Frasi su come pensare
pagina 11

Paul Verlaine photo
Oscar Wilde photo

“Quale è il vero critico se non colui che porta in sé i sogni e le idee e i sentimenti di miriadi di generazioni, e a cui nessuna forma di pensiero è estranea, nessun impulso di emozioni oscuro?”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Origine: Citato in Adriano Tilgher, Studi sul teatro contemporaneo, BiblioLife, LLC.

Dante Alighieri photo
Dante Alighieri photo
Dante Alighieri photo
Pietro Aretino photo
Giosue Carducci photo
Giosue Carducci photo
Giosue Carducci photo
Stanisław Jerzy Lec photo

“Ci sono pensieri sordomuti. Chi ha la lingua troppo lunga, può inciamparci.”

Stanisław Jerzy Lec (1909–1966) scrittore, poeta e aforista polacco

Pensieri spettinati

Tito Lucrezio Caro photo

“Quel che l'oggetto forma dei nostri pensieri più caro, | O cui prima fu a lungo rivolta la nostra fatica, | O che più veemente destò de lo spirito l'acume, | Ci compare sovente nei sogni. S'illude il legale | Di difender processi e norme comporre di dritto; | Il capitano vede battaglie ed eserciti…”

4. 959 e sgg., traduzione di P. Perrella, Zanichelli, Bologna, 1965
Et quo quisque fere studio devinctus adhaeret, | Aut quibus in rebus multum sumus ante morati | Atque in ea reatione fuit contenta magis mens, | In somnis eadem plerumque videum obire; | Causidici causas agere et componere leges, | Induperatores pugnare ac proelia obire...
De rerum natura, Libro IV
Origine: Citato in Sigmund Freud, L'interpretazione dei sogni, traduzione di Elvio Fachinelli e Herma Trettl, Bollati Boringhieri, 1994.

Ralph Waldo Emerson photo
Ralph Waldo Emerson photo

“Noi abbiamo poco controllo sopra i nostri pensieri. Siamo prigionieri delle idee.”

Ralph Waldo Emerson (1803–1882) filosofo, scrittore e saggista statunitense

Intelletto, p. 237
Saggi, Prima serie

Ralph Waldo Emerson photo
Ralph Waldo Emerson photo
Ralph Waldo Emerson photo
Ralph Waldo Emerson photo
Ralph Waldo Emerson photo
Herman Melville photo
Ezra Pound photo

“Aristotele era talmente bravo nel suo mestiere che ancorò il pensiero umano per duemila anni.”

Ezra Pound (1885–1972) poeta, saggista e traduttore statunitense

Origine: Aforismi e detti memorabili, p. 66

Ezra Pound photo

“Il pensiero s'impernia sulla definizione delle parole.”

Ezra Pound (1885–1972) poeta, saggista e traduttore statunitense

Aforismi e detti memorabili

Ezra Pound photo

“La lingua esiste per servire il pensiero, non per esser conservata in un museo.”

Ezra Pound (1885–1972) poeta, saggista e traduttore statunitense

Aforismi e detti memorabili

Ezra Pound photo
Walt Whitman photo
Johann Wolfgang von Goethe photo

“Tutti i pensieri intelligenti sono già stati pensati; occorre solo tentare di ripensarli.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

I, 2

Johann Wolfgang von Goethe photo
Johann Wolfgang von Goethe photo

“La mediocrità non ha consolazione più grande del pensiero che il genio non è immortale.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
Heinrich Heine photo
Heinrich Heine photo
Friedrich Hölderlin photo

“Essere una cosa sola con tutto ciò che vive, far ritorno, beatamente dimentichi di se stessi, nel seno universale della natura, ecco il vertice di ogni pensiero e di ogni gioia.”

Friedrich Hölderlin (1770–1843) poeta tedesco

Origine: Citato in Mario Pazzaglia, Letteratura italiana, Zanichelli, 1992, vol. 3, p. 105.

Friedrich Nietzsche photo
Friedrich Nietzsche photo
Friedrich Nietzsche photo
George Orwell photo
Louis-ferdinand Céline photo
Marcel Proust photo
Marcel Proust photo

“Nulla altera le qualità materiali della voce quanto il fatto di contenere il pensiero.”

1990, p. 94
Alla ricerca del tempo perduto, All'ombra delle fanciulle in fiore

Marcel Proust photo
Marcel Proust photo
Marcel Proust photo
Marcel Proust photo
Cesare Pavese photo
Cesare Pavese photo
William Seward Burroughs photo

“La difficile primavera del 1988. Con il pretesto del controllo delle droghe stati polizieschi oppressivi sono stati messi su in tutto il mondo occidentale. La programmazione precisa del pensiero emozione e impressioni sensoriali apparenti secondo la tecnologia descritta nel bollettino 2332 mette gli stati polizieschi in grado di mantenere una facciata democratica dietro la quale denunciano a gran voce come criminali, pervertiti e drogati tutti quelli che si oppongono alla macchina di controllo. Eserciti underground operano nelle grandi città disturbando la polizia con informazioni false attraverso telefonate e lettere anonime. […] Malgrado i diversi scopi e formazioni dei suoi membri costituenti l'underground è d'accordo sugli obiettivi base. Intendiamo marciare contro la macchina della polizia dappertutto. Intendiamo distruggere la macchina della polizia e tutti i suoi archivi. Intendiamo distruggere tutti i sistemi verbali dogmatici. La cellula familiare e le sue cancerose espansioni in tribù, paesi, nazioni noi la sradicheremo alle sue radici vegetali. Non vogliamo più sentire nessuna storia di famiglie, storia di madre, storia di padre, storia di poliziotto, storia di prete, storia di paese o storia di partito. Per dirla in parole povere noi abbiamo sentite abbastanza stronzate.”

«Mamma ed io si vorrebbe sapere»; 1979, pp. 130-131
Ragazzi selvaggi

Thomas Mann photo

“Federico scrisse lAntimachiavelli, ma non si trattava di ipocrisia, era semplicemente letteratura. Amava l'umanesimo, la ragione, la secca chiarezza — un amore problematico, derivato dagli elementi demoniaci e utilitari riuniti in lui. Così amava Voltaire, il figlio dello spirito, il padre dell'illuminismo e di ogni cultura antieroica. Baciava la mano magra che scriveva: «Odio tutti gli eroi», ed egli stesso faceva dell'ironia sulla guerra dei sette anni con le parole «debolezze eroiche». Metteva però anche nero su bianco: se avesse voluto punire una provincia, l'avrebbe fatta governare da letterati; il suo illuminismo era così superficiale, che se ne sentiva immune. Quando poi vuole chiarire il vero motivo che lo ha indotto a scambiare la dolce quiete di una vita dedita alla letteratura con i tremendi sforzi ed i sanguinosi orrori della guerra, parla in generale di un «segreto istinto». Ciò che egli definisce in questo modo era più forte della letteratura: diresse le sue azioni e decise della sua vita; ed è un concetto tipicamente tedesco che questo istinto segreto, questo elemento demoniaco fosse in lui sovrumano: era la forza del destino, lo spirito della Storia.
In fondo era una vittima. Egli pensava ad ogni modo di essersi sacrificato: nella giovinezza per il padre e nella maturità per lo Stato. Ma sbagliava se pensava che sarebbe stato libero di agire diversamente. Era una vittima. Doveva agire ingiustamente e vivere contrariamente al pensiero; non gli fu concesso di essere un filosofo, ma dovette fare il re, perché un grande popolo compisse la sua missione nel mondo.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

Origine: Federico e la grande coalizione, pp. 77 sg.

Thomas Mann photo
Stefan Zweig photo
Stefan Zweig photo
Samuel Butler photo
Gabriel García Márquez photo
Alain-Fournier photo
Pierre Bayle photo

“Non v'è meno spirito né meno inventiva nel citare in modo appropriato un pensiero trovato in un libro che nell'essere il primo autore di quel pensiero.”

Pierre Bayle (1647–1706) filosofo, scrittore e enciclopedista francese

Dizionario storico-critico
Origine: Citato in Gianfranco Ravasi, Breviario laico, Mondadori, Milano, 2010, p. 4 https://books.google.it/books?id=rQFE71PlJsYC&pg=PP11.

André Breton photo

“Laddove la dialettica hegeliana non funziona, per me non c'è né pensiero né speranza di verità.”

André Breton (1896–1966) poeta, saggista e critico d'arte francese

Origine: Da Entretiens, Gallimard, Parigi, 1952, p. 152.

Albert Camus photo
Honoré De Balzac photo
Honoré De Balzac photo

“Quei bordelli del pensiero che si chiamano giornali.”

Honoré De Balzac (1799–1850) scrittore, drammaturgo e critico letterario francese

Le illusioni perdute

Honoré De Balzac photo

“La speranza è una memoria che desidera, il ricordo è una memoria che ha goduto. Quale bella esistenza nell'esistenza ci fa così il pensiero!”

Honoré De Balzac (1799–1850) scrittore, drammaturgo e critico letterario francese

Un principe della Bohème

Denis Diderot photo
Anatole France photo

“I saggi non sono curiosi.”

Anatole France (1844–1924) scrittore francese

Origine: Citato in Sigmund Freud, Aforismi e pensieri, a cura di Massimo Baldini, Newton Compton, Roma, 1994.

“L'ambiente intellettuale nel quale Marx elabora la sua concezione del mondo è impregnato del pensiero fictiano.”

Roger Garaudy (1913–2012) filosofo, autore, politico

Origine: Karl Marx, p. 39

André Gide photo
André Gide photo
James Joyce photo
Laurence Sterne photo
Jonathan Swift photo

“La gelosia come il fuoco può accorciare le corna, ma le fa puzzare.”

Jonathan Swift (1667–1745) scrittore e poeta irlandese

da Pensieri su vari argomenti
Pensieri su vari argomenti

Jonathan Swift photo
Knut Hamsun photo
Miguel de Unamuno photo

“La storia è il pensiero di Dio sulla terra degli uomini.”

Miguel de Unamuno (1864–1936) poeta, filosofo e scrittore spagnolo

L'agonia del Cristianesimo

Saul Bellow photo
Pearl S.  Buck photo
Pearl S.  Buck photo
Axel Munthe photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Georg Christoph Lichtenberg photo

“Ho scorso l'elenco delle malattie e non vi ho trovato le preoccupazioni e i tristi pensieri: è molto ingiusto.”

Georg Christoph Lichtenberg (1742–1799) fisico, scrittore e aforista tedesco

Origine: Citato in Focus, n. 91, p. 188.

Georg Christoph Lichtenberg photo
Kurt Tucholský photo
Charles Horton Cooley photo
David Hume photo

“Io sono seduto nella mia camera con la faccia rivolta al fuoco, e tutti gli oggetti che colpiscono i miei sensi sono contenuti in pochi metri intorno a me. La memoria, invero, mi fa presente l'esistenza di molti oggetti; ma questa sua testimonianza non si estende oltre la loro precedente esistenza, né i sensi né la memoria attestano la continuità del loro essere. Mentre sono ancora seduto e rivolgo per la mente questi pensieri, sento ad un tratto un rumore, come di una porta che gira sopra i suoi cardini, e poco dopo vedo il portiere che avanza verso di me. Ciò mi dà occasione a molte riflessioni e nuovi ragionamenti. Anzitutto, io non ho mai osservato che quel rumore possa provenire da altro fuorché dal movimento di una porta, e quindi concludo che il presente fenomeno sarebbe in contraddizione con tutte le precedenti esperienze, qualora io non ammettessi che la porta, che ricordo dall'altra parte della camera, continua ad esistere. Ancora: ho sempre visto che un corpo umano possiede una qualità ch'io chiamo gravità, e che gl'impedisce di volare, come questo portiere dovrebbe aver fatto per giungere nella mia camera, se pensassi che la scala, di cui ho il ricordo, fosse stata distrutta nella mia assenza. Ma non è tutto. Io ricevo una lettera: aprendola, vedo dal carattere e dalla firma che viene da un amico che mi dice esser distante duecento leghe. È evidente che non posso mai rendermi ragione di questo fenomeno in conformità della mia esperienza in altri casi, senza far passare nella mia mente tutto il mare e il continente che ci separano, e senza supporre gli effetti e l'esistenza continuata dei corrieri e dei battelli, conforme alla mia memoria e osservazione. I fenomeni, dunque, del portiere e della lettera, sotto un certo aspetto sono in contraddizione con l'esperienza comune, e possono esser giudicati come obiezioni alle massime riguardanti la connessione tra cause ed effetti. Io, infatti, sono abituato a udire un certo suono nello stesso tempo che vedo un certo oggetto in movimento; in questo caso, invece, non ho ricevuto le due percezioni insieme. Sì che queste due osservazioni sono contrarie, a meno ch'io non supponga che la porta rimanga ancora, e che sia stata aperta senza ch'io ne abbia avuto la percezione. E questa supposizione, da principio arbitraria e ipotetica, acquista forza ed evidenza per essere la sola che possa conciliare quella contraddizione. Di questi casi se ne offrono continuamente nella mia vita, e mi spingono a supporre una continuata esistenza degli oggetti al fine di collegare le passate con le presenti loro apparizioni, e dare loro quella reciproca unione che ho trovato per esperienza convenire alla loro particolare natura e alle circostanze. Io sono, così, naturalmente portato a considerare il mondo come qualcosa di reale e di durevole, che mantiene la sua esistenza anche quando cessa di esser presente alla mia percezione.”

Trattato sulla natura umana

David Hume photo

“Quasi tutti i ragionamenti in questo libro vengono ricondotti all'esperienza; e la credenza, che accompagna l'esperienza, viene spiegata soltanto come un sentimento peculiare, o una concezione vivace prodotta dall'abitudine. Né questo è tutto; quando noi crediamo che qualche cosa abbia un'esistenza esterna, o quando supponiamo che un oggetto esista un istante dopo che esso cessa di essere percepito, questa credenza non è che un sentimento della stessa specie. Il nostro autore insiste su parecchie altre tesi scettiche ed infine conclude che noi prestiamo fede alle nostre facoltà ed adoperiamo la ragione soltanto perché non possiamo farne a meno. La filosofia ci renderebbe interamente pirroniani, se la natura non fosse troppo forte su questo punto. Concluderò la logica di quest'autore dando ragione di due opinioni, che sembrano a lui peculiari, come sono, del resto, la maggior parte delle sue opinioni. Egli afferma che l'anima in quanto la possiamo concepire, non è che un sistema, una serie di percezioni differenti, di caldo e di freddo, di amore e di collera, di pensieri e di sensazioni, tutte unite insieme, ma senza alcuna perfetta semplicità o identità. Cartesio sosteneva che l'essenza della mente è il pensiero, non questo o quel pensiero, ma il pensiero in generale. Ma ciò pare del tutto inintelligibile, poiché ogni cosa che esiste è particolare, e perciò devono essere le nostre distinte percezioni particolari che compongono la mente. Dico, compongono la mente, non appartengono ad essa. La mente non è una sostanza, alla quale le percezioni ineriscano. Questa nozione è altrettanto inintelligibile di quella cartesiana secondo la quale il pensiero o la percezione in generale è l'essenza della mente. Noi non abbiamo alcuna idea di una sostanza di qualsiasi genere, perché non abbiamo alcuna idea che non sia derivata da qualche impressione e non abbiamo impressione alcuna di una qualsiasi sostanza, materiale o spirituale che sia. Noi conosciamo soltanto qualità e percezioni particolari. Come la nostra idea di un corpo, per esempio di una pesca, non è che l'idea di un particolare sapore, colore, figura, grandezza, solidità ecc., così la nostra idea di una mente non è che quella di particolari percezioni, senza la nozione di tutto quello che chiamiamo sostanza, semplice o composta che sia.
Il solo mezzo per cui possiamo sperare di ottenere un successo nelle nostre ricerche filosofiche è quello di abbandonare il tedioso ed estenuante metodo seguito fino ad oggi; invece d'impadronirci, di tanto in tanto, d'un castello o d'un villaggio alla frontiera, marciamo direttamente sulla capitale, ossia al centro di queste scienze, alla natura umana: padroni di esso, potremo sperare di ottenere ovunque una facile vittoria. Movendo di qui, potremo estendere la nostra conquista a tutte le scienze piú intimamente legate con la vita umana e procedere poi con agio a quelle che sono oggetto di pura curiosità. Non c'è questione di qualche importanza, la cui soluzione non sia compresa nella scienza dell'uomo, e non c'è nessuna che possa venire risolta con certezza se prima non la padroneggiamo. Accingendoci quindi a spiegare i princípi della natura umana, noi miriamo in realtà a un sistema completo delle scienze costruito su di un fondamento quasi del tutto nuovo e tale che solo su esso possano poggiare con sicurezza.”

Trattato sulla natura umana

David Hume photo
David Hume photo
Meister Eckhart photo
Helen Keller photo
Bertrand Russell photo
Bertrand Russell photo

“In ogni schema ordinato tendente a comporre il modello della vita umana è necessario introdurre una certa dose di anarchia.”

Bertrand Russell (1872–1970) filosofo, logico e matematico gallese

da Saggi Scettici; citato in Bart Kosko, Il fuzzy pensiero
Saggi scettici

Bertrand Russell photo
Bertrand Russell photo
Bertrand Russell photo
Bertrand Russell photo
Cary Grant photo
Giovanni Vincenzo Gravina photo
Joseph De Maistre photo