Frasi su meglio
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“La pazienza è cosa dura, e convien meglio alla groppa del somiero, che all'anima dell'uomo.”

Francesco Domenico Guerrazzi (1804–1873) politico e scrittore italiano

da L'assedio di Firenze

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“Il Ciambellano fece una profonda quanto ironica riverenza all'onnisciente Imperatore. Protendendo il braccio offrì Kira al trono cominciando nel contempo un lungo e minuzioso sproloquio su come fosse riuscito a scovarla e a catturarla grazie alla sua abilità e scaltrezza. Avrebbe voluto continuare aggiungendo un'agghiacciante descrizione del destino degli Skeksis se lui non fosse riuscito nell'impresa, quando fu interrotto dal Maestro delle Cerimonie.
– Kelffinks Krakweekah! – strillò, indicando Kira, e si passò un artiglio di traverso alla gola per indicare quello che si proponeva di farle. Il Maestro delle Cerimonie aveva già fatto un passo avanti per afferrare la vittima destinata al sacrificio, quando il Generale dei Garthim lo fermò alzando lo scettro.
Il Maestro delle Cerimonie rimase dov'era, ma sfoderò egualmente il lungo e acuminato coltello sacrificale, che tenne pronto mentre fissava il Generale dei Garthim. Gesto e occhiata erano inequivocabili.
Intanto, il Ciambellano non era rimasto solo a guardare, e aveva cominciato a protestare: il Ghelfling era suo prigioniero e spettava a lui decidere cosa farne.
Il Generale dei Garthim chiamò a sé con un cenno lo Scienziato, e gli mormorò qualcosa a bassa voce. Lo Scienziato annuì più volte. Poi il Generale dei Garthim si rivolse all'assemblea e dichiarò: – Kelffinks na Rakkash!
Non tutti gli Skeksis approvarono la decisione. Qualcuno dubitava dell'abilità dello Scienziato. L'Artista, per esempio, aveva già pensato a come poteva servirsi della testa di Kira. Il Buongustaio pregustava già il sapore del resto del corpo, e tutti sapevano perfettamente quali erano le vere intenzioni del Generale dei Garthim. Forse, il vecchio Imperatore era morto per mancanza di vliya Ghelfling. Adesso, se lo Scienziato avesse trovato il modo di allevare i Ghelfling in cattività, con una produzione regolare di vliya, la salute del nuovo Imperatore non avrebbe più avuto nulla da temere, e lui sarebbe rimasto per sempre saldamente sul trono. Ma, come stava blaterando in quel momento il Maestro delle Cerimonie, lo Scienziato era capace solo di ottenere qualche risultato con i Podling, e basta. Inoltre, tutti lo consideravano un pazzo che si era automutilato. Non sarebbe stato meglio per tutti, chiese il Maestro delle Cerimonie, festeggiare la loro raggiunta salvezza col coltello sacrificale che lui impugnava?
Al Generale dei Garthim non piaceva come si stavano mettendo le cose. Lui stesso non nutriva un'eccessiva stima nei confronti dello Scienziato, però riteneva che gli altri lo stimassero. Quale di loro si sarebbe tagliato una mano o una gamba per puro amore della scienza?”

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“Non insegnate ai vostri fanciulli mai nulla di cui non siete voi stessi assolutamente sicuri. Poiché è meglio che essi ignorino mille verità piuttosto che abbiano nel loro cuore una sola menzogna.”

John Ruskin (1819–1900) scrittore, pittore e poeta britannico

Origine: Citato in Masal Pas Bagdadi, Dizionario affettivo, Giunti, Firenze – Milano, 2011, [//books.google.it/books?id=MS9z2uzYMNAC&pg=PA13 p. 13].

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“È dai falliti e dagli sconfitti di una civiltà che se ne possono meglio giudicare le debolezze.”

Doris Lessing (1919–2013) scrittrice inglese

Origine: Da L'erba canta, a cura di M. A. Saracino, La Tartaruga.

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“[Su Paul Pogba] Per lui è tutto facile, ma non deve cadere nella facilità. Non voglio censurargli l'istinto di fare la giocata, ma deve capire meglio quando e dove farla […]. Ha un carattere espansivo, è giusto si parli di lui, ma deve gestire meglio elogi e critiche.”

Didier Deschamps (1968) allenatore di calcio e ex calciatore francese

Origine: Dall'intervista di Alessandro Grandesso, Deschamps: «Bravo Pippo, il vero Menez è più punta centrale», La Gazzetta dello Sport, 2 dicembre 2014, p. 13; citato in Deschamps: Menez, Pogba e Bielsa... http://calciofrancese.gazzetta.it/2014/12/03/deschamps-menez-pogba-e-bielsa/, Gazzetta.it, 3 dicembre 2014.

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“Incrocio versi | vi do il meglio è naturale | non è rap, è eugenetica lessicale.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da IntroVerso, n. 1
C.A.L.M.A

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“Il razzismo è nemico dei diritti umani. Il cancelliere austriaco [Christian Kern] farebbe meglio ad occuparsi del proprio Paese. Oggi l'Austria è la capitale del razzismo radicale.”

Mevlüt Çavuşoğlu (1968) politico turco

Origine: Citato in Turchia ad Austria: "Capitale del razzismo". Mandato di cattura per Gulen. Ma gli Usa resistono su estradizione http://www.repubblica.it/esteri/2016/08/05/news/turchia_usa_gulen-145397678/, Repubblica.it, 5 agosto 2016.

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“Dal mio punto di vista, uccidere in guerra non è affatto meglio che commettere un banale assassinio.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Variante: Dal mio punto di vista, uccidere in guerra non è affatto meglio che commettere un banale assassinio
Origine: Citato nella rivista giapponese Kaizo, autunno 1952.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 95

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“È meglio essere capo di Lucerta che coda di Dracone.”

Stefano Guazzo (1530–1593) scrittore italiano

Origine: Citato in Harbottle, p. 294
Origine: Dialoghi Piacevoli, Dell'Honore, p. 297

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“Tom Curzon, il terapista del centro antidroga, che faceva l'assistente sociale e non il medico, era uno della scuola rogeriana, e aveva una terapia basata sull'individuo. Allora sono andato in biblioteca a vedere quello che aveva scritto Carl Rogers. Il libro che ho letto era una cacata, ma per dire la verità mi sembrava che Tom si fosse avvicinato più degli altri a quella che secondo me era la verità. Disprezzavo me stesso e il mondo perché non ero capace di accettare i miei limiti personali e quelli che mi venivano imposti dalla vita.
A quanto pareva, quindi, l'accettazione dei propri limiti era una condizione mentale sana, o comportamento non deviante.
Il successo e il fallimento sono semplicemente la soddisfazione o la frustrazione del desiderio. Il desiderio può essere in prevalenza intrinseco, basato sui nostri impulsi personali, oppure estrinseco, stimolato soprattutto dalla pubblicità o dai modelli di comportamento sociale che ci vengono proposti dai mass media e dalla cultura popolare. Dice Tom che i miei concetti di successo e fallimento funzionano solo a un livello individuale, e non a un livello sia individuale che sociale. E quindi, siccome mi rifiuto di accettare un riconoscimento da parte della società, il successo e il fallimento possono essere per me soltanto delle esperienze momentanee, perché sono esperienze che non possono essere sostenute dall'accettazione di altri valori di tipo sociale, come il benessere materiale, il potere o la posizione sociale; oppure, nel caso di un fallimento, la condanna e la disapprovazione. E allora, secondo Tom, non serve a un cazzo venirmi a dire che sono andato bene agli esami, che ho un buon lavoro o che sto con una bella ragazza; perché questo tipo di riconoscimento per me non significa niente. È chiaro che mi fa piacere, quando succedono queste cose, e che hanno un valore in se stesse, ma è un valore che non può essere sostenuto senza un riconoscimento da parte mia della società che lo considera come tale. Quello che Tom sta cercando di dire, credo, è che non me ne frega un cazzo. Perché?
Così torna in ballo la mia alienazione dalla società. Il problema è che Tom si rifiuta di accettare il mio punto di vista, che non è possibile cambiare la società per migliorarla davvero, e che io non posso cambiare per adattarmi alla società. Questa situazione provoca in me depressione. Scarico tutta la rabbia che provo contro me stesso, è questa la depressione, dicono. Però la depressione provoca anche una mancanza di motivazione. Mi cresce un vuoto dentro. La droga mi serve a riempire il vuoto, e mi aiuta anche a soddisfare il mio bisogno di distruggere me stesso, e qui torniamo alla rabbia diretta contro di sé.
Qui devo dire che sono d'accordo con Tom. Dove non ci troviamo più d'accordo è quando lui si rifiuta di vedere lo squallore totale del quadro generale. Lui dice che soffro di una mancanza di fiducia in me stesso, e che mi rifiuto di accettare questo fatto scaricando tutta la colpa sulla società. Secondo lui, questo mio modo di sminuire tutte le lodi e le ricompense (e di conseguenza anche le condanne) che potrei ricevere dalla società non è un rifiuto dei valori in sé, ma una prova del fatto che non mi sento abbastanza soddisfatto (o abbastanza scontento) di me stesso per accettarle. Invece di uscirmene a dire chiaro e tondo: Non credo di avere queste qualità (oppure credo di essere meglio di così), io dico: Tanto sono un mucchio di cazzate.”

Alla ricerca dell'essere interiore; pp. 196-197
Trainspotting, Salta tutto

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“Pensate a tutti quelli che hanno sulle spalle, meglio sulla testa, un bel paio di corna. Stanno peggio di me. L'indagato, l'accusato, può difendersi e dimostrare che mafioso non è. Uno che è cornuto, insomma uno che è stato tradito, è cornuto e basta. Non si può rimediare.”

Francesco Saverio Romano (1964) politico italiano

Origine: Citato in L'ex ministro Saverio Romano "Meglio accusato di mafia che cornuto" http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/12/13/news/l_ex_ministro_romano_meglio_accusato_di_mafia_che_cornuto-26558624/, la Repubblica, 13 dicembre 2011.

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“Questo è il peggio dell'America contro il meglio dell'America.”

Noah Hawley (1967) scrittore, sceneggiatore e produttore televisivo statunitense
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“Forse me la sto cavando meglio di quanto non creda, e forse un giorno il Messico mi parrà una seconda patria.”

Nancy Hartwell (1890–1974)

Origine: Intermezzo messicano, p. 134

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“Doppiare cartoni animati mi piace tantissimo. Lo trovo liberatorio e mi permette di esprimermi al meglio della recitazione […] grazie a tante caratterizzazioni, cambi di tono, urla e simili. Tra i personaggi di carta ricordo con piacere Eros in "Pollon" ma anche i Puffi (li leggevo da piccolo!) e Krusty il clown.”

Fabrizio Mazzotta (1963) attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano

Origine: Personaggio della serie animata I Simpson.
Origine: Da Intervista esclusiva a Fabrizio Mazzotta http://guide.supereva.it/doppiaggio_e_doppiatori/interventi/2006/08/266405.shtml, Supereva.it.

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“Maestro, cosa succede?
UrSu ansimò prima di rispondere.
– Nacqui… – disse, e il resto della frase si perse in un mormorìo indistinto.
Jen piegò la testa per indicare che non aveva capito. Il Maestro agitò debolmente una mano come a dirgli di aver pazienza, e finalmente riuscì a mormorare: – Nacqui sotto un cielo tempestoso.
Jen deglutì a vuoto, sforzandosi di mantenere la calma. – Per favore – disse. – Sono io, Jen.
Il vecchio saggio tornò a sollevare la mano, e mosse le labbra come per guidare le parole. – Un Cristallo cantava… – ansimò. – Un Cristallo cantava i tre divenuti uno. La colonna oscura, la colonna, la colonna rosea… e la luce…
Jen si avvicinò, chinandosi per parlargli.
– Ascolta – mormorò il Maestro. – Devi capire. Tu devi… Dopo novecentonovantanove triadi più una triade… La Grande Congiunzione, cantava il Cristallo… Io nacqui, ah… anche Skeksis…
Jen rimaneva lì immobile, timoroso all'idea che la sua vita dovesse cambiare, smarrito al pensiero delle responsabilità che, nel suo sconnesso mormorìo, il Maestro dava l'impressione di volergli imporre. Non aveva idea del significato di quei frammenti di cognizioni – se si trattava di cognizioni e non di parole prive di senso mormorate da un essere agonizzante – più di quanto non riuscisse a immaginare cosa avrebbe potuto fare per venire in aiuto al suo Maestro.
– Sei malato. Devi riposare – gli disse.
Se riusciva a calmarlo, sarebbe andato a chiamare UrIm il Guaritore, che, con la sua sensibilità all'aura, avrebbe imposto le mani e poi forse tutto sarebbe tornato come prima.
UrSu non l'aveva sentito. – Tre volte sei erano gli urSkeks – proseguì cantilenando, come se così gli riuscisse meglio di respirare. – Oscuro il Cristallo, oh… Tempestoso il cielo, grande dolore, gli Skeksis, essi… Male, oscurità, il loro governo…
Jen si sforzava di dare un senso a quelle parole sconnesse, perché il Maestro gli aveva detto che doveva capire, ma nello stesso tempo era disperato perché s'era reso conto che UrIm, che aveva visto sulla soglia della caverna, doveva aver già visitato il suo Maestro, e se si era allontanato significava che non c'era più niente da fare.
– Grande potere – continuò lentamente urSu dopo aver ripreso fiato. – Non ancora, non rinnovato, non Skeksis, non se i Ghelfling, tu, ah… – emise un gemito di dolore.”

Tu lo renderai intero, tu devi, tu devi, tutto intero, Ghelfling. Di nuovo.
Dark Crystal

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“Per troppo tempo ti sei nascosto da me.»
Rand si girò di scatto, ansimando. L'attimo prima era da solo, ma ora, fermo davanti alla porta-finestra, c'era Ba'alzamon. Quando parlò, caverne di fiamma presero il posto degli occhi e della bocca.
«Per troppo tempo, ma ormai non più.»
«Nego che tu abbia potere su di me» disse Rand, rauco. «Nego la tua esistenza.»
Ba'alzamon si mise a ridere. «Credi che sia così facile? Ma a dire il vero l'hai sempre creduto. Ogni volta che ci siamo confrontati, hai creduto di potermi sfidare.»
«Cosa vuol dire, ogni volta? Ti nego!»
«Lo dici sempre. All'inizio. Questo scontro fra noi si è già verificato innumerevoli volte. Ogni volta hai un viso diverso e un altro nome, ma sei sempre tu.»
«Ti nego!» Fu un bisbiglio di disperazione.
«Ogni volta scagli contro di me la tua misera forza e ogni volta, alla fine, capisci chi è il padrone. Epoca dopo Epoca, t'inginocchi davanti a me, o muori col rimpianto di non avere ancora la forza d'inginocchiarti. Povero sciocco, non puoi mai vincere, contro di me.»
«Bugiardo! Padre delle Menzogne. Padre degli Sciocchi, se non sai fare di meglio. Gli uomini ti trovarono, nell'ultima Epoca, l'Epoca Leggendaria, e ti legarono nel luogo cui appartieni.»
Ba'alzamon rise di nuovo, di scherno; Rand avrebbe voluto tapparsi le orecchie per non udirlo, ma si costrinse a non muovere le mani. Però gli tremavano, quando infine la risata terminò.
«Verme, tu non sai niente. Ignorante come uno scarafaggio sotto una pietra, schiacciato con altrettanta facilità. Questa lotta prosegue dal momento della creazione. Gli uomini pensano sempre che sia una guerra nuova, ma è sempre la stessa, riscoperta. Solo ora il mutamento soffia nel vento del tempo. Stavolta non ci sarà ritorno. Quelle orgogliose Aes Sedai che pensano di potersi opporre a me… le vestirò di catene e le manderò a correre nude per ubbidire al mio volere, o riempirò delle loro anime il Pozzo del Destino, dove urleranno per l'eternità. Tutte, tranne coloro che già mi servono. Loro staranno solo un gradino al di sotto di me. Puoi scegliere di stare con loro, mentre il mondo striscia ai tuoi piedi. Per l'ultima volta, ti offro la possibilità. Sarai al di sopra di loro, al di sopra d'ogni potere e d'ogni dominazione, a parte me. Ci sono state delle volte in cui hai fatto questa scelta e sei vissuto abbastanza a lungo da conoscere il tuo potere.»
Negalo! Rand si afferrò a quel che poteva negare. «Non ci sono Aes Sedai al tuo servizio. Un'altra menzogna!»
«Così t'hanno detto? Duemila anni fa, con i miei Trolloc, girai il mondo e persino fra le Aes Sedai trovai anime che conoscevano la disperazione, che sapevano che il mondo non poteva opporsi a Shai'tan. Per duemila anni l'Ajah Nera è vissuta fra le altre, invisibile, nell'ombra. Forse comprende perfino coloro che sostengono d'aiutarti.”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Rand al'Thor e Ba'alzamon, capitolo 43
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

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“Dipanare la propria musica. Si parte dalla volontà per giungere alla ispirazione o, meglio, ad un'altra specie di volontà così senza sforzo ora, da poterla scambiare con l'ispirazione.”

Dino Garrone (1904–1931) Critico letterario e scrittore italiano

dalla lettera a Mario Puccini del 29 febbraio 1928; p. 683
Citato in Luigi Russo, La critica letteraria contemporanea

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“Se uno non è un genio, è meglio che cerchi di essere comprensibile.”

Anthony Hope (1863–1933) scrittore inglese

da The Dolly Dialogues

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“Alla Juventus sono solo arrivato nel momento sbagliato, con l'attuale dirigenza sarebbe stato diverso. Alla Roma avrei fatto meglio a lasciare dopo il primo anno perché avevo capito che non si poteva investire. All'Inter dovevo andare via dopo la cessione di Thiago Motta: il ridimensionamento era evidente.”

Claudio Ranieri (1951) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Da un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport; citato in Se Ranieri potesse tornare indietro... "All'Inter dovevo andare via dopo la cessione di Thiago Motta" http://m.goal.com/s/it/news/4000894/, Goal.com, 24 maggio 2013.

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“E' molto frequente che le vittime comprendano un sistema meglio delle persone che tengono in mano il bastone.”

Noam Chomsky (1928) linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense

America: il nuovo tiranno

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“[su Matera] Davvero rimasi sorpreso della bellezza e della nobiltà antica di questo antico aggregato edilizio, fra i più antichi e meglio conservati di tutta l'Italia.”

Cesare Brandi (1906–1988) storico dell'arte, critico d'arte e saggista italiano

da Pellegrino di Puglia, Laterza, 1960, p. 150

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“Non ho mai fatto niente nella mia vita per essere popolare. Ho sempre fatto quello che era meglio per me.”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Citazioni di Phil Brooks, Friday Night SmackDown

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“[Gonzalo Higuaín] Non ha mai avuto diffidenza. È un ragazzo particolare, ha bisogno di certe cose per rendere al meglio. Di lui ho sempre detto che è il centravanti tipico più forte del mondo e che deve pretendere tanto da se stesso. In allenamento i miei erano più rimproveri che elogi, ma pubblicamente lo elogiavo.”

Maurizio Sarri (1959) allenatore di calcio italiano

Origine: Dall'intervista rilasciata al programma televisivo Mister Condò, Sky Sport, 4 febbraio 2017; citato in Napoli, Sarri: «Higuain l'avrei sbranato. Mi sarei aspettato la Premier, non la Juve» http://m.corrieredellosport.it/notizia/calcio/serie-a/napoli/2017/02/03-21001594/napoli_sarri_higuain_lavrei_sbranato_mi_sarei_aspettato_la_premier_non_la_juve/, CorriereDelloSport.it, 3 febbraio 2017.

“Meglio sarebbe farsi al litigante una condanna brevemente spedita, che una sentenza favorevole dopo aver litigato molti anni. Chi oggi pianta una lite, pianta una palma: quando frutta, frutta per altri.”

Carlo Antonio Broggia (1698–1767) economista italiano

Origine: Biblioteca Comunale di Palermo, ms. 2 Qq. D. 115, f. 55.
Origine: Citato in Raffaele Ajello, Arcana Juris, Diritto e politica nel Settecento italiano, p. 387

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“Carnefice (s. m.). Persona che fa del suo meglio per eliminare i guasti della vecchiaia e ridurre le probabilità di annegamento.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 43
Dizionario del diavolo

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“Quando chiamate un gatto, viene solo se non ha niente di meglio da fare.”

Bill Adler (1951)

Origine: Citato in AA. VV., 106 tweet sui gatti... dalle celebrità, goWare, Firenze, 2013, p. 12 http://books.google.it/books?id=4W4AAQAAQBAJ&pg=PT12. ISBN 978-88-6797-115-2

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“[Su Luigi Pirandello] Comunque, per schematicamente abbreviare, i punti da cui partire per un più "attendibile " discorso su Pirandello, per una più libera e acuta lettura dell'opera sua, a me pare siano questi: 1) la Sicilia: non solo come "luogo delle metamorfosi" delle creature in personaggi, dei personaggi in creature, della vita nel teatro e del teatro nella vita – un luogo, insomma, in cui più evidente, concitato e violento si fa "el gran teatro del mundo"; ma il luogo, anche, di una cultura e di una tradizione da cui Pirandello decolla verso spazi vertiginosi (e qui bisogna tenere un certo conto della sua iniziale e poi alquanto persistente affinità al mondo realistico, fiabesco e anche "spiritistico" di Luigi Capuana); 2) la "religiosità": che, si capisce, non ha nulla a che fare con le religioni rivelate, con la chiesa e con le chiese, anche se molto ha a che fare con l'essenza evangelica del Cristianesimo, ma che soprattutto si riconosce in quella che tout court possiamo dire la sua religione dello scrivere, dello scrivere come vivere, dello scrivere invece di vivere ("la vita" diceva "o la si vive o la si scrive": e nella sua scelta di scriverla c'è evidentemente un religioso eroismo); 3) il suo rapporto con Montaigne, mai finora scrutato, e l'antagonistica attrattiva che certamente Pascal esercitò su di lui: e ci vorrebbe una ricerca da elaboratore elettronico – ma meglio se fatta da mente umana – per estrarre dall'opera di Pirandello i momenti diciamo pascaliani, di sentimento e sgomento cosmico particolarmente. E avendo fatto questi due nomi – Montaigne e Pascal, grandi pilastri nell'edificio della letteratura francese – ne discende in definitiva la necessità di esaminare e puntualizzare il rapporto di Pirandello con quella cultura: rapporto che finirà col rivelarsi molto più importante ed effettuale di quello, che è ormai luogo comune riconoscergli, con la cultura tedesca. Ed anche questo punto, cui ho voluto dare rilevanza a sé, in verità si appartiene al Pirandello "siciliano", poiché il rapporto con la Francia è un dato inalienabile della cultura siciliana, e di grande intensità particolarmente lo era negli anni formativi di Pirandello.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Origine: Dal discorso commemorativo pronunciato a Palermo nel 1986 per il cinquantenario della morte di Luigi Pirandello; riportato in Sciascia: Pirandello http://www.parodos.it/archivio/sciascia_pirandello.htm, Parodos.it.

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“[Su Robert Lewandowski] È il giocatore più professionale con cui ho lavorato nella mia carriera. Sa come riposarsi, segue la dieta più adeguata per un atleta, alimentandosi bene, non si fa mai male, perché si allena al meglio e con la dovuta concentrazione. E si sa quanto sia importante la condizione fisica per un calciatore.”

Josep Guardiola (1971) allenatore di calcio ed ex calciatore spagnolo

Origine: Da un'intervista rilasciata al Daily Express, citato in Guardiola, Lewandowski giocatore modello http://www.gazzetta.it/notizie-ultima-ora/Calcio/Guardiola-Lewandowski-giocatore-modello/09-02-2016/2-A_022470408.shtml, Gazzetta.it, 9 febbraio 2016.

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“Chi all'altrui discrezion mangia, sta fresco; è meglio pane e aglio al proprio desco.”

Cristoforo Poggiali (1721–1811) bibliotecario, erudito ed ecclesiastico italiano

Origine: Proverbj, motti e sentenze ad uso ed istruzione del popolo, p. 186

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“Le parole sono come vetri che oscurano tutto ciò che non aiutano a vedere meglio.”

Joseph Joubert (1754–1824) filosofo e aforista francese

Da Carnets; citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Ho appena letto il magnifico racconto di Arcibašev Il sangue che per le sue qualità letterarie potrà meglio di ogni qualsivoglia argomento convertire la gente al vegetarismo o piuttosto toglierà loro quella assurda credenza della necessità di mangiare esseri viventi.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Origine: Da Lettera a Iosif Iosifovič Perper (1909), traduzione di Gianfranco Giorgi; in Perché sono vegetariano, p. 125.

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