Frasi su benevolenza

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema benevolenza, essere, amore, vita.

Frasi su benevolenza

Charles Bukowski photo
Ennio Flaiano photo

“Adesso che mi ci fai pensare, mi domando anch'io che cosa ho conservato di abruzzese e debbo dire, ahimè, tutto; cioè l'orgoglio di esserlo che mi riviene in gola quando meno me l'aspetto, per esempio quest'estate in Canada, parlando con alcuni abruzzesi della comunità di Montreal, gente straordinaria e fedele al ricordo della loro terra. Un orgoglio che ha le sue relative lacerazioni e ambivalenze di sentimenti verso tutto ciò che è Abruzzo. Questo dovrebbe spiegarti il mio ritardo nel risponderti; e questo ti dice che sono nato a Pescara per caso: c'era nato anche mio padre e mia madre veniva da Cappelle sul Tavo. I nonni paterni e materni anche essi del Teramano, mia madre era fiera del paese di sua madre, Montepagano, che io ho visto una sola volta di sfuggita, in automobile, come facciamo noi, poveri viaggiatori d'oggi… Tra i dati positivi della mia eredità abruzzese metto anche la tolleranza, la pietà cristiana (nelle campagne un uomo è ancora nu cristiane), la benevolenza dell'umore, la semplicità, la franchezza nelle amicizie; e cioè quel sempre fermarmi alla prima impressione e non cambiare poi il giudizio sulle persone, accettandole come sono, riconoscendo i loro difetti come miei, anzi nei loro difetti i miei. Quel senso ospitale che è in noi, un po' dovuto alla conformazione di una terra isolata, diciamo addirittura un'isola (nel Decamerone, Boccaccio cita una sola volta l'Abruzzo, come regione remota: «Gli è più lontano che Abruzzi»); un'isola schiacciata tra un mare esemplare e due montagne che non è possibile ignorare, monumentali e libere: se ci pensi bene, il Gran Sasso e la Majella son le nostre basiliche, che si fronteggiano in un dialogo molto riuscito e complementare… Bisogna prenderci come siamo, gente rimasta di confine (a quale stato o nazione? O, forse, a quale tempo?), con una sola morale: il lavoro. E con le nostre Madonne vestite a lutto e le sette spade dei sette dolori ben confitte nel seno. Amico, dell'Abruzzo conosco poco, quel poco che ho nel sangue.”

Ennio Flaiano (1910–1972) scrittore italiano

Origine: Da una lettera citata in Pasquale Scarpitti, Disincanto, Sarus, Teramo, 1972.

Paolo di Tarso photo
Papa Leone XIII photo
Cartesio photo
Primo Levi photo
Johann Sebastian Bach photo

“Ben al di là di tutti gli altri piaceri, più raro di gioielli o tesori, | più dolce del chicco della vite. Sì! Sì! Il più grande | dei piaceri! Caffè, caffè, quanto amo il suo gusto, | e se volete guadagnarvi la mia benevolenza, sì | Sì | Datemi il caffè, datemi il mio caffè forte.”

Johann Sebastian Bach (1685–1750) compositore, organista, clavicembalista e maestro di coro tedesco del periodo barocco

da Cantata del caffè
Origine: Citato in Andrew Weil e Winifred Rosen, Dal cioccolato alla morfina. Tutto quello che dovete sapere sulle sostanze che alterano la mente, traduzione di Fabio Bernabei, Arcana, Roma, 2007, p. 54.

Charles Darwin photo
Maria Chiara Pievatolo photo
Muriel Barbery photo
Primo Levi photo
Jorge Luis Borges photo
Denis Diderot photo
Vilfredo Pareto photo
Baruch Spinoza photo
Giovanni Bosco photo

“La sottrazione di benevolenza è un castigo che eccita l'emulazione.”

Giovanni Bosco (1815–1888) presbitero e pedagogo italiano

Il sistema preventivo

Indro Montanelli photo

“C'è che se si mettono a raffronto i due rivali come faccia, come presenza, come eloquio, come cordialità, insomma come simpatia umana, non c'è dubbio che Albertini ne ispira molto meno di Fumagalli, anzi diciamo la verità tutta intera: non ne ispira punta. Ed io, cittadino ed elettore milanese, proprio di questo sentivo il bisogno: di un sindaco antipatico, di faccia arcigna e poco invogliante alla pacca sulla spalla, al confidenziale "tu" e al pappecciccia coi sottoposti, e poco, anzi punto disponibile a quelle benevolenze, condiscendenze e indulgenze che rappresentano le supposte di glicerina di tutte le corruzioni. […] Con Albertini ho parlato una sola volta. Ma mi è bastata per capire che, per rendersi antipatico, non ha bisogno di fare sforzi. Basta che si mostri com'è e come spero che rimanga: una specie di Molotov di Palazzo Marino, chiuso nei suoi caparbi niet, diffidente, scostante e culdipietra. Che abbia una compagna fermamente decisa a non partecipare alla vita pubblica del compagno, anche questo ci va bene. Quella di Molotov, quando pretese esercitarvi qualche interferenza, Stalin la fece rinchiudere in un lager senza nemmeno informarne il marito che, seguitando a fare il suo ministro degli Esteri, non ebbe mai il coraggio di chiedergli dove l'aveva mandata e perché. Ma questa è un'altra storia che non ha nulla a che fare con Albertini, cui volevamo soltanto ricordare che il voto l'abbiamo dato a lui, non al Polo. E che gliel'abbiamo dato come segno e pegno di antipatia, nella speranza che a noi e a tutti la ricambi e che ne dia subito una prova levandosi di torno, anche a costo di qualche spintone, certi figuri che, al momento della proclamazione, si sono affrettati a gettargli sulle spalle il loro mantello di protettori e a sventolargli sulla testa le loro bandiere. Si ricordi, signor Sindaco, che noi abbiamo votato per lei, non per questi papponi.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Sì, ho tradito l' Ulivo. 13 maggio 1997, p. 1

Guglielmo Marconi photo
Bertrand Russell photo

“L'amore senza la conoscenza, o la conoscenza senza l'amore, non possono maturare una vita retta. Nel Medioevo, allorché la pestilenza mieteva vittime, santi uomini riunivano la popolazione nelle chiese per pregare, cosicché l'infezione si diffondeva con straordinaria rapidità fra le masse dei supplicanti. Ecco un esempio di amore senza conoscenza. La grande guerra è un esempio di conoscenza senza amore. In entrambi i casi le conseguenze furono disastrose. Benché amore e conoscenza siano necessari, l'amore è, in certo senso, più fondamentale perché spinge l'intelligenza a scoprire sempre nuovi modi di giovare ai propri simili. Le persone non intelligenti si accontenteranno di agire secondo quanto è stato loro detto, e potranno causare danno, proprio per la loro ingenua bontà. La medicina suffraga questa opinione: un bravo medico è più utile a un ammalato che non l'amico più devoto; e il progresso della scienza medica giova alla salute della comunità più che una ignorante filantropia. Tuttavia, anche al medico è necessaria la benevolenza, affinché tutti, e non soltanto i ricchi, possano approfittare delle scoperte scientifiche.”

Origine: Da Perché non sono cristiano, Longanesi, 2006 (1960); citato in La vita retta da "Perché non sono cristiano" di Bertrand Russell http://www.riflessioni.it/testi/vita-retta.htm, Riflessioni.it.

Giuseppe Giusti photo

“Il sapersi adattare è una gran virtù! Risparmia infinite molestie, e concilia la benevolenza degli altri.”

Giuseppe Giusti (1809–1850) poeta italiano

Origine: Raccolta dei proverbi toscani, p. 402

Flavio Claudio Giuliano photo
Hans Urs Von Balthasar photo
Friedrich Nietzsche photo
Ludwig Wittgenstein photo

“Essere buoni con chi non ti ha caro richiede non solo molta benevolenza ma anche molto tatto.”

Ludwig Wittgenstein (1889–1951) filosofo e logico austriaco

1931
Pensieri diversi

Paul Henri Thiry d'Holbach photo
Christa Wolf photo
Carlo Botta photo

“[Su Andreas Hofer] Non aveva Andrea alcuna qualità eminente, dico di quelle, alle quali il secolo va preso: bensì era un uomo di retta mente e di incorrotta virtù. Vissuto sempre nelle solitudini dei tirolesi monti ignorava il vizio e i suoi allettamenti. I parigini e i milanesi spiriti, anche i più eminenti, correvano alle lusinghe napoleoniche; povero albergator di montagna perseverava Hofer nell'innocente vita. Allignano in ordinario in questa sorte di uomini due doti molto notabili, l'amore di Dio e l'amore della Patria: l'uno e l'altro risplendevano in Andrea. Per questo la tirolese gente aveva posto in lui singolare benevolenza e venerazione. Non era in lui ambizione. Comandò richiesto non richiedente. Di natura temperatissima, non fu mai veduto, né nella guerra sdegnato, né nella pace increscioso, contento a servire o al principe o alla famiglia. Vide vincitori insolenti, vide pacifici tugurj, vide lo strazio e la strage dei suoi: né per questo cessò dall'indole sua moderata e uguale: terribile nella battaglia, mite contro i vinti, non mai sofferse che chi le guerriere sorti avevano dato in sua potestà, fosse messo a morte; anzi i feriti dava in cura alle tirolesi donne, che, e per sé, e per rispetto di Hofer gli accomodavano di ogni più ospitale servimento. Distruggeva Napoleone le patrie altrui, sdegnoso anche contro gli amici: difendeva Hofer la sua, dolce anche contro coloro che la chiamavano a distruzione e a morte.”

Carlo Botta (1766–1837) storico e politico italiano

citato in Massimo Viglione, Rivolte dimenticate: le insorgenze degli italiani dalle origini al 1815, Città Nuova, p. 115

Michel Onfray photo
Polibio photo
Benedetto Croce photo
Margherita di Valois photo
Noam Chomsky photo
Aelredo di Rievaulx photo
Gigi D'Agostino photo
Carlo Maria Martini photo
Plutarco photo
Antonio Polito photo

“Non si può escludere che Salvini abbia ragione, quando accusa Berlusconi di essersi mosso nella battaglia di Roma spinto da motivi "aziendali", perché Mediaset avrebbe bisogno della benevolenza di Renzi. Non sarebbe del resto la prima volta che l'ex Cavaliere confonde il bene delle sue aziende con il bene del paese.”

Antonio Polito (1956) giornalista e politico italiano

Origine: Da un editoriale per il Corriere della Sera, 28 aprile 2016, p. 1; riportato su Dagospia.com http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/meloni-non-sono-maturi-dite-salvini-borgia-che-populisti-123600.htm.

Ezio Mauro photo
Socrate photo

“La benevolenza degli adulatori fugge le disgrazie come da un sovvertimento.”

Socrate (-470–-399 a.C.) filosofo ateniese

libro III, cap. 14
Giovanni Stobeo, Anthologion

Franco Zeffirelli photo
Albert Einstein photo

“La mia sensazione di inferiorità intellettuale nei Suoi confronti non riesce a rovinare la grande delizia delle nostre conversazioni, soprattutto perché la Sua benevolenza paterna verso tutti noi ci trattiene dal piombare nello sconforto.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Dalla lettera a Hendrik Lorentz, 18 febbraio 1912; riportato in Collected Papers of Albert Einstein, volume 5, The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914, a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 360.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, pp. 53-54

Ljudmil Stojanov photo
Anselmo d'Aosta photo

“[Maria Antonietta] Possedeva ciò che sul trono vale più della bellezza perfetta, il contegno di una regina di Francia, anche nei momenti in cui più cercava di sembrare soltanto una bella donna. Aveva degli occhi non belli, ma capaci di assumere qualunque espressione, e la benevolenza o l'avversione si dipingevano nel suo sguardo nella maniera più straordinaria; non sono del tutto sicuro che il suo naso fosse quello giusto per il suo viso. La bocca era decisamente sgradevole, il labbro spesso, prominente e talvolta cadente è stato citato come tratto nobile e distintivo della sua fisionomia, ma sarebbe potuto servire solo per rappresentare la collera e l'indignazione, e non era questa l'espressione abituale della sua bellezza; la sua pelle era stupenda, come pure le spalle e il collo; il petto era un po' troppo piatto, e il busto avrebbe potuto essere più elegante; mani e braccia così belle non ne ho più riviste. Aveva due andature, una decisa, un po' frettolosa, l'altra più morbida e più ondeggiante, direi quasi carezzevole, anche se non permetteva di dimenticare il rispetto. Nessuno ha mai fatto la riverenza con tanta grazia, riuscendo a salutare dieci persone con un solo inchino e dando, con la testa e con lo sguardo, a ciascuno ciò che gli era dovuto. In poche parole, se non mi sbaglio, come alle altre donne si offre una sedia, si sarebbe quasi sempre voluto avvicinarle un trono.”

Alexandre de Tilly (1761–1816)

citato in Amanti e regine: il potere delle donne, p. 360
Aveva due modi di camminare: uno deciso, leggermente affrettato e sostenuto; l'altro più indolente e ondeggiante, quasi carezzevole, anche se mai irrispettoso. Nessuno si inchinò mai con altrettanta grazia, con una sola riverenza, per salutare dieci persone, dando a ciascuno la sua parte con il capo e lo sguardo. (citato in Maria Antonietta: L'ultima regina, p. 175)

Anna Vertua Gentile photo
Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena photo

“Possedeva ciò che sul trono vale più della bellezza perfetta, il contegno di una regina di Francia, anche nei momenti in cui più cercava di sembrare soltanto una bella donna. Aveva degli occhi non belli, ma capaci di assumere qualunque espressione, e la benevolenza o l'avversione si dipingevano nel suo sguardo nella maniera più straordinaria; non sono del tutto sicuro che il suo naso fosse quello giusto per il suo viso. La bocca era decisamente sgradevole, il labbro spesso, prominente e talvolta cadente è stato citato come tratto nobile e distintivo della sua fisionomia, ma sarebbe potuto servire solo per rappresentare la collera e l'indignazione, e non era questa l'espressione abituale della sua bellezza; la sua pelle era stupenda, come pure le spalle e il collo; il petto era un po' troppo piatto, e il busto avrebbe potuto essere più elegante; mani e braccia così belle non ne ho più riviste. Aveva due andature, una decisa, un po' frettolosa, l'altra più morbida e più ondeggiante, direi quasi carezzevole, anche se non permetteva di dimenticare il rispetto. Nessuno ha mai fatto la riverenza con tanta grazia, riuscendo a salutare dieci persone con un solo inchino e dando, con la testa e con lo sguardo, a ciascuno ciò che gli era dovuto. In poche parole, se non mi sbaglio, come alle altre donne si offre una sedia, si sarebbe quasi sempre voluto avvicinarle un trono.”

Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena (1755–1793) regina consorte di Francia e di Navarra e moglie di Luigi XVI

Conte di Tilly
Citazioni su Maria Antonietta

Charles Taylor photo
Giamblico photo
Paolo Guzzanti photo
William Edward Hartpole Lecky photo
William Somerset Maugham photo
Adam Smith photo
Patrick O'Brian photo
Matthieu Ricard photo
Salvator Rosa photo

“Al prencipe apartiene l'audacia contro i nimici, la benevolenza verso dei sudditi, e nelle occorenze, il consiglio e la raggione.”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

390; p. 47
Il teatro della politica