Frasi su avanti
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“È la misteriosa e gratuita dinamica dell'incontro a permetterci di andare avanti.”

Susanna Tamaro (1957) scrittrice italiana

Ogni angelo è tremendo

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“Dall'archivio magnetico del signor Alex D. Alla fine, l'equilibrio interiore non é da cercare. Forse ce l'abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne alltonatniamo. Il fatto é che a parlare di equlibrio interiore mi sento un povero stronzo. Mi sembra uno di quei termini che si usano nelle sedute di psicoanalisi liberatoria collettiva o nei rifugi per donne violentate.
Okay. Tutto mi dice di essere forte, determinato negli scopi, capace di andare avanti nella Vita, ma se uno sente che é arrivato il momento di cambiare un pò rotta o anche solo il bisogno di fermarsi a ragionare sul serio per proprio conto? Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino, per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie di fine ultimo?… Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi permetta di strappare abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità tutta guerregiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per raggiungerla.
Cioè, uno dei fini ultimi é questa cavolo di serenità martoriata. Il ragionamento é così. Non ci vuole un genio. E allora, perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono incontro spontaneamente lungo la strada?
Perché dovrei buttarli in un pozzo, se fanno parte anche loro del fine a cui tendere? Se un pomeriggio posso andare a suonare o uscire con una ragazza che mi piace, perché cavolo devo starmene in casa a trascrivere le versioni dal traduttore o far finta di leggereil sunto di filosofia? La realtà é che mi trovo a sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un eventuale me stesso calvo e sovrappeso, cinquantenne soddisfatto, che apre la porta del garage col comando a distanza e dentro c'ha una bella macchina, una moglie che probabilmente gli fa le corna col commercialista e due figli gemelli con i capelli a caschetto identici in tutto ai bambini nazisti della kinders. Tutti dentro il garage, magari, no. Diciamo più o meno intorno. Cioè, circondato. Dovunque la domanda è: un orrore di queste proporzioni vale più del sole e del gelato di oggi pomeriggio? Più di qualunque ragazza? Più di Valentina che arriva sorridendo all'appuntamento con dieci minuti di ritardo e una maglietta blu con dentro quel ben di Dio sorprendente?”

Jack Frusciante Has Left the Band: A Love Story- with Rock 'n' Roll

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“Voglio farle una domanda, disse il dottor Cardoso, lei conosce i médecins-philosophes? No, ammise Pereira, non li conosco, chi sono? I principali sono Théodule Ribot e Pierre Janet, disse il dottor Cardoso, è sui loro testi che ho studiato a Parigi, sono medici e psicologi, ma anche filosofi, sostengono una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sè, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perchè noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone. Il dottor Cardoso fece una piccola pausa e poi continuò: quella che viene chiamata la norma, o il nostro essere, o la normalità, è solo un risultato, non una premessa, e dipende dal controllo di un io egemone che si è imposto sulla confederazione delle nostre anime; nel caso che sorga un altro io, più forte e più potente, codesto io spodesta l'io egemone e ne prende il posto, passando a dirigere la coorte delle anime, meglio la confederazione, e la preminenza si mantiene fino a quando non viene spodestato a sua volta da un altro io egemone, per un attacco diretto o per una paziente erosione.
Forse, concluse il dottor Cardoso, dopo una paziente erosione c'è un io egemone che sta prendendo la testa della confederazione delle sue anime, dottor Pereira, e lei non può farci nulla, può solo eventualmente assecondarlo. Il dottor Cardoso finì di mangiare la sua macedonia e si asciugò la bocca con il tovagliolo. E dunque cosa mi resterebbe da fare?, chiese Pereira. Nulla, rispose il dottor Cardoso, semplicemente aspettare, forse c'è un io egemone che in lei, dopo una lenta erosione, dopo tutti questi anni passati nel giornalismo a fare la cronaca nera credendo che la letteratura fosse la cosa più importante del mondo, forse c'è un io egemone che sta prendendo la guida della confederazione delle sue anime, lei lo lasci venire alla superficie, tanto non può fare diversamente, non ci riuscirebbe e entrerebbe in conflitto con se stesso, e se vuole pentirsi della sua vita si penta pure, e anche se ha voglia di raccontarlo a un sacerdote glielo racconti, insomma, dottor Pereira, se lei comincia a pensare che quei ragazzi hanno ragione e che la sua vita finora è stata inutile, lo pensi pure, forse da ora in avanti la sua vita non le sembrerà più inutile, si lasci guidare dal suo nuovo io egemone e non compensi il suo tormento con il cibo e con le limonate piene di zucchero.”

Sostiene Pereira

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“In biblioteca, attraverso la porta aperta, vide Blay e Saxton che parlavano. Poi suo cugino fece un passo avanti e prese Blay tra le braccia. Rimasero cosi, stretti l'uno contro l'altro; Qhuinn fece un respiro profondo e si sentì morire un pochino anche lui. Ecco come siamo finiti, pensò. Vite separate, futuri separati. Difficile credere che all'inizio erano inseparabili… All'improvviso gli occhi azzurri di Blay incrociarono i suoi.
E ciò che Qhuinn vi colse lo fece vacillare: quel volto splendeva d'amore, un amore puro e inalterato dalla timidezza che era parte integrante del suo riserbo. Blay non distolse lo sguardo. E per la prima volta… non lo fece neanche Qhuinn. Non sapeva se quell'emozione era legata a suo cugino - probabilmente sì - ma decise di godersela: guardò Blaylock dritto negli occhi, lasciando trasparire sul suo viso tutto ciò che aveva nel cuore. Lo lasciò trapelare in piena libertà. Perché c'era una lezione nella cerimonia funebre di quella sera: possiamo perdere in un batter d'occhio quelli che amiamo. E quando succede, c'è da scommetterci, non pensiamo a tutti i motivi che avrebbero potuto dividerci: pensiamo a tutti i motivi che ci univano. E di sicuro rimpiangiamo amaramente di non aver avuto più tempo a disposizione, anche se abbiamo avuto secoli e secoli… Da giovani pensiamo che il tempo sia un peso, qualcosa da scaricare il prima possibile per poter crescere. Ma è un tragico errore… da adulti capiamo che i minuti e le ore sono la cosa più preziosa che abbiamo. Nessuno ha a disposizione tutta l'eternità ed è un delitto sprecare il tempo che ci è dato da vivere. Basta, pensò Qhuinn. Basta con le scuse, basta scappare, basta cercare di essere qualcun altro, chiunque altro. Anche se restava fregato, anche se il suo prezioso piccolo ego e il suo stupidissimo cuoricino andavano in mille pezzi, era ora di piantarla con le stronzate. Era ora di comportarsi da persona matura. Esatto, amico, pensò Qhuinn vedendo che Blay cominciava a raddrizzarsi come se avesse colto il messaggio. Il nostro futuro è arrivato.”

Jessica Bird (1969) scrittrice statunitense

Lover Reborn

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“«Che bel quadretto,» commentò. «I tre evangelisti aggrappati gli uni agli altri si apprestano all'ascensione impossibile.»
«Accidenti,» disse Mathias sollevando Lucien, «perché gli abbiamo dato il terzo piano?»
«Mica sapevamo che beveva come una spugna,» disse Marc. «E poi ti ricordo che non si poteva fare diversamente. L'ordine cronologico prima di tutto: al piano terra l'ignoto, il mistero originale, il disordine generale, il magma primordiale, insomma, le stanze comuni. Al primo piano, vago superamento del caos, qualche modesto tentativo, l'uomo nudo si raddrizza in silenzio, insomma, tu, Mathias. Risalendo la scala del tempo…»
«Cosa c'è da gridare?» domandò Vandoosler il Vecchio.
«Sta declamando,» disse Mathias. «È pur sempre un suo diritto. Non ci sono orari per gli oratori.»
«Risalendo la scala del tempo,» continuò Marc, «scavalcata l'antichità, l'agevole ingresso nel glorioso secondo millennio, i contrasti, gli ardimenti e gli stenti medievali, insomma, io, al secondo piano. Dopodiché, al piano superiore, il degrado, la decadenza, il contemporaneo. Insomma, lui,» pro- seguì Marc scuotendo Lucien per un braccio. «Lui, al terzo piano, che con la sua vergognosa Grande Guerra chiude la stratigrafia della Storia e della Scala. Ancora più su il padrino, che in un modo tutto suo porta avanti lo scardinamento del presente.»
Marc si fermò e tirò un sospiro.
«Capisci che, anche se sarebbe più pratico sistemare questo qui al primo piano, non possiamo mica permetterci di sconvolgere la cronologia rovesciando la stratigrafia della scala. La scala del tempo è tutto quel che ci resta, Mathias! Vuoi buttare all'aria la tromba delle scale, che è l'unica cosa che abbiamo messo in ordine? L'unica, caro mio! Non possiamo permettercelo.»”

Fred Vargas (1957) scrittrice francese

I tre evangelisti: Chi è morto alzi la mano - Un po' più in là sulla destra - Io sono il Tenebroso

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“[Sulla Sicilia] Pur restando immobile, l'Isola si muove. Non è uno di quei posti dove si va a cercare la conferma delle proprie conoscenze. È invece un teatro dove le cose succedono da un momento all’altro. È un susseguirsi di scatti prolungati, pause per rifiatare e ancora fughe in avanti.”

Roberto Alajmo (1959) scrittore italiano

Origine: Citato in Elezioni Palermo, la quinta volta di Orlando: l’arte di annacarsi e nessuno sfidante vero. Così il sindaco ha vinto https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/12/elezioni-palermo-la-quinta-volta-di-orlando-larte-di-annacarsi-e-nessuno-sfidante-vero-cosi-il-sindaco-ha-vinto/3643058/, Il Fatto Quotidiano.it, 12 giugno 2017

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“In molte opere di mano dove c'è qualche pericolo o di fallare o di rompere ec., una delle cose piú necessarie perché riescano bene è non pensare al pericolo e portarsi con franchezza. […] Ma noi timidissimi, non solamente sapendo che si può errare, ma avendo sempre avanti gli occhi l'esempio di chi ha errato e di chi erra, e però pensando sempre al pericolo (e con ragione perché vediamo il gusto corrotto del secolo che facilissimamente ci trasporterebbe in sommi errori, osserviamo le cadute di molti che per certa libertà di pensare e di comporre partoriscono mostri, come sono al presente, per esempio, i romantici) non ci arrischiamo di scostarci, non dirò dall'esempio degli antichi e dei classici, che molti pur sapranno abbandonare, ma da quelle regole (ottime e classiche ma sempre regole) che ci siamo formate in mente, e diamo in voli bassi, né mai osiamo di alzarci con quella negligente e sicura e non curante e dirò pure ignorante franchezza, che è necessaria nelle somme opere dell'arte, onde pel timore di non fare cose pessime, non ci attentiamo di farne delle ottime, e ne facciamo delle mediocri, non dico già mediocri di quella mediocrità che riprende Orazio, e che in poesia è insopportabile, ma mediocri nel genere delle buone cioè lavorate, studiate, pulitissime, armonia espressiva, bel verso, bella lingua, Classici ottimamente imitati, belle imagini, belle similitudini, somma proprietà di parole, (la quale soprattutto tradisce l'arte) insomma tutto, ma che non son quelle, non sono quelle cose secolari e mondiali, insomma non c'è piú Omero, Dante, l'Ariosto, insomma il Parini, il Monti sono bellissimi ma non hanno nessun difetto. (9–10; 1898, Vol. I, pp. 86-87)”

Zibaldone

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“In Italia, se uno fa bene è elogiato come un Dio, se fa male invece viene criticato e offeso come un criminale. Non c'è morale, non c'è rispetto. Sono orgoglioso di lavorare in un ambiente duro, in cui solo pochi riescono a farcela. Io sono qui da sette anni. E comunque tutto questo mi dà forza per guardare avanti e al futuro.”

Yūto Nagatomo (1986) calciatore giapponese

Origine: Da un tweet; citato in Inter, rabbia Nagatomo: "In Italia sei un dio o ti offendono come un criminale" http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/02-05-2017/inter-rabbia-nagatomo-in-italia-o-sei-dio-o-ti-offendono-come-criminale-2009167154.shtml, Gazzetta.it, 2 maggio 2017.

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“Le azioni del mondo non influenzano il sole, | ed i nemici, è sicuro, sono dentro di noi, | com'è possibile restare ciechi per così lungo tempo. | Mi trovavo a lottare contro i miei fantasmi, | spostandomi in avanti per quanto lo permette la catena, | scopersi per caso lo stato che ascende alla Gioia.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Stati di Gioia, n.9
Il vuoto
Variante: Le azioni del mondo | non influenzano il sole, | ed i nemici, è sicuro, | sono dentro di noi, | com'è possibile restare ciechi | per così lungo tempo. | Mi trovavo a lottare contro i miei fantasmi, | spostandomi in avanti per quanto lo permette la catena, | scopersi per caso lo stato che ascende alla Gioia. (da Stati di Gioia, n.9)

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“Avanti i paesi che non domano i cavalli, non straziano la volpe, non ingiuriano la iena – civili iene essi stessi!”

Anna Maria Ortese (1914–1998) scrittrice italiana

Origine: Le piccole persone, p. 106

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“Ogni tanto qualcuno ha il coraggio di parlare di medicina umana, che guarda al paziente e non alla malattia. Eppure nessuno parla di mondo, cultura, società moderna che deve adeguarsi ai bisogni dell’uomo. Come se il mondo fosse un involucro estraneo alle dinamiche umane. Così i ragazzi si devono inserire nel mondo del lavoro, e gli non si offre alcuna possibilità di inventare un nuovo modo di lavorare, una nuova filosofia di vita. Il mondo adulto dovrebbe sfruttare il pensiero giovane che, positivamente responsabilizzato, potrebbe favorire scenari nuovi, clamorosi. Certo che la giovinezza deve essere anche l’età della ribellione. Ma la ribellione ha in sé degli elementi costruttivi che il nostro mondo rifiuta categoricamente, perdendo due opportunità: quella dei giovani di crescere e quella degli adulti di cambiare. E invece: bambino, lasciali lavorare. E lasciaci portare avanti i nostri sporchi giochi di potere, i posti già assegnati per diritto di famiglia o politico, le corruzioni già previste, le ingiustizie già programmate, le nostre divisioni opportunistiche tra il bene e il male, la nostra paura dell’amore, le nostre fedi a cui non crediamo. Lascia fare e mettiti in riga, che tanto le cose vanno così e nessuno le può cambiare. Adeguati. Che gli ideali cadono con l’età adulta. Mettiti l’animo in pace. Tanto continuerai a sentire frasi ovvie come “sono i giovani del nostro futuro” e qualcuno comincerà ad applaudire annuendo perché vorrà farsi vedere mentre applaude e tutti si complimenteranno perché quella è davvero una banalità che non cambia nulla. I giovani saranno il nostro futuro. Perché anche loro, i giovani, impareranno presto, prestissimo, a perdere se stessi e i loro pensieri. Diventeranno adulti. Perché, dicono, diciamo, non c’è altra scelta.
Il mondo adulto conta sui giovani. Per vendicarsi e rivivere attraverso di loro la propria perdita di identità.”

Luca Raffaelli (1959) giornalista, saggista e sceneggiatore italiano

Le anime disegnate

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“[Su George Orwell] Che si sia tardato ad ascoltarlo e comprenderlo non fa che provare quant'era in avanti rispetto alla coscienza dei tempi.”

Italo Calvino (1923–1985) scrittore italiano

Origine: Citato nell'introduzione di Silvio Perrella a George Orwell, Nel ventre della balena, Giunti, p. 16 https://books.google.it/books?id=1MegDQAAQBAJ&pg=PT16. ISBN 8858759273

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“Quando avviene di essere battuti, noi comunisti non abbiamo altro da fare che riprendere la lotta per andare avanti.”

Pietro Secchia (1903–1973) politico e antifascista italiano

Origine: Dal discorso al Congresso della FGCI di Bologna, 1950; citato in Introduzione a Pietro Secchia http://www.senzatregua.it/introduzione-a-pietro-secchia/, Senzatregua.it.

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“Dietro alla bandiera della Resistenza marciano oggi nuove possenti forze, giovani generazioni che aspirano a conquistare il loro avvenire. Portiamo avanti, portiamo al successo le bandiere della Resistenza.”

Pietro Secchia (1903–1973) politico e antifascista italiano

Origine: Da La Resistenza accusa 1945-1973, Editore Mazzotta, 1973; citato in La bandiera della Resistenza http://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcp8d17-002958.htm, Resistenze.org.

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“[Dopo la morte di Davide Astori] O capitano, mio capitano. Perché non sei sceso a fare colazione insieme a tutti noi? Perché non sei passato a riprendere le tue scarpe fuori dalla camera di Marco e non sei venuto a bere la tua solita spremuta d'arancia? Ora ci diranno che la vita scorre, che lo sguardo va puntato in avanti e dovremo rialzarci, ma che sapore avrà la tua assenza? Chi arriverà ogni mattina in mensa a riscaldare l'ambiente con il proprio sorriso? Chi ci chiederà incuriosito ciò che abbiamo fatto la sera precedente per riderci su? Chi sgriderà i più giovani e chi responsabilizzerà i più esperti? Chi formerà il cerchio per giocare a "due tocchi" o chi farà ammattire Marco alla play? Con chi dibatteremo sulle puntate di Masterchef, i ristoranti fiorentini, le serie TV o le partite disputate? Su chi appoggerò la mia spalla a pranzo dopo un allenamento estenuante? Torna dai, devi ancora finire di vedere LaLaLand per poterlo analizzare come ogni film appena uscito. Torna a Firenze, ti attendono in sede per rinnovare il contratto e riconoscerti il bene e la positività che doni quotidianamente a tutti noi. Esci da quella maledetta stanza, ti aspettiamo domani alla ripresa degli allenamenti. Nella vita ci sono persone che conosci da sempre con le quali non legherai mai, poi ci sono i Davide che ti entrano immediatamente dentro con un semplice "Benvenuto a Firenze Ricky."”

Riccardo Saponara (1991) calciatore italiano

Ovunque tu sia ora, continua a difendere la nostra porta e dalle retrovie illuminaci il giusto cammino. O capitano, mio capitano. Per sempre mio capitano.
Origine: Da un post https://www.instagram.com/p/Bf8Kcfln3_C/?utm_source=ig_embed&utm_campaign=embed_ufi_test sul profilo Instagram.com, 5 marzo 2018.

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“[Sugli inizi] Ho passato momenti difficili: quando avevo vent'anni è mancata mia madre mentre ero in ritiro con la nazionale Under-20. Il calcio mi ha aiutato a concentrarmi su qualcos'altro, ma, appena arrivato all'Estudiantes, mi sono rotto il perone e sono stato fuori 4 mesi. Solo, lontano dalla famiglia e da tutto: non è stato semplice. Ma sono andato avanti.”

Duván Zapata (1991) calciatore colombiano

Origine: Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport; citato in Samp, Duvan Zapata: 'Udinese mi hai deluso, emarginato a Napoli' https://www.calciomercato.com/news/samp-duvan-zapata-udinese-mi-hai-deluso-emarginato-a-napoli-20104, Calciomercato.com, 29 settembre 2017.