Frasi su falso
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“Storia (s. f.). Resoconto per lo più falso di eventi per lo più irrilevanti provocati da sovrani per lo più mascalzoni e da soldati per lo più folli.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 165
Dizionario del diavolo

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“Non sono ateo, ma non posso credere in quel che mi vogliono insegnare contro la mia intelligenza, senza sentirmi falso e ipocrita.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Appendice

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“Un falso errore non è per forza una verità vera.”

Pierre Dac (1893–1975) umorista e attore francese

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“Finché non abbiamo incontrato Dio, finché non siamo uno sguardo di amore per Lui, Dio è come un falso Dio.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Il volto di Dio nel quotidiano

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“Il contenuto deve essere facile da capire, non astratto. È assolutamente falso. Il contenuto può essere come volete. Ma non si deve sostituire l'andare al sodo con le chiacchiere, non si deve nascondere con parole scelte il vuoto del contenuto.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Origine: Da La lingua dei libri destinati al popolo, in Avanzi popolo, p. 11.

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“In realtà ciò che l'autore nel libro presenta a stento è degno di una voce vuota o di un fungo avvelenato, molto meno quindi di un così alto prezzo e di una così grande fama: tutto viene copiato da un dialogo di Luciano e volto in forma peggiore.”

Jacob Friedrich Reimmann (1668–1743) teologo, pedagogo e filosofo tedesco

da Historia universalis atheismi et atheorum falso et merito suspectorum [...], Hildesiae, 1725, p. 374; citato in Immagini di Giordano Bruno 1600-1725, Procaccini, Napoli 1996, pp. 145-146

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“Questi è il rosso di pel, Foscolo detto | sì falso che falsò fino sé stesso | quando in Ugo cambiò ser Nicoletto. | Guarda la borsa se ti vien appresso.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

dalla lettera all'abate Urbano Lampredi, Milano, 27 marzo 1827, in Epistolario
Origine: Questa quartina fu scritta dal Monti in risposta al distico dedicatogli dal Foscolo. L'ultimo verso è un riferimento alla passione del Foscolo per il gioco, nel quale egli perdeva regolarmente forti somme.

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“Avevo visto il terribile effetto di un falso ideale. Milioni di tedeschi erano rimasti incantati dalla cialtroneria di Hitler, avevano cercato di imitarlo, diventando loro stessi dei piccoli Hitler.”

Louis de Wohl (1903–1961) scrittore e astrologo ungherese

citato in Walter Romig, The Book of Catholic Authors, Grosse Pointe, Michigan

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“Come a dir bugie costa fatica, ché la parola scorre dal pensiero e bisogna sviarla per forza, così a pensare il falso si sente fatica in noi, e trasparisce nel volto.”

Augusto Conti (1822–1905) filosofo e pedagogista italiano

Origine: I discorsi del tempo in un viaggio in Italia, p. 56

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“In non molta distanza della sponda meridionale dell'Arno, rimpetto quasi а Terranuova, si incontra Montevarchi, una delle più ragguardevoli Terre del Valdarno superiore, e che merita l'attenzione dei curiosi.
Nei più remoti tempi un [sic] altra Terra, postata quasi a cavaliere dell'attuale sull'alto del Colle, godeva del medesimo nome, ed era riguardata come luogo di non lieve importanza. Varie sono l'opinioni che gli eruditi hanno esternato sulla prima costituzione di essa, e vi fu chi fino pensó che questa presistesse all'epoca del prolungamento della via Cassia rinnovato dall'Imperatore Adriano.
Certo che la predetta magnifica strada attraversava una parte del Valdarno di sopra, non già per la moderna pianura, ma sempre su per le cime delle Colline, e particolarmente dove esse confinano con le pendici delle montagne […]
Molto soffrì la Terra, anzi a tal fu ridotta che può dirsi con sicurezza come essa non poté più emergere pienamente da quello stato di languidezza in che la posero le guerre fino a tantoché, soggettato finalmente Arezzo al Fiorentino dominio, e cessati in Toscana i furori delle Fazioni, i popoli di questa bella parte d'Italia si fecero più mansueti, ed abbandonate l'armi con più utile loro e di tutto l'universale, si dettero all'esercizio delle pacifiche Arti, e del Commercio.
Alla sicurezza e vantaggio del traffico molto, come ognun sa, contribuisce il locale, dove possa questo esercitarsi: e basta dare un [sic] occhiata a Montevarchi, ed a' suoi vaghi contorni per sincerarsi che questa Terra, assai ben popolata, è quanto altra mai di Toscana opportunissima al medesimo.
Situata essa sulla strada che da Arezzo conduce a Firenze, mezzo miglio in circa lontana dall'Arno, circondata da una deliziosa campagna, fertile, ed ubertosa quanto desiderare si possa, non manca di alcuno di quei generi che sono necessarj alla vita, anzi ne abbonda sì fattamente da poterne ad altri concedere senza pericolo di disperderne a scapito proprio. […] Contuttociò qualora si osservi attentamente la Terra, ognuno manifestamente ben vede che vi regna l'opulenza, e mercé di questa la prosperità, ed il lusso.
La forma del suo recinto tende quasi all'Ovale. II Rendi in alcune memorie, ch'ei lasciò manoscritte de' pregi della sua patria, con bizzarria sì, ma non senza una certa verità disse che potea questa rassomigliarsi nella sua figura a una nave, la cui prua fra scirocco e mezzogiorno guarda Arezzo, e con la poppa fra maestro e tramontana riguarda Firenze.
Le mura che la circondano sembrano essere le stesse dalle quali fu cinta dapprima sul terminare del Secolo XIII venuta appena che fu in pieno potere della Fiorentina Repubblica. Si veggono queste condotte a merli, interstiziate da alcune torrette o baluardi, e due più alte Torri le servirono un tempo per ispecial sua difesa.
Quella di esse che sussiste tuttora, e che dicesi comunemente "la Rocca", potrebbe anche nell'età nostra essere opportuna a difendere per alcun tempo la Terra; l'altra però fu demolita in gran parte, ed incorporata nell'edifizio ove più modernamente ebbe sede un Monastero di Religiose. La predetta Rocca forse è l'unica fabbrica la quale, oltre le mura, ci dia indizio dell'epoca della prima edificazione della Terra, la quale sembra però fabbricata di recente, perché modernamente restaurata, ed abbellita pressoché nel totale de' suoi edifizj.
Se in molti di essi si fosse più avuto riguardo al solido, che a quel falso brillante il quale colpisce ma non soddisfa, Montevarchi porterebbe il vanto sopra molti altri luoghi del Valdarno superiore ancora per l'eleganza del suo materiale.
La maggior piazza farebbe assai più vaga comparsa se il loggiato che in parte la cinge fosse stato condotto con maggior proprietà di disegno, d'esattezza, e di simetrìa [sic].
Fra le fabbriche Sacre è degna d'essere riguardata con attenzione la Prepositura che è bella, sebben moderna anzichenò, e che risente alquanto di un certo caricato ne' suoi ornati, il quale non può per altro gran fatto dispiacere agli intendenti.
Bella pure è la fabbrica del Convento, come della Chiesa di S. Francesco, dove all'Altar maggiore si ammira la celebre Tavola lavorata con arte ed ingegno da Alessandro Filippi, comunemente detto Sandro Botticello, che fu rammentata con lode pur dal Vasari.”

Francesco Fontani (1748–1818) religioso, erudito, filologo, archeologo, numismatico, storico delle arti, bibliotecario e antiquario itali…

da Viaggio pittorico della Toscana, vol. VI, p. 195
Origine: Terranuova Bracciolini.
Origine: L'attuale Strada Statale 69 di Val d'Arno.
Origine: Monastero di Santa Maria del Latte.
Origine: Collegiata di San Lorenzo.
Origine: Chiostro di Cennano.
Origine: Convento e Chiesa di San Ludovico.

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“Monte Argentario, 18 aprile 2001
Al Presidente della Repubblica CARLO AZEGLIO CIAMPI Palazzo del Quirinale -- Roma
Signor Presidente
Ho appena visto al telegiornale la cerimonia svoltasi al Quirinale in onore del prof. Ardito Desio per il suo 104° compleanno. Lei lo ha premiato con un prestigioso riconoscimento che assume il massimo valore proprio perché consegnato dalle Sue mani.
Anch'io come tanti rispetto il traguardo anagrafico del professor Desio e la sua opera di studioso; ben diverso credo sia invece il suo merito come Capo della riuscita Spedizione Nazionale Italiana per la conquista del K2, nel 1954.
La stimo, moltissimo, Signor Presidente, ed è la ragione per cui mi permetto di inviarLe questo mio libro sperando che trovi il tempo per sfogliarlo: è la storia postuma di questa grande Spedizione Nazionale, di cui ho fatto parte.
Non è tanto la mia vicenda personale che intendo portare alla Sua conoscenza, essendo essa complementare all'impresa, bensì voglio informarLa sul falso storico contenuto, tuttora, nelle relazioni e nei documenti ufficiali della conquista del K2; un falso storico ormai riconosciuto come tale nel mondo intero.
Vorrei dunque che una persona come Lei fosse totalmente informata sull'argomento, poiché la posizione ufficiale di questo fatto non fa certo onore al nostr Paese.
Grazie per avermi ascoltato.
Con il massimo rispetto e ammirazione”

Walter Bonatti (1930–2011) alpinista italiano

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Origine: K2 La verità. 1954 – 2004, p. 201

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“Il miglior fabbro della nostra recente narrativa (cui si rimpiange abbia arriso in vita — sia detto in pieno spirito polemico — una fortuna altrettanto diffusa e plenaria che impressionistica, tecnicamente inadeguata, tutta di blanda natura recensiva quando non agiograficamente prefatoria) lascia pressoché intatto un territorio di ricerca nel quale campeggia, ormai ineludibile, un dilemma di portata capitale: se sia lecito, e soprattutto euristicamente remunerativo, confinare il più splendido modello d'italiano degli ultimi decennî (sempreché il predicato suoni ancora laudatorio in un'epoca soggiogata, come l'attuale, dal falso idolo della semplicità e dell'uniformità denotativa) nell'alveo angusto d'un virtuosismo formalistico di matrice rondesco-dannunziana e d'una ricercatezza basata sul recupero acritico di materiali aulici e preziosissimi; o non piuttosto riconoscere in esso lo statuto d'una scrittura duttile, densa, sorprendentemente viva e vitale, capace di contrastare la dilagante mediocrità espressiva e insieme di conciliare con assoluto rigore e straordinaria intelligenza le ragioni della letterarietà tradizionale (mai, beninteso, passivamente accolte, bensì filtrate, in un folto coimplicarsi d'echi intertestuali, attraverso una sensibilità originale, austeramente selettiva) con la tensione analitica e di scavo, la trasfigurazione lirica, la compromissione estrema di chi assegna alla letteratura una funzione taumaturgica, poco meno che salvifica, essenzialmente sacrale. E tanto basti a legittimare l'equazione, se inusitata plausibilissima, letterarietà-autenticità, o, a dir tutto, artificio-affabilità comunicativa.”

Gualberto Alvino (1953) filologo, critico letterario e scrittore italiano

da Artificio e pietà. Contributo allo studio di Gesualdo Bufalino, in Gualberto Alvino, Tra linguistica e letteratura. Scritti su D'Arrigo, Consolo, Bufalino, introduzione di Rosalba Galvagno, Roma, Fondazione Antonio Pizzuto, 1998

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“Il nemico del vero non è il falso, ma l'insignificante.”

René Thom (1923–2002) matematico e filosofo francese

citato in Giulio Giorello, Di nessuna chiesa

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“Un metodo può condurre a conseguenze sempre vere, quantunque esso sia forse derivato da un principio falso.”

Francesco Maria Zanotti (1692–1777) scrittore e filosofo italiano

n.° 6
Paradossi
Origine: Citato in Harbottle, p. 432.

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“È lo stordimento attorno al falso concetto di autonomia ciò che fa entrare in profonda confusione la cultura odierna, quella secondo cui la persona si pensa tanto più felice quanto più si sente prossima a fare ciò che vuole.”

Angelo Bagnasco (1943) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Il valore della coscienza
Variante: È lo stordimento attorno al falso concetto di autonomia ciò che fa entrare in profonda confusione la cultura odierna, quella secondo cui la persona si pensa tanto più felice quanto più si sente prossima a fare ciò che vuole.

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“Un dio comincia a diventare falso nel momento in cui nessuno si degna di farsi ammazzare per lui.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Quaderni 1957-1972

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“Tutto ciò che riguarda la sessualità è illimitato, e deludente. È un falso infinito. Ma comunque un infinito.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Quaderni 1957-1972

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“D: Alcuni provvedimenti che voi avete preso, hanno dato l'impressione di sistemare qualche problemino giudiziario del presidente del Consiglio. Cito, ad esempio, rogatorie e falso in bilancio.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Con Michail Gorbacev; un bilancio della perestroika, Con il ministro leghista Castelli

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“Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso.”

da La società dello spettacolo
La società dello spettacolo

“Un falsario non ti vende mai un falso, ti regala solo un'illusione di autenticità.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Giuro che dico il falso

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“Maturare non è altro che il processo attraverso il quale si scopre che tutto ciò in cui credevi da giovane è falso mentre tutto quello a cui ti rifiutavi di credere in gioventù risulta vero.”

The Midnight Palace
Il Palazzo della Mezzanotte
Variante: Maturare non è altro che il processo attraverso il quale si scopre che tutto ciò a cui credevi da giovane è falso mentre tutto quello a cui ti rifiutavi di credere in gioventù risulta vero.

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“Fu una pulizia etnica, bisognava far fuori gli italiani: allora si chiamarono fascisti e si ammazzarono, e si buttarono nelle foibe. Questo avvenne dopo la fine della guerra, sia chiaro. Perché gli orrori di guerra, non dico che siano giustificabili, ma sono comprensibili, la guerra è di per sé stessa un orrore. No, queste… le foibe furono un'infamia commessa dopo la Liberazione, dopo la fine della guerra, e purtroppo vi hanno collaborato parecchi comunisti italiani, alcuni dei quali non solo sono ancora a piede libero, pur essendo vivi, ma ricevono delle pensioni di Stato. Ricevono delle pensioni di Stato. Però io ti posso dire questo: che come testimone oculare io ho visto anche in Croazia delle cose, da parte degli italiani, su cui è meglio sorvolare. Perché anche noi le abbiamo commesse, perché la guerra le comporta, questo è fatale, ecco. Quindi non facciamo tanto i moralisti. […] No, questo [tesi sloveno-croata sulla pulizia etnico-culturale da parte degli italiani durante il periodo di occupazione fascista] è assolutamente falso. Pulizie etniche noi non ne abbiamo mai fatte, in nessun Paese occupato. Quando sento dire che noi facemmo anche la pulizia etnica in Etiopia, beh vabbè, mi cascano le braccia. Mi cascano le braccia. Quelle son menzogne infami, di gente o che non sa nulla, o che mente sapendo di mentire. Non è vero. Furono episodi, ma non di pulizia etnica, di rappresaglie.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

dall'intervista al TG2, Massacri delle foibe http://www.youtube.com/watch?v=s9UXM_pKpqY, 6 settembre 1996
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“L'uomo è il più falso animale che sia, né mai si può conoscere.”

Pievano Arlotto (1396–1484) sacerdote italiano

Facezia sesta fatta per il Piovano dinanzi al re Alfonso in Neapoli

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“L'autorialità è un doppio falso, nell'idea che la origina e nell'artificio che quell'idea stravolge, realizzandola.”

Carmelo Bene (1937–2002) attore, drammaturgo e regista italiano

Quattro momenti su tutto il nulla

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