Frasi su finale
pagina 2

Salvador Allende photo

“Viva il Cile indipendente e sovrano!”

Salvador Allende (1908–1973) politico cileno

Frase finale di un discorso tenuto l'11 luglio 1971 per il Giorno della solidarietà e della dignità nazionale

Carlo Ancelotti photo
Marco Materazzi photo
Roger Federer photo

“[Riferendosi alla situazione del calcio italiano] Piuttosto che una destinazione finale per i migliori giocatori, ora siamo un campionato di transito.”

Andrea Agnelli (1975) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Rather than a final destination for top players, we are now a transit league.

Ben Okri photo
Flavio Tranquillo photo

“Ginobili! Oh mio Dio, ho perso la fede, ho perso la fede!”

Flavio Tranquillo (1962) giornalista e scrittore italiano

San Antonio Spurs vs Detroit Pistons, NBA Finals 2005, gara 2, dopo tripla, rubata e tripla in transizione di Ginobili
Citazioni tratte da telecronache, NBA

Flavio Tranquillo photo

“Non c'è bisogno del Paradiso… ci sono le finali NBA!”

Flavio Tranquillo (1962) giornalista e scrittore italiano

Utah Jazz vs Chicago Bulls, NBA Finals 1998, gara 6
Citazioni tratte da telecronache, NBA

Sean Connery photo
Aldo Busi photo
Raimon Panikkar photo
Gianni Vattimo photo
Gianni Agnelli photo
Roger Federer photo

“Erano indiani, per davvero. O figli della rivoluzione del '68, o profeti di una dottrina che avrebbe cambiato per sempre il modo di fare calcio. E il loro capo-tribù si chiamava Rinus Michels. Il suo calcio totale che trasformava gli spazi in praterie era fatto di un possesso-palla esasperato, di accelerazioni improvvise, di pressione multipla sul'avversario col pallone, di fuorigioco alto quando non altissimo. Ma soprattutto era interpretato non più da specialisti dei vari ruoli, bensì da giocatori eclettici capaci di attaccare e difendere, di giocare senza palla prima ancora che con la palla, di muoversi con disinvoltura in ogni zona del campo stando sempre corti, compatti, ossessivi. Una nuvola biancorossa, quella dell'Ajax, una nuvola arancione, quella dell'Olanda. Con portieri che, una volta aboliti i ruoli specifici, si erano riciclati da liberi, interpretando la parte in maniera più spregiudicata. L'emicrania non venne soltanto a Maldini. Venne agli inglesi la prima volta che affrontarono l'Olanda di Michels, le punte scattavano sul risaputo lancio dalle retrovie e la nuvola arancione li aveva messi in offside non di tre, ma di dieci-quindici metri. Venne al sommo Brera, cui quei satanassi mandarono all'aria tutti i parametri atletici e tattici sino a li' elaborati: e Brera se ne vendicò ribattezzandoli «cicale» dopo la finale mondiale persa nel '74 dai tedeschi padroni di casa. È vero, nell'albo d'oro ci sono le formiche, che ad ogni buon conto si chiamavano Beckenbauer, Muller, Overath, Breitner, Mayer. Ma nell'archivio delle emozioni indimenticabili restano loro, restano quei 16 tocchi consecutivi olandesi dal fischio d'avvio al fallo di Vogts su Cruyff in area germanica. Il primo tedesco a toccare il pallone in quella finale fu Muller, riavviando il gioco dal disco di centrocampo dopo il rigore di Neeskens. Il generale Michels si prese la rivincita quattordici anni più tardi quando, sullo stesso campo, l'Olympiastadion di Monaco, decorò la bacheca olandese dell'unico trofeo conquistato sin qui, l'Europeo '88, firmato da una storica prodezza di Van Basten. Ma fu un indennizzo tardivo e mai fino in fondo assaporato. Perché pur nel rispetto di una matrice di massima, quella non era più la sua Olanda-totale. Tant'è vero che il suo fuoriclasse, Van Basten, era pienamente classificabile, in quanto prototipo del centravanti moderno: a differenza del fenomeno d'un tempo, Cruyff, che segnava sì a mitraglia ma che nessuno ha mai saputo battezzare se non come uomo-ovunque.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

4 marzo 2005

Ettore Scola photo
Jesto photo
Fabio Caressa photo
Giorgio Tosatti photo
Jean Baudrillard photo

“[…] ci sono già stati altri film che trattavano questa crescente indistinzione fra reale e virtuale. Truman Show, Minority Report o anche Mulholland Drive, il capolavoro di David Lynch. Matrix vale soprattutto come sintesi parossistica di tutto questo. Ma il dispositivo qui è più rozzo e non suscita veramente il turbamento. O i personaggi sono nella Matrice, cioè nella digitalizzazione delle cose. O sono radicalmente al di fuori, cioè a Zion, la città di coloro che resistono. In effetti, sarebbe interessante mostrare ciò che accade sul punto di giuntura dei due mondi. Ma quello che è soprattutto imbarazzante in questo film, è che il nuovo problema posto dalla simulazione qui è confuso con quello, molto classico, dell'illusione, che si trovava già in Platone. Il vero equivoco è qui. Il mondo visto come illusione radicale è un problema che si è posto a tutte le grandi culture e che da esse è stato risolto con l'arte e la simbolizzazione. Quello che noialtri abbiamo inventato per sopportare questa sofferenza, è un reale simulato, un universo virtuale da dove è espurgato tutto ciò che c'è di pericoloso, di negativo, e che soppianta ormai il reale, fino a diventarne la soluzione finale. Ora, Matrix è assolutamente all'interno di questo meccanismo! Tutto quanto appartiene all'ordine del sogno, dell'utopia, della fantasia, qui è dato vedere, "realizzato."”

Jean Baudrillard (1929–2007) filosofo e sociologo francese

Siamo nella trasparenza integrale. Matrix, è un po' il film sulla Matrice che avrebbe potuto fabbricare la Matrice.

Brendan Behan photo
Giorgio La Pira photo

“A me pare che il pernio del cristianesimo stia tutto nel giudizio finale.”

Giorgio La Pira (1904–1977) politico italiano

Scritti vincenziani

Massimiliano Allegri photo
Roberto Maroni photo

“[Dopo la nomina a segretario federale della Lega Nord] Riuniremo in settimana il consiglio federale, e in settimana, e in settimana lo dico solo adesso, non l'ho detto prima per scaramanzia, nominerò la squadra che mi affiancherà in questo difficile, complicato, affascinante e meraviglioso nuovo incarico. Tre vice segretari con un vice, il vicario, il numero due, che sarà naturalmente del Veneto. Cominciamo a lavorare subito, non c'è tempo da perdere. Io sono uno di voi, voglio che mi consideriate uno di voi. La mia porta sarà sempre aperta. Sono a disposizione dei militanti: ho cominciato come militante e voglio che mi consideriate un semplice militante della Lega momentaneamente incaricato di un compito che fa tremare le vene ai polsi, dopo tanto tempo di Umberto Bossi. Per me è mio fratello, lo porterò sempre nel cuore. Ma oggi inizia una fase nuova: stiamo tutti insieme, statemi vicino, statemi vicino perché ho bisogno di sentire il calore e la passione dei militanti, i nostri meravigliosi militanti: non c'è niente che valga di più nella Lega, voi siete i nostri diamanti, voi siete la nostra ricchezza, voi siete la nostra forza e il nostro futuro. Grazie a tutti amici, grazie! Viva la grande Lega Nord!”

Roberto Maroni (1955) politico italiano

Origine: Dal Finale del discorso di Roberto Maroni, V congresso federale http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Finale_del_discorso_di_Roberto_Maroni,_V_congresso_federale,_Milano_2012.webm, Milano, 1º luglio 2012.

Roberto Baggio photo
Piero Calamandrei photo
Giorgio La Pira photo

“[Il] giudizio finale, [che] è l'unico criterio politico col quale si può dirigere la storia umana.”

Giorgio La Pira (1904–1977) politico italiano

Citato in LaPira.org http://www.lapira.org/index2.php?file=news&form_id_cat_notizia=72

Adriano Galliani photo
Jorge Luis Borges photo

“È una rivelazione confrontare il Don Chisciotte di Menard con quello di Cervantes. Questi, per esempio, scrisse (Don Chisciotte, prima parte, capitolo nono):«… la verità, la cui madre è la storia, emula del tempo, deposito delle azioni, testimone del passato, esempio e consiglio del presente, avvertimento dell'avvenire». Redatta nel XVII secolo, redatta dal «genio profano» Cervantes, quell'enumerazione è un mero elogio retorico della storia. Menard, invece, scrive:«… la verità, la cui madre è la storia, emula del tempo, deposito delle azioni, testimone del passato, esempio e consiglio del presente, avvertimento dell'avvenire». La storia, madre della verità; l'idea è stupefacente. Menard, contemporaneo di William James, non definisce la storia come un'indagine della realtà, ma come la sua origine. La verità storica, per lui, non è ciò che è avvenuto; è ciò che riteniamo che sia avvenuto. Le clausole finali – esempio e consiglio del presente, avvertimento dell'avvenire – sono sfacciatamente pragmatiche. È anche nitido il contrasto tra i due stili. Lo stile arcaizzante di Menard – in fin dei conti straniero – soffre di una certa affettazione. Non così quello del precursore, che impiega con disinvoltura lo spagnolo corrente della sua epoca.”

2003, p. 43
Finzioni, Il giardino dai sentieri che si biforcano, Pierre Menard, autore del Don Chisciotte

Michael Pollan photo
Lauren Kate photo
Cormac McCarthy photo
Jorge Valdano photo
Ann Landers photo
Adolf Hitler photo
Patrice Lumumba photo
Dwight David Eisenhower photo
Sigmund Freud photo
Luciano De Crescenzo photo
Wim Wenders photo
Hans Urs Von Balthasar photo
Douglas Adams photo
Richard Dawkins photo
Richard Dawkins photo
Albert Einstein photo
Franz Kafka photo
José Saramago photo
Robert Musil photo
Christopher Marlowe photo
Bertolt Brecht photo

“[…] solo saziato l'uomo può farsi migliore! | Pochi discorsi, il punto è tutto qui.”

Macheath: II, III, Secondo finale da tre soldi; p. 73
L'opera da tre soldi

Aldous Huxley photo
Jorge Luis Borges photo
Giovanni Papini photo
Ernst Jünger photo
Martina Navrátilová photo
Milton Friedman photo
Johann Gottlieb Fichte photo
Immanuel Kant photo
Theodor W. Adorno photo
Ernst Bloch photo
David Lloyd photo
Michail Bulgakov photo
Michelangelo Rampulla photo
Andy Roddick photo
Andy Roddick photo
Marv Albert photo
James Agee photo

“[Sull'inquadratura finale di Luci della città con Chaplin che guarda la ragazza] La più grande prova d'attore e il momento più alto di tutta la storia del cinema.”

James Agee (1909–1955) scrittore, giornalista e critico cinematografico statunitense

da Chi c'è in quel film?, p. 511

Bud Collins photo
Henri Matisse photo
Papa Giovanni Paolo II photo
George Best photo
Billie Jean King photo
Michael Stich photo

“Federer ha viziato molto il pubblico svizzero. Alla luce delle sue prestazioni degli ultimi otto anni, una semifinale o una finale persa a un torneo del Grande Slam equivalgono già a un risultato negativo. Già questo è molto strano, perché per chiunque altro sarebbe un'ottima prova.”

Michael Stich (1968) tennista tedesco

Origine: Citato in Marco Falbo, Federer visto da John McEnroe e Michael Stich https://sponsorship.credit-suisse.com/app/article/index.cfm?fuseaction=OpenArticle&aoid=305184&lang=IT, Credit Suisse, 22 giugno 2011.

Sue Barker photo
Friedrich Kellner photo
Giuseppe Siri photo

“Gesù sapeva benissimo che sarebbe stato conservato nei Tabernacoli anche solitari, senza contorno nella notte, all'infuori di una fiammella che le leggi della Chiesa esigono. Sapeva benissimo che anche nel giorno, secondo il variare della densità di fede nei tempi, cristiani sarebbero andati e non andati a rendere adorazione alla sua ineffabile Presenza, lo sapeva. Forse qualcheduno di noi avrebbe potuto obbiettargli: "Signore, fa' in modo di essere presente quando c'è gente che Ti adora, altrimenti è inutile". Inutile? No. Le Chiese possono essere vuote, ma Cristo nel tabernacolo non è inutile, perché l'Eucarestia, sia attraverso il Sacrificio – del quale oggi non parlo – sia attraverso il Sacramento permanente, è una fonte di forza, di grazia, di benedizione, di salvezza incessante. Ricordiamoci che è di lì che si germinano i vergini e le vergini, è di lì che sorgono i fondatori, è di lì che resistono i combattenti, è di lì forse che attraverso una vita apparentemente lontana da Dio si prepara la finale di salvezza nella sua misericordia, ma la si prepara attraverso questa Presenza, che appare a noi silenziosa e inerte, e non è né silenziosa né inerte. Non dobbiamo compiangere la solitudine che spesso è intorno ai Tabernacoli e che è sempre da condannarsi. Dobbiamo rimpiangere, dico rimpiangere e a piena ragione, coloro che si dimenticano che Gesù Cristo sta lì ad attenderli, come Egli, narrando la parabola del figliol prodigo, pone per tanto tempo immobile sulla soglia di casa il padre che non si stanca di aspettare il figlio, il quale alla fine ritorna ed è accolto come figlio, non come servo.”

Giuseppe Siri (1906–1989) arcivescovo cattolico e cardinale italiano

citato in Il Settimanale di Padre Pio, n. 23, anno VIII

Werner Herzog photo
MaliVai Washington photo

“[Su Federer] Quando ebbe questa striscia nella quale raggiungeva ogni singola finale, o 20 semifinali consecutive nei tornei del Grande Slam, fu scioccante. Nessuno nella storia del tennis ha fatto tanto. Agassi, Sampras, hanno avuto grandi periodi e grandi annate, ma raggiungere 20 semifinali consecutive nei major è uno di quei record che probabilmente mai nessuno supererà.”

MaliVai Washington (1969) tennista statunitense

Origine: Federer detiene il record di 23 semifinali consecutive giocate nei tornei del Grande Slam, precisamente da Wimbledon 2004 agli Australian Open 2010. In 14 di queste occasioni Roger vinse poi il torneo mentre in altre 6 occasioni ha perso solo in finale.
Origine: Citato in Robert Davis, traduzione di Stefano Pentagallo, Federer: storia di un campione http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2011/11/30/629561-federer_storia.shtml, Ubitennis.com, 30 novembre 2011.

John Henry Tilden photo
David Peace photo
Andy Murray photo

“[Riferito alla finale dell'US Open 2012, il primo slam vinto dallo scozzese] È stata una partita incredibilmente difficile. Liberazione è forse la parola migliore per descrivere questo momento.”

Andy Murray (1987) tennista britannico

Origine: Citato in Emiliano Pozzoni, La "liberazione" di Murray "Non potevo perdere ancora" http://www.gazzetta.it/Tennis/11-09-2012/liberazione-murray-non-potevo-perdere-ancora-912575733083.shtml, Gazzetta.it, 11 settembre 2012.

Andy Murray photo
Andy Murray photo

“[Dopo la finale degli Australian Open 2010, rivolgendosi al pubblico televisivo inglese] Mi dispiace di non aver vinto per voi. Posso piangere come Roger, ma non riesco a giocare come lui.”

Andy Murray (1987) tennista britannico

Origine: Citato in Bud Collins, traduzione di Alberto Giorni, Federer si riprende la corona (Boston Globe) http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2010/02/03/288678-federer_riprende_corona_collins_boston_globe.shtml, Ubitennis.com, 2 febbraio 2010.

Andy Murray photo
Federico Buffa photo
Federico Buffa photo
Federico Buffa photo
Robert Henri photo
Alessandro Del Piero photo
Giuseppe Rensi photo