Frasi su danno
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“[La vicenda biografia di Macalda Scaletta] Della vita di que' baroni ci è saggio la storia di Macalda di Scaletta. Vedova di un Guglielmo d'Amico, esigliato al tempo degli Svevi, era andata profuga in abito di frate Minore, stette a Napoli, a Messina, e da Carlo d'Angiò ricuperò i beni confiscati al marito. Sposatasi ad Alaimo di Lentini, uno de' più fervorosi nel Vespro, tradì i Francesi che a lei, come beneficata da Carlo, rifuggiavano in Catania, della qual città suo marito fu fatto governatore. Quand'egli andò alla guerra di Messina, essa ne tenne le veci; e sui quarant'anni, pure ancor bella, generosa net donare, vestiva piastre e maglie; e con una mazza d'argento alla mano, emulava i cavalieri ne' cimenti guerreschi. Di sua onestà chi bene disse, chi ogni male. Aspirò agli amori di re Pietro, lo accompagnò, gli chiese ricovero; ma egli non volle comprenderla, di che essa pensò vendicarsi.
Alaimo fu poi fatto maestro giustiziere, e valse a reprimere i molti che reluttavano alla nuova dominazione, e acquistò tal reputazione che eccitò la gelosia dell'infante don Giacomo. La crescevano i superbi portamenti di Macalda, la quale tenevasi alta fin con Costanza, e non volea dirle regina, ma solo madre di don Giacomo; se compariva alla Corte, era per isfoggiare abiti e gioie. Contro ogni decenza, volle in un convento passar la gravidanza e il parto, sol per godere l'amenità del luogo : Costanza fu a visitarla, e n'ebbe accoglienze sgarbate; offri di levar al battesimo il neonato, e Macalda rispose non voler esporlo a quel bagno freddo, poi tre giorni appresso vel fece tenere da popolani. Costanza, mal in salute, si fece portare in lettiga da Palermo al duomo di Monreale; e Macalda essa pure, per le strade della città e fin a Nicosia in lettiga coperta di scarlatto, di che fu un gran mormorare. Re Giacomo viaggiava con trenta cavalli di scorta; e Macalda con trecento, e volea far da giustiziere, e apponeva a re Pietro di avere mal compensato coloro, che del resto l'aveano domandato compagno e non re.
Alaimo condiscendeva alla moglie, e dicono le giurasse non dar mai consigli a danno de' Francesi, anzi procurarle il ritorno in Sicilia. Se il facesse noi sappiamo; certo i re aragonesi gli si avversarono, fors'anche per la solita ingratitudine a chi più beneficò. Giacomo finge spedire Alaimo in gran diligenza a suo padre in Catalogna per sollecitarne ajuti : Alaimo va, è accolto con ogni maniera di cortesia; ma appena egli partì, la plebe di Messina, sollecitata dal Loria, lo grida traditore, affollasi alla sua casa ad ammazzare i Francesi prigionieri di guerra che vi tenea, e così quelli che stavano nelle carceri e che egli aveva salvati. Macalda accorse per sostenere i suoi fautori, ma vide il marito dichiarato fellone e confiscatigli i beni, Matteo Scaletta fratello di lei, decapitato; ella stessa chiusa in un castello, forse vi lini la vita. Alaimo, dopo alquanti anni, fu rimandato verso la Sicilia, e come fu in vista della patria isola, buttato in mare.”

Cesare Cantù (1804–1895) storico, letterato e politico italiano

Vol. IV, cap. CII, p. 177
Storia degli Italiani

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“Tutto fanno, e nulla sanno; | Tutto sanno, e nulla fanno: | Gira, volta, e' son Francesi; | Più li pesi, | Men ti danno.”

Vittorio Alfieri (1749–1803) drammaturgo italiano

VIII, 23 marzo 1793, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921
Misogallo

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“Il delinquente non soltanto nuoce col danno che reca, ma benanche coll'esempio che porge.”

Francesco Mario Pagano (1748–1799) giurista, filosofo e politico italiano

Origine: Principj del Codice Penale e Logica de' Probabili, p. 12

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“Canaletto (acquafortista) non cerca i neri intensi; è il maestro dei grigi argentati, entro i quali si spande a larghi fiotti la luce. Dappertutto appare la carta. Incurvati come piccole onde, i segni sembrano ritmare; si muovono, ricevono e riflettono il sole, danno la sensazione dell'atmosfera che ondeggia attorno alle forme e che ci permette di concepirle, non come figure secche delimitate da campiture, ma come volumi calati in una dimensione mutevole. […] Manette rimprovera a Canaletto "il tocco troppo uniforme e troppo poco delicato"; ed è ingiusto.”

Henri Focillon (1881–1943) storico dell'arte, storico e poeta francese

da Piranesi, 1918
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“Questa emancipazione dicono dovere essere triplice: nella direzione della società domestica, nell'amministrazione del patrimonio, nell'esclusione e soppressione della prole. La chiamano emancipazione sociale, economica, fisiologica; fisiologica in quanto vogliono che la donna, a seconda della sua libera volontà, sia o debba essere sciolta dai pesi coniugali, sia di moglie, sia di madre (e che questa, più che emancipazione, debba dirsi nefanda scelleratezza, già abbiamo sufficientemente dichiarato); emancipazione economica, in forza della quale la moglie, all'insaputa e contro il volere del marito, possa liberamente avere, trattare e amministrare affari suoi privati, trascurando figli, marito e famiglia; emancipazione sociale, in quanto si rimuovono dalla moglie le cure domestiche sia dei figli come della famiglia, perché, mettendo queste da parte, possa assecondare il proprio genio e dedicarsi agli affari e agli uffici anche pubblici. Ma neppure questa è vera emancipazione della donna, né la ragionevole e dignitosa libertà che si deve al cristiano e nobile ufficio di donna e di moglie; ma piuttosto è corruzione dell'indole muliebre e della dignità materna, e perversione di tutta la famiglia, in quanto il marito resta privo della moglie, i figli della madre, la casa e tutta la famiglia della sempre vigile custode. Anzi, questa falsa libertà e innaturale eguaglianza con l'uomo tornano a danno della stessa donna; giacché se la donna scende dalla sede veramente regale, a cui, tra le domestiche pareti, fu dal Vangelo innalzata, presto ricadrà nella vecchia servitù (se non di apparenza, certo di fatto) e ridiventerà, come nel paganesimo, un mero strumento dell'uomo.”

cap. II
Casti Connubii

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“Non v'ha cosa che meglio desti il rispetto per la virtù quanto l'esempio che ne danno coloro che sono in alto.”

Cesare Malpica (1804–1848) giornalista, avvocato e poeta italiano

Le Suore della Carità e il loro stabilimento in Napoli

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“Che una ragione la danno le cose, la trovi per caso sennò te la dai.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da Sono le dieci n. 5
1009 giorni

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“Sarebbe ben comprensibile se uno, a motivo dell'irritazione per tante cose sbagliate, per il resto della sua vita prendesse in odio ogni discorso sull'essere e lo denigrasse. Ma in questo modo perderebbe la verità dell'essere e subirebbe un grande danno.”

Socrate (-470–-399 a.C.) filosofo ateniese

citato in vatican.va http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060912_university-regensburg_it.html

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“Chi la tua vana ambizion fomenta, | spesso a tuo danno i suoi vantaggi tenta.”

Aurelio de' Giorgi Bertola (1753–1798) poeta e scrittore italiano

da La volpe e il cervo, in Poesie

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“Le persone che si perdono in Internet non danno tantissime notizie di sé.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Origine: Il mondo senza un filo di grasso, p. 110

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“Quella di Stefano Rodotà è una candidatura di alto profilo, in grado di rappresentare adeguatamente il Paese anche a livello europeo e internazionale. Il lavoro e i diritti che gli danno dignità, il valore della cittadinanza e i fondamenti della Costituzione sono da sempre parte rilevante della sua cultura.”

Sergio Cofferati (1948) sindacalista e politico italiano

Origine: Da una comunicazione congiunta con Maurizio Landini; citato in Fabrizio Barca, poi Landini e Cofferati: nuovo partito a sinistra nato da un tweet? http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/antonio-sansonetti-opinioni/fabrizio-barca-landini-cofferati-nuovo-partito-sinistra-nato-tweet-1537474, Blitzquotidiano.it, 20 aprile 2013.

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“Da questa corrottissima sorgente dell'indifferentismo scaturisce quell'assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenossisimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato.”

Papa Gregorio XVI (1765–1846) 254° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dalla enciclica Mirari vos; citato in Walter Peruzzi, Il cattolicesimo reale attraverso i testi della Bibbia, dei papi, dei dottori della Chiesa, dei concili, Odradek, Roma, 2008, p. 209

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“I geni, vivono la stessa vita delle persone comuni… Ma le danno un altro significato.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

da "Barracuda 2005"

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“Lei ha uomini che le danno tutto ciò che vuole, ma non vedono che ciò che vuole sono io.”

Bruce Springsteen (1949) musicista e cantautore statunitense

Darkness on the Edge of Town

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“C'è domani nelle mani | se ti danno un sogno in più | non ti chiedo se mi ami | con le mani me lo stai dicendo tu.”

Nek (1972) cantautore e musicista italiano

da Le mie mani
Un'altra direzione

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“Se dirai: carattere di nazione è la continuità e circoscrizione del suolo, i Tedeschi di qua del Reno sarebber Francesi, e non è Grecia l'Asia minore, e gli Ebrei non compongono nazione, e malamente la compongono le genti slave. Se dirai la lingua; i Baschi non sono spagnuoli, né francesi i Bretoni e quei dell' Alsazia, e non ha niente di nazione la Svizzera né l'Ungheria dove più lingue sono parlate. Se la religione; troppe smentite ci danno Germania, Inghilterra e gli Stati Uniti americani; d'altra parte, sotto il rispetto dell'unità religiosa, farebber nazione insieme Siciliani e Messicani, Irlandesi e Abissini. Se il governo; i Lombardi sono austriaci, sono turchi i Greci, francesi gli Arabi e via discorrendo. Se la letteratura e le arti; non fanno nazione quei popoli a cui mancano lettere e arti proprie e le accattano dai forestieri, come usavano poco fa i Russi, i Boemi, gli Ungaresi ed altri, e tuttora non cessano. Se le origini e la schiatta; le colonie sono tal membro e così vivace del corpo della patria onde uscirono, da non potersene mai dispiccare, e la guerra americana fu dalla banda dei sollevati iniqua e parricida. Gran questione poi insorge sulle genti di confine, le quali compongonsi il più delle volte di schiatte anfibie, a cosi chiamarle. Quindi noi vogliamo, per via d'esempio, i Nizzardi essere italiani e i Francesi li fanno dei loro. Né minor controversia nasce circa cento popolazioni per la terra disseminate, che è impossibile di ben definire a qual generazione appartengano, né per sé bastano a far nazione, come Bosniaci, Bulgari, Albanesi, Illirii, Maltesi e innumerevoli altri.”

Terenzio Mamiani (1799–1885) filosofo, politico e scrittore italiano

Origine: Dell'ottima congregazione umana, p. 429, V

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“Il progresso etico è l'unica terapia per il danno prodotto dal progresso scientifico.”

Freeman Dyson (1923) fisico e matematico statunitense

Lo scienziato come ribelle

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“È proprio della natura umana odiare colui al quale si è recato danno.”

Publio Cornelio Tacito (54–120) storico, oratore e senatore romano

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“I desideri dei bambini danno ordini al futuro.”

Erri De Luca (1950) scrittore, traduttore e poeta italiano

Il giorno prima della felicità

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“A Milano le case si danno prima ai 42 mila lombardi che aspettano un alloggio e non al primo bingo bongo che arriva.”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

dall'intervista a Radio Padania del 4 dicembre 2003; citato in Milano, Bossi contro il prefetto "Niente case ai bingo bongo" http://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/politica/immigrazione3/casemilano/casemilano.html, la Repubblica, 4 dicembre 2003

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