Frasi su color
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“Gli uomini odiano coloro che chiamano avari solo perché non ne possono cavare nulla.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Dizionario filosofico

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“Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Il filosofo ignorante

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“Strano che coloro, i quali hanno avuto la visione di spettri nudi, non abbiano dato un'occhiata ai loro genitali!”

Baruch Spinoza (1632–1677) filosofo olandese

LIV, 1974
Epistolario

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“Coloro che dicono che il mondo andrà sempre così come è andato finora […] contribuiscono a far sì che l'oggetto della loro predizione si avveri.”

Immanuel Kant (1724–1804) filosofo tedesco

Origine: Da Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto, traduzione di Norberto Bobbio, Luigi Firpo e Vittorio Mattiheu, UTET, Torino 1971.

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“La borsa, come Nostro Signore, aiuta chi si aiuta. Ma a differenza del Signore, non perdona coloro che non sanno quello che fanno.”

Warren Buffett (1930) imprenditore e economista statunitense

citato in Mary Buffett, David Clark, I segreti di Warren Buffett. Come avere successo negli affari evitando le trappole del mercato, traduzione di T. Moroni, Lindau

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“Ogni cliente può ottenere un'auto colorata di qualunque colore desideri, purché sia nero.”

Henry Ford (1863–1947) imprenditore statunitense

Origine: Traduzione letterale di una nota a riguardo del Modello T, nel 1909, pubblicato nella sua autobiografia My Life and Work (1922) Capitolo IV, [p. 71-72]

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“Propongo di erigere un monumento a tutti coloro che non hanno scritto ancora nessun libro.”

George Mikes (1912–1987) scrittore ungherese

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“[…] le leggi deono essere comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

VI giornata, novella VII
Decameron

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“L'orologio della torre del municipio scoccò le sette e mezzo. D'altronde non importava che ora fosse; il tempo gli era completamente indifferente. Non provava interesse per nulla e per nessuno. Sentì una leggera compassione per se stesso. Molto fuggevolmente, non proprio come un proposito, gli venne l'idea di recarsi a una qualsiasi stazione, partire, non importava per dove, sparire per tutti coloro che lo avevano conosciuto, ricomparire in qualche luogo all'estero e incominciare una nuova vita, sotto spoglie diverse. Si ricordò di certi strani casi clinici che conosceva dai libri di psichiatria, delle cosiddette doppie esistenze: un uomo spariva improvvisamente dalla vita normale, veniva dato per disperso, ritornava dopo pochi mesi o dopo anni, senza ricordare dove era stato tutto quel tempo, finché in seguito qualcuno con cui s'era incontrato da qualche parte in un paese lontano lo riconosceva, ma lui non aveva più memoria di nulla. E in forma più lieve a più d'uno doveva capitare la stessa cosa. Per esempio dopo aver fatto un sogno? Certo, ci si ricordava… Ma sicuramente c'erano anche dei sogni che si dimenticavano del tutto, dei quali non restava più traccia, tranne un certo strano stato d'animo, uno stordimento misterioso. Oppure si ricordavano solo più tardi, molto più tardi, e non si sapeva più se si era fatta un'esperienza reale o soltanto sognato. Soltanto… soltanto…!”

Arthur Schnitzler (1862–1931) scrittore, drammaturgo e medico austriaco

1999
Doppio sogno

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“Gli ignoranti non possono non odiare, e temere insieme, coloro che si occupano delle cose ch'essi non capiscono.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

da L'occasione perduta, p. 111
La tentazione di Adamo e altri racconti

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“La cristianità deve diventare tollerante prima che il mondo desideri unirsi con essa in una carità comune. Dio non ha lasciato Se stesso senza una testimonianza in ogni cuore, e gli uomini, soprattutto coloro che seguono Gesù Cristo, dovrebbero voler ammettere questo.”

Vivekananda (1863–1902) mistico indiano

citato in Swami Vivekananda - Buddha, Cristo e Maometto http://www.ramakrishna-math.org/index.php?option=com_content&view=article&id=90:swami-vivekananda-buddha-cristo-e-maometto&catid=34:swami-vivekananda&Itemid=73

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“O Russia, terra color lampone | e azzurro caduto nel fiume, | amo fino alla gioia, fino al tormento | la tua tristezza di lago.”

Sergej Aleksandrovič Esenin (1895–1925) poeta russo

da Ha cominciato a cantare il mio carretto rustico
Russia e altre poesie

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“Si impara solamente da coloro che sono in tutto diversi da noi. Si trova la quiete accanto a chi ci è affine.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La rapidità dello spirito

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“Zoppica così bene che coloro che le camminano a fianco sembrano storpi.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La provincia dell'uomo

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“Coloro che son giovani da vecchi, | non possono che esser vecchi da giovani.”

John Ray (1627–1705) naturalista britannico

citato in Caleb Carr, L'Alienista, Oscar Mondadori, 2000

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“Dedicato al massimo potere dentro di voi, il vostro potere di amare, e a tutti coloro che vi aiutano a condividere la magia.”

Anthony Robbins (1960) scrittore, oratore

Come ottenere il meglio da sé e dagli altri

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“Falliscono coloro che, di fronte alle avversità della vita, le accolgono come limitazioni.”

Anthony Robbins (1960) scrittore, oratore

Come ottenere il meglio da sé e dagli altri

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“Quello che conta nella vetrata è il colore proiettato. L'importante non è la vetrata in sé, ma la luce generata all'interno della cappella. Mi sono dedicato troppo alla realizzazione della vetrata e non ho prestato sufficiente attenzione a ciò che da essa promana.”

Henri Matisse (1869–1954) pittore, incisore, illustratore e scultore francese

Origine: Citato in Régine Pernoud, Testimoni della luce, pensieri raccolti e presentati da Laetitia de Traversay, prefazione di Blandine de Dinechin, edizione italiana a cura e con postfazione di Marco Respinti, Gribaudi, Milano, 1998.

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“Non siamo struzzi, e non possiamo credere che se non guarderemo, ciò che non vogliamo vedere non esisterà più. E tanto meno lo possiamo, quando ciò che non vogliamo vedere è quel che vogliamo mangiare. E soprattutto, se almeno fosse necessario tutto ciò! O magari non necessario, ma se non altro almeno utile a qualcosa. E invece? Niente, non è di nessuna utilità. (Coloro che ne dubitano leggano quei numerosi libri che sono stati scritti a questo proposito da scienziati e da medici, e nei quali viene appunto dimostrato che la carne non è affatto necessaria all'alimentazione umana. E non ascoltino invece quei medici veterotestamentari che difendono a spada tratta la necessità di far uso di carne solamente perché la carne è stata ritenuta necessaria per lungo tempo dai loro predecessori e poi anche da loro stessi; costoro la difendono caparbiamente, con malevolenza, così come si difende sempre quel che è vecchio e va ormai cadendo in disuso.) Serve soltanto a educare la gente ai sentimenti bestiali, a sviluppare la bramosia, la lussuria, l'ubriachezza. Il che trova perennemente conferma nel fatto che uomini giovani, buoni, non guastati ancora, e in particolar modo le donne e le fanciulle, sentono, pur senza saperlo, che così come da una cosa ne deriva un'altra, allo stesso modo la virtù non è compatibile con la bistecca, e non appena desiderano esser buoni, abbandonano appunto i cibi a base di carne.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
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“I cavalli compiangono solamente se stessi o, di tanto in tanto, solamente coloro nella cui pelle riescono a immaginarsi senza fatica.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Origine: Da Cholstomér: storia di un cavallo, traduzione di Serena Prina, in Tutti i racconti, volume secondo, Mondadori, Milano, 2006, p. 100. ISBN 8804555181

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“La miseria segue dappertutto coloro che sono nati sotto la sua stella.”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

Susanna

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“Quanto sarò infelice in Cielo, se non potrò fare dei piccoli piaceri in terra a coloro che amo!”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

29 giugno 1897

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“Il vostro comandamento, poiché mi dà la sicurezza che la volontà vostra è di amare in me tutti coloro che voi mi comandate di amare.”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

Storia di un'anima, Manoscritto autobiografico C

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“È strano, ma l'esempio che mi viene in mente è quello di un libro intitolato L'uomo che fu Giovedì. Era una sciocchezzuola un po' melodrammatica, pure conteneva una sua particolare teoria: un gruppo degli ultimi sostenitori di un ordine civile, lottano contro quello che, apparentemente, appare come un mondo in preda all'anarchia e scoprono, infine, che il misterioso capo degli anarchici è anche a capo dell'ordine costituito, la stessa creatura fiabesca che gli era apparsa piuttosto come l'orco di una pantomima. Soluzione logica (o folle) che ha indotto molti ad arguire che, in questo essere dalla natura ambigua, dovesse leggersi la descrizione della divinità, e il mio libro godette anche di un temporaneo rispetto tra coloro che amano questo tipo di intepretazione. L'errore era dovuto semplicemente al fatto che avevano letto il libro, ma non il titolo. Nel mio caso, veramente, si trattava di un sottotitolo. Il libro si chiamava L'uomo che fu Giovedì. Storia di un incubo. Non era inteso come la descrizione del mondo qual era o come io pensavo che fosse, anche quando i miei pensieri erano molto più incerti di quanto non siano ora. Era la descrizione del mondo di dubbi, di disordine e di disperazione del quale parlavano i pessimisti a quell'epoca, ma con un barlume di speranza posto proprio nell'alternativa insita in quel dubbio che anche i pessimisti, a tratti, avvertivano.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

dall' Illustrated London News del 13 giugno 1936; citato alla p. 173 de L'uomo che fu Giovedì, Arnoldo Mondadori Editore, traduzione di Luciana Crepax