Frasi su inglese
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“Non posso però scrivere in inglese, per le insidie dell'ortografia: quando leggo l'inglese, sento solo il suono delle parole e non riesco a fissarne la forma.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

7 settembre 1944; p. 713
Lettere a Max Born
Origine: Archivio Einstein 8-208; Citato anche in Pensieri di un uomo curioso, p. 155.

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“Sarà perché sono napoletano e ce l'ho con lui per come ha usato Napoli, ma si sarà capito ormai che a me questo Malaparte non piace, non mi piace la sua orrificazione della realtà, soprattutto quella della Napoli del 1944 evocata ne La pelle, e non posso fare a meno di ricordare con quanta maggiore pietà e precisione, e un umanissimo sense of humour, quella stessa realtà fu descritta dall'inglese Norman Lewis”

Raffaele La Capria (1922) scrittore italiano

in Napoli ' 44, Adelphi
Origine: Da Malaparte gran bugiardo Il suo trucco c'è e si vede https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/aprile/21/Malaparte_gran_bugiardo_suo_trucco_co_9_090421077.shtml, Corriere della sera, 21 aprile 2009, p. 37.

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“Morgan non è una fotocopia degli americani o degli inglesi, ma un cervello autonomo e fa piacere sentirlo.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

Origine: Da un'intervento rilasciato in occasione del Festival Gaber nel 2010, ripreso da LaStampa.it; citato in Festival Gaber: Battiato e Morgan Made in Italy che vale la pena http://www.inartemorgan.it/rassegna-stampa/117-articoli/articoli-2010/325-festival-gaber-battiato-e-morgan-made-in-italy-che-vale-la-pena, Inartemorgan.it, 23 luglio 2010.

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“Avevo una madrina stravagante che in una delle sue visite decise di rimediare a tutte le sue precedenti dimenticanze e di farmi un regalo sul serio. Fui così accompagnato da tutta la famiglia in un'elegante libreria di Plymouth, dove mi venne detto che potevo scegliere sei libri a mio piacimento. Non ci misi molto: volevo una sgargiante serie di Billy Bunter. Gli adulti mi dissero che non andava affatto bene, e mi propinarono un bell'assortimento di libri edificanti di Arthur Ransome sulle avventure all'aria aperta di intrepidi ragazzi inglesi. Per vendetta, furono per sempre lasciati alla polvere in cima al mio scaffale. E neppure mai aperti, finché riuscii artatamente ad abbandonarli in uno dei tanti traslochi della mia famiglia. Così, del tutto ignaro, persi l'occasione di fare la conoscenza di un autore che, secondo il corrispondente a Mosca del «Manchester Guardian», nel 1918 aveva rivelato i «trattati segreti» il cui ruolo nella Prima Guerra Mondiale era stato tanto importante, e che aveva avuto, per giunta, un flirt con la segretaria di Trockij. (Questa scoperta fatta in seguito mi stupì, come avrebbe certamente stupito moltissimo i miei parenti che mi avevano costretto a prendere Ransome.) Mia madre fu irritata per tutto il giorno: «Sciocchino, – disse.”

Christopher Hitchens (1949–2011) giornalista, saggista e critico letterario britannico

Zia Pam era talmente ben disposta che avresti potuto avere facilmente un bell'orologio da polso se lo avessi chiesto».
Ma non volevo un maledetto orologio. Volevo essere lasciato in pace con una pila di libri di mia scelta. (p. 73)
Hitch 22. Le mie memorie

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“Non ho nessun ricordo di una prima lingua. Per quanto ne so, parlo con la stessa facilità l'inglese, il francese e il tedesco.”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

III, 1; p. 112
Dopo Babele

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“Capello si deve ritenere molto fortunato, perché ha la possibilità di lavorare con alcuni dei migliori calciatori del mondo, come John Terry, Rio Ferdinand, Steven Gerrard ed Ashley Cole, ma a volte devi avere il coraggio di dare un taglio al passato, devi prenderti i tuoi rischi e affidarti a qualche giovane, perché niente dura per sempre. E qui arriviamo al nocciolo della questione, perché il calcio inglese non ha talenti emergenti che possano fare la differenza, ovvero giocatori in grado di crescere e diventare campioni. Una delle cose che mi hanno sempre sorpreso quando stavo in Inghilterra è il modo in cui viene seguito il calcio giovanile. Si fa tanto chiasso sull'argomento, ma forse la soluzione è più semplice di quanto si creda. In Portogallo, un ragazzino può iniziare a giocare nel Porto a 10 anni e all'età di 16 aver già incontrato 10 o 12 volte il Benfica o lo Sporting Lisbona; aver disputato partite importanti, anche davanti a un pubblico numeroso, ed essere pronto al grande salto. In Inghilterra, invece, ciò non è possibile perché il calendario è fatto su base regionale e questo per me è il vero errore. Che senso ha per un giovane del Chelsea vincere 14 a 0 contro Cobham e incontrare i pari età di Liverpool o Manchester United giusto una volta l'anno, se va bene? Cosa può davvero imparare da una cosa del genere? Mi rendo conto che molti allenatori delle squadre della Premier League non sono inglesi e che non lo sono nemmeno molti giocatori, ma quando sei in un'altra nazione tu hai il dovere di migliorare il modo in cui funzionano le cose anche lì. Ed è esattamente quello che ho cercato di fare io quando sono arrivato al Chelsea nel 2004, ma sul calendario non ho potuto fare nulla. Ecco perché ritengo che allenare la Nazionale inglese sia un compito davvero arduo, ma almeno contro Andorra sarà una gara facile e non possono esserci assolutamente problemi nel conquistare i tre punti. Con la Croazia, invece, sarà un po' diverso, perché loro hanno grande qualità e poi sono fieramente nazionalisti. È vero, hanno già battuto l'Inghilterra due volte nelle ultime due partite, ma non credo affatto che ci sarà una terza occasione.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)

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“Le donne inglesi sono eleganti fino a dieci anni, e perfette nelle grandi occasioni.”

Nancy Mitford (1904–1973) scrittrice e biografa britannica

Senza fonte

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“Non mi potrei mai vedere sulla panchina di una nazionale che non sia il Portogallo. E poi io adoro il calcio inglese, ma per adesso non voglio tornarci. Ora mi piacerebbe continuare ad allenare un club, magari in Italia dove potrei mettermi alla prova con il loro tatticismo.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Chelsea (2004-2007)
Origine: Citato in Mourinho, no all'Inghilterra "Vorrei allenare in Italia" http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/Primo_Piano/2007/10_Ottobre/21/mourinho.shtml, Gazzetta.it, 21 ottobre 2007.

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“Né il cuore degli inglesi né lo scettro del re | Geordie potran salvare, | anche se piangeranno con te | la legge non può cambiare. (da Geordie”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Geordie, 1966
Non incluse negli album
Variante: Né il cuore degli inglesi ne lo scettro del re | Geordie potran salvare, | anche se piangeranno con te | la legge non può cambiare.

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“La crisi della cultura. C'è sempre stata: Shakespeare non sapeva il greco e Omero non sapeva l'inglese.”

La solitudine del satiro
Origine: Citazione presente nell'aletta posteriore de La solitudine del satiro, Adelphi, Milano, 1996.

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“I compositori inglesi più straordinari del 1963 sono, a tutti gli effetti, John Lennon e Paul McCartney… le settime maggiori e le none si integrano così bene nelle loro canzoni da far pensare che armonia e melodia nascano insieme.”

William Mann (1924–1989)

Origine: Da The Times, 1963; citato in Chris Ingham, Guida Completa ai Beatles, 2005, Antonio Vallardi Editore, p. 244. ISBN 8882119866

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“Abbiamo una norma in base alla quale ogni Paese membro della Ue ha diritto di scegliere una lingua ufficiale. Gli irlandesi hanno scelto il gaelico. Malta il maltese. Soltanto la Gran Bretagna ha scelto l'inglese. Perciò, se nella Ue non ci sarà più la Gran Bretagna, non ci sarà più neanche l'inglese.”

Danuta Hübner (1948) economista e politica polacca

Origine: Citato in Brexit, un taglio alla lingua: "Con il Regno Unito fuori, l’Unione europea non parlerà più inglese" http://www.repubblica.it/esteri/2016/10/27/news/brexit_un_taglio_alla_lingua_con_il_regno_unito_fuori_l_unione_europea_non_parlera_piu_inglese_-150675134/, Repubblica.it, 27 ottobre 2016.

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“Cronista inglese: Pensa che Lampard potrebbe trovarsi bene nel calcio italiano?
José Mourinho: Perché mi chiedi di un giocatore del Chelsea?
Cronista inglese: È un modo furbo di riproporre il tema che lei ha appena evitato.
José Mourinho: Sì, siii… Ma io non sono un pirla.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)
Origine: Durante la prima conferenza stampa in Italia.
Origine: Citato in Nicola Cecere, «L'Inter è un team speciale Ma io non sono... un pirla» http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/giugno/04/Inter_team_speciale_non_sono_ga_10_080604049.shtml, Gazzetta dello Sport, 4 giugno 2008.

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“Ho sempre un dizionario in tasca! Quando sto lavorando in inglese e anche quando mi trovo in mezzo a persone così interessanti, non voglio perdermi nulla di ciò che dicono.”

Penélope Cruz (1974) attrice spagnola

Origine: Da un'intervista rilasciata a Look.; citato in Il vocabolario di Penélope Cruz http://www.marieclaire.it/People/Penelope-Cruz-problemi-lingua-inglese, Marieclaire.it, novembre 2013.

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“Non è facile innamorarsi di Mandzukic, ma è molto difficile non rispettarlo, perché alla fine si fa sentire sempre, ti dà una mano sempre. Io sinceramente preferisco altri numeri 9, se anche gli voglio un bene della Madonna, lo conosco da quando era piccolo, il suo miglior amico ha giocato con me, quindi ho tanti legami con Mandzukic. Quello che affascina di Mandzukic è questa continuità assurda nell'esserci dentro la partita, è assurda, cioè, non è croato, noi non siamo così. Tedesco? Peggio, come gli inglesi, quelli pazzi che rincorrono tutti. Però poi ha la logica e l'esperienza calcistica di trovarsi dove si deve trovare.”

Zvonimir Boban (1968) calciatore croato

Origine: Dalla trasmissione televisiva Sky Calcio Club, Sky Sport, 24 aprile 2016; citato in Boban: "Non è facile innamorarsi di Mandzukic. Ho tanti legami con lui, ma preferisco altri 9. Ha continuità assurda nell'essere dentro la partita, non è croato. Pogba? Dominio assoluto" http://m.tuttojuve.com/altre-notizie/boban-non-e-facile-innamorarsi-di-mandzukic-ho-tanti-legami-con-lui-ma-preferisco-altri-9-ha-continuita-assurda-nell-essere-dentro-la-partita-non-e-cr-292555, Tuttojuve.com, 25 aprile 2016.

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“Le palme, lunghe e snelle, spiegano all'aria il loro robusto pennacchio. Insomma, la eleganza dei giardini inglesi incastonata nella splendida vegetazione del mezzogiorno.”

Enrico Onufrio (1858–1885) poeta, scrittore e giornalista italiano

Origine: Da Palermo e la Conca d'Oro, Fratelli Treves, 1882; citato in mostra Di là del Faro - Paesaggi e pittori siciliani dell'Ottocento, Villa Zito, Palermo, 9 ottobre 2014 - 9 gennaio 2015.

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“Fa piacere mandare a fare…. gli inglesi, boriosi e coglioni!”

Maurizio Gasparri (1956) politico italiano

post del 15 giugno 2014 su Twitter

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“La scoperta della Sicilia è uno dei motivi più fertili e frequenti della letteratura sette-ottocentesca dei «viaggiatori» stranieri in Italia. L'aspirazione al mitico, solare Sud sembra, nella immaginazione di tedeschi, inglesi francesi nordici, raggiungere l'apice più ricco di sorprese e di novità nell'esplorazione attonita, stupita (ma non per questo meno animata da vigile spirito critico e selettivo) dell'isola «del sole», della «terra del fuoco», della «terra della primavera perenne»
Ma la scoperta – come "comprensione" e serena valutazione – della Sicilia è un fatto che riguarda ancor oggi noi italiani. E possiamo compierla, completarla anche seguendo la lunga eco che il Viaggio in Sicilia ha suscitato attraverso le pagine dei viaggiatori stranieri.
Ogni scrittore, dal Settecento al Novecento, possiede una sua «retorica» della Sicilia, che è in parte la retorica del suo tempo, in parte il contributo di una propria suggestione, colma d'attesa e di speranza. E la scoperta si conclude sempre, o quasi sempre, col senso di una gioiosa meraviglia: questo sentimento di un mirabile remoto paradiso che aveva donato al Goethe il gusto dolcissimo e malinconico della sua celeberrima evocazione:
«sai tu la terra ove i cedri fioriscono?
Splendon tra le brune foglie arance d'oro
pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro
umil germoglia il mirto, alto l'alloro…»
Da Goethe a Peyrefitte – i due estremi cronologici e spirituali di questa antologia – il senso dell'ammirata scoperta si ripete e si conferma.”

dalla prefazione a Viaggiatori stranieri in Sicilia

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“Quest'uomo non è inglese… è di South Side Chicago.”

Phil Collins (1951) cantautore, batterista e musicista britannico

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“La forza, la scaltrezza ed il pericoloso suo morso ne fanno il signore della foresta. Non teme nessun nemico e non si spaventa dello scoppio dell'arma da fuoco. Le sue passioni sono d'una tale violenza da far credere che sotto il loro impero diventi affatto furioso e perda l'intelletto. Paragonata alla loro, la collera delle altre scimmie rassomiglia, a detta d'uno scrittore inglese, ad un lieve sospiro di vento, mentre quella del mandrillo può paragonarsi alla bufera che rovina tutto sul suo passaggio. Se il tremendo animale e inviperito (e a ciò basta uno sguardo, una parola, una minaccia) raggiunge un tale grado di furore da dimenticare tutto e precipitarsi a capo basso furente sul nemico. Un lampo diabolico sfolgora dagli occhi del mostro, che pare invero dotato di una forza e d'una cattiveria infernale. Si assicura che le sue tempestose passioni lo scrollano al segno da farlo cadere senza vita in mezzo ad urli e rantoli selvaggi. Si dice ancora che serba il rancore assai più a lungo degli altri cinocefali, e che mai perdona ad un nemico. Non v'ha quindi da maravigliarsi che gli indigeni non attacchino mai briga con lui: anzi non penetrano nei boschi in cui abita il mandrillo se non in gran numero e bene armati. Come la collera, la sua sensualità non conosce limiti, ed oltrepassa di gran lunga in svergognatezza e impudenza quella delle altre scimmie. I maschi non assaltano solo le loro femmine, bensì anche le donne, e sono perciò abbastanza pericolosi.”

Alfred Edmund Brehm (1829–1884) biologo e scrittore tedesco

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 127

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