Frasi su telefonata

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema telefonata, fatto, stato, vita.

Frasi su telefonata

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“L'esperienza alla Nunziatella mi ha insegnato a lottare contro il privilegio, a ribellarmi alla competizione per arrivare primi, alla guerra contro il collega, mi ha insegnato che bisogna restare uniti. In tutte le altre scuole ti insegnano il contrario: se studi arriverai primo e avrai un privilegio maggiore di quello che arriva ultimo. Se accetti il privilegio sei finito. Non ti insegnano a lavorare perché credi in quello che fai e vuoi costruire qualcosa. No! Se sei primo, ti danno la sede vicino a casa tua, se sei primo ti fanno la macchina più bella, se sei primo ti danno la cravatta migliore. È per questo che non sopporto la cravatta bella, la macchina bella, non me ne frega nulla di stare vicino a casa. […] Alla Nunziatella dormivamo nei corridoi in 15-20 persone, tutti insieme, e ricordo che delle sere tornando ero contento che tutti i miei amici fossero lì a dormire. Pensavo: "siamo tutti qui", ed ero felice. In ogni altro ambiente di lavoro non è così, ci si scanna. Ti voglio dire una cosa importante: il papà di un mio amico, un collega della Nunziatella, che mi ospitava quando ero a Napoli, era malato, e poco prima di morire aveva telefonato al figlio e aveva chiesto di salutare anche me, che occasionalmente stavo lì; mi disse al telefono: "vogliatevi bene", quasi ossessivamente, "vogliatevi bene sempre" – io gli chiedevo come stava – e lui rispondeva: "ricordatelo, vogliatevi bene sempre, ricordatelo, ricordatelo"”

Sergio De Caprio (1961) carabiniere italiano

si vede che lui già sapeva... Anche lui era della Nunziatella, per me.
Origine: Citato in Maurizio Torrealta, Ultimo. Il capitano che arrestò Totò Riina, Feltrinelli Editore, 2001, pp. 31-32 http://books.google.it/books?id=eNBwKglWafUC&pg=PA31. ISBN 8807815486

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“[Da Beppe Grillo] Lei fa un errore sostanziale: confonde la politica con la giustizia.”

Paolo Cirino Pomicino (1939) politico italiano

telefonata citata dal comico durante lo spettacolo Incantesimi
Attribuite

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“La difficile primavera del 1988. Con il pretesto del controllo delle droghe stati polizieschi oppressivi sono stati messi su in tutto il mondo occidentale. La programmazione precisa del pensiero emozione e impressioni sensoriali apparenti secondo la tecnologia descritta nel bollettino 2332 mette gli stati polizieschi in grado di mantenere una facciata democratica dietro la quale denunciano a gran voce come criminali, pervertiti e drogati tutti quelli che si oppongono alla macchina di controllo. Eserciti underground operano nelle grandi città disturbando la polizia con informazioni false attraverso telefonate e lettere anonime. […] Malgrado i diversi scopi e formazioni dei suoi membri costituenti l'underground è d'accordo sugli obiettivi base. Intendiamo marciare contro la macchina della polizia dappertutto. Intendiamo distruggere la macchina della polizia e tutti i suoi archivi. Intendiamo distruggere tutti i sistemi verbali dogmatici. La cellula familiare e le sue cancerose espansioni in tribù, paesi, nazioni noi la sradicheremo alle sue radici vegetali. Non vogliamo più sentire nessuna storia di famiglie, storia di madre, storia di padre, storia di poliziotto, storia di prete, storia di paese o storia di partito. Per dirla in parole povere noi abbiamo sentite abbastanza stronzate.”

«Mamma ed io si vorrebbe sapere»; 1979, pp. 130-131
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“[Telefonata a Marcello Dell'Utri, condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa] I sensi più profondi di stima e amicizia.”

Pier Ferdinando Casini (1955) politico italiano

citato in Casini, stima e amicizia a Dell'Utri Ma è polemica sulla telefonata, la Repubblica, 1 dicembre 2004

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“[Sulla sentenza in primo grado e la polarizzazione dello Scandalo del calcio italiano del 2006 a Napoli, nel 2011] […] L'Inter e i suoi tifosi vivono questa sentenza come una vittoria: ladroni gli juventini di quel ciclo trionfale, sconfitti ma onesti e rivalutati dalle sentenze gli interisti, rimuovendo la montagna di telefonate colpevolizzanti uscite fuori negli ultimi tre anni per cui mesi fa lo stesso Procuratore Federale Palazzi, il Torquemada del 2006, aveva prescritto l'Inter dicendone però il peggio. Curioso: Palazzi va bene o male a sentenze alterne, il tifo è fatto così. Fossero stati assolti a Napoli Moggi e co. […], sarebbe stata festeggiata come una vittoria della Juve contro l'Inter. E questo tifo si è riverberato su giornali e su giornalisti. Dio solo sa, e chi mi segue su Il Fatto quotidiano può verificarlo, la fatica e l'avversione che mi è costata una battaglia per la verità sull'argomento, dopo trent'anni passati anche a focalizzare il marcio del pallone mentre altri erano occupati magari a prendere soldi o regali oppure anagraficamente le merendine. C'è gente che rilutta o recalcitra a prendere atto non della santità di Moggi, per carità di Dio, ma del reale stato degradato del calcio italiano: è più facile sparare su Lucky o Licio Moggi –come lo chiamavo al tempo del suo potere, articoli e libri alla mano– che chiamare in causa le istituzioni sportive. (citato in [http://notizie.tiscali.it/opinioni/Beha/2130/articoli/La-presa-per-i-fondelli-di-Calciopoli-tutto-ridotto-al-tifo-per-Inter-e-Juventus-con-il-concorso-dei-media.html "La presa”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

per i fondelli) di Calciopoli: tutto ridotto al tifo per Inter e Juventus, con il concorso dei media"], Notizie.tiscali.it, 12 novembre 2011

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“[Sul legame tra lo Scandalo del calcio italiano del 2006 e quello del 2011] Senza indulgere su un fatto emerso come notorio durante il processo, cioè che il Presidente del Collegio, Teresa Casoria, riteneva tale processo penalmente una buffonata e invece i due giudici a latere, con le quali era in conflitto, pensavano il contrario, con l'esito di risultare maggioranza nella determinazione della sentenza, le motivazioni in 558 pagine si riassumono così. 1) Campionati non alterati (quindi scudetti tolti ingiustamente alla Juve…), partite non truccate, arbitri non corrotti, indagini condotte non correttamente dagli investigatori della Procura (intercettazioni dei carabinieri risultate addirittura manipolate nel confronto in Aula). 2) Le Sim, le schede telefoniche estere che Moggi ha distribuito a qualche arbitro e ai designatori, sarebbero la prova del tentativo di alterare e di condizionare il sistema, pur senza la dimostrazione effettiva del risultato truccato. 3) L'atteggiamento di Moggi, da vero boss "telefonico", è invasivo anche quando cerca di condizionare Federcalcio e Nazionale, vedi telefonate con Carraro e Lippi. 4) Che queste telefonate e questa promiscuità "mafiosa" o "submafiosa" o tesa a "fare associazione per delinquere" risultassero costume comune nell'ambiente come risulta evidente, non assolve Moggi e C.: e dunque ecco la condanna. […] Infine il punto 1), la cosiddetta parte positiva delle motivazioni, cioè nei fatti tutto regolare. E allora lo scandalo di "Scommettopoli”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

lo scandalo del calcio italiano del 2011, ndr. ] in cui sta uscendo che nel suo complesso il campionato 2010-2011 a colpi di trucchi è da considerarsi davvero e decisamente irregolare? Lo dice per ora il Procuratore Capo di Cremona, Di Martino, mentre la giustizia sportiva prende tempo come sempre, ma temo che presto lo ribadiranno in parecchi, a meno che non venga messo tutto a tacere. Con buona pace di chi vuole la verità e pensa che Moggi sia oggettivamente diventato il "capro espiatorio". Il quadro dell'informazione che non indaga, non analizza, non confronta e si schiera per ignoranza o partito preso così vi sembra leggermente più chiaro? (Citato da "Il "caso Moggi" e le colpe della stampa: non fa inchieste, (di)pende dai verbali, non sa leggere le sentenze", notizie. tiscali. it, 7 febbraio 2012)

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“[Riferendosi a Fini, invitato a partecipare ad una puntata di Porta a Porta] Gliela strutturiamo, gliela confezioniamo addosso.”

Bruno Vespa (1944) giornalista, conduttore televisivo e scrittore italiano

dalla telefonata del 4 maggio 2005 con il portavoce di Fini, Salvatore Sottile, intercettata dalla Procura di Potenza; citato in Marco Travaglio, La scomparsa dei fatti, p. 273

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“Il Premier non resiste dal fare telefonate. Pensare che prima gli bastava solo qualche squillo.”

Mario Natangelo (1985) fumettista e giornalista italiano

Il Fatto Quotidiano, 17 marzo 2010

“La vita privata del Premier: 'Stasera che si fa? Una telefonata in procura o solo qualche squillo?”

Mario Natangelo (1985) fumettista e giornalista italiano

Il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2011

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“Lei è un dipendente del servizio pubblico, si contenga!”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2001
Origine: Dalla telefonata in diretta a Michele Santoro durante la trasmissione Il Raggio Verde, Rai 2, 16 marzo 2001; citato in La telefonata del Cav: "Santoro, si contenga!" http://www.ilgiornale.it/video/interni/berlusconi-santoro-si-contenga-873199.html, ilGiornale.it, 10 gennaio 2013.

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“Io sono uno… che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato… quindi… io sono assolutamente tranquillo… a me possono dire che scopo… è l'unica cosa che possono dire di me… è chiaro?… Quindi io… mi mettono le spie dove vogliono… mi controllano le telefonate… non me ne fotte niente… io… tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei… da un'altra parte e quindi… vado via da questo paese di merda… di cui… sono nauseato… punto e basta.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2010
Origine: Dall'intercettazione del 13 luglio 2010; citato in «Me ne vado da questo paese di m...» Lo sfogo di Berlusconi con Lavitola http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2011/1-settembre-2011/me-ne-vado-questo-paese-mlo-sfogo-berlusconi-lavitola-1901414961723.shtml, CorrieredelMezzogiorno.it, 1 settembre 2011.

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“Non esiste pubblicazione di intercettazioni buone o cattive, sono tutte cattive.”

Fausto Bertinotti (1940) politico italiano

citato in Bertinotti e le telefonate sul caso Rai «Violati i diritti, ma indicano un degrado» http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_21/rai_sacca_contestazione_caf3e2bc-afdc-11dc-9595-0003ba99c53b.shtml, Corriere della sera, 21 dicembre 2007

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“Aver trasformato in prostitute delle ragazze che frequentavano casa Berlusconi, dopo aver intercettato le telefonate e fatto perquisire le abitazioni, non è stata soltanto un'operazione giudiziaria bensì anche una violazione della dignità di donne la cui sola colpa era quella di aver fatto eventualmente uso del proprio corpo. La pubblicazione da parte dei media delle loro fotografie, che corredate di nomi e cognomi sono adesso delle vere e proprie foto segnaletiche, non è stato soltanto un fatto di cronaca è stata anche una barbarie.”

Giorgio Clelio Stracquadanio (1959–2014) politico e giornalista italiano

Origine: Seduta della Camera dei Deputati n. 476 di lunedì 23 maggio 2011 http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=16&sezione=assemblea&tipoDoc=pdf&idseduta=476 – XVI Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Discussione della proposta di legge: Soro ed altri: Norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia (A.C. 2802-A). Camera dei Deputati, 23 maggio 2011.

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“Il Poveraccio Emerito della Repubblica Francesco Prozac Cossiga rende noto, tramite un suo portavoce, di aver presentato un'interpellanza parlamentare al ministro dell'Interno: Per sapere se alla luce dell'articolo di Pier Luigi Battista sul quotidiano Corriere della Sera, se corrisponda a verità l'ipotesi da detto autorevole giornalista formulata, e pur considerando, se vera, la cosa assolutamente lecita se nell'interesse della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e della necessaria attività di informazione, disinformazione e controinformazione, i giornalisti Marco Travaglio e Giuseppe D'Avanzo siano nel 'libro paga' e per quale somma, del Capo della Polizia dott. Gianni De Gennaro, cui sono notoriamente legati da vincoli di amicizia e collaborazione, come dimostrato dalla loro campagna contro il SISMI; e per sapere inoltre, qualora l'ipotesi sia vera, se non ritenga di rendere permanente e più ampia la loro collaborazione, facendoli assumere come informatori occulti dal SISDE". Alcuni amici mi hanno telefonato per invitarmi a rispondere al Poveraccio Emerito: dicendo, per esempio, che (purtroppo) non ho mai conosciuto il dott. Gianni De Gennaro. Ma ho deciso di non rispondere. Attendo con sempre maggiore impazienza una soluzione più risolutiva: l'arrivo dell'ambulanza. Purtroppo è in ritardo. Di una quindicina d'anni.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

12 giugno 2006

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“Michele Zagaria: Sentite, io sono Michele Zagaria.
Carlo Pascarella: Ah.
Michele Zagaria: Eh. Allora sentimi bene. Io le sto telefonando perchè, perchè le voglio dire, no, che lei non è un giornalista serio.
Carlo Pascarella: Sì ma scusi un attimo ma lei è Michele Zagaria chi?
Michele Zagaria: E lo sai bene, chi scrivi sul giornale no? Che sta in guerra con Antonio Iovine.
Carlo Pascarella: Ma è… ma scusi ma è uno scherzo questo?
Michele Zagaria: No, no. Non è uno scherzo, sono io, personalmente. Io così le faccio le cose perchè io sono una persona seria e lei no. Aspetta un attimo, ti passo pure Antonio Iovine. Va bene? E così ti togli questo pensiero di scrivere sempre stronzate, stronzate… Secondo me un professionista serio. no? Tutte queste stronzate non le scrive. È chiaro? Adesso te lo passo.
Antonio Iovine: Pronto, sono Antonio Iovine. Senta noi non stiamo scherzando perchè ci siamo stufati di fare tutte queste cretinate, no? Noi siamo delle famiglie che… ci rispettiamo da tanti anni. Allora se lei deve scrivere le notizie le scriva serie e scriva le verità. Allora voi fate il vostro mestiere… e noi vi rispettiamo per quello che fate. Purtroppo noi facciamo un altro mestiere e ce lo siamo scelto noi, no? È vero?
Carlo Pascarella: Sì.
Antonio Iovine: Allora, il mestiere che fate voi è quello di scrivere le notizie e siamo d'accordo, però scrivetele come si devono scrivere le notizie, no?
Michele Zagaria: Stai facendo una confusione, no? Che la gente ha paura di salutare sia mio fratello che il fratello di Antonio. Allora qua non stiamo facendo nessuna minaccia e niente. Io sto parlando da persona seria come sta parlando Antonio. Per un professionista serio, secondo me non sei serio scrivendo tutte queste cose che non sono vere.
Carlo Pascarella: Posso sapere una cosa?
Michele Zagaria: Sì.
Carlo Pascarella: Da dove state chiamando?
Michele Zagaria: Noi? Dall'America.
Carlo Pascarella: Eh, hai voglia…
Michele Zagaria: È importante? È importante questo?
Carlo Pascarella: È fondamentale.
Michele Zagaria: Eh… ma per quale motivo?
Carlo Pascarella: Mi occorre una prova per sapere che siete voi!
Michele Zagaria: Sentimi bene, allora io domani ti mando mio fratello con il documento e il fratello di Antonio con il documento e vedi che vanno assieme e tutto questo problema si è chiarito. È chiaro o no? Mo io ti prego un altra cosa: domani mattina, domani mattina, ti raccomando di non scrivere quello che stiamo dicendo. Mi sono spiegato? Allora io ti ho telefonato solo per farti rendere conto che chi ti viene a dire queste stronzate sono stronzate sul vero senso della parola. Basta. Questo, non stiamo minacciando, non… niente. È chiaro questo? Va bene?
Carlo Pascarella: Va bene.
Michele Zagaria: Vuoi la conferma che ti mando mio fratello? O può bastare così?
Carlo Pascarella: Per me basta anche così.
Michele Zagaria: Ti ringrazio assai, assai.
Carlo Pascarella: Ok.
Michele Zagaria: Va bene? Da domani mattina non scrivere più queste stronzate. Io non dico che tu a me e Antonio non devi mettere sul giornale, però devi scrivere le serietà. È chiaro?
Carlo Pascarella: Voi adesso siete liberi?
Michele Zagaria: Perchè tu non lo sai che io sono latitante?”

Michele Zagaria (1958) criminale italiano

Origine: Dall'intercettazione telefonica del novembre 1998; visibile in "Pronto? Sono Michele Zagaria" http://www.serviziopubblico.it/2015/05/pronto-sono-michele-zagaria/, Serviziopubblico.it, 5 maggio 2015.

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“Berlusconi ha ragione: come è possibile che, possedendo tutto, gli sia impossibile controllare tutto ciò che possiede o crede di possedere in virtù del voto popolare, compresi i processi e le inchieste giudiziarie? E come mai non è possibile, da parte sua, padrone assoluto dei media, controllare il sistema televisivo e i programmi politici di approfondimento e di dibattito? Che ci sta a fare l'Agenzia per le comunicazioni, se non esegue i comandi che vengono dall'alto? Naturalmente Berlusconi ignora, volutamente, la complessità del sistema della comunicazione pubblica. Ai suoi occhi basterebbe una telefonata all'Innocenzi di turno per stroncare un programma come quello di Michele Santoro (o come il salotto di Floris o della Dandini), considerato da mesi una delle «fabbriche di odio» nei confronti del premier e del Popolo della Libertà. È una situazione disperata, quella di Berlusconi, che lo induce a gesti disperati, o almeno terribilmente disinibiti, nel senso che fanno a pezzi il tessuto generale delle istituzioni del nostro Paese. Il "padrone" non riesce più a comandare, il suo partito si sta sfaldando, e i vari cacicchi cercano un'area di autonomia personale e politica. Berlusconi teme una "sindrome francese" e una sostanziale non vittoria alle elezioni regionali. Paradossale situazione del padrone che non riesce a spadroneggiare fino in fondo, pur cercando di farlo in tutti i modi. C'è una contraddizione intrinseca nell'azione di Berlusconi, e la formula proprietaria o "padronale" la riassume tutta, senza risolverla. Ma la questione è: in una democrazia può il capo del governo rivolgersi come un padrone alle autorità di garanzia?”

Edmondo Berselli (1951–2010) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da La sindrome del padrone http://www.repubblica.it/politica/2010/03/17/news/la_sindrome_del_padrone-2706562/, Repubblica.it, 17 marzo 2010.

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“Tu [un esponente del Pdl] non riesci ad avere nessuna informazione su quello che è successo alla… sezione civile della Cassazione per il lodo De Benedetti? Perché mi è stato detto che il Capo dello Stato avrebbe telefonato per avere la sentenza prima che venisse pubblicata. Dopodiché ha ritelefonato da capo, ha fatto ritelefonare da Lupo al Presidente della Cassazione, che ha chiamato il Presidente di Sezione costringendolo a riaprire la Camera di consiglio. Cosa che non succede mai. Perché la sentenza era già pronta il 27 di giugno. E riaprendo la Camera di consiglio hanno tolto circa 200 milioni di quelli che De Benedetti doveva avere in meno. È una cosa gravissima.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2013
Origine: Da una telefonata trasmessa nella trasmissione televisiva Piazzapulita, La7; citato in Alessandro Trocino, Piazzapulita, Quella telefonata del Cavaliere finita in tv http://web.archive.org/web/20151023021526/http://archiviostorico.corriere.it/2013/ottobre/01/Quella_telefonata_del_Cavaliere_finita_co_0_20131001_3bfb6382-2a60-11e3-916e-36c3ee0faa36.shtml, Corriere della Sera, 1° ottobre 2013.

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“Il Poveraccio Emerito della Repubblica Francesco Prozac Cossiga rende noto, tramite un suo portavoce, di aver presentato un'interpellanza parlamentare al ministro dell'Interno: "Per sapere se alla luce dell'articolo di Pier Luigi Battista sul quotidiano Corriere della Sera, se corrisponda a verità l'ipotesi da detto autorevole giornalista formulata, e pur considerando, se vera, la cosa assolutamente lecita se nell'interesse della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e della necessaria attività di informazione, disinformazione e controinformazione, i giornalisti Marco Travaglio e Giuseppe D'Avanzo siano nel 'libro paga' e per quale somma, del Capo della Polizia dott. Gianni De Gennaro, cui sono notoriamente legati da vincoli di amicizia e collaborazione, come dimostrato dalla loro campagna contro il SISMI; e per sapere inoltre, qualora l'ipotesi sia vera, se non ritenga di rendere permanente e più ampia la loro collaborazione, facendoli assumere come informatori occulti dal SISDE". Alcuni amici mi hanno telefonato per invitarmi a rispondere al Poveraccio Emerito: dicendo, per esempio, che (purtroppo) non ho mai conosciuto il dott. Gianni De Gennaro. Ma ho deciso di non rispondere. Attendo con sempre maggiore impazienza una soluzione più risolutiva: l'arrivo dell'ambulanza. Purtroppo è in ritardo. Di una quindicina d'anni.”

Francesco Cossiga (1928–2010) 8º Presidente della Repubblica Italiana

Marco Travaglio

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“Eppure, dal 2002 a oggi, il tifoso interista, ancora scioccato forse da quel maledetto 5 maggio, ha smesso di guardare il mondo con occhi sinceri e ha creato una realtà virtuale all'interno della quale ha accettato di diventare il prototipo del grillino perfetto […] Le notizie degli ultimi giorni – con ampia e documentata e ridicola polemica sui presunti errori commessi dall'arbitro Rizzoli durante la partita vinta domenica scorsa dalla Juventus sull'Inter per 1-0 – sono soltanto la coda di un problema più grande che affonda le radici in un momento preciso della nostra vita calcistica: quando, nel 2006, venne istruito un processo farsa contro la Juventus, in cui tutte le frustrazioni degli anti casta del calcio italiano vennero prima abilmente trasformate in illeciti sportivi e poi amabilmente trasferite in forma di gogna in tutti i talk-show. Fu in quel preciso momento che il tifoso medio interista – che grazie al supporto decisivo di un interista piazzato al vertice della Federazione Italiana Giuoco Calcio (Guido Rossi) riuscì a vincere un campionato a tavolino (2005/2006) e uno successivo nell'anno in cui la Juventus fu mandata in B (2006/2007) – scelse di alimentare il circo mediatico sportivo portando in prima serata e sulle prime pagine dei giornali le chiacchiere da bar, facendole uscire dai confini delle serate con Aldo Biscardi con lo stesso effetto che si avrebbe oggi se in prima serata venissero riproposte le telefonate registrate senza filtri da Radio Radicale ai tempi di Radio Parolaccia.”

Claudio Cerasa (1982) giornalista e blogger italiano
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“La mia avventura al Real Madrid finì con una telefonata di Berlusconi che mi chiese di tornare ad allenare il Milan. A lui dovevo tutto e non potevo dirgli di no.”

Fabio Capello (1946) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in "Guarda che l'Inter vende Roberto Carlos". E Capello lo portò a Madrid http://www.foxsports.it/2016/12/23/collezione-capello-guarda-che-inter-vende-roberto-carlos-porto-a-madrid, Foxsports.it, 23 dicembre 2016.

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“Se farete delle telefonate per me, se andrete su barackobama. com e scoprirete dove votare e se resterete con me, al mio fianco, allora vi prometto che non solo vinceremo le elezioni, ma lo faremo insieme e insieme cambieremo questo paese e cambieremo il mondo. Grazie. E che Dio vi benedica!”

Barack Obama (1961) 44º Presidente degli Stati Uniti d'America

dal video di trenta minuti del 29 ottobre 2008, trasmesso su sette canali televisivi
Qual è la fonte secondaria? o è una traduzione nostra? dove si trova allora l'originale?
2008

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