Frasi su parola-chiave
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“È la parola, fecondatrice del pensiero, nel dibattito delle grandi idee.”

Gerolamo Rovetta (1851–1910) scrittore e drammaturgo italiano

Origine: La baraonda, p. 77

“Le parole usate per servire a qualcosa si vendicano.”

Giorgio Manganelli (1922–1990) scrittore, traduttore e giornalista italiano
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“I gatti sono stati i miei maestri di etologia. Maestri senza parole ma con gesti trasparenti; ed io, a poco a poco, sono diventato un loro ammiratore e loro complice.”

Giorgio Celli (1935–2011) etologo, entomologo e scrittore italiano

Origine: Citato in Minù. Agenda del gatto 1998, testi a cura di Claudia Angeletti e Simona Lari, Gruppo Editoriale Armenia, Milano, 1997.

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“Ho meditato molto, questi giorni a Bracciano. Il lago era cinese — tutto strisce di nuvole e di luce — separate qua e là da pareti di pioggia. Leggevo Hölderlin senza interruzione; ed era per me come assistere alle letture della Passione in una qualche abbazia perduta tra le montagne. Un vivere ogni parola a capo chino, sommersi nelle lacrime. […]
Caro Gian, dimentichi questa lettera, anzi la bruci per favore. Ma ricordi che solo a lei potevo scrivere così, senza ritegno — come piango su Hölderlin.
«Denn, wie [die] Pflanze, wurzelt auf eignem Grund | Sie nicht, verglüht die Seele des Sterblichen, | der mit dem Tageslichte nur, ein | Armer, auf heiliger Erde wandelt»
Ein Armer, Ecco, è proprio questo.”

Cristina Campo (1923–1977) scrittrice, poetessa e traduttrice italiana

Il mio pensiero non vi lascia
Origine: L'Autrice cita i versi 25-28 dell'Ode Mein Eigentum, La mia proprietà: «Giacché, come una pianta che non ha radici | Nella propria zolla, si spegne l'anima del mortale | Che alla luce del gorno soltanto, un | Misero, vaga sulla sacra terra.» Da Friedrich Hölderlin, Tutte le liriche, Edizione tradotta e commentata e revisione del testo critico tedesco a cura di Luigi Reitani, Mondadori, I Meridiani, settembre 2001. ISBN 8804474076
Origine: Dalla lettera a Gianfranco Draghi da [Roma, aprile 1958], p. 81.

“Come tu vedi un Padrone largo a offerire e a promettere, passalo per uomo che ti mancherà presto nelle mani, e che si spargeranno le sue parole al vento.”

Filiberto Gherardo Scaglia (1561–1619) conte di Verrua

XLIIIL
Avvertimenti politici per quelli che vogliono entrare in corte del signor conte di Verrua

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“Non sono canzoni da ricordo, quelle di Rino, sono canzoni del presente e del futuro. La prima parola che associo a lui è: avanti. E il Rino di trent'anni fa, quel Rino, ancora oggi, starebbe un passo avanti a tutti noi.”

Fiorello (1960) showman, imitatore e conduttore radiofonico italiano

Origine: Dal libretto https://skydrive.live.com/?cid=8304688d9d5ba48c&id=8304688D9D5BA48C!2409#cid=8304688D9D5BA48C&id=8304688D9D5BA48C!2416 della raccolta E cantavo le canzoni, RCA Italiana, 27 luglio 2010; citato in Stefania Ulivi, Ciao Charlie, l'inedito di Rino Gaetano http://www.corriere.it/spettacoli/10_luglio_22/inedito-rino-gaetano-ulivi_b90b68f8-9572-11df-91c3-00144f02aabe.shtml, Corriere.it, 22 luglio 2010.

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“[Discutendo della parola campo] Il paradosso agricolo cellulare parla di un contadino che zappa la terra mentre il suo telefonino non prende; il contadino si chiede: ma se qui non c'è campo, io che cazzo sto zappando?”

Fiorello (1960) showman, imitatore e conduttore radiofonico italiano

1 novembre 2006
Citazioni dal programma radiofonico Viva Radio 2, Imitazioni e personaggi, Umberto Eco

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“È musica, com'è che non capite? | parole, suoni, fine. | Il racconto più spontaneo delle nostre vite.”

Ghemon (1982) rapper italiano

da Faccia Dopo Faccia, n. 17
E poi, all'improvviso, impazzire feat. The Love 4tet

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“Ma visto che mi vuoi lasciare | è inutile tergiversare, | rendimi le mie parole | che ti ho detto con amore | e le frasi e le poesie, | quelle tue e quelle mie.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da Visto che mi vuoi lasciare, 1978
Pubblicate solo come singoli

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“Non ci fu dunque un tempo, durante il quale avresti fatto nulla, poiché il tempo stesso l'hai fatto tu; e non vi è un tempo eterno con te, poiché tu sei stabile, mentre un tempo che fosse stabile non sarebbe tempo. Cos'è il tempo? Chi saprebbe spiegarlo in forma piana e breve? Chi saprebbe formarsene anche solo il concetto nella mente, per poi esprimerlo a parole? Eppure, quale parola più familiare e nota del tempo ritorna nelle nostre conversazioni? Quando siamo noi a parlarne, certo intendiamo, e intendiamo anche quando ne udiamo parlare altri. Cos'è dunque il tempo? Se nessuno m'interroga, lo so; se volessi spiegarlo a chi m'interroga, non lo so. Questo però posso dire con fiducia di sapere: senza nulla che passi, non esisterebbe un tempo passato; senza nulla che venga, non esisterebbe un tempo futuro; senza nulla che esista, non esisterebbe un tempo presente. Due, dunque, di questi tempi, il passato e il futuro, come esistono, dal momento che il primo non è più, il secondo non è ancora? E quanto al presente, se fosse sempre presente, senza tradursi in passato, non sarebbe più tempo, ma eternità. Se dunque il presente, per essere tempo, deve tradursi in passato, come possiamo dire anche di esso che esiste, se la ragione per cui esiste è che non esisterà? Quindi non possiamo parlare con verità di esistenza del tempo, se non in quanto tende a non esistere.”

14, 17
Confessioni, Libro XI (Meditazioni sul primo versetto della Genesi)

“Chist'è 'o paese d' 'o sole, | chist'è 'o paese d' 'o mare, | chist'è 'o paese addó tutt' 'e pparole,| so' doce o so' amare, so' sempe parole d'ammore!”

Libero Bovio (1883–1942) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

da <nowiki>'O paese d' 'o sole</nowiki>, con D'Annibale
Questo è il paese del Sole, | questo è il paese del Mare,| questo è il paese dove tutte le parole, | siano dolci od amare, sono sempre parole d'amore!

“Non c'è concetto o pensiero che non possa fare a meno del linguaggio; tutta la conoscenza è illuminata in quanto è penetrata dalla parola.”

Bhartṛhari (570) poeta, scrittore e grammatico indiano

da Vākyapadīya, I.123
Origine: Citato in Kamalakar Mishra, Tantra. Lo Śivaismo del Kaśmīr, traduzione di P. Zanoni, Lakṣmī, Savona 2012, p. 197.

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“Conte sembra Al Pacino in Ogni maledetta domenica: le sue parole alla squadra hanno gasato anche me.”

Gennaro Gattuso (1978) calciatore italiano

Origine: Citato in Paolo Menicucci, Nedvěd: grinta Conte e classe Del Piero http://it.uefa.com/memberassociations/news/newsid=1783496.html, Uefa.com, 12 aprile 2012.

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“Passò molto tempo. Gallardo non sapeva con certezza se avesse dormito o no. Tutto a un tratto risuonò la voce di doña Sol a scuoterlo da quella pesante somnnolenza. Aveva lasciato da parte la sigaretta dalle azzurre spirali e, con voce sommessa dava risalto alle parole, imprimendovi appassionati tremori, cantava accompagnandosi al piano.
Il torero tese gli orecchi per capire qualcosa... Neanche una parola. Erano canzoni straniere. «Accidenti! Perché non un tango o una soleà…? E poi si vorrebbe che un cristiano non si addormentasse!»
Doña Sol posava le dita sui tasti, mentre i suoi occhi vagavano in alto, gettando indietro il capo, mentre il petto solido le tremava con i sospiri musicali.
Era la preghiera di Elsa, il lamento della bionda vergine che pensava all'uomo forte, il bel guerriero invincibile per gli uomini, dolce e timido con le donne.
Pareva sognare mentre cantava, imprimendo alle parole fremiti passionali e gli occhi le si riempivano di lacrime di commozione. L'uomo semplice e forte, il guerriero, forse era lì, dietro di lei… Perché no?
Non aveva l'aspetto leggendario dell'altro, era rude e goffo, ma lei vedeva ancora, con la lucidità di un saldo ricordo, la gagliardia con cui pochi giorni prima era corso in suo aiuto, la sorridente fiducia con cui aveva lottato contro un animale feroce, così come gli eroi wagneriani lottavano contro draghi terrificanti. Sì, era lui il suo guerriero.
E, scossa dai talloni fino alla radice dei capelli da un timore voluttuoso, dandosi anticipatamente per vinta, credeva di intuire il dolce pericolo che si avvicinava alle sue spalle. Vedeva l'eroe, il paladino levarsi lentamente dal divano con quei suoi occhi arabi fissi su di lei; ne sentiva i cauti passi, percepiva le mani di lui posarsi sulle sue spalle; poi un bacio infuocato sulla nuca, marchio di passione che la segnava per sempre, facendola sua schiava… Ma la romanza terminò senza che accadesse niente, senza sentire sulla schiena altra pressione che non fosse quella dei suoi fremiti di timoroso desiderio.”

Vicente Blasco Ibáñez (1867–1928) scrittore, sceneggiatore e regista spagnolo

Origine: Sangue e arena, pp. 115-116

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“La Grande Sapienza tutto abbraccia, la piccola sapienza distingue; le grandi parole compongono i contrari, le piccole parole discutono di futilità.”

Zhuangzi (-369–-286 a.C.) filosofo

da Zhuangzi, Great and Small http://www.taoism.net/chuang/small.htm
Citazioni di Chuang Tzu

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“Le parole non si uccidono.”

Nando dalla Chiesa (1949) scrittore, sociologo e politico italiano

Origine: Da Le parole non si uccidono http://www.youtube.com/watch?v=RcsafqIq9wA, Youtube.

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“Nei romanzi i silenzi sono più importanti delle parole.”

Cristina Comencini (1956) regista italiana

Matrioska

“La civiltà moderna, quanto ha di buono, l'ha tolto dal Calvario: la santa parola lo ha cresciuto ed alimentato.”

Guglielmo Audisio (1802–1882)

Proemio a "Eloquenza sacra", edizione del 1846

“[Sulla divisione dell'orazione di Louis Bourdaloue] Ora, per darvene una giusta idea, io mi fermerò alle parole del mio testo, la cui esposizione letterale svilupperà tosto il mio disegno. Vedetene l'ordine e la divisione. Ecce merces vestra copiosa est in coelis. Questa ricompensa che Dio prepara a' suoi eletti, è una ricompensa sicura: Ecce, vedetela, è un Dio che ve la promette; e se la volete di buona fede, ella è vostra: Ecce merces vestra. È una ricompensa abbondante, che non avrà altra che la magnificenza d'un Dio, e che metterà ella sola il colmo a tutte le vostre brame: Ecce merces vestra copiosa. Finalmente è una ricompensa eterna che voi non perderete mai, perché vi attende nel cielo dove non è cangiamento o vicenda: Ecce merces vestra copiosa est in coelis. […] La ricompensa degli eletti di Dio è una ricompensa sicura; mentre quelle del mondo sono fallibili ed incerte: sarà il primo punto. La ricompensa degli eletti di Dio è una ricompensa abbondante; mentre quelle del mondo sono vuote e difettose: sarà il secondo punto. La ricompensa degli eletti di Dio è una ricompensa eterna; mentre quelle del mondo sono fragili e passeggere: sarà l'ultimo punto.
Forse mi direte essere alquanto lunga una tal divisione, e che sarebbesi potuta spedire con tre voci, dicendo che la mercede de' giusti è mercede sicura, piena, eterna.”

Guglielmo Audisio (1802–1882)

Origine: Lezioni di eloquenza sacra, p. 89

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“[Ultime parole prima della morte. 8 marzo 1702, quando il dottore gli rivelò che era seriamente ammalato. ] Potrà durare a lungo?
Can this last long?”

Guglielmo III d'Inghilterra (1650–1702) re inglese

Citazioni di Guglielmo III, Attribuite
Origine: Citato in Familiar Short Saying of Great Men, Forgotten Books, p. 571. ISBN 1440090750 ( Anteprima su Google Books http://books.google.it/books?id=VkMcAtB8HnEC)