Frasi su cap.
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“Un amico al potere è un amico perduto.”

Henry Adams (1838–1918) scrittore e storico statunitense

cap. VII

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“In piedi davanti al caminetto, c'era un uomo di media statura, di aspetto nobile e altero, con gli occhi penetranti, la fronte ampia, un volto smagrito e ancor più allungato dal pizzo e dai baffi. Benché quell'uomo avesse trentasei o trentasette anni appena, capelli, baffi e pizzo cominciavano a farsi grigi. Quell'uomo non aveva spada, ma sembrava, in tutto il resto, un uomo di guerra: i suoi stivali di pelle di bufalo leggermente coperti di polvere indicavano che nella giornata era stato a cavallo. Quell'uomo era Armand Jean Duplessis, cardinale di Richelieu, non quale viene di solito rappresentato a noi, affranto come un vecchio, sofferente come un martire, il corpo piegato, la voce spenta, sepolto in una grande poltrona come in una tomba anticipata, vivo solo per il suo genio e capace ancora di sostenere la lotta con l'Europa soltanto per la forza del suo pensiero, diuturnamente applicato, ma quale egli era realmente in quel tempo, vale a dire destro e galante cavaliere, già debole nel corpo, ma sostenuto da quella potenza morale che ha fatto di lui uno degli uomini più straordinari che siano mai esistiti; quale egli era in quel tempo in cui si preparava, dopo aver validamente appoggiato il duca di Nevers nel ducato di Mantova, dopo aver preso Nimes, Castres e Uzès, a cacciare gli inglesi dall'isola di Ré, e ad assediare la Rochelle.”

cap. XIV L'uomo di Meung
I tre moschettieri

“Sono poche le cose che irritano la mente hacker più dell'inefficienza.”

cap. 12 – Una breve discesa nell'inferno hacker
Codice Libero

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“Una delle più penose condizioni per i gelosi (e gelosi sono tutti nella nostra vita di società) è trovarsi costretti a quelle relazioni mondane che mettono in una grande e pericolosa intimità gli uomini e le donne. Bisogna diventar ridicoli oppure permettere l'intimità nei balli, l'intimità tra i medici e le loro clienti, l'intimità con gli artisti, i pittori e specialmente i musicisti. Le persone si occupano insieme della più nobile tra le arti, la musica: perciò è necessaria quella tale intimità, e quell'intimità non ha nulla di biasimevole: soltanto un marito scioccamente geloso può vedervi qualcosa di male. E intanto tutti sanno che proprio a mezzo di occupazioni, e specialmente della musica, avviene la maggior parte degli adultèri nel nostro mondo. Evidentemente li avevo messi nella medesima situazione penosa nella quale mi trovavo io: per un pezzo non mi riuscì di dir nulla. Ero come una bottiglia capovolta dalla quale l'acqua non esce perché è troppo piena. Volevo ingiuriarlo, scacciarlo, ma invece sentivo che dovevo invece mostrarmi amabile e affettuoso con lui. E così feci. Finsi di approvare tutto, per quello stesso strano sentimento che mi obbligava a rivolgermi a lui con tanta maggiore gentilezza quanto più la sua presenza mi era penosa. Gli dissi che mi affidavo al suo gusto e consigliai lo stesso a mia moglie. Egli rimase ancora un poco, quanto bastava per cancellare la sgradevole impressione che aveva prodotto la mia subitanea entrata nella stanza, con quel viso stravolto e quel mio silenzio, e poi se ne andò, figurando di aver finalmente deciso quel che si dovesse suonare. Io ero interamente persuaso che a paragone di ciò che li preoccupava la questione dei pezzi da suonare era per loro senza alcuna importanza.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

cap. XXI, 1968

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“Il povero onesto può a volte dimenticare la sua condizione, ma l'uomo ricco e onesto non lo può fare.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

cap. 2
All things considered

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“[San Francesco] vide ogni cosa con senso drammatico, staccata dalla sua posizione, non immobile come in un quadro ma in azione come un dramma. Un uccello poteva sfiorarlo come una freccia, […] un cespuglio poteva fermarlo come un brigante; ed egli era pronto a dare il benvenuto a entrambi. In una parola, noi parliamo di un uomo che non confondeva il bosco con gli alberi, e non voleva farlo. Voleva piuttosto considerare ogni albero come un'entità separata e quasi sacra, come una creatura di Dio […] Non voleva ergersi di fronte a uno scenario usato come mero sfondo, e recante la banale iscrizione: "Scena: un bosco". In tal senso vorremmo intendere che era troppo drammatico per il dramma stesso. Lo scenario avrebbe preso vita nelle sue commedie […] Ogni cosa sarebbe stata in primo piano, e quindi alla ribalta; ogni cosa avrebbe avuto un proprio carattere. Questa è la qualità per cui, come poeta, egli fu perfettamente l'opposto d'un panteista. Non chiamò la natura sua Madre, ma chiamò Fratello un certo somaro e Sorella una certa passerotta. […] È qui che il suo misticismo è così simile al senso comune di un fanciullo. Un bambino non ha difficoltà a comprendere che Dio creò cane e gatto; sebbene sia consapevole che la formazione del gatto e del cane dal nulla è un processo misterioso al di là della sua immaginazione. Ma nessun bambino capirebbe il senso dell'unione del cane e del gatto e di ogni altra cosa in un unico mostro con una miriade di gambe chiamata natura. Egli senza dubbio si rifiuterebbe di attribuire capo o coda a un simile animale. […] Gli uccelli e gli animali francescani assomigliano davvero a uccelli e animali araldici, non perché fossero favolosi, ma nel senso che erano considerati come realtà, chiare e positive, scevre dalle illusioni dell'atmosfera e della prospettiva. In tal senso egli vide un uccello color sabbia in campo azzurro e una pecora d'argento in campo verde. Ma l'araldica dell'umiltà era più ricca dell'araldica dell'orgoglio, perché giudicava tutte le cose che Dio aveva creato come qualcosa di più prezioso e di più unico die blasoni che i principi e i nobili avevano dato soltanto a se stessi.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

cap. VI, p. 66
Francesco d'Assisi

“Non si possono isolare i fenomeni. Non si può dunque fare della fisica «astratta», come quella di Galileo. L'astrazione che trascura le complicazioni del caso concreto, reale, è completamente legittima nel mondo di Galileo: un mondo archimedeo. Essa gli permette di dedurre il caso semplice, il caso ideale, partendo dal quale è in condizione di spiegare il caso concreto e complesso. Ma Descartes non può fare che una fisica concreta. L'astrazione galileiana non lo condurrebbe al caso semplice: essa lo condurrebbe piuttosto al caso impensabile. Per fare qualcosa di analogo a ciò che fa Galileo, avrebbe dovuto prendere in esame non il caso semplice, ma il caso generale. E ciò, lo studio del movimento di un corpo all'interno di un liquido perfetto, è di gran lunga superiore ai suoi mezzi matematici. Descartes lo conferma affermando che oltrepassa le possibilità della conoscenza umana. Lo studio sperimentale è ugualmente impossibile. Come misurare, infatti, il dato principale del problema, la velocità del movimento della materia sottile?
In tal modo, cosa infinitamente curiosa, Descartes, che non era riuscito a dedurre l'esatta legge della caduta perché non aveva capito la nuova concezione del movimento che gli proponeva Beeckman, e che non aveva saputo far coincidere lo studio fisico (causale) del fenomeno della caduta con la sua analisi matematica, rinuncia proprio nel momento in cui, avendo chiarito appieno l'idea del movimento, arriva a formulare il principio fondamentale della scienza moderna, il principio d'inerzia! Il fatto è che, anche in questo caso, egli non ha saputo mantenersi nei giusti limiti: identificando l'estensione e la materia, ha sostituito alla fisica la geometria. Ancora una volta dunque, geometrizzazione a oltranza. Soppressione del tempo. È la ragione per cui la fisica delle idee evidenti, la fisica che costituí una rivincita di Platone, si conclude con una sconfitta. Una sconfitta analoga a quella di Platone.”

Alexandre Koyré (1892–1964) storico della scienza e filosofo francese

cap. II, 2, pp. 135 sg.
Studi galileiani

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“Il mio cuore è andato a unirsi ai Mille, perché il mio amico oggi ha smesso per sempre di correre».”

Richard Adams (1920–2016) scrittore e glottoteta britannico

cap. 17, Il laccio

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“Il conservatore non è contrario alle novità perché nuove; ma non scambia lignoranza degli innovatori per novità.”

Giuseppe Prezzolini (1882–1982) giornalista, scrittore e editore italiano

cap. 5, 4; 1972, p. 48; 1995, p. 32
Manifesto dei conservatori

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“La signorina Abbott aveva avuto anche lei una serata meravigliosa, né ricordava d'aver mai visto simili stelle e un tale cielo. La sua testa, anch'essa, era piena di musica, e quella notte, quando aprì la finestra, la sua camera si riempì di aria calda e dolce. Era immersa nella bellezza, di dentro e di fuori; non poteva andare a letto per la felicità. Era mai stata così felice? Sì, una volta; e proprio qui, una sera in marzo, la sera in cui Gino e Lilia le avevano parlato del loro amore… la sera i cui mali era venuta adesso a riparare.
Emise un improvviso grido di vergogna. «Quest'ora… lo stesso posto… la stessa cosa,» — e incominciò a mortificare la sua felicità, sapendo che era colpevole. Era qui per combattere contro questo luogo, per portare in salvo una piccola anima che era ancora innocente. Era qui per difendere la moralità e la purezza, la santità della vita di una famiglia inglese. Quella primavera, aveva peccato per ignoranza; adesso non era più ignorante. «Signore, aiutatemi!» gridò, e chiuse la finestra come se ci fosse della magia nell'aria che la circondava. Ma le melodie non le uscivano dalla testa, e per tutta la notte fu turbata da torrenti di musica, da applausi e da risate, e da giovanotti arrabbiati che urlavano il distico del Baedeker:
Poggibonizzi, fatti in là,
che Monteriano si fa città!

Poggibonsi le si rivelò mentre quelli cantavano — un luogo sperduto e senza gioia, pieno di gente insincera. Quando si destò riconobbe che quel luogo era Sawston.”

Edward Morgan Forster (1879–1970) scrittore britannico

cap. VI, p. 153

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“Una bella cosa è una gioia per sempre: | La sua bellezza aumenta e mai | Sparirà nel nulla.”

John Keats (1795–1821) poeta inglese

cap. I, vv. 906-7
Endymione

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“Il disordine medesimo di consumare più che non si riproduce è uno sprone a maggiormente riprodurre.”

Pietro Verri (1728–1797) filosofo italiano

cap. III
Meditazioni sulla economia politica

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“Il prezzo delle cose vien formato da due principi riuniti, bisogno, e rarità.”

Pietro Verri (1728–1797) filosofo italiano

cap. IV
Meditazioni sulla economia politica

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“Quando il sognatore muore, che ne è del sogno?”

A. Bertram Chandler (1912–1984) scrittore di fantascienza australiano

da Appuntamento su un mondo perduto, cap. 16

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“Chi si rallegra del male altrui, non troverà chi compianga il suo.”

Riccardo Bacchelli (1891–1985) scrittore e drammaturgo italiano

cap. IV, Il travaglio
Il Mulino del Po

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“La moglie è vita, o coltello e capresto, | Conforme vuoi.”

Niccolò Forteguerri (1674–1735) accademico e presbitero italiano

Cap. I
Rime piacevoli
Origine: Citato in Harbottle, p. 344.

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“L'uomo saggio sopra del suo dosso | Non deve portar peso che lo sfianchi, | Onde dica piangendo : io non lo posso.”

Niccolò Forteguerri (1674–1735) accademico e presbitero italiano

Cap. XI
Rime piacevoli
Origine: Citato in Harbottle, p. 338.

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“Salva me, che io salverò te.”

Petronio Arbitro (27–66) scrittore, filosofo

cap. XLIV; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli

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“La donna è in procinto di liberarsi dallo stato di soggezione che per lunghi anni l'ha resa schiava dell'uomo.”

Ashley Montagu (1905–1999) antropologo e saggista inglese

cap. 1, p. 8
La naturale superiorità della donna

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“La fede consiste nella volontà di chi crede.”

Agostino d'Ippona (354–430) filosofo, vescovo, teologo e santo berbero con cittadinanza romana

da De praedestinatione sanctorum (429), cap. 5

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“Amor non nasce prima de bellezza:
Consimel stella move le persone
E d'un volere ferma la vaghezza.”

libro III, cap. I, p. 82
L'Acerba
Origine: Cfr. Dante, Vita Nova, XX.
Origine: «Il che vuol dire che senza l'influenza della stella, o del pianeta, come anche oggi dicono i cantastorie e gl'indovini di piazza, la sola bellezza non vale a generare l'amore. Ma la vaghezza non si forma senza che all'influsso de' cieli concorra la bellezza vera o immaginata, e sopratutto la simpatia.» Cfr. Carlo Lozzi, Cecco d'Ascoli e la musa popolare, G. Cesari, 1904, p. 40 http://www.archive.org/stream/ceccodascoliela00lozzgoog#page/n49/mode/2up.

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“Le parole di un principe sono come il sudore.”

Cioè irrevocabili.
cap. VII, p. 75
La voce degli spiriti eroici

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“Persuaso che la vita non è già destinata ad essere un peso per molti, e una festa per alcuni, ma per tutti un impiego, del quale ognuno renderà conto, cominciò da fanciullo a pensare come potesse render la sua utile e santa.”

cap. XXII
I promessi sposi
Variante: Persuaso che la vita non è già destinata ad essere un peso per molti, e una festa per alcuni, ma per tutti un impegno, del quale ognuno renderà conto, cominciò da fanciullo a pensare come potesse render la sua utile e santa.

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