Frasi sul segreto
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“Un bicchiere di birra alle sei del mattino è male. Un piatto di farinata è orribile alle otto di sera. Ai miei occhi, lo spettacolo dei demagoghi che mandano a morire milioni di persone, condannando il mondo alla deriva tra guerre sante e spargimenti di sangue, distruggendo intere nazioni in virtù di una "verità" religiosa o politica è…» scrollò le spalle. «Osceno. Schifoso. Comunismo, fascismo, sionismo opinioni di individui assolutisti inculcate a interi continenti. Senza che questo abbia niente a che fare con l'onestà del condottiero. O dei seguaci. Il fatto che ci credano rende la cosa ancor più oscena. Il fatto che possano uccidersi a vicenda o morire volontariamente per discorsi insensati…» Si interruppe. «Le vedi le squadre di ricostruzione; sai che potremo dirci fortunati se riusciremo mai a riedificare.» «Ma la polizia segreta… sembra talmente spietata e… be', cinica.» Lui annuì. «Suppongo che il Relativismo sia cinico. Sicuramente non è idealista. È il punto d'arrivo di chi è stato ucciso, ferito, ridotto in miseria e a lavorare duramente per le vuote parole. È il prodotto delle generazioni che gridavano slogan, marciavano con le vanghe e le armi, cantavano e scandivano inni patriottici, rendevano omaggio alle bandiere.» «Ma voi le sbattete in prigione. Queste persone che non sono d'accordo con voi - non permettete loro di dissentire… guarda il ministro Jones.» «Jones può benissimo dissentire. Può credere a quello che vuole; può credere che la terra è piatta, che Dio è una cipolla, che i bambini nascono nelle buste di plastica. Può avere l'opinione che preferisce; ma quando comincia a spacciarla per Verità Assoluta…» «Lo sbattete in prigione» disse Nina rigida. «No» la corresse Cussick. «Tendiamo la mano, diciamo semplicemente: dimostra o stai zitto. Conforta i fatti quello che vai dicendo. Se vuoi dire che gli ebrei sono la radice di tutti i mali - devi provarlo. Lo puoi dire, se riesci a dimostrarlo. Altrimenti, fila ai lavori forzati.»”

The World Jones Made

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“Guai se tutte le frasi reversibili fossero vere, fossero sentenze d'oracolo… eppure quando le leggi a rovescio, e il conto torna, c'è qualcosa in loro di magico e rivelatorio: lo sapevano anche i latini, e le scrivevano sulle meridiane.”

Primo Levi (1918–1987) scrittore, partigiano e chimico italiano

Origine: Citato in Stefano Bartezzaghi, I migliori palindromi della nostra vita http://www.repubblica.it/online/lessico_e_nuvole/palindro/palindro/palindro.html, Repubblica.it, 17 marzo 2001

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“Sembra quasi un paradosso ma spesso si fa fatica a trovare un romanzo moderno o un film che sia più interessante di un buon telefilm. C'è in giro, ad esempio, un'opera che rappresenti un viaggio metafisico fra i segreti del Male più avvincente di Twin Peaks?”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Prima lezione sulla televisione, Laterza, p. 35 https://books.google.it/books?id=_hSODAAAQBAJ&pg=PT35. ISBN 88-581-0305-X

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“V'è una fonte segreta di freschezza anche nelle nature morte, come il seme sepolto nella tomba dei Faraoni era capace di fecondità anche dopo tremila anni d'ombra.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: Da Voce dietro la scena, Adelphi, Milano, 1980, p. 17.

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“[Sull'Udinese] Il segreto di questa società si chiama coerenza. Ha capito che in una città di provincia era impossibile puntare a giocatori importanti ma che i giocatori bisognava farli diventare importanti.”

Serse Cosmi (1958) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Alberto Costa, «Esporto in Europa il modello Udinese» https://archive.is/4WQZ, Corriere della Sera, 25 agosto 2005, p. 47.

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“La mentalità moderna, quindi, è tale da non poter sopportare alcun segreto e nemmeno delle riserve; cose del genere, poiché ne ignora le ragioni, le appaiono soltanto come «privilegi» istituiti a vantaggio di qualcuno, ed essa non può più soffrire alcuna superiorità; se si volesse tentare di spiegarle che i cosiddetti «privilegi» hanno un loro reale fondamento nella natura stessa degli esseri sarebbe fatica sprecata, poiché è proprio questo che il suo «egualitarismo» ostinatamente nega.”

René Guénon (1886–1951) scrittore e esoterista francese

Variante: La mentalità moderna, quindi, è tale da non poter sopportare alcun segreto e nemmeno delle riserve; cose del genere, poiché ne ignora le ragioni, le appaiono soltanto come «privilegi» istituiti a vantaggio di qualcuno, ed essa non può più soffrire alcuna superiorità; se si volesse tentare di spiegarle che i cosiddetti «privilegi» hanno un loro reale fondamento nella natura stessa degli esseri sarebbe fatica sprecata, poiché è proprio questo che il suo «egualitarismo» ostinatamente nega. (p.88)
Origine: Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, p. 88

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“Alle sette e mezzo il 17 aprile 1975, la guerra contro la Cambogia si concluse. Fu una guerra particolare, poiché nessun paese aveva mai fatto esperienza d'un simile bombardamento. Su questa terra, forse la più graziosa e più pacifica in tutta l'Asia, il presidente Nixon e il signor Kissinger sganciarono centomila tonnellate di bombe, l'equivalente di cinque Hiroshima. Il bombardamento fu una loro scelta personale. Illegalmente e in segreto, bombardarono la Cambogia, un paese neutrale, fino a riportarla all'età della pietra, e intendo età della pietra nel suo senso strettamente letterale. Poco dopo l'alba, il 17 aprile 1975, i bombardamenti cessarono, e regnò il silenzio. Poi, i vittoriosi, i Khmer Rossi, il cui potere era cresciuto in modo del tutto sproporzionato rispetto ai loro numeri, emersero dalla foresta. Entrarono nella capitale, Phnom Penh, una città che molti di loro non avevano mai visto prima. Marciarono in fila indiana disciplinata lungo i viali e il traffico immobile. Si vestivano di nero ed erano per la maggior parte adolescenti. Il popolo li acclamò ansiosamente, ingenuamente. Dopo tutto, i bombardamenti e i combattimenti erano finalmente terminati. Il terrore cominciò quasi immediatamente. Phnom Penh, una città di 2.5 milioni d'abitanti, fu evacuata con la forza entro un ora dal loro arrivo, i malati e feriti trascinati dai loro letti d'ospedale, bambini morenti trasportati in sacchi di plastica, i vecchi e gli zoppi abbandonati ai margini della strada, e tutti in marcia sotto tiro verso la campagna e una società totalmente nuova, quale mai si era vista prima. I nuovi leader della Cambogia chiamarono il 1975 l'«Anno zero», l'alba di un'era in cui non ci sarebbero state famiglie, né sentimenti, né espressioni d'amore o di sofferenza, né medicine, né ospedali, né scuole, né libri, né istruzione, né vacanze, né musica, né canzoni, né posta, né moneta: solo fatica e morte.”

John Pilger (1939) giornalista australiano

At 7:30 AM on April 17, 1975, the war on Cambodia was over. It was a unique war, for no country has ever experienced such concentrated bombing. On this, perhaps the most graceful and gentle land in all of Asia, president Nixon and mister Kissinger unleashed 100,000 tons of bombs, the equivalent of five Hiroshimas. The bombing was their personal decision. Illegally and secretly, they bombed Cambodia, a neutral country, back to the Stone Age, and I mean Stone Age in its literal sense. Shortly after dawn on April 17, the bombings stopped and there was silence. Then, out of the forest, came the victors, the Khmer Rouges, whose power had grown out of all proportion to their numbers. They entered the capital Phnom Penh, a city most of them had never seen. They marched in disciplined Indian file through the long boulevards and the still traffic. They wore black and were mostly teenagers, and people cheered them, nervously, naively. After all, the bombing, the fighting, was over at last. The horror began almost immediately. Phnom Penh, a city of 2.5 million people, was forcibly emptied within an hour of their coming, the sick and wounded being dragged from their hospital beds, dying children being carried in plastic bags, the old and crippled being dumped beside the road, and all of them being marched at gunpoint into the countryside and towards a totally new society, the likes of which we have never known. The new rulers of Cambodia called 1975 "Year Zero", the dawn of an age in which there would be no families, no sentiments, no expressions of love or grief, no medicines, no hospitals, no schools, no books, no learning, no holidays, no music, no songs, no post, no money, only work and death.
Variante: Alle sette e mezzo il 17 aprile 1975, la guerra contro la Cambogia si concluse. Era una guerra particolare, poiché nessun paese aveva sofferto d'un tale bombardamento. Su questa terra, forse la più graziosa e più pacifica in tutta l'Asia, il presidente Nixon e il signor Kissinger sguanciarono centomila tonnellate di bombe, l'equivalente di cinque Hiroshima. Il bombardamento fu una loro scelta personale. Illegalmente e in segreto, bombardarono la Cambogia, un paese neutrale, fino a riportarla all'età della pietra, e intendo età della pietra nel suo senso strettamente letterale. Poco dopo l'alba, il 17 aprile 1975, i bombardamenti cessarono, e regnò il silenzio. Poi, i vittoriosi, i Khmer Rossi, il cui potere era cresciuto fuori proporzione dai loro numeri, emersero dalla foresta. Entrarono la capitale, Phnom Penh, una città che molti di loro non avevano mai visto prima. Marciarono in fila indiana disciplinata lungo i viali e il traffico immobile. Si vestivano di nero, ed erano per la maggior parte adolescenti. Il popolo li acclamò ansiosamente ed ingenuamente. Dopo tutto, i bombardamenti e le sparatorie erano finiti. Il terrore cominciò quasi immediatamente. Phnom Penh, una città di 2.5 milioni d'abitanti, fu evacuata con la foza entro un ora del loro arrivo, i malati e feriti trascinati dai loro letti d'ospedale, bambini morenti trasportati in sacchi di plastica, i vecchi e zoppi lasciati per la strada, tutti marciati sotto tiro verso la campagna e una società totalmente nuova, mai vista prima. I nuovi leader di Cambogia nominarono 17 aprile «Anno zero», l'alba di un' era in cui non ci sarebbero state famiglie, niente sentimenti, nessuna espressione d'amore o lutto, niente medicine, niente ospedali, niente scuole, niente libri, niente istruzione, niente vacanze, niente musica, niente canzoni, niente posta e niente denaro: solo fatica e morte.

“[…] il genere fiction-serie tv è orribilmente inficiato da migliaia di prodotti scadenti e che la qualità media del cinema-cinema è nettamente superiore: ma quando un grande regista salta anche momentaneamente in zona serie tv tutto si nobilita ed è una festa. E il primo squillo di questa festa lo lanciò proprio David Lynch con quella località sperduta, Twin Peaks, piena di segreti oscuri e specchio dell'anima oscura del mondo.”

Antonio Dipollina (1960) giornalista, critico televisivo e scrittore italiano

Origine: Da Twin Peaks, così Lynch rivoluzionò la fiction tv http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/02/01/twin-peaks-cosi-lynch-rivoluziono-la-fiction.mi_010twin.html, la Repubblica, 1º febbraio 2012.

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“Per quanto sia consapevole e ricordi, cominciai la vita accorgendomi che avevo un'insolita responsabilità sulle spalle. Certamente non una politica inizialmente, ma una responsabilità nella vita sociale. Nella campagna, ci sono delle tradizioni predominanti che dicono: non ridere troppo; non parlare troppo; non lamentarti della fatica; non temere, perché è vergognoso aver paura; mantieni i segreti; sii generoso, perché è vergognoso non esserlo. Se hai una sola pecora, la devi macellare per il tuo ospite. Devi lavorare sempre, perché è vergognoso poltrire. Ti devi alzare prima dell'alba, perché è vergognoso dormire dopo il sorgere del sole. Di notte, non devi dormire profondamente, perché è vergognoso avere un ladro che ti entra in casa e ti trova addormentato. Questi erano i valori fondamentali che si trovavano nella campagna, venerati dai nostri avi.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

For as long as I am aware and as long as I remember, I began life realizing that I had an unusual responsibility on my shoulders not a political one at first, naturally, but a responsibility in social life. In the countryside there are predominant traditions which say: Do not laugh too much; do not talk too much; do not complain of fatigue; do not fear, because it is shameful to be afraid; keep your secret; be generous, because it is shameful to be otherwise. If you have one sheep only you have to slaughter it for your guest. You have to work all the time, because it is shameful to be lazy. You have to get up before sunrise, because it is shameful to remain asleep after daybreak. At night you should not sleep heavily, because it is shameful to have a thief break into your house who finds you asleep. These were the basic values which we found in the countryside, revered by our forefathers.

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“Quali sono le zone di ipersensibilità della società italiana? Bisognerebbe proprio chiederselo, perché è lì che la battaglia andrebbe condotta. Ma noi non abbiamo avuto i Padri Pellegrini, e che un presidente del consiglio menta non scandalizza nessuno. Che un generale perda una guerra, dopo che abbiamo avuto Carlo Alberto, Persano e gli artefici di Caporetto, sembra quasi umano. Non ci scandalizzeremo nemmeno per qualche bustarella, una concussioncella, un pastrocchio valutario, una evasioncella fiscale. Siamo uomini, tutti abbiamo le nostre debolezze. E allora? Allora bisognerebbe chiedersi chi e che cosa riesca ancora a scandalizzare gli italiani, senza speranza di perdono. E la risposta è preoccupante. Nell'ordine sono: 1) il cornuto contento; 2) l'impotente beffato; 3) l'omosessuale non autorizzato (quindi sono esclusi gli artisti); 4) chi picchia i bambini; 5) chi non ama la mamma; 6) chi guadagna più di me. […] Ma questo significa che nel nostro paese di Lucrezie Borgia che avvelenano, Maramaldi che tradiscono, Freda che bombardano, dove non ci si scandalizza né per il malgoverno né per la mafia, l'ultima battaglia per la libertà non dovrebbe essere combattuta rivelando le conversazioni segrete tra gli ammiragli e i ministri, ma filmando dietro un falso specchio un ammiraglio che si masturba bevendo champagne mentre il suo attendente nudo picchia la vecchia madre inferma. Il che, ammettiamolo, è un po' triste.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

da L'uomo che morde troppo, Cronache dei regni vassalli, pp. 78-79
Dalla periferia dell'Impero

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“Egli riteneva essenziale, così pareva, conoscere l'uomo prima di tentare di fargli del bene. Quando esistono cuore e intelletto, le malattie dell'organismo fisico sono colorate dai caratteri di quelli. In Arthur Dimmesdale il pensiero e l'immaginazione erano così attivi, e la sensibilità così intensa, che l'infermità corporea doveva trovarvi un terreno d'operazione. Così Roger Chillingworth, uomo abile, medico amorevole e amico, procurava di affondare nel petto del paziente, frugando fra i princìpi di lui, nonché nei ricordi, saggiando tutto con tocco cauto, come un cercatore di tesori in una buia caverna. Pochi segreti possono eludere un indagatore che abbia opportunità e licenza di intraprendere una simile ricerca, nonché l'abilità di seguirla. Un uomo oppresso da un segreto dovrebbe schivare l'intimità del suo medico. Se questi possiede sagacia e un ineffabile elemento in più, chiamiamolo intuito, se egli non mostra un egoismo indiscreto, né caratteri personali spiccatamente sgradevoli, se ha la forza, che gli deve essere innata, di trovare delle affinità con il paziente al punto che questi si trovi ad aver detto ciò che si immagina di avere soltanto pensato; se tali rivelazioni vengono ricevute senza tumulti e riconosciute non tanto da una simpatia dichiarata quanto da un silenzio, da un afflato inarticolato, con una parola gettata qua e là a dimostrare che tutto viene compreso, se a questi requisiti di un confidente si aggiungono i vantaggi forniti dal carattere sociale del medico, allora, ad un istante inevitabile, l'anima del sofferente si scioglierà e sgorgherà in un fiotto oscuro ma trasparente, recando tutto il mistero alla luce del giorno.”

cap. IX
La lettera scarlatta
Origine: Citato in Elémire Zolla, La cura psicanalitica http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/ritagliostampa/bncr_zolla_a10/001, s. t., 2 novembre 1960.

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“El-ahrairà ha scoperto laggiù
la fonte segreta dell'eterna gioventù. (zigolo giallo; La storia delle Tre Mucche, p. 52)”

Richard Adams (1920–2016) scrittore e glottoteta britannico

La collina dei ricordi

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“La diplomazia è disposta a violare lo spirito fondamentale dei patti, non appena non sia in giuoco non dico l'interesse legittimo (perché nessun patto deve poggiare sul sacrificio senza contropartita dei contraenti) ma il comodo e le ambizioni segrete delle diverse nazioni.”

Adolfo Omodeo (1889–1946) storico italiano

Origine: Dal discorso di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Napoli, 11 novembre 1944; in I problemi della pace http://bibliotecaginobianco.it/flip/ACR/01/0200/?#5/z, L'Acropoli, Anno I, n. 2, febbraio 1945, p. 83.

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“L'andare da un mondo che conosciamo | a uno di muta meraviglia | è come l'ansia di un bimbo | la cui visuale è una collina, | oltre la collina è magia | e ogni cosa sconosciuta, | ma il segreto compenserà | la scalata solitaria?”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

J1603 – F1662, vv. 1-8
Lettere
Origine: In Tutte le poesie. J1601 – 1650 http://www.emilydickinson.it/j1601-1650.html, EmilyDickinson, traduzione di G. Ierolli.

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“Malgrado tutta la loro apparente tolleranza, gli Stati Uniti mantengono un particolare equilibrio tra le forze del capitalismo e quelle della democrazia. Per ottenere ciò, sono sicuro che il paese è guidato da qualche forza nascosta, un'organizzazzione che lavora in segreto, abbastanza potente da far fuori i Kennedy e chiunque lo ostacola.”

Mohammad Reza Pahlavi (1919–1980)

Variante: Per tutta la loro apparente toleranza, gli Stati Uniti mantengono uno strano bilancio tra le forze del capitalismo e quelle della democrazia. Per ottenere ciò, sono sicuro che il paese è guidato da qualche forza nascosta, un organizazzione lavorando in segreto, abbastanza potente da far fuori i Kennedy e chiunque lo ostacola.

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“E non solo i pittori eran poeti, | ma filosofi grandi, e fûr demonj | nel cercar di natura i gran segreti.”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

Autore: p. 356
Satire, Satira VI, L'invidia

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“Anche Assad è laico e moderno, è un esponente del partito Baas, una volta interarabo ma da tempo frantumato in correnti nazionali, e anche Assad ha i riflessi pronti nell'eliminare gli avversari virtuali prima che diventino reali. Assad è simile a Saddam perché la Siria è come l'Iraq un mosaico di clan. Nel grande Egitto o nella piccola Tunisia i rais sono o sono stati di un altro stampo perché quei due paesi sono più omogenei. E attorno alle monarchie più note (in particolare la marocchina e la saudita) si sono creati consensi abbastanza ampi. Nonostante abbia ormai vent'anni, per il regime di Assad il consenso è invece spesso sulle punte delle spade o meglio sulle bocche dei cannoni dei suoi carri armati. Il clan di Assad è la setta alauita, scisma dell'Islam con vaghi elementi cristiani e alcuni dogmi segreti, considerata la maggioranza sunnita siriana un'eresia o un intollerabile groviglio di laici. Gli alauiti rappresentano poco più di un decimo della popolazione, sono all'incirca un milione e mezzo. Per imporsi Assad ha sparso molto sangue, in particolare a Hama, dove i suoi mezzi blindati hanno schiacciato nell'82 il movimento dei Fratelli Musulmani che in nome dell'Islam sunnita avevano aperto le ostilità contro il regime laico e moderno del Baas siriano, guidato da Assad, come quello iracheno è guidato da Saddam.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Anche Assad è laico e moderno, è un esponente del partito Baas, una volta interarabo ma da tempo frantumato in correnti nazionali, e anche Assad ha i riflessi pronti nell'eliminare gli avversari virtuali prima che diventino reali. Assad è simile a Saddam perché la Siria è come l'Iraq un mosaico di clan. Nel grande Egitto o nella piccola Tunisia i rais sono o sono stati di un altro stampo perché quei due paesi sono più omogenei. E attorno alle monarchie più note (in particolare la marocchina e la saudita) si sono creati consensi abbastanza ampi. Nonostante abbia ormai vent'anni, per il regime di Assad il consenso è invece spesso sulle punte delle spade o meglio sulle bocche dei cannoni dei suoi carri armati. Il clan di Assad è la setta alauita, scisma dell'Islam con vaghi elementi cristiani e alcuni dogmi segreti, considerata la maggioranza sunnita siriana un'eresia o un intollerabile groviglio di laici. Gli alauiti rappresentano poco più di un decimo della popolazione, sono all'incirca un milione e mezzo. Per imporsi Assad ha sparso molto sangue, in particolare a Hama, dove i suoi mezzi blindati hanno schiacciato nell'82 il movimento dei Fratelli Musulmani che in nome dell'Islam sunnita avevano aperto le ostilità contro il regime laico e moderno del Baas siriano, guidato da Assad, come quello iracheno è guidato da Saddam.

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“A parte un ristretto manipolo di collaboratori di giustizia, da decenni i neofascisti vecchi e nuovi negano strenuamente - a dispetto delle evidenze giudiziarie e storiche - ogni coinvolgimento nello stragismo e i legami con i servizi segreti. Si atteggiano a giustizieri, soldati in guerra, una minoranza vessata, coraggiosa, romanticamente solidale.”

Benedetta Tobagi (1977) giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica italiana

Origine: Da Una luce sulla strage di Bologna https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2018/08/01/news/la_strage_del_2_agosto-203168593/, Rep.repubblica.it, 1 agosto 2018.

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“Sii solo, questo è il segreto dell'invenzione; sii solo, cioè quando nascono le idee.”

Nikola Tesla (1856–1943) fisico, inventore e ingegnere serbo naturalizzato statunitense
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“Vittorio Emanuele in Italia è già rientrato negli anni sessanta. Anzi, non ne è mai uscito. Fa parte a pieno titolo della storia recente del paese: quella storia italiana, invisibile e sotterranea, che ha a che fare con lobby riservate, logge segrete, aristocrazie occulte impegnate in affari internazionali, spesso sul crinale tra legalità e illegalità.”

Gianni Barbacetto (1952) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da La vera storia di Vittorio Emanuele di Savoia, italiano offshore http://www.giannibarbacetto.it/2017/12/18/vittorio-emanuele-di-savoia-italiano-offshore/, Il Fatto Quotidiano; riportato in Giannibarbacetto.it, 22 settembre 2017.

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“Gelli, a dispetto della sua mancanza di fascino, è stato centrale nella storia italiana dal dopoguerra fino agli anni Ottanta. Non un burattinaio in proprio, ma un volonteroso funzionario della guerra segreta che è stata combattuta in Italia. Nemico dichiarato: il comunismo. Nemico combattuto: la democrazia, le regole, la legalità.”

Gianni Barbacetto (1952) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Gelli, golpe e affari nell'Italia dalla doppia storia http://www.giannibarbacetto.it/2015/12/17/gelli-golpe-e-affari-nellitalia-dalla-doppia-storia/, Il Fatto Quotidiano; riportato in Giannibarbacetto.it, 17 dicembre 2015.

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“Sto ascoltando il grande coro finale della Messa copta, sulle cui onde oceaniche cadono i colpi maestosi e infinitamente negligenti del tamburo segreto e sopravvive il suono argentino del sistro. È il passo della divinità in tutta la sua indicibile sprezzatura.”

Cristina Campo (1923–1977) scrittrice, poetessa e traduttrice italiana

Origine: Da una lettera a John Lindsay Opie, senza data (dalla metà degli anni Sessanta in poi, Belinda e il mostro, p. 188), scritta in inglese; citato in Cristina De Stefano, Belinda e il mostro, p. 107.

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“Lord Bolton dice che un uomo nudo ha pochi segreti. Ma un uomo senza pelle non ne ha nessuno.”

George R. R. Martin (1948) autore di fantascienza statunitense

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2016, p. 697
La Regina di Draghi

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“Le biblioteche non custodiscono i segreti: li rivelano.”

Cornelia Funke (1958) scrittrice tedesca

Origine: Il labirinto del fauno, p. 230

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“So ascoltando il grande coro finale della Messa copta, sulle cui onde oceaniche cadono i colpi maestosi e infinitamente negligenti del tamburo segreto e sopravvive il suono argentino del sistro. È il passo della divinità in tutta la sua indicibile sprezzatura.”

Cristina Campo (1923–1977) scrittrice, poetessa e traduttrice italiana

Origine: Da una lettera a John Lindsay Opie, senza data (dalla metà degli anni Sessanta in poi, Belinda e il mostro, p. 188), scritta in inglese; citato in Cristina De Stefano, Belinda e il mostro, p. 107.

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“La Juventus è continuità nel tempo. Il segreto più semplice e anche il più difficile da mantenere per ambire a realizzare grandi progetti.”

Sara Gama (1989) calciatrice italiana

Origine: Da un post https://twitter.com/SaraGama_ITA/status/1160167930493120512 sul profilo ufficiale Twitter.com, 10 agosto 2019.

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“Abbiamo scoperto il segreto della vita.”

Francis Crick (1916–2004) scienziato britannico

Origine: Citato in AA.VV., Il libro della scienza, traduzione di Martina Dominici e Olga Amagliani, Gribaudo, 2018, p. 281. ISBN 9788858015001

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