Frasi su mente
pagina 14

Umberto Eco photo
Massimo Piattelli Palmarini photo
Massimo Piattelli Palmarini photo

“Ci viene fatto di pensare – tutte le persone poco istruite lo pensano – che esista una realtà, un mondo esterno fatto di cose e di oggetti. […] Da Kant in poi si è capito che la struttura della mente umana impone le sue forme agli oggetti, non le subisce.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Origine: A tal proposito si ricorda la riduzione a forme geometriche operata da Cezanne alla fine del 1800 nella propria pittura.
Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 1, Perché proprio Kant? Ovvero: il fascino discreto della ragione pura, p. 28

Massimo Piattelli Palmarini photo

“Qualunque sensazione, qualunque esperienza verrà filtrata e "formata" secondo i modi di sentire e di percepire della mia mente.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 3, Come si può conoscere il mondo, p. 60

Rayden photo

“Ti ho nella mente e nel cuore | che poi è lo stesso | sei semplicemente sensazionale.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Nient'altro, n. 4
In Ogni Dove

Osamu Tezuka photo
Patañjali photo
Patañjali photo
Umberto Galimberti photo
Giorgio Faletti photo
Giorgio Faletti photo

“Anche in questo siamo uguali.
L'unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità di sentirti stanco.
Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia.
Io no.
Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai."

"E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?"

"Io uccido…”

Variante: Anche in questo siamo uguali. L'unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità di sentirti stanco.
Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia.
Io no. Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai."

"E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?"

"Io uccido...
Origine: Io uccido, pp.29-30

Severn Cullis-Suzuki photo
Gian Domenico Romagnosi photo
Jiddu Krishnamurti photo
Noam Chomsky photo

“Quando il presidente Johnson afferma che ci stiamo difendendo contro una forza superiore, che noi dobbiamo rimanere nel Vietnam altrimenti essi «invaderanno gli Stati Uniti e prenderanno quello che abbiamo», disgraziatamente egli rappresenta un settore cospicuo, forse prevalente, dell'opinione americana. Per noi oggi può sembrare difficile capire come trent'anni fa si potesse credere sul serio che una cospirazione giudaico-bolscevica minacciasse la sopravvivenza della Germania, depositaria dei valori spirituali della civiltà occidentale. Per altri oggi può essere altrettanto difficile prendere sul serio l'immagine della nazione piú forte e piú ricca della terra in preda al terrore dietro ai suoi missili e testate nucleari, per paura che «quello che abbiamo» ci venga portato via se permettiamo a un piccolo paese, dall'altra parte del globo, di seguire il proprio corso liberandosi dal dominio americano. Ciononostante, questa descrizione non è caricaturale. Gli aderenti al cosiddetto «movimento della pace» hanno la tendenza a considerare Lyndon Johnson un usurpatore illegittimo che non rappresenta il grosso dell'opinione americana. Probabilmente s'ingannano. Affermazioni come quella sopra citata possono benissimo riflettere atteggiamenti predominanti tra gli americani, e chi voglia pensare in maniera realistica al ruolo imperialistico dell'America farà bene a tenerlo a mente.”

Noam Chomsky (1928) linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense

La logica della ritirata, p. 255
I nuovi mandarini

Enrico Ruggeri photo

“Apro gli occhi e ti penso.”

Enrico Ruggeri (1957) cantautore, scrittore e conduttore televisivo italiano

da Ho in mente te
Vivo da re

Leiji Matsumoto photo

“Per i capricci di un dittatore fu ucciso mio padre. Mia madre e mia sorella morirono poco dopo dal dolore. Da allora ho odiato i dittatori! Ho deciso di combatterle ma per sconfiggerli era necessario che diventassi anch'io un uomo potente. Temprai la mia volontà, studiai con grandi sacrifici e mi laureai all'Accademia Militare. La mia determinazione mi portò al successo e fui eletto comandante in capo. Ma un giorno avvenne qualcosa di nuovo e la mia mente ne fu sconvolta : vidi per la prima volta Mayu e Harlock e mi tornò in mente mia sorella Tami. Ricordai tutte le sue sofferenze, la mia impotenza a salvarle la vita. Imprecai contro le ingiustizie del mondo! Mi consumavo d'invidia per coloro che sembravano più fortunati di me. Odiai voi e Mayu, vi odiai ferocemente, con rabbia, con una rabbia che mi aveva portato al limite della follia! Capite? Harlock, avete visto tutti quei bambini a Cruna, vero? Quando sono stato deposto dal Primo Ministro come traditore mi nascondevo nei luoghi più impensati. In quel quartiere povero ho incontrato quei bambini: erano abbandonati a se stessi ma sono stati molto affettuosi con me. Hanno capito che ero affamato e mi procuravano da mangiare. Appena mi è stato possibile ho portato quei ragazzi a Cruna e ho chiesto al vecchio Ashi di prendersi cura di loro. Erano felici anche perché c'erano un mucchio di cose da mangiare. Mi chiamavano "capo", chissà perché. Io li consideravo come fratellini e sorelline e avrei fatto qualunque cosa per renderli felici. Avrei voluto costruire tante scuole e palestre di giochi per loro, avrei voluto costruire una casa su un monte perché da lontano potessero vedere l'oceano. Ahahahah… Non so più quello che sto dicendo, quel mattacchione del Dr. Zero deve aver spostato qualche rotellina in questa mia testaccia di bufalo.”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Kirita
Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 39, Morte di Kirita

Paco Ignacio Taibo II photo
Paco Ignacio Taibo II photo
Ferruccio De Bortoli photo
Renata Tebaldi photo
Adone Zoli photo
Giuliano Amato photo
Agostino d'Ippona photo
Agostino d'Ippona photo

“Non ci fu dunque un tempo, durante il quale avresti fatto nulla, poiché il tempo stesso l'hai fatto tu; e non vi è un tempo eterno con te, poiché tu sei stabile, mentre un tempo che fosse stabile non sarebbe tempo. Cos'è il tempo? Chi saprebbe spiegarlo in forma piana e breve? Chi saprebbe formarsene anche solo il concetto nella mente, per poi esprimerlo a parole? Eppure, quale parola più familiare e nota del tempo ritorna nelle nostre conversazioni? Quando siamo noi a parlarne, certo intendiamo, e intendiamo anche quando ne udiamo parlare altri. Cos'è dunque il tempo? Se nessuno m'interroga, lo so; se volessi spiegarlo a chi m'interroga, non lo so. Questo però posso dire con fiducia di sapere: senza nulla che passi, non esisterebbe un tempo passato; senza nulla che venga, non esisterebbe un tempo futuro; senza nulla che esista, non esisterebbe un tempo presente. Due, dunque, di questi tempi, il passato e il futuro, come esistono, dal momento che il primo non è più, il secondo non è ancora? E quanto al presente, se fosse sempre presente, senza tradursi in passato, non sarebbe più tempo, ma eternità. Se dunque il presente, per essere tempo, deve tradursi in passato, come possiamo dire anche di esso che esiste, se la ragione per cui esiste è che non esisterà? Quindi non possiamo parlare con verità di esistenza del tempo, se non in quanto tende a non esistere.”

14, 17
Confessioni, Libro XI (Meditazioni sul primo versetto della Genesi)

B. K. S. Iyengar photo
B. K. S. Iyengar photo
Piergiorgio Odifreddi photo

“[Albert Einstein] Dopo aver ricordato che fin da bambino «la vanità delle speranze e degli sforzi che travolgono incessantemente la maggior parte degli uomini in una corsa affannosa attraverso la vita» l'aveva colpito profondamente, egli ricorda che dapprima divenne religiosissimo, ma cessò improvvisamente di esserlo all'età di dodici anni, perché leggendo libri di divulgazione scientifica si era «ben presto convinto che le storie che raccontava la Bibbia non potevano essere vere». Questa esperienza gli fece capire come «i giovani fossero coscientemente ingannati dallo Stato con insegnamenti bugiardi, e fu un'impressione sconvolgente», da cui il precoce pensatore trasse un atteggiamento di sospetto verso ogni genere di autorità, e di scetticismo verso le convenzioni sociali, che non l'avrebbe più abbandonato. Da allora egli trovò la liberazione nel «possesso intellettuale del mondo che esiste indipendentemente da noi, esseri umani, e che ci sta di fronte come un grande, eterno enigma, accessibile solo parzialmente alla nostra osservazione e al nostro pensiero». Naturalmente, conclude Einstein, «la strada verso questo paradiso non era così comoda e allettante come quella del paradiso religioso, ma si è dimostrata una strada sicura, e non ho mai più rimpianto di averla scelta.»”

Piergiorgio Odifreddi (1950) matematico, logico e saggista italiano

dalla relazione al Festival della Mente, Sarzana, Dio secondo Einstein, la Repubblica, 31 agosto 2007
Origine: In Albert Einstein, Autobiografia scientifica, 1949.

Alessio Tacchinardi photo

“[Su Zinédine Zidane] Era davvero un giocatore di un altro pianeta. Mi viene sempre in mente la rete pazzesca che seppe fare a Reggio Calabria contro la Reggina. Con una finta si liberò di tre difensori e quindi sparò un missile in porta. Dopo quel gol, ogni qual volta la palla si fermava durante la partita, io mi avvicinavo e gli ripetevo "Oh, ma come hai fatto? Ma ti rendi conto della rete che hai segnato?"”

Alessio Tacchinardi (1975) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Il problema è che la gente ha visto la metà della sua classe.
Origine: Citato in Marco Bo, Zidane compie 40 anni. Manda i tuoi auguri a Zizou http://www.tuttosport.com/calcio/euro_2012/2012/06/23-195761/Zidane+compie+40+anni.+Manda+i+tuoi+auguri+a+Zizou, Tuttosport.com, 23 giugno 2012.

Decimo Giunio Giovenale photo

“La vendetta è il piacere abietto di una mente abietta.”

Decimo Giunio Giovenale (50) poeta e oratore romano

XIII, 190-191

Scipione Maffei photo
Ilvo Diamanti photo
Suso Cecchi D'Amico photo
Ibico photo
Amélie Nothomb photo

“Ci andavo a guardare opere che non facevano venire in mente niente: proprio quello che mi ci voleva.”

Amélie Nothomb (1967) scrittrice belga

Origine: Diario di Rondine, p. 12

Eraclito photo
Eraclito photo
Corrado Guzzanti photo

“L'amore si può dire in tre maniere, io credo:
amore,
amore,
… e una terza che adesso non mi viene in mente.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Tel chi el telùn
Personaggi originali, Brunello Robertetti

Anacleto Verrecchia photo
Aśvaghoṣa photo

“Quando la mente è turbata, si produce il molteplice, ma il molteplice scompare quando la mente si acquieta.”

Aśvaghoṣa (80–150) monaco buddhista, poeta e filosofo indiano

Origine: Da The Awakening of Faith, Chicago, 1900; citato in Fritjof Capra, Il Tao della fisica, traduzione di Giovanni Salio, Adelphi, 2010, p. 26.

Aśvaghoṣa photo

“Come può l'inquieto, che è spossato da fame, sete e mortificazioni e la cui mente non si regge per lo sforzo, raggiungere quel risultato che la mente deve raggiungere?”

Aśvaghoṣa (80–150) monaco buddhista, poeta e filosofo indiano

Buddha: dal Canto XII, § 103
Le gesta del Buddha

Giulio Confalonieri photo
Cecco d'Ascoli photo
Areteo di Cappadocia photo
Antonio Cocchi photo
Guy de Maupassant photo

“Penetrando nel museo, la scorsi subito in fondo ad una sala, e bella proprio come l'avevo immaginata. Non ha la testa, le manca un braccio; mai tuttavia la forma umana mi è parsa più meravigliosa e più seducente. Non è la donna vista dal poeta, la donna idealizzata, la donna divina o maestosa, come la Venere di Milo, è la donna così com'è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. È robusta, col petto colmo, l'anca possente e la gamba un po' forte, è una Venere carnale che si immagina coricata quando la si vede in piedi. Il braccio caduto nascondeva i seni; con la mano rimasta, solleva un drappeggio col quale copre, con gesto adorabile, i fascini più misteriosi. Tutto il corpo è fatto, concepito, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi si concentrano, tutto il pensiero vi confluisce. Questo gesto semplice e naturale, pieno di pudore e di impudicizia, che nasconde e mostra, che vela e rivela, che attrae e che fugge, sembra definire tutto l'atteggiamento della donna sulla terra. Ed il marmo è vivo. Lo si vorrebbe palpeggiare, con la certezza che cederà sotto la mano, come la carne. Le reni soprattutto sono indicibilmente animate e belle. Si segue, in tutto il suo fascino, la linea morbida e grassa della schiena femminile che va dalla nuca ai talloni, e che, nel contorno delle spalle, nelle rotondità decrescenti delle cosce e nella leggera curva del polpaccio assottigliato fino alle caviglie, rivela tutte le modulazioni della grazia umana. Un'opera d'arte appare superiore soltanto se è, nello stesso tempo, il simbolo e l'esatta espressione di una realtà. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. Dinnanzi al volto della Gioconda, ci si sente ossessionati da non so quale tentazione di amore snervante e mistico. Esistono anche donne viventi i cui occhi ci infondono quel sogno di tenerezza irrealizzabile e misteriosa. Si cerca in esse qualcos'altro dietro le apparenze, perché sembrano contenere ed esprimere un po' di quell'ideale inafferrabile. Noi lo inseguiamo senza mai raggiungerlo, dietro tutte le sorprese della bellezza che pare contenere un pensiero, nell'infinito dello sguardo il quale è semplicemente una sfumatura dell'iride, nel fascino del sorriso nato da una piega delle labbra e da un lampo di smalto, nella grazia del movimento fortuito e dell'armonia delle forme. Così i poeti, impotenti staccatori di stelle, sono sempre stati tormentati da una sete di amore mistico. L'esaltazione naturale di un animo poetico, esasperato dall'eccitazione artistica, spinge quegli esseri scelti a concepire una specie di amore nebuloso, perdutamente tenero, estatico, mai sazio, sensuale senza essere carnale, talmente delicato che un nonnulla lo fa svanire, irrealizzabile sovrumano. E questi poeti sono, forse, i soli uomini che non abbiano mai amato una donna, una vera donna in carne ossa, con le sue qualità di donna, i suoi difetti di donna, la sua mente di donna, ristretta ed affascinante, i suoi nervi di donna e la sua sconcertante femminilità. Qualsiasi creatura davanti a cui si esalta il loro sogno diventa il simbolo di un essere misterioso, ma fantastico: l'essere celebrato da quei cantori di illusioni. E la creatura vivente da loro adorata è qualcosa come la statua dipinta, immagine di un dio di fronte al quale il popolo cade in ginocchio. Ma dov'è questo dio? Qual è questo dio? In quale parte del cielo abita la sconosciuta che quei pazzi, dal primo sognatore fino all'ultimo, hanno tutti idolatrata? Non appena essi toccano una mano che risponde alla stretta, la loro anima vola via nell'invisibile sogno, lontano dalla realtà della carne. La donna che stringono, essi la trasformano, la completano, la sfigurano con la loro arte poetica. Non sono le sue labbra che baciano, bensì le labbra sognate. Non è in fondo agli occhi di lei, azzurri o neri, che si perde così il loro sguardo esaltato, è in qualcosa di sconosciuto e di inconoscibile. L'occhio della loro dea non è altro che un vetro attraverso cui essi cercano di vedere il paradiso dell'amore ideale. Se tuttavia alcune donne seducenti possono dare alle nostre anime una così rara illusione, altri non fanno che eccitare nelle nostre vene l'amore impetuoso che perpetua la razza. La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di Paros, è - dicono - La Venere Callipigia descritta da Ateneo e Lampridio, data da Eliogabalo ai siracusani. Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza. Schopenhauer scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola. La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita. È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere. È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Incipit di alcune opere, Viaggio in Sicilia

Josh Klinghoffer photo
Eugène Sue photo
Veronica Franco photo
Enrico Pea photo
David Herbert Lawrence photo
Federigo Verdinois photo
Daisetsu Teitarō Suzuki photo
Musō Soseki photo
Gianni Mura photo
Patrick O'Brian photo
Dino Risi photo
Bodhidharma photo
Albert Einstein photo
Stephen King photo
Jack Valenti photo
Nicholas Sparks photo
Khalifa Belqasim Haftar photo
Marvin Minsky photo
Henry Kissinger photo
Albert Einstein photo
Edith Wharton photo
Piero Calamandrei photo
Eros Ramazzotti photo

“La sincerità è un fatto della mente, che ha la purità della luce. E chi nell'arte giungesse alla sincerità morale che è richiesta nella confessione religiosa, che è un modo di avviarsi a una piena purificazione, avrebbe torto nel credere che ciò basti a far poesia: perché in tal caso i più grandi poeti sarebbero stati coloro che vergognosi confessarono i loro delitti al confessore. La «franchise absolue» dell'arte è di ben diversa natura.”

Francesco Flora (1891–1962) critico letterario e scrittore italiano

da La poesia come ricerca dell'ignoto., vol. V, p. 625
Storia della letteratura italiana
Origine: «La franchise absolue, moyen d'originalité.» (La franchezza assoluta, mezzo d'originalità.) (Baudelaire), citato da Francesco Flora a p. 625 della Storia della letteratura italiana, volume quinto.

Daisetsu Teitarō Suzuki photo
Pietro Nigro photo
Leonardo Da Vinci photo
Jack Kerouac photo
Anastacia photo
Irvine Welsh photo
Jack Kerouac photo

“Scrivendo i sogni, prendere nota del modo in cui crea la mente sognante”

Jack Kerouac (1922–1969) scrittore e poeta statunitense

Origine: Libro dei sogni, p. 249

Enzo Giudici photo
Adriana Lima photo
Virginia Woolf photo