Frasi su stesso
pagina 34

William Somerset Maugham photo

“Il Tao. Alcuni di noi cercano la Via nell'oppio e altri in Dio, alcuni nel whisky e altri nell'amore. È sempre la stessa Via e non porta da nessuna parte.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

Origine: Da Il velo dipinto, traduzione di F. Salvatorelli, Adelphi, 2011. ISBN 9788845925733

Camillo Benso Cavour photo
Camillo Benso Cavour photo
Fernando Pessoa photo

“Siediti al sole. Abdica e sii re di te stesso.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

da Una sola moltitudine, a cura di Antonio Tabucchi con la collaborazione di M.J. de Lancastre, Adelphi, Milano 1984, vol. II, p. 29
Il poeta è un fingitore

Fernando Pessoa photo
Fernando Pessoa photo
Fernando Pessoa photo

“Questa è una giornata nella quale mi pesa, come un ingresso in carcere, la monotonia di tutto. Ma la monotonia di tutto non è altro che la monotonia di me stesso.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

1992, p. 34
Il libro dell'inquietudine

Jane Austen photo
Francis Scott Fitzgerald photo
Francis Scott Fitzgerald photo
Francis Scott Fitzgerald photo
Francis Scott Fitzgerald photo
Ludwig Feuerbach photo

“L'essere assoluto, il Dio dell'uomo, è l'essere stesso dell'uomo.”

Ludwig Feuerbach (1804–1872) filosofo tedesco

L'essenza del cristianesimo

Ludwig Feuerbach photo
Ludwig Feuerbach photo
Ludwig Feuerbach photo
Ludwig Feuerbach photo
Georges Louis Buffon photo

“Se non esistessero gli animali l'uomo sarebbe ancora più incomprensibile a se stesso.”

Georges Louis Buffon (1707–1788) naturalista, biologo e zoologo francese

Origine: Citato in Giorgio Celli, Da Socrate a Darwin, presentazione a I filosofi e gli animali, a cura di Gino Ditadi, vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994, p. XVIII. ISBN 88-85944-12-4

Vivekananda photo

“La cristianità deve diventare tollerante prima che il mondo desideri unirsi con essa in una carità comune. Dio non ha lasciato Se stesso senza una testimonianza in ogni cuore, e gli uomini, soprattutto coloro che seguono Gesù Cristo, dovrebbero voler ammettere questo.”

Vivekananda (1863–1902) mistico indiano

citato in Swami Vivekananda - Buddha, Cristo e Maometto http://www.ramakrishna-math.org/index.php?option=com_content&view=article&id=90:swami-vivekananda-buddha-cristo-e-maometto&catid=34:swami-vivekananda&Itemid=73

Vivekananda photo
Hans Fallada photo
Platone photo
Platone photo
Platone photo
Platone photo
Platone photo
Ernst Bloch photo
Diego Armando Maradona photo
Diego Armando Maradona photo
Sergej Aleksandrovič Esenin photo
Morgan photo
Morgan photo

“Sto ingurgitando l'esistenza, sbranando me stesso e la mia vita. Mi trovo a mio agio con l'auto-sbranamento, è una condizione che mi sono scelto io, voglio essere libero di decidere anche l'ora in cui dovrò morire. Sono credibilmente anarchico, parto dal fatto che ho dei principi etici, e quindi posso comportarmi come voglio. Non tiro i sassi alle finestre della tv, ma decido di provare a cambiare il sistema dall'interno, credendo di contribuire a renderlo migliore.”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

Origine: Dall'intervista di Matteo Cruccu, Morgan: «Mi sbrano la vita e me ne vanto» https://web.archive.org/web/20090210101226/http://archiviostorico.corriere.it/2008/novembre/15/Morgan_sbrano_vita_vanto__co_7_081115053.shtml, Corriere della sera, 15 novembre 2008, p.17

Thomas Merton photo

“Se la coscienza fosse la pura coscienza dell'amore (come lo vide Rilke), allora il nostro amore sarebbe immediato e spontaneo come la vita stessa.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Origine: Presentazione a "Canto all'amore", p. X

Thomas Merton photo
Thomas Merton photo

“Tutto l'amore che non è dono di se stesso totalmente libero e spontaneo, ha in sé un presagio di morte.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Origine: Presentazione a "Canto all'amore", p. XIII

Alexander Sergejevič Puškin photo

“Ella è convinta che il suo sguardo lacrimoso sia irresistibile – e se pensasse lo stesso del suo riso certamente non farebbe che sorridere.”

Alexander Sergejevič Puškin (1799–1837) poeta, saggista, scrittore e drammaturgo russo

da Un festino durante la peste, in Opere

John Maxwell Coetzee photo

“Il libro di Tom Regan [Gabbie vuote] è una bruciante accusa circa il modo in cui trattiamo gli animali in un mondo che abbiamo costruito a nostro completo vantaggio e ci fornisce una disamina definitiva sul fatto che gli animali sono o dovrebbero essere titolari di diritti nello stesso modo in cui lo sono gli umani.”

John Maxwell Coetzee (1940) scrittore e saggista sudafricano

Origine: Citato in Tom Regan, Gabbie vuote: La sfida dei diritti animali, traduzione di Massimo Filippi e Alessandra Galbiati, Edizioni Sonda, Casale Monferrato, 2005, quarta di copertina. ISBN 88-7106-425-9

Henry James photo
David Lloyd photo
Charles M. Schulz photo
Terence Hill photo
Laurence Olivier photo

“Mentre scendevamo mi disse: "Oh, deve stare attento, l'entrata è un po' scomoda". "Lo so, grazie," risposi. Questa storia cominciava ad annoiarmi. […] Diedi un colpo alla porta di pesante tela e mi lanciai attraverso con decisione. Naturalmente inciampai sul gradino, volai per aria e, prima di rendermi conto di cosa fosse successo, mi ritrovai con i denti ben conficcati tra una lampadina rossa e una blu in mezzo alle luci della ribalta. Stavo recitando in un teatro molto capiente, il che significa che qualunque sia la reazione degli spettatori arriva con la forza di un tuono a chi sta davanti a loro sul palcoscenico. Il volume di quella reazione specifica mi rintronò per un secondo o due. Mi rimisi in piedi in qualche modo, spolverandomi un po' i vestiti e stetti fermo per un attimo a scrutare il pubblico; poi mi girai e gettai uno sguardo a Ruby Miller che era sufficientemente professionista da non muovere un capello. Tornai a guardare il pubblico con aria supplichevole, ma non sembrava intenzionato a rinunciare così facilmente alla più grande risata del secolo. Nei molti anni trascorsi da allora a oggi ho recitato con gioia in numerose commedie […] Mi sono illuso di poter generalmente conquistare il livello di risate che io o la situazione comica meritavamo, ma ho sospirato invano; mai, proprio mai, nella mia vita ho sentito un suono così esplosivo e alto come il gioioso clamore sollevato da quel pubblico. Tutte le volte che ho pensato di avere motivo per essere soddisfatto di me stesso, il ricordo della mia prima entrata su un palcoscenico professionale ha immediatamente ristabilito il mio senso di equilibrio. Avanzai con aria miserevole sul palcoscenico verso Ruby e sedetti al suo fianco sul divano, lasciando che lei, con il suo fantastico senso della sincronizzazione, da grande esperta, facesse smettere quelle risate. […] Finalmente la mia parte sulla scena si concluse, mi alzai, mi chinai a baciare la mano a Ruby e uscii, questa volta evitando il gradino, piacevolmente accompagnato da un breve, allegro scoppiettio di applausi da parte di quel generosissimo pubblico. Al che mi montai la testa, in un allarmante risorgere di presunzione.”

Laurence Olivier (1907–1989) attore e regista britannico

Origine: Confessioni di un peccatore, pp. 36-37

Margaret Thatcher photo
Margaret Thatcher photo
Margaret Thatcher photo
Margaret Thatcher photo

“Un uomo può scalare l'Everest per se stesso, ma al vertice pianterà la bandiera del suo paese.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

dalla conferenza del Partito Conservatore, 14 ottobre 1988

Michail Bulgakov photo
Nikolaj Alexandrovič Dobroljubov photo
Mao Tsé-Tung photo
Gottfried Wilhelm von Leibniz photo
Gottfried Wilhelm von Leibniz photo
Joseph Roth photo
Elias Canetti photo

“Lascialo rumoreggiare, applaude se stesso.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La tortura delle mosche

Elias Canetti photo
Elias Canetti photo
Elias Canetti photo

“Non c'è bisogno che vi ricordi [discorso di Kien ai libri della sua biblioteca] in modo particolareggiato la storia antichissima e superba delle vostre sofferenze. Scelgo soltanto un esempio per mostrarvi in maniera persuasiva quanto vicini siano odio e amore. La storia d'un paese che tutti noi in egual misura veneriamo, di un paese in cui voi avete goduto delle più grandi attenzioni e dell'affetto più grande, di un paese in cui vi si è tributato persino quel culto divino che ben meritate, narra un orribile evento, un crimine di proporzioni mitiche, perpetrato contro di voi da un sovrano diabolico per suggerimento di un consigliere ancor più diabolico. Nell'anno 213 avanti Cristo, per ordine dell'imperatore cinese Shi Hoang-ti − un brutale usurpatore che ebbe l'ardire di attribuire a se stesso il titolo di "Primo, Augusto, Divino" − vennero bruciati tutti i libri esistenti in Cina. Quel delinquente brutale e superstizioso era per parte sua troppo ignorante per valutare esattamente il significato dei libri sulla base dei quali veniva combattuto il suo tirannico dominio. Ma il suo primo ministro Li-Si, un uomo che doveva tutto ai propri libri, e dunque uno spregevole rinnegato, seppe indurlo, con un abile memoriale, a prendere questo inaudito provvedimento. Era considerato delitto capitale persino parlare dei classici della poesia e della storia cinese. La tradizione orale doveva venire estirpata a un tempo con quella scritta. Venne esclusa dalla confisca solo una piccola minoranza di libri; quali, potete facilmente immaginare: le opere di medicina, farmacopea, arte divinatoria, agricoltura e arboticoltura − cioè tutta una marmaglia di libri di puro interesse pratico. «Confesso che il puzzo di bruciato dei roghi di quei giorni giunge ancor oggi alle mie narici. A che giovò il fatto che tre anni più tardi a quel barbaro imperatore toccasse il destino che s'era meritato? Morì, è vero, ma ai libri morti prima di lui ciò non arrecò alcun giovamento. Erano bruciati e tali rimasero. Ma non voglio tacere quale fu, poco dopo la morte dell'imperatore, la fine del rinnegato Li-Si. Il successore al trono, che aveva ben capito la sua natura diabolica, lo destituì dalla carica di primo ministro dell'impero che egli aveva rivestito per più di trent'anni. Fu incatenato, gettato in prigione e condannato a ricevere mille bastonate. Non un colpo gli venne risparmiato. Fu costretto a confessare mediante la tortura i suoi delitti. Oltre all'assassinio di centinaia di migliaia di libri aveva infatti sulla coscienza anche altre atrocità. Il suo tentativo di ritrattare più tardi la propria confessione fallì. Venne segato in due sulla piazza del mercato della città di Hien-Yang, lentamente e nel senso della lunghezza, perché in questo modo il supplizio dura più a lungo; l'ultimo pensiero di questa belva assetata di sangue fu per la caccia. Oltre a ciò non si vergognò di scoppiare in lacrime. Tutta la sua stirpe, dai figli a un pronipote di appena sette giorni, sia donne che uomini, venne sterminata: tuttavia, invece di essere condannati al rogo, come sarebbe stato giusto, ottennero la grazia di venir passati a fil di spada. In Cina, il paese in cui la famiglia, il culto degli antenati, il ricordo delle singole persone sono tenuti così in gran conto, nessuna famiglia a mantenuto viva la memoria del massacratore Li-Si; solo la storia l'ha fatto, proprio quella storia che l'indegna canaglia, più tardi finita come ho detto, aveva voluto distruggere.”

1981, pp. 98-99
Auto da fé

Elias Canetti photo

“Com'è facile dire: trovare se stesso! Quanto ci si spaventa, quando davvero accade!”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

1946
La provincia dell'uomo

Boris Leonidovič Pasternak photo

“Cosa posso dirvi – rispose Jura. Si mosse irrequieto sulla seggiola, si alzò, fece alcuni passi e sedette di nuovo. – Prima di tutto, domani vi sentirete meglio, ci sono i sintomi, son pronto a farmi tagliare la testa. E poi: la morte, la coscienza, la fede nella resurrezione… Volete sapere la mia opinione di naturalista? Non sarebbe meglio un'altra volta? No? Subito? Bene, come volete. Solo che è una cosa difficile, così, di punto in bianco –…..
– La resurrezione. Nella forma più volgare in cui se ne parla, a consolazione dei deboli, mi è estranea. E anche le parole di Cristo sui vivi e sui morti io le ho sempre intese in un altro modo. Dove mettereste questi immensi eserciti arruolati in tutti i millenni? Non basterebbe l'universo, le divinità, il bene e il raziocinio dovrebbero cedere il posto. In quell'avida calca animalesca sarebbero schiacciati.
– Ma, nel tempo, sempre la medesima vita, incommensurabilmente identica, riempie l'universo, a ogni ora si rinnova di innumerevoli combinazioni e trasformazioni. Ecco, voi vi preoccupate se risorgerete o meno, mentre siete già risorta, senza accorgervene, quando siete nata.
– Sentirete dolore? Sente forse il tessuto la propria dissoluzione? Cioè, in altre parole, che sarà della vostra coscienza? Ma che cos'è la coscienza? Vediamo. Desiderare coscientemente di dormire è insonnia garantita, tentare coscientemente di avvertire il lavorio del propria digestione è esattamente perturbare la sua innervazione. La coscienza è un veleno, un mezzo di autoavvelenamento per il soggetto che la applica a se stesso. La coscienza è luce, proiettata al di fuori e che illumina la strada a noi, perché non si inciampi. La coscienza sono i fari accesi davanti ad una locomotiva che corre. Rivolgete la loro luce all'interno e succederà una catastrofe.
– Dunque, che sarà della vostra coscienza? Della vostra. La vostra. Ma voi cosa siete? Qui sta il punto. Guardiamo meglio. In che modo avete memoria di voi stessa, di quale parte del vostro organismo siete cosciente? Dei vostri reni, del fegato, dei vasi sanguigni? No, per quanto ricordiate, di voi vi siete sempre accorta di una estrinsecazione, in un atto, nelle opere delle vostre mani, in famiglia, fra gli altri. E, ora, state bene attenta. L'uomo negli altri uomini, ecco che cos'è l'anima dell'uomo. Ecco che cosa siete voi, ecco di che cosa ha respirato, si è nutrita, di che cosa si è abbeverata per tutta la vita la vostra coscienza. Della vostra anima, della vostra immortalità, della vostra vita negli altri. E allora? Negli altri siete vissuta, negli altri resterete. Che differenza fa per voi se poi ciò si chiamerà memoria? Sarete ancora voi, entrata a far parte del futuro.
– Un ultima cosa. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. La morte non esiste. La morte non riguarda noi. Ecco, voi avete parlato di talento, questa è un'altra cosa, una cosa nostra, scoperta da noi. E il talento, nella sua nozione più alta e più lata, è il dono della vita.
– Non vi sarà morte, dice Giovanni Evangelista: guardate come è semplice la sua argomentazione. Non vi sarà morte, perché il passato è ormai trascorso. Quasi come dire: non vi sarà morte, perché questo è già stato visto, è vecchio e ha stancato, e ora occorre qualcosa di nuovo e il nuovo è la vita eterna.
Parlando, Jura passeggiava per la stanza.”

Dormite, – disse accostandosi al letto e ponendo le mani sulla testa dell'inferma. Passò qualche minuto e Anna Ivànova cominciò ad assopirsi.
Silenziosamente Jura uscì dalla camera e disse alla Egòrovna di richiamare l'infermiera. «Che diavolo,- pensò,- sto diventando una specie di ciarlatano. Mi metto pure a fare scongiuri, a curare la gente imponendo le mani».
Il dottor Živago

Boris Leonidovič Pasternak photo
Alexandre Dumas (padre) photo
Alexandre Dumas (padre) photo
Anton Pavlovič Čechov photo
Anton Pavlovič Čechov photo
Carl Gustav Jung photo
Carl Gustav Jung photo
Carl Gustav Jung photo
Carl Gustav Jung photo
Maksim Gor'kij photo
Maksim Gor'kij photo

“Ognuno sia sacro a se stesso. Ecco. Appunto così: ogni uomo sia per se stesso sacrosanto!”

Maksim Gor'kij (1868–1936) scrittore e drammaturgo russo

Origine: Aneddoto, p. 145

Andy Roddick photo
Dean Martin photo
Dean Martin photo
Dean Martin photo
John Irving photo
John Irving photo
Francesco Guccini photo

“Chi glielo dice a chi è giovane adesso di quante volte si possa sbagliare, fino al disgusto di ricominciare perché ogni volta è poi sempre lo stesso.”

Francesco Guccini (1940) cantautore italiano

da Canzone per Piero
Stanze di vita quotidiana
Variante: Chi glielo dice a chi è giovane adesso | di quante volte si possa sbagliare, | fino al disgusto di ricominciare | perché ogni volta è poi sempre lo stesso.

Francesco Guccini photo
Francesco Guccini photo
Francesco Guccini photo
Alexandr Alexandrovič Blok photo
Alexandr Alexandrovič Blok photo

“Dimmi soltanto una parola e io rinnegherò tutto me stesso.”

Alexandr Alexandrovič Blok (1880–1921) poeta russo

Origine: La fidanzata di lillà. Lettere a Ljuba, p. 48

John Emerich Edward Dalberg-Acton photo
Papa Giovanni III photo
Jason Collins photo
Thomas Muster photo

“Fino a che l'uomo non è in Dio, necessariamente è prigioniero di se stesso. Se non siamo in Dio, ricadrò in me; e gli altri sono come me.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Il volto di Dio nel quotidiano

“Il vero bene comune degli uomini è l'uomo stesso.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Vita, morte, risurrezione

“Se non si salva l'uomo non si salverà niente, perché è l'uomo stesso che è chiamato a diventare il regno di Dio.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Vita, morte, risurrezione

“I diritti dell'uomo presuppongono che chiunque porti in se stesso il bene comune, che sia il bene comune, che sia un bene universale.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Quale uomo e quale Dio

Tom Regan photo
Tom Regan photo
Tom Regan photo
Tom Regan photo
Margarete Wallmann photo
Léon Blum photo