Frasi su fine
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“Bisogna continuamente ricominciare dalla fine.”

Stanisław Jerzy Lec (1909–1966) scrittore, poeta e aforista polacco

Pensieri spettinati

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“In principio era il Verbo – e alla fine le chiacchiere.”

Stanisław Jerzy Lec (1909–1966) scrittore, poeta e aforista polacco

Pensieri spettinati

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“Le conversazioni sul tempo diverranno interessanti ai primi segni della fine del mondo.”

Stanisław Jerzy Lec (1909–1966) scrittore, poeta e aforista polacco

Pensieri spettinati

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“Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo!”

Stanisław Jerzy Lec (1909–1966) scrittore, poeta e aforista polacco

Pensieri spettinati

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“Andò giù bene, ci voleva proprio. Naturalmente era da codardi sforzarsi di dimenticare l'incomprensibile, però necessario.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

da Che fine ha fatto quell'adorabile ragazza sorridente vestita di percalle?; p. 65
Confessioni di un codardo

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“George Sand non brilla né per la sua conversazione né per la sua voce. Non ha assolutamente nulla dello spirito spumeggiante delle francesi, ma niente pure del loro chiacchierio senza fine.”

Heinrich Heine (1797–1856) poeta tedesco

Origine: Citato in Nino Salvaneschi, Il tormento di Chopin, dall'Oglio Editore, 1943.

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“Alla fine si deve fare ogni cosa da sé, per sapere da sé qualcosa: cioè si ha sempre molto da fare!”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

45; 2007

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“Alla fine si ama il proprio desiderio, e non l'oggetto del proprio desiderio.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

175; Rimini, 1996

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“Per la donna, l'uomo è un mezzo il cui fine è un bambino.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

I, Delle femmine vecchie e giovani

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“Mezzi e fine. – In arte il fine non santifica i mezzi: ma i mezzi santi possono santificare il fine.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

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“Spesso, in me, la soddisfazione di un desiderio si oppone all'interesse. Ma le cedo, perché essa è bruscamente diventata il mio fine ultimo!”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Le lacrime di Eros

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“L'unico scopo degli esseri sembra che sia il nutrimento degli altri esseri destinati alla stessa fine.”

Anatole France (1844–1924) scrittore francese

Gli dei hanno sete

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“Alla fine è sempre un plotone di soldati a salvare la civiltà.”

da Il tramonto dell'Occidente, Guanda, traduzione italiana di Julius Evola
Il tramonto dell'Occidente

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“Ogni essere umano ha certo un che di strano, che lo spinge avanti, ed eventualmente viene spinto avanti dal desiderio di comprendere questa stranezza.”

Frank Wedekind (1864–1918) scrittore, drammaturgo e attore teatrale tedesco

da una lettera a Georg Brandes, fine 1908 – inizio 1909

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“Sono un artificiere. Fabbrico qualcosa che alla fin fine serve a un assedio, a una guerra, a una distruzione. Io non sono per la distruzione, ma sono a favore del fatto che si possa passare, che si possa avanzare, che si possano abbattere i muri.”

Michel Foucault (1926–1984) sociologo, filosofo e psicologo francese

da «Io sono un artificiere», giugno 1975, in Conversazioni. Interviste di Roger-Pol Droit, a cura di Fabio Polidori, Mimesis Edizioni, 2007

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“[Rivolta a una giocatrice che si era rifiutata di darle la mano a fine partita] Avresti bisogno di un carrarmato per battere una come me.”

Martina Navrátilová (1956) tennista cecoslovacca

Origine: Citata in Ubaldo Scanagatta, Navratilova ha un cancro http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2010/04/07/315139-navratilova.shtml, Ubitennis.com, 7 aprile 2010.

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“Io sono seduto nella mia camera con la faccia rivolta al fuoco, e tutti gli oggetti che colpiscono i miei sensi sono contenuti in pochi metri intorno a me. La memoria, invero, mi fa presente l'esistenza di molti oggetti; ma questa sua testimonianza non si estende oltre la loro precedente esistenza, né i sensi né la memoria attestano la continuità del loro essere. Mentre sono ancora seduto e rivolgo per la mente questi pensieri, sento ad un tratto un rumore, come di una porta che gira sopra i suoi cardini, e poco dopo vedo il portiere che avanza verso di me. Ciò mi dà occasione a molte riflessioni e nuovi ragionamenti. Anzitutto, io non ho mai osservato che quel rumore possa provenire da altro fuorché dal movimento di una porta, e quindi concludo che il presente fenomeno sarebbe in contraddizione con tutte le precedenti esperienze, qualora io non ammettessi che la porta, che ricordo dall'altra parte della camera, continua ad esistere. Ancora: ho sempre visto che un corpo umano possiede una qualità ch'io chiamo gravità, e che gl'impedisce di volare, come questo portiere dovrebbe aver fatto per giungere nella mia camera, se pensassi che la scala, di cui ho il ricordo, fosse stata distrutta nella mia assenza. Ma non è tutto. Io ricevo una lettera: aprendola, vedo dal carattere e dalla firma che viene da un amico che mi dice esser distante duecento leghe. È evidente che non posso mai rendermi ragione di questo fenomeno in conformità della mia esperienza in altri casi, senza far passare nella mia mente tutto il mare e il continente che ci separano, e senza supporre gli effetti e l'esistenza continuata dei corrieri e dei battelli, conforme alla mia memoria e osservazione. I fenomeni, dunque, del portiere e della lettera, sotto un certo aspetto sono in contraddizione con l'esperienza comune, e possono esser giudicati come obiezioni alle massime riguardanti la connessione tra cause ed effetti. Io, infatti, sono abituato a udire un certo suono nello stesso tempo che vedo un certo oggetto in movimento; in questo caso, invece, non ho ricevuto le due percezioni insieme. Sì che queste due osservazioni sono contrarie, a meno ch'io non supponga che la porta rimanga ancora, e che sia stata aperta senza ch'io ne abbia avuto la percezione. E questa supposizione, da principio arbitraria e ipotetica, acquista forza ed evidenza per essere la sola che possa conciliare quella contraddizione. Di questi casi se ne offrono continuamente nella mia vita, e mi spingono a supporre una continuata esistenza degli oggetti al fine di collegare le passate con le presenti loro apparizioni, e dare loro quella reciproca unione che ho trovato per esperienza convenire alla loro particolare natura e alle circostanze. Io sono, così, naturalmente portato a considerare il mondo come qualcosa di reale e di durevole, che mantiene la sua esistenza anche quando cessa di esser presente alla mia percezione.”

Trattato sulla natura umana

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“[Fine dell'arte figurativa] Destare nell'animo con la finzione del naturale un sentimento non ignobile.”

Camillo Boito (1836–1914) architetto e scrittore italiano

Origine: Il critico, VIII

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“La fine del lassez faire”

John Maynard Keynes (1883–1946) economista britannico

1926

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“La Federal Reserve alla fine ha causato la Grande Depressione contraendo l'ammontare di moneta in circolo di un terzo dal 1929 al 1933.”

Milton Friedman (1912–2006) economista statunitense

dall'intervista alla National Public Radio, gennaio 1996

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“Le ipotesi si fanno soltanto in vista di qualche fine.”

Karl Marx (1818–1883) filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista tedesco

Origine: Da La miseria della filosofia.

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“Se un lettore coscienzioso trova che un passaggio è oscuro, questo deve essere riscritto.”

Karl Raimund Popper (1902–1994) filosofo austriaco

da La ricerca non ha fine, traduzione e cura di Dario Antiseri, Armando Editore, 1997

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“Il tempo: ciò che l'uomo è sempre intento a cercar d'ammazzare, ma cha alla fine ammazza lui.”

Herbert Spencer (1820–1903) filosofo britannico

da Definizioni

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“Se tutta la dottrina di Gesù fosse stata la fede a una prossima fine del mondo, ora dormirebbe certamente nell'oblio.”

Ernest Renan (1823–1892) filosofo, filologo e storico delle religioni francese

Origine: Vita di Gesù, p. 121

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“Alla fine di quasi tutti i capitoli di metafisica dobbiamo mettere le due iniziali dei giudici romani quando non erano capaci di sbrogliare una causa. N. L., non liquet, non è chiaro.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Dizionario filosofico

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“Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Il filosofo ignorante

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