Frasi su accademia

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema accademia, arte, essere, cura.

Frasi su accademia

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“È così breve l'amore, ed è sì lungo l'oblio.”

Pablo Neruda (1904–1973) poeta e attivista cileno

da Posso scrivere i versi...
Venti poesie d'amore e una canzone disperata
Origine: in Venti poesie d'amore e una canzone disperata, traduzione di Giuseppe Bellini, Nuova Accademia Editrice, 1963

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“Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo.”

Eugenio Montale (1896–1981) poeta, giornalista e critico musicale italiano

da È ancora possibile la poesia?, discorso tenuto all'Accademia di Svezia, ricevendo il premio Nobel, 12 dicembre 1975, in Sulla poesia, a cura di Giorgio Zampa, Mondadori, 1997

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“Certamente lo scienziato, come ogni altro uomo, può usare in molti modi la sua libertà, può aprire il suo cuore alla speranza o chiuderlo allo scetticismo.”

Ennio De Giorgi (1928–1996) matematico italiano

dal discorso all'Accademia Pontaniana, Napoli, 1992
Origine: In Lucio Coco, Testamenti spirituali. Note e pensieri dal limite della vita, Paoline, 2008.

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“Provo gioia e fierezza grandissima e mi allieto al pensiero che l'onore di una distinzione così alta e disputata da scrittori che collocavo al di sopra di me si rifletterà sulla mia patria alla quale devo tutto ciò che questa onorificenza premia nelle mie opere.”

Sully Prudhomme (1839–1907) poeta francese

p. 10, dalla lettera spedita all'Accademia Svedese per il conferimento del Premio Nobel, Châtenay 19 novembre 1901
Origine: Citato in Gunnar Ahlström, Il conferimento del Premio Nobel a Sully Prudhomme, I Premi Nobel per la Letteratura, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1965.

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“[Haiku] Poni fine ai lamenti, o insetto: | non vi è amore senza addio, | nemmeno tra le stelle.”

Kobayashi Issa (1763–1828) poeta e pittore giapponese

Citato in Leo Magnino, Storia della letteratura giapponese, Nuova Accademia Editrice, Milano, 1957<sup>3</sup>, p. 143

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“[A Felix Mendelssohn] È un pezzo che non sento più musica ma so che, nel frattempo, tu e gli altri "avete spinto molto avanti l'affare". Io ho ancora molto da imparare da te.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

citato in Giulio Confalonieri, Storia della musica, Edizioni Accademia, Milano, 1975

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“Non sapete voi che più giova a una città un corpo di ciabattini e di votacessi, che non la più numerosa accademia di filologi, o la più popolata colonia d'immaginarj pastorelli?”

Giuseppe Baretti (1719–1789) critico letterario, traduttore e poeta italiano

La Frusta letteraria, La Frusta letteraria, vol. IV

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“Michelagnolo Amerigi fu uomo satirico e altiero; e usciva tal'ora a dir male di tutti li pittori passati e presenti per insigni che si fussero, poiché a lui pareva d'aver solo con le sue opere avanzati tutti gli altri della sua professione […] molti giovani ad essempio di lui si danno a imitare una testa del naturale, e non studiando né fondamenti del disegno e della profondità dell'arte, solamente del colorito appagansi, onde non sanno mettere due figure insieme, né tessere istoria veruna, per non comprendere la bontà di sì nobil'arte.
Fu Michelagnolo, per soverchio ardimento di spiriti, un poco discolo, e tal'ora cercava occasione di fiaccarsi il collo o di mettere a sbaraglio l'altrui vita. Pratticavano spesso in sua compagnia uomini per natura anch'essi brigosi; e ultimamente affrontatosi con Ranuccio Tomassoni giovane di molto garbo, per certa differenza di giuoco di palla a corda, sfidaronsi, e venuti all'armi, caduto a terra Ranuccio, Michelagnolo gli tirò una punta, e nel pesce della coscia feritolo, il diede a morte. Fuggirono tutti da Roma, e Michelagnolo andossene a Pellestrina, ove dipinse una S. Maria Maddalena. E d'indi giunse a Napoli, e quivi operò molte cose.
[…] Se Michelagnolo Amerigi non fusse morto sì presto, averia fatto gran profitto nell'arte per la buona maniera che presa avea nel colorire del naturale; benché egli nel rappresentar le cose non avesse molto giudicio di scegliere il buono e lasciare il cattivo. Nondimeno lasciò gran credito e più si pagavano le sue teste che l'altrui istorie, tanto importa l'aurea popolare, che non giudica con gli occhi ma guarda con l'orecchie. E nell'Accademia il suo ritratto è posto.”

Giovanni Baglione (1566–1643) pittore italiano

da Le Vite dè Pittori, Scultori et Architetti, Roma, 1642

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“Ho vissuto un anno a Firenze perché mio padre era un insegnante di arte in pensione ed è stato all'Accademia per un anno. Quante volte ho visto i film di Fellini… Li ho visti e rivisti. Quante volte sono stato in Italia! Però solo adesso posso dire di capire veramente Fellini…”

Stanley Tucci (1960) attore e regista statunitense

Origine: Citato in [//trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/stanley-tucci-dalle-cucine-allaeroporto-jfk/275440 Stanley Tucci, dalle cucine all'aeroporto JFK], Repubblica.it, 22 luglio 2004.

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“Deve l'Accademia alla signora Margherita Traube Mengarini alcune interessanti ricerche sui gas contenuti nella vescica natatoria dei pesci. La esistenza e la origine di questi gas era già nota nel secolo scorso, ma successivamente non piccolo numero di fisiologi si occupò della quistione, la quale poteva dirsi pochi anni sono, cioè nel 1870, giunta, dopo le esperienze di Moreau, a quanto ne scrive Paul Bert nelle sue lezioni sulla respirazione Il se fait donc dans la vessie natatorie une véritable sécrétion d'oxigène aux dépens du sang. […] L'autrice dimostra, già dal principio del suo lavoro, la sua estesa coltura riferendo brevemente le esperienze e le opinioni di oltre quaranta naturalisti i quali si occuparono dell'argomento; e condotta dall'accurato esame, passa a stabilire quali altra desiderata sperimentali potessero occorrere per risolvere il problema postosi da Moreau: d'onde provenga l'aria della vescica natatoria. Le nuove esperienze, che non mi è possibile di qui descrivere, sono condotte con molta sagacia e conoscenza del metodo; esse non confermano che in parte i risultati di Moreau o per dir meglio, ne limitano il campo, aggiungendo nuovi fatti, i quali secondo il procedimento scientifico moderno, portano luce sopra altri aspetti della quistione.”

Francesco Brioschi (1824–1897) matematico, politico e rettore italiano

Origine: Citato in Ariane Dröscher, Traube Mengarini Margarethe (Margherita) http://scienzaa2voci.unibo.it/biografie/66-traube-mengarini-margarethe-margherita, da Scienza a due voci, Università degli Studi di Bologna.

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“Cosa è questo primo lavoro? Una commedia, il Candelaio. Bruno vi sfoga le sue qualità poetiche e letterarie. La scena è in Napoli, la materia è il mondo plebeo e volgare, il concetto è l'eterna lotta degli sciocchi e de' furbi, lo spirito è il più profondo disprezzo e fastidio della società, la forma è cinica. È il fondo della commedia italiana dal Boccaccio all'Aretino, salvo che gli altri vi si spassano, massime l'Aretino, ed egli se ne stacca e rimane al di sopra. Chiamasi accademico di nulla accademia, detto il Fastidito. Nel tempo classico delle accademie il suo titolo di gloria è di non essere accademico. Quel fastidito ti dà la chiave del suo spirito. La società non gl'ispira più collera; ne ha fastidio, si sente fuori e sopra di essa. […] Ci è un libro pubblicato a Parigi nel 1582, col titolo: De umbris idearum, e lo raccomando a' filosofi, perché ivi è il primo germe di quel mondo nuovo, che fermentava nel suo cervello. Ivi tra quelle bizzarrie mnemoniche è sviluppato questo concetto capitalissimo, che le serie del mondo intellettuale corrispondono alle serie del mondo naturale, perché uno è il principio dello spirito e della natura, uno è il pensiero e l'essere. Perciò pensare è figurare al di dentro quello che la natura rappresenta al di fuori, copiare in sé la scrittura della natura. Pensare è vedere, ed il suo organo è l'occhio interiore, negato agl'inetti. Ond'è che la logica non è un argomentare, ma un contemplare, una intuizione intellettuale non delle idee, che sono in Dio, sostanza fuori della cognizione, ma delle ombre o riflessi delle idee ne' sensi e nella ragione.”

cap. XVIII
Storia della letteratura italiana

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“Mio padre mi ha sempre insegnato a fare tutto. Quando gli ho detto che volevo fare l'attore, mi ha detto di studiare doppiaggio, perché secondo lui era la scuola migliore. Non l'Accademia di Arte Drammatica, che sforna a volte pessimi attori di teatro. "Gli attori di teatro – mi diceva – parlano il 'birignao.'”

Christian De Sica (1951) attore italiano

Invece bisogna parlare il dialetto, che è il vero italiano".
Origine: Citato in Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo, a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, 2005, Roma. ISBN 8839712895

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“La critica d'arte è sciocca come l'esperanto.”

Blaise Cendrars (1887–1961) scrittore svizzero

da Cendrars, a cura di Luciano Erbs, Nuova accademia editrice, 1965

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“Le accademie si fanno oppure non si fanno!”

Paolo Ferrari (commediografo) (1822–1889) commediografo e scrittore italiano

III, 1
La satira e Parini

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“Ho studiato più per riflessione e per compiacere alla madre mia che per elezione. Il mio genio sarebbe stato per le matematiche e per molti anni mi piangeva il cuore al vedere libri di matematica. Sono contento per altro d'aver dato questa consolazione alla mia povera madre…”

Bartolomeo Veratti (1809–1889) giurista, giornalista e filologo italiano

citato da G.B. Rossi Veratti, nel necrologio per lo zio, in Bartolomeo Veratti, in Studi Letterari e Morali ed Atti dell'Accademia Ecclesiastica di S. Tommaso d'Aquino, Tomo 6, 1889, p. I-XI

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“[Su Ferdinando II delle Due Sicilie] Frugale, laborioso, sollecito, niente a giuoco, niente a cacce, né a corse o a feste avea pensiero; tutto al governo. Niuno negherà essere splendido il suo primo decennio. Pace profonda, quiete e sicurezza, libertà civile, prosperità molta. Brevemente si costruirono strade, edifizii comunali, lazzaretti, case di bagni minerali, prigioni col sistema penitenziario, scuole per sordomuti, ospizii ed asili per indigenti e orfanelli e reietti e folli, porti a Catania, a Marsala, a Mazzara, e moli a Terranova e a Girgenti; s'istituirono consigli edilizii, monti pecuniarii e frumentarii, compagnie di Pompieri, opificii, nuove accademie, nuove cattedre all'università, nuovi collegi, nuovi licei. Si bonificavan terre paludose, si davano alla coltura terre boscose, e 800 mila moggia del Tavoliere di Puglia; si facevan ponti di ferro e di fabbrica su' fiumi, fanali a gas, fari alla Fresnel, ed ogni novella invenzione qui primamente in Italia era attuata. Si stipulavan trattati di commercio, si creavan guardie civiche per Napoli e per le provincie, e guardie d'onore a cavallo. Que' dieci anni fur benedetti anche ne' campi. Ubertose messi, mercati grassi, miti prezzi, comune l'agiatezza; un movimento d'industria, un crescer di popolazione, un incremento di tutte cose buone; sicché non credo il reame avesse tempi più gai e lieti di quelli.”

Giacinto de' Sivo (1814–1867) scrittore e storico italiano

da Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861, Vol. 1 p. 95

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“Per i capricci di un dittatore fu ucciso mio padre. Mia madre e mia sorella morirono poco dopo dal dolore. Da allora ho odiato i dittatori! Ho deciso di combatterle ma per sconfiggerli era necessario che diventassi anch'io un uomo potente. Temprai la mia volontà, studiai con grandi sacrifici e mi laureai all'Accademia Militare. La mia determinazione mi portò al successo e fui eletto comandante in capo. Ma un giorno avvenne qualcosa di nuovo e la mia mente ne fu sconvolta : vidi per la prima volta Mayu e Harlock e mi tornò in mente mia sorella Tami. Ricordai tutte le sue sofferenze, la mia impotenza a salvarle la vita. Imprecai contro le ingiustizie del mondo! Mi consumavo d'invidia per coloro che sembravano più fortunati di me. Odiai voi e Mayu, vi odiai ferocemente, con rabbia, con una rabbia che mi aveva portato al limite della follia! Capite? Harlock, avete visto tutti quei bambini a Cruna, vero? Quando sono stato deposto dal Primo Ministro come traditore mi nascondevo nei luoghi più impensati. In quel quartiere povero ho incontrato quei bambini: erano abbandonati a se stessi ma sono stati molto affettuosi con me. Hanno capito che ero affamato e mi procuravano da mangiare. Appena mi è stato possibile ho portato quei ragazzi a Cruna e ho chiesto al vecchio Ashi di prendersi cura di loro. Erano felici anche perché c'erano un mucchio di cose da mangiare. Mi chiamavano "capo", chissà perché. Io li consideravo come fratellini e sorelline e avrei fatto qualunque cosa per renderli felici. Avrei voluto costruire tante scuole e palestre di giochi per loro, avrei voluto costruire una casa su un monte perché da lontano potessero vedere l'oceano. Ahahahah… Non so più quello che sto dicendo, quel mattacchione del Dr. Zero deve aver spostato qualche rotellina in questa mia testaccia di bufalo.”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Kirita
Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 39, Morte di Kirita

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“Della mia permanenza all'Accademia di Belle Arti debbo dire, per la verità, che gli insegnamenti che mi venivano impartiti non ebbero altro effetto che di porre il mio spirito in uno stato di profondo disagio. Ben dopo di ciò che ora serve alla mia arte vi appresi.”

Giorgio Morandi (1890–1964) pittore e incisore italiano

18 febbraio 1928
Origine: Autobiografia da L'Assalto, settimanale della federazione fascista di Bologna, dalla rubrica Autobiografie di scrittori e artisti del tempo fascista, 18 febbraio 1928, p. 3; in Lettere, a cura di Lorella Giudici, Abscondita, 2004, ISBN 978-88-8416-322-6

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“Pensannoce a l'ingrosso nun te pare: | Ma si invece poi tu te c'immedesimi, | Li mijoni so' fatti de centesimi.”

Cesare Pascarella (1858–1940) poeta e pittore italiano

da I sonetti, Storia nostra, le prose, a cura dell'Accademia dei Lincei, Mondadori, 1955
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“Ma c'è la chiusa poi dell'urtim'atto, | Quanno che lui s'ammazza e ammazza lei, | Che, te dico, m'ha proprio soddisfatto.”

Cesare Pascarella (1858–1940) poeta e pittore italiano

La tragedia, da La scoperta dell'America e altri sonetti, a cura dell'Accademia dei Lincei, Mondadori, 1951
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“Questo s'impara dagli uomini della miniera, che la vita è una lotta e non una vacanza alle Maldive, che è inevitabile sporcarsi di terra e di carbone (cosa che non capita alla settimana bianca, né all'Accademia), che la vita è fragile ed effimera, che un Altro ce l'ha data e lui ha pietà di noi perché è Padre.”

Antonio Socci (1959) giornalista e scrittore italiano

14 ottobre 2010
Libero
Origine: Citato in Nella fede di quei minatori rivedo mio padre http://www.antoniosocci.com/nella-fede-di-quei-minatori-rivedo-mio-padre/, Lo Straniero, 14 ottobre 2010.

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“Che ar monno, a 'sta Fajola d'assassini, | Lo voi sapé' chi so l'amichi veri? | Lo voi sapé' chi so'? So' li quatrini.”

Cesare Pascarella (1858–1940) poeta e pittore italiano

'Na predica de mamma, da La scoperta dell'America e altri sonetti, a cura dell'Accademia dei Lincei, Mondadori, 1951
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“Ma tu parla co' Nina la mammana, | Che de 'sta roba se n'intenne a fonno, | Be', che dice? Che l'opera italiana | È la più mejo musica der monno.”

Cesare Pascarella (1858–1940) poeta e pittore italiano

La musica nostra, da La scoperta dell'America e altri sonetti, a cura dell'Accademia dei Lincei, Mondadori, 1951
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“L'amichi? Te spalancheno le braccia | Fin che nun hai bisogno e fin che ci hai; | Ma si, Dio scampi, te ritrovi in guai, | Te sbatteno, fio mio, la porta in faccia.”

Cesare Pascarella (1858–1940) poeta e pittore italiano

Na predica de mamma, da La scoperta dell'America e altri sonetti, a cura dell'Accademia dei Lincei, Mondadori, 1951
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“Gli Ateniesi […], grazie a un solo sofista [Platone], volevano abbattere la tirannide di Dionisio, convincendolo a disfarsi delle sue diecimila guardie e ad abbandonare le quattrocento triremi, i diecimila cavalieri e una fanteria di molte volte maggiore, per andare a cercare nell'Accademia quel suo 'bene' misterioso e diventare felici in virtù della geometria.”

Filisto (-430–-356 a.C.) storiografo greco antico

citato in Plutarco, Vite parallele, Dione, 14, 3
Origine: In Giulio Maria Chiodi, Roberto Gatti, La filosofia politica di Platone, FrancoAngeli, 2008, p. 64. ISBN 9788846494634

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“Io sono un sognatore, allora non sapevo cosa stavo facendo ma adesso il successo si può facilmente misurare. Come? Ci sono accademie di tennis in ogni angolo del mondo perché la mia ha avuto successo e tutti hanno tentato di copiarla.”

Nick Bollettieri (1931) allenatore di tennis statunitense

Origine: Citato in Bollettieri: "Solo i visionari che non hanno paura fanno cose grandi" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/05/01/881901-bollettieri_solo_visionari_hanno_paura_fanno_cose_grandi.shtml, Ubitennis.com, 1 maggio 2013.

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“Dice: – Regazzi! pronti, su le scene. – | Com'entramo, li fischi se spregorno. | Ah, dico fra de me, comincia bene!”

Cesare Pascarella (1858–1940) poeta e pittore italiano

La comparsa, sonetto I, da La scoperta dell'America e altri sonetti, a cura dell'Accademia dei Lincei, Mondadori, 1951
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“[Su alcuni racconti di Franz Kafka] Coesione antropologica e diaspora sono i due poli della contraddizione che agita queste pagine dalla prima all'ultima, pagine abitate da sciacalli (Sciacalli e arabi), scimmie (Relazione per un'Accademia), cani (Indagini di un cane), talpe (La costruzione) e topi (Josefine), ma sempre ossessionate dal problema della razza, della tradizione, dell'identità.”

Michele Mari (1955) scrittore italiano

Origine: Dall'articolo Kafka: cani e sciacalli dal volto umano https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/febbraio/27/Kafka_cani_sciacalli_dal_volto_co_0_0002275047.shtml, Corriere della Sera, 27 febbraio 2000.

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“Dagli anni Ottanta in poi, se guardi la provenienza dei nostri migliori tennisti, ti accorgi dei benefici dell'accademia. Non c'è solo il fatto di trovare avversari di differenti nazionalità. Vedi più determinazione, più forza mentale in chi è lontano da casa.”

Nick Bollettieri (1931) allenatore di tennis statunitense

Origine: Citato in Alessandro Mastroluca, Come cambia l'orizzonte dopo un milione di città http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/10/18/788244-come_cambia_orizzonte.shtml, Ubitennis.com, 18 ottobre 2012.