Frasi su file

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema file, due-giorni, grande, tre-giorni.

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“Sono trascorsi molti anni, ma ricordo come se fosse ieri. Ero giovanissimo, avevo l'illusione che l'intelligenza umana potesse arrivare a tutto. E perciò m'ero ingolfato negli studi oltre misura. Non bastandomi la lettura di molti libri, passavo metà della notte a meditare sulle questioni più astruse. Una fortissima nevrastenia mi obbligò a smettere; anzi a lasciare la città, piena di tentazioni per il mio cervello esaurito, e a rifugiarmi in una remota campagna umbra. Mi ero ridotto a una vita quasi vegetativa: ma non animalesca. Leggicchiavo un poco, pregavo, passeggiavo abbondantemente in mezzo alle floride campagne (era di maggio), contemplavo beato le messi folte e verdi screziate di rossi papaveri, le file di pioppi che si stendevano lungo i canali, i monti azzurri che chiudevano l'orizzonte, le tranquille opere umane per i campi e nei casolari. Una sera, anzi una notte, mentre aspettavo il sonno, tardo a venire, seduto sull'erba di un prato, ascoltavo le placide conversazioni di alcuni contadini lì presso, i quali dicevano cose molto semplici, ma non volgari né frivole, come suole accadere presso altri ceti. Il nostro contadino parla di rado e prende la parola per dire cose opportune, sensate e qualche volta sagge. Infine si tacquero, come se la maestà serena e solenne di quella notte italica, priva di luna ma folta di stelle, avesse versato su quei semplici spiriti un misterioso incanto. Ruppe il silenzio, ma non l'incanto, la voce grave di un grosso contadino, rozzo in apparenza, che stando disteso sul prato con gli occhi volti alle stelle, esclamò, quasi obbedendo ad una ispirazione profonda: «Com'è bello! E pure c'è chi dice che Dio non esiste». Lo ripeto, quella frase del vecchio contadino in quel luogo, in quell'ora: dopo mesi di studi aridissimi, toccò tanto al vivo l'animo mio che ricordo la semplice scena come fosse ieri. Un eccelso profeta ebreo sentenziò, or sono tremil'anni: «I cieli narrano la gloria di Dio». Uno dei più celebri filosofi dei tempi moderni scrisse: «Due cose mi riempiono il cuore di ammirazione e di reverenza: il cielo stellato sul capo e la legge morale nel cuore.»”

Enrico Fermi (1901–1954) fisico italiano

Quel contadino umbro non sapeva nemmeno leggere. Ma c'era nell'animo suo, custoditovi da una vita onesta e laboriosa, un breve angolo in cui scendeva la luce di Dio, con una potenza non troppo inferiore a quella dei profeti e forse superiore a quella dei filosofi.
Origine: Cfr. Immanuel Kant: «il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me».
Origine: Citato in M. Micheli, Enrico Fermi e Luigi Fantappié: Ricordi personali, Responsabilità del sapere, 31, 1979, pp. 21-23.

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“Se sorgesse una società del demonio, che combattesse despoti e preti, mi arruolerei nelle sue file.”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

Memorie
Origine: Citato in Il libretto rosso di Garibaldi, a cura di Massimiliano e Pier Paolo Di Mino, Castelvecchi Editore, 30 gennaio 2011.

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“Nel mio computer c'era un'intera directory dedicata alle idee non sperimentate: aprii un nuovo file, e lo chiamai "reazione a catena della polimerasi."”

Kary Mullis (1944–2019) biochimico statunitense

Origine: Ballando nudi nel campo della mente, p. 16

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“Darla vinta? Nah, non è nel mio stile; se la vita è stare in coda, salto le file!”

Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano

da La vita è maledetta
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“[Su Atlantic City] I grandi alberghi si ergevano al di là del lungomare, uno dopo l'altro, con le tende sventolanti alla brezza marina, le loro verande immacolate con le file di sedie a dondolo e le poltrone di vimini. Le bandiere nautiche sventolavano in cima alle cupole, e la notte si illuminavano con file di lampadine elettriche che ne delineavano la sagoma.”

E. L. Doctorow (1931–2015) scrittore statunitense

Origine: Da Ragtime, Mondadori; citato in Gay Talese, C'era una volta Atlantic City https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/22/era_una_volta_Atlantic_City_co_0_96092213580.shtml, New York Times, tradotto da Monica Levy per la Repubblica, 22 settembre 1996, p. 14.

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“E se fossimo dei file | uno dei tanti che dii sperimentano | per naturale pulsione…”

Pietro Nigro (1939) poeta italiano

da Palco TV, vv. 1-3
Astronavi dell'anima

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“Se noi siamo qui a parlare liberamente in quest'aula, in cui una sciagurata voce [Benito Mussolini] irrise e vilipese venticinque anni fa le istituzioni parlamentari, è perché per venti anni qualcuno ha continuato a credere nella democrazia, e questa sua religione ha testimoniato con la prigionia, l'esilio e la morte.
Io mi domando, onorevoli colleghi, come i nostri posteri tra cento anni giudicheranno questa nostra Assemblea Costituente: se la sentiranno alta e solenne come noi sentiamo oggi alta e solenne la Costituente Romana, dove un secolo fa sedeva e parlava Giuseppe Mazzini. Io credo di sì: credo che i nostri posteri sentiranno più di noi, tra un secolo, che da questa nostra Costituente è nata veramente una nuova storia: e si immagineranno, come sempre avviene che con l'andar dei secoli la storia si trasfiguri nella leggenda, che in questa nostra Assemblea, mentre si discuteva della nuova Costituzione Repubblicana, seduti su questi scranni non siamo stati noi, uomini effimeri di cui i nomi saranno cancellati e dimenticati, ma sia stato tutto un popolo di morti, di quei morti, che noi conosciamo ad uno ad uno, caduti nelle nostre file, nelle prigioni e sui patiboli, sui monti e nelle pianure, nelle steppe russe e nelle sabbie africane, nei mari e nei deserti, da Matteotti a Rosselli, da Amendola a Gramsci, fino ai giovinetti partigiani, fino al sacrificio di Anna-Maria Enriquez e di Tina Lorenzoni, nelle quali l'eroismo è giunto alla soglia della santità.
Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all'Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile; quella di morire, di testimoniare con la resistenza e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole; quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno: di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore.
Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti.
Non dobbiamo tradirli.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Origine: Discorso pronunciato all'Assemblea Costituente nella seduta del 4 marzo 1947.

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“Alle due e mezzo del mattino XN varcò il confine di Milano. Le notti milanesi, file di luci rosse e bianche delle auto, crocchi di persone lungo i marciapiedi, solitari nottambuli in cerca di una meta. Ad ogni metro di asfalto, le insegne dei locali offrono antidoti alla depressione, cocktail di solitudine a prezzi da boutique. In via Brera, per cinquanta euro, l'uomo barbuto vende un futuro migliore in un mazzo di carte. L'auto di XN arranca davanti al Piccolo Teatro, l'Arena e poi finalmente l'ultima spiaggia di un uomo disperato: negrolandia. Una terra di nessuno, popolata da volti scuri invisibili nella notte, risuona di una lingua babelica, in quelle strade il passaporto con l'italico stellone è un miraggio, un lasciapassare per schiudere le porte dell'inferno. In quelle vie incombono paure ancestrali, leggende, esseri mitologici. XN cercava proprio uno di quegli uomini dal passato epico, un uomo che ha attraversato i mari e la storia di due mondi: Omero. Le luci della pizzeria cinese Mergellina, vedi Shangai e poi muori, illuminavano di un'opaca luce rossa una decina di uomini dai colori esotici. Il gruppetto bivaccava sul marciapiede, individui seduti a terra con le gambe incrociate fumavano sigarette, bevevano vino da scatole di tetrapack, gli occhi fissi verso il cantore. Omero seduto, come sempre, sul gradino della vetrina illuminata narrava leggende. Impartiva lezioni di letteratura avanzata ad individui che non possedevano nemmeno l'idea astratta di libro, insegnava a scrivere e leggere: almeno quanto bastava per compilare i moduli della questura. XN aveva conosciuto il cantore di strada qualche anno prima, un'altra vita, un'era felice e perfetta.”

Senza Ritorno

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“Grande manifestazione politica, spalti gremiti fino all'ultimo posto, un enorme tappeto di uomini e di facce sino alle file più alte, l'oratore nel pieno del suo slancio. Dice: «Di tutto ha colpa la massificazione». Uragano di applausi.”

Alexander Mitscherlich (1908–1982) psicologo tedesco

da Massenpsychologie ohne Ressentiment [Psicologia delle masse senza risentimenti], in «Die Neue Rundschau», a. LXIV, 1953, p. 56.
Origine: Citato in Istituto per la Ricerca sociale di Francoforte, Lezioni di Sociologia, a cura di Max Horkheimer e Theodor W. Adorno, traduzione di Alessandro Mazzone, Einaudi, Piccola Biblioteca, Torino, 1966 <sup>7</sup>, p. 87.

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“[sulle rivelazioni di Wikileaks] L'11 settembre della diplomazia mondiale, perché i file faranno saltare tutti i rapporti di fiducia tra gli stati.”

Franco Frattini (1957) politico italiano

Corriere della Sera http://www.corriere.it/politica/10_novembre_28/wikileaks-scontro-politico_9a5a15e0-faf7-11df-abbf-00144f02aabc.shtml, 28 novembre 2010

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“Combattente fra le file gloriose del partito d'azione finchè trattavasi di conquistare al paese la sua indipendenza e la sua unità, ora sarò milite, oscuro sì, ma non meno devoto, di quel gran partito Nazionale destinato a succedergli, il quale all'Italia una ed indipendente da ogni straniero vuol procacciare quel maggiore sviluppo di libertà politiche, civili, scientifiche, economiche ed industriali, che sole possono assicurare e rendere prospere e degne le sorti di un gran Popolo.”

Giovanni Acerbi (1825–1869) militare, patriota e politico italiano

Origine: Dalla lettera scritta in occasione delle elezioni politiche del 1866 http://digilib.bibliotecateresiana.it/sfoglia_periodicis.php?identifier=39-18661129&op=ric&cata=&gruppo=LA%20FAVILLA&anno=&cass=&id=27288&creator=&title=&publisher=&date=&shelfmark=&offset=0, pubblicata su La Favilla, 26 novembre 1866

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