Frasi su scambio
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“È un chiaro messaggio questo scambio silenzioso di energia | Non serve un linguaggio quando è il tocco a dare la poesia.”

Nek (1972) cantautore e musicista italiano

da Le mie mani
Un'altra direzione

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“E[rri]: Per me alpinismo è viaggio di superficie, scambio tra due epidermidi, la roccia e le falangi delle dita. Alpinismo è per me aria aperta.”

Erri De Luca (1950) scrittore, traduttore e poeta italiano

Origine: Sulla traccia di Nives, p. 80

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“La maggior parte delle donne ha una dignità radicata, magari va a letto con chi vuole ma per altri motivi; e lavora sodo. Io e tutte le attrici che conosco abbiamo fatto scuole e provini; e poi le paure, e come lo pago l'affitto, e che fortuna mi hanno preso. Invece si sta diffondendo l'idea pericolosa per cui il mondo dello spettacolo è uno scambio di favori.”

Carolina Crescentini (1980) attrice italiana

Origine: Citato in Anna Maria Speroni, [//www.corriere.it/spettacoli/11_marzo_18/speroni-crescentini_75f00368-515f-11e0-b0a4-77b20470b36e.shtml “Sono un’attrice per meriti. E l’affitto me lo pago da sola”], Corriere.it, 18 marzo 2011.

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“Ciò che affascina in "Entrapment" è la delicatezza con cui si descrive la senilità di un eroe, capace di accettare con la femmina un continuo scambio di ruoli restando fedele ai propri codici di comportamento: "L'esperienza prima della confidenza."”

Tullio Kezich (1928–2009) critico cinematografico, commediografo e sceneggiatore italiano

Origine: Da "Entrapment" fa di Bond un vecchio eroe alla Svevo https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/maggio/15/Entrapment_Bond_vecchio_eroe_alla_co_0_9905157017.shtml, Corriere della Sera, 15 maggio 1999, p. 37.

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“Lo sviluppo cumulativo dei mezzi di scambio sul libero mercato è il solo modo in cui il denaro possa essere stabilizzato […] il governo è incapace di creare denaro per l'economia; ciò può solo essere sviluppato tramite i processi del libero mercato.”

Murray N. Rothbard (1926–1995) economista, filosofo e politico statunitense

Origine: Da What Has Government Done to Our Money?, Ludwig Von Mises Institute, 1963. ISBN 0-945466-44-7

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“Bonus di qua, bonus di là. Tecnicamente un voto di scambio. Tra Renzi e gli elettori lo stesso rapporto che c'è tra un giocatore e una slot machine. Ha creato un meccanismo di dipendenza.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

da un post https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1033796716676735 del 30 novembre 2015
Da Facebook.com

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“La poesia è la lingua madre della razza umana; così come il giardinaggio è più antico dell'agricoltura, la pittura della scrittura, il canto della declamazione, le similitudini dei sillogismi, lo scambio del commercio.”

Johann Georg Hamann (1730–1788) filosofo prussiano

Capitolo nono, Lo Sturm und Drang e Herder, p. 239
Citato in René Wellek, Storia della critica moderna, I. Dall'Illuminismo al Romanticismo.

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“Ulteriore questione: all'interno dello stereotipo di genere – interno, a sua volta, a quello dell'età – si trova, come in una scatola magica, uno stereotipo ancora più sottile, ma non meno insidioso. Quello della negazione. Occorrerebbe Goethe per spiegarlo. Occorrebbe il suo Faust, quando esclama. "Nemmeno un cane potrebbe vivere più a lungo così!". Certo che puoi, certo che devi, gli verrebbe risposto oggi. Il parmigiano reggiano – quello che propone come esempio di buona crescita un gruppo di bambini dove i maschi sono esploratori e scienziati e le femmine fanno le infermiere – mette accanto due donne e ammicca: "Ti scambiano per tua figlia?". Ecco: lo scambio madre figlia è il più frequente nelle campagne rivolte alle donne: che si tratti di creme o di prodotti dietetici, di cosmetici o di abiti, il parallelo viene ripetuto impietosamente. È la versione aggiornata e consumista della fiaba di Biancaneve, laddove a Grimilde viene proposto non di vivere come è stata fino a quel momento e come continua ad essere, semplicemente con alcuni anni in più, ma di vendicarsi, infine e una volta per tutte, della figliastra. Non serve avvelenarla, puoi essere lei. Per una madre, dovrebbe essere una proposta terribile: ma risulta seducente come la più fatale delle tentazioni di Mefistofele.”

Loredana Lipperini (1956) giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica italiana

Non è un paese per vecchie

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“Il M5S in Sicilia vince a Gela e ad Augusta, in Campania a Quarto. Vince perché non si è rivolto al voto di scambio, perché è stato l'unica vera alternativa alla vecchia politica. Questo, anche chi non condivide le istanze del Movimento e il suo modo di agire, deve riconoscerlo.”

Roberto Saviano (1979) giornalista, scrittore e saggista italiano

da un post https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/posts/10152965006651864 del 16 giugno 2015
Dalla pagina ufficiale Facebook.com

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“Parlo per la prossima generazione, non per la mia: i giocatori adesso sono più alti, più robusti, con le racchette si colpisce più forte, ma le regole non cambiano per rendere gli scambi più lunghi e più eccitanti. Non ricordo una partita emozionante basata solo sul servizio e sul punto al primo colpo, io per esempio cambierei l'altezza della rete. La gente vuole punti appassionanti, non scambi velocissimi.”

Rafael Nadal (1986) tennista spagnolo

Origine: Citato in Tennis, Nadal contro il tennis "troppo fisico": "Occorre cambiare le regole" http://www.gazzetta.it/Tennis/27-03-2016/tennis-nadal-contro-tennis-troppo-fisico-occorre-cambiare-regole-15014807510.shtml, Gazzetta.it, 27 marzo 2016.

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“Le centrali elettronucleari debbono essere installate nel Mezzogiorno, ma la loro costruzione non deve costituire un fatto isolato ed anarchico. È vero che l'energia nucleare è legata all'industrializzazione, ma la proposizione deve essere intesa non nel senso che l'energia nucleare deve venire dopo l'industrializzazione, bensì nel senso che l'energia nucleare e l'industrializzazione costituiscono due elementi che debbono e possono svilupparsi insieme. La creazione coordinata di distretti industriali da parte dello Stato, degli enti pubblici o privati e di società statali o private, comporta che si faccia un passo avanti rispetto ai criteri fino ad oggi applicati. Per effetto della legge 29 luglio 1957, n. 634, gli enti e le aziende sottoposte alla vigilanza del Ministero delle partecipazioni statali debbono effettuare nell'Italia centro-meridionale il 60% degli investimenti destinati a nuovi impianti, e comunque non meno del 40% degli investimenti totali. Tali investimenti sono stati per ora affidati prevalentemente, se non esclusivamente, alla discrezione dei singoli enti, i quali hanno scelto il luogo e la natura degli investimenti in base a criteri analoghi a quelli che valgono per gli operatori privati. Non sono infatti mancate pianificazioni, ma queste hanno avuto ad oggetto singoli settori produttivi e sono state realizzaye da un singolo ente.”

Giuseppe Guarino (1922) giurista e politico italiano

Giuseppe Guarino, Energia nucleare e industrializzazione nel Sud, in «Civiltà degli scambi», n. 34, 1959; citato in Felice Ippolito, La politica del CNEN, Il Saggiatore, Milano 1965.

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“Prima della liberazione, solo lo Stato usava il denaro. Lo usava per comprare vari prodotti nelle zone non ancora liberate per le necessità delle zone liberate sotto il suo controllo. Dopo queste esperienze, abbiamo chiesto il parere del popolo il quale giudicò che il denaro era inutile, poiché le cooperative erano già riuscite a gestire lo scambio dei beni fra loro. Quindi, in quel periodo, nelle zone liberate, che si estendevano lungo più del 90% del paese, con quasi cinque milioni di abitanti, avevamo già risolto questo problema. Quando la popolazione delle città fu evacuata nelle campagne, fu interamente presa in carico dalle cooperative. Questa pratica ci ha condotti a rinunciare al denaro fino ad ora. Quale sarà la situazione in futuro? Questo dipenderà dal nostro popolo. Se il popolo decide che sia necessario tornare a utilizzare il denaro, lo faremo.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Prima della liberazione, solo lo Stato usava il denaro. Lo usava per comprare vari prodotti nelle zone non ancora liberate per l'uso delle zone liberate sotto il suo controllo. Dopo queste esperienze, abbiamo chiesto il parere del popolo; giudicò che il denaro era inutile, siccome le cooperative avevano già risolto lo scambio dei beni fra di esse. Quindi, in quel periodo, nelle zone liberate, che si estendevano lungo più del 90% del paese, con quasi cinquemilioni di abitanti, avevamo già risolto questo problema. Quando la popolazione delle città fu evacuata nelle campagne, fu totalmente assorbita nelle cooperative. Questa pratica ci ha condotti a rinunciare al denaro per ora. Cosa sarà la situazione futura? Questo dipenderà dal nostro popolo. Se il popolo decide che sia necessario tornare a utilizzare il denaro, lo faremo.

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“Dopo essere stata una colonia tedesca, il Ruanda è diventato nel 1918, in seguito alla sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, una colonia belga, vale a dire un paese francofono. Qualità che più tardi, ottenuta l'indipendenza, gli ha consentito di entrare nel privilegiato club dei paesi africani protetti dalla Francia. In quel club conta senz'altro il fascino per la cultura francese. Conta altresì la preferenza per i prodotti e la tecnica francesi ben inteso, anche se gli scambi con l'Africa francofona rappresentano soltanto il 3 per cento del commercio con l'estero di Parigi. In compenso i vari regimi hanno la garanzia di essere assistiti dall'Armée. Così quello ruandese, dominato dalla maggioranza hutu (85 per cento della popolazione) ha avuto un appoggio militare quando è cominciato il conflitto con la minoranza tutsi. La quale aveva tra l'altro un difetto, quello di essere per lo più anglofona, per via degli stretti rapporti con la vicina Uganda, ex colonia britannica. È dunque con armi e istruttori forniti dai francesi, che è cominciato il genocidio dei tutsi compiuto dalle milizie hutu. Ed ora che i primi, i tutsi, hanno vinto, e che gli hutu fuggono per timore di essere a loro volta massacrati, i francesi intervenuti per ragioni umanitarie sono costretti a proteggerli, e con loro proteggono gli autori del genocidio.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Dopo essere stata una colonia tedesca, il Ruanda è diventato nel 1918, in seguito alla sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, una colonia belga, vale a dire un paese francofono. Qualità che più tardi, ottenuta l'indipendenza, gli ha consentito di entrare nel privilegiato club dei paesi africani protetti dalla Francia. In quel club conta senz'altro il fascino per la cultura francese. Conta altresì la preferenza per i prodotti e la tecnica francesi ben inteso, anche se gli scambi con l'Africa francofona rappresentano soltanto il 3 per cento del commercio con l'estero di Parigi. In compenso i vari regimi hanno la garanzia di essere assistiti dall'Armée. Così quello ruandese, dominato dalla maggioranza hutu (85 per cento della popolazione) ha avuto un appoggio militare quando è cominciato il conflitto con la minoranza tutsi. La quale aveva tra l'altro un difetto, quello di essere per lo più anglofona, per via degli stretti rapporti con la vicina Uganda, ex colonia britannica. È dunque con armi e istruttori forniti dai francesi, che è cominciato il genocidio dei tutsi compiuto dalle milizie hutu. Ed ora che i primi, i tutsi, hanno vinto, e che gli hutu fuggono per timore di essere a loro volta massacrati, i francesi intervenuti per ragioni umanitarie sono costretti a proteggerli, e con loro proteggono gli autori del genocidio.

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