Frasi su negro

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema negro, bianco, vita, mondo.

Frasi su negro

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“Per me, sono il negro più duro là fuori perché sono vero, piango quando ne ho bisogno ma sono vero.”

Tupac Shakur (1971–1996) rapper, attivista e attore statunitense

To me, I am the hardest Nigga out there cause I am real I cry when I need to but I am real.
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“In Italia sembra che i rom siano sempre colpevoli di tutto. E la cosa più imperdonabile è l'ascesa di Matteo Salvini, spiegatemi voi perché se un italiano va all'estero è un cervello in fuga, mentre se un ragazzo viene da noi è un negro che ci ruba il lavoro e questo anche se ha due lauree.”

J-Ax (1972) rapper e cantautore italiano

Origine: Citato in J-Ax, imperdonabile ascesa di Salvini http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2015/05/01/j-ax-imperdonabile-ascesa-di-salvini_852f891e-dc9c-4799-9932-064f2b45e940.html, Ansa.it, 1° maggio 2015.

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“Un'opera che aspiri, per quanto umilmente, alla condizione di arte, dovrebbe portare in ogni riga la propria giustificazione.”

Joseph Conrad (1857–1924) scrittore polacco

Origine: Dalla prefazione a Il negro del "Narciso"

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“Correrò come un negro per guadagnare come un bianco.”

Samuel Eto'o (1981) calciatore camerunese

Origine: Dalla conferenza di presentazione al Barcellona; citato in Il giorno di Eto'o, orgoglio nero e una vita di lusso http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calciomercato/200907articoli/21681girata.asp, La Stampa, 24 luglio 2009.

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“Io razzista? Sarà lei che è negro.”

Beppe Viola (1939–1982) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Gianni Mura, Il mal di pancia di ibra e il peso del nome Scirea http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/26/il-mal-di-pancia-di-ibra-il.html, la Repubblica, 26 aprile 2009.

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“La donna è il negro del mondo | sì lo è, pensateci | la donna è il negro del mondo | pensateci e fate qualcosa.”

John Lennon (1940–1980) musicista, cantautore, poeta, attivista e attore britannico

Some Time in New York City

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“[Dopo la revoca del titolo mondiale dei pesi massimi per aver rifiutato di entrare nelle forze armate] Nessun vietnamita mi ha mai chiamato negro.”

Muhammad Ali (1942–2016) pugile statunitense

Citazioni di Muhammad Alì
Origine: Citato in Charles Shaar Murray, Jimi Hendrix: una chitarra per il secolo (Grosstown Traffic: Jim Hendrix and post-war pop), traduzione di Massimo Cotto, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 1992. ISBN 88-07-07025-1

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“Su alcuni confini di contea, nel sud, vi sono cartelli con su scritto: "negro non farti sorprendere dalla notte in questa contea; passa oltre."”

Alan Lomax (1915–2002) etnomusicologo, antropologo e produttore discografico statunitense

La terra del Blues

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“Io so che i Latini e soprattutto i Greci hanno scoperto le «idee generali»: prima e meglio di altri, le hanno messe in piena luce grazie ad un'arte nella quale l'economia dei mezzi concorreva alla loro efficacia. Io so che, per i popoli negro-africani, non esiste scuola migliore, perché, se l'educazione è sviluppo delle qualità native, essa è anche correzione dei difetti ereditari e acquisizione delle virtù contrarie.”

Léopold Sédar Senghor (1906–2001) politico e poeta senegalese

Origine: Dal saggio Vue sur l'Afrique noire, ou assimiler, non être assimilés, 1945, in seguito ristampato in Liberté I. Negritude et humanisme, Parigi, 1964, p. 67. Citato in Italo Lana e Armando Fellin, Civiltà letteraria di Roma antica, vol. I, p. 16; in Italo Lana e Armando Fellin, Civiltà letteraria di Roma antica, Casa Editrice G. D'Anna, Messina-Firenze, 1973, vol. I, p. 13.

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“Il desiderio è qualcosa che viene a occupare uno spazio più grande di quello che il singolo individuo può concedergli.”

Tennessee Williams (1911–1983) drammaturgo, scrittore e sceneggiatore statunitense

da Il desiderio e il massaggiatore negro, traduzione di Giuliana Beltrami Gadola
Tutti i racconti

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“[…] si può dire ancora che vi siano delle 'donne'? Certo la teoria dell'eterno femminino conta numerosi adepti […]; altri sospirano: 'La donna si perde, la donna è perduta.'. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi. 'Dove sono le donne?' […]. Ma innanzi tutto: cos'è una donna? 'Tota mulier in utero: è una matrice', dice qualcuno. Tuttavia parlando di certe donne, gli esperti decretano 'non sono donne', benché abbiano un utero come le altre. Tutti sono d'accordo nel riconoscere che nella specie umana sono comprese le femmine, le quali costituiscono oggi come in passato circa mezza umanità del genere umano; e tuttavia ci dicono 'la femminilità è in pericolo'; ci esortano: 'siate donne, restate donne, divenite donne'. Dunque non è detto che ogni essere umano di genere femminile sia una donna; bisogna che partecipi di quell'essenza velata dal mistero e dal dubbio che è la femminilità. La femminilità è una secrezione delle ovaie o sta congelata sullo sfondo di un cielo platonico? Basta una sottana per farla scendere in terra? Benché certe donne si sforzino con zelo di incarnarla, ci fa difetto un esemplare sicuro, un marchio depositato. Perciò essa viene descritta volentieri in termini vaghi e abbaglianti, che sembrano presi in prestito dal vocabolario delle veggenti. […] le scienze biologiche e sociali non credono nell'esistenza di entità fisse e immutabili che definiscano dati caratteri, come quelli della donna, dell'Ebreo o del Negro; esse considerano il carattere una reazione secondaria a una situazione. Se oggi la femminilità è scomparsa è perché non è mai esistita. […] il fatto è che ogni essere umano concreto ha sempre la sua particolare situazione. Respingere le nozioni di eterno femminino, di anima negra, di carattere giudaico non significa negare che vi siano, oggi Ebrei, Negri e donne: questa negazione non ha per gli interessati un significato di libertà ma una fuga dall'autenticità.”

dall'introduzione; Il saggiatore, 1949, p. 13
Il secondo sesso

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“Suonavamo perché l'Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il ragtime, perché è la musica su cui Dio balla, quando nessuno lo vede. Su cui Dio ballava, se solo era negro.”

Variante: Suonavamo perché l'Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il ragtime, perché è la musica su cui Dio balla, quando nessuno lo vede.
Su cui Dio ballava, se solo era negro.
Origine: Novecento, pp. 13-14

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“Ma com'è che non capiscono? In America l'industria è costruita sul negro che si è stampato un disco.”

Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano

da Succhiateci ancora il cazzo feat. Fabri Fibra
Seven: The Street Prequel

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“Il signore ha scelto un negro gli affidò la pace | lo mandò in un paese dove non c'è pace.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da Spiritual per Martin Luther King, 14<sup>a</sup> composizione, p. 64
Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite, Canzoni inedite, Primo quaderno

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“Il tizzo acceso fin che arde fuma; | simile, o mesto amico, al nostro cuore | che in pianto si consuma | fin che arde l'amore. || Lascia dunque che s'alzi e che s'esali | questa nube di duol cotanto intenso; | essa abbraccia i tuoi mali | come grani d'incenso. || Sii in te stesso al par d'un vaso sacro | d'olocausto, di fede e di speranza; | vedi, il fumo pare acro, | ma il turibolo danza. || Non ispegner per tema o per ristoro | quell'incendio divin che ti fa egro, | non far che il carbon d'oro | si muti in carbon negro. || Anzi affronta gli spasmi ed il martiro, | cerca nell'ansia del tormento occulto | dopo il duol del sospiro | l'estasi del singulto; || troverai qualche vero. È la tempesta | esultazione a chi non sa temerla, | e sulla duna resta | dopo l'onda la perla. || Piangi, medita e vivi; un dì lontano | quando sarai del tuo futuro in vetta | questo fiero uragano | ti parrà nuvoletta. || *** || Oggi volli per te cantar la vita, | ma la dolce canzon sul metro mio | torna fioca e smarrita | per troppo lungo oblio. || Torva è la Musa. Per l'Italia nostra | corre levando impetuösi gridi | una pallida giostra | di poeti suicidi. || Alzan le pugna e mostrano a trofèo | dell'Arte loro un verme ed un aborto | e giuocano al palèo | colle teste di morto. || Io pur fra i primi di cotesta razza | urlo il canto anatemico e macabro, | poi, con rivolta pazza, | atteggio a fischi il. || Praga cerca nel buio una bestemmia | sublime e strana! e intanto muor sui rami | la sua ricca vendemmia | di sogni e di ricami. || Dio ci aiuti, o Giovanni, egli ci diede | stretto orizzonte e sconfinate l'ali; | ci diè povera fede | ed immensi ideali. || E il mondo ancor più sterile, o fratello, | ci fa quel vol di pöesia stupendo, | e non trovando il Bello | ci abbranchiamo all'Orrendo. || Dio ci aiuti! Su te sparga l'ulivo, | sparga la pace e le benedizioni, | sii sulla terra un vivo | felice in mezzo i buoni. || A me calma più piena e più profonda; | quella che splende nell'orbita d'una | pupilla moribonda, | mite alba di luna.”

Arrigo Boito (1842–1918) librettista italiano

A Giovanni Camerana., pp. 796-798
Origine: Citato in G. Baldi, S. Giusso, M. Razetti e G. Zaccaria, Dal testo alla storia dalla storia al testo , [Letteratura italiana con pagine di scrittori stranieri, Analisi dei testi e critica, vol III, tomo secondo, Dal Decadentismo ai giorni nostri, Storia del teatro e dello spettacolo a cura di Gigi Livio], Paravia, Torino, 1993. ISBN 88 395 0453 2

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“Le donne non hanno un passato, una storia, una religione, non hanno come i proletari una solidarietà di lavoro e di interessi, tra loro non c'è neanche quella promiscuità nello spazio che fa dei negri d'America, degli ebrei dei ghetti, degli operai di Saint-Denis o delle officine Renault una comunità. Le donne vivono disperse in mezzo agli uomini, legate ad alcuni uomini – padre o marito – più strettamente che alle altre donne; e ciò per i vincoli creati dalla casa, dal lavoro, dagli interessi economici, dalla condizione sociale. Le borghesi sono solidali coi borghesi e non colle donne proletarie; le bianche con gli uomini bianchi e non colle donne negre. Il proletariato può prefiggersi il massacro della classe dirigente; un ebreo, un negro fanatici potrebbero sognare di trafugare il segreto della bomba atomica e di fare un'umanità tutta ebrea o tutta negra: neanche in sogno la donna può sterminare i maschi. Il legame che la unisce ai suoi oppressori non si può paragonare ad alcun altro. La divisione dei sessi è un dato biologico, non un momento della storia umana. La loro opposizione si è delineata entro un mitsein [stare insieme] originale e non è stata infranta. La coppia è un'unità fondamentale le cui metà sono connesse indissolubilmente l'una all'altra. Nessuna frattura della società in sessi è possibile. Ecco ciò che essenzialmente definisce la donna: essa è l'Altro nel seno di una totalità, i cui due termini sono indispensabili l'uno all'altro.”

Saggiatore
Il secondo sesso

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“Il compito che mi spetta e che cerco di assolvere è di riuscire, col potere della parola scritta, a farvi udire, a farvi sentire… Di riuscire soprattutto, a farvi vedere.”

Joseph Conrad (1857–1924) scrittore polacco

Origine: Dalla prefazione a Il negro del Narciso; citato in Claudio Taddei, Joseph Conrad, Lampi di stampa, Milano, 2007, pp. 29-30 https://books.google.it/books?id=vAbJAgAAQBAJ&pg=PA29.

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“«Al negro de raza la arruga no amenaza»”

El umbral de la eternidad

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“tenía un cabello casi negro azabache.”

John Katzenbach (1950) scrittore statunitense

The Analyst

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“Persino in questo paese relativamente libero, gli uomini, nella maggior parte (per pura ignoranza ed errore), sono così presi dalle false preoccupazioni e dai più superflui e grossolani lavori per la vita, che non possono cogliere i frutti più saporiti che questa offre loro: le fatiche eccessive cui si sottopongono hanno reso le loro dita impacciate e tremanti. In effetti, un uomo che lavora duramente non ha abbastanza tempo per conservare giorno per giorno la propria vera integrità: non può permettersi di mantenere con gli altri uomini i più nobili rapporti, perché il suo lavoro sarebbe deprezzato sul mercato; ha tempo solo per essere una macchina […]. Io mi aguzzai la vista con l’esperienza, e così mi appare evidente che la maggior parte di voi conduce una vita meschina e abbietta: siete sempre in bilico, tentando di entrare in affari e insieme di tirarvi fuori dai debiti […] vivendo, morendo, venendo sepolti sempre per mezzo di questo bronzo altrui; promettendo sempre “pagherò”, ripetendo “domani pagherò” e morendo oggi, insolventi; tentando di ottenere favori e credito in tutti i modi possibili (scartando solo quelli che implichino rischio di galera) cioè con la menzogna, la piaggeria, il voto […] arrivando ad ammalarvi per mettere da parte qualcosa per quando sarete ammalati […].
Talvolta mi meraviglio che si possa essere tanto superficiali, per così dire, da applicarsi a quella volgare ma piuttosto straniera forma di servitù chiamata Schiavismo Negro, quando vi sono padroni così astuti e così scaltri che riescono a tenere schiavi Nord e Sud […] ma la cosa peggiore, è essere negrieri di se stessi.”

Walden

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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