Frasi su special
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“Mi piace perché ora osservo il processo di elaborazione della diagnosi invece di essere continuamente frustrato come accade alla nuova squadra.”

Jesse Spencer (1979) attore australiano

citato nei contenuti speciali dei DVD della quarta stagione di Dr. House, Universal Pictures

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“[Riferito a Lleyton Hewitt dopo il torneo di Adelaide del 1998] Tutti abbiamo capito che aveva qualcosa di speciale.”

Tony Roche (1945) tennista australiano

Origine: Citato in Le sette vite di "Rusty" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/10/23/791165-sette_vite_rusty.shtml, Ubitennis.com, 23 ottobre 2012.

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“Mi mancano le sfide con la Juventus. Mi sono sempre piaciute, non importa con che maglia la affronti quando giochi contro la Juventus ci sono sempre motivazioni speciali, giochi contro la storia, la tradizione, milioni di tifosi…”

Ronaldo (1976) calciatore brasiliano

Origine: Citato in Juventus, Ronaldo: «Con questo stadio già nel futuro» http://www.calcionews24.com/juventus-ronaldo-con-questo-stadio-gia-nel-futuro-313508.html, Calcionews24.com, 20 aprile 2013.

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“Soffro se qualcuno pensa o scrive che gli effetti speciali di Star Wars hanno impoverito la fantasia creativa del cinema. Star Wars è stato per me un sogno reale ed esoterico al tempo stesso: sono qui per dirvelo anche con i mezzi digitali, ma prima con la mia passione di narratore di storie armato di parole, emozioni, cinepresa.”

George Lucas (1944) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Citato in Giovanna Grassi, Lucas: dopo «Star Wars» addio fantascienza https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/maggio/17/Lucas_dopo_Star_Wars_addio_co_0_0205178671.shtml, Corriere della sera, 17 maggio 2002.

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“[Riferito allo special The Star Wars Holiday Special] Se avessi tempo e un martello, rintraccerei ogni copia dello show e la distruggerei”

George Lucas (1944) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense

citato in The Star Wars Holiday Special http://www.tvparty.com/70starwars.html, TVParty!.com, maggio 2005

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“Il destino comune a tutti i fondatori di sette o di scuole filosofiche non ha risparmiato il grande Tolstoj.
I suoi discepoli appartengono a tre categorie: gli uni si occupano del loro perfezionamento morale interiore e hanno l'aria di disprezzare ogni attività politica.
Sono questi gli adoratori della lettera della legge.
Gli altri abbandonano i sentieri battuti della vita, la loro posizione privilegiata, rinunciano alla loro fortuna, scendono in basso nella piramide sociale e guadagnano la vita col lavoro fisico. Sono i volontari del fronte del lavoro del genere umano.
Infine gli ultimi, senza abbandonare le loro conoscenze speciali, mettono proprio queste al servizio delle masse popolari. Sono essi i servitori del popolo.
Gli adepti della prima categoria "i puri masticatori della lettera", sono rari nell'ambiente del Maestro. Oltre al perfezionamento personale e interiore, quasi tutti si incaricano di copiare, pubblicare e far leggere gli scritti proibiti. È questa un'attività utile per gli altri.
La seconda categoria ha prodotto molte felici e potenti comunità agricole, coltivatori eccellenti e illuminati in Russia, in America e altrove.
La terza infine dà ai popoli dei servitori e degli amici capacissimi, di una completa devozione e di un assoluto disinteresse.
Tale era il dottor Duscian Makovitzkij, amava i poveri e li curava con devozione, senza posa e quasi sempre gratuitamente.”

Victor Lebrun (1882–1979) scrittore e attivista francese

Origine: Devoto a Tolstoj, pp. 56-57

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“No, non esiste la mafia. La mafia è un modo d'essere, di pensare. È una cultura che non è la mia.”

Marcello Dell'Utri (1941) politico italiano

dall'intervista di Piero Chiambretti a L'inviato speciale, 2 ottobre 1997; citato in Dell'Utri a Chiambretti: "La mafia? È un modo di pensare e non è il mio" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/ottobre/02/Dell_Utri_Chiambretti_mafia_modo_co_0_9710022934.shtml, Corriere della sera, 2 ottobre 1997, p. 17

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“Vent'anni fa, Leopold Mapple era il giovane scienziato più brillante del nostro corso per studenti superdotati all'Istituto di Scienze di Londra. Era un ragazzone di cento chili, roseo e ben vestito. Lo si sarebbe potuto prendere per un ricco rampollo nullafacente: invece era lo scienziato più importante nella ricerca sulla fisica subatomica. Ma era anche il più inveterato gaudente, mangione, bevitore, tabagista, donnaiolo e cultore di ogni altra cosa dai più chiamata vizio. Spesso veniva richiamato dal nostro rettore, gran lucertolone calvinista, ad un atteggiamento più morale, ma Apple gli rispondeva sempre: "Sono uno scienziato e ho studiato con attenzione il mondo: e dico mai, nelle mie osservazioni, né col microscopio, né con con la camera a bolle, né con le analisi chimiche, né coi raggi X ho mai visto apparirmi una cosa chiamata 'morale'. Era infatti Leopold Mapple, l'uomo più radicalmente ateo, più rigidamente materialista, più lontano da qualsiasi sbavatura filosofica o mistica, che io avessi conosciuto. Per lui tutto era materia, numero, osservazione, confronto, realtà: su tutto il resto egli spargeva abbondantemente la sua risata fragorosa, ben conosciuta in tutte le birrerie londinesi. "C'è un solo mezzo", egli ripeteva spesso, "per elevarsi da questa terra: ed è possedere una velocità superiore a 11,45 chilometri al secondo: tutto il resto è carburante per la superstizione e l'ignoranza." E a questo suo monolitico approccio all'esistenza, egli si manteneva coerente. Radunava un gruppo di amici, io, il dottor Hyde, e Bohr, e Fermi e Jacobson e ci trascinava nella Londra notturna. Mangiava e beveva smodatamente: "Nulla teoria, sine hosteria,"diceva e aggiungeva: "Certo non ci si ciba in fondo che di molecole, ma tra un piatto di idrogeno e un pasticcio di maiale, c'è una bella differenza." E a chi gli diceva che diventa sempre più grasso, rispondeva: "Nell'Universo, le cose grosse sono più rare delle piccole: pochi elefanti, molte zanzare, pochi grandi stelle, tanti pianetini." Insomma, un tipo piuttosto bizzarro, l'avrete capito: ma l'eccezionale bravura scientifica e l'allegria contagiosa, lo rendevano simpatico a tutti. Piaceva anche alle donne, anche se lui ripeteva spesso:"Considero ogni parola detta a letto, oltre le sei, come una conferenza, e come tale mi riservo di abbandonarla." Questo suo carattere gli causava anche qualche guaio, come una volta, quando vide alcuni bambini fermi davanti a un presepe sotto Natale. Subito volle spiegare loro: uno, che Gesù Bambino non poteva essere nato seminudo nella capanna perché sarebbe morto assiderato entro pochi minuti, due, che la Madonna non poteva averlo partorito restando vergine perché la fecondazione artificiale è stata inventata quasi duemila anni dopo, e tre, che se veramente sulla capanna fosse arrivata una cometa avrebbe ridotto tutta la Palestina a una voragine fumante. Inoltre i pastori che arrivavano con le pecore probabilmente non erano venuti per regalarle, ma per venderle come è loro abitudine, e che i tre re magi erano la più grande delle fandonie perché mai nella storia un re si è fatto una cammellata nella notte per andare a portare dei doni a un bambino nudo, magari a una bambina di sedici anni sì, ma a un neonato mai nei secoli dei secoli amen e dopo, siccome i bambini erano piuttosto choccati, li portò tutti in una pasticceria e offrì loro una montagna di kraffen dicendo: prendete e mangiate, eccovi dio infinitamente buono nella sua santa trinità di crema, marmellata di arance e cioccolato. Fu denunciato dai genitori, e si guadagnò una nota di biasimo dal rettore, che però non lo espulse perché proprio in quei mesi Mapple stava ultimando un esperimento straordinario: era riuscito a costruire una camera a bolle speciale dove era sicuro di scoprire la terza forza elementare, la forza che, diceva, sta all'origine di tutte, e non è né onda né particella, qualcosa di completamente diverso, e definitivo. "Farò l'ultimo strip-tease alla cosiddetta materia," ci disse, troneggiando tra macerie di lattine di birre, a una festa organizzata la sera prima dell'esperimento. "E quello che resterà alla fine, sarà il principio: altroché Buddha e Javeh e Visnù e altri figuri metà uomo e metà cane e splendenti e resuscitanti e volanti e sibilanti su e giù per il cielo. Basta con il traffico aereo degli impostori! Quello che troveremo al termine del mio esperimento, sarà Dio a tutti gli effetti di legge: ciò da cui tutto è composto, e creato, e causato: una particella, un'onda, una relazione. Non lancerà fulmini, nel suo nome nessun profeta sarà costretto a massacri, non avrà bisogno di travestirsi da toro di legno per scopare: sarà una formula, tutto lì. Gioiosa, semplice, tangibile, consistente, divulgabile nelle scuole, utilizzabile in industria. Ragazzi quel giorno andrò dal rettore e gli dirò: 'faccia mettere questa formula nel presepe al posto di Gesù Bambino. E vedrà se giuseppi e marie e pastori e pecorelle e reganti cammellari e angeli trombettieri non ci faranno la figura dei fessi!" Noi scoppiammo a ridere, qualcuno era un po' scandalizzato, ma Mapple ci travolse, beveva e cantava e petava come un cavallo gridando: "In interiore hominis vox veritatis!" e passammo in rassegna tutte le bettolacce di Sub-Chelsea e per contare i tappi di birra fatti saltare Bohr disse che ci sarebbe voluta un'equazione complessa, e tornammo a casa ubriachi fradici. Il giorno dopo, fragoroso come sempre, Mapple arrivò all'Istituto per l'esperimento. "Bene," disse "ora prendiamo un bell'atomo grassotto e prendiamolo a cazzotti finché non gli cascano giù tutti gli elettrodentoni." Era questo un suo modo colorito di definire gli esperimenti subatomici. Un giovane tecnico si calò nella grande camera a bolle, dentro la quale sarebbe avvenuto il bombardamento, fino all'ultima particella. Quella mattina Mapple era particolarmente euforico, e ben farcito di birra. Non si accorse che il tecnico si era sdraiato a terra per controllare la temperatura del suolo. Così lo chiuse senza accorgersene dentro la camera e iniziò il bombardamento. L'esperimento durò otto giorni: per quel tempo, il reparto restò chiuso a tutti. Il nono giorno ecco arrivare Mapple in smoking, reduce dalla solita notte di baldoria. C'eravamo tutti con lui, mentre si avviava alla camera nucleare: "Ragazzi", egli gridava, facendo roteare il bastone d'avorio, "le nuvole di duemila anni di incensi religiosi stanno finalmente per dissolversi. Migliaia di preti invaderanno gli uffici di disoccupazione in tutto il mondo. Nessun bambino verrà mai più atterrito da purgatori e inferni! Le marmellate in cima agli armadi verranno sterminate, senza paura di ritorsioni. Nelle chiese risuonerà, liberatorio, il tintinnio dei brindisi. Suore nude si concederanno a rabbini infoiati, ex voto, ex stole, ex messali, tiare, sottanoni e paramenti e ultime cene tutto brucerà, nello stesso fuoco in cui la chiesa ha bruciato i libri, gli eretici, i villaggi degli infedeli. L'ultima crociata è giunta! L'umanità è salva! Cristo è disceso in terra, anzi è sempre stato lì, e io ve lo mostrerò! La causa causarum, la sacra particula, il colui da cui, il primo motore, l'ordo initialis, l'uovo cosmico, il fabbro celeste, il danzatore eterno, l'occhio del Buddha, il kkien, il waugwa, il primo bit, il supremo artefice! Presto a voi in tutto il suo scientifico splendore! Seguitemi!" E noi lo seguimmo, eccitati, fin davanti la porta sigillata della camera dell'esperimento, e trattenemmo il fiato insieme a lui, quando lui aprì la porta e vide… vide… Vide il tecnico, con la barba lunga, i capelli incolti, con il viso scavato da otto giorni di digiuno, e il camice bianco strappato, che alzava al cielo le mani bruciate dalle ustioni radioattive e gridava: "Sono qui! Sono io, Mapple, finalmente mi hai trovato!" Descrivere il viso di Mapple in quel momento, non mi è possibile: diventò bianco come un marmo, gli occhi sembrarono uscirgli dalle orbite, ed egli lanciò un urlo, un urlo che fece tremare i vetri dell'Istituto, e i nostri cuori. "Nooooooooooooooooo!" Fuggì, travolgendo tutti. Nessuno di noi riuscì a raggiungerlo per spiegargli cos'era veramente successo. Sparì nel nulla e riapparve solo dopo molti giorni, la barba lunga, gli occhi rossi: capimmo subito che era uscito di senno. "Mapple," cercammo di spiegargli "quello che hai visto era solo il tecnico dell'Istituto, rimasto chiuso nella tua camera atomica per otto giorni!" "No amici," egli disse con voce ispirata, "era Dio! In fondo a ogni atomo c'è Dio." Due mesi dopo partì, con questa strana astronave, nello spazio. Da quel giorno egli vola per le galassie, portando la Religione ovunque, nelle stazioni spaziali, nei pianeti, nelle astronavi: non c'è culto o rito o confessione che egli non conosca e commerci. Cosi sia.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“La cosa positiva è che si è creato un legame tra il passato e il presente. Il mio record era latente fino a quando non è arrivato Nadal. Non ho avuto alcun premio perché non ho battuto nessun record. Questa è la vita. È il nostro sport. Il tennis è speciale. Non stiamo parlando di persone migliori di altre. Il record pone il limite e poi sei tu che devi oltrepassare questo limite. Il tennis si basa sul Gran Slam, sui tornei.”

Guillermo Vilas (1952) tennista argentino

Origine: Il riferimento è al numero di match consecutivi vinti sulla terra battuta (53), battuto dallo stesso Nadal (81). Citato in L'intervista: Vilas, il re spodestato http://www.tennisitaliano.it/lintervista-vilas-il-re-spodestato, Tennis Italiano, 1 giugno 2006.

“Da ragazzino giocavo a football americano, ma tutti dicevano che ero più bravo come calciatore ed eccomi qui.”

Johnny Saelua (1988) calciatore samoano americano

citato in Andrea Sorrentino, Johnny, uno stopper speciale è il primo trans da Mondiali http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/11/26/johnny-uno-stopper-speciale-il-primo-trans.html, la Repubblica, 26 novembre 2011

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“L'essenza dei film di Tarantino non sono la violenza e l'azione, ma l'analisi introspettiva della mente e dell'animo di persone violente.”

David Carradine (1936–2009) attore e artista marziale statunitense

intervista in inglese sottotitolata in italiano, tratta da The Making of "Kill Bill Vol. 2" in Contenuti speciali, Kill Bill vol. 2, Dvd Miramax Home Entertainment

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“Monty era meraviglioso, faceva sentire speciale ogni persona che incontrava. Tutti lo amavano.”

Augusta Dabney (1918–2008) attrice statunitense

citato in Michelangelo Capua, Montgomery Clift, vincitore e vinto, Lindau Editore, 2009. ISBN 9788871808086

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“È incredibile come il tuo fisico e la tua mente reagiscano quando la pressione è spinta al limite. Ti riescono cose che non ti credi capace di poter realizzare. È stata una giornata di grazia e un merito speciale va al mio avversario, che ha saputo giocare a questo livello.”

Tiger Woods (1975) golfista statunitense

Origine: Citato in Riccardo Romani, Tiger, futuro da presidente https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/agosto/22/Tiger_futuro_presidente_co_0_0008225234.shtml, Corriere della sera, 22 agosto 2000.

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“Ho sempre avuto un rapporto speciale con quel torneo. È lo Slam più importante e ha giocato un ruolo determinante nella mia ascesa al vertice della classifica. Nel 2001, negli ottavi, sconfissi Sampras sul centrale 7-5 al quinto set: quel successo mi diede la convinzione di poter essere competitivo contro chiunque. Mi sono sempre piaciuti l'atmosfera di Wimbledon, le sue tradizioni e il suo stile un po' snob.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2004
Origine: Dall'intervista di Gaia Piccardi, Tennis, Totti, una mucca: il mondo di Federer https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/novembre/15/Tennis_Totti_una_mucca_mondo_co_9_041115106.shtml, Corriere della sera, 15 novembre 2004.

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“Non sono né matto né speciale, ho sul fianco il tuo pugnale ma ammazzarmi ce ne vuole.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da Secondo te? n. 7
Da casa a casa

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“Casi sono due(I). Casistica della Guerra, divulgata (estate 1917) e divenuta popolare (Petrolini), rispecchia parte dell'indole italiana. «Fra poco sarai sottoposto a nuova visita medica ed i casi sono due: o ti fanno non idoneo o ti fanno idoneo; se ti fanno non idoneo te ne freghi; se ti fanno idoneo i casi sono due: o ti mettono in armi speciali od in fanteria; se ti mettono in armi speciali te ne freghi; se ti mettono in fanteria i casi sono due: o ti mandano in zona di guerra o ti mandano in territorio di pace; se ti mandano in territorio di pace te ne freghi; se ti mandano in zona di guerra i casi sono due: o ti mettono ai servizi speciali o ti mandano in trincea; se ti mettono ai servizi speciali te ne freghi; se ti mandano in trincea i casi sono due: o sei ferito leggermente o sei ferito gravemente; se sei ferito leggermente te ne freghi; se sei ferito gravemente i casi sono due: o vai all'altro mondo o guarisci; se guarisci te ne freghi; se vai all'altro mondo i casi sono due: o vai in paradiso o vai all'inferno; se vai in paradiso te ne freghi; se vai all'inferno i casi sono due: o trovi Cecco Beppe o non lo trovi; se non lo trovi te ne freghi; se lo trovi i casi sono due: o lui impicca te o tu impicchi lui; se tu impicchi lui te ne freghi; se lui impicca te, requie all'animaccia tua.»”

Alfredo Panzini (1863–1939) scrittore e critico letterario italiano

N.B. Questo classico me ne frego non so se, in basso, sia filosofia, ma in alto è delitto. Vedi E CHI SE NE FREGA. MENEFREGHISMO.
Dizionario Moderno

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“Io non sono House, sono solo l'attore che lo interpreta.”

Hugh Laurie (1959) attore, scrittore e musicista britannico

citato nei contenuti speciali dei DVD della quarta stagione di Dr. House, Universal Pictures

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“New York è stupefatta, sconvolta nelle antiche regole e nelle convinzioni. Le luminarie natalizie sono meno festose, in giro non si vedono i soliti disoccupati vestiti da Babbo Natale. […] Le bancarelle con i poster conciliano dolore e commercio, c'è la memoria della paura.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Speciale Il Fatto "New York senza stelle" (24 dicembre 2001)
Con Michail Gorbacev; un bilancio della perestroika, L'11 settembre: nella New York ferita

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“Ti senti un po' come a giocare in un museo. Penso sia questo il motivo per cui molti giocatori l'apprezzano. Perché da tennista cresci sapendo che Wimbledon è il più ambito tra i titoli dello Slam, ha un'aura speciale attorno a sé.”

Dmitrij Tursunov (1982) tennista russo

Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/07/31/108596-citazioni_bordo_campo_luglio.shtml, Ubitennis.com, luglio 2008.

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“Ma quanto è bello andare in giro per i lidi ferraresi, se hai un Califfo de Lux che ti da dei problemi.”

Andrea Poltronieri (1965) comico, polistrumentista e cantante italiano

da Califfo de lux, n. 20, parodia di 50 special dei Lunapop
La sapienza e la validità

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“[Sulla medaglia d'oro olimpica] Per me fu più grande di uno Slam, più speciale. Stare sul podio, sentire il tuo inno nazionale e avere la medaglia attorno al collo, vedere gli altri atleti che ti applaudono. È una sensazione differente, decisamente unica e assolutamente più speciale.”

Steffi Graf (1969) tennista tedesca

Origine: Dall'intervista "L'oro di Atlanta fu ultraterreno" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/07/22/747726-atlanta_ultraterreno.shtml, traduzione di Riccardo Nuziale, Ubitennis.com, 23 luglio 2012.

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“[…] quel giorno speciale Daniela velluto di cuore e di mani | finiti gli esami fu preda del luglio […].”

Max Gazzé (1967) cantautore e bassista italiano

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