Frasi su moltitudine
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“[…] se si vuole semplicità a tutti i costi, basta scolarsi una bottiglia di rosso.”

Paolo Virno (1952) filosofo, semiologo e accademico italiano

Origine: Da La grammatica della moltitudine, [Per un'analisi delle forme di vita contemporanee], Rubbettino, 2001, p. 24 https://books.google.it/books?id=XXWqUQWTC30C&lpg=PA24&dq=&pg=PA24#v=onepage&q&f=false.

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“Non seguite la moltitudine.”

Agostino d'Ippona (354–430) filosofo, vescovo, teologo e santo berbero con cittadinanza romana

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 451
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“S'era nell'agosto; ed in Iscaricabarilopoli, città moscosissima, nessuno rimembrava di aver mai visto negli agosti precedenti tanta copia di mosche, tal quantità di mosconi, tanti stuoli di moscerini, tali turbe di mosconcini, tal novero di mosconacci, tal moltitudine di mosconcelli, tanta folla di moschette, tanta adunanza di moscini, tanto popolo di moschettone, tanta frequenza di moscherelli, tanto spesseggiar di moscherini, tanto concorso di moschini, tanto esercito di mosciolini e tanta folta di moscioni. Scaricabarilopoli era tutta un moscaio. I signori salariavano persone apposta per moscare con gli scacciamosche, le ventole, le roste, i ventagli, i paramosche: per ogni stanza si tenevan tre o quattro piattelli con carta moschicida, cinque o sei acchiappamosche prussiani; ed il suolo era bruno per gl'innumerevoli cadaveri moscherecci. Ma non pareva, che quello sterminio le diminuisse: e le moscaiuole e i guardavivande non bastavano a riparare i cibi e le provviste. La povera gente pappava mosche in ogni pietanza. Anzi, il dottissimo Dummkopf, professore a Gottinga, nella Filosofia e Storia comparata della culinaria e della gastronomia, volume quarto, capitolo sessagesimoquinto, pagina seicentonovantotto della settima edizione, annotata dall'egregio Zeitverlust, racconta, che, abituandovisi, le trovarono finalmente gustose; e che gli Scaricabarilesi son tuttora moschivori ed educano ed ingrassano apposta in certi loro moschili sciami, o gregge di insetti. Cosa, della quale non può dubitarsi, vedendola affermata da due tali rappresentanti della scienza tedesca!”

Vittorio Imbriani (1840–1886) scrittore italiano

Origine: Da Mastr'Impicca.

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“La professione del prete è questa: godere e far credere alle moltitudini stupide ch'egli soffre di privazioni e di disagi.”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

cap. XLIX; p. 113
Clelia: il governo dei preti

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“Il nostro studio dimostra che più ci si avvicina a una dieta totalmente vegetariana, maggiori saranno i benefici per la salute… Le proteine animali, quando vengono consumate, scatenano una moltitudine di effetti indesiderati sulla nostra salute. Che si tratti del sistema immunitario, di vari sistemi enzimatici, della diffusione di agenti cancerogeni nelle cellule o di attività ormonali, di solito le proteine animali causano solo danni.”

T. Colin Campbell (1934) biochimico statunitense

Origine: Da un'intervista del 1994, in Andrea Wiebers e David Wiebers, Souls Like Ourselves, Sojourn Press, Rochester, 2000, p. 51; citato in Will Tuttle, Cibo per la pace, traduzione di Marta Mariotto, Sonda, Casale Monferrato, 2014, p. 81. ISBN 978-88-7106-742-1

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“Il termine demokratía comincia a circolare verso la fine del VI secolo avanti Cristo, con una accezione prevalentemente dispregiativa. In entrambe le componenti della parola. Da un lato, infatti, krátos non significa affatto genericamente «potere» (come per lo più si ritiene), ma si riferisce piuttosto a quella forma di potere che scaturisce da, e si fonda su, l’uso della forza. Analogamente, il termine démos viene adoperato per denominare non la totalità della popolazione, ma quella parte, ancorché maggioritaria, del popolo, che è in possesso di alcuni requisiti. Le occorrenze di démos nel senso di regime popolare, cioè di democrazia, sono pochissime e si trovano concentrate nel celebre dibattito sulle costituzioni, svoltosi verso la metà del V secolo. Le altre attestazioni di démos si presentano sostanzialmente come valutazioni negative della democrazia, quali potevano essere espresse soprattutto dai suoi avversari, i quali contestavano a questa forma di governo il fatto di privilegiare i (molti) cattivi, rispetto ai pochi (buoni), ovvero di pretendere che a governare fosse una moltitudine indistinta, anziché gli áristoi, i «migliori». Insomma, pur nell’estrema variabilità di significati, da un lato demokratía indica il dominio coercitivo, esercitato con la forza, di quella parte del popolo che è il démos (con la drastica esclusione delle donne), mentre dall'altro lato essa esprime il sopravvento della componente quantitativamente, ma non qualitativamente, più significativa del popolo.”

Umberto Curi (1941) filosofo italiano
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“L'oratore incarna le passioni della moltitudine. Per poter ispirare qualsiasi emozione, deve esserne lui stesso attraversato. Per suscitare indignazione, il suo cuore deve essere colmo di rabbia. Per muovere alle lacrime deve far fluire le proprie. Per convincere, deve credere. Le sue opinioni possono mutare man mano che le loro impressioni sbiadiscono, ma ogni oratore intende ciò che dice nell'istante in cui lo dice. Spesso potrà essere incoerente. Ma non sarà mai consapevolmente falso.”

Winston Churchill (1874–1965) politico, storico e giornalista britannico

Origine: Dal saggio Le strutture della retorica.
Origine: Citato in Aldo Grasso, The sinews of peace http://www.corriere.it/cultura/leparole/commenti/churchill_9f7cbfb6-b39f-11e1-a52e-4174479f1ca9.shtml, Corriere.it, 11 giugno 2012.
Origine: Citato in Churchill, prontuario di citazioni per far bella figura http://www.linkiesta.it/it/article/2014/11/30/churchill-prontuario-di-citazioni-per-far-bella-figura/23650/, Linkiesta, 30 novembre 2014.

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“Finché Pericle fu, durante la pace, a capo della repubblica, la guidò con moderazione e la conservò sicura, e sotto di lui essa fu potente come non mai; quando poi scoppiò la guerra, è evidente che anche allora egli ne seppe ben riconoscere la forza. Sopravvisse (allo scoppio della guerra) due anni e sei mesi; e dopoché fu morto, allora anche meglio si poté conoscere la sua antiveggenza nei riguardi della guerra. Egli infatti andava ripetendo che gli Ateniesi ne sarebbero usciti con successo qualora si fossero condotti prudentemente, avendo cura della flotta, e non cercassero di allargare con la guerra il loro impero, e non mettessero in pericolo la città stessa: ma essi fecero tutto il contrario, e giudicando altre imprese estranee alla guerra meglio rispondenti alle ambizioni private e ai privati vantaggi, mal governarono lo Stato per se stessi e per gli alleati… E la causa di tutto ciò era che Pericle, potente per dignità e per senno, manifestamente incorruttibile, dominava liberalmente la moltitudine e conseguito il potere con mezzi non illeciti, egli non era costretto a parlare per compiacerla, ma poteva, per la sua autorità, contraddirla ed affrontarne la collera… Si aveva dunque di nome la democrazia, ma di fatto il governo tenuto dal primo cittadino.”

Storie, II, 65
Origine: Citato in Giulio Giannelli, Trattato di storia greca. Patron editore, p. 240.

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“«la natura della moltitudine è tale che o serve con umiltà o domina con superbia»”

Emilio Gentile (1946) storico italiano

Il capo e la folla. La genesi della democrazia recitativa

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Sono grande, contengo moltitudini.”

Walt Whitman (1819–1892) poeta, scrittore e giornalista statunitense