Frasi su mito
pagina 3

Cristiano Lucarelli photo
Aldo Cazzullo photo

“La nostra società è profondamente radicata nel presente ed è quindi abbarbicata al mito della giovinezza. Non si riesce a concepire la fine, o il modificarsi, di un ciclo vitale; invecchiare e morire è considerata una cosa da perdenti.”

Loredana Lipperini (1956) giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica italiana

da Cinque domande a Loredana Lipperini, autrice di "Non è un paese per vecchie" http://ritacharbonnier.blogspot.com/2010/10/cinque-domande-loredana-lipperini.html

Aldo Busi photo
Antonello Piroso photo
Riccardo Cocciante photo
L. Sprague de Camp photo
Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo
Ornella Vanoni photo
Umberto Galimberti photo
Bassi Maestro photo
Bassi Maestro photo
Mircea Eliade photo

“Ogni eresia è l'esagerazione mostruosa di un aspetto della verità.”

Mircea Eliade (1907–1986) storico delle religioni e scrittore rumeno

da Il mito della reintegrazione, p. 20

Rodolfo Celletti photo

“[Franco Corelli] In questo è stato un autentico fenomeno vocale, un do e un re bemolle 4 meno adamantini e solari di quelli di Lauri-Volpi ma enormi, straripanti, che sembravano addensarsi sulla platea della Scala come una cupola sonora.”

Rodolfo Celletti (1917–2004) musicologo e critico musicale italiano

da Voce di tenore, dal Rinascimento a oggi, storia e tecnica, ruoli e protagonisti di un mito della lirica, Edizioni Idea Libri, 1989, p. 244

Rodolfo Celletti photo

“[Beniamino Gigli] La voce di Gigli può legittimamente rientrare fra i miti dell'opera. Compatta, armoniosa, omogenea, eccezionalmente spontanea nell'emissione, aveva una continuità di vibrazioni e una fermezza di suono che faceva pensare alla cavata carusiana.”

Rodolfo Celletti (1917–2004) musicologo e critico musicale italiano

da Voce di tenore, dal Rinascimento a oggi, storia e tecnica, ruoli e protagonisti di un mito della lirica, Edizioni Idea Libri, 1989, p. 211

Rodolfo Celletti photo

“[Alfredo Kraus] Kraus è l'unico tenore che abbia saputo eseguire le canzoni (spagnole) con slancio, calore, fantasia, analisi della parola "cantata", sottigliezze ritmiche.”

Rodolfo Celletti (1917–2004) musicologo e critico musicale italiano

da Voce di tenore, dal Rinascimento a oggi, storia e tecnica, ruoli e protagonisti di un mito della lirica, Edizioni Idea Libri, 1989, p. 247

Mahmud Ahmadinejad photo
Rosanna Arquette photo
Amélie Nothomb photo
Fabrizio Cicchitto photo
Domenico Losurdo photo
Jean-Claude Van Damme photo

“Chiunque voglia davvero fare il grande cinema non può rimanersene a casa, deve andare a Hollywood, perché è lì che c'è il vero business. Comunque, il mio sogno è sempre stato quello di essere un attore, non solo di arti marziali. Al Pacino è per me un mito, darei qualsiasi cosa per lavorare con lui.”

Jean-Claude Van Damme (1960) attore belga

Origine: Citato in Il cinema secondo Van Damme: l'evoluzione del cinema d'azione da Bruce Lee a Bruce Willis, a cura di Simone Bedetti e Lorenzo De Luca, Castelvecchi, Roma, 2000, p. 88. ISBN 8882101851

Enzo Paci photo

“Risuscitando il mito di Faust Mann fa sì che Adriano, per salvarsi dall'aridità e dalla crisi dell'arte contemporanea, crisi che è nello stesso tempo crisi di una civiltà al tramonto, stringa un patto con il diavolo che gli darà la grandezza e la potenza creatrice in cambio della rinunzia all'amore e alla salvezza della sua anima. Per Mann la Germania, sfiduciata, inibita ed impotente, ha tentato di liberarsi dalle sue inibizioni con la morbosa e diabolica intossicazione nazista. Sembra che anche l'arte, nel mondo contemporaneo, non riesca a sopravvivere se non si allea con il morboso e con il diabolico, e se non ride di sè condannandosi nel momento stesso nel quale si crea, risolvendosi nella parodia di se stessa L'arte e in particolare la musica, è oggi, nel massimo disordine, nella massima ambiguità. Come uscirne? Come superare il caos? Come e dove trovare un principio, un ordine, un si stema di regole? Politicamente tale ordine è stato cercato nella negazione della libertà. Il compositore Adriano Leverkühn lo cerca nelle nuove regole della musica dodecafonica dopo essersi anche lui diabolicamente intossicato servendosi della malattia, della sifilide, come di una mostruosa droga, per stimolare la propria fecondità estetica, per poi sprofondare nella notte fonda della pazzia e della morte.”

Enzo Paci (1911–1976) filosofo italiano

Origine: Da Profili: Thomas Mann, L'Italia che scrive, a. XXXIX, n. 1, gennaio 1956, p. 2.

Jean Cocteau photo
Indro Montanelli photo
Rayden photo
Raffaele La Capria photo
Paul Ricœur photo
Claudio Sabelli Fioretti photo
Hélène Carrère d'Encausse photo
Leopoldo Mastelloni photo
Vittorio Messori photo

“Torino non era una copia in piccolo di Parigi anche perché, a differenza di questa, non fu città di sommosse, di barricate. È una città che produce eccentrici, solitari, genialoidi e talora tipi geniali, outsider, scrittori e pittori isolati, qualche anarchico ma teorico, di rado bombarolo, provoca omicidi e suicidi (per questi ultimi, una delle più alte, se non la più alta, percentuale italiana, in triste gara con Trieste, la città al confine opposto), ma la massa è di gente pacata, di sudditi, spesso brontoloni e ipercritici ma, alla fine, obbedienti. Nella sua storia non cacciò mai i suoi duchi e poi re, non complottò contro di essi. A differenza di Parigi, periodicamente sulle barricate, Torino insorse solo due volte. Ed entrambe non per fumosi obiettivi ideologici, ma per la concretezza del pane: nel 1864 quando, a tradimento, giunse il trasferimento della capitale; e nel 1917, quando lo Stato chiedeva di digiunare con le razioni di guerra e al contempo di faticare a ritmi accelerati nelle fabbriche che producevano per il fronte. Movimento ci fu anche negli ultimi giorni dell'aprile del 1945. Ma, pure qui, per una questione molto concreta: soprattutto per impedire la distruzione di impianti industriali, dal cui lavoro sarebbe dipesa la vita futura. Ancora una volta, al mito della «lotta di classe», prevalse la consapevolezza, dettata dal buon senso, che gli interessi degli imprenditori coincidevano con quelli dei dipendenti. Senza fabbriche, niente guadagni per il padrone; ma neanche pane per i lavoratori.”

cap. III
Il mistero di Torino

Lauro de Bosis photo
Indro Montanelli photo
Paul Valéry photo

“Con il mito volgare della felicità, si può fare degli uomini press'a poco ciò che si vuole, e tutto quello che si vuole delle donne.”

Paul Valéry (1871–1945) scrittore, poeta e aforista francese

Par le mythe vulgaire du bonheur, on peut faire des hommes à peu pres ce que l'on veut, et tout ce que l'on veut des femmes (citato in Gabriel Pomerand, p. 66)
Tel Quel

Roberto Gervaso photo
Giorgio Locchi photo
Vittorio Imbriani photo

“Carnera era un mito annebbiato, eco lontana dell'età del jazz e del Charleston.”

Nantas Salvalaggio (1923–2009) scrittore italiano

da L'Epopea di Primo Carnera

Jean Pierre Louis Laurent Hoüel photo
Philippe Daverio photo

“[Sul derby di Torino] C'era una volta il derby, verrebbe da dire. Una sfida che raccoglieva furori non soltanto calcistici, ma sociali ed economici, culturali. Già, che giorni e che emozioni! Gli anni settanta, ad esempio. La Juventus dominava l'Italia, ma spesso cadeva davanti ai cugini, che facevano di quell'appuntamento una ragione di vita e d'orgoglio. Da una parte, lo stile di Bettega e Capello, l'eleganza di Zoff, le acrobazie di Anastasi (idolo dei lavoratori della Fiat Mirafiori), la mutria severa di Beppe Furino, il palleggiare ironico di Causio, dall'altra l'agonismo e il ferro e il fuoco di Fossati, Cereser, Agroppi, capitan Ferrini, e là davanti i dioscuri Graziani&Pulici, ispirati da Claudio Sala, pronti a colpire. Il derby diventava, recuperando Jean-Paul Sartre, una metafora della vita. La Juve degli Agnelli, ma anche degli immigrati siciliani e calabresi, il Toro di Pianelli e degli impiegati piemontesi, di quelli che parlavano il dialetto duro e puro. La Juve dei tanti scudetti e il Toro che portava nelle vene, e porterà per sempre, il mito di capitan Valentino e degli altri eroi scomparsi nel rogo di Superga, e il rimpianto per la farfalla granata, Gigi Meroni. Due modi di essere.”

Darwin Pastorin (1955) giornalista italiano

Origine: Citazione da Juve-Toro, il derby smarrito http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/280000/276268.xml?key=Darwin+Pastorin&first=101&orderby=1&f=fir, l'Unità, 25 ottobre 2008, p. 54

Maurizio Gasparri photo

“Per noi Di Pietro è un mito!”

Maurizio Gasparri (1956) politico italiano

Origine: Citato in Marco Travaglio, Ad personam, Chiarelettere, Milano, 2010, p. 61. ISBN 978-88-6190-104-9.

Eugenio Montale photo
Giamblico photo
Diego Cajelli photo

“Il 20 luglio del 1973, all'apice della sua carriera, mentre sta per essere consacrato come una star internazionale, Bruce Lee muore. Post mortem diventerà comunque una star internazionale e un mito del cinema, ma sarà un mito che i suoi fan percorreranno a ritroso. Lee aveva trasformato il genere arti marziali in un fenomeno da botteghino, grazie al suo modo di concepire il genere e alla sua faccia. Quindi, siccome per gli occidentali "tutti i cinesi sono uguali", i distributori e i produttori internazionali da quel momento in poi trasformano tutti i cini che fanno Kung Fu in tanti piccoli Bruce Lee. Escono una valanga di pellicole con attori che vagamente assomigliano a Bruce Lee, nei credits e sui cartelloni vengono scritti a caratteri cubitali dei nomi assonati, tipo Bruce Li o Bruce Lai, Bruce Ly e tutti i Li che ti pare. Si replicano i plot dei film originali con Lee, se non altro per le atmosfere e le ambientazioni di base. I film bruceploitation e i film autentici di Bruce Lee si accavallano via via che il fenomeno Lee si espande in occidente. Coesistono nelle sale e nelle televisioni. Il filone si esaurisce dal 1978 in poi quando, finalmente, viene incoronata una nuova star adatta per i palati occidentali. Il suo nome è Jackie Chan e il film che chiude per sempre la bruceploitation è Snake in the Eagle's Shadow.”

Diego Cajelli (1971) fumettista e sceneggiatore italiano

Tra i vari film cloni con attori cloni, il mio preferito è: Exit the Dragon, Enter the Tiger, dove il fantasma di Bruce Lee, che è morto, chiede a Bruce Li di prendere il suo posto e vendicarlo.
Origine: Da Tutto il cinema exploitation! (prima parte) http://www.diegozilla.com/tag/documentazioni/, Diegozilla.com, 5 marzo 2015.

Mario Biondi photo

“Chesterton fu in definitiva un uomo assolutamente libero, appassionato ricercatore della verità e difensore della giustizia.”

Paolo Gulisano (1959) scrittore italiano

Paolo Gulisano, Tolkien. Il mito e la grazia, Ancora, p. 59

Red Ronnie photo
Luca Raffaelli photo
Aby Warburg photo
Marvin Minsky photo
Primo Levi photo
André Gide photo

“La poesia di questo giovane poeta italiano. [Marino Piazzolla], gustata leggendo il mito Pèrsite e Melasia, mi è parsa inventata ed espressa con quella patetica innocenza con cui i lirici greci inventavano i loro bellissimi canti.”

André Gide (1869–1951) scrittore francese

Origine: Citato in Frammenti, La Fiera Letteraria, 14 agosto 1960; disponibile su fondazionemarinopiazzolla.it http://www.fondazionemarinopiazzolla.it/Frammenti.php.

Giovanni Miegge photo

“Il Nuovo Testamento contiene bensì dei miti, ma il mito è la forma espressiva naturale, forse insostituibile della religione: soltanto il mito infatti può descrivere il fatto paradossale, irriducibile al pensiero razionale come al pensiero storico, dell'irruzione della trascendenza nella nostra storia, della «Parola fatta carne.»”

Giovanni Miegge (1900–1961) teologo italiano

da L'evangelo e il mito nel pensiero di Rudolf Bultmann, Milano, Edizioni di comunità, 1956, p. 128.
Origine: Citato in Gianfranco Morra, Specchio dei tempi. Antologia interdisciplinare, Editrice La Scuola, 1981, p. 533.

Ernst Jünger photo
Edward Morgan Forster photo
Fausto Bertinotti photo

“Il mito della governabilità è figlio di una cultura politica senza valori, che ha completamente abdicato alla voglia di cambiare la società. L'idea che comunque bisogna governare per me è un disvalore.”

Fausto Bertinotti (1940) politico italiano

Citazioni tratte da interviste
Origine: Citato in Gianpaolo Pansa, Controstoria d'Italia, Il Giornale - Biblioteca storica, Milano, 2011, p. 183. ISSN 977-800805820-0

Stefan Zweig photo
Francesco Grisi photo

“Nella festa […] l'arcano diventa quotidiano, il mistero diventa visibile. Chi ha detto che non c'è più posto per il mito?”

Franco Cardini (1940) storico e saggista italiano

da Il simbolo del Centro del Mondo http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1980/n.343/3, Il Tempo, 22 dicembre 1980

Scipio Slataper photo
Valeria Solarino photo
Vito Antuofermo photo

“L'affresco de "La dolce vita" è grandioso e plasticamente esemplare: l'autore non si sofferma a descrivere la degradazione in cui versa l'aristocrazia e quella meno sintomatica dei tempi che emerge dalla "notte del falso miracolo", ma anche la degradazione su cui poggia il mito della donna-sesso e della "diva" e il mondo che li circonda (due fenomeni di isterismo collettivo, quelli del miracolo e della diva, che tanti punti hanno in comune).”

Guido Aristarco (1918–1996) critico cinematografico e sceneggiatore italiano

da Cinema nuovo, IX, 143, Milano, gennaio-febbraio 1960
Origine: Citato in Claudio G. Fava, I film di Federico Fellini, Volume 1 di Effetto cinema, Gremese Editore, 1995, p. 96 https://books.google.it/books?id=DNMSsPUpWnoC&pg=PA96. ISBN 8876059318

Alberto Arbasino photo
Hugo Von Hofmannsthal photo
Will Tuttle photo
Mark Dery photo
Il Farinotti photo
Roger Griffin photo
Pier Paolo Pasolini photo

“Non posso più credere alla rivoluzione, ma non posso non stare dalla parte dei giovani che si battono per essa. È già un'illusione scrivere poesia, eppure continuo a scriverne, pure se per me la poesia non è più quel meraviglioso mito classico che ha esaltato la mia adolescenza. […] Non credo più nella dialettica e nella contraddizione, ma alle pure opposizioni. […] Tuttavia sono sempre più affascinato da quell'alleanza esemplare che si compie nei santi, come san Paolo, fra vita attiva e vita contemplativa.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Origine: Citato in Marco Antonio Bazzocchi, Pier Paolo Pasolini, Bruno Mondadori, Milano, 1998, p. 34 https://books.google.it/books?id=tzjjfELunEsC&pg=PA34#v=onepage&q&f=false. ISBN 88-424-9460-7; citato anche in Francesco Cataluccio, Ripensando Pasolini http://www.ilpost.it/francescocataluccio/2015/10/30/pier-paolo-pasolini-2/, ilPost.it, 30 ottobre 2015.

Jupp Heynckes photo
Julio Ricardo Cruz photo