Frasi su amato
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“Per me è sempre stato solo tennis, tennis, tennis. Non so perché, ma lo amavo e l'ho sempre amato.”

Margaret Osborne duPont (1918–2012) tennista statunitense

Origine: Citata in Enos Mantoani, Margaret duPont, campionessa di un altro tennis http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/10/27/793480-margaret_dupont_campionessa_altro_tennis.shtml, Ubitennis.com, 27 ottobre 2012.

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“Chissà se amavi proprio me nel tempo in cui mi hai amato…”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Reginella Reginè
Io sono qui

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“E presto ciò che avremo | tanto amato dovremo abbandonare.”

Franco Fortini (1917–1994) saggista, critico letterario e poeta italiano

Foglio di via

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“Non c'è un solo impegno non mantenuto dal governo che guida dal 2001.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

da un convegno degli industriali; citato in Berlusconi replica a D'Amato "Mantenute tutte le promesse", la Repubblica, 3 aprile 2004

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“Amare o avere amato. Non ci sono altre vie da scoprire nel cammino misterioso della vita.”

Romano Battaglia (1933–2012) scrittore italiano

Origine: Ho incontrato la vita in un filo d'erba, p. 61

“E penso alla notte che sola morivo, | e tu pur sapendo che sola morivo, | chissà da che braccia non sei più tornato. | E allora mi dico non mi hai mai amato.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Ahi, mi' amor [Romance de Curro "El Palmo"]
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“È dall'Eucaristia che sgorga la fonte della misericordia che si estende a tutti; è da essa che proviene la forza per amare tutti come Cristo stesso ci ha amato, per dedicarsi ai poveri ed essere servitori degli ultimi.”

Antonio Cañizares Llovera (1945) cardinale e arcivescovo cattolico spagnolo

Origine: da Mauro Gagliardi, In memoria di Me. Il sacerdote fa l'Eucaristia e l'Eucaristia fa il sacerdote, con prefazione del cardinale Antonio Cañizares Llovera, Cantagalli, Siena 2012, p. 8

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“[Su Lucio Battisti] Ho amato molto le sue canzoni e il suo desiderio di vivere appartato.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Citato in Leo Turrini, Lucio Battisti: la vita, le canzoni, il mistero, Mondadori, 2008, retrocopertina.

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“[Su Gottfried von Cramm] Era della vecchia nobiltà germanica… Ma la sua vera nobiltà risiedeva nelle qualità umane, piuttosto che nella sua discendenza; era uno dei più grandi sportivi del mondo e forse il più amato da tutti i giocatori.”

Don Budge (1915–2000) tennista e allenatore di tennis statunitense

Origine: Citato in Enos Mantoani, Il Barone Gottfried Von Cramm http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2011/06/06/519015-barone_gottfried_cramm.shtml, Ubitennis.com, 6 giugno 2011.

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“Aprirsi all'amore è molto pericoloso. È per questo che Gesù è morto, perché ha amato.”

Timothy Radcliffe (1945) teologo e presbitero inglese

Affettività ed eucarestia

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“Dio è sempre quello che ama di più di quello che è amato.”

Timothy Radcliffe (1945) teologo e presbitero inglese

Affettività ed eucarestia

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“[Durante calciopoli] Non mi piace chi adesso rinnega la Juventus. Gli juventini veri sono quelli che dicono: "Quando hai amato una donna, la ami anche se poi diventa una troia."”

Susanna Agnelli (1922–2009) imprenditrice, politica e scrittrice italiana

Origine: Dal programma televisivo Televisti da Suni, La7; citato in Tuttosport, 16 maggio 2009.

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“Forse un giorno verrò amato teneramente a Wimbledon.”

Jimmy Connors (1952) tennista e allenatore di tennis statunitense

Origine: Connors ha avuto sempre un rapporto difficile con il pubblico di Wimbledon, basti pensare che nell'edizione del 1977 fu fischiato. Tanto che Bud Collins disse, rispondendo sarcasticamente a questa frase: "Vorrei vivere fino ad allora".
Origine: Citato in Drucker, p. 268.

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“Maria, Madre di Gesù,
dammi il tuo cuore,
tanto bello, tanto puro, tanto immacolato,
tanto pieno d'amore e d'umiltà,
cosicché io possa ricevere Gesù nel Pane della Vita,
amarLo come tu L'hai amato
e servirLo sotto le spoglie del più Povero dei Poveri.”

Madre Teresa di Calcutta (1910–1997) religiosa e beata albanese

Origine: Nel libro, prima di questo brano, è indicato che si tratta di "una delle preghiere spesso recitate da Madre Teresa e dalle Missionarie della Carità".
Origine: Il cammino semplice, p. XX

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“Che posso dire? Che è meglio aver amato e perso, piuttosto che mettere linoleum nei vostri salotti?”

Amiri Baraka (1934–2014) poeta e scrittore statunitense

citato nei titoli di testa de "L'uomo in più" di Paolo Sorrentino

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“Quando si affronta la montagna, è importante amarla. E per tornare vivo è importante essere amato dalla montagna.”

Jirō Taniguchi (1947–2017) fumettista giapponese

Terra promessa, p. 171
Allevare un cane e altri racconti

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“Penetrando nel museo, la scorsi subito in fondo ad una sala, e bella proprio come l'avevo immaginata. Non ha la testa, le manca un braccio; mai tuttavia la forma umana mi è parsa più meravigliosa e più seducente. Non è la donna vista dal poeta, la donna idealizzata, la donna divina o maestosa, come la Venere di Milo, è la donna così com'è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. È robusta, col petto colmo, l'anca possente e la gamba un po' forte, è una Venere carnale che si immagina coricata quando la si vede in piedi. Il braccio caduto nascondeva i seni; con la mano rimasta, solleva un drappeggio col quale copre, con gesto adorabile, i fascini più misteriosi. Tutto il corpo è fatto, concepito, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi si concentrano, tutto il pensiero vi confluisce. Questo gesto semplice e naturale, pieno di pudore e di impudicizia, che nasconde e mostra, che vela e rivela, che attrae e che fugge, sembra definire tutto l'atteggiamento della donna sulla terra. Ed il marmo è vivo. Lo si vorrebbe palpeggiare, con la certezza che cederà sotto la mano, come la carne. Le reni soprattutto sono indicibilmente animate e belle. Si segue, in tutto il suo fascino, la linea morbida e grassa della schiena femminile che va dalla nuca ai talloni, e che, nel contorno delle spalle, nelle rotondità decrescenti delle cosce e nella leggera curva del polpaccio assottigliato fino alle caviglie, rivela tutte le modulazioni della grazia umana. Un'opera d'arte appare superiore soltanto se è, nello stesso tempo, il simbolo e l'esatta espressione di una realtà. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. Dinnanzi al volto della Gioconda, ci si sente ossessionati da non so quale tentazione di amore snervante e mistico. Esistono anche donne viventi i cui occhi ci infondono quel sogno di tenerezza irrealizzabile e misteriosa. Si cerca in esse qualcos'altro dietro le apparenze, perché sembrano contenere ed esprimere un po' di quell'ideale inafferrabile. Noi lo inseguiamo senza mai raggiungerlo, dietro tutte le sorprese della bellezza che pare contenere un pensiero, nell'infinito dello sguardo il quale è semplicemente una sfumatura dell'iride, nel fascino del sorriso nato da una piega delle labbra e da un lampo di smalto, nella grazia del movimento fortuito e dell'armonia delle forme. Così i poeti, impotenti staccatori di stelle, sono sempre stati tormentati da una sete di amore mistico. L'esaltazione naturale di un animo poetico, esasperato dall'eccitazione artistica, spinge quegli esseri scelti a concepire una specie di amore nebuloso, perdutamente tenero, estatico, mai sazio, sensuale senza essere carnale, talmente delicato che un nonnulla lo fa svanire, irrealizzabile sovrumano. E questi poeti sono, forse, i soli uomini che non abbiano mai amato una donna, una vera donna in carne ossa, con le sue qualità di donna, i suoi difetti di donna, la sua mente di donna, ristretta ed affascinante, i suoi nervi di donna e la sua sconcertante femminilità. Qualsiasi creatura davanti a cui si esalta il loro sogno diventa il simbolo di un essere misterioso, ma fantastico: l'essere celebrato da quei cantori di illusioni. E la creatura vivente da loro adorata è qualcosa come la statua dipinta, immagine di un dio di fronte al quale il popolo cade in ginocchio. Ma dov'è questo dio? Qual è questo dio? In quale parte del cielo abita la sconosciuta che quei pazzi, dal primo sognatore fino all'ultimo, hanno tutti idolatrata? Non appena essi toccano una mano che risponde alla stretta, la loro anima vola via nell'invisibile sogno, lontano dalla realtà della carne. La donna che stringono, essi la trasformano, la completano, la sfigurano con la loro arte poetica. Non sono le sue labbra che baciano, bensì le labbra sognate. Non è in fondo agli occhi di lei, azzurri o neri, che si perde così il loro sguardo esaltato, è in qualcosa di sconosciuto e di inconoscibile. L'occhio della loro dea non è altro che un vetro attraverso cui essi cercano di vedere il paradiso dell'amore ideale. Se tuttavia alcune donne seducenti possono dare alle nostre anime una così rara illusione, altri non fanno che eccitare nelle nostre vene l'amore impetuoso che perpetua la razza. La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di Paros, è - dicono - La Venere Callipigia descritta da Ateneo e Lampridio, data da Eliogabalo ai siracusani. Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza. Schopenhauer scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola. La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita. È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere. È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Incipit di alcune opere, Viaggio in Sicilia

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“L'ascesa alle altezze dell'arte non oggettiva è faticosa e piena di tormenti, eppure rende felici. I contorni dell'oggettività sprofondano sempre più a ogni passo, e infine il mondo dei concetti oggettivi – «tutto ciò che noi abbiamo amato e del quale abbiamo vissuto»”

Kazimir Severinovič Malevič (1879–1935) pittore russo

diventa invisibile. (in Myriam Cristallo, p. 327)
Il suprematismo come modello della non rappresentazione
Origine: Con queste parole Malevič riassume le reazioni critiche del pubblico e dei critici d'arte al dipinto Quadrato bianco su fondo bianco. Il Novecento, storia scienza arte della società industriale avanzata, p. 327.

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“Devi aver amato qualcosa prima di poterla odiare.”

da L'ultima canzone
L'ultima canzone

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“Il castigo di coloro che hanno troppo amato le donne consiste nell'amarle sempre.”

Alphonse Karr (1808–1890) giornalista e scrittore francese

Origine: Aforismi sulle donne, sull'uomo e sull'amore, p. 25

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“Darkover è l'essenza, la quintessenza, del mio più personale e amato lavoro…”

Marion Zimmer Bradley (1930–1999) scrittrice, glottoteta e curatrice editoriale statunitense

dalla quarta di copertina di The Fall of Neskaya

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“L’amore è o animale, o razionale. L’amore animale ha tutti i fenomeni d’una febbretta, quando è nel suo aumento: frequenza ed espansione di polsi, palpitazioni di cuori più sensibili, inquietudine di tutta la macchina, deliri, sogni, guance rubiconde, ecc. E quando quest’amore tira a lungo senza conseguire il desiderato fine, genera i segni d’una febbre continuata per lungo tempo: inappetenza, lassezza, pallore, emaciamento, lentezza e bassezza di polsi, debolezza e vacillamento di testa, e delle volte una morte etica. Dunque l’amore ha la sua sede e cagion fisica nel diaframma, nel cuore e nel sangue. I primi moti di quest’amore sono dolcemente piacevoli per quelle momentanee e continuate pressioncine nascenti e cadenti in tempi cortissimi ed eguali, per la forza dell’immagine dell’oggetto amato. Ma continuando poi, le percosse divengono più forti e lunghe; ond’è che essendo le cadute momentanee, comincia a prevalere la premitura dolorosa, e con ciò la tristezza e la malinconia. Così anche un vento mediocre, se continua, prima increspa il mare, poi fa che ondeggi, e ultimamente tempesti. In fatti l’amore quando tira a lungo, se vi si mischia la disperazione di conseguire il bene che si ama, diventa, come nelle febbri acute, frenesia: e dove venga ad unirsi la gelosia, furore.”

Antonio Genovesi (1713–1769) scrittore, filosofo e economista italiano

da Logica e metafisica

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“Mi avvio verso il mio capolinea con l'angoscia di portare con me le cose che ho più amato: il mio paese e il mio mestiere, temo che non mi sopravviveranno.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Da un'intervista del 1996, tratta da Tablet Italiani, puntata 2, "Montanelli/Bocca", Rai Storia, 25 agosto 2013.

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“Due camminando di notte per dubbiosa via, quello dinanzi fece grande strepito col culo; e disse l'altro compagno: — or veggo io ch'i' son da te amato. — Come? disse l'altro. — Quel rispose: — tu mi porgi la coreggia, perch'io non caggia, né mi perda da te.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

1979, p. 287
Le facezie
Origine: Doppio senso dovuto al fatto che "coreggia" può significare sia "scorreggia" sia "striscia di cuoio, cinghia".

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“E sì, perché avrà la gioia di leggere Gadda per la prima volta. Quanto darei per non aver letto molti dei romanzi che ho amato!»”

Luciano De Crescenzo (1928–2019) scrittore italiano

Ti porterà fortuna: Guida insolita di Napoli

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“Se non riesci ad amare Te Stesso, non puoi amare un altro. Molte persone commettono l'errore di cercare l'amore per Sé attraverso l'amore per un Altro. Certo, non si rendono conto di comportarsi così. Non si tratta di uno sforzo consapevole. È quanto accade nella mente. Nel profondo della mente, in quello che chiamate inconscio, pensate: Se soltanto riesco ad amare gli altri, gli altri ameranno me. Diventerò quindi simpatico e potrò volermi bene. In realtà un gran numero di persone si detesta perché ha l'impressione di non essere amato da nessuno. Questa è una malattia che si verifica quando gli individui sono davvero «consumati d'amore» perché in verità gli altri li amano, ma questo non ha importanza. Non ha nessuna importanza quante siano le persone a dichiarare il proprio amore nei loro confronti, non è sufficiente. Innanzitutto loro non ci credono. Pensano di essere manipolati, pensano che si cerchi di ottenere qualcosa. (Come è possibile essere amati per quello che si è veramente? No. Deve esserci un errore. Gli altri vogliono qualcosa in cambio! Ma che cosa?) Stanno lì a cercare di capire in quale modo si potrebbe davvero amarli. Perciò non credono a quanto viene loro detto e danno inizio a una campagna per indurre gli altri a provare il proprio amore. Per far questo possono pretendere da chi li ama che cominci con il cambiare comportamento.”

Neale Donald Walsch (1943) scrittore

Conversazioni con Dio