Frasi sull'arte
pagina 26

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“Devo lamentare che le carte sono mischiate male fin quando non ho una buona mano.”

Jonathan Swift (1667–1745) scrittore e poeta irlandese

Pensieri su vari argomenti

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“Sono nemico del comunismo solo perché sto dalla parte del proletariato.”

Witold Gombrowicz (1904–1969) scrittore polacco

da Testamento, traduzione di Vera Verdiani, Feltrinelli, 2004

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“Diplomazia (s. f.). L'arte e il dovere di mentire per il proprio paese.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 64
Dizionario del diavolo

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“Gentile (agg.). Esperto nell'arte e nella pratica della dissimulazione.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 87
Dizionario del diavolo

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“Profezia (s. f.). L'arte di vendere la propria credibilità impegnandosi a consegnarla a domicilio più avanti.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 147
Dizionario del diavolo

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“Telefono (s. m.). Infernale invenzione che elimina purtroppo parte dei vantaggi inerenti alla saggia abitudine di tenere a distanza le persone sgradevoli.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 169
Dizionario del diavolo

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“In una società decadente, l'arte, se veritiera, deve anch'essa riflettere il declino. E, a meno che non voglia tradire la propria funzione sociale deve mostrare un mondo in grado di cambiare. E aiutare a cambiarlo.”

Ernst Fischer (1899–1972) politico austriaco

citata in Zeitgeist: Moving Foward – web film del 2011 diretto da Peter Joseph
L'arte è necessaria?

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“Quel che nella natura è il cristallo, nell'arte è l'ornamento.”

Ernst Fischer (1899–1972) politico austriaco

Origine: L'arte è necessaria?, p. 121

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“Un'opera d'arte si spegne, impallidisce nelle stanze dove ha un prezzo, ma non un valore.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

Origine: Le api di vetro, p. 61

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“Gli errori fanno parte della vita, così come le ombre fanno parte della luce.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da Tempo misurabile e tempo del destino. Riflessioni di un non astrologo sull'astrologia, p. 27
Al muro del tempo

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“D'altra parte un umorista praticante è sempre un satirico improvvisatore.”

Jean Paul (1763–1825) scrittore e pedagogista tedesco

Setteformaggi

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“Io sono seduto nella mia camera con la faccia rivolta al fuoco, e tutti gli oggetti che colpiscono i miei sensi sono contenuti in pochi metri intorno a me. La memoria, invero, mi fa presente l'esistenza di molti oggetti; ma questa sua testimonianza non si estende oltre la loro precedente esistenza, né i sensi né la memoria attestano la continuità del loro essere. Mentre sono ancora seduto e rivolgo per la mente questi pensieri, sento ad un tratto un rumore, come di una porta che gira sopra i suoi cardini, e poco dopo vedo il portiere che avanza verso di me. Ciò mi dà occasione a molte riflessioni e nuovi ragionamenti. Anzitutto, io non ho mai osservato che quel rumore possa provenire da altro fuorché dal movimento di una porta, e quindi concludo che il presente fenomeno sarebbe in contraddizione con tutte le precedenti esperienze, qualora io non ammettessi che la porta, che ricordo dall'altra parte della camera, continua ad esistere. Ancora: ho sempre visto che un corpo umano possiede una qualità ch'io chiamo gravità, e che gl'impedisce di volare, come questo portiere dovrebbe aver fatto per giungere nella mia camera, se pensassi che la scala, di cui ho il ricordo, fosse stata distrutta nella mia assenza. Ma non è tutto. Io ricevo una lettera: aprendola, vedo dal carattere e dalla firma che viene da un amico che mi dice esser distante duecento leghe. È evidente che non posso mai rendermi ragione di questo fenomeno in conformità della mia esperienza in altri casi, senza far passare nella mia mente tutto il mare e il continente che ci separano, e senza supporre gli effetti e l'esistenza continuata dei corrieri e dei battelli, conforme alla mia memoria e osservazione. I fenomeni, dunque, del portiere e della lettera, sotto un certo aspetto sono in contraddizione con l'esperienza comune, e possono esser giudicati come obiezioni alle massime riguardanti la connessione tra cause ed effetti. Io, infatti, sono abituato a udire un certo suono nello stesso tempo che vedo un certo oggetto in movimento; in questo caso, invece, non ho ricevuto le due percezioni insieme. Sì che queste due osservazioni sono contrarie, a meno ch'io non supponga che la porta rimanga ancora, e che sia stata aperta senza ch'io ne abbia avuto la percezione. E questa supposizione, da principio arbitraria e ipotetica, acquista forza ed evidenza per essere la sola che possa conciliare quella contraddizione. Di questi casi se ne offrono continuamente nella mia vita, e mi spingono a supporre una continuata esistenza degli oggetti al fine di collegare le passate con le presenti loro apparizioni, e dare loro quella reciproca unione che ho trovato per esperienza convenire alla loro particolare natura e alle circostanze. Io sono, così, naturalmente portato a considerare il mondo come qualcosa di reale e di durevole, che mantiene la sua esistenza anche quando cessa di esser presente alla mia percezione.”

Trattato sulla natura umana

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“Quindi è che la fortuna si dice esser amica de' giovani, perché eleggono la lor sorta della vita sopra quelle arti o professioni che fioriscono nella loro gioventù; ma, il mondo di sua natura d'anni in anni cangiando gusti, si ritruovan poi, vecchi, valorosi di quel sapere che non più piace e 'n conseguenza non frutta più. Imperciocché ad un tratto si fa un gran rivolgimento di cose letterarie in Napoli, che, quando si credevano dovervisi per lunga età ristabilire tutte le lettere migliori del Cinquecento, con la dipartenza del duca viceré vi surse un altro ordine di cose da mandarle tutte in brievissimo tempo in rovina contro ogni aspettazione; che que' valenti letterati, i quali due o tre anni avanti dicevano che le metafisiche dovevano star chiuse ne' chiostri, presero essi a tutta voga a coltivarle, non già sopra i Platoni e i Plotini coi Marsili, onde nel Cinquecento fruttarono tanti gran letterati, ma sopra le Meditazioni di Renato Delle Carte, delle quali è séguito il suo libro Del metodo, in cui egli disappruova gli studi delle lingue, degli oratori, degli storici e de' poeti, e ponendo sù solamente la sua metafisica, fisica e mattematica, riduce la letteratura al sapere degli arabi, i quali in tutte e tre queste parti n'ebbero dottissimi, come gli Averroi in metafisica e tanti famosi astronomi e medici che ne hanno nell'una e nell'altra scienza lasciate anche le voci necessarie a spiegarvisi. Quindi ai quantunque dotti e grandi ingegni, perché si eran prima tutti e lungo tempo occupati in fisiche corpuscolari, in esperienze ed in macchine, dovettero le Meditazioni di Renato sembrar astrusissime, perché potessero ritrar da' sensi le menti per meditarvi; onde l'elogio di gran filosofo era: «Costui intende le Meditazioni di Renato.»”

Giambattista Vico (1668–1744) filosofo, storico e giurista italiano

p. 13

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“[Fine dell'arte figurativa] Destare nell'animo con la finzione del naturale un sentimento non ignobile.”

Camillo Boito (1836–1914) architetto e scrittore italiano

Origine: Il critico, VIII

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“Spesso, a vedere certi film, penso a quanto sia più bella la pubblicità.”

Oliviero Toscani (1942) pubblicitario, fotografo

Origine: Citato in Paola Di Caro e Venanzio Postiglione, "Difendiamo l'arte". "Ma poi chi paga?" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/15/Difendiamo_arte_poi_chi_paga_co_0_9505158339.shtml, Corriere della Sera, 15 maggio 1995, p. 5.

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“L'educazione ha due scopi, da una parte forma lo spirito, dall'altra prepara il cittadino. Gli ateniesi si fissarono sul primo, gli spartani sull'altro. Gli spartani vinsero, ma gli ateniesi furono ricordati.”

Bertrand Russell (1872–1970) filosofo, logico e matematico gallese

traduzione di E. Oliva, Mondadori
La visione scientifica del mondo