Frasi su napoletana
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“«Il vostro Claudio è fuggito, Messalina trema»… Era obbligato il popolo a saper la storia romana per conoscere la sua felicità?”

Vincenzo Cuoco (1770–1823) scrittore, giurista e politico italiano

da Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, cap. XIX

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“[…] al posto delle elette gentildonne favolatrici, Pampinea, Fiammetta, Neifile, qui troviamo Zeza sciancata, Cecca storta, Meneca gozzuta, Tolla nasuta, Popa gobba, Antonella bavosa, Ciulla musuta, Paola scerpellata, Ciommetella tignosa e Iacova squarquoia: un vero e proprio congresso di lamie. È vero che costoro, scelte dal re di Vallepelosa come le migliori della città, essendo le più svelte e linguacciute, favoleggiano nei giardini reali. Ma che giardini reali son questi! Invece di alberi solenni, una semplice pergola d'uva: il giardino reale si riduce alle proporzioni d'un modesto orto suburbano. E che re son quelli dei «cunti» del Basile! Che cosa inventa uno di essi per distrarre la figlia che non sapeva ridere? Niente di meglio che schizzare con una fontana d'olio le persone che passano dinanzi alla reggia. Trovata allegra degna di quello che doveva essere un re napoletano, il re Lazzarone, che per mettere il buonumore addosso alla delicata sua sposa, le toglieva di sotto la sedia facendola cadere. (Il che dimostra che Ferdinando I fu un prodotto inevitabile di quello stesso ambiente che produsse le fiabe del Basile.) Un altro re deve abitare in un ben curioso palazzo, se non può fare uno sbadiglio senza irritare due vecchiacce che vivono in un giardino su cui guardano le sue finestre. Un altro se ne sta affacciato alla finestra per trovar marito alla figlia; e v'è un principe che rapisce la bella non già su un cavallo alato, ma su un modesto asino, e ve n'è un altro che fa alle sassate coi monelli di strada.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

da Il «Cunto de li cunti» di G.B.Basile, p. 170
Bellezza e bizzarria

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“Flauto d'oro, in arte Severino Gazzelloni, una delle nostre glorie nazionali insieme con gli spaghetti, la pizza napoletana e Rodolfo Valentino.”

Renzo Arbore (1937) cantautore, showman e conduttore radiofonico italiano

Origine: Citato in Tanti quasi troppi, Zona disco, Il Monello, n. 17, 1975, Casa Editrice Universo.

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“[Su Ferdinando II delle Due Sicilie] Pochi principi italiani fecero tra il '30 e il '48 il bene che egli fece. Mandò via dalla corte una turba infinita di parassiti e di intriganti: richiamò i generali migliori, anche di parte liberale, e licenziò gli inetti; ordinò le leve militari; fece costruire, primo in Italia, una strada ferrata, istituì il telegrafo, fece sorgere molte industrie, soprattutto quelle di rifornimento dell'esercito, che era numerosissimo; ridusse notevolmente la lista civile; mitigò le imposte più gravi. Giovane, forte, scaltro, voleva fare da sé, ed era di una attività meravigliosa. Educato da preti e cattolicissimo egli stesso, osò, con grande ammirazione degli intelletti più liberi, resistere alle pretese del papato e abolire antichi usi, umilianti per la monarchia napoletana. È passato alla storia come "Re bomba" e non si ricordano di lui che il tradimento della Costituzione, le persecuzioni dei liberali, le repressioni di Sicilia, e le terribili lettere di Gladstone. Abbiamo troppo presto dimenticato che, durante quasi due terzi del suo regno, i liberali stessi lo chiamarono Tito e lo lodarono e lo esaltarono per le sue virtù e per il desiderio suo di riforme. Abbiamo troppo presto dimenticato il sollievo che le sue riforme finanziarie produssero nel popolo, e l'ardimento che egli dimostrò nel sopprimere vecchi abusi.”

Francesco Saverio Nitti (1868–1953) economista, politico e saggista italiano

da Scritti sulla questione meridionale: Volume 1, Laterza, Bari, 1958, p. 41

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“[Carlo Filangieri] Nel suo slancio, bellezza, giovinezza, era come la personificazione dello spirito attivo e cavalleresco della Francia imperiale.”

Giacomo Savarese (1808–1884) economista italiano

citato in Elena Croce, La patria napoletana, Mondadori, 1974

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“In tutti i modi la fusione coi Napoletani mi fa paura; è come mettersi a letto con un vaiuoloso!”

Massimo D'Azeglio (1798–1866) politico italiano

Origine: Da una lettera a Diomede Pantaleoni, 17 ottobre 1860, in M. d'Azeglio e D. Pantaleoni, Carteggio inedito, 1888.

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“Non c'è che dire. Una performance degna del peggior razzismo da stadio e che la dice lunga sull'alto senso di appartenenza alle istituzioni dell'esponente della Lega. Chissà cosa ne pensano i colleghi del Pdl dell'on. Salvini, soprattutto quelli orgogliosi di essere napoletani come lo sono io. Se stessimo parlando di una persona civile, ci aspetteremmo delle scuse.”

Riccardo Villari (1956) medico, politico e docente italiano

Origine: Citato in "Canzone razzista, si dimetta" E Salvini lascia il Parlamento http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/salvini-a-pontida/reazioni-salvini/reazioni-salvini.html, la Repubblica.it, 7 luglio 2009.

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“Prendendo le mosse da un classico quesito di Mario Pagano, celebre pensatore e giurista napoletano di fine Settecento ("un reo, che chiama il complice, per quante ragioni può ciò fare?"), l'agile volumetto dovuto alla penna fluida dello storico Nico Perrone si sviluppa su due piani diversi, spesso tra loro intersecati […]. Da un canto vi è il piano della vicenda storica, sullo sfondo dei fermenti giacobini alla vigilia della Repubblica partenopea, soprattutto incentrata sul famoso processo istruito nel 1794 contro Emmanuele De Deo, accusato di lesa maestà per avere cospirato contro la corona borbonica e, perciò, condannato a morte al termine di un giudizio celebrato in forma sommaria, senza reali garanzie e sulla base di prove di scarsa consistenza. […] D' altro canto, e proprio in rapporto alla realtà processuale del tempo, vi è il piano della analisi dedicata a un singolare istituto (il "truglio", per l' appunto, da cui trae titolo il volume) consistente in una sorta di transazione tra accusato e accusatore sulla entità della pena da infliggere al primo, al di fuori di un normale processo, anche sulla base delle dichiarazioni rese dal medesimo a carico di sé o di altri […]. È facile immaginare a quali oscure manovre potesse dar luogo un istituto del genere, soprattutto nel contesto di un sistema sostanzialmente antigarantistico come quello borbonico.”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Vittorio Grevi

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“Andavo a dire al re Francesco II che non vi hanno che miserabili e scellerati per difenderlo, che Crocco è un sacripante e Langlois un bruto.”

José Borjes (1813–1861) generale spagnolo

citato in Notizie storiche documentate sul brigantaggio nelle provincie napoletane dai tempi di Frà Diavolo sino ai giorni nostri, G. Barbèra, Firenze, 1862, p. 161 http://books.google.it/books?id=ozZJAAAAIAAJ&pg=PA161

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“Settimana di sette feste, | questa è Napoli, punto e basta! | Passa il guappo con le maestre, | s'alza il grido dell'acquaiuol.”

Enzo Bonagura (1900–1980) poeta e paroliere italiano

Acquarello napoletano
Origine: Versi musicati da Lino Benedetto.

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“Molta parte dell'anima nostra è dialetto.”

Benedetto Croce (1866–1952) filosofo, storico e politico italiano

Origine: Citato in Renato de Falco, Del parlar napoletano http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p002, p. 13, Colonnese, Napoli, 2007 [1997]. ISBN 978-88-87501-77-3

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“Sono nato granata. E sono venuto grande a pane e Toro. Aveveo cinque anni la prima volta che mio padre mi portò con sé al Filadelfia, ricordo le battaglie di capitan Bearzot e di Lancioni, le volate di Bertoloni e Crippa, padre, mica figlio, le parate di Panetti e Rigamonti, qualche gol di Jeppson e Virgili. […] Inevitabile, in queste ultime stagioni, coltivare un debole per il Chievo, farsi catturare da certe geometrie straordinarie della Roma, chiedere asilo politico al calcio inglese in cerca di emozioni quantitative, e a quello spagnolo per il ramo qualitativo. […] In stagioni normali l'indice di sgradimento vede al primo posto la Juventus, per ragioni cromosomiche dunque indipendenti dalla mia volontà, seguite dalle altre due appaiate: facciamo quaranta, trenta, trenta. Ma per un certo tempo al quaranta è salito il Milan, per ragioni politiche altrettanto indipendenti dalla mia volontà. Mentre oggi la maggioranza relativa spetta all'Inter perché se chiagne e fotte un napoletano mi diverte; un milanese, meno. E così l'outing è completo. […] Oggi ce n'è un altro. Non un altro funerale, per fortuna. Un altro Torino, come un altro Napoli, un'altra Fiorentina, e chissà quante altre ancora ne verranno. Benvenute a tutte, anzi, bentornate. Questa disinvolta riesumazione ha un nome, si chiama Lodo Petrucci. Sulle ceneri della vecchia società può nascerne una nuova, dalla sera alla mattina, a patto di accettare la perdita di categoria e di adempire a poche altre formalità. Sarà che ho smarrito la fede. Ma ho come la sensazione che un paese che se ne frega di chi perde il lavoro ma legifera in tutta fretta per chi perde il tifo, sia a sua volta un paese a perdere.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

cap. Complimenti per la trasmissione

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“Il napoletano non chiede l'elemosina, ve la suggerisce.”

Leo Longanesi (1905–1957) giornalista, pittore e disegnatore italiano

Parliamo dell'elefante

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“Il giudizio universale
Io una volta sognavo sempre mio nonno materno, l'unico che conobbi.
Ogni tanto, in sogno, questo nonno mi dava certi numeri sicuri, ma io non li capivo mai bene, oppure appena mi svegliavo me li scordavo. Poi non si fece vedere più e io, non so perché, mi misi in testa che forse non voleva più usare un mezzo di comunicazione di massa così antico, qual è il sogno. E una notte, obbedendo a un richiamo, scesi dal letto, accesi la televisione e cominciai a cercare. Non mi ero sbagliato.
Infatti dopo un po' vidi la sua faccia di napoletano dell'800, i suoi baffi guappeschi. Stavolta non era come in sogno, l'immagine era chiara, l'audio era perfetto.
Insomma era l'occasione per avere tre numeri precisi, il nome di un cavallo, una schedina da un miliardo.
Ma feci un grosso errore. Anziché pensare subito a queste cose serie, volli prima avere qualche risposta alle antichissime e inquietanti domande che si è sempre posto l'uomo: il mistero della nascita dell'universo, il fondamento della teoria aristotelica sulla nascita di Dio. Dissi: prima del terno sicuro, voglio notizie di prima mano sull'immortalità dell'anima.
Dietro mia insistenza, il nonno mi stava per rivelare i misteri dell'aldilà, quando improvvisanente mi disse che lo chiamavano dalla regia. Alzò la cornetta del telefono e cominciò a fare di sì con la testa, proprio come fanno quelli del telegiornale. Quando riattaccò, disse che dalla regia avevano detto che su quelle cose non poteva dire niente, poteva dare solo i numeri e i cavalli.
Dissi: va bene, per adesso mi servono almeno cinquecento milioni, il mistero della vita e della morte lo posso scoprire dopo che mi sono comprato una bella macchina nuova e una villa a Capri. Ma dovette succedere qualcosa all'antenna. Il nonno sparì nell'effetto nebbia e non lo ritrovai più.”

Riccardo Pazzaglia (1926–2006) scrittore, giornalista e paroliere italiano

pagg. 41-42
Il brodo primordiale

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“I dialetti sono eterni. Gesù parlava in dialetto. Dante scriveva in dialetto. Il Padreterno, in cielo, parla in dialetto.”

Libero Bovio (1883–1942) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

citato in Renato de Falco, Del parlar napoletano http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p002, p. 13, Colonnese, Napoli, 2007 [1997]. ISBN 978-88-87501-77-3

“Si aggiunga che egli comprendeva l'urgenza di porre riparo ai mali più grandi che affliggevano l'organismo statale e la necessità di attrarre verso il trono gli elementi più responsabili del regno, da tempo sfiduciati e in disparte. Sia pure con dieci anni di ritardo, si tentava così quell'opera di riconciliazione, per la ricostruzione del paese, che sarebbe stato necessario affrontare dopo la restaurazione del '21. Ma quali forme assunse quel tentativo? Parve che in un primo momento esso riuscisse pienamente. Si determinò negli anni dopo il '30 un'atmosfera di idilliaca fiducia intorno al giovane sovrano, che reprime scandali, sradica abusi, richiama in patria gran numero di esuli, fa sentire in tutti i rami dell'amministrazione il peso della sua fattiva volontà di progresso civile, rivolge le sue cure maggiori alla ricostruzione dell'esercito, cura il benessere economico del paese, diminuisce le imposte, promuove le industrie — in modo che la Napoli industriale di allora è stata giudicata, sia pure con qualche amplificazione, dall'Arias o dal Barbagallo per nulla inferiore alle città del settentrione — dà incremento alla marina mercantile, traccia ed apre nuove vie di comunicazione, intraprende opere di bonifica, agevola con un protezionismo moderato e perfino con principi liberistici il commercio, tanto da meritare in pieno parlamento britannico le lodi di Robert Peel. Insomma una linea politica che apparve all'inizio in netto contrasto con quella dei suoi immediati predecessori. Intorno al re una classe di governo che appare sensibile alla necessità di riforme in tutti i campi dell'amministrazione e un notevole fervore di studi che ripropone il problema della revisione degli indirizzi economici dello stato napoletano e rimette sul tappeto, ravvivandoli, molti dei vecchi temi del riformismo settecentesco.”

Ruggero Moscati (1908–1981) storico italiano

cap. 7, p. 121
I Borboni d'Italia
Origine: Ferdinando II re delle Due Sicilie.

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“Il mercato paga. E poi si rimediano un sacco di cipollotte e di ciliegie. Un napoletano, a Pioltello, mi ha regalato un pesce. Ha cominciato a urlare: "Zanicca! Zanicca! Votate Zanicca."”

Iva Zanicchi (1940) cantante, conduttrice televisiva e politica italiana

Durante la campagna elettorale per le elezioni europee del 2004

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“[sul cronista aquilano Buccio di Ranallo] Il primo cronista che narrò con tono appassionato e con ritmo di epica solennità le vicende di quel comune rustico sorto tra le aspre montagne di Abruzzo da un potente sforzo di volontà compiuto dall'oppresso ceto contadinesco.”

Leopoldo Cassese (1901–1960) storico e archivista italiano

da Gli antichi cronisti aquilani, da Buccio di Ranallo ad Alessandro de Ritiis, in «Archivio storico napoletano» n. s. anno XXVII, 1941, v. LXI
Variante: [Riferendosi alla città dell'Aquila nella narrazione della cronaca di Buccio di Ranallo] [... ] quel comune rustico sorto tra le aspre montagne di Abruzzo da un potente sforzo di volontà compiuto dall'oppresso ceto contadinesco.

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“La sposa [Carolina Frendel] che scelgo è il modello delle mogli, che potrebbe compararsi alla Giulia di Rousseau.”

Gaetano Filangieri (1753–1788) giurista e filosofo italiano

citato in Elena Croce, La patria napoletana

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“Sarà perché sono napoletano e ce l'ho con lui per come ha usato Napoli, ma si sarà capito ormai che a me questo Malaparte non piace, non mi piace la sua orrificazione della realtà, soprattutto quella della Napoli del 1944 evocata ne La pelle, e non posso fare a meno di ricordare con quanta maggiore pietà e precisione, e un umanissimo sense of humour, quella stessa realtà fu descritta dall'inglese Norman Lewis”

Raffaele La Capria (1922) scrittore italiano

in Napoli ' 44, Adelphi
Origine: Da Malaparte gran bugiardo Il suo trucco c'è e si vede https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/aprile/21/Malaparte_gran_bugiardo_suo_trucco_co_9_090421077.shtml, Corriere della sera, 21 aprile 2009, p. 37.

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“[Su Paolo Isotta] È napoletano del Reame e continuatore della lingua poetica del "dolce stil novo" ottocentesco e adopera perciò parole giammai sconciate dall'inabilità dello spirito ma sempre vive di timbro e prodigio.”

Pietrangelo Buttafuoco (1963) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da un articolo de il Foglio; citato in Spassosa intervista a Paolo Isotta: "Nisciuno me può cchiammà 'Gay'. Io so' ricchione" http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/spassosa-intervista-paolo-isotta-nisciuno-me-puo-cchiamma-58738.htm, Dagospia.com, 2 luglio 2013.

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“La mia prima impressione del mio approdo a Napoli fu quello di una città caotica. I napoletani sono insolenti e maleducati […]. In ogni momento ti assalivano gridando in dialetto "Uè Gargà vien accà" magari per fare una foto. Il "per favore" a Napoli non esiste ma è una cosa unica vivere li. La città cambia dal giorno alla notte. Se le cosa vanno bene non puoi uscire di casa, se vanno male lo stesso.”

Walter Gargano (1984) calciatore uruguaiano

Origine: Da un'intervista rilasciata alla radio messicana RG la Deportiva; citato in Gargano: "Buffon impressionante, mi tolgo il cappello. Che difesa la Juve! I napoletani sono maleducati" http://m.tuttojuve.com/altre-notizie/gargano-buffon-impressionante-mi-tolgo-il-cappello-che-difesa-la-juve-i-napoletani-sono-maleducati-295624/, TuttoJuve.com, 4 maggio 2016.

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“Io non sono napoletano, ma di fronte a Peppino, non so come, mi capita sempre di diventarlo.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Citato in Pappagone e non solo, a cura di Marco Giusti, Mondadori, Milano, 2003.

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“[Su Mario Merola] È stato un grande rappresentante di Napoli, credo non ce ne siano altri dopo di lui. L'ho conosciuto molto bene e l'ho ospitato spesso nelle mie trasmissioni, per me Merola ha rappresentato una parte del popolo napoletano, anche se con spettacoli popolari. È un artista che è riuscito a portare questo genere di spettacolo in tutto il mondo.”

Marisa Laurito (1951) attrice, showgirl e cantante italiana

Origine: Citato in «Era grande e umile», Gigi D’Alessio lo paragona a Totò http://ricerca.gelocal.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2006/11/14/CT5PO_CT505.html, il Centro, 14 novembre 2006.

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