Frasi su programma
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“La verità ha il culo tagliente: se si stanca di farsi inculare serra le chiappe e allora addio uccello”

Tinto Brass (1933) regista italiano

durante la sua partecipazione a una puntata di Otto e mezzo programma di Giuliano Ferrara in onda su LA7

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“[Famosa gaffe spiegando in un programma sportivo la sua passione per il calcio] Io non posso vivere senza cazzo.”

Antonella Clerici (1963) giornalista e conduttrice televisiva italiana

Origine: Citata in Gian Marco Alari, Antonella Clerici e il suo: «Non posso vivere senza...» http://www.corriere.it/spettacoli/cards/i-dieci-video-che-sarebbero-diventati-virali-se-fosse-esistito-youtube/antonella-clerici-suo-non-posso-vivere-senza.shtml, Corriere.it, 28 dicembre 2014.

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“Ma realmente nella vita, come altrove, la semplicità è la cosa più difficile da realizzare.”

Roy Dupuis (1963) attore cinematografico e attore televisivo canadese

dal programma televisivo TV Hebdo 17, 23 luglio 1993
1993

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“Se dovessi convincere qualcuno a non credere, gli direi di leggere la Bibbia… ma con attenzione.”

Piergiorgio Odifreddi (1950) matematico, logico e saggista italiano

dall'intervista di Paolo Bonolis nel programma televisivo Il Senso della Vita, 13 gennaio 2007

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“Il comunismo ha sbagliato, ma non era sbagliato.”

Rossana Rossanda (1924) giornalista italiana

dal programma televisivo Che tempo che fa, 29 aprile 2006

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“Il risultato dei programmi fatti con cura è sempre scambiato per fortuna dai cretini.”

Dashiell Hammett (1894–1961) scrittore statunitense

Origine: Da Il bacio della violenza.

“Il merito grande del Provenzale, quello per cui tutta l'arte di un'epoca dovrà considerarsi derivata dalla sua iniziativa e dal suo travaglio, è di essere ritornato nel solco profondo ed eterno della pittura, scartando tutti gli apriorismi di ricerche tecniche (luminismo, divisionismo, complementarismo) cui aveva indotto l'epoca positivistica: di aver ripreso a dipingere la natura riflessa nel magico specchio dell'anima, vedendola non più sotto specie sensoria o sensibile (aggettivi che dominano tutta l'estetica impressionistica), ma attraverso un'intimità profonda, religiosa, eroica, che la storia ci permette di considerare essenzialmente italiana. […] Cézanne dipinge senza preoccupazioni di programmi più o meno rivoluzionari, ma sotto l'impulso di un'ansia mistica, che lo investe, lo tiranneggia, lo macera; e fa cantare, piangere, urlare la sua drammatica tavolozza. Nulla di edonistico, di descrittivo, di fenomenico nella sua arte. La pittura come la intendono Manet e Monet è di gran lunga superata nelle sue tele. Non si tratta più del "vero attraverso un temperamento" di zoliana memoria. C'è un elemento etico, religioso, trascendente nell'arte di Cézanne che la definizione zoliana non sospetta neppur lontanamente e che è proprio quello per cui l'opera cézanniana si riconnette all'arte dei sommi italiani: Giotto, Masaccio, Michelangelo, Tintoretto, Caravaggio. […] Cotesto il lato spirituale dell'italianismo di Cézanne, il suo sentimento, non italianeggiante, si badi, al modo del Poussin, ma italiano di polpa, intrinsecamente. E v'è poi il modo di esprimersi plasticamente di cotesto sentimento, modo strettamente inerente e coerente e quindi anch'esso italianissimo. Il modo stilistico di Cézanne è tornato ad essere il volume, inteso come rapporto di chiari e di scuri. Le molteplici possibilità di variazione (nell'intensità, nella posizione, nel dinamismo, o nella statica) di tale rapporto costituiscono la sintassi cézanniana. Cotesta sintassi è simultaneamente plastica e coloristica in quanto, appunto, è chiaroscurale. Per tali aspetti Cézanne si manifesta come un erede de' veneziani, non solo, ma di tutta la tradizione volumetrica italiana, fino alla sua sorgente eccelsa, a Giotto, cioè, titanico estrattore di moli poliedriche, a Masaccio che scolpisce le sue figure a colpi possenti d'ascia per entro massicci blocchi chiaroscurali.”

Mario Tinti (1885–1938) critico d'arte e giornalista italiano

Origine: Da Italianismo di Cézanne, in Pinacotheca, marzo-giugno 1929; citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“Caro direttore [Indro Montanelli], sono quasi 6 anni che non ci sentiamo. Da quel 22 luglio 2001 quando, dopo avere speso gli ultimi respiri a mettere in guardia gli italiani dal virus Berlusconi, te ne volasti in cielo. Ora che sei in Paradiso, immagino che tu abbia di meglio da fare che occuparti dell'Italia: in 92 anni di vita, hai già dato. Ma qui succedono cose talmente strane che devo proprio raccontartele. Intanto Berlusconi non c'è più, al governo intendo. Ma non è che si noti molto. Anzi, forse torna. Il vaccino non ha funzionato. Ora c'è di nuovo Prodi, almeno fino a un paio di minuti fa c'era. Non sappiamo. Si parla, tanto per cambiare, di crisi della politica. E in quel vuoto s'infilano indovina chi? La Confindustria e il Vaticano. Come diceva Totò, quando vedo un buco ci entro. Tu eri un laico risorgimentale a 24 carati, ma due papi, Roncalli e poi Woytjla, ti vollero conoscere perché eri molto rispettoso della religione. Un po' meno di certi Preti e di certi Vescovi che s'impicciavano di politica. Dicevi: "Aborro i preti, esseri autoritari e prepotenti. Quando qualcuno mi dice che stiamo andando verso il fascismo, vorrei quasi rispondere: magari! Il fascismo è brutto, ma passa. Invece andiamo incontro a forme di vita clericale, anzi ci siamo dentro, perché non abbiam saputo amministrare il nostro libero esame. Abbiamo liquidato la coscienza, dandola in appalto al prete. Ecco dove nasce il più macroscopico difetto degli italiani: la mancanza di una coscienza morale. Non siamo religiosi: siamo cattolici per comodità, abitudine, tradizione, non per coscienza. Il problema di Dio gli italiani non se lo pongono. Perciò non siamo mai stati una Nazione: l'unico Stato che conosciamo è quello Pontificio". Ecco, ci siamo dentro fino al collo adesso, direttore. I cattolici liberali si sono estinti. Già tu rimpiangevi De Gasperi, "un democristiano che credeva in Dio e non aveva bisogno di fare il bigotto, forse perché era nato in Austria. In chiesa De Gasperi parlava con Dio, Andreotti col prete". Oggi con Dio ci parlano in pochi, persino tra i cardinali. In compenso tutti parlano con i preti e i cardinali. Ma anche con Andreotti, che a 90 anni è sempre un bijou: è vivo e lotta insieme a noi. Il Papa invece è cambiato: Woytjla non c'è più, ora c'è Ratzinger. Quando dice no alle coppie di fatto, si mettono tutti sull'attenti. Quando invece dice che il capitalismo non è molto meglio del socialismo, quando dice che bisogna salvaguardare l'occupazione, privilegiare i poveri, gli ultimi, difendere l'ambiente da uno sviluppo scriteriato, parlano d'altro e fanno finta di non sentire. Un giorno, di recente, ha detto addirittura che bisogna cacciare i corrotti dalla politica, e lì anche i politici più bigotti sono diventati anticlericali: come si permette di impicciarsi in affari che non gli riguardano? Ti parlo dallo studio di Santoro, che è tornato in tv dopo 5 anni di riposo, diciamo così: l'ultima volta che in Rai si sentì la tua voce fu da Biagi e da Santoro, entrambi i programmi furono subito chiusi. Stiamo per trasmettere un reportage della Bbc sulla pedofilia nel clero, già visto su internet da alcune decine di milioni di persone nel mondo e 3-4 milioni in Italia. Mi dirai: "dov'è il problema, già ai miei tempi tutti volevano una Rai modello Bbc". Appunto: adesso hanno visto cosa fa la Bbc e gli è passata la voglia. Persino la Cei ha detto: "Nessuna censura, discutiamo pure con equilibrio". La censura la invocano i politici e alcuni papaveri Rai, che sono più papisti del Papa. C'è un tale Landolfi, lo stesso capo della Vigilanza che nel 2001 ti accusò di linciare Berlusconi e chiese addirittura a Ciampi di intervenire per la tua intervista a Biagi a ridare dignità al servizio pubblico, che 10 giorni fa già sapeva che avremmo imbastito un processo mediatico contro la Chiesa: una specie di Nostradamus. E ha aggiunto: "Non sono queste le finalità del servizio pubblico, non è per questo che i cittadini pagano il canone". Lui li conosce uno per uno, gli telefona tutti i giorni per sapere che cosa vogliono. Poi c'è Fassino, che una volta era comunista, però ha studiato dai gesuiti: ora parla come don Abbondio e ci invita al massimo equilibrio e alla massima prudenza. Fini l'altra sera ha annunciato a "Ballarò" che il nostro programma non andrà mai in onda: deve averglielo detto in sogno l'Arcangelo Gabriele, ma era un imitatore: infatti siamo in onda. Casini chiese un programma riparatore che raccontasse tutto il bene che fa la Chiesa nel mondo. Potrebbe commissionarlo ai suoi uomini alla Rai, che sono un po' più numerosi di quelli che aveva la Dc una volta, però la Dc aveva anche il decuplo dei suoi voti; oppure potrebbe chiederlo a Buttiglione, che ha mezza famiglia in Rai e l'altra mezza a Mediaset; invece chiede a noi. Tu dirai: che c'entrano i politici con la libera informazione? Da quando i giornalisti prendono ordini dai segretari di partiti? Ecco, il problema è che ormai non se lo domanda più nessuno. Trovano tutto ciò molto normale. I politici non si accontentano di lottizzare la Rai: vogliono fare i palinsesti e i critici televisivi; prima o poi condurranno direttamente programmi e si intervisteranno da soli. Ricordi Giuliano Ferrara? L'avevi lasciato ateo. Bene, adesso è rimasto ateo ma è diventato anche clericale, nel frattempo. Dice che il reportage Bbc è una schifezza. E lui se ne intende. C'è perfino chi pretendeva che mostrassimo in anticipo all'editore una scaletta sicura prima di decidere se mandarci in onda oppure no. Come se l'amministratore della Fiat Marchionne volesse leggere gli articoli della Stampa o De Benedetti quelli della Repubblica, prima di mandare in stampa i giornali. Anche questo, è un po' strano, è passato sotto silenzio, come una cosa normale. La nostra categoria non ha brillato, ma questa per te non è una novità: già 30 anni fa tu scrivevi che "il giornalismo italiano è servo per vecchia abitudine: i potenti vogliono il monumento equestre e il piedistallo, e noi glielo diamo". Non ti dico gli intellettuali sedicenti liberali: tutti zitti, o addirittura solidali con i censori. Sono quelli che tu definivi "una grossa camorra al servizio di ogni potere". L'altro giorno, rileggendo i tuoi ultimi articoli, mi è capitata una lettera a Franco Modigliani, Nobel dell'Economia, in cui tu parlavi della corruzione e dicevi: "Dopo tanti secoli che la pratichiamo, dietro l'esempio e sotto il magistero di nostra Santa Madre Chiesa, ineguagliabile maestra d'indulgenze, perdoni e condoni, noi italiani siamo riusciti a corrompere anche la corruzione e a stabilire con essa il rapporto di pacifica convivenza che alcuni popoli africani hanno stabilito con la sifilide, diventata nel loro sangue un'afflizioncella di ordine genetico senza più gravi controindicazioni… Un popolo italiano consapevole della propria identità e ben deciso a difenderla, non c'è. E non c'è perché, nei secoli in cui questa coscienza nazionale maturava nel resto dell'Occidente, in Italia veniva soffocata da una Chiesa timorosa che il cittadino soppiantasse il fedele e creasse un potere temporale laico contrapposto al suo". Questo scrivevi sulla prima pagina del Corriere della Sera non 1000 anni fa, 6 anni fa. Oggi passeresti per un nemico della fede, della famiglia, dell'Occidente, forse per un fiancheggiatore di Al Qaeda. Non è che potresti prenderti una libera uscita e tornare giù un po' da noi per un paio di giorni, non di più? Ci manchi tanto, e non sai quanto. Ciao, direttore.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

dalla coperina di Annozero, 31 maggio 2007
Annozero

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“[Famosa gaffe] Proprio perché non è possibile separare programma e solidarietà politica e di Governo, è doveroso dirle ora con onestà e con chiarezza che programma e Governo simul stabunt aut simul cadunt.”

Claudio Martelli (1943) politico, giornalista e conduttore televisivo italiano

da un intervento alla Camera dei deputati, 21 aprile 1988
Origine: Rivolto a Ciriaco De Mita, durante il dibattito sulla fiducia al Governo. La frase latina fu espressa in modo errato da Martelli. Il resoconto stenografico http://legislature.camera.it/_dati/leg10/lavori/stenografici/sed0118/sed0118.pdf della seduta riporta tuttavia la citazione latina nella versione corretta (simul stabunt vel simul cadent, ovvero: insieme staranno, insieme cadranno); la terza persona plurale del futuro del verbo "cado" infatti è "cadent" e non "cadunt". Secondo alcuni http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/07/07/quando-politici-si-rifugiano-nel-latino.060quando.html, Martelli fu subito ripreso in aula da Alessandro Natta (ma non vi è traccia nei resoconti ufficiali). Bettino Craxi ripeté l'errore al Tg2 alcuni giorni dopo; la frase venne ripresa con lo stesso errore verbale dai media con ampia risonanza nelle settimane successive. Il 18 maggio 1988 la citazione fu oggetto di un'ironica interrogazione parlamentare http://legislature.camera.it/_dati/leg10/lavori/stenografici/sed0129/sed0129.pdf in cui i deputati Ciafardini, Soave, Nicolini e Testa chiesero al Ministro della pubblica istruzione se fosse "opportuno emanare una circolare a tutte le scuole dell'ordine classico per rassicurare gli studenti che la lingua latina, seppur morta, non è cambiata".

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“La sistemazione delle frontiere dell'Italia sarà fatta secondo le linee di nazionalità chiaramente riconoscibili.”

Woodrow Wilson (1856–1924) 28º presidente degli Stati Uniti d'America

nono dei "Quattordici punti" del programma di pace, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 697

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“Tutti i popoli del mondo hanno il nostro stesso interesse, e per conto nostro vediamo molto chiaramente che, a meno che non sia fatta giustizia agli altri, non sarà fatta a noi. Perciò il programma della pace del mondo è il nostro stesso programma; e questo stesso programma, il solo possibile, secondo noi, è il seguente.”

Woodrow Wilson (1856–1924) 28º presidente degli Stati Uniti d'America

dal preambolo dell'enunciazione davanti al senato dei quattordici punti degli obiettivi di guerra americani, 8 gennaio 1918, in risposta al "Decreto per la pace" dei Soviet

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“Drive In è l'unico programma per cui vale la pena di avere la tv.”

Federico Fellini (1920–1993) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Da l'Unità, 23 febbraio 1986; citato in Francesco Maria Del Vigo, La sinistra amava Drive in Eco e le ragazze fast food http://www.ilgiornale.it/news/sinistra-amava-drive-eco-e-ragazze-fast-food.html, ilGiornale.it, 23 febbraio 2011.

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“Legge di Cheope: Niente viene mai costruito secondo i tempi del programma e secondo i preventivi.”

Robert Anson Heinlein (1907–1988) autore di fantascienza statunitense

Lazarus Long l'Immortale

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“Negus: Perché la gente ci ferma per strada e per dirci che Margaret Thatcher non è solo inflessibile, lei non è solo a senso unico, in più occasioni lei è così testarda che con lei non si può parlare?Thatcher: Vuole dirmi che l'ha fermato per strada, chi glielo ha detto?
Negus: Britannici ordinari. […]
Thatcher: Dove?
Negus: Durante una conversazione, nei pub. […]
Thatcher [interrompendolo]: Credevo che lei fosse appena arrivato dal Belize!
Negus: Oh, questa non è la prima volta che vengo qui.
Thatcher: Vuole dirmi chi, dove e quando?
Negus: Britannici ordinari, nei ristoranti e nei taxi.
Thatcher: Quanti?
Negus: […] in taxi?
Thatcher: Quanti?
Negus: Direi almeno uno o due.
Thatcher: Perché non vuole dirmi i loro nomi e chi sono?”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

da un'intervista con George Negus per il programma televisivo australiano 60 minuti
Premiership, Primo mandato come primo ministro
Origine: Citato in The electronic reporter: broadcast journalism in Australia http://books.google.it/books?id=Kh6iGKS6Xo8C&lpg=PA140&ots=ZPAKdEn6X0&dq=why%20do%20people%20stop%20us%20in%20the%20street%20almost%20and%20tell%20us%20that%20margaret%20thatcher&pg=PA140#v=onepage&q=why%20do%20people%20stop%20us%20in%20the%20street%20almost%20and%20tell%20us%20that%20margaret%20thatcher&f=false, Barbara Alysen in Google Books

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“Hai delineato quelli che chiamerei valori vittoriani.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

Questa frase, spesso associata a Margaret Thatcher, deriva da un'intervista con Brian Walden nel programma Weekend World del 16 gennaio 1983. Nell'intervista è Brian Walden a pronunciare, riassumendo il discorso di Margaret Thatcher, la frase.

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“Sono onorato di giocare con lui [Alessandro Del Piero] perché al di là dell'essere un grande calciatore, è un grande uomo.”

Mohamed Sissoko (1985) calciatore francese

dal programma televisivo Permette Signora, Sky, 4 dicembre 2008

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“Considerate, ad esempio, il virus umano papilloma (HPV). Tra le malattie sessualmente trasmesse, ormai HPV è la più comune negli Stati Uniti. Questo virus infetta più della metà della popolazione americana e causa la morte di quasi 5000 donne ogni anno per cancro cervicale; i Centri Per Il Controllo Delle Malattie (CDC) stimano che ogni anno in tutto il mondo muoiono più di 200.000 persone per questo motivo. Adesso abbiamo un vaccino per l'HPV che sembra sia sicuro e funzionante. Il vaccino ha prodotto il 100% dell'immunita nelle 6000 donne che lo hanno ricevuto in un esperimento clinico. Eppure, i conservatori cristiani nel nostro governo si sono opposti al programma di vaccinazione sostenendo che HPV è utile ad impedire il sesso prematrimoniale. Queste persone pie vogliono mantenere il cancro cervicale come incentivo all'astinenza, anche se sacrifica le vite di migliaia di donne ogni anno. Uno degli effetti più perniciosi della religione è che tende ad allontanare la moralità dalla realtà della sofferenza umana ed animale. La religione induce le persone a pensare che le loro preoccupazioni siano morali quando in realtà non lo sono ― perche non hanno niente a che vedere con la sofferenza e la sua alleviazione. Anzi, la religione fa pensare le persone che le loro preoccupazioni siano morali quando in realta sono altamente immorali ― perché attuarle significa infliggere sofferenze terribili e non necessarie su esseri umani innocenti. Questo spiega perché i cristiani spendano più energia "morale" ad opporsi all'aborto piuttosto che a combattere il genocidio. Spiega perché si preoccupino più degli embrioni umani che della promessa di salvare vite che ci giunge dalle cellule staminali embrionali. E spiega perché possano predicare contro l'uso del preservativo nell'Africa subsahariana quando milioni di persone lì muoiono ogni anno di Aids. Voi Cristiani credete che le vostre preoccupazioni religiose sul sesso abbiano qualcosa a che fare con la moralità. Eppure, i vostri sforzi di porre restrizioni al comportamento sessuale di adulti consenzienti ― e persino di scoraggiare i vostri stessi figli dal fare sesso prima del matrimonio ― non sono quasi mai finalizzati ad alleviare la sofferenza umana. In verità, alleviare la sofferenza sembra essere una delle ultime cose nella vostra lista di priorità.”

Lettera a una nazione cristiana

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“Chi non ha mai fantasticato di farsi possedere in un fienile accanto ad un ciuco? Anche se però questa potrebbe essere la classica fantasia che realizzata è meno appagante. Perché quando ti ritrovi, insomma, con i cinque cereali in ogni orifizio, il romanticismo può venire meno.”

Immanuel Casto (1983) musicista e cantante italiano

Origine: Dal programma televisivo Loveline, MTV, stagione 9, puntata 2, 18 novembre 2010; disponibile su Mtv.it http://ondemand.mtv.it/serie-tv/loveline/s09/loveline-s09e02.

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“Non credo che per esprimere il proprio appagamento sessuale sia necessario far rivivere il mito maya delle scimmie urlatrici.”

Immanuel Casto (1983) musicista e cantante italiano

Origine: Dal programma televisivo Loveline, MTV, stagione 9, puntata 4, 24 novembre 2010; disponibile su Mtv.it http://ondemand.mtv.it/serie-tv/loveline/s09/loveline-s09e04.

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“Pronti a fare sesso e a godere senza frenuli.”

Immanuel Casto (1983) musicista e cantante italiano

Origine: Dal programma televisivo Loveline, MTV, stagione 9, puntata 3, 23 novembre 2010; disponibile su Mtv.it http://ondemand.mtv.it/serie-tv/loveline/s09/loveline-s09e03.

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“Sulle cose a tre vorrei dire che, secondo quanto ho visto, in realtà non regna la democrazia secondo me che uno sogna, poiché c'è spesso qualcuno che gode di più attenzioni di un altro. Quindi è un po' come a scopa, c'è l'asso piglia tutto e c'è qualcuno invece che rimane con l'amaro in bocca.”

Immanuel Casto (1983) musicista e cantante italiano

Origine: Dal programma televisivo Loveline, MTV, stagione 9, puntata 5, 24 novembre 2010; disponibile su Mtv.it http://ondemand.mtv.it/serie-tv/loveline/s09/loveline-s09e05.

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“Il movimento del software libero non si identifica generalmente con la destra o la sinistra politiche. Non ha una posizione su questioni politiche al di fuori della libertà di usare un programma e dei diritti fondamentali di chi utilizza un computer.”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

da un messaggio http://lists.softwarelibero.it/pipermail/discussioni/2010-March/018442.html inviato alla lista [email protected] http://lists.softwarelibero.it/mailman/listinfo/discussioni, 5 marzo 2010

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“La società ha bisogno di libertà: quando un programma ha un padrone, l'utilizzatore perde la libertà di controllare parte della sua vita.”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

dall'intervista di Eugenio Occorso, Stallman: "Libero software in libera società", la Repubblica, 21 giugno 2004

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“I programmatori che scrivono miglioramenti per GCC (o Emacs, o Bash, o Linux, o un qualsiasi programma coperto dalla GPL) lavorano spesso per aziende o università. Quando il programmatore vuole offrire questi miglioramenti alla comunità e vedere il suo codice incluso nella versione successiva del programma in questione, il suo capo potrebbe dire: "Fermo lì! Il tuo codice appartiene a noi! Non vogliamo condividerlo con altri; abbiamo deciso di trasformare la tua versione migliorata in un prodotto proprietario".
Qui viene in aiuto la GNU GPL. Il programmatore mostrerebbe al capo che un tale prodotto proprietario sarebbe una violazione del diritto d'autore e il capo capirebbe che ci sono soltanto due possibilità: rilasciare il nuovo codice come software libero o non rilasciarlo affatto. Quasi sempre al programmatore viene consentito di comportarsi come intendeva fare e così il codice risulta disponibile per la versione successiva del programma.
La GNU GPL non è sempre accondiscendente; dice di "no" ad alcune delle cose che a volte la gente vuole fare. Alcuni utenti affermano che sia negativo il fatto che la GPL "escluda" alcuni sviluppatori di software proprietario che "hanno bisogno d'essere portati nella comunità del software libero."
Ma non siamo noi ad escluderli dalla nostra comunità; sono loro che scelgono di non entrare. Decidere di produrre software proprietario equivale a decidere di starne fuori. Esservi dentro significa cooperare con noi; non possiamo "portarli nella nostra comunità" se non vogliono unirsi a noi.
Ciò che possiamo fare è offrire un incentivo ad unirsi a noi. È per far sì che il nostro software già prodotto sia un incentivo che la GNU GPL è stata pensata: "Se renderete il vostro software libero, potete utilizzare questo codice."”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

Di certo in questo modo non si vincerà sempre, ma qualche volta sì.
Permesso d'autore: idealismo pragmatico

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“L'idea del copyright non esisteva in tempi antichi, quando gli autori copiavano estesamente altri autori in opere non narrative. Questa pratica era utile, ed è il solo modo attraverso cui almeno parte del lavoro di alcuni autori è sopravvissuto. La legislazione sul copyright fu creata espressamente per incoraggiare l'originalità. Nel campo per cui fu inventata, cioè i libri, che potevano essere copiati a basso costo solo con apparecchiature tipografiche, non fece molto danno e non pose ostacoli alla maggior parte dei lettori.
Tutti i diritti di proprietà intellettuale sono solo licenze concesse dalla società perché si riteneva, correttamente o meno, che concederle avrebbe giovato alla società nel suo complesso. Ma data una situazione particolare dobbiamo chiederci: facciamo realmente bene a concedere queste licenze? Che atti permettiamo di compiere con esse?Il caso dei programmi ai giorni nostri differisce enormemente da quello dei libri un secolo fa. Il fatto che la via più facile per passare una copia di un programma sia da persona a persona, che il programma abbia un codice sorgente ed un codice oggetto che sono cose distinte, ed infine il fatto che un programma venga usato più che letto e gustato, combinandosi creano una situazione in cui qualcuno che impone un copyright minaccia la società nel suo insieme, sia materialmente che spiritualmente, una situazione in cui quel qualcuno non dovrebbe farlo, che la legge lo permetta o no.”

Manifesto GNU

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“[Riferendosi ad Alessandro Del Piero] È il calciatore perfetto. Un attaccante eccezionale e un uomo incredibile come ce ne sono pochi nel calcio.”

Alexander Manninger (1977) calciatore austriaco

dal programma televisivo Permette Signora, Sky, 4 dicembre 2008

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“[Sulla propria candidatura alle regionali 2010] Non sarò un uomo di partito, ma un uomo delle istituzioni e di un programma di rinnovamento. Non mi bastano le etichette di partito. Per la Campania occorre uno sforzo straordinario, dobbiamo unire le forze. Non è più il tempo delle piccole tattiche. C'è bisogno di uno sforzo straordinario ed è una battaglia che non si fa con etichette di partito, ma che dobbiamo combattere chiamando all'appello uomini e donne per bene di centro, di sinistra e di destra.”

Vincenzo De Luca (1949) politico italiano

Origine: Da un intervento all'assemblea nazionale di Alleanza per l'Italia, 29 gennaio 2010; riportato in Vincenzo De Luca un Leader capace di parlare oltre il centrosinistra http://www.paternopolionline.it/politica/75-partito-democratico/5460-vincenzo-de-luca-un-leader-capace-di-parlare-oltre-il-centrosinistra, PaternopoliOnline.it, 30 gennaio 2010.

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“In Italia c'era bisogno di un bel programma di cibo. Il merito è di tutti e di una produzione straordinaria. "MasterChef" si distingue nel mondo della vostra tv.”

Joe Bastianich (1968) imprenditore e personaggio televisivo statunitense

Origine: Dall'intervista di Fabio Forni, Joe Bastianich, la parola al cattivissimo di MasterChef: faremo la terza edizione http://www.sorrisi.com/2013/02/22/joe-bastianich-la-parola-al-cattivissimo-di-masterchef-faremo-la-terza-edizione/, Sorrisi.com, 22 febbraio 2013.

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“L'attore che amo di più, invece, Morgan Freeman. Sono molto contenta del fatto che abbia vinto l'Oscar: quando avevo 4 anni lo guardavo recitare in The Electric Company, programma tv per ragazzi.”

Mariah Carey (1970) cantautrice, attrice e produttrice discografica statunitense

Origine: Citato in Andrea Laffranchi, «Ero schiava dei manager, canto la rinascita» http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2005/03_Marzo/31/carey.shtml, corriere.it, 1 aprile 2005.

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“[A proposito della causa intentata da Ilona Staller contro Sky per l'utilizzo della propria immagine] Non è che mi sveglio un giorno e permetto a una persona di dire «fai la "cicciolina"», non va bene, non è giusto […] Voglio che ci sia giustizia da parte del giudice.”

Ilona Staller (1951) attrice pornografica, cantante e politica ungherese naturalizzata italiana

Origine: Dall'intervista video nel programma Victor Victoria, visibile su la7.it http://www.la7.it/victoria/pvideo-stream?id=i65692, 4 marzo 2010.

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“Il comunista è colui che è dalla parte di chi lavora.”

Oliviero Diliberto (1956) politico, giurista e docente italiano

dal programma televisivo Crozza Italia, 27 novembre 2006

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“[Su Alessandro Del Piero] Penso che sia il giocatore più importante della nostra squadra, l'immagine della nostra squadra. Sono orgoglioso di giocare con lui.”

David Trezeguet (1977) calciatore francese

dal programma televisivo Permette Signora, Sky, 4 dicembre 2008