Frasi su rimorso
pagina 2

João Guimarães Rosa photo
Cristoforo Poggiali photo

“Se rimorsi mi costano, e timori, io di Creso rinuncio anche a'tesori.”

Cristoforo Poggiali (1721–1811) bibliotecario, erudito ed ecclesiastico italiano

Origine: Proverbj, motti e sentenze ad uso ed istruzione del popolo, p. 181

Achille Compagnoni photo
Primo Levi photo
Pierre Louis Moreau de Maupertuis photo

“Causare loro [agli animali] dolore senza necessità è una crudeltà e un'ingiustizia. Forse l'esempio più forte del potere dell'abitudine e del costume su di noi sta nel fatto che essi abbiano soffocato, nella maggior parte degli uomini, ogni rimorso.”

Pierre Louis Moreau de Maupertuis (1698–1759) matematico, fisico e filosofo francese

Origine: Da Du droit sur les bêtes, in Œuvres (1768); citato in Erica Joy Mannucci, La cena di Pitagora. Storia del vegetarianismo dall'antica Grecia a Internet, Carocci editore, Roma, 2008, p. 80. ISBN 978-88-430-4574-7

Vittorio Imbriani photo
Alda Merini photo

“Santa Teresina indietreggia | davanti all'arcangelo del comando | dal quale avrà aspra sete | e avremo costanti rimorsi.”

Alda Merini (1931–2009) poetessa italiana

Origine: Da La Terra Santa: e altre poesie, Lacaita, 1984.

Luigi Capuana photo
Umberto Eco photo
Ignazio Silone photo
Lee Child photo
Jules Renard photo

“I rimorsi vanno avanti e indietro vestiti con un piccolo abito da carabiniere.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

9 ottobre 1900; Vergani, p. 173
Diario 1887-1910

Bernard de Mandeville photo
Vittorio Imbriani photo
Francesco Grisi photo
Cristoforo Poggiali photo

“Breve è il piacer, e fugge col presente, resta il rimorso sempre più pungente.”

Cristoforo Poggiali (1721–1811) bibliotecario, erudito ed ecclesiastico italiano

Origine: Proverbj, motti e sentenze ad uso ed istruzione del popolo, p. 224

Laurell K. Hamilton photo
Cristoforo Poggiali photo

“Un ingrato non merita il mio sdegno; in preda a' suoi rimorsi io lo consegno.”

Cristoforo Poggiali (1721–1811) bibliotecario, erudito ed ecclesiastico italiano

Origine: Proverbj, motti e sentenze ad uso ed istruzione del popolo, p. 112

Max Gazzé photo

“Cannone spara fumo | un rimorso custodisce sul passato e castiga | nessuna pietà.”

Max Gazzé (1967) cantautore e bassista italiano

da Sul Filo
Contro Un'Onda Del Mare

Charles Robert Maturin photo
Carlo Emilio Gadda photo
Giancarlo De Cataldo photo
Umberto Saba photo

“[Bacco, tabacco e Venere], ed altri stupefacenti, riducono l'uomo in cenere solo se egli ne usa senza innocenza; combattuto fra la convinzione che essi gli sono nocivi e il rimorso di non potersene astenere.”

Umberto Saba (1883–1957) poeta italiano

63, pp. 57-58
Scorciatoie e raccontini
Origine: Proverbio italiano: «Bacco, tabacco e Venere riducon l'uomo in cenere.»

Enzo Bearzot photo
Guido Piovene photo

“Uno degli uffici dell'arte è convogliare i rimpianti ed i rimorsi.”

Guido Piovene (1907–1974) scrittore e giornalista italiano

La coda di paglia

Vittorio Feltri photo
Aldous Huxley photo

“Il fatto di essere uno di una molititudine esonera un uomo dalla coscienza di essere un io isolato e lo trasporta piú giú in un regno meno che personale, dove non vi è alcuna responsabilità, dove non vi è giusto o sbagliato, né bisogno di pensare o giudicare o discernere, vi è solo un forte e vago senso di comunione, solo un eccitamento condiviso, un'alienazione collettiva. E l'alienazione è insieme piú prolungata e meno faticosa di quella indotta dalla deboscia; il mattino dopo meno deprimente di quello che segue l'autoavvelenamento da alcool o da morfina. Inoltre, al "delirio di massa" ci si può abbandonare non soltanto senza rimorsi di coscienza, ma veramente, in molti casi con un positivo ardore di cosciente virtú. Infatti, lungi dal condannare la pratica dell'autotrascendenza discendente attraverso l'ebbrezza di gregge, i capi di Chiesa e di Stato hanno attivamente incoraggiato la pratica sempre che potesse essere usata per favorire i propri scopi. Individualmente e in gruppi coordinati e legati da un fine, i quali costituiscono una sana società, uomini e donne manifestano una certa capacità di pensiero razionale e libera scelta alla luce di princípi etici. Riuniti in folle, gli stessi uomini e le stesse donne si comportano come se non possedessero né ragione né libero arbitrio. L'ebbrezza di massa li riduce a una condizione di irresponsabilità interpersonale e antisociale. Drogati dal veleno misterioso che ogni gregge eccitato secerne, essi cadono in uno stato di altissima suggestionabilità, simile a quello che segue un'iniezione di sodio amytal o l'induzione, con qualsiasi mezzo, di un leggero trance ipnotico. In questo stato essi crederanno qualsiasi assurdità che possa essere loro urlata, eseguiranno qualsiasi comando o esortazione, per quanto insensati, pazzi o criminali. Per gli uomini e per le donne sotto l'influenza del "veleno di gregge" «qualunque cosa dico tre volte è vera» e qualunque cosa dico trecento volte è Rivelazione, è il mondo di Dio direttamente ispirato. Ecco perché i detentori dell'autorità – preti e governanti – non hanno mai inequivocabilmente proclamato l'immortalità di questa forma di autotrascendenza discendente. Infatti, il "delirio di massa" suscitato dai membri dell'opposizione ed in nome di princípi eretici è stato sempre denunziato dagli uomini al potere. Ma il "delirio di massa" sollevato dagli agenti governativi, il "delirio di massa" in nome dell'ortodossia, è tutta un'altra cosa. In ogni caso in cui può essere usata per favorire gli interessi di coloro che controllano la Chiesa e lo Stato, l'autotrascendenza discendente per mezzo dell'ebbrezza di gregge è trattata come qualcosa di legittimo, ed anche altamente desiderabile.”

Appendice; pp. 310-311
I diavoli di Loudun

Jean-Antoine Roucher photo
Cristoforo Poggiali photo

“Qual consiglio può darsi e qual soccorso, ad un uom, che perduto abbia il rimorso.”

Cristoforo Poggiali (1721–1811) bibliotecario, erudito ed ecclesiastico italiano

Origine: Proverbj, motti e sentenze ad uso ed istruzione del popolo, p. 40

Joumana Haddad photo
Paola Taverna photo
Jules Renard photo
Pierre-Marc-Gaston de Lévis photo

“Quelli che conoscono gli uomini sanno che il rimpianto di non aver fatto una cattiva azione vantaggiosa è molto più comune del rimorso.”

Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

Guido Piovene photo
Aldous Huxley photo
Gianni Brera photo
Andrea G. Pinketts photo
Robert Jordan photo
Stephen King photo
Ulrich von Hutten photo
Julien Offray de La Mettrie photo
Cristoforo Poggiali photo

“Ov'è colpa, ivi è pena: il reo che fugge ha un fier rimorso, che l'affanna e strugge.”

Cristoforo Poggiali (1721–1811) bibliotecario, erudito ed ecclesiastico italiano

Origine: Proverbj, motti e sentenze ad uso ed istruzione del popolo, p. 6

Rosamond Lehmann photo
Charles Darwin photo
Italo Svevo photo

“In fondo il rimorso non è altro che il risultato di un dato modo di guardarsi in uno specchio.”

Italo Svevo (1861–1928) poeta, scrittore

da La novella del buon vecchio e della bella fanciulla, p. 34

Natalia Ginzburg photo
Arturo Pérez-Reverte photo
Erich Fromm photo
Erri De Luca photo
George Eliot photo
Curzio Malaparte photo
Alessandro Manzoni photo
Gabriele d'Annunzio photo
Vladimir Vladimirovič Nabokov photo
Stephen King photo
Italo Calvino photo
André Maurois photo
Italo Calvino photo

“[Parlando del padre Mario] Mi proponevo di fargli raccontare dettagliatamente la sua vita avventurosa (che poteva darmi materia per più d'un romanzo!) ma tardai troppo a mettere in atto questo proposito anche perché non abitavo più a San Remo e lo vedevo di rado. A settantacinque anni fu colpito da trombosi ed era ormai troppo tardi. M'è rimasto il rimorso di non aver raccolto le sue memorie.”

Italo Calvino (1923–1985) scrittore italiano

Origine: Citato in Paolo Di Stefano, Calvino, i misteri russi del padre http://www.corriere.it/cultura/17_luglio_16/italo-calvino-italianista-ricerche-padre-misteri-stefano-adami-78f1c22e-6a2e-11e7-8c31-e178b0f54dfe.shtml, Corriere.it, 16 luglio 2017.

“Ho messo il rossetto sulle labbra di un maiale. Provo un profondo senso di rimorso per aver contribuito a creare una percezione di Trump che gli ha permesso di avere ancora più attenzioni e lo ha reso molto più seducente di quello che è. Credo davvero che se Trump vincesse e ottenesse i codici nucleari ci sarebbe un'ottima probabilità che questo porterà alla fine della civiltà come la conosciamo.”

Tony Schwartz (1952)

I put lipstick on a pig. I feel a deep sense of remorse that I contributed to presenting Trump in a way that brought him wider attention and made him more appealing than he is. I genuinely believe that if Trump wins and gets the nuclear codes there is an excellent possibility it will lead to the end of civilization.

Albert Sánchez Piñol photo
Italo Svevo photo
Caitlin Moran photo
Katie Melua photo
Michel De Montaigne photo
Papa Francesco photo
Gesualdo Bufalino photo
Zucchero (cantante) photo

“Torni qui, ma senza un rimorso, | che cosa sono? Un pronto soccorso?”

Zucchero (cantante) (1955) cantautore e musicista italiano

da Senza rimorso, n. 7
Spirito DiVino
Origine: Testo di Zucchero e Alberto Salerno.

“Tradigione

Riversa sul pavimento di marmo di marquina, lei in cuor suo era consapevole del dolore sordo che la stava lacerando l’interno del nocciolo del suo essere, così profondo e delicato quanto immenso da perdersi dentro volutamente, e con gli occhi gonfi bagnati dalle copiose lacrime che le rigavano le rosse gote inflitte dal dolore angoscioso, fulminó rapidamente con lo sguardo respirando a fatica col petto stretto nella nella morsa del duolo, quella foto che ritraeva chi fino ad un’ora prima rappresentava tutto il suo mondo. Maledicendo quell’immagine sgualcita dal calore delle sue mani infuocate dalla rabbia, e dal freddo sudore che il suo corpo emanava tremando come se il suolo fosse colto da una scossa tellurica lasciando vibrare tutto ciò che vi era sovrapposto. Strappò con violenza incontrollata quell’immagine come se volesse sfregiare il ricordo di quello che fu origine in lei di tanto amore, per poi riversarlo in chi sapeva concepire dentro di sé quelle emozioni senza eguali, per effondere il cuore di chi la sapeva ancora far sgorgare acqua d’amore che nasceva spontanea da un profondo intaglio in una cresta fatta di cuore, affinché il suo corso di sentimento che dissetava la sua anima s’immettesse nel mar profondo bruciante d’ardore, abbracciando e inebriando in ogni parte il suo amato. Ma ormai consumato e prosciugato dalla delusione di un tradigione compiuto senza rimorso, quell’oceano di passione si trasformava in un vuoto di animosità che pacatamente colmerà con nuovi impulsi inclini alla fiducia verso qualcuno, ed ora non vi era intorno a lei che una fievole speranza nell’oscurità dei suoi triboli, di riuscire ad accartocciare tutto il suo corruccio per rialzarsi lentamente raccogliendo la sua dignità per farne perno per il suo invigorire interiore. Affidó il suo cuore al tempo affinché cura vi possa trovare nelle sue sagge braccia, per ottener sollievo da quel lamento disperso sotto le ali della solitudine, per amore.

©LAURA LAPIETRA”

“Il Mastio

Edificherò
un mastio di crisoberillo
più esimio
che sia mai esistito
sul volto della terra
di alessandrite
su berillo dorato,
pietra dopo pietra
solo per vederti
andar via,
come erinni in foga
sul phaeton della ritrosia
invitto nella remora
dei tuoi gesti incongrui
tra il pietrisco
dei tuoi scipiti errori!
Esultando
come una baiadera
in avanspettacolo
che precorre
il lungometraggio
del mio destino
volto come un infinito
inno al cielo,
leggiadra volteggerò!
Al fine giuliva
di respirare pace
che un dì passato
ho smarrito nell'incrociare
i miei batticuori nei tuoi,
per farne brace
al primo fatuo
sonno d'amore
senza risveglio
per orgoglio,
al primo bacio dell'alba
che sfiora il cuor,
ove ormai nello sfiorire
delle ore nel disamore
che gela ogni velleità
mai intonate per un noi,
si erge irto il distacco
tra il bene e il passato
che ha fossato
e inabissato nella dispnea
che finalmente
porti via con te,
lasciandomi fausta
rediviva di affacciarmi
da quel mastio
in fiore colorato
ove in olezzi
di nuovo amore
in cui daccapo
finalmente mi disseterò,
per divergermi lesta
dal tuo ricordo lestofante!
Rinascerò nell'idillio
di una nuova stagione
di me stessa
nelle schiette braccia
del fato amico
a tinteggiare di cobalto
albe nuove prive
di fumo da mal bruciato,
a causa della tua
mal deferenza,
io rinasceró
come raggio di sole
in mezzo all'universo
a sfolgorante sul buio
di cui mi hai cinto
quando a metà vivevo,
io rinasceró e per te
rimorso sarò.

©Laura Lapietra”

“Opulenza Evaporata

L' opulenza evapora come nebbia
al primo albeggiare della cognizione,
sotto i suoi occhi smeraldi, assetati.
Un velo enigmatico che si disperde
tra le correnti eterne,
lo rendono schiavo del suo nudo
una volta andato
non è più possibile riacquistarlo.
Perle di fortuna evanescenti
nella brezza imprevedibile
dell'incauto imprudente
cadono dalle scale della perdita,
nell'aria l'ira del leone sconfitto.
Ogni avere, cangiante e caduco, lanciato al suolo risuonando
elogi di autocompiacimento
si manifesta come un sauro
che scivola via in un battito di ciglia, emblema di un ricordo
ormai disperso nell'arroganza.
Un forziere vuoto di sogni brilla
nel suo nulla, in quelle promesse
mai onorate per qualcuno,
ma dissipate con frivolezza!
La speranza si esilia in ogni volto,
volti che un tempo
risplendevano con convinzione.
Ora metamorfosati in ombre,
riccioli di ricordi effimeri,
dove ogni raggio di luce
diventa un'eco di rammarico, lasciando l'abisso vuoto
assorbendo all'anima la pace.
L'angoscia si insidia
tra le pieghe del cuore,
e il dolore si fa compagno veleno muto e incisivo!
Un inchiostro indelebile
su pagine ormai ingiallite
sul quale piangere disperato.
In questo scenario desolante
di perdite e tormento,
il tempo si arresta e osserva
con occhio critico, l'egoismo punito,
mentre le storie
di colori festivi e opulenti
vivi di lussureggiante armonia,
acquistati con fiamma dorata
si estinguono nel baratro.
E i sogni, un tempo vibranti,
ora giacciono come foglie
morte sul terreno sterile.
Così il ricordo di ciò
che era apprezzato
per la sua carnalità,
si trasmuta in un soffio fetido annegato in un oceano di ombre,
di nostalgiche riflessioni
senza zattera salvifica
di salvezza mai coltivata
per eccessiva superbia,
e il fango nel suo latte
è letto perpetuo nel dimenticatoio
del rimorso nel suo ineluttabile
dissidio imperituro.


Laura Lapietra ©”