, sarà colpevole per non averla impedita. […]
Se domani la guerra verrà, ciascuno di noi l'avrà preparata. Non potremo nascondere la nostra innocenza dietro l'ombra dei dittatori: quando c'è la libertà, tutti sono responsabili, nessuno è innocente.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Citazioni tratte da articoli de Il Ponte, Dicembre 1946

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