Frasi su Dio
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“[Carlo Michelstaedter] Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.”

Giovanni Papini (1881–1956) scrittore, poeta e aforista italiano

Origine: Da Un suicidio metafisico, Il Resto del Carlino, 5 novembre 1910; anche in 24 cervelli: saggi non critici, Facchi, 1919.

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“Non va bene esagerare in beneficenza, perché a un certo punto non si guadagna più che l'odio del beneficiato.”

Cesare Pavese (1908–1950) scrittore, poeta, saggista e traduttore italiano

Origine: Vita attraverso le lettere, p. 129

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“Orfeo. Io cercavo, piangendo, non più lei ma me stesso. Un destino, se vuoi. Mi ascoltavo. […] Il mio destino non tradisce. Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo. […] Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti… Non vale la pena. […] E voi godetela la festa. Tutto è lecito a chi non sa ancora. È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno. L'origine del mio destino è finita nell'Ade, finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte.
Bacca. E che vuol dire che un destino non tradisce?
Orfeo. Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; più profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza. Nessun dio può toccarlo.”

da L'inconsolabile
Dialoghi con Leucò
Variante: Orfeo: Io cercavo, piangendo, non più lei ma me stesso. Un destino, se vuoi. Mi ascoltavo. [... ] Il mio destino non tradisce. Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo. [... ] Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti... Non vale la pena. [... ] E voi godetela la festa. Tutto è lecito a chi non sa ancora. È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno. L'origine del mio destino è finita nell'Ade, finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte.
Bacca: E che vuol dire che un destino non tradisce?
Orfeo: Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; più profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza. nessun dio può toccarlo.

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“La bellezza delle cose, più che l'utilità, v'innalzi l'anima a Dio.”

Niccolò Tommaseo (1802–1874) scrittore italiano

Pensieri morali

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“Legger Dante è un dovere; rileggerlo è bisogno: sentirlo è presagio di grandezza.”

Niccolò Tommaseo (1802–1874) scrittore italiano

citato in Alessandro Piumati, La vita e le opere di Dante Alighieri: studio preparatorio alla lettura della Divina Commedia, p. 85 http://www.archive.org/stream/lavitaeleopered00piumgoog#page/n89/mode/2up

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“Federico scrisse lAntimachiavelli, ma non si trattava di ipocrisia, era semplicemente letteratura. Amava l'umanesimo, la ragione, la secca chiarezza — un amore problematico, derivato dagli elementi demoniaci e utilitari riuniti in lui. Così amava Voltaire, il figlio dello spirito, il padre dell'illuminismo e di ogni cultura antieroica. Baciava la mano magra che scriveva: «Odio tutti gli eroi», ed egli stesso faceva dell'ironia sulla guerra dei sette anni con le parole «debolezze eroiche». Metteva però anche nero su bianco: se avesse voluto punire una provincia, l'avrebbe fatta governare da letterati; il suo illuminismo era così superficiale, che se ne sentiva immune. Quando poi vuole chiarire il vero motivo che lo ha indotto a scambiare la dolce quiete di una vita dedita alla letteratura con i tremendi sforzi ed i sanguinosi orrori della guerra, parla in generale di un «segreto istinto». Ciò che egli definisce in questo modo era più forte della letteratura: diresse le sue azioni e decise della sua vita; ed è un concetto tipicamente tedesco che questo istinto segreto, questo elemento demoniaco fosse in lui sovrumano: era la forza del destino, lo spirito della Storia.
In fondo era una vittima. Egli pensava ad ogni modo di essersi sacrificato: nella giovinezza per il padre e nella maturità per lo Stato. Ma sbagliava se pensava che sarebbe stato libero di agire diversamente. Era una vittima. Doveva agire ingiustamente e vivere contrariamente al pensiero; non gli fu concesso di essere un filosofo, ma dovette fare il re, perché un grande popolo compisse la sua missione nel mondo.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

Origine: Federico e la grande coalizione, pp. 77 sg.

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“Un popolo non può fare a meno dell'ammirazione, ma neppure dell'odio.”

Origine: I quaranta giorni del Mussa Dagh, p. 111

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“VOLTAIRE. «Shakespeare ha spesso due buoni versi, mai sei. Un pazzo, perdio, un buffone alla Fiera di San Bartolomeo. Mai un lavoro veramente suo, tutte vecchie storie». Scacchi: «Perderò, perdio, per tutti i santi del Paradiso. Ah, qui cavalco su un montone nero come la puttana che sono… Falstaff dagli spagnoli». BOSWELL. «Vi dirò perché noi ammiriamo Shakespeare». VOLTAIRE. «Perché non avete gusto». BOSWELL. «Ma signore…». VOLTAIRE. «Et penitus toto divisos orbe Britannos… Tutta l'Europa è contro di voi. Perciò avete torto». BOSWELL. «Ma ciò dipende dal fatto che abbiamo grande immaginazione». VOLTAIRE. «La più selvaggia… Pope guida un calesse tirato da due beipuledri eleganti, ma Dryden viaggia su un tiro a sei, coi postiglioni e tutto». Ha ripetuto con esattezza qualche passo di Dryden. BOSWELL. «Che cos'è la memoria? Dove risiedono tutte le nostre idee?». VOLTAIRE. «Come dice Thomson: dove dormono i venti quando l'aria è calma? Thomson era un grande pittore. Milton, molte bellezze e molti difetti, come non c'è nulla di perfetto in questo dannato mondo. I suoi imitatori sono incomprensibili. Ma quando lui scrive bene è chiarissimo». BOSWELL. «Che cosa pensate del nostro teatro?». VOLTAIRE. «Molto spirito, molto intreccio, e molti bordelli». BOSWELL. «Che cosa pensate di Fingal?». VOLTAIRE. «Sembra un salmo di David. Ma vi sono dei nobili passaggi. In tutt'e due. L'Omero di Scozia.»”

Origine: Visita a Rousseau e a Voltaire, p. 100-101

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“Mettersi nelle mani di Dio è solo un modo più lungo di dire che ci si affida al caso.”

Samuel Butler (1612–1680) scrittore britannico

Dizionario dei luoghi non comuni

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“Un Dio onesto è la più nobile opera dell'uomo.”

Samuel Butler (1612–1680) scrittore britannico

Taccuini

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“Il ripudio delle nostre stesse parole è il più grande sacrificio che ci viene richiesto dalla verità.”

Arthur Conan Doyle (1859–1930) poeta, scrittore, medico

Origine: Da Il parassita, in Tutti i racconti fantastici e dell'orrore.

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“Non importa sapere che Dio esiste; importa sapere che Dio è amore.”

Søren Kierkegaard (1813–1855) filosofo, teologo e scrittore danese

Origine: Citato in Francesco Gioia, La grazia e le grazie, Messaggero di sant'Antonio, febbraio 2010, p. 8.

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“L'assurdo è il peccato senza Dio.”

Il mito di Sisifo

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“Il ricatto è uno dei più vili assassini. E ai miei occhi un delitto d'una scellerataggine più profonda dell'omicidio.”

Honoré De Balzac (1799–1850) scrittore, drammaturgo e critico letterario francese

L'ultima incarnazione di Vautrin

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“È facile criticare giustamente; e difficile eseguire anche mediocremente.”

Denis Diderot (1713–1784) filosofo, enciclopedista, scrittore e critico d'arte francese

Origine: Da Discours sur la poésie dramatique; citato in Dizionario delle citazioni.

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“La virtù […] è naturale nell'uomo!…Dio ne ha posto i germi nel cuore dei mortali!…”

Anatole France (1844–1924) scrittore francese

Gli dei hanno sete

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“Senza il purgatorio e l'inferno, il buon Dio non sarebbe che un povero re.”

Anatole France (1844–1924) scrittore francese

Gli dei hanno sete

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“Il vero Dio è nel cuore del saggio.”

Taide

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“Famiglie! Vi odio! Focolari chiusi; porte serrate; geloso possesso della felicità.”

André Gide (1869–1951) scrittore francese

Origine: Da I nutrimenti terrestri.

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“La responsabilità dell'uomo aumenta col diminuire di quella di Dio.”

André Gide (1869–1951) scrittore francese

dai Diari

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“La crudeltà è il principale attributo di Dio.”

I falsari

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“Il mio desiderio più ardente e la più fervida preghiera che formulo per voi, e anche per me, nell'eventualità che la cosa non sia già fatta,——è, che i grandi doni e talenti tanto dello spirito quanto del giudizio, con tutto quanto è solito accompagnarli,———come memoria, fantasia, genio, eloquenza, prontezza d'ingegno, e così via, possano in questo prezioso momento esser versati senza limite o misura, ostacolo o impedimento, tanto caldi quanto ognuno di noi può sopportarlo,—schiuma e sedimenti e tutto; (poiché non vorrei perderne neppure una goccia) nei diversi ricettacoli, cellette, cellule, domicili, dormitori, refettori, e ripostigli del nostro cervello,—in tal guisa, che possano continuare a esservi iniettati e stivati; secondo l'autentica intenzione e significato del mio desiderio, fino a che ogni suo vasello, grande e piccolo, ne sia così colmo, saturato e riempito fino all'orlo, che neppure per salvare una vita umana vi possa entrare o uscire niente altro.
Che Dio ci benedica!—quale nobile lavoro non faremmo!—quanto lo completeremmo con successo!——e con quale entusiasmo scriverei per simili lettori!—e voi,—giusto Cielo!—con quale rapimento siedereste a leggere,—ma oh!—è troppo,——mi sento mancare,——svengo deliziosamente a pensarci!——è più di quanto la natura umana possa sopportare!——sostenetemi,—mi gira la testa,—mi si annebbia la vista,——muoio,——sono spacciato.——Aiuto! Aiuto! Aiuto!—Ma ferma,—principio a sentirmi un po' meglio, perché incomincio a prevedere, quando sarà tutto finito, che poiché continueremo tutti a essere begli spiriti,—non saremo mai d'accordo fra noi, per un giorno intero:——vi sarebbero tanta satira e sarcasmo,——beffe e motteggi, con prese in giro e risposte per le rime,——con affondi e parate in un angolo o nell'altro,——non ci sarebbe fra noi altro che malizia.—Caste stelle! che morsi e che graffi, e che schiamazzo e strepito faremmo, con tante teste rotte, e bacchettate sulle nocche, e colpi bassi,—non sarebbe più vita la nostra.
Mai poi, poiché saremmo tutti uomini di gran giudizio, rappattumeremmo le cose non appena andassero storte; e per quanto ci detestassimo, dieci volte più di altrettanti diavoli e diavolesse, saremmo non di meno, figlioli cari, tutti bontà e cortesia,——latte e miele,——sarebbe una seconda terra promessa,——un paradiso in terra, se una cosa del genere si potesse avere,—cosicché nell'insieme ce la saremmo cavata abbastanza bene.
L'unica cosa per cui mi agito e fumo, e che turba maggiormente la mia invenzione in questo momento, è come ottenere questo risultato; poiché come le vostre signorie ben sanno, di quelle celesti emanazioni di spirito e giudizio, che ho tanto generosamente invocato sulle vostre signorie quanto su di me,—non vi è che un certo quantum immagazzinato per tutti, a uso e consumo dell'intera razza umana; e ne vengono mandati in questo vasto mondo dosi così piccole, che circolano qua e là in un angolino o nell'altro,—e in rivoletti così stretti, e a intervalli così prodigiosi l'uno dall'altro, che ci si chiede come possa durare, o bastare a soddisfare i bisogni e le emergenze di tanti grandi stati, e imperi popolosi.”

vol. III, cap. XX; 1982, p. 189
Vita e opinioni di Tristram Shandy

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“M'accingevo a dare più minuti particolari, quando il padrone m'ingiunse di tacere. "Chiunque conosce" egli disse "l'indole degli yahoo può agevolmente capire che un animale così abietto diventi capace di commettere tutte le orribili azioni da voi menzionate, sol che forza ed accortezza eguaglino la tristizia. Poiché il vostro discorso ha fatto aumentare il mio aborrimento per l'intera razza yahoo, provo, a sentirvi parlare, un turbamento mentale affatto nuovo. Non è escluso che col tempo le mie orecchie si abituino alle parole detestabili che vi escono dalla bocca, e imparino poco per volta ad accoglierle con minore ripugnanza. Odio, sì, gli yahoo di questo paese, ma non li biasimo per i loro abominevoli difetti più di un gnnayh (uccello rapace) per la sua crudeltà, o d'una pietra acuminata per la sua qualità di ferirmi lo zoccolo. Ma quando un essere che si vanta ragionevole può essere capace di tutte le atrocità cui avete accennato, comincio allora a temere che la ragione male adoperata sia qualche cosa di peggio della stessa naturale bestialità. Voglio, dunque, credere che voi siate dotati, non già di ragione, ma d'una facoltà atta ad accrescere i vostri difetti naturali; quale un torbido ruscello che riflette l'immagine d'un corpo deforme, non soltanto ingrandita, ma più stravolta che mai."”

da Opere, traduzione di Masolino d'Amico, Mondadori, Milano, 1983
I viaggi di Gulliver

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“Il mondo è retto da Dio, non da Nerone.”

1973, p. 32
Quo vadis?

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“Si arriva all'assassinio per amore o per odio, alla propaganda dell'assassinio solo per malvagità.”

Isaac Bashevis Singer (1902–1991) scrittore polacco

Origine: Da Satana a Goray. Frase identica a quella presente in Italo Svevo (vedi), La coscienza di Zeno.

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“Nel teatro, il regista è Dio, ma sfortunatamente gli attori sono atei.”

Žarko Petan (1929–2014) scrittore, drammaturgo, giornalista

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“L'amore è più temerario che l'odio.”

Baltasar Gracián (1601–1658) gesuita, scrittore e filosofo spagnolo
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“Per acquistare stima, bisogna accostarsi ai più eminenti; una volta acquistata, star fra i mediocri.”

Baltasar Gracián (1601–1658) gesuita, scrittore e filosofo spagnolo

da Non star mai in compagnia di chi ci può sminuire, p. 102
Oracolo manuale e arte di prudenza

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“La storia è il pensiero di Dio sulla terra degli uomini.”

Miguel de Unamuno (1864–1936) poeta, filosofo e scrittore spagnolo

L'agonia del Cristianesimo

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