Frasi su tragico
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“Francesco di Sales nulla concede allo stile pagano che peraltro nelle antiche scuola ha già da tempo dismesso l'abito tragico.”

Salvatore Natoli (1942) accademico e filosofo italiano

da L'Esperienza del dolore: le forme del patire nella cultura occidentale, Feltrinelli Editore, 1986

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“Anni bailando bailando, Reagan-Gorbaciov, | danza la fama nel mondo, un tragico rondò.”

Raf (1959) cantautore italiano

da Cosa resterà degli anni '80
Cosa resterà

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“[A proposito del terremoto di Sendai del 2011] Mons. Orazio Mazzella, (1860-1939) arcivescovo di Rossano Calabro, all'indomani della tragedia fece una serie di riflessioni che vi riassumo (La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909).
In primo luogo le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio, che ci scuote e ci richiama col pensiero ai nostri grandi destini, al fine ultimo della nostra vita, che è immortale.
Infatti se la terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe sopra di noi un fascino irresistibile, non ci accorgeremmo che essa è un luogo d'esilio, e dimenticheremmo troppo facilmente, che noi siamo cittadini del cielo. […]
In secondo luogo, osserva l'arcivescovo di Rossano Calabro, le catastrofi sono talora esigenza della Giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi.
Alla colpa del peccato originale si aggiungono infatti, nella nostra vita, le nostre colpe personali; nessuno di noi è immune dal peccato e può dirsi innocente e le nostre colpe possono essere personali o collettive: possono essere le colpe di un singolo o quelle di un popolo: ma mentre Dio premia o castiga i singoli nell'eternità è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna, hanno un orizzonte terreno. […]
Terzo punto infine: le grandi catastrofi sono spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio.
Abbiamo detto infatti che nessuno, mettendosi la mano sulla coscienza, potrebbe dare a se stesso un certificato d'innocenza. Un giorno, quando il velo, che copre l'opera della Provvidenza, sarà sollevato, ed alla luce di Dio vedremo ciò che Egli avrà operato ne' popoli e nelle anime, ci accorgeremo che per molte di quelle vittime, che compiangiamo oggi, il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima da tutte le macchie, anche le più lievi, e grazie a questa morte tragica la loro anima è volata al cielo prima del tempo perché Dio ha voluto risparmiarle un triste avvenire. […]
Le grandi catastrofi sono certamente un male, però non sono un male assoluto, ma un male relativo, dal quale sorgono beni di ordine superiore e più universali. La luce della fede ci insegna che le grandi catastrofi, o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo. Perché il Cielo è il nostro destino eterno.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

da Riflessioni sul mistero del male – Intervento del prof. Roberto de Mattei a Radio Maria del 16 marzo 2011; citato in Corrispondenza Romana http://www.corrispondenzaromana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1560:intervento-del-prof-roberto-de-mattei-a-radio-maria-del-16-marzo-2011&catid=138:varie&Itemid=55=, 25 marzo 2011

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“Una delle défaillance più tragiche che la Chiesa ha subìto nella seconda metà del XX secolo è l'aver trascurato il dono dello Spirito Santo nel sacramento della penitenza.”

Joachim Meisner (1933–2017) cardinale e arcivescovo cattolico tedesco

Tragedia per la Chiesa: il sacramento della confessione dimenticato

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“Era, in effetti, entrato in azione quel fenomeno che alcuni storici hanno ritenuto di definire la «legge di Tocqueville»: tutte le volte, infatti, che un potere autoritario-dispotico e comunque arcaico (monarchia assoluta e Ancien Régime nel 1789), o anche totalitario, ma sarebbe meglio dire «imperfettamente totalitario» (fascismo mussoliniano nella catastrofe politico-militare del 1943), o «post-totalitario» (Chruščëv, nel 1956, e Gorbačëv, nel 1985-1989), cerca, in una situazione ritenuta difficile (altrimenti nulla verrebbe toccato), di mutare direzione e di attuare trasformazioni e riforme, spalanca attese e speranze che si rovesciano in una eterogenesi dei fini; proprio le attese e le speranze finiscono non già per rafforzare (se si esclude un momento liminare, come nella prima metà del 1956, o gli anni 1986-1987), ma per minacciare (1956), o addirittura demolire (1989-1991), l'impalcatura politica esistente. Quanto al totalitarismo, considerato nella sua fase «perfetta», disperata e tragica, l'unica esperienza che si ha del suo crollo (Germania nazionalsocialista, 1945) dimostra che esso può avvenire non assecondando un tentativo di autoriforma, ma in concomitanza con la guerra totale e con un parallelo processo di inarrestabile autodistruzione, alla guerra totale strettamente connesso.”

Bruno Bongiovanni (1947) storico italiano

Origine: Storia della guerra fredda, p. 96

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“Fin dall'inizio, più di un anno fa, c'era qualche analista di buon senso che credeva alla favola delle armi di distruzione di massa? Era evidente che la guerra in Iraq aveva altri scopi. Destituire quella personcina garbata che si chiama Saddam, spezzare i legami tra il regime di Baghdad e i palestinesi, creare nel cuore del Medio Oriente una possibile democrazia, come elemento scardinante di un pezzo di mondo dominato dall'integralismo. La questione dirimente, su cui non si possono fare analisi a tavolino, è l'esportabilità della democrazia. L'arrivo degli yankees, con il determinante corredo di aiuti economici, aveva saputo riportare libertà e civiltà in Germania, in Italia e in Giappone, le tre nazioni sconfitte nella seconda guerra mondiale. Ma un modello di cambiamento accaduto in passato non è garanzia di successo in altro tempo e altro luogo. Troppo diverse le condizioni di partenza, troppo lontane le mentalità. Certo, gli iracheni non ci hanno accolto con i fiori. Ma davvero qualcuno pensava di rivedere a Baghdad le stesse scene delle ragazze italiane che lanciavano fiori ai soldati americani nel 1944-45? E poi, quante fazioni ci sono dentro l'Iraq? Quante etnie, quante consorterie, quanti interessi? L'errore, che è tragico oltre che ridicolo, è l'illusione di riuscire a imporre, con l'azione delle armi, una logica democratica, a cui il civilissimo Occidente è arrivato dopo secoli di storia complessa. Tra un mese dieci nuovi paesi entreranno nell'UE. Ci sono arrivati non per interventi esterni, ma perché ha agito l'esigenza della libertà. Dall'interno.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Vanity Fair, n. 29, 29 aprile 2004
Citazioni di Mina

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“La cosa più tragica è che il tempo, lo sforzo, l'ossessione dedicati a spiegare la morte di Marilyn hanno fatto ben poco per spiegarne la vita.”

Gloria Steinem (1934) giornalista e attivista statunitense

Origine: Citato in Mike Evans, Marilyn (Marilyn Handbook, MQ Publications Limited, 2004), traduzione di Michele Lauro, Giunti Editore, 2006, p. 381. ISBN 880904634X

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“La sfida della grande poesia è il male più brutto, il male tragico, l'irreparabile perdizione o distruzione o condanna dell'innocente.”

Guido Sommavilla (1920–2007) religioso, scrittore, critico letterario e teologo cattolico italiano

Il bello e il vero

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“Il comico è cianuro. Si libera nel corpo del tragico, lo cadaverizza e lo sfinisce in ghigno sospeso.”

Carmelo Bene (1937–2002) attore, drammaturgo e regista italiano

p. 31

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“Tra le cose che non hanno capito le nostre sinistre – l'equivoco più tragico – è quello di aver creduto a una progressività del mondo arabo.”

Luigi Baldacci (1930–2002) critico letterario italiano

citato in Alberto Vigevani, la civiltà delle lettere, Corriere della sera, 31 marzo 2009
Citazioni di Luigi Balducci

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“Lettori miei, era opinione del reverendo Lorenzo Sterne, parroco in Inghilterra, che un sorriso possa aggiungere un filo alla trama brevissima della vita, ma pare che egli inoltre sapesse che ogni lacrima insegna a' mortali una verità. Poiché assumendo il nome di Yorick, antico buffone tragico, volle con parecchi scritti, e singolarmente in questo libricciuolo, insegnarci a conoscere gli altri in noi stessi, e a sospirare ad un tempo e a sorridere meno orgogliosamente su le debolezze del prossimo. Però io lo aveva, or son più anni, tradotto per me: ed oggi io credo d'essere una volta profittato delle sue lezioni, l'ho ritradotto, quanto meno letteralmente e quanto meno arbitrariamente ho saputo, per voi.
Ma e voi, lettori, avvertite che l'autore era d'animo libero, e spirito bizzarro, ed argutissimo ingegno, segnatamente contro la vanità dei potenti, l'ipocrisia degli ecclesiastici e la servilità magistrale degli uomini letterati; pendeva anche all'amore e alla voluttà; ma voleva ad ogni parere, ed era forse, uomo dabbene e compassionevole seguace sincero dell'Evangelo, ch'egli interpretava a' fedeli. Quindi ci deride acremente, e insieme sorride con indulgente servilità; e gli occhi suoi scintillano di desiderio, par che si chinino vergognosi; e nel brio della gioia, sospira; e, mentre le sue immaginazioni prorompono tutte ad un tempo discordi e inquietissime, accendendo più che non dicono, ed usurpando frasi, voci ed ortografia, egli sa nondimeno ordinarle con l'apparente semplicità di certo stile apostolico e riposato.”

Ugo Foscolo (1778–1827) poeta italiano

Origine: Dalla prefazione di Didimo Chierico a Laurence Sterne, Viaggio sentimentale.

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“Fortunati i tragici che hanno già tutta la storia pronta, noi comici dobbiamo inventare tutto!”

Antifane (-388–-311 a.C.) commediografo greco antico

Origine: Da Poiesis, fr. 189 K.-A.

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“Io e Rino ci siamo conosciuti nel 1970, non ricordo il giorno esatto, ma credo che fece la sua apparizione al Folkstudio, dove c'eravamo già noi: io, De Gregori e Giorgio Lo Cascio. Ai quali "noi", i famosi quattro ragazzi con la chitarra, si aggiunse Bassignano, però credo che Bassignano arrivò nel '71. Io facevo il tassista e quindi accompagnavo di sera questi quattro cialtroni, più gli amici che mi facevo. Gli ultimi di questi è stato Rino e quindi era anche l'ultimo che io portavo a casa. Quindi abbiamo fatto centinaia di volte la strada che lui ha fatto purtroppo da solo quella tragica mattina.”

Antonello Venditti (1949) cantautore italiano

Origine: Il riferimento è probabilmente a via Nomentana. Il 2 giugno 1981 infatti Rino, proprio mentre percorreva questa strada, si schiantò con la sua Volvo contro un camion. L'incidente si rivelò fatale per il cantautore.
Origine: Dal programma televisivo Rino vive! – Ma il cielo è sempre più blu di Antonio Carella, La storia siamo noi, Rai tre, 19 novembre 2007. Video http://www.youtube.com/watch?v=8lTZb1Rb_RQ disponibile su Youtube.com.

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“[Sulla miniserie Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu] Nella fiction non si è parlato di cocaina; era molto presente in quegli anni e in quel giro dove Rino finì negli ultimi anni e fu anche responsabile della sua tragica fine. La storia ha ignorato il vero guaio di Rino, la cocaina.”

Antonello Venditti (1949) cantautore italiano

Origine: Antonello Venditti fu poi querelato dalla sorella di Rino, Anna Gaetano, per via di queste dichiarazioni. Il procedimento a carico di Venditti è stato poi archiviato in quanto non si è evidenziato un intento denigratorio nelle parole del cantante.
Origine: Citato in Gaetano, sorella querela Venditti http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo393844.shtml, Tgcom24, 27 dicembre 2007.

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“O quanta apparenza! Ma il cervello manca.”

Fedro (-20) scrittore romano, autore di favole

7. La volpe e la maschera tragica

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“Nella situazione più tragica ha ancora pronto un tratto di spirito, in quella più allegra può inserire una parola erudita.”

Ferruccio Busoni (1866–1924) pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano

Scritti e pensieri sulla musica

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“Beppe Grillo: uno straordinario comunicatore, che riempie, da anni, piazze, teatri-tenda, arene e perfino stadi. Al tempo stesso attore, predicatore, fustigatore, comico, tragico, dissacrante e moralista.”

Ilvo Diamanti (1952) sociologo, politologo e saggista italiano

Origine: Da Quel popolo di Grillo che vota a sinistra, la Repubblica, 19 settembre 2007.

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“Proprio l'atteggiamento anti-classico, con cui gli opposti diventano i termini diadici di una tensione esistenziale fino ad una tragica identificazione («Dioniso contro il Crocifisso» diventerà 'Dioniso crocifisso'), costituisce lo stigma profondo di una filosofia in cui la «magia degli estremi» si risolve nella magia di una lotta a cui non è risparmiato l'orrore d'un sanguinoso campo di battaglia, di una atroce autodafé. […] Sia in Jean Paul che in Nietzsche, la follia centrifuga in cui si disgrega l'edificio cosmico, la polverizzazione ontologica, la rottura di tutte le coordinate discendono dall'assenza di un centro di gravità costituito appunto da un Summum Ens.”

Ferruccio Masini (1928–1988) germanista, critico letterario e traduttore italiano

da Parte seconda, cap. quinto, L'autodafé del nichilismo, p. 171
Lo scriba del caos
Origine: Il riferimento è a Jean Paul, Discorso di Cristo morto dall'alto dello universo, in cui si afferma che Dio non è, in app. a F. Masini, Nichilismo e religione in Jean Paul, Bari, 1974, pp. 107 ss. [Jean Paul, Rede des toten Christus, in Werke, a cura di N. Miller e G. Lohmann, 6 voll., München, 1959-1963, II, pp. 266-271]. Lo scriba del caos, nota a p. 172.

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“Capisco il tragico significato della bomba atomica…È una responsabilità tremenda…ringraziamo Dio che essa è stata inventata da noi e non dai nostri nemici e preghiamo di poterla usare secondo la Sua volontà e per i Suoi fini.”

Harry Truman (1884–1972) 33º presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Citato in AnneFrank.org http://www.annefrank.org/it/Subsites/Cronologia/Il-dopoguerra-1945--/Il-ritorno-di-Otto/.

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“Mark Twain (è importante ripeterlo) ha scritto Huckleberry Finn, libro che da solo basta per la gloria. Libro né umoristico né tragico, libro semplicemente felice.”

Jorge Luis Borges (1899–1986) scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino

Origine: In difesa di Mark Twain, p. IX

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