Frasi su magia
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“Magia est pars practica scientiae naturalis.”

Giovanni Pico della Mirandola (1463–1494) umanista e filosofo italiano

Conclusiones magicae
Origine: Yates p.97

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“Appartengo a una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto potere.”

Francois Truffaut (1932–1984) regista francese

citato in Orson Welles ovvero la magia del cinema

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“Possiede una certa indefinibile e penetrante magia, come nessun'altra attrice in attività.”

Billy Wilder (1906–2002) regista austriaco

citato in Mike Evans, Marilyn, p. 312
Su Marilyn Monroe

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“L'arte è la creazione di una magia suggestiva che accoglie insieme l'oggetto e il soggetto.”

Charles Baudelaire (1821–1867) poeta francese

citato in I luoghi dell'arte, vol. 5

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“L'arte è magia liberata dalla menzogna di essere verità.”

Theodor W. Adorno (1903–1969) filosofo, musicologo e aforista tedesco

Minima moralia

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“Quello che per un uomo è "magia", per un altro è ingegneria. "Sovrannaturale" è una parola inconsistente.”

Robert Anson Heinlein (1907–1988) autore di fantascienza statunitense

Lazarus Long l'Immortale

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“Se diciamo che una data cosa è «inconscia» non dobbiamo dimenticare che, sotto l'aspetto della funzionalità cerebrale, può essere inconscia per noi in due modi: fisiologicamente e psicologicamente. Tratterò l'argomento esclusivamente sotto questo secondo punto di vista.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Carl Gustav Jung, Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti; in Inconscio, occultismo e magia, traduzione di Celso Balducci, Newton Compton editori, 1985
Importanza dell'inconscio in psicopatologia (1914), Incipit

“La comunione ha questa vastità universale: essa raggiunge il mondo intero, altrimenti sarebbe pura magia, che riduce Gesù a un idolo.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Il volto di Dio nel quotidiano

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“Dedicato al massimo potere dentro di voi, il vostro potere di amare, e a tutti coloro che vi aiutano a condividere la magia.”

Anthony Robbins (1960) scrittore, oratore

Come ottenere il meglio da sé e dagli altri

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“La napoletanità è una parola che si trova nel vocabolario ideale e che individua radici tipiche oltre gli schemi.
Storia e leggenda sono lavoro cosmico dove magia, esoterismo, nobiltà e sacro si fondono con il quotidiano, il peccato e la famiglia.”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Da Le perdute immagini di Salvatore Di Giacomo, in Salvatore Di Giacomo, Tutte le novelle, Grandi Tascabili Economici Newton, Roma, 1991, p. 25.

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“[Su Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni] Sto terminando il montaggio del secondo episodio dei tre atti prologo della saga. Sarà una storia d' amore con il senso della magia e molti incantesimi e, ancora, si riproporrà il confronto tra chiaro e scuro, bene e male.”

George Lucas (1944) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Citato in Giovanna Grassi, «Harry Potter e i maghi, eredi di Star Wars» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/dicembre/06/Harry_Potter_maghi_eredi_Star_co_0_0112065743.shtml, Corriere della sera, 6 dicembre 2001.

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“Cosa dice Mammouth per giornate intere? Straccio i prezzi. Guardate, invece, Marlboro. È una sigaretta che, alla prima tirata, vi trasforma in un cow-boy. È qui la magia della nostra arte.”

Jacques Séguéla (1934) pubblicitario francese

Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario... Lei mi crede pianista in un bordello

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“La morale è come la magia. Parla in continuazione dell'uomo perfetto, ma non sa cosa sia l'uomo reale.”

Osho Rajneesh (1931–1990) filosofo indiano

Origine: Il libro dei segreti, I segreti del Tantra (vol. III), p. 46

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“Se guardate la storia della magia, vedrete le sue origini nelle caverne. Vedrete le sue origini nello sciamanesimo, nell'animismo, nella credenza che ogni cosa che ci circonda, ogni albero, ogni roccia, ogni animale, sia abitato da una qualche forma di essenza, una qualche sorta di spirito con cui forse si potrebbe comunicare. Avreste avuto uno sciamano o un visionario che sarebbe stato responsabile di incanalare le idee utili alla sopravvivenza. Prima che raggiungiate le civiltà classiche potrete vedere che questo è stato formalizzato in un certo status. Lo sciamano agisce puramente come un intermediario tra gli spiriti e le persone. La sua posizione nel villaggio o nella comunità è simile a quella di un idraulico spirituale. Ogni persona nel gruppo ha il suo ruolo. La persona migliore nella caccia era un cacciatore, la persona migliore nel parlare con gli spiriti, forse perché lui o lei era un po' pazzo/a, un po' staccato dal nostro normale mondo materiale, allora sarebbe stato uno sciamano. E gli sciamani non padroneggiavano un'arte segreta, essi dispensavano semplicemente le loro informazioni alla comunità, perché si credeva che fosse utile alla comunità. Quando abbiamo l'emergere delle culture classiche, tutto questo è stato formalizzato tanto che si hanno dei interi pantheon di dèi. E ognuno di questi dèi avrà una casta di preti che agiranno fino a un certo punto come intermediari che ti insegneranno ad adorare quel dio. Così la relazione tra gli uomini e i loro dèi, che potrebbe essere vista come la relazione tra gli uomini e il loro Io più alto, era ancora di tipo diretto. Quando arrivò il cristianesimo, quando arrivò il monoteismo, tutt'a un tratto hai una casta di sacerdoti che si muoveva tra l'adoratore e l'oggetto di adorazione. Hai una casta sacerdotale che era diventata una specie di dirigenza d'intermediazione spirituale tra l'umanità e la divinità interiore di cui si andava alla ricerca. Non puoi avere un rapporto diretto con un dio. I sacerdoti non hanno davvero il bisogno di un rapporto con la divinità. Hanno solo un libro che ti dice di alcune persone vissute tanto tempo fa, che hanno avuto un rapporto diretto con la divinità. E va tutto bene. Non hai bisogno di avere visioni miracolose, non hai bisogno di avere degli dèi che ti parlino. In effetti, se ti capita niente del genere, probabilmente sei matto. Nel mondo moderno questa roba non succede. Le sole persone a cui è permesso parlare con gli dèi, e in un modo davvero a senso unico, sono i preti. Per me il monoteismo è una grande semplificazione. Voglio dire, la Cabala ha una grande molteplicità di dèi, ma alla sommità del diagramma cabalistico, l'albero della vita, ha quest'unica sfera, che è il dio assoluto. La Monade. Qualcosa che è indivisibile. E tutti gli altri dèi, e ogni altra cosa nell'universo è una specie di emanazione di quel dio. Ora, questo va bene. Ma quando suggerisci che ci sia solo quell'unico dio, a quell'irraggiungibile altezza al di sopra dell'umanità e che non c'è niente in mezzo, stai limitando e semplificando la questione. Penso che il paganesimo sia una specie di alfabeto, come un linguaggio. È come se tutti gli dèi sono le lettere di quel linguaggio, esprimono delle sfumature, ombre del significato, o certe sottigliezze delle idee. Mentre il monoteismo tende ad essere solo una vocale, ed è solo tipo: oooouh [Alan Moore stesso nel documentario per far comprendere il suono scimmiesco. ]. È questo suono scimmiesco. Puoi quasi immaginare gli dèi divenire frustrati, sprezzanti. Perché con tutta la ricchezza di concetti spirituali che sono disponibili, perché ridurre tutto a una sola, singola nota monocorde che chi pronuncia neanche comprende?”

Alan Moore (1953) fumettista e scrittore britannico

citato nel documentario di Dez Vylenz, The Mindscape Of Alan Moore, Shadowsnake films, visibile su Youtube http://www.youtube.com/watch?v=rZXoinYCReE, subititolato in italiano

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“La magia è come il silenzio: appena la chiami svanisce.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

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“Le mani, la bocca, le labbra | sono sempre state solo una magia | Adesso la bocca, le labbra | non ti sanno dare di più.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Ti dimentichi di Maria
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“Il saggio avrà l'amore mentre gli altri avranno il desiderio.”

Lucio Afranio (-150–-90 a.C.) poeta comico romano

citato in Apuleio, Sulla magia e in sua difesa, EDIPEM, 1973

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“Questo è il programma della magia di Giordano Bruno per il quale "non essendoci nell'universo parte più importante dell'altra" non è concesso all'uomo quel primato, prima biblico e poi cartesiano, che lo prevede "possessore e dominatore del mondo", ma semplice "cooperatore dell'operante natura (operanti naturae homines cooperatores esse possint)". Questa differenza è decisiva perché smaschera quella sotterranea parentela che, al di là delle dispute, lega la tradizione cristiana all'agnosticismo scientifico. L'una e l'altro infatti condividono la persuasione che l'uomo, disponendo dell'anima come vuole la religione o della facoltà razionale come vuole la scienza, è, tra gli enti di natura, l'ente privilegiato che può sottomettere a sé tutte le cose. A questa enfatizzazione cartesiana del soggetto (Ego cogito) preparata dalla tradizione giudaico-cristiana (per la quale l'uomo è immagine di Dio e quindi nel diritto di dominare su tutte le cose), Giordano Bruno contrappone un percorso radicalmente diverso da quello che caratterizzerà per secoli il pensiero europeo. Non il primato dell'uomo, ma il primato degli equilibri sempre instabili e sempre da ricostruire tra soggetto e oggetto, tra uomo e natura. La magia, che non è potere sulla natura, ma scoperta dai vincoli con cui tutte le cose si incatenano, secondo il modello eracliteo dell'"invisibile armonia", è la proposta filosofica di Bruno, antitetica sia alla scienza matematica che si alimenta della progettualità umana, sia alla religione che, se da un lato subordina l'uomo a Dio, non esita a considerarlo, fin dal giorno della sua cacciata dal paradiso terrestre, dominatore di tutte le cose.”

Umberto Galimberti (1942) filosofo e psicoanalista italiano
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