Frasi su popolo
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“C'è nei canti del popolo siciliano una particolare nota, che li farebbe distinguere fra quelli di mille altri popoli, ed è una nota di signorilità: quasi una sprezzatura per tutto ciò che è volgare e scurrile.”

Gesualdo Manzella Frontini (1885–1965) poeta, giornalista e scrittore italiano

rivista Delta, 1923
Origine: Citato in http://www.goccediperle.it/terra-di-sicilia/canti-popolari-in-sicilia/antichi-canti-siciliani-1-parte/.
Origine: Citato in http://frontini.altervista.org/canti_siciliani.htm.

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“Io sono uno scrittore mistico. Mi servo di tinte cupe e mistiche per rappresentare le innumerevoli mostruosità della nostra vita quotidiana, il veleno di cui è intrisa la mia lingua, la trasfigurazione di alcune terribili caratteristiche del mio popolo.”

Michail Bulgakov (1891–1940) scrittore e drammaturgo russo

Origine: Citato in Il "Maestro" Bulgakov un veggente che raccontò la Russia dello zar Putin http://www.ilgiornale.it/news/cultura/maestro-bulgakov-veggente-che-raccont-russia-dello-zar-putin-966215.html, il Giornale.it, 11 novembre 2013.

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“Parliamo tanto di razzismo in Italia, ma non più solo bianco o nero. Anche zingaro, o serbo, di m… Si parla di razzismo solo con bianchi e neri, se si tocca un popolo intero va tutto bene. Ma questa è l'Italia. Comunque, chi mi ha chiamato zingaro lo aspetto, me lo venga a dire in faccia. Sanno dove vivo, vediamo se hanno le palle.”

Siniša Mihajlović (1969) allenatore di calcio e ex calciatore serbo

Origine: Dall'intervista dopo la partita di Serie A, Juventus-Torino 1-1; citato in Torino, Benatia accusa la Rai: "Dopo il derby insulti razzisti durante l'intervista" http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/05/07/news/torino_benatia_accusa_la_rai_prima_del_derby_insulti_razzisti_-164819230/?ref=RHPPLF-BS-I0-C8-P3-S1.8-T2, Repubblica.it, 7 maggio 2017.

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“Per più di duemila anni, il nostro popolo ha vissuto nella disgrazia e nell'ombra più oscura, senza alcuna luce.
Poi rifulse l'alba. Il giorno più glorioso per tutto il nostro popolo fu il 17 aprile 1975. Perciò, abbiamo fatto del 17 aprile il titolo del nostro inno nazionale.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

For more than 2,000 years, our people lived in disgrace and in the darkest shadows, without any light.
Then the daylight shone. The brightest day of all for our people was April 17, 1975. For this reason, we made April 17 the title of our national anthem.
Variante: Per più di duemila anni, il nostro popolo ha vissuto nella disgrazia e nell'ombra più oscura, senza alcuna luce.Poi rifulse l'alba. Il giorno più glorioso per tutto il nostro popolo fu il 17 aprile 1975. Perciò, abbiamo fatto del 17 aprile il titolo del nostro inno nazionale.

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“Il trattato di Camp David e gli accordi successivi conclusi tra il governo egiziano e l'entità sionista sotto gli auspici dell'imperialismo americano costituiscono un tentativo molto grave di sopprimere il diritto del popolo arabo palestinese di riconquistare la sua patria e paese.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

The Camp David agreement and the ensuing accords that were concluded between the Egyptian Government and the Zionist entity under the auspices of the American imperialism, constitute a very serious attempt to do away with the right of the Palestinian Arab people to regain their homeland and country.
Variante: Il trattato di Camp David e gli accordi successivi conclusi tra il governo egiziano e l'entità sionista sotto gli auspici dell'imperialismo americano costituiscono un tentativo molto grave di porre fine al diritto del popolo arabo palestinese di riconquistare la sua patria e paese.

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“In modo generale le opere dei popoli sedentari possono esser dette opere del tempo: costretti nello spazio in un campo strettamente limitato essi sviluppano la loro attività in una continuità temporale che appare loro indefinita. All'opposto, i popoli nomadi e pastori non edificano nulla di durevole, e non lavorano in vista d'un avvenire che sfugge loro; ma hanno davanti a sé lo spazio, il quale non oppone nessuna limitazione, aprendo loro, al contrario, costantemente nuove possibilità.”

René Guénon (1886–1951) scrittore e esoterista francese

Variante: In modo generale le opere dei popoli sedentari possono esser dette opere del tempo: costretti nello spazio in un campo strettamente limitato essi sviluppano la loro attività in una continuità temporale che appare loro indefinita. All'opposto, i popoli nomadi e pastori non edificano nulla di durevole, e non lavorano in vista d'un avvenire che sfugge loro; ma hanno davanti a sé lo spazio, il quale non oppone nessuna limitazione, aprendo loro, al contrario, costantemente nuove possibilità. (p.144)
Origine: Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, p. 144

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“Mosè ha dato della differenza delle lingue una ragione superlativamente favolosa. Dice che i figli degli uomini, riunitisi, volevano fabbricare una città e, in essa, una gran torre; ma Dio dichiarò: qui bisogna scendere e confondere le loro lingue. - E, perché nessuno creda che io voglia darla ad intendere, leggiamo nel testo stesso di Mosè, quel che segue: «E dissero: "Orsù; fabbrichiamoci una città ed una torre, la cui cupola giunga fino al cielo; e facciamoci un nome prima di essere dispersi su tutta la faccia della terra". E scese il Signore a vedere la città e la torre, che i figli degli uomini edificavano. E disse il Signore: "Ecco, essi sono un medesimo popolo, e una medesima lingua hanno tutti; e questo cominciarono a fare; ed ora non resteranno dal compiere tutto ciò che hanno cominciato. Dunque: discendiamo là, e confondiamo la loro lingua, affinché non capisca l'uno la parola dell'altro". E li disperseil Signore Iddio su tutta la faccia della terra, ed essi cessarono di fabbricare la città e la torre».Poi volete che a questo crediamo; ma voi non credete a ciò che dice Omero degli Aloadi, che tre montagne meditavano di porre l'una sull'altra, «onde fosse ascendibile il cielo». Per me io dico che questo racconto è ugualmente favoloso che quello. Ma voi, che il primo accogliete, per qual ragione, in nome di Dio, respingete la favola di Omero? Poiché questo - credo - uomini ignoranti non lo capiscono: che, se anche tutte le genti che popolano la terra avessero la medesima voce e la medesima lingua, fabbricare una torre che arrivi fino al cielo non potrebbero affatto, quand'anche facessero mattoni di tutta quanta la terra. Mattoni ce ne vorrebbero infiniti di grandezza pari a tutta intera la terra per arrivare al solo cerchio della luna. Ammettiamo pure che tutte le genti si siano riunite parlando una stessa lingua ed abbiano ridotto in mattoni e cavato le pietre di tutta la terra; come potranno arrivare fino al cielo, se anche la loro opera dovesse stendersi più sottile di un filo allungato? In conclusione: voi che stimate vera una favola così evidentemente falsa, e pretendete che Dio abbia avuto paura della unità di voce degli uomini e per questo sia disceso a confonderne le lingue, oserete ancora menare vanto della vostra conoscenza di Dio?”

Flavio Claudio Giuliano (331–363) imperatore romano

Contro i galilei

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“Si potrà osservare che questa è una libertà condizionata, poiché, dicono, le masse sono controllate, il loro gusto è gestito dall'alto e i loro rappresentanti non posseggono alcuna facoltà di discernimento. Ma questo non è quasi mai vero. Anzi, è vero il contrario. Sono gli intellettuali a essere rigorosamente controllati e gestiti da se stessi e dall'immagine che si sono autocostruiti. Sono gli intellettuali, vero popolo bue, a non avere alcuna facoltà di discernimento, ad accettare tutto ciò che viene porto loro con lo sviante timbro di “evento culturale” e a rifiutare platealmente il resto.”

Parte prima: Giovani salmoni del trash. 3. I cinque pilastri del trash, p. 10
Andy Warhol era un coatto
Variante: Si potrà osservare che questa è una libertà condizionata, poiché, dicono, le masse sono controllate, il loro gusto è gestito dall'alto e i loro rappresentanti non posseggono alcuna facoltà di discernimento. Ma questo non è quasi mai vero. Anzi, è vero il contrario. Sono gli intellettuali a essere rigorosamente controllati e gestiti da se stessi e dall'immagine che si sono autocostruiti. Sono gli intellettuali, vero popolo bue, a non avere alcuna facoltà di discernimento, ad accettare tutto ciò che viene porto loro con lo sviante timbro di “evento culturale” e a rifiutare platealmente il resto. (Parte prima: Giovani salmoni del trash. 3. I cinque pilastri del trash, p. 10)

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“Un obiettivo fondamentale dell'Università deve essere la salvaguardia e lo sviluppo della cultura del popolo che essa serve.”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi

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“Nessun popolo può vivere nel passato, ma non può nemmeno vivere senza il suo passato. Se nulla lo collega più alla propria storia, è destinato a sparire.”

Mohammad Reza Pahlavi (1919–1980)

Variante: Nessun popolo può vivere nel passato, ma non può nemmeno vivere senza il suo passato. Se nulla lo collega più alla propria storia, è destinato a sparire. (p. 11)
Origine: Risposta alla storia, p. 11

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“Fratelli! L'Esercito e il popolo si sono fusi in una singola entità. Sono diventati una fonte di forza che rabbrivida gli stranieri. Lo straniero, insieme all'imperialismo, ha perciò cominciato ad adoperare altri mezzi per dividerci e sopraffarci. Ma questi tentativi di dividerci da parte degli imperialisti sono svaniti tempo fa. Adesso l'imperialismo tenta a dividerci insistendo sulla formazione di partiti e gruppi esclusivi. Lo scopo è di farci lottare fra di noi mentre gli stranieri e gli imperialisti stanno a guardare. Ma conficcheremo una pietra nella bocca dell'imperialismo. Sconfiggeremo l'imperialismo e chiuderemo i varchi fra di noi sotto i suoi occhi. I gruppi parocchiali e le affiliazioni partigiane non sono di alcun beneficio al paese ora… lo scopo di ciò è di creare divisioni e di indebolirci, facendoci lottare fra noi stessi. Siamo in un periodo di transizione. Siamo risolti a proteggere le vittorie della nostra Rivoluzione a qualsiasi costo.”

Abd al-Karim Qasim (1914–1963) militare e politico iracheno

Principles of 14th July revolution
Variante: Fratelli! L'Esercito e il popolo si sono fusi in una singola entità. Sono diventati una fonte di forza che fa rabbrividire gli stranieri. Lo straniero, insieme all'imperialismo, ha perciò cominciato ad adoperare altri mezzi per dividerci e sopraffarci. Ma questi tentativi di dividerci da parte degli imperialisti sono svaniti tempo fa. Adesso l'imperialismo tenta a dividerci insistendo sulla formazione di partiti e gruppi esclusivi. Lo scopo è di farci lottare fra di noi mentre gli stranieri e gli imperialisti stanno a guardare. Ma conficcheremo una pietra nella bocca dell'imperialismo. Sconfiggeremo l'imperialismo e chiuderemo i varchi fra di noi sotto i suoi occhi. I gruppi parrocchiali e le affiliazioni partigiane non sono di alcun beneficio al paese ora... lo scopo di ciò è di creare divisioni e di indebolirci, facendoci lottare fra noi stessi. Siamo in un periodo di transizione. Siamo risolti a proteggere le vittorie della nostra Rivoluzione a qualsiasi costo.

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“Conto sui milioni di abitanti del paese, sia sui capi che sul popolo, perché mi aiutino a rifoggiare il destino di questo paese. Siamo pronti a sollevarlo e a farne una nazione che sarà rispettata da ogni paese del mondo.”

Kwame Nkrumah (1909–1972) rivoluzionario e politico ghanese

dal discorso durante la cerimonia d'indipendenza del Ghana, 6 marzo 1957
I am depending upon the millions of the country, and the chiefs and people, to help me to reshape the destiny of this country. We are prepared to pick it up and make it a nation that will be respected by every nation in the world.

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“Il popolo [iracheno] non diede alla Rivoluzione la sua fiducia casualmente, né lo ha dato il suo appoggio assoluto in principio. Invece, osservò la Rivoluzione criticamente, e lo considerò con cautela, fino a che non si accorse gradualmente che sia il popolo che la Rivoluzione costituissero un solo corpo.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

Variante: Il popolo [iracheno] non diede alla Rivoluzione la sua fiducia per caso, né all'inizio diede il suo appoggio assoluto. Invece, osservò la Rivoluzione rigorosamente e criticamente, e lo considerò con cautela, fino a che non si accorse gradualmente che sia il popolo che la Rivoluzione costituissero un solo corpo.

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“Una croce nera sul petto dell'italiano, | senza intaglio, rabesco, splendore, | conservata da una famiglia povera | e portata dall'unico figlio…| Giovane nativo di Napoli! | Cos'hai lasciato sui campi di Russia? | Perché non hai potuto esser felice, | circondato dal celebre golfo? | Io che ti ho ucciso vicino a Mozdòk | sognavo tanto il vulcano lontano! | O, come sognavo nelle distese del Volga | almeno una volta di andare in gondola! | Ma io non son venuto con la pistola | a portarti via l'estate italiana | e le mie pallottole non hanno fischiato | sulla santa terra di Raffaello! | Qui ho sparato! Qui dove sono nato, | dov'ero orgoglioso di me e degli amici, | dove gli epici canti dei nostri popoli | non risuonano mai in traduzioni. | Forse che l'ansa del medio Don | è studiata da uno scienziato straniero? | La nostra terra, la Russia, la Rus, | l'ha seminata una camicia nera? | T'hanno portato qui in una tradotta | per conquistare lontane colonie, | perché la croce del cofanetto familiare | crescesse alle dimensioni d'una croce di tomba… | Non permetterò che la mia patria sia portata | oltre le distese di mari stranieri! | Io sparo. E non c'è giustizia | più giusta della mia pallottola! | Non sei mai stato né vissuto qui!… | Ma è sparso sui campi nevosi | l'azzurro cielo italiano, | sotto il vetro degli occhi morti.”

Michail Arkad´evič Svetlov (1903–1964) poeta russo

L'Italiano
Origine: Traduzione di Vittorio Strada, citato in Salvatore Giujusa, Uomini e tempi, [Corso di Storia per il triennio degli Istituti Tecnici, vol. 3, Dai combattenti delle barricate quarantottesche ai pedoni dello spazio], Morano Editore, Napoli, 1970, pp. 419-420.

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“Non potete dare al popolo il paradiso e poi imprigionarvelo dentro.”

Nikita Sergeevič Chruščëv (1894–1971) politico sovietico

Origine: Kruscev ricorda, p. 542

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“Chi siamo noi, i Gidur-log (il popolo degli sciacalli), per fare gli schizzinosi?”

Tabaqui; 2016, p. 10
Il libro della giungla, I fratelli di Mowgli

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“Dio e il Popolo.”

Giuseppe Mazzini (1805–1872) patriota, politico e filosofo italiano

da La Giovine Italia. Serie di scritti intorno alla condizione politica, morale e letteraria dell'Italia, tendenti alla sua rigenerazione, fascicolo III, Marsiglia, 1932

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“I popoli imparano più da una sconfitta, che non i re dal trionfo.”

Giuseppe Mazzini (1805–1872) patriota, politico e filosofo italiano

da Lettera a Carlo Alberto

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“A parole chiare, risposta chiara.
Non cederemo.
Noi siamo forti e ostinati. Abbiamo per noi l'istinto della gioventù, del popolo d'Italia.”

Giuseppe Mazzini (1805–1872) patriota, politico e filosofo italiano

Origine: A parole chiare risposta chiara, p. 41

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“Se un albero scrivesse l'autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Sabbia e spuma