Frasi sull'arte
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“Preso sensu proprio il dogma diventa rivoltante. Esso, infatti, prevedendo le eterne torture dell'inferno, fa scontare con pene senza fine qualche fallo o persino la mancanza di fede di una vita che spesso non giunge neppure a vent'anni; in più vi è il fatto che questa dannazione quasi universale è in realtà la conseguenza del peccato originale e quindi il risultato inevitabile della prima caduta dell'uomo. Ma questa caduta avrebbe dovuto, in ogni caso, essere prevista da colui che in primo luogo non ha creato gli uomini migliori di quello che sono, e poi ha loro apprestato un tranello, pur sapendo che vi sarebbero caduti, poiché tutto era opera sua e nulla gli rimane nascosto. Secondo questo dogma egli avrebbe chiamato dal nulla all'esistenza un genere umano debole e soggetto al peccato per poi condannarlo a torture senza fine. Inoltre c'è da aggiungere che il Dio che prescrive l'indulgenza e il perdono di ogni colpa fino a giungere all'amore per i nemici non manifesta simili sentimenti, bensì cade in sentimenti opposti; perché un castigo che subentra alla fine delle cose, quando tutto è passato e concluso, non può avere per scopo né il miglioramento né l'intimorimento: è, dunque, soltanto vendetta. Visto così, sembra persino che l'intero genere umano sia stato in realtà destinato e creato apposta per l'eterna tortura e dannazione – tranne quelle poche eccezioni che, non si sa perché, sono state salvate mediante la predestinazione, per grazia di Dio. A parte queste eccezioni, risulta come se il buon Dio avesse creato il mondo affinché il diavolo se lo pigliasse; onde egli avrebbe fatto assai meglio se vi avesse rinunciato.”

Arthur Schopenhauer (1788–1860) filosofo e aforista tedesco

L'arte di insultare

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“Ma nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt'attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta.”

Arthur Schopenhauer (1788–1860) filosofo e aforista tedesco

Origine: Da Il primato della volontà, a cura di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano, 2002, p. 94.

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“Drez et rayson es qu'ieu ciant e 'm demori.”

Francesco Petrarca (1304–1374) poeta italiano autore del Canzoniere

Lasso me, ch'i' non so in qual parte pieghi

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“Ma le leggi, buone per la società, sono deleterie per l'individuo che ne fa parte.”

Donatien Alphonse François de Sade (1740–1814) scrittore, filosofo e poeta francese

p. 122, 1986

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“Si po dir quella esser vera arte che non pare esser arte; né più in altro si ha da poner studio, che nel nasconderla.”

Baldassarre Castiglione (1478–1529) umanista, letterato e diplomatico italiano (1478-1529)

Il libro del Cortegiano

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“L'arte è magia liberata dalla menzogna di essere verità.”

Theodor W. Adorno (1903–1969) filosofo, musicologo e aforista tedesco

Minima moralia

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“La strategia è l'arte di far buon uso del tempo e della distanza… la distanza può essere recuperata, il tempo mai.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

Origine: Citato in D. Chandler, Le campagne di Napoleone, vol. I, p. 217.

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“La medicina è un'arte che esercitiamo in attesa di scoprirla.”

Émile Deschamps (1791–1871) poeta francese

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“Facile è criticare, difficile è l'arte.”

Philippe Néricault Destouches (1680–1754) commediografo francese

da Glorieux a. II, sc. 5

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“La maggior parte della gente non capisce come altri possano soffiarsi il naso in un modo diverso dal loro.”

Ivan Sergeevič Turgenev (1818–1883) scrittore e drammaturgo russo

Bazarov ironizzando su Pavel Petrovic

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“L'arte è memoria: la memoria è desiderio riattivato.”

Cyril Connolly (1903–1974) critico letterario e scrittore britannico

La tomba inquieta

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“Quello che mi piace è trattare le parole come un artista il suo legno o pietra o quello che volete, per tagliarle, scolpirle, avvolgerle, spianarle e lucidarle in disegni, sequenze, sculture, fughe di suoni.”

Dylan Thomas (1914–1953) poeta, scrittore e drammaturgo gallese

Da Poetic Manifesto, nel "Texas Quarterly", inverno 1961
Articoli e interviste

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“Sono un gallese, sono un ubriacone, e amo il genere umano, specialmente la parte femminile.”

Dylan Thomas (1914–1953) poeta, scrittore e drammaturgo gallese

Rispondendo alla dichiarazione di Thomas S. Eliot: «In politica sono un monarchico, in religione un anglocattolico, in letteratura un classicista».
Articoli e interviste

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“[…] si può dire ancora che vi siano delle 'donne'? Certo la teoria dell'eterno femminino conta numerosi adepti […]; altri sospirano: 'La donna si perde, la donna è perduta.'. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi. 'Dove sono le donne?' […]. Ma innanzi tutto: cos'è una donna? 'Tota mulier in utero: è una matrice', dice qualcuno. Tuttavia parlando di certe donne, gli esperti decretano 'non sono donne', benché abbiano un utero come le altre. Tutti sono d'accordo nel riconoscere che nella specie umana sono comprese le femmine, le quali costituiscono oggi come in passato circa mezza umanità del genere umano; e tuttavia ci dicono 'la femminilità è in pericolo'; ci esortano: 'siate donne, restate donne, divenite donne'. Dunque non è detto che ogni essere umano di genere femminile sia una donna; bisogna che partecipi di quell'essenza velata dal mistero e dal dubbio che è la femminilità. La femminilità è una secrezione delle ovaie o sta congelata sullo sfondo di un cielo platonico? Basta una sottana per farla scendere in terra? Benché certe donne si sforzino con zelo di incarnarla, ci fa difetto un esemplare sicuro, un marchio depositato. Perciò essa viene descritta volentieri in termini vaghi e abbaglianti, che sembrano presi in prestito dal vocabolario delle veggenti. […] le scienze biologiche e sociali non credono nell'esistenza di entità fisse e immutabili che definiscano dati caratteri, come quelli della donna, dell'Ebreo o del Negro; esse considerano il carattere una reazione secondaria a una situazione. Se oggi la femminilità è scomparsa è perché non è mai esistita. […] il fatto è che ogni essere umano concreto ha sempre la sua particolare situazione. Respingere le nozioni di eterno femminino, di anima negra, di carattere giudaico non significa negare che vi siano, oggi Ebrei, Negri e donne: questa negazione non ha per gli interessati un significato di libertà ma una fuga dall'autenticità.”

dall'introduzione; Il saggiatore, 1949, p. 13
Il secondo sesso

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“Il linguaggio è un labirinto di strade. Vieni da una parte e ti sai orientare; giungi allo stesso punto da un'altra parte, e non ti raccapezzi più.”

Ludwig Wittgenstein (1889–1951) filosofo e logico austriaco

da Ricerche filosofiche, traduzione di Mario Trinchero, Einaudi, 1967

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“I fatti appartengono tutti soltanto al problema, non alla risoluzione.”

Origine: Tractatus logico-philosophicus, p. 6.4321

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“Una confessione dev'essere una parte della nuova vita.”

Ludwig Wittgenstein (1889–1951) filosofo e logico austriaco

1931
Pensieri diversi

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“La vita è arte di cattiva qualità.”

Laurie Anderson (1947) performance artist, musicista e scrittrice statunitense

The End of the Moon

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“Non potete combattere il futuro. Il tempo è dalla nostra parte.”

William Ewart Gladstone (1809–1898) politico (Primo Ministro)

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“L'orologio della torre del municipio scoccò le sette e mezzo. D'altronde non importava che ora fosse; il tempo gli era completamente indifferente. Non provava interesse per nulla e per nessuno. Sentì una leggera compassione per se stesso. Molto fuggevolmente, non proprio come un proposito, gli venne l'idea di recarsi a una qualsiasi stazione, partire, non importava per dove, sparire per tutti coloro che lo avevano conosciuto, ricomparire in qualche luogo all'estero e incominciare una nuova vita, sotto spoglie diverse. Si ricordò di certi strani casi clinici che conosceva dai libri di psichiatria, delle cosiddette doppie esistenze: un uomo spariva improvvisamente dalla vita normale, veniva dato per disperso, ritornava dopo pochi mesi o dopo anni, senza ricordare dove era stato tutto quel tempo, finché in seguito qualcuno con cui s'era incontrato da qualche parte in un paese lontano lo riconosceva, ma lui non aveva più memoria di nulla. E in forma più lieve a più d'uno doveva capitare la stessa cosa. Per esempio dopo aver fatto un sogno? Certo, ci si ricordava… Ma sicuramente c'erano anche dei sogni che si dimenticavano del tutto, dei quali non restava più traccia, tranne un certo strano stato d'animo, uno stordimento misterioso. Oppure si ricordavano solo più tardi, molto più tardi, e non si sapeva più se si era fatta un'esperienza reale o soltanto sognato. Soltanto… soltanto…!”

Arthur Schnitzler (1862–1931) scrittore, drammaturgo e medico austriaco

1999
Doppio sogno

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“A parte mia madre, io odio tutto il genere femminile!”

Euripide (-480–-406 a.C.) tragediografo ateniese

frammento 498
Frammenti di alcune opere, Melanippe incatenata

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“Taglia sempre le carte… Puoi perdere comunque, ma mai altrettanto spesso né tanto. E quando perdi sorridi!”

Robert Anson Heinlein (1907–1988) autore di fantascienza statunitense

Lazarus Long l'Immortale

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“Il Tao. Alcuni di noi cercano la Via nell'oppio e altri in Dio, alcuni nel whisky e altri nell'amore. È sempre la stessa Via e non porta da nessuna parte.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

Origine: Da Il velo dipinto, traduzione di F. Salvatorelli, Adelphi, 2011. ISBN 9788845925733

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“La terra di Israele fu la culla del popolo ebraico.
Qui fu formata la sua entità spirituale, religiosa e nazionale. Qui esso conquistò l'indipendenza e creò una civiltà di significato nazionale ed universale.
Qui esso scrisse e dette la Bibbia al mondo.
Esiliato dalla Palestina, il popolo giudaico rimase ad essa fedele in tutti i paesi della sua dispersione, non cessando mai di pregare e di sperare per il ritorno e per la restaurazione della propria libertà nazionale.
Spinti da questa storica associazione, gli Ebrei lungo tutti i secoli si sforzarono di tornare alla terra dei loro padri e di recuperare la dignità di Stato.
In decenni recenti sono ritornati in massa.
Essi hanno bonificato il deserto, fatto rivivere la loro lingua, costruito città e villaggi e stabilito una comunità vigorosa ed in continua espansione, con una propria vita economica e culturale.
Cercarono pace, ma erano preparati a difendersi.
Recarono la benedizione del progresso a tutti gli abitanti del paese.
Dopo che numerosi congressi internazionali riconobbero lo storico legame del popolo ebraico con la Palestina e dopo che la persecuzione nazista inghiottì milioni di Ebrei in Europa, risultò ancor più chiara l'urgenza della costituzione di uno stato ebraico capace di risolvere il problema della mancanza di patria per gli Ebrei, aprendo le porte a tutti gli Ebrei ed innalzando il popolo ebraico al livello degli altri popoli nella famiglia delle nazioni.
Il 29 novembre 1947 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una decisione a favore della fondazione di uno Stato Ebraico indipendente in Palestina ed invitato gli abitanti del paese a prendere le misure richieste da parte loro per attuare il piano. Questo riconoscimento, da parte delle Nazioni Unite, del diritto al popolo ebraico di stabilire un proprio stato indipendente non può essere annullato.”

David Ben-Gurion (1886–1973) politico israeliano

da Proclamazione dell'indipendenza, 1948

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“Socrate: Dimmi, dunque: discorsi su cosa? Nell'insieme delle cose esistenti, qual è l'oggetto dei discorsi di cui si serve la retorica?
Gorgia: Si tratta, o Socrate, delle più grandi e delle migliori fra le umane faccende.
Socrate: Ma, o Gorgia, è controversa anche questa tua affermazione, e non è affatto chiara. Immagino, infatti, che tu abbia già avuto occasione di sentir cantare nei banchetti quello scolio in cui si enumerano i beni, cantando che essere sani è il primo bene, secondo viene l'essere belli, e il terzo, come dice l'autore dello scolio, è l'essere ricchi senza frode.
Gorgia: L'ho già sentito. Ma a che proposito dici questo?
Socrate: Supponiamo che in questo istante ti si parassero dinanzi gli artefici di questi beni che l'autore dello scolio elogiava, cioè il medico, il maestro di ginnastica e l'uomo d'affari, e che per primo il medico dicesse: "O Socrate, Gorgia t'inganna: non è la sua arte ad occuparsi del bene più grande per gli uomini, ma la mia". Se io allora gli domandassi: "E chi sei tu per dire questo?", egli certamente mi risponderebbe che è medico. "Ebbene, cosa hai detto? è forse opera della tua arte il bene più grande?" "E come potrebbe non esserlo", probabilmente direbbe, "Socrate, visto che si tratta della salute? Che cosa è bene più grande per gli uomini della salute?". Se poi, dopo di lui, a sua volta, il maestro di ginnastica dicesse: "Resterei stupito anch'io, Socrate, se Gorgia sapesse dimostrarti che il bene che è frutto della sua arte è maggiore di quanto io saprei dimostrare che lo è il bene prodotto dalla mia arte", io, a mia volta, potrei dire anche a costui: "E tu chi sei, o uomo, e qual è il tuo mestiere?". "Sono maestro di ginnastica", risponderebbe, "e il mio mestiere è di rendere gli uomini belli e forti nel corpo". Dopo il maestro di ginnastica, sarebbe l'uomo d'affari a dire, con fare, credo, assai sprezzante per tutti: "Ebbene, pensaci su, Socrate, se ti pare che esista bene più grande della ricchezza, sia presso Gorgia sia presso chiunque altro". Ed io allora gli direi: "E allora? Ne sei forse l'artefice?". Egli affermerebbe di esserlo. "E chi sei tu?"”

Platone libro Gorgia

"Un uomo d'affari". "E allora? Pensi forse che il bene più grande per gli uomini sia la ricchezza?", diremo noi. "E come no?", risponderà.
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“Ogni uomo chiamato alla contemplazione è chiamato ad un certo grado di solitudine.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Parte prima, Prologo, p. 13
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“Mi è difficile credere che permetta agli uomini di dedicare interamente se stessi a cercarLo, senza far che in un modo o in un altro Lo trovino.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Parte prima, 28 aprile, p. 50
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“Se Lo troviamo nelle nostre anime e desideriamo stare con Lui è disastroso pensare di comunicarLo agli altri nel momento in cui Lo abbiamo trovato.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Parte prima, 17 maggio, p. 54
Il segno di Giona

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