Frasi su color
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“La corea ereditaria […] è confinata ad alcune famiglie, che fortunatamente sono in numero limitato, e costituisce un cimelio tramandato da molte generazioni fin dal lontano passato. Tra coloro nelle cui vene scorrono i semi della malattia se ne parla con una sorta di terrore, e non se ne fa accenno esplicito se non quando vi sia una necessità disperata e si parla, allora, di «quella malattia.»”

George Huntington (1850–1916) medico statunitense

Origine: Dall'articolo On Chorea, Medical and Surgical Reporter of Philadelphia, 13 aprile 1872; citato in Alberto Albanese, I gangli motori e i disturbi del movimento, Edizioni Piccin, 1991, p.309 http://books.google.it/books?id=7B_nsNxwjvoC&pg=PA309, ISBN 8829909114.

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“Bisogna che voi sappiate che cioè è piaciuto alla bontà di Dio dare una benedizione specialissima e niente affatto immaginabile, agli esercizi dei nostri ordinandi. È stata una tal grazia che tutti quelli che vi sono passati, o Ia maggior parte, menano una vita quale deve esser quella dei buoni e perfetti sacerdoti. Ve ne sono anche parecchi notabili per nascita e per altre qualità che Dio ha posto in loro, i quali vivono così regolati nelle proprie famiglie, come noi viviamo in casa nostra e sono altrettanto e, forse, anche più interiori di alcuni di noi, non vi fossi che io solo. Hanno tutto il loro tempo regolato, fanno l'orazione mentale, celebrano la santa messa, fanno l'esame di coscienza tutti i giorni come noi. Si dedicano a visitare gli ospedali e le prigioni, dove catechizzano, predicano, confessano e lo stesso fanno nei collegi con singolari benedizioni di Dio. Fra molti altri, ve ne sono dodici o quindici in Parigi, che vivono a questo modo e sono persone distinte per nascita, e ciò comincia ad esser conosciuto dal pubblico. Ora appunto, questi giorni passati, uno di essi parlando del metodo di vita che tenevano coloro che insieme con lui avevano avuto gli esercizi degli ordinandi, espose un suo pensiero di volersi cioè tutti unire a guisa di assemblea o di compagnia, il che è stato fatto con particolare soddisfazione di tutti gli altri. E lo scopo di detta assemblea è di attendere alla propria perfezione, di procurare che Dio non sia punto offeso, ma conosciuto e servito nelle loro famiglie e di cercare la sua gloria nelle persone di chiesa e fra i poveri; e tutto ciò sotto la direzione di una persona di qui dentro, dove essi devono adunarsi ogni otto giorni. E perché Dio ha benedetto i ritiri che parecchi curati della diocesi hanno fatto qui, questi signori desiderano far lo stesso ed hanno realmente cominciato. Abbiamo dunque motivo di sperare grandi beni da tutto questo, se piace a Nostro Signore benedire I'opera sua che raccomando particolarmente alle vostre preghiere.”

Vincenzo de' Paoli (1581–1660) sacerdote francese

A Francois Du Coudray, Roma, 13 giugno 1633, vol. I, p. 158
Epistolario

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“Monsignore, seppi che voi desideravate sapere tre cose da noi. Non avendo potuto, allora, aver l'onore di rispondervi, perché me n'andavo in campagna, lo facevo ora ed ecco che cosa vi dico. Prima di tutto: noi siamo interamente sotto l'obbedienza dei nostri signori prelati per andare in qualunque luogo delle loro diocesi, dove ad essi piacerà andare a predicare, catechizzare e ad indurre la povera gente a fare la confessione generale. Poi il nostro compito è di insegnare l'orazione mentale, la teologia pratica e necessaria e le cerimonie della Chiesa a coloro che devono ricevere l'ordine sacro, dieci o quindici giorni avanti I'ordinazione, e di ospitarli da noi dopo che sono diventati preti, affinché rinnovino i devoti affetti che il Signore aveva dato loro nelI'ammetterli agli ordini. In breve, noi siamo come i seni del centurione del Vangelo rispetto ai monsignori prelati in questo, che se essi ci dicono: andate, siamo obbligati ad andare; se essi ci dicono: venite, noi siamo obbligati a venire; fate la tal cosa, e noi siamo obbligati i farla. Di più siamo sottomessi aIle loro visite e correzioni, come i curati e i vicari di campagna, quantunque, per conservare I'uniformità degli spiriti, vi sia un superiore generale al quale i missionari devono obbedire quanto alla disciplina domestica. Ecco, Monsignore, come viviamo coi nostri signori prelati.”

Vincenzo de' Paoli (1581–1660) sacerdote francese

Al Vescovo di Beziers, ottobre 1635, vol. I, p. 235
Epistolario

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“Il demonio spesso ci fa un quadro dipinto a vividi colori dei difetti altrui, ed oscura i nostri.”

Giuseppe Marello (1844–1895) vescovo cattolico italiano

Scritti

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“Quello che viene pensato partendo dai colori può essere eseguito in cinquanta modi diversi.”

Rudolf Steiner (1861–1925) filosofo, esoterista e pedagogista austriaco

da Opera omnia, n. 300

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“Solo coloro che fanno le battaglie le vincono e soltanto coloro che sono potenti ne traggono vantaggi.”

Louis Antoine de Saint-Just (1767–1794) rivoluzionario e politico francese

Origine: Frase scritta da Saint-Just nell'antivigilia della sua morte; citato in Simone Weil, Riflessioni sulla guerra (Réflexions sur la guerre, 1933), in Incontri libertari, traduzione di Maurizio Zani, Elèuthera, Milano, 2001, p. 38. ISBN 88-85060-52-8

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“Non parlare aspramente ad alcuno: coloro ai quali tu parli ti potrebbero rispondere: le contumelie sono sgradevoli: potrebbero coglierti, in cambio, bastonate su bastonate!”

Gautama Buddha (-563–-483 a.C.) monaco buddhista, filosofo, mistico e asceta indiano, fondatore del Buddhismo

133; 1994, p. 63
Dhammapada

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“Signore, dona pane agli affamati, e fame a coloro che hanno pane.”

Catherine Doherty (1896–1985)

Cercando Dio nel cuore dell'uomo: il piccolo mandato

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“Ci formiamo un'idea così romantica di Venezia per la sua ben nota e singolare posizione, che ora essa non risponde per nulla alle mie aspettative, specie dopo aver esaminato le vedute di Canaletto, tutte d'un solo colore: io trovo che questa, come altre famose città, è composta di cose diverse per dimensioni, per ordini architettonici, per tempo, per materiali.”

Charles Burney (1726–1814) compositore, organista e storico inglese

da The present state of music in France and Italy http://books.google.it/books?id=x0QJAAAAQAAJ&hl=it&pg=PP7#v=onepage&q&f=false, 1771
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“Gesù sapeva benissimo che sarebbe stato conservato nei Tabernacoli anche solitari, senza contorno nella notte, all'infuori di una fiammella che le leggi della Chiesa esigono. Sapeva benissimo che anche nel giorno, secondo il variare della densità di fede nei tempi, cristiani sarebbero andati e non andati a rendere adorazione alla sua ineffabile Presenza, lo sapeva. Forse qualcheduno di noi avrebbe potuto obbiettargli: "Signore, fa' in modo di essere presente quando c'è gente che Ti adora, altrimenti è inutile". Inutile? No. Le Chiese possono essere vuote, ma Cristo nel tabernacolo non è inutile, perché l'Eucarestia, sia attraverso il Sacrificio – del quale oggi non parlo – sia attraverso il Sacramento permanente, è una fonte di forza, di grazia, di benedizione, di salvezza incessante. Ricordiamoci che è di lì che si germinano i vergini e le vergini, è di lì che sorgono i fondatori, è di lì che resistono i combattenti, è di lì forse che attraverso una vita apparentemente lontana da Dio si prepara la finale di salvezza nella sua misericordia, ma la si prepara attraverso questa Presenza, che appare a noi silenziosa e inerte, e non è né silenziosa né inerte. Non dobbiamo compiangere la solitudine che spesso è intorno ai Tabernacoli e che è sempre da condannarsi. Dobbiamo rimpiangere, dico rimpiangere e a piena ragione, coloro che si dimenticano che Gesù Cristo sta lì ad attenderli, come Egli, narrando la parabola del figliol prodigo, pone per tanto tempo immobile sulla soglia di casa il padre che non si stanca di aspettare il figlio, il quale alla fine ritorna ed è accolto come figlio, non come servo.”

Giuseppe Siri (1906–1989) arcivescovo cattolico e cardinale italiano

citato in Il Settimanale di Padre Pio, n. 23, anno VIII

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“[Su Scoprendo Forrester] Ho letto un volantino a scuola in cui Hollywood cercava un sedicenne di colore che sapesse giocare a basket per un film con Connery. Potevo andar bene, mi servivano soldi per la bolletta del cellulare e al massimo mi avrebbero preso come comparsa. Invece ho cominciato subito con gli allenamenti di pallacanestro, sei settimane con Russel Smith.”

Rob Brown (1984) attore statunitense

Origine: Citato in Maurizio Porro, Sean Connery scrittore snob si candida all'Orso d'oro https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/17/Sean_Connery_scrittore_snob_candida_co_0_0102177905.shtml, Corriere della Sera, 17 febbraio 2001, p. 38.

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“È giusta quella guerra che scaturisce da una scelta obbligata e sono sante le armi di coloro che solo nelle armi possono riporre qualche speranza.”

Tito Lívio (-59–17 a.C.) storico romano

citato in Tito Livio, IX, 1; 1997
Iustum est bellum quibus necessarium, et pia arma, quibus nulla nisi in armis relinquitur spes.
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“Coloro ai quali per la prima volta arride il successo impazziscono perché non sanno padroneggiare la loro gioia.”

XXX, 42; 1997
[E]x insolentia quibus nova bona fortuna sit impotentes laetitiae insanire.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

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“L'uomo che voi oggi amate è una pietra di confine, posta dov'è per fermare coloro che corrono all'impazzata.”

Klemens von Metternich (1773–1859) diplomatico e politico austriaco

Firenze, 21 marzo 1819

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“Iddio provvede a tutto per coloro che in lui confidano.”

Giuseppe Allamano (1851–1926) presbitero italiano

La vita spirituale

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“È però un fatto doloroso che oggi non si stima e non si possiede più la vera libertà. In queste condizioni la convivenza umana, come ordinamento di pace, è interiormente snervata ed esangue, esteriormente esposta ogni istante a pericoli. Coloro, per esempio, che nel campo economico o sociale vorrebbero tutto riversare sulla società, anche la direzione e la sicurezza della loro esistenza; o che attendono oggi il loro unico nutrimento spirituale quotidiano, sempre meno da loro stessi – vale a dire dalle loro proprie convinzioni e conoscenze – e sempre più, già preparato, dalla stampa, dalla radio, dal cinema, dalla televisione; come potrebbero concepire la vera libertà, come potrebbero stimarla e desiderarla, se non ha più posto nella loro vita? Essi cioè non sono più che semplici ruote nei diversi organismi sociali; non più uomini liberi, capaci di assumere e di accettare una parte di responsabilità nelle cose pubbliche. Perciò, se oggi gridano: Mai più la guerra!, come sarebbe possibile fidarsi di loro? Non è infatti la loro voce; è la voce anonima del gruppo sociale, nel quale si trovano impegnati. Questa è la condizione dolorosa, la quale inceppa anche la Chiesa nei suoi sforzi di pacificazione, nei suoi richiami alla consapevolezza della vera libertà umana, elemento indispensabile, secondo la concezione cristiana, dell'ordine sociale, considerato come organizzazione di pace. Invano essa moltiplicherebbe i suoi inviti a uomini privi di quella consapevolezza, ed anche più inutilmente li rivolgerebbe ad una società ridotta a puro automatismo. Tale è la purtroppo diffusa debolezza di un mondo che ama di chiamarsi con enfasi "il mondo libero". Esso si illude e non conosce se stesso”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal radiomessaggio del Natale 1951

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“[A proposito della bandiera austriaca] Il giallo ed il nero | Colori esecrabili | A un italo cor.”

Giovanni Berchet (1783–1851) poeta italiano

da Matilde, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 380

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“Noi non siamo che un'associazione nascente, fondata da dodici anni, composta soprattutto da laici e da giovani che vogliono provvedere alla loro salvezza. Noi non avremmo alcuna qualifica per trattare con voi se il Sommo Pontefice Gregorio XVI non si fosse degnato, con un Breve del 10 gennaio 1845, di approvare paternamente la nostra istituzione, e di attribuirle delle ricche indulgenze di cui egli estende il beneficio a tutti coloro che noi avremo aggregato alla nostra Società. Il nostro primo scopo è stato quello di consolidare la fede e di rianimare la carità nella gioventù cattolica, di rafforzare i ranghi con amicizie edificanti e solide, e di formare così una nuova generazione, capace di riparare, se è possibile, il male che I'empietà ha fatto nel nostro paese. II primo modo di realizzare questo disegno fu di radunarsi tutte le settimane, di imparare così a conoscerci e ad amarci; e al fine di dare un interesse alle nostre riunioni, intraprendemmo la visita dei poveri a domicilio: gli portammo del pane, dei soccorsi temporali di vario genere, e sopratutto dei buoni libri e buoni consigli. Questa Società, fondata dodici anni fa da otto giovani, del tutto oscuri, conta oggi circa 10.000 membri, in 133 città; si è insediata in Inghilterra, in Scozia, in Irlanda, in Belgio, in Italia. Si sono sempre persegui questi due principali risultati: la santificazione della gioventù cristiana e la visita dei poveri a domicilio. Noi abbiamo in ciascuna città delle opere pei gli ammalati, per I'istruzione dei bambini, per il collocamento di operai, che sono affidate a dei comitati poco numerosi e soccorsi dal denaro della Società tutta intera. Possa I'unione della nostra umile Società diventare il simbolo dell' unione di tutti i popoli al di là e al di qua dei mari, nella pratica della legge di Dio, nella fedeltà alla fede, nell'attaccamento alla SS. Chiesa Romana e nell'amore di Nostro Signore Gesù Cristo.

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!”

Frédéric Ozanam (1813–1853) storico e giornalista francese

Al Presidente della Società di San Vincenzo de Paoli del Messico, Parigi, 19 settembre 1845, p. 232
Lettere

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“Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Comunicazione di rinuncia al Ministero Petrino, 11 Febbraio 2013
Discorsi

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“[Nel 1992] Il prossimo vincitore di Slam di colore sarà più probabilmente una donna che un uomo… i migliori atleti di colore uomini giocano ancora a pallacanestro o si dedicano alla corsa.”

Arthur Ashe (1943–1993) tennista statunitense

Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/09/26/121263-citazioni_bordo_campo_settembre.shtml, Ubitennis.com, settembre 2008.