Frasi sul denaro
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“In una società dove esiste, sotto qualunque forma, lo sfruttamento o la violenza, il denaro non può assolutamente rappresentare il lavoro.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Origine: Citato in Saggezza dell'Oriente, p. 70

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“A differenza del denaro, la speranza è tutto: tanto per i ricchi quanto per i poveri.”

Fausto Cercignani (1941) filologo, critico letterario e poeta italiano

p. 24

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“Lo sviluppo cumulativo dei mezzi di scambio sul libero mercato è il solo modo in cui il denaro possa essere stabilizzato […] il governo è incapace di creare denaro per l'economia; ciò può solo essere sviluppato tramite i processi del libero mercato.”

Murray N. Rothbard (1926–1995) economista, filosofo e politico statunitense

Origine: Da What Has Government Done to Our Money?, Ludwig Von Mises Institute, 1963. ISBN 0-945466-44-7

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“Il denaro dà la bellezza…”

Federico García Lorca (1898–1936) poeta e drammaturgo spagnolo

da Amore di don Perlimplin con Belisa nel suo giardin, in Tutte le poesie e tutto il teatro

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“Quasi sempre quando si tolgono beni o denaro a qualcuno che ne ha già in abbondanza e li si dà a chi ne ha pochi, ceteris paribus, l'utilità totale aumenta.”

Richard Mervyn Hare (1919–2002) filosofo inglese

Origine: Da Justice and Equality; citato in Tom Regan, I diritti animali, traduzione di Rodolfo Rini, Garzanti, Milano, 1990, p. 344. ISBN 88-11-59875-3

Iperide photo

“L'avaro e il dissipatore hanno un solo e medesimo difetto. Entrambi non sanno far uso del denaro e per entrambi esso è motivo di infamia. Perciò con ragione entrambi ricevono uguale castigo, perché ugualmente non sono degni di possedere.”

Iperide (-390–-322 a.C.) politico e oratore ateniese

fr. 216 Jensen, conservato da Rutilio Lupo in De figuris sententiarum et elocutionis, II, 9; traduzione in Oratori attici minori, pp. 313 e 315
Orazioni, Frammenti, Di orazioni non identificate

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“Il denaro è il bene superfluo più utile.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

L'ora di Economia
La vita è troppo bella per viverla in due

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“Se non c'è che il denaro è perché ormai non c'è più che questo. Non ci sono più isole deserte, non c'è più amore, non c'è più vita.”

Jean-Patrick Manchette (1942–1995) scrittore, sceneggiatore e critico letterario francese

Origine: Morire d'amore, p. 13

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“Il denaro non è l'idea, ma compera i padroni dell'idea.”

Emilio De Marchi (1851–1901) scrittore italiano

Giacomo l'idealista

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“Ho avuto fede nelle armi che possedevo: denaro, salute, sapienza. Ed ora non credo più in nulla.”

Maxence Van Der Meersch (1907–1951) scrittore

Origine: Perché non sanno quello che fanno, p. 38

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“Conoscente (s. m.). Persona che si conosce abbastanza bene per poterle chiedere denaro a prestito, ma non sufficientemente per potergliene prestare.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 53
Dizionario del diavolo

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“Ho cercato di portare avanti la missione per far finire il regno del denaro nella società industriale.”

Adriano Olivetti (1901–1960) imprenditore, ingegnere e politico italiano

Origine: Citato in Lo sceneggiato "povero" sulla ricca figura di Adriano Olivetti http://www.quotidianodellumbria.it/quotidiano/content/lo-sceneggiato-%E2%80%9Cpovero%E2%80%9D-sulla-ricca-figura-di-adriano-olivetti, Quotidianodell<nowiki>'</nowiki>Umbria.it, 8 novembre 2013.

“Il denaro è l'espressione della volontà non mai appagata e che si rinnovella.”

Angelo Fiore (1908–1986) scrittore italiano

Origine: Il supplente, p. 24

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“Il banchiere è un uomo che ti presta l'ombrello quando c'è il sole e se lo riprende quando inizia a piovere.”

Mark Twain (1835–1910) scrittore, umorista, aforista e docente statunitense

Imprecazioni d'autore

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“Il sesso è come il denaro: solamente quando è troppo è abbastanza.”

John Updike (1932–2009) scrittore statunitense

Origine: Da Couples, Knopf, New York.

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“[Sul film Pietà] Questo mio film vuole mettere in discussione il processo che vede avidità denaro e successo distruggere la purezza, che instaura tra gli esseri umani solo relazioni basate sull'odio e porta il mondo contemporaneo, e anche me stesso, verso la distruzione.”

Kim Ki-duk (1960) regista e sceneggiatore sudcoreano

Origine: Citato in Il Leone è sudcoreano: vince Kim Ki-duk http://cinema-tv.corriere.it/cinema/speciali/2012/venezia/notizie/vincitore-leone-doro-kim-ki-duc_fe7d3efc-fa60-11e1-8b17-dca3fd9108f4.shtml, Corriere.it, 9 settembre 2012.

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“Non v'è nulla come il denaro speso che faccia riflettere la gente, e sia in grado di modificarne i giudizi.”

Carlo Sgorlon (1930–2009) scrittore italiano

da Il velo di Maya

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“[Sul Napoli nel 2011] Difesa folta, marcature rigide, contropiedi e spunti individuali. Un sistema di gioco che in Italia può dare risultati ma con tutti i limiti che il calcio europeo ha evidenziato.”

Arrigo Sacchi (1946) allenatore di calcio italiano

citato in Tancredi Palmeri, Il blob del 2011.Le migliori frasi http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Altri/30-dicembre-2011/blob-2011-migliori-frasi-804163295835.shtml, Gazzetta.it, 31 dicembre 2011

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“Se la politica è l'arte del governo, la competizione politica è il salutare conflitto tra persone o partiti diversi, portatori di progetti diversi, che si contendono il potere di mettere in pratica le loro idee per governare una società. Nella pratica però le cose stanno in maniera diversa, e non solo perché talvolta, come insegna la storia, in politica scendono degli avventurieri, che puntano solo ad accumulare potere e denaro, ma anche perché la lotta politica possiede linguaggi, meccanismi e liturgie difficilissimi da decifrare. Del resto un motivo per cui le cose vanno in questo modo c'è. Trattandosi di una competizione, le strategie di un leader o di un partito non potranno mai essere completamente alla luce del sole, altrimenti si corre il rischio di regalare un vantaggio enorme all'avversario. Spesso, così, può capitare di assistere a comportamenti apparentemente incomprensibili, che nascondono, in realtà, mosse segrete o trappole per trarre in inganno i propri antagonisti. Frasi dette e poi repentinamente smentite, voci costruite ad arte, finte e colpi a sorpresa, quanto di più lontano da quella che dovrebbe essere una autentica battaglia di idee. Il risultato però è che spesso cade nell'inganno anche chi, per mestiere, queste vicende le deve raccontare e spiegare, come i giornalisti. Il cosiddetto politichese, la lingua che ha preso il posto dell'italiano nelle cronache parlamentari, ne è il sintomo più evidente, essendo un gergo tutto interno alle dinamiche di palazzo, che sembra fatto apposta per non spiegare nulla di quanto effettivamente accada.”

Curzio Maltese (1959) giornalista e scrittore italiano

da un'intervista del 17 novembre 1998 all'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche

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“Le belle frasi in punto di morte le hanno sempre pronunciate i posteri.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Aforismi, p. 13

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“Se segui ciò che ti dà gioia, avrai sempre la tua gioia. Con o senza denaro. Se insegui solo il denaro, potresti perderlo. E allora non avrai più nulla.”

Gianluca Magi (1970) storico delle religioni, orientalista e filosofo italiano

I 64 Enigmi. L'antica sapienza cinese per vincere nel mondo contemporaneo

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“Se il padre è povero, i figli amano il denaro; se il padre è ricco, i figli amano l'umanità.”

II, cap. 37, Einaudi, 1957
L'uomo senza qualità

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“Non sono un uomo di sinistra ma nella vita ho capito che il capitale, il denaro, rovina il mondo.”

Antonio Tinarelli (1922–2014) agronomo italiano

Origine: Citato in Carlo Petrini, "Tinarelli, l'uomo che cambiò il modo di coltivare il riso" http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/07/26/news/tinarelli_l_uomo_che_cambi_il_modo_di_coltivare_il_riso-92449572/, la Repubblica, 26 luglio 2014.

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“In ogni occasione il telecronista Paolo Frajese si fa interprete e voce delle manifestazioni più fanatiche del tifo contradaiolo, con frasi come "vivono tutto un anno per due minuti di corsa", "in questi minuti passano di mano enormi somme di denaro", rievocando ogni volta un folclore tramandato, fatto di violenze, di demenze e di incoscienze, "passato ogni volta per buono": come direbbero i sociologi, per valore positivo da incoraggiare. Le scene immediatamente successive, con gente in lacrime che abbraccia e bacia un cavallo, altri che si scazzottano belluinamente, altri che vengono portati via in barella, vengono accomunate alle "scene di esultanza" con cui gli alfieri sventolano i gonfaloni delle contrade. Se vogliamo ammazzarci, sembra essere la filosofia della piazza e del suo telecronista, lasciate che lo facciamo in festa. Si dice: il Palio è una tradizione, un rito. E anche: è un colossale affare economico. Erano riti, anche, i sacrifici umani, un tempo. E sono colossali affari economici moderni, per esempio, il gioco del calcio e la caccia. Eppure quelli, e tanti altri meno sanguinosi, li si è aboliti; e questi lì si sta sottoponendo a limitazioni e controlli.”

Gianluigi Melega (1935–2014) giornalista, scrittore e politico italiano

Origine: Da "Siena merita un volto migliore" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/18/siena-merita-un-volto-migliore.html, la Repubblica, 18 agosto 1985, p. 12.

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“[Fabrizio] chiedeva perdono a Dio per molte cose; ma, fatto notevole, non pensò neppure ad annoverare tra i suoi peccati il progetto di diventare arcivescovo, per la semplice ragione che il conte Mosca era primo ministro e giudicava quel posto e i suoi svariati privilegi convenienti al nipote della duchessa. Fabrizio l'aveva desiderato senza eccessivo slancio, è vero, però ci aveva pensato spesso, proprio come avrebbe fatto per un posto di ministro o di generale. Non gli era mai passato per la testa che la sua coscienza potesse avere voce in capitolo nel progetto della duchessa: e questo è un esempio concreto della strana forma di religione imparata da Fabrizio presso i gesuiti di Milano. È una religione che toglie il coraggio di pensare alle cose che non rientrano nelle abitudini, e vede nell'esame di coscienza il più grave di tutti i peccati, perché rappresenta un passo avanti verso il protestantesimo. Per sapere di cosa si è colpevoli, bisogna chiederlo al prete, oppure leggere la lista dei peccati così come appare nei libri intitolati "Preparazione al sacramento della Penitenza". Fabrizio sapeva a memoria la lista dei peccati redatta in latino; l'aveva imparata all'Accademia Ecclesiastica di Napoli. Mentre la recitava, arrivato alla voce "delitto", si era accusato davanti a Dio di avere ucciso un uomo, anche se per legittima difesa. Aveva rapidamente elencato, ma senza farci attenzione, i diversi articoli relativi al peccato di simonia (procurarsi attraverso il denaro le dignità ecclesiastiche). Se gli avessero chiesto cento luigi per diventare primo gran vicario dell'arcivescovo di Parma, avrebbe respinto la proposta con sdegno; ma, pur non mancando di intelligenza né di logica, non gli venne mai in mente che impiegare a suo vantaggio l'autorità del conte Mosca fosse una simonia. E qui trionfa l'educazione gesuitica: abituare la gente a non fare attenzione a cose più chiare della luce del sole. Un francese cresciuto all'insegna dell'interesse personale e nutrito di ironia parigina avrebbe facilmente, e in buona fede, accusato Fabrizio di ipocrisia, proprio nel momento in cui il nostro eroe apriva il suo cuore a Dio con la più grande sincerità e la più profonda commozione.”

Libro Primo – Capitolo XII
La Certosa di Parma