Frasi su elemento
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“Si può sperimentare come, in una didattica basata sull'elemento vivente, i ragazzi traggono le cose da loro stessi.”

Rudolf Steiner (1861–1925) filosofo, esoterista e pedagogista austriaco

da Opera omnia, n. 305

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“Ciò che caratterizza la schizofrenia, è l'esperienza di questo elemento vitale;… per quanto riguarda il loro sentimento della vita, il nevrotico e il perverso stanno allo schizofrenico come il bottegaio sordido al grande avventuriero.”

Wilhelm Reich (1897–1957) medico e psichiatra austriaco

citato in Gilles Deleuze e Félix Guattari, L'Anti-Edipo, Minuit, 1972. pp. 496, ISBN 2.7073.0067.5, trad.it. L'anti-Edipo, Capitalismo e schizofrenia, tr. Alessandro Fontana, Einaudi, Torino 1975-2002

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“La donna è meno consona alla moralità dell'uomo perché ha in sé più liquidità dell'uomo. Caratteristica del liquido è di ricevere facilmente e di trattenere male. Il liquido è un elemento facilmente mutevole, perciò le donne sono volubili e curiose. Quando una donna ha un rapporto con un uomo è molto probabile che desideri stare allo stesso tempo anche con un altro. La donna non è affatto fedele. Se tu le dai fiducia ne sarai deluso. […] La donna è un uomo mal riuscito e rispetto all'uomo ha una natura difettosa e imperfetta, perciò è insicura. Quello che non riesce ad ottenere da sola cerca di raggiungerlo con gli inganni demoniaci. Perciò, per farla breve, l'uomo si deve guardare da ogni donna come da un serpente velenoso o da un diavolo cornuto. […] L'intelligenza tende al bene e la furbizia al male. Pertanto nei comportamenti cattivi è più intelligente la donna perché è più furba dell'uomo. La sua sensibilità spinge la donna verso ogni male, mentre la ragione spinge l'uomo verso ogni bene.”

Alberto Magno (1206–1280) vescovo cattolico, religioso e santo tedesco

da Quaestiones super de animalibus. XV, 11
Origine: La donna serpente. Storie di un enigma dall'antichità al XXI secolo da Google Books https://books.google.it/books?id=RjlWfR9km8YC&pg=PA185&lpg=PA185&dq=La+donna+%C3%A8+meno+consona+alla+moralit%C3%A0+dell%27uomo+perch%C3%A9+ha+in+s%C3%A9+pi%C3%B9+liquidit%C3%A0+dell%27uomo.&source=bl&ots=ZcyY6Mhchv&sig=3QJEMieQZ3ksAUHFvDNWkkvxnKM&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjEysWfi-DRAhXGF5oKHVceBe4Q6AEIKDAC#v=onepage&q=La%20donna%20%C3%A8%20meno%20consona%20alla%20moralit%C3%A0%20dell'uomo%20perch%C3%A9%20ha%20in%20s%C3%A9%20pi%C3%B9%20liquidit%C3%A0%20dell'uomo.&f=false

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“Il primo elemento che accomuna tutti gli esicasti è la scelta di un luogo solitario e tranquillo.”

André Louf (1929–2010) monaco cattolico belga, eremita, scrittore di libri di spiritualità

Tradizioni esicastiche d'oriente ed occidente

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“[Ultime parole rivolte ai figli] Non vogliate pensare, o figli miei dilettissimi, che nel lasciare questo mondo, io cessi di essere in mezzo a voi e rientri nel nulla. Anche nel corso della mia vita non fu mai da voi veduta l'anima mia, tuttoché quanto fu da me operato fosse per voi argomento di credere che essa abitasse questo corpo. Persuadetevi della di lei esistenza anche se vi è invisibile. Per verità sarebbero inutili gli onori resi alle mute ceneri dei trapassati, se alla nostra pietà non venissero chiesti dal voto delle anime di essi, cui torna dolce di vedere conservata la propria memoria. Non crederò mai che l'esistenza dell'anima sia vincolata al corpo, e che spengasi nell'uscirne, e molto meno che inerte rimanga nel disgiungersi dall'inerte materia. Bensì che sciolta una volta dalla sostanza corporea, l'anima ritorni alla limpidezza e semplicità primitiva. In allora soltanto scintillerà il lampo della suprema intelligenza. E siccome in morte la natura dell'uomo cade in dissoluzione, ed ogni di lei elemento vediamo ritornare alla sua origine, ed ogni cosa ridursi ai principi da cui derivò: l'anima sola sì nell'atto di vestire che d'abbandonare la fragile spoglia terrena, sfugge ai nostri sensi. Osservate la morte; nulla più del sonno le rassomiglia. E tuttavia dormendo l'anima palesa la propria divina essenza, a tale punto che nella libertà dei sogni talora udiamo predire l'avvenire. Da ciò è permesso di immaginare cosa sia per divenire una essenza così sottile disciolta da ogni terreno legame. Se dunque l'anima è aspettata da tanto destino, venerate la mia quale partecipe della divinità. Se poi perisse con il corpo, voi però devoti agli Dei, che presiedono a così mirabile prodigio, non cessate di serbarmi pia ed onorata memoria.”

Ciro II di Persia (-600–-530 a.C.) imperatore persiano

Citazioni di Ciro II
Origine: Parole riportate da Cicerone in Cato Maior de Senectute, XXII.

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“Ben venga la tecnologia, dunque, perché rappresenta certamente il futuro, ma ricordiamo che l'elemento uomo, che parrebbe da essa quasi relegato in secondo piano, rimane il centro, il motore, l'anima di quest'universo che ci sforziamo di governare. L'uomo e l'inquietudine, figlia dei tempi, che l'accompagna.
Perché inquietudine? Guardiamo in particolare al mondo della Magistratura e pensiamo all'aria avvelenata in cui essa si trova troppo spesso ad operare, e ci chiediamo se ciò avvenga per colpe proprie ovvero per gratuiti e interessati attacchi esterni. Ma è vano cercare di sciogliere il dilemma; occorre invece che ci si adoperi con ogni energia per togliere voce a quanti imputano ad alcuni esponenti della magistratura scarsa diligenza o vanità personale o spinte ideologiche che li orienterebbero altrove rispetto a un'interpretazione corretta e serena della norma. Se queste incrostazioni esistono devono essere rimosse perché lo esige la collettività e lo merita la stragrande maggioranza dei magistrati, per i quali la disposizione prevalente è quella della dedizione incondizionata, della volontà tenace di esercitare il proprio ministero in vista del solo bene comune, con spirito di sacrificio e senza clamori: nel silenzio che spesso non paga ma è dignità di servizio e gratificazione di coscienza. Parimenti, non sono più sopportabili quegli attacchi gratuiti, di provenienza varia, ingeneroso esercizio ormai troppo diffuso di quanti applicano la regola secondo cui la miglior difesa consiste nel distruggere l'immagine del "nemico". Il convincimento da taluni nutrito, da altri propagandato, del giudice come di un soggetto onnipotente e sordo ai problemi di coscienza, e teso a chissà quali fini impropri, è fasullo e banale: quanti ci sono vicini per ragioni di lavoro o affettive conoscono l'ansia del dubitare, la paura di non sapere offrire le corrette risposte, di non poter cogliere il frutto che a volta pare proibito e si chiama giustizia.
Non c'è e non ci può essere indifferenza nell'atto del giudicare. Non si avvia un uomo al calvario di un processo penale né lo si condanna con il sorriso sulle labbra, non si respinge un immigrato onesto con una scrollata di spalle, non si toglie un bambino a una madre o a un padre senza subirne un contraccolpo doloroso come un pugno nello stomaco. Stati d'animo con i quali il buon magistrato fa i conti in compagnia delle sole voci di dentro che impietosamente gli ricordano giorno dopo giorno come una decisione sbagliata possa stravolgere una vita e uccidere una speranza.
Rubo ancora un minuto alla vostra pazienza per un'ultima annotazione: entro pochi giorni o settimane un gruppo di magistrati milanesi chiuderà la propria attività, e a loro voglio dire: per quaranta e più anni s'è combattuta, credo, la buona battaglia – mi perdoni San Paolo per la citazione che non vuole essere irriverente – e ho speranza che ora, giunti al termine della corsa, integra si sia conservata in ognuno la fiducia negli ideali per i quali tutti fummo avviati a questo lavoro. A quanti operano e opereranno nel mondo del diritto, magistrati, avvocati, personale amministrativo, ai giovani soprattutto, auguro di raccogliere in abbondanza, forti del loro impegno e con l'aiuto di Dio, i frutti di quanto di buono si va seminando perché questo Paese, che è stato la culla del diritto e che a volte ci dilettiamo noi stessi a bistrattare al di là dei suoi demeriti, mentre dispensiamo ammirazione incondizionata a quasi tutti gli altri popoli del mondo che hanno invece, quasi tutti, tanto da imparare; questo Paese al quale, fuor d'ogni retorica, credete, mi onoro e sono fiero di appartenere, rivendichi e riprenda il suo ruolo di portabandiera nella faticosa ma entusiasmante corsa di civiltà che porta al traguardo della Giustizia.”

Ruggero Pesce (1938) giudice italiano

da Discorso di inaugurazione dell'anno giudiziario 2010 per il distretto della Corte d'Appello di Milano del Presidente Ruggero Pesce http://it.wikisource.org/wiki/Discorso_di_inaugurazione_dell%27anno_2010_per_il_distretto_della_Corte_d%27Appello_di_Milano

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“Il merito grande del Provenzale, quello per cui tutta l'arte di un'epoca dovrà considerarsi derivata dalla sua iniziativa e dal suo travaglio, è di essere ritornato nel solco profondo ed eterno della pittura, scartando tutti gli apriorismi di ricerche tecniche (luminismo, divisionismo, complementarismo) cui aveva indotto l'epoca positivistica: di aver ripreso a dipingere la natura riflessa nel magico specchio dell'anima, vedendola non più sotto specie sensoria o sensibile (aggettivi che dominano tutta l'estetica impressionistica), ma attraverso un'intimità profonda, religiosa, eroica, che la storia ci permette di considerare essenzialmente italiana. […] Cézanne dipinge senza preoccupazioni di programmi più o meno rivoluzionari, ma sotto l'impulso di un'ansia mistica, che lo investe, lo tiranneggia, lo macera; e fa cantare, piangere, urlare la sua drammatica tavolozza. Nulla di edonistico, di descrittivo, di fenomenico nella sua arte. La pittura come la intendono Manet e Monet è di gran lunga superata nelle sue tele. Non si tratta più del "vero attraverso un temperamento" di zoliana memoria. C'è un elemento etico, religioso, trascendente nell'arte di Cézanne che la definizione zoliana non sospetta neppur lontanamente e che è proprio quello per cui l'opera cézanniana si riconnette all'arte dei sommi italiani: Giotto, Masaccio, Michelangelo, Tintoretto, Caravaggio. […] Cotesto il lato spirituale dell'italianismo di Cézanne, il suo sentimento, non italianeggiante, si badi, al modo del Poussin, ma italiano di polpa, intrinsecamente. E v'è poi il modo di esprimersi plasticamente di cotesto sentimento, modo strettamente inerente e coerente e quindi anch'esso italianissimo. Il modo stilistico di Cézanne è tornato ad essere il volume, inteso come rapporto di chiari e di scuri. Le molteplici possibilità di variazione (nell'intensità, nella posizione, nel dinamismo, o nella statica) di tale rapporto costituiscono la sintassi cézanniana. Cotesta sintassi è simultaneamente plastica e coloristica in quanto, appunto, è chiaroscurale. Per tali aspetti Cézanne si manifesta come un erede de' veneziani, non solo, ma di tutta la tradizione volumetrica italiana, fino alla sua sorgente eccelsa, a Giotto, cioè, titanico estrattore di moli poliedriche, a Masaccio che scolpisce le sue figure a colpi possenti d'ascia per entro massicci blocchi chiaroscurali.”

Mario Tinti (1885–1938) critico d'arte e giornalista italiano

Origine: Da Italianismo di Cézanne, in Pinacotheca, marzo-giugno 1929; citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“La musica è il suono elettrizzato in cui lo spirito vive pensa e crea. Ogni elemento elettrico eccita lo spirito a fluide effuse creazioni musicali. Il mio temperamento è elettrico.”

Ludwig Van Beethoven (1770–1827) compositore e pianista tedesco

Origine: Rivolto a Bettina Brentano; citato in Luigi Magnani, Beethoven nei suoi Quaderni di conversazione, Laterza, 1970, p. 228.

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“Si può dire dunque che nell'uomo v'è una corrente pura della volontà, un impulso dell'Io indipendente dal karma — volto verso il futuro – di continuo impedito o alterato dalla coscienza razionale: si tratta di un potere impersonale impedito dall'elemento personale, o soggettivo, eccezionalmente però capace di affiorare nel pensiero puro, o nell'idea viva, della meditazione. Simultaneamente si può dire che v'è una corrente istintiva della volontà proveniente dal passato, che ha potere soggettivo mediante l'anima senziente-razionale, cioè mediante il corpo astrale, là dove si sottrae all'azione del pensiero puro. È la stessa forza in due forme diverse, polarmente opposte, ambedue necessarie alla liberazione dell'uomo, il cui còmpito è armonizzarle in sé e unirle secondo una direzione originaria. La libertà deve poter usare le forze della necessità, a fine di esprimere se stessa nell'umano, per nuove creazioni.”

Massimo Scaligero (1906–1980) filosofo e esoterista italiano

Variante: Si può dire dunque che nell'uomo v'è una corrente pura della volontà, un impulso dell'Io indipendente dal karma — volto verso il futuro – di continuo impedito o alterato dalla coscienza razionale: si tratta di un potere impersonale impedito dall'elemento personale, o soggettivo, eccezionalmente però capace di affiorare nel pensiero puro, o nell'idea viva, della meditazione. Simultaneamente si può dire che v'è una corrente istintiva della volontà proveniente dal passato, che ha potere soggettivo mediante l'anima senziente-razionale, cioè mediante il corpo astrale, là dove si sottrae all'azione del pensiero puro. È la stessa forza in due forme diverse, polarmente opposte, ambedue necessarie alla liberazione dell'uomo, il cui còmpito è armonizzarle in sé e unirle secondo una direzione originaria. La libertà deve poter usare le forze della necessità, a fine di esprimere se stessa nell'umano, per nuove creazioni. (p. 70)
Origine: Reincarnazione e karma, p. 70

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“Ho una sola identità, molteplici culture. Non sono una contraddizione, ma un individuo, che bilancia elementi diversi.”

Anna Mahjar Barducci (1982) giornalista e scrittrice italiana

Origine: Identità Italiana (Melagrana, 2019; prefazione di Gianni Cuperlo e postfazione di Giuseppe Rippa)

“L'uguaglianza tra i membri di una comunità è l'elemento cardine e caratterizzante delle democrazie”

Frase tratta dal libro “Fact Checking – La realtà dei fatti, la forza delle idee” di Stefano Nasetti (Ed. 2021) ISBN: 9791220817066 e ISBN cartaceo: 9791220817578

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“La droga è un elemento presente nello sport professionistico ma il golf è l'unica disciplina dove l'erba non penalizza i giocatori.”

Bob Hope (1903–2003) attore, comico, cantante, conduttore radiofonico

Origine: Citato in Palla lunga e pedalare, p. 70.

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“Attento Reich, non ho elementi per darle torto, ma non posso sostenerla. Lei si ficcherà in un ginepraio!”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Citato in Lodovico De Cesare, Lo psicanalista senza divano, Historia, luglio 1978, n. 245, Cino del Duca editore.

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“Il mio lavoro con pazienti affetti da malattie nervose in genere ebbe un esito ulteriore: il mutamento della tecnica catartica. Abbandonai l'ipnosi e cercai di sostituirla con un altro metodo nell'intento di andar oltre il trattamento riservato alle forme morbose di tipo isterico; tra l'altro, man mano che la mia esperienza si arricchiva ogni giorno di nuovi elementi, sorsero in me gravi dubbi relativi all'impiego dell'ipnosi nella stessa catarsi. Il primo riguardava il fatto che perfino i risultati più brillanti svanivano improvvisamente nel nulla allorché il rapporto personale del medico col malato veniva in qualche modo turbato […]. L'ipnosi, tuttavia, aveva reso al trattamento catartico servizi notevolissimi, ampliando il campo della coscienza dei pazienti e mettendo a loro disposizione conoscenze di cui nella vita vigile non disponevano. Sostituire l'ipnosi, sotto questo profilo, non era certo cosa facile. In questo frangente imbarazzante mi venne in aiuto un ricordo, il ricordo di un esperimento cui avevo assistito sovente durante il mio soggiorno presso Bernheim … Presi la risoluzione di fare altrettanto. Anche i miei pazienti non potevano non "sapere" tutte le cose che normalmente erano rese loro accessibili solo mediante l'ipnosi, e le mie assicurazioni e insistenze, con magari in più la pressione delle mani, dovevano pure avere il potere di spingere nella loro coscienza gli eventi e i nessi dimenticati … Abbandonai dunque l'ipnosi, di cui mantenni solo la posizione del paziente, posto a giacere supino su un divano, mentre io stavo seduto dietro di lui, in modo da vederlo senza esser visto. Le mie speranze si realizzarono, mi liberai dell'ipnosi; tuttavia tale mutamento tecnico implicò un mutamento del lavoro catartico nel suo insieme. L'ipnosi aveva nascosto un giuoco di forze che ora veniva messo allo scoperto, e la cui conoscenza dava alla nostra teoria un fondamento sicuro.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Autobiografia (1925), p. 94 e ss.

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“La sofferenza è l'elemento positivo di questo mondo, è anzi l'unico legame fra questo mondo e il positivo.”

Franz Kafka (1883–1924) scrittore e aforista boemo di lingua tedesca

da Preparativi di nozze in campagna

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