Frasi su missione
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“Ai suoi inizi, il liberalismo esprime l'autocoscienza di una classe di proprietari di schiavi o di servi, che si va formando mentre il sistema capitalistico comincia a emergere e ad affermarsi grazie anche a quelle pratiche spietate di espropriazione e oppressione messe in atto nella metropoli e soprattutto nelle colonie e da Marx descritte quale «accumulazione capitalistica originaria». Contro il dispotismo monarchico e il potere centrale questa classe rivendica l'autogoverno e il godimento tranquillo della sua proprietà (compresa quella in schiavi e servi), il tutto all'insegna del governo della legge, del rule of law. Possiamo allora dire che quella liberale è la tradizione di pensiero che con più rigore ha circoscritto un ristretto spazio sacro nell'ambito del quale vigono le regole della limitazione del potere; è una tradizione di pensiero caratterizzata, più che dalla celebrazione della libertà o dell'individuo, dalla celebrazione di quella comunità degli individui liberi che definisce lo spazio sacro.
Non a caso, i paesi classici della tradizione liberale sono quelli in cui, attraverso il puritanesimo, più profondamente ha agito l'Antico Testamento. Ciò vale già per la rivoluzione olandese o, perlomeno, per i boeri di origine olandese, che si identificano col «popolo eletto». E vale a maggior ragione per l'Inghilterra: a partire soprattutto dalla Riforma, gli inglesi si considerano la nuova Israele, «il popolo investito dall'Onnipotente d'una missione al tempo stesso particolare e universale». Questa ideologia e questa coscienza missionaria si diffondono, ulteriormente enfatizzate, al di là dell'Atlantico. Basti pensare a Jefferson, il quale propone che lo stemma degli Stati Uniti rappresenti i figli di Israele guidati da un fascio di luce. E di nuovo si fa sentire in tutta la sua radicalità la distinzione tra spazio sacro e spazio profano.”

cap. IX, 4, p. 305
Controstoria del liberalismo

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“[…] il ruolo dello scrittore non è quello di suggerire delle soluzioni perché la sua missione è ad un tempo più modesta e più alta: il romanziere deve forzare il lettore ad interrogare su se stesso e sul senso del suo destino.”

Michele Prisco (1920–2003) scrittore e giornalista italiano

Origine: Citato in Francesco Grisi, Napoli è per Prisco un personaggio-città http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornali/CUB0704902/1965/n.283, Momento-sera, lunedì 6 – martedì 7 dicembre 1965.

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“Gesù ha visto nella felicità l'oggetto stesso della sua missione.”

Jean-Louis Bruguès (1943) arcivescovo cattolico francese

La felicità orizzonte della morale

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“Vittorio Emanuele ha nella sua presenza qualcosa di regio, che incute rispetto, qualcosa di affettuoso e domestico, che persuade ad amare. Ha l'aspetto militare, schietto, franco: ascolta come uomo assuefatto a sentirsi circondato da chi l'ama e lo stima: ha lo sguardo vivace, e che interroga: il portamento sicuro, e la parola pronta. È penetrato della missione, che gli è affidata dalla Provvidenza: persuaso della fiducia de' popoli di'Italia in lui; sicché, al primo viderlo si ravvisa nel Re il cittadino e il guerriero senza baldanza e senza paura.”

Ruggiero Bonghi (1826–1895) filologo e politico italiano

Origine: Citato in Ruggiero Bonghi, La Deputazione del Municipio di Napoli, supplemento al n. 61 del Nazionale, 21 ottobre 1860; ripubblicato con il titolo Con la Deputazione di Napoli da Re Vittorio, 21 ottobre 1860, in Ruggiero Bonghi, Opere, Vol. 4, Ritrati e profili di contemporanei (a cura di Francesco Salata), Vol. 1, Le Monnier, Firenze 1935, pp. 612; ripubblicato in Franco Contorbia (a cura di), Giornalismo Italiano, Volume primo 1860-1901, I meridiani, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2007, p. 52.

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“[Su Biagio Conte] Ne ho sentito parlare molto, non ho potuto incontrarlo ancora, ma so quanto bene fa la sua Missione, ma mi hanno detto che stava male e non riusciva a camminare bene. Poi, dopo un viaggio a Lourdes, ha ripreso forze e coraggio. È una storia commovente. Se davvero dovesse mollare sarebbe una disgrazia per la città, da tutti i punti di vista.”

Dario Fo (1926–2016) drammaturgo, attore, scrittore, paroliere e scenografo italiano

Origine: Citato in Dario Fo: "Cari giovani della Sicilia prendete esempio dal santogiullare" http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/09/05/news/dario_fo_cari_giovani_della_sicilia_prendete_esempio_dal_santogiullare-95097128/, 5 settembre 2014.

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“[Riferendosi all'Operazione Margine di protezione] Dobbiamo essere pronti per una lunga operazione fino a che la nostra missione non sia completata. Non è possibile che i civili israeliani vivano sotto la minaccia dei tunnel e dei razzi. Non fermeremo l'operazione finché non avremo neutralizzato tutti i tunnel del terrore, non c'è guerra più giusta di questa.”

Benjamin Netanyahu (1949) politico israeliano

Origine: Citato in A Gaza riprendono gli attacchi. Ancora bambini tra le vittime. Israele: "Sono i razzi di Hamas" http://www.lastampa.it/2014/07/28/esteri/a-gaza-riprendono-gli-attacchi-ancora-bambini-tra-le-vittime-israele-sono-i-razzi-di-hamas-ifB3rKBBakV4zrZJ3KfgtL/pagina.html, La Stampa.it, 28 luglio 2014.

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“L'alimentazione non è una scienza, è una teoria esoterica. Non ci sono certezze, ci devi credere e basta: è fede. E infatti nel cibo ci sono le sette come nelle religioni, no? Ci sono i vegetariani che non mangiano carne, ma mangiano uova e latte; poi ci sono i crudisti che mangiano solo roba cruda; i fruttaliani, che mangiano solo frutta sia cotta che cruda; i fruttariani poi - con la "r" - che mangiano solo frutta cruda e poi ci sono anche i fruttariani simbiotici, anche loro mangiano solo frutta cruda però direttamente dagli alberi. Li riconosci perché sono quelli che nei parchi pubblici si litigano le noci con gli scoiattoli. Avete mai sentito parlare del respirianesimo? Ve lo giuro, esiste. Gente che si nutre di aria, si alimenta con la fotosintesi. In Italia sono circa 1300… 1299… 1298… 1297… […] Sai, non mangiando tendono ad estinguersi. Comunque la setta più agguerrita in questo periodo è sicuramente quella dei vegani, quelli che non mangiano animali né derivati. Sono dappertutto, si mimetizzano fra gli esseri umani e hanno un'unica missione nella vita: cagarti il cazzo mentre mangi. Hanno sempre questo approccio aggressivo: non ti dicono come fa bene quello che mangiano loro, ti dicono quanto fa male quello che mangi tu. Se ne porti uno a pranzo, belìn, ti guarda come se, belìn, fossi Hannibal Lecter! Cioè lo capisci che ti odia. Che tra l'altro l'aggressività dovrebbe essere tipica dei cannibali, non di chi mangia erba, giusto? Ti viene anche il dubbio che ti detesti perché sei fatto di carne. Se fossi fatto di seitan ci sarebbe più empatia. Lui mangia tofu, ma in realtà quello che lo nutre davvero è l'odio verso di te: è un odiariano. Ho detto "lui", ma in realtà il veganesimo è più diffuso nel genere femminile. E lì, se trovi il combinato "donna+vegana" ti conviene veramente diventare respiriano. Ecco chi sono i respiriani: sono i fidanzati delle vegane che si sono rotti i coglioni. Preferiscono lasciarsi morire pur di non discutere.”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

da Crozza nel Paese delle Meraviglie, 26 febbraio 2016

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“Nel dettare, grande è l'attenzione di A. [Adrienne von Speyr] ad evitare ogni ripiegamento sulla propria psicologia, sul godimento delle rivelazioni personali. In questo senso il suo atteggiamento è asciutto e rigoroso, diffidente dell'elaborazione di una sua dottrina e di una sua missione personale. Si tratta semplicemente di farsi canale, di eseguire e portare avanti ciò che Dio le affida, senza inquinamenti, per non sciupare i talenti che le sono confidati.”

Giulia Paola Di Nicola (1949) saggista italiana

Origine: Da Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr: Una Chiesa a due voci http://www.laici.va/content/dam/laici/documenti/donna/culturasocieta/italiano/hans-urs-von-balthasar-e-adrienne-von-speyr-una-chiesa-a-due-voci.pdf, Laici.va; pubblicato con leggere variazioni in Come Chiara e Francesco. Storie di amicizie spirituali, a cura di M. Chiaia e F. Incampo, Ancora, Milano, 2007, pp. 138-177.

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“La costruzione di moschee in tutto il mondo è pretesa come un diritto inalienabile; la costruzione di chiese cristiane in molti paesi arabi è impensabile. La propaganda della fede musulmana è un dovere sacro, la missione di altre religioni un crimine. Il semplice possesso di una Bibbia viene penalmente perseguito nell'Arabia Saudita. Un califfo autonominatosi tale si scaglia contro la propria espulsione in quanto lesiva dei diritti dell'uomo. Laddove l'incitamento ad ammazzare un romanziere apostata è approvato da molti musulmani. Slogan del tipo «morte agli infedeli (agli americani, ai danesi, ai tedeschi, ecc.)» sono considerati una forma legittima di protesta, per la quale tutti devono mostrare comprensione. Con l'aria dell'innocenza bistrattata predicatori dell'odio pretendono la libertà di opinione, la cui eliminazione è il loro scopo dichiarato. La disintegrazione al tritolo delle statue di Buddha a Bamiyan è stata considerata in Afghanistan un atto di devozione; di reazioni violente in Thailandia o in Giappone non è giunta notizia. Ma non appena si prospetta la proiezione di un film che critica i costumi islamici, la plebaglia si schiera compatta e fioccano le minacce di morte. Si chiede a gran voce rispetto, ma lo si nega agli altri. Mentre le lamentele per la discriminazione dei musulmani della diaspora sono all'ordine del giorno, del tutto ovvia è la discriminazione degli «infedeli» e delle donne da parte dei musulmani stessi.”

XIII; 2007, pp. 54-56
Il perdente radicale

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“Ho cercato di portare avanti la missione per far finire il regno del denaro nella società industriale.”

Adriano Olivetti (1901–1960) imprenditore, ingegnere e politico italiano

Origine: Citato in Lo sceneggiato "povero" sulla ricca figura di Adriano Olivetti http://www.quotidianodellumbria.it/quotidiano/content/lo-sceneggiato-%E2%80%9Cpovero%E2%80%9D-sulla-ricca-figura-di-adriano-olivetti, Quotidianodell<nowiki>'</nowiki>Umbria.it, 8 novembre 2013.

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“La grandezza di Cézanne, che degli impressionisti era contemporaneo, amico e compagno di lotta, consiste nell'aver avvertito immediatamente che la sua missione era quella di procedere oltre, utilizzando a fini di sintesi ciò che essi avevano ricercato analiticamente.”

Louis Vauxcelles (1870–1943) Critico d'arte francese

da Cézanne au musée de l'Orangerie, in Le monde illustre, 9 maggio 1936
Origine: Citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“Facciamo attenzione di non ridurre la Chiesa a un ricovero per anime pie. Il sale è fatto per uscire dalla saliera e ogni messa termina con un «invio», una «missione» che disperde l'assemblea cristiana in mezzo al mondo.”

Louis Evely (1910–1985) religioso (sacerdote), scrittore (scrittore spirituale cristiano)

Origine: Da Il credo dell'uomo d'oggi, Cittadella editrice, traduzione di Carla Tessore.

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“Al principio, che non è veramente un principio e che non ha alcun significato spirituale fuor dalla nostra esistenza finita, la volontà vuole conoscere se stessa; allora si desta la coscienza riflessa e col destarsi di essa la volontà si divide. La volontà unica, intera e completa in se stessa, ora è divenuta attore e, ad un tempo, osservatore. Il conflitto è inevitabile perché l'attore vuole esser libero dalle limitazioni a cui è stato costretto ad assoggettarsi nel suo desiderio di una coscienza riflessa. Per un lato, gli è stato dato il potere di vedere, ma nel contempo vi è qualcosa che egli, in quanto osservatore, non può scorgere. Alla conoscenza si unisce fatalmente l'ignoranza, l'una accompagna l'altra come l'ombra accompagna l'oggetto; non vi è separazione possibile fra i due compagni. Ma il volere come attore tende a tornare nella sede originaria dove il dualismo ancora non esisteva e dove, di conseguenza, regnava la pace. […] Al verificarsi della divisione la coscienza è, in un primo momento, così rapita dalla novità dello stato e dalla sua apparente capacità di risolvere i problemi della vita da dimenticare la sua missione, che è l'illuminare la volontà. Invece di gettare luce all'interno – cioè sulla volontà da cui trae il principio della sua esistenza – la coscienza si concentra sul mondo esteriore degli oggetti e delle idee. Quando cerca di guardare in se stessa, trova il mondo di una unità assoluta, nel quale l'oggetto che essa desidera conoscere è lo stesso soggetto. […] Si tratta di un volere in cui vi è più della mera volontà, in cui vi è anche l'atto di pensare e di vedere. Grazie a questo atto, la volontà scorge se stessa diventando libera e signora di sé. Questo è un sapere in senso eminente, ed è in ciò che consiste la redenzione buddhista.”

Daisetsu Teitarō Suzuki (1870–1966) storico delle religioni giapponese

Origine: Saggi sul Buddhismo Zen – Vol. I, pp. 125-126

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“Quello che ho capito dei vegani in questi anni è che la loro missione è giusta, condivisibile, socialmente ed economicamente vincente. È la modalità con la quale la propagandano che è imperfetta. Non si può cambiare l'alimentazione di qualcuno in maniera violenta e drastica. Ma cominciando a diffondere i perché e i percome dell'efficacia della dieta vegana, la rivoluzione avverrà da sola.”

Fausto Brizzi (1968) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano

Origine: Da Ho sposato una vegana, Einaudi; citato in Valentina Ravizza, Claudia Zanella, la moglie vegana di Brizzi: «Non sono estremista, proteggo chi amo» http://veggoanchio.corriere.it/2016/02/01/claudia-zanella-la-moglie-vegana-di-brizzi-non-sono-estremista-proteggo-chi-amo/, corriere.it, 1º febbraio 2016.

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“Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.”

Licia Troisi (1980) scrittrice italiana

da La Missione di Sennar

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“La missione Isaf deve trovare una finalizzazione positiva: noi siamo parte di un sistema in cui ognuno fa la sua parte. Nessun paese libero può sottrarsi agli impegni di stabilizzazione per la pace. Solo con la Nato, l'Onu e l'Unione europea possiamo risolvere insieme i problemi che il terrorismo e l'assenza di pace comportano.”

Enrico Letta (1966) politico italiano

Origine: Citato in Afghanistan, Letta incontra i soldati e Karzai: "Italia resterà anche dopo fine missione" http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/25/news/letta_in_afghanistan_visita_ai_soldati_italiani-65252703/?ref=HRER2-1, Repubblica.it, 25 agosto 2013.

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“A Ulisse, personaggio pagano interpretato dal cristiano Dante, nel suo libero e coraggioso vagare su una superficie orizzontale, manca la spinta ideale verso l'alto. Quando l'asse verticale e le sue coordinate spaziali gli si presentano alla fine della vita (il «turbo», «la montagna bruna e alta quanto veduta non avea alcuna»), il loro significato resta per lui incomprensibile e il movimento della nave dall'alto verso il basso, causa della sua morte gli viene imposto da una forza che egli non è in grado di riconoscere. Al contrario per Dante personaggio ad essere imposto da una realtà terrena che gli appare caotica e catastrofica e della quale gli sfugge il significato non negativo di profonda trasformazione di un'epoca di trapasso, è il movimento secondo l'asse orizzontale: la partenza da Firenze, il vagare di corte in corte, la proibizione di fare ritorno. Lo slancio verso l'alto, il suo movimento lungo l'asse verticale, è strettamente legato all'esperienza tutta terrena del movimento orizzontale imposto dall'esilio che a Dante personaggio minacciosamente si prepara – come parte della sua missione e del suo grande destino – e che Dante autore vive durante la stesura della Commedia: immane sforzo per ristabilire, in un tentativo «a cui  pongono mano cielo e terra», quell'equilibrio che rendeva l'uomo parte integrante di un'armonica costruzione cosmica e insieme mezzo per sollevarsi al di sopra del caos di un mondo fortemente squilibrato e diviso nella divina perfezione dell'Empireo.”

Jurij Michajlovič Lotman (1922–1993) linguista e semiologo russo

da Testo e contesto: semiotica dell'arte e della cultura, a cura di Simonetta Salvestroni, Laterza, Roma-Bari, 1980.
Origine: Citato in A. Tocco, G. Domestico, A. Maiorano e A. Palmieri, Parole nel tempo, [Testi, contesti, generi e percorsi attraverso la letteratura italiana, 1A, Dalle origini al Trecento], Loffredo Editore, Napoli, p. 345. ISBN 978887564209-9

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“Vale la pena soffermarci su quest’incubo [della fine della letteratura e delle arti], per come Borges ce lo racconta in una sua conversazione sui sogni e gli incubi.
Il terribile sogno è del poeta inglese William Wordsworth e si trova nel secondo [rectius: quinto] libro del poema The Prelude — un poema autobiografico, come dice il sottotitolo. Fu pubblicato nel 1850, l’anno stesso della morte del poeta. Allora non si pensava, come invece oggi, a un possibile cataclisma cosmico che annientasse ogni grande opera umana, se non l’umanità interamente.
Ma Wordsworth ne ebbe la preoccupazione e, in sogno, la visione.
Ed ecco come Borges l’assume e riassume nel suo discorso: “Nel sogno la sabbia lo circonda, un Sahara di sabbia nera. Non c’è acqua, non c’è mare. Sta al centro del deserto — nel deserto si sta sempre al centro — ed è ossessionato dal pensiero di come fare per sfuggire al deserto, quando vede qualcuno vicino a lui. Stranamente, è un arabo della tribù dei beduini, che cavalca un cammello e ha nella mano destra una lancia.
Sotto il braccio sinistro ha una pietra; nella mano una conchiglia. L’arabo gli dice che ha la missione di salvare le arti e le scienze e gli avvicina la conchiglia all’orecchio; la conchiglia è di straordinaria bellezza. Wordsworth ci dice che ascoltò la profezia (‘in una lingua che non conoscevo ma che capii’): una specie di ode appassionata, che profetizzava che la Terra era sul punto di essere distrutta dal diluvio che l’ira di Dio mandava. L’arabo gli dice che è vero, che il diluvio si avvicina, ma che egli ha una missione: salvare l’arte e le scienze. Gli mostra la pietra. La pietra, stranamente, è la Geometria di Euclide pur rimanendo una pietra. Poi gli avvicina la conchiglia, che è anche un libro: è quello che gli ha detto quelle cose terribili. La conchiglia è, anche, tutta la poesia del mondo, compreso, perche' no?, il poema di Wordsworth.
Il beduino gli dice: ‘Devo salvare queste due cose, la pietra e la conchiglia, entrambi libri’. Volge il viso all’indietro, e vi è un momento in cui Wordsworth vede che il volto del beduino cambia, si riempie di orrore. Anche lui si volge e vede una gran luce, una luce che ha inondato metà del deserto. Questa luce è quella dell’acqua del diluvio che sta per sommergere la Terra. Il beduino si allontana e Wordsworth vede che è anche don Chisciotte, che il cammello è anche Ronzinante e che allo stesso modo che la pietra è il libro e la conchiglia il libro, il beduino è don Chisciotte e nessuna delle due cose ed entrambe nello stesso tempo”…
l’immagine di don Chisciotte che si allontana invincibilmente richiama quella dipinta da Daumier, forse contemporaneamente. E ci è lecito, in aura borgesiana, chiederci se il poeta e il pittore non abbiano fatto lo stesso sogno.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

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“Sappiamo tutti che quando Amin intraprese la sua missione diabolica di uccidere i cittadini dell'Uganda per la prima volta, pose l'accento sulla necessità di uccidere i soldati provenienti da Acholi e Lango. Non ci volle molto per estendere la sua mostruosa missione a tutte le tribù dell'Uganda. La lezione è chiara: la distruzione dell'intero corpo è facilitata quando uno rompe le righe.”

Milton Obote (1925–2005) politico ugandese

We all know that when Amin first embarked on his devilish mission to kill citizens of Uganda, he laid emphasis on the necessity to kill soldiers who were from Acholi and Lango. It did not take long to extend his monstrous mission to cover all tribes of Uganda. The lesson is clear: destruction of the whole comes easily when one breaks ranks.
Variante: Sappiamo tutti che quando Amin intraprese la sua missione diabolica d'uccidere i cittadini dell'Uganda per la prima volta, pon l'accento sul bisogno d'uccidere i soldati provvennienti da Acholi e Lango. Non ci volle molto prima che estese la sua missione a tutte le tribù d'Uganda. La lezione è chiara: la distruzione del corpo intero è facilitato quando uno rompe le righe.

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“Gli Stati Uniti hanno una grande forza e pazienza, ma se saranno costretti a difendere se stessi o i loro alleati, non avremo altra scelta che distruggere completamente la Corea del Nord. “Rocketman” è in una missione suicida per se stesso e per il suo regime.”

Donald Trump (1946) 45esimo Presidente degli Stati Uniti d'America

2017
Variante: Gli Stati Uniti hanno una grande forza e pazienza, ma se saranno costretti a difendere se stessi o i loro alleati, non avremo altra scelta che distruggere completamente la Corea del Nord. "Rocketman" è in una missione suicida per se stesso e per il suo regime.

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“Mission (1986) – regista”

Roland Joffé (1945) regista britannico

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“Era Bishop. No, non Bishop, ma un perfetto duplicato. Una copia assolutamente fedele del povero, disattivato Bishop. Bishop II, si disse Ripley, Bishop venuto a prendersi la regina.
Non finché la signora sarà in vita, pensò decisa.
— Lei sa chi sono, — affermò la figura.
— Sì. Un androide. Lo stesso modello di Bishop. Mandato qui dalla fottuta Compagnia.
— Io non sono Bishop l’androide. L’ho progettato. Io sono il prototipo, e naturalmente l’ho modellato con i miei stessi lineamenti. Io sono umano. Sono stato mandato qui per mostrarle un volto amico, e per farle capire quanto lei sia importante per noi. Per me. Io seguo questo progetto sin dall’inizio. Lei significa molto per me, tenente Ripley. Per tante persone. La prego, scenda.
— Io voglio solo aiutarla. Abbiamo qui tutto quello che serve per aiutarla, Ripley. — Le rivolse un’occhiata ansiosa. In quel momento Ripley si accorse che due degli uomini di Bishop II erano vestiti in modo diverso: erano dei biomedici. Le tornò in mente Clemens.
— Vada al diavolo. Conosco tutti i volti “amici” della Compagnia. L’ultimo che mi è capitato di vedere apparteneva a uno stronzo di nome Burke.
Il sorriso svanì dal volto dell’uomo. — Il signor Burke si è rivelato una scelta sbagliata per la sua precedente missione. Aveva più a cuore i suoi interessi personali che quelli della Compagnia. Le garantisco che tale errore non si ripeterà più. Ecco perché mi trovo qui io, invece che un inesperto ed ambizioso subalterno.
— E lei, naturalmente, non ha ambizioni personali.
— Io voglio solo aiutarla.
— Lei mente, — replicò la donna con calma. — A lei non importa un accidente di me né di chiunque altro. Lei vuole solo portarsi via l’alieno. Queste creature hanno acido al posto del sangue, voialtri denaro. Non ci vedo molta differenza.
Bishop II fissò per un momento il pavimento prima di alzare gli occhi verso la sagoma solitaria sulla piattaforma della gru. — Lei ha tutte le ragioni di essere diffidente; ma, purtroppo, non ci è rimasto molto tempo. Noi vogliamo riportarla a casa. Non ci interessano più quelle creature. Sappiamo quello che ha passato. Lei ha dimostrato grande coraggio.
— Balle!
— Mi creda. Noi vogliamo aiutarla.
— In che modo?
— Vogliamo tirare fuori l’alieno che ha in corpo.
— E tenervelo.
Bishop II scosse la testa. — No, distruggerlo.
Ripley ebbe un attimo di esitazione, avrebbe voluto credergli. Cogliendo il suo smarrimento, Bishop II si affrettò ad aggiungere: — Ripley, lei è stanca, sfinita. Si conceda un momento per riflettere. A me sta a cuore solo il suo benessere. Sulla mia astronave, la Patna, c’è un’attrezzatissima sala operatoria. Possiamo asportare il feto, o larva, o come lo si voglia chiamare. Non abbiamo un nome per le diverse fasi di gestazione. L’operazione andrà benissimo! Lei avrà una lunga vita piena di gioie.
Ripley lo guardò, ora tranquilla, rassegnata. — Ho già avuto una vita, grazie. Una vita di cui non ho dovuto rendere conto a nessuno.
L’uomo alzò una mano in un gesto di supplica. — Ragioni, Ripley! Ammetto che abbiamo fatto degli errori, ma involontariamente. Possiamo riparare. Farle recuperare tutto il tempo perduto. Può ancora avere figli. Riscatteremo il suo contratto. Avrà tutto quello che merita. Glielo dobbiamo.
Lei esitò ancora una volta. — Non porterete l’alieno sulla Terra?
— No. Ora sappiamo con chi abbiamo a che fare. Lei aveva ragione fin dall’inizio. Ma il tempo stringe, dobbiamo intervenire. La sala operatoria sull’astronave è già pronta.
I biomedici avanzarono immediatamente. — È un’operazione breve, indolore. Un paio di incisioni. Sarà tutto finito nel giro di un paio d’ore. Poi sarà di nuovo in piedi, pronta per ricominciare da zero.
— Che garanzie ho che, una volta tirato fuori, lo distruggerete?
Bishop II avanzò di un altro passo. Adesso era molto vicino. — Dovrà avere fiducia in me. — Tese una mano. — Abbia fiducia in me. La prego. Vogliamo solo aiutarla.
Ripley rifletté con calma. Vide Aaron e Morse che la guardavano. Il suo sguardo si posò nuovamente su Bishop II.
Fece scorrere il cancelletto della piattaforma che la separava da loro.”

Alan Dean Foster (1946) scrittore statunitense

No... (pp. 125-126)
Alien<sup>3</sup>

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