Frasi su voluta
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“Quando non lavoro vado a casa, bevo una birra, faccio il bucato. Se avessi voluto la fama sarei andato al Grande Fratello.”

Sam Worthington (1976) attore australiano

citato in The Daily Telegraph, 11 dicembre 2009

“[A proposito del terremoto di Sendai del 2011] Mons. Orazio Mazzella, (1860-1939) arcivescovo di Rossano Calabro, all'indomani della tragedia fece una serie di riflessioni che vi riassumo (La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909).
In primo luogo le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio, che ci scuote e ci richiama col pensiero ai nostri grandi destini, al fine ultimo della nostra vita, che è immortale.
Infatti se la terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe sopra di noi un fascino irresistibile, non ci accorgeremmo che essa è un luogo d'esilio, e dimenticheremmo troppo facilmente, che noi siamo cittadini del cielo. […]
In secondo luogo, osserva l'arcivescovo di Rossano Calabro, le catastrofi sono talora esigenza della Giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi.
Alla colpa del peccato originale si aggiungono infatti, nella nostra vita, le nostre colpe personali; nessuno di noi è immune dal peccato e può dirsi innocente e le nostre colpe possono essere personali o collettive: possono essere le colpe di un singolo o quelle di un popolo: ma mentre Dio premia o castiga i singoli nell'eternità è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna, hanno un orizzonte terreno. […]
Terzo punto infine: le grandi catastrofi sono spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio.
Abbiamo detto infatti che nessuno, mettendosi la mano sulla coscienza, potrebbe dare a se stesso un certificato d'innocenza. Un giorno, quando il velo, che copre l'opera della Provvidenza, sarà sollevato, ed alla luce di Dio vedremo ciò che Egli avrà operato ne' popoli e nelle anime, ci accorgeremo che per molte di quelle vittime, che compiangiamo oggi, il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima da tutte le macchie, anche le più lievi, e grazie a questa morte tragica la loro anima è volata al cielo prima del tempo perché Dio ha voluto risparmiarle un triste avvenire. […]
Le grandi catastrofi sono certamente un male, però non sono un male assoluto, ma un male relativo, dal quale sorgono beni di ordine superiore e più universali. La luce della fede ci insegna che le grandi catastrofi, o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo. Perché il Cielo è il nostro destino eterno.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

da Riflessioni sul mistero del male – Intervento del prof. Roberto de Mattei a Radio Maria del 16 marzo 2011; citato in Corrispondenza Romana http://www.corrispondenzaromana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1560:intervento-del-prof-roberto-de-mattei-a-radio-maria-del-16-marzo-2011&catid=138:varie&Itemid=55=, 25 marzo 2011

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“[Su Pietro Mennea] Lui era pane e atletica, viveva per questo sport, i risultati ottenuti li ha voluti con tutto se stesso.”

Gabriella Dorio (1957) atleta italiana

Origine: Citata in Morto Mennea, Sara Simeoni: "Se n'è andato un pezzo della mia vita" http://www.repubblica.it/sport/vari/2013/03/21/news/reazioni_morte_mennea-55036477/, Repubblica.it, 21 marzo 2013.

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“Garbato, naso fino, duro però nel mettere assieme i suoi versi. Il suo difetto? Eccolo: in un'ora, come fosse gran cosa, dettava sovente duecento versi, e reggendosi su un piede soltanto. Siccome scorreva fangoso, c'erano cose che avresti voluto levare; era ciarliero e insofferente della fatica di scrivere, di scrivere bene. ”
Facetus, emunctae naris, durus conponere versus. nam fuit hoc vitiosus: in hora saepe ducentos, ut magnum, versus dictabat stans pede in uno; cum flueret lutulentus, erat quod tollere velles; garrulus atque piger scribendi ferre laborem, scribendi recte.

Quinto Orazio Flacco (-65–-8 a.C.) poeta romano

da III, 4, 7-13 - Mario Labate

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“Vent'anni fa, Leopold Mapple era il giovane scienziato più brillante del nostro corso per studenti superdotati all'Istituto di Scienze di Londra. Era un ragazzone di cento chili, roseo e ben vestito. Lo si sarebbe potuto prendere per un ricco rampollo nullafacente: invece era lo scienziato più importante nella ricerca sulla fisica subatomica. Ma era anche il più inveterato gaudente, mangione, bevitore, tabagista, donnaiolo e cultore di ogni altra cosa dai più chiamata vizio. Spesso veniva richiamato dal nostro rettore, gran lucertolone calvinista, ad un atteggiamento più morale, ma Apple gli rispondeva sempre: "Sono uno scienziato e ho studiato con attenzione il mondo: e dico mai, nelle mie osservazioni, né col microscopio, né con con la camera a bolle, né con le analisi chimiche, né coi raggi X ho mai visto apparirmi una cosa chiamata 'morale'. Era infatti Leopold Mapple, l'uomo più radicalmente ateo, più rigidamente materialista, più lontano da qualsiasi sbavatura filosofica o mistica, che io avessi conosciuto. Per lui tutto era materia, numero, osservazione, confronto, realtà: su tutto il resto egli spargeva abbondantemente la sua risata fragorosa, ben conosciuta in tutte le birrerie londinesi. "C'è un solo mezzo", egli ripeteva spesso, "per elevarsi da questa terra: ed è possedere una velocità superiore a 11,45 chilometri al secondo: tutto il resto è carburante per la superstizione e l'ignoranza." E a questo suo monolitico approccio all'esistenza, egli si manteneva coerente. Radunava un gruppo di amici, io, il dottor Hyde, e Bohr, e Fermi e Jacobson e ci trascinava nella Londra notturna. Mangiava e beveva smodatamente: "Nulla teoria, sine hosteria,"diceva e aggiungeva: "Certo non ci si ciba in fondo che di molecole, ma tra un piatto di idrogeno e un pasticcio di maiale, c'è una bella differenza." E a chi gli diceva che diventa sempre più grasso, rispondeva: "Nell'Universo, le cose grosse sono più rare delle piccole: pochi elefanti, molte zanzare, pochi grandi stelle, tanti pianetini." Insomma, un tipo piuttosto bizzarro, l'avrete capito: ma l'eccezionale bravura scientifica e l'allegria contagiosa, lo rendevano simpatico a tutti. Piaceva anche alle donne, anche se lui ripeteva spesso:"Considero ogni parola detta a letto, oltre le sei, come una conferenza, e come tale mi riservo di abbandonarla." Questo suo carattere gli causava anche qualche guaio, come una volta, quando vide alcuni bambini fermi davanti a un presepe sotto Natale. Subito volle spiegare loro: uno, che Gesù Bambino non poteva essere nato seminudo nella capanna perché sarebbe morto assiderato entro pochi minuti, due, che la Madonna non poteva averlo partorito restando vergine perché la fecondazione artificiale è stata inventata quasi duemila anni dopo, e tre, che se veramente sulla capanna fosse arrivata una cometa avrebbe ridotto tutta la Palestina a una voragine fumante. Inoltre i pastori che arrivavano con le pecore probabilmente non erano venuti per regalarle, ma per venderle come è loro abitudine, e che i tre re magi erano la più grande delle fandonie perché mai nella storia un re si è fatto una cammellata nella notte per andare a portare dei doni a un bambino nudo, magari a una bambina di sedici anni sì, ma a un neonato mai nei secoli dei secoli amen e dopo, siccome i bambini erano piuttosto choccati, li portò tutti in una pasticceria e offrì loro una montagna di kraffen dicendo: prendete e mangiate, eccovi dio infinitamente buono nella sua santa trinità di crema, marmellata di arance e cioccolato. Fu denunciato dai genitori, e si guadagnò una nota di biasimo dal rettore, che però non lo espulse perché proprio in quei mesi Mapple stava ultimando un esperimento straordinario: era riuscito a costruire una camera a bolle speciale dove era sicuro di scoprire la terza forza elementare, la forza che, diceva, sta all'origine di tutte, e non è né onda né particella, qualcosa di completamente diverso, e definitivo. "Farò l'ultimo strip-tease alla cosiddetta materia," ci disse, troneggiando tra macerie di lattine di birre, a una festa organizzata la sera prima dell'esperimento. "E quello che resterà alla fine, sarà il principio: altroché Buddha e Javeh e Visnù e altri figuri metà uomo e metà cane e splendenti e resuscitanti e volanti e sibilanti su e giù per il cielo. Basta con il traffico aereo degli impostori! Quello che troveremo al termine del mio esperimento, sarà Dio a tutti gli effetti di legge: ciò da cui tutto è composto, e creato, e causato: una particella, un'onda, una relazione. Non lancerà fulmini, nel suo nome nessun profeta sarà costretto a massacri, non avrà bisogno di travestirsi da toro di legno per scopare: sarà una formula, tutto lì. Gioiosa, semplice, tangibile, consistente, divulgabile nelle scuole, utilizzabile in industria. Ragazzi quel giorno andrò dal rettore e gli dirò: 'faccia mettere questa formula nel presepe al posto di Gesù Bambino. E vedrà se giuseppi e marie e pastori e pecorelle e reganti cammellari e angeli trombettieri non ci faranno la figura dei fessi!" Noi scoppiammo a ridere, qualcuno era un po' scandalizzato, ma Mapple ci travolse, beveva e cantava e petava come un cavallo gridando: "In interiore hominis vox veritatis!" e passammo in rassegna tutte le bettolacce di Sub-Chelsea e per contare i tappi di birra fatti saltare Bohr disse che ci sarebbe voluta un'equazione complessa, e tornammo a casa ubriachi fradici. Il giorno dopo, fragoroso come sempre, Mapple arrivò all'Istituto per l'esperimento. "Bene," disse "ora prendiamo un bell'atomo grassotto e prendiamolo a cazzotti finché non gli cascano giù tutti gli elettrodentoni." Era questo un suo modo colorito di definire gli esperimenti subatomici. Un giovane tecnico si calò nella grande camera a bolle, dentro la quale sarebbe avvenuto il bombardamento, fino all'ultima particella. Quella mattina Mapple era particolarmente euforico, e ben farcito di birra. Non si accorse che il tecnico si era sdraiato a terra per controllare la temperatura del suolo. Così lo chiuse senza accorgersene dentro la camera e iniziò il bombardamento. L'esperimento durò otto giorni: per quel tempo, il reparto restò chiuso a tutti. Il nono giorno ecco arrivare Mapple in smoking, reduce dalla solita notte di baldoria. C'eravamo tutti con lui, mentre si avviava alla camera nucleare: "Ragazzi", egli gridava, facendo roteare il bastone d'avorio, "le nuvole di duemila anni di incensi religiosi stanno finalmente per dissolversi. Migliaia di preti invaderanno gli uffici di disoccupazione in tutto il mondo. Nessun bambino verrà mai più atterrito da purgatori e inferni! Le marmellate in cima agli armadi verranno sterminate, senza paura di ritorsioni. Nelle chiese risuonerà, liberatorio, il tintinnio dei brindisi. Suore nude si concederanno a rabbini infoiati, ex voto, ex stole, ex messali, tiare, sottanoni e paramenti e ultime cene tutto brucerà, nello stesso fuoco in cui la chiesa ha bruciato i libri, gli eretici, i villaggi degli infedeli. L'ultima crociata è giunta! L'umanità è salva! Cristo è disceso in terra, anzi è sempre stato lì, e io ve lo mostrerò! La causa causarum, la sacra particula, il colui da cui, il primo motore, l'ordo initialis, l'uovo cosmico, il fabbro celeste, il danzatore eterno, l'occhio del Buddha, il kkien, il waugwa, il primo bit, il supremo artefice! Presto a voi in tutto il suo scientifico splendore! Seguitemi!" E noi lo seguimmo, eccitati, fin davanti la porta sigillata della camera dell'esperimento, e trattenemmo il fiato insieme a lui, quando lui aprì la porta e vide… vide… Vide il tecnico, con la barba lunga, i capelli incolti, con il viso scavato da otto giorni di digiuno, e il camice bianco strappato, che alzava al cielo le mani bruciate dalle ustioni radioattive e gridava: "Sono qui! Sono io, Mapple, finalmente mi hai trovato!" Descrivere il viso di Mapple in quel momento, non mi è possibile: diventò bianco come un marmo, gli occhi sembrarono uscirgli dalle orbite, ed egli lanciò un urlo, un urlo che fece tremare i vetri dell'Istituto, e i nostri cuori. "Nooooooooooooooooo!" Fuggì, travolgendo tutti. Nessuno di noi riuscì a raggiungerlo per spiegargli cos'era veramente successo. Sparì nel nulla e riapparve solo dopo molti giorni, la barba lunga, gli occhi rossi: capimmo subito che era uscito di senno. "Mapple," cercammo di spiegargli "quello che hai visto era solo il tecnico dell'Istituto, rimasto chiuso nella tua camera atomica per otto giorni!" "No amici," egli disse con voce ispirata, "era Dio! In fondo a ogni atomo c'è Dio." Due mesi dopo partì, con questa strana astronave, nello spazio. Da quel giorno egli vola per le galassie, portando la Religione ovunque, nelle stazioni spaziali, nei pianeti, nelle astronavi: non c'è culto o rito o confessione che egli non conosca e commerci. Cosi sia.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“[Sulla finale del 2007] Dopo la finale dell'ultimo Wimbledon, ho pianto come non mi succedeva dai tempi degli juniores, e non ho più voluto vederla, nemmeno in dvd. Per vincere mi è mancato solo un punto.”

Rafael Nadal (1986) tennista spagnolo

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Federer-Nadal Classe o potenza Wimbledon decide chi è il più forte http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/luglio/05/Federer_Nadal_Classe_potenza_Wimbledon_ga_10_080705028.shtml, Gazzetta dello Sport, 5 luglio 2008.

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“Silenzio, comincia la trasmissione. Appare sul teleschermo un signore giovialotto, cordialotto, il Luigi Silori di cui sopra. Presso di lui c'è la simpatica attrice Carla Bizzarri, pronta a dare la mano. Silori, con voce baritonale: "Cominciamo col libro della settimana. Questa volta è un libro di viaggi. Va a ruba. Ha un successo di vendita strepitoso. Eccolo qua." Prende dalla scrivania un volume, lo esamina, lo mostra ai telespettatori. Con voce baritonale: "S'intitola Orario generale delle Ferrovie dello Stato". È un'operetta preziosa, che non dovrebbe mancare nella biblioteca di qualsiasi persona colta; si raccomanda per la sua veste e il suo contenuto, e non soltanto ai bibliofili, ai cultori del libro come oggetto d'arte. Ma del resto, adesso parleremo con l'editore che abbiamo voluto ospite nostro questa sera perché ci parli di questa sua creatura."
Entra il signor Pozzo (o il signor Grippaudo). Silori, con voce baritonale: "Caro Pozzo (o: caro Grippaudo), noi vorremmo sapere da lei quali sono gli intendimenti artistici perseguiti da questa fortunata opera letteraria." "Le dirò, riguarda lo sviluppo della cultura differenziata da caso a caso.”

Achille Campanile (1899–1977) scrittore italiano

... ] "E mi dica, i ritardi?" "I ritardi no, non sono indicati. C'è comunque un'edizione integrale e ci sono delle edizioni ridotte." "Direi quasi regionali. A carattere etnografico?" "Direi di sì. Direi di sì." "Ed è un libro che va molto?". "Direi che è una delle opere più vendute." "Un best seller, insomma.". (da La televisione spiegata al popolo, 1989, Bompiani)

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“Nelle grandi imprese anche l'aver voluto basta.”

Sesto Properzio (-47–-16 a.C.) poeta romano

II, 10, 6

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“Vi mancava il mio latino? C'era un certo scetticismo, poi però tanti si sono voluti cimentare. Lo stesso Santo Padre ha voluto reintrodurre la Messa in latino… No, non voglio dire quello, non è che mi ha ascoltato. Semplicemente, il Papa ha sottolineato l'importanza del latino.”

Claudio Lotito (1957) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Massimo Arcidiacono, Maurizio Nicita, Papaveri e papere: Prodezze e nefandezze dei presidenti del calcio., Imprimatur Editore, 2013. EAN: 9788897949923

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“Se b. avesse voluto davvero fare lo spiritoso anziché lo sborone ignorante come al solito avrebbe detto che lui usa lo stesso fondo tinta di obama.”

Sabina Guzzanti (1963) attrice italiana

da Olè http://www.sabinaguzzanti.it/2008/11/08/ole/#comments, sabinaguzzanti.it, 8 novembre 2008

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“Se il buon Dio non avesse voluto la sporcizia, non la avrebbe creata.”

Georg Groddeck (1866–1934) medico e psicoanalista tedesco

Lo scrutatore d'anime

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“Nello smantellamento dei suoi libri Agnese impiegò parecchio tempo fra volere e disvolere. Lavorava soffrendo. Le tre mogli infelici, vittime di mariti crudeli e mai contente di narrarne scrupolosamente i misfatti, furono agevolmente convertite in isteriche maniache, calunniatrici di uomini un po' strambi, come, del resto, gran parte degli uomini. Fra loro una matura nubile pronunciava ogni tanto parole ragionavoli, umane. I fatti narrati erano se non proprio autentici, probabili, ma ripensandoli, Agnese si sentiva coinvolta in un partito preso, in un'ira soffocata che aveva conosciuto in gioventù nel comportamento delle sue coetanee: lei che dal presente aveva sempre voluto astrarsi. Dunque avevano ragione quelli che l'avevano accusata di femminismo, la parola che lei detestava. E qui, immergendosi in una intensa riflessione, si scavava a fondo, volta a volta deplorandosi o giustificandosi. No, lei non aveva reclamato altro che la parità della mente e la libertà del lavoro, ciò che tuttora, da anziana contestatrice, la tormentava. Aveva amato pochi uomini, anzi un uomo solo, ma pochissime donne, e quelle poche, riunite in una favola, sempre la stessa: il mito dell'eccezione contro la norma del conformismo. E poiché l'eccezione s'era resa inafferrabile, l'aveva inventata lei, per donarla malinconicamente a una ragazza antica senza volto, che voleva suonare la propria musica e glielo proibivano. Ecco, questa ragazza lei non aveva il coraggio di distruggerla: l'aveva mandata lontano, al di là del mare o in fondo al mare.”

Origine: Un grido lacerante, pp. 112-113

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“Lucio è stato un nostro compagno e sarà sempre nei nostri ricordi per quello che abbiamo fatto insieme. Per questo ha il nostro affetto. Ma lo conosco, le parole che ha detto non sono uscite dal suo profondo e so che non le pensa. Se ha voluto farsi subito amici i tifosi bianconeri? Questo non ci interessa, noi l'abbiamo conosciuto bene in tre anni e si prenderà le responsabilità di quello che ha detto perché non credo che nessuno l'abbia obbligato.”

Iván Córdoba (1976) dirigente sportivo ed ex calciatore colombiano naturalizzato italiano

Origine: Riferendosi alle dichiarazioni di Lucio, il quale, arrivato da poco alla Juventus dopo essersi svincolato dall'Inter, si pronunciò in favore dei bianconeri riguardo alla questione degli scudetti revocati alla Juve in seguito allo scandalo di Calciopoli, «Se la Juve ha 28 o 30 scudetti? La cosa giusta l'ha detta il presidente...»
Origine: Citato in Lucio subito juventino dentro? All'Inter non ci credono, qualcuno deve averlo imbeccato: "Le parole che ha detto non le pensa, si vede che siamo molto importanti per loro..." http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2012/07/16/3244483/lucio-subito-juventino-dentro-allinter-non-ci-credono, Goal.com, 16 luglio 2012.

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“Fedone: Io non ho mai fatto sesso con bambini: non sono così religioso.
Gorgia: Io avrei voluto fare il prete, ma odiavo i bambini.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

dai Dialoghi platonici, 3 novembre 2007
Decameron (programma tv)

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“Ogni fine relativo all'individuo in tanto è giustificato in quanto può esser voluto come parte del fine universale.”

Georg Kerschensteiner (1854–1932) pedagogista tedesco

Origine: Il concetto della scuola del lavoro, p. 12

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“Quei figli che non ho voluto, sapessero la felicità che mi debbono!”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Confessioni e anatemi

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“D: Che cosa ha voluto dire la caduta del Muro di Berlino per il mondo?”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Con Michail Gorbacev; un bilancio della perestroika

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“D: Cosa ha voluto dire la perestrojka per il suo popolo?”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Con Michail Gorbacev; un bilancio della perestroika

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“[sulla definizione di Gianfranco Fini del fascismo come male assoluto] Non lo penso e non l'ho mai pensato: il fascismo fu un fenomeno più complesso. Molte persone vi aderirono in buona fede e non mi sento di etichettarle con quella definizione. Il male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale.”

Gianni Alemanno (1958) politico italiano, ex sindaco di Roma

Origine: Dall'intervista di Enrico Menicucci in «Male assoluto le leggi razziali Non definisco così il fascismo» http://www.corriere.it/politica/08_settembre_07/alemanno_leggi_razziali_b4348268-7c8a-11dd-ba5e-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera, 7 settembre 2008.

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“Era tardi, mi era passato il sonno e in tv c'erano solo film preistorici. Ho fatto zapping in tv e sono finito su un canale dove si vedevano delle signorine che invitavano a telefonare. Ho voluto tastare il polso della situazione: "Mi consenta, signorina, ma lei il 9 e 10 aprile per chi voterà?"”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Sette su nove hanno detto Berlusconi.
2006
Origine: Citato in Libero, 2 aprile 2006; citato in La striscia rossa http://www.unita.it/la-striscia-rossa/sondaggi-bollenti-laquo-era-tardi-mi-era-passato-il-sonno-e-in-tv-c-rsquo-erano-solo-film-preistorici-ho-fatto-zapping-e-sono-finito-su-un-canale-dove-si-vedevano-delle-signorine-che-invitavano-a-telefonare-ho-voluto-tastare-il-polso-della-situazione-ldquo-mi-cons-1.50140, Unità.it, 30 aprile 2006.

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“"Abbronzato" era un complimento. E io avrei voluto avere il suo colore che fa salute.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2013
Origine: Dall'intervista su Radio2 del 24 gennaio 2013, citato in Berlusconi: "Obama abbronzato? È un colore che fa salute" http://video.repubblica.it/dossier/elezioni-politiche-2013/berlusconi-obama-abbronzato-e-un-colore-che-fa-salute/117214?video, Repubblica.it, 24 gennaio 2013.

“L'unico legame tra le varie case della Juve è il nostro capitano, lui, Alessandro Del Piero, che ha voluto rimanere con noi ancora un anno per quello che sarà il suo ultimo anno in bianconero. A lui dedichiamo tutti un grande applauso.”

Andrea Agnelli (1975) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Agnelli congeda Del Piero: "Un esempio, al suo ultimo anno" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Juventus/18-10-2011/ahi-agnelli-saluta-piero-803340970022.shtml, gazzetta.it, 18 ottobre 2011.

“Ho cercato te proprio come sei, | solamente tu sei come vorrei, | quell'intensità… | Ho voluto te e unico sarai…”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Proprio come sei
Rane supreme

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“[Su Marotta e le polemiche con Stramaccioni] È simpatico, ma spensierato per il suo significato in italiano è qualcosa di peggio rispetto a quello che lui ha voluto lasciare intendere a fine partita.”

Massimo Moratti (1945) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Moratti graffia: "Gli arbitri? Fanno errori ingiustificati" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/04-11-2012/zanetti-avverte-juve-napoli-siamo-tornati-lottare-913116919008.shtml, Gazzetta.it, 4 novembre 2012.

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“Chiunque procede alla vaccinazione cessa di essere figlio di Dio: il vaiolo è un castigo voluto da Dio, la vaccinazione è una sfida contro il Cielo.”

Papa Leone XII (1760–1829) 252° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

citato in Simone Barcelli, Memorie d'uomo, p. 135

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“Ho voluto rendere un omaggio a Mina perché è un punto di riferimento imprescindibile per tutte le interpreti femminili.”

Irene Grandi (1969) cantautrice italiana

sulla sua versione di "Sono come tu mi vuoi"
citato in Gigi Vesigna, Irene Grandi: punto e a capo, Famiglia Cristiana, n. 24, 17 giugno 2007

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“[Riferendosi al film Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera]
Ho voluto tracciare un ritratto delle gioie, delle rabbie, dei dolori e dei piaceri che segnano le nostre vite, attraverso quattro stagioni e attraverso la vita di un monaco che vive in un tempio nel lago di Jusan, circondato soltanto dalla natura.”

Kim Ki-duk (1960) regista e sceneggiatore sudcoreano

Origine: Citato in Director's statement http://www.sonyclassics.com/spring, sonyclassics.com/spring, 14 gennaio 2010.
Origine: Citato in Bom, yeoreum, gaeul, gyeowool, geurigo, bom http://www.albafilmfestival.com/pagine/ita/archivio/scheda_film.lasso?id=4F1CC2A50a2241BE28GGXgC6F722, Albafilmfestival.com, 14 gennaio 2010.

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“Dinanzi a Dio e dinanzi alla storia la mia coscienza è pura: io non ho voluto la guerra.”

Guglielmo II di Germania (1859–1941) imperatore della Germania e re di Prussia

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 681

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“Se avessi avuto la possibilità di scegliere un modello e di realizzare il sogno di giocare come lui, non avrei avuto esitazioni: avrei voluto giocare come Ken Rosewall.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Maledette classifiche, p. 104

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“Nelle entusiasmanti parabole del disco di Consolini noi vediamo assai più dell'arido significato numerico: noi vediamo nel suo slancio indomito, nella sua tenacia paziente, nella sua serietà encomiabile la prorompente vitalità sportiva d'un popolo che gli eventi contrari e disgraziati hanno voluto misero e invilito, ma sempre ritrova in se stesso la forza di sopravvivere e di progredire.”

Gianni Brera (1919–1992) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Claudio Gregori, Milano celebra Brera. Noi lo ricordiamo così http://milombardia.gazzetta.it/milano/2012-11-18/milano-celebra-brera-noi-ricordiamo-cosi-913254193849.shtml, Gazzetta.it, 18 novembre 2012.

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