Frasi su discorso
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“Il nostro partito è il partito di uguaglianza e di opportunità – come si può vedere.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

dal discorso in seguito all'elezione a leader del partito conservatore

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“La Gran Bretagna non è più nella politica del pendolo, ma in quella del cricchetto.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

da un discorso all'istituto di relazioni pubbliche nel 1977

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“Ho assunto la carica con un deliberato intento: cambiare la Gran Bretagna da società dipendente a società autosufficiente, da una nazione "dare-a-me" ad una nazione "fai-da-te". Una Gran Bretagna "alzati e fai", invece di una Gran Bretagna "siediti e aspetta."”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

(dal discorso al convegno "Small Business Bureau", 8 febbraio 1984)
I came to office with one deliberate intent: to change Britain from a dependent to a self-reliant society — from a give-it-to-me, to a do-it-yourself nation. A get-up-and-go, instead of a sit-back-and-wait-for-it Britain.
Premiership, Secondo mandato come primo ministro
Origine: Citato in MargaretThatcher.org http://www.margaretthatcher.org/document/105617, documento n.° 105617

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“Penso che, storicamente, il termine "thatcherismo" sarà visto come un complimento.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

da un discorso nel 1985

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“Dobbiamo cercare di trovare il modo di far morire di fame il terrorista e il dirottatore dall'ossigeno di pubblicità da cui dipendono.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

dal discorso all'American Bar Association, 15 luglio 1985

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“Penso che sono diventata un po' un'istituzione – sai il soggetto che la gente si aspetta di vedere in giro.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

da un discorso nel 1987

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“Non avrei mai firmato questo trattato. Spero che questo sia chiaro a tutti che hanno creduto in me.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

nel discorso alla Camera dei Lord respingendo il Trattato di Maastricht, 7 giugno 1993

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“Nel corso della mia vita tutti i nostri problemi sono venuti dal continente europeo e tutte le soluzioni sono venute dalle nazioni di lingua inglese in tutto il mondo.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

nel discorso ai Tories scozzesi nel 1999
In my lifetime all our problems have come from mainland Europe and all the solutions have come from the English-speaking nations across the world.
Post-premiership

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“Su questa strada ho passato un cinema locale e ho scoperto che mi aspettavano alla fine, sui cartelloni si legge: La mummia, Il ritorno.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

nel discorso al raduno elettorale conservatore a Plymouth, 22 maggio 2001

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“Hai delineato quelli che chiamerei valori vittoriani.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

Questa frase, spesso associata a Margaret Thatcher, deriva da un'intervista con Brian Walden nel programma Weekend World del 16 gennaio 1983. Nell'intervista è Brian Walden a pronunciare, riassumendo il discorso di Margaret Thatcher, la frase.

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“Fratelli e sorelle,» cominciò e, veloce come un lampo, si lanciò in un aspro attacco al governo di Dublino, spiegando come lo amareggiasse che la legge sul controllo delle assunzioni in Irlanda del Nord non avesse tagliato fuori un vasto numero di feniani. «Tra noi c'è la feccia di Dublino,» disse, e io applaudii insieme agli altri. «Se ne dovranno andare.»

«Ascoltate, ascoltate,» feci eco insieme alle masse.
Alla fine, con la schiuma alla bocca e con grande professionalità, rivelò l'asse cospiratorio tra il Cremlino e il Vaticano.
«Li ho entusiasmati, non credi?» disse quandò tornò al suo posto.
«Senza dubbio, signore,» risposi.
Pensai che stesse per svenire. «Cristo, di dove sei?»
«Di Dublino, signore.»
«Ah, ovvio, sei uno dei fratelli di Dublino.»
«Sono un fratello di tutta l'umanità,» dissi.
«Intendi dire che sei un orangista?»
«No,» replicai, «sono un ex soldato dell'IRA.»
«E sei anche cattolico?» mormorò la parola come se non fosse in grado di pronunciarla.
«Un gran numero di persone a Dublino ha dei seri dubbi su cosa sia io in realtà, signore, ma dal suo punto di vista sono un cattolico, come anche mio padre e mia madre. Tutti nella mia famiglia lo sono sempre stati, ma non dirò che sono bravi cattolici. L'unica cosa certa, in ogni modo, è che nessuno di loro è mai stato protestante. E oltre a ciò, glielo dico con assoluta certezza: alle prossime elezioni lei verrà eletto, ne stia certo. Non vedo come la gente del Nord potrà mai acquisire più buon senso di quella del Sud, e qui sono riuniti già abbastanza coglioni per riuscire a eleggerla.»

Alzò il braccio come per interrompermi ma io non avevo ancora finito. «Ho notato che non ha fatto cenno alla disoccupazione del Nord,» e lo guardai dritto negli occhi, forte com'ero del coraggio vichingo, o gaelico, conferitomi dalla fiaschetta di whiskey che tenevo in tasca.
Il reverendo sembrò lievemente sorpreso ma non arrabbiato; per me, in quel momento, non faceva alcuna differenza. «La parte che preferisco nei discorsi degli orangisti e dei ministri di fede protestante estremisti, è la denuncia dell'asse cospiratorio tra il Vaticano e il Cremlino. Le dirò di più,» continuai. «Se le capitasse di visitare il mondo, perché esiste un mondo al di fuori dell'Irlanda del Nord e del Sud, e stesse su un palco a tenere un comizio a Parigi, Londra, Roma, New York o in qualche altra grande capitale, tutti i presenti morirebbero dal ridere. Credo che il suo sia un angolo di visuale strabiliante. Il nativo Irlandese protestante è l'unica persona sulla faccia della terra tanto perspicace da riuscire a scorgere la minaccia congiunta di Stalin e papa Pio XII.”

Brendan Behan (1923–1964) drammaturgo e scrittore irlandese

Confessioni di un ribelle irlandese

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“Non c'è bisogno che vi ricordi [discorso di Kien ai libri della sua biblioteca] in modo particolareggiato la storia antichissima e superba delle vostre sofferenze. Scelgo soltanto un esempio per mostrarvi in maniera persuasiva quanto vicini siano odio e amore. La storia d'un paese che tutti noi in egual misura veneriamo, di un paese in cui voi avete goduto delle più grandi attenzioni e dell'affetto più grande, di un paese in cui vi si è tributato persino quel culto divino che ben meritate, narra un orribile evento, un crimine di proporzioni mitiche, perpetrato contro di voi da un sovrano diabolico per suggerimento di un consigliere ancor più diabolico. Nell'anno 213 avanti Cristo, per ordine dell'imperatore cinese Shi Hoang-ti − un brutale usurpatore che ebbe l'ardire di attribuire a se stesso il titolo di "Primo, Augusto, Divino" − vennero bruciati tutti i libri esistenti in Cina. Quel delinquente brutale e superstizioso era per parte sua troppo ignorante per valutare esattamente il significato dei libri sulla base dei quali veniva combattuto il suo tirannico dominio. Ma il suo primo ministro Li-Si, un uomo che doveva tutto ai propri libri, e dunque uno spregevole rinnegato, seppe indurlo, con un abile memoriale, a prendere questo inaudito provvedimento. Era considerato delitto capitale persino parlare dei classici della poesia e della storia cinese. La tradizione orale doveva venire estirpata a un tempo con quella scritta. Venne esclusa dalla confisca solo una piccola minoranza di libri; quali, potete facilmente immaginare: le opere di medicina, farmacopea, arte divinatoria, agricoltura e arboticoltura − cioè tutta una marmaglia di libri di puro interesse pratico. «Confesso che il puzzo di bruciato dei roghi di quei giorni giunge ancor oggi alle mie narici. A che giovò il fatto che tre anni più tardi a quel barbaro imperatore toccasse il destino che s'era meritato? Morì, è vero, ma ai libri morti prima di lui ciò non arrecò alcun giovamento. Erano bruciati e tali rimasero. Ma non voglio tacere quale fu, poco dopo la morte dell'imperatore, la fine del rinnegato Li-Si. Il successore al trono, che aveva ben capito la sua natura diabolica, lo destituì dalla carica di primo ministro dell'impero che egli aveva rivestito per più di trent'anni. Fu incatenato, gettato in prigione e condannato a ricevere mille bastonate. Non un colpo gli venne risparmiato. Fu costretto a confessare mediante la tortura i suoi delitti. Oltre all'assassinio di centinaia di migliaia di libri aveva infatti sulla coscienza anche altre atrocità. Il suo tentativo di ritrattare più tardi la propria confessione fallì. Venne segato in due sulla piazza del mercato della città di Hien-Yang, lentamente e nel senso della lunghezza, perché in questo modo il supplizio dura più a lungo; l'ultimo pensiero di questa belva assetata di sangue fu per la caccia. Oltre a ciò non si vergognò di scoppiare in lacrime. Tutta la sua stirpe, dai figli a un pronipote di appena sette giorni, sia donne che uomini, venne sterminata: tuttavia, invece di essere condannati al rogo, come sarebbe stato giusto, ottennero la grazia di venir passati a fil di spada. In Cina, il paese in cui la famiglia, il culto degli antenati, il ricordo delle singole persone sono tenuti così in gran conto, nessuna famiglia a mantenuto viva la memoria del massacratore Li-Si; solo la storia l'ha fatto, proprio quella storia che l'indegna canaglia, più tardi finita come ho detto, aveva voluto distruggere.”

1981, pp. 98-99
Auto da fé

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“L'uomo è ancora il più straordinario dei computer.”

John Fitzgerald Kennedy (1917–1963) 35º presidente degli Stati Uniti d'America

da un discorso del 21 maggio 1963

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“La seconda venuta di Y2J è giunta! [La folla lo acclama] E c'è soltanto un modo per regnare, e Jericho regna, è c'è soltanto una ragione per la quale sono tornato a Raw, ovvero salvarci da Randy Orton!… [Boati della folla] Diventando il nuovo campione WWE! [Reazione mista tra boati e fischi con una reazione maggiormente positiva] Il messaggio è stato detto in modo chiaro, Chris Jericho vuole un match per il titolo, tutti sanno che Chris Jericho vuole un match per il titolo, tutti eccetto Randy Orton! E la prima cosa che ho pensato questa settimana è che avremo una risposta si o no, ho pensato questo perché lui non ha spina dorsale. Ma poi ho dovuto riconoscere che lui è soltanto… troppo stupido per capire la domanda. [Boato] Ha un QI inesistente, credo di aver usato parole troppo grandi, ho parlato troppo in fretta, Randy si è perso nel discorso! così, riformulerò la domanda più piano – lo sto per chiedere con parole molto corte in modo che anche Randy possa capirle – Sto per Ortonizzarla, okay?!
Io-voglio-il titolo! [Boato]
È molto semplice, io-voglio-il titolo! Randy, perfino tu potresti capirlo, ho perfino preso delle immagini solo per te Sig. O. [La videocamera si inquadra il Titantron alle spalle di Jericho]
Io. Voglio. Incontro. Titolato. [Una serie di immagini si proietta sul maxischermo dove nella prima è raffigurata Jericho, nella seconda viene raffigurato Cookie Monster, nella terza c'è la fase di un match e nell'ultima la foto del titolo WWE. Queste ultime 2 però nella lingua inglese sono cronologicamente invertite. ] Ditelo con me ora! Io! Voglio! Match! Titolato! Aspetterò in questo ring tutta la notte se sarà necessario Randy, finché tu non verrai in questo ring e mi darai una risposta verbale, una risposta fisica, o una risposta violenta, ma non andrò da nessuna parte, perché ho bisogno di sapere, i Jerichoholics han bisogno di sapere: mi darai un match per il titolo o no?”

Christopher Irvine (1970) wrestler, cantante, attore, presentatore televisivo e conduttore radiofonico canadese

WWE RAW, 26 novembre 2007

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“La storia dell'Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell'adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio stato. Penso, qui, al vostro collega, il vice-brigadiere Salvo D'Acquisto, medaglia d'oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione.”

Papa Giovanni Paolo II (1920–2005) 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal Discorso ai Militari dell'Arma dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2001/documents/hf_jp-ii_spe_20010226_carabinieri-roma_it.html, 26 febbraio 2001

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“Nella Santa Eucarestia, siamo in comunione con Cristo stesso, unico sacerdote ed unica ostia, che ci coinvolge nel movimento della sua offerta e della sua adorazione, Lui che è fonte di ogni grazia.”

Papa Giovanni Paolo II (1920–2005) 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

discorso durante la visita http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1980/june/documents/hf_jp-ii_spe_19800601_montmartre-paris_it.html al Sacro Cuore di Montmarte, Parigi, 1 giugno 1980

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“Sono venuto per esprimervi la mia affezione e la mia stima per la vostra antica città, a cui sovrasta la famosa Acropoli, che già formò l'orgoglio del fiero popolo degli Ernici, e oggi costituisce una rara testimonianza della più perfetta costruzione ciclopica conservata in Italia.”

Papa Giovanni Paolo II (1920–2005) 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal discorso http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1984/september/documents/hf_jp-ii_spe_19840902_arrivo-alatri_it.html durante la visita pastorale ad Alatri, 2 settembre 1984

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“Ogni musica che non dipinge nulla è un rumore.”

Jean Baptiste Le Rond d'Alembert (1717–1783) enciclopedista, matematico e fisico francese

dal Discorso preliminare dell'«Encyclopédie»

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“La gente dice che dovrei accettare il mondo. Stronzate! Io non accetto il mondo.”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

dal discorso al New York Linux Bazaar

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“Lo stile consiste nelle idee e sentimenti accessori che si aggiungono ai principali in ogni discorso.”

Cesare Beccaria (1738–1794) giurista, filosofo e economista italiano

da Ricerca intorno alla natura dello Stile; citato in Giuseppe Maffei, Storia della Letteratura, Vol. III, p. 39

“Regola prima di ogni discorso è, infatti, quella di dire la verità.”

Salvatore Natoli (1942) accademico e filosofo italiano

Origine: L'edificazione di sé, p. 55

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“Come tutti i bolognesi, mi affido anch'io alla protezione della Madonna di San Luca, confidando nel suo aiuto per svolgere con serena imparzialità e rigore il mio mandato.”

Pier Ferdinando Casini (1955) politico italiano

Origine: Dal discorso di inizio mandato; citato in La Madonna in Aula, la Repubblica, 1º giugno 2001.

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“Antonio Di Pietro è una vergogna per la magistratura e per la politica.”

Pier Ferdinando Casini (1955) politico italiano

Origine: Dal discorso al convegno dell'UDC, Roma, 4 febbraio 2006; citato in Antonio Di Pietro, Io, Casini e la vergogna http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/060207/9v678.tif, l'Unità, 7 febbraio 2006, p. 25.

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“L'Inghilterra è la madre dei Parlamenti.”

John Bright (1811–1889) politico britannico

discorso a Birmingham, 18 gennaio 1865; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 333

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“Il grande filosofo è quello il cui discorso, per modo di dire, viene vissuto intimamente di generazione in generazione.”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

da Gli archivi dell'Eden: p. 187
Nessuna passione spenta

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“Coscienza è capacità di verità e obbedienza nei confronti della verità, che si mostra all'uomo che cerca col cuore aperto.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal discorso alla Curia http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2010/december/documents/hf_ben-xvi_spe_20101220_curia-auguri_it.html 20 dicembre 2010
Discorsi

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“I Santi non sono un ornamento che riveste la Chiesa dall'esterno, ma sono come i fiori di un albero che rivelano la inesauribile vitalità della linfa che lo percorre.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal discorso http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2011/january/documents/hf_ben-xvi_spe_20110129_collegio-etiopico_it.html del 29 gennaio 2011
Discorsi

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“Prima di ogni attività e di ogni mutamento del mondo deve esserci l'adorazione. Solo essa ci rende veramente liberi; essa soltanto ci dà i criteri per il nostro agire.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

discorso alla Curia Romana 22 dicembre 2005
Discorsi

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“Riflettendo su questi testi biblici [il Vangelo proposto dalla liturgia in quella domenica, Mt 21, 28-32], ho pensato subito a Papa Giovanni Paolo I, di cui proprio oggi ricorre il trentesimo anniversario della morte. Egli scelse come motto episcopale lo stesso di san Carlo Borromeo: Humilitas. Una sola parola che sintetizza l'essenziale della vita cristiana e indica l'indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell'autorità. In una delle quattro Udienze generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l'altro, con quel tono familiare che lo contraddistingueva: "Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore… Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili". E osservò: "Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra" (Insegnamenti di Giovanni Paolo I, p. 51-52). L'umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale.
Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente. Nei discorsi usava esempi tratti da fatti di vita concreta, dai suoi ricordi di famiglia e dalla saggezza popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ricco, che, grazie al dono di una memoria eccezionale e di una vasta cultura, egli impreziosiva con numerose citazioni di scrittori ecclesiastici e profani. È stato così un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e predecessore prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro. "Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio", disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: "Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato" (ivi, p. 49). Queste parole mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani. Invochiamo per questo Maria Santissima, umile Serva del Signore.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

28 settembre 2008 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2008/documents/hf_ben-xvi_ang_20080928_it.html
Angelus, Regina Coeli

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“Chi non avverte, oggi, il bisogno di dare più spazio alle «ragioni del cuore»? In un mondo come l'attuale dominato dalla tecnica, si sente bisogno di questa complementarietà della donna, affinché l'essere umano vi possa vivere senza disumanizzarsi del tutto.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal discorso http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2009/march/documents/hf_ben-xvi_spe_20090322_promozione-donna_it.html del 22 marzo 2009

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“Il discorso appena udito svanisce, lo scritto, anche se letto mille volte, non si esaurisce mai.”

Johannes Trithemius (1462–1516) esoterista, storico e scrittore tedesco

Origine: Elogio degli amanuensi, p. 60

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“È meglio che ci dedichiamo alla scrittura invece che perdere tempo, come spesso accade, in inutili discorsi.”

Johannes Trithemius (1462–1516) esoterista, storico e scrittore tedesco

Origine: Elogio degli amanuensi, p. 81

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“Le sembianze di un uomo prudente valgono un discorso!”
Prudentis vultus etiam sermonis loco est.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

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“Non sono le elezioni. Siamo una comunità unita da una comune sensibilità. Siamo quelli che si commuovono vedendo una donna al mercato che si conta l'euro, quelli che guardano al calvario degli handicappati, respiriamo la sofferenza del mondo nelle guerre, siamo quelli che almeno una volta si sono ribellati alle ingiustizie, quelli che hanno insegnato ai figli a non vergognarsi per il sudore dei padri.”

Vincenzo De Luca (1949) politico italiano

Origine: Dal discorso elettorale di piazza del Plebiscito, 20 marzo 2010; citato in Politica di piazza, numeri da circo http://www.napolitoday.it/blog/politica/Politica-di-piazza-grandi-numeri-e-insulti-bipartisan.html, NapoliToday.it, 22 marzo 2010.

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“Il più grande ostacolo alla perfezione delle cose umane è il credere che siano perfettissime.”

Antonio Genovesi (1713–1769) scrittore, filosofo e economista italiano

da Discorso sopra il vero fine delle lettere e delle scienze

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“Mi piace che il giureconsulto sappia le lingue, sappia la storia: ma se non sarà filosofo riempirà i suoi commentari di ciarle.”

Antonio Genovesi (1713–1769) scrittore, filosofo e economista italiano

da Discorso sopra il vero fine delle lettere e delle scienze

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“In Europa la popolazione diminuisce, si apre la porta all'immigrazione incontrollata e si diventa tutti meticci.”

Marcello Pera (1943) filosofo e politico italiano

Origine: Dal discorso al Meeting per l'amicizia fra i popoli, Rimini, 22 agosto 2005; citato in Pera: «Occidente in grave crisi morale» http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/08_Agosto/21/pera.shtml, Corriere.it.