Frasi sulla perdita
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“Come siete umano, tenero, pieno di riguardi! Voi fareste la guerra per arrotondare una terra di confine o per le importazioni da un porto straniero; spargereste del sangue per una tassa troppo forte sui merletti e a causa d'un saluto non reso da un ammiraglio; ma per ciò che può rendere la vita degna o miserabile, come siete umano! Ve lo dico, e so quel che mi dico: non ci sono mai state guerre inevitabili e necessarie, tranne le guerre religiose; non vi sono state mai giuste guerre se non di religione; non vi sono state mai guerre umane, se non religiose. In esse si è combattuto per qualche cosa che tendeva per lo meno a formare la felicità e la virtù dell'uomo. Se non altro, il Crociato pensava veramente che l'Islam era causa della perdita d'ogni anima umana, fosse quella d'un Re o d'uno stagnino, di cui potesse impadronirsi. Da parte mia, credo che Barker e tutti quegli avvoltoi arricchiti causino la perdita dell'anima di ogni uomo, rovinino ogni pollice di terreno, ogni pietra delle case di cui riescono ad impadronirsi. Credete ch'io non abbia il diritto di combattere per Notting Hill, voi Governo inglese che avete così spesso fatto la guerra per delle inezie? Se davvero, come i vostri ricchi amici pretendono, non c'è Dio, e il cielo sulle nostre teste è tetro e vuoto, in nome di che un uomo dovrebbe lottare, se non pel giardino che fu l'Eden della sua infanzia e dove conobbe le delizie, troppo caduche, del primo amore? Se non v'è tempio né scrittura che siano sacri, che c'è di sacro, se la giovinezza dell'uomo non è sacra?”

Origine: Il Napoleone di Notting Hill, p. 122

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“Quest'oggi ho partecipato alle esequie della sen. Rita Levi-Montalcini. Ci sono stato per testimoniare il cordoglio di tutti i piemontesi per la perdita di una grande donna e grande scienziata. Un esempio per i nostri studenti e per le nuove generazioni.”

Roberto Cota (1968) politico e avvocato italiano

Origine: Dal sito Internet RobertoCota.it, Un esempio per nostri studenti http://www.robertocota.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1040%3Aun-esempio-per-nostri-studenti&catid=19%3Anews&Itemid=578, 2 gennaio 2013.

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“Delle sventure pubbliche ci accorgiamo solo quando coinvolgono gli interessi privati: nulla in esse ci tocca più profondamente che la perdita del nostro denaro.”

Annibale: XXX, 44; 1997
Sed tantum nimirum ex publicis malis sentimus quantum ad privatas res pertinet, nec in iis quicquam acrius quam pecuniae damnum stimulat.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

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“[Su Pietro Mennea] Non era un superuomo, ma è riuscito in imprese che hanno fatto la storia dello sport. Sono molto, molto triste. Sapevo della sua malattia, gestita con riservatezza, come era nello stile della persona. È una perdita incolmabile, dobbiamo fare il possibile per ricordare un atleta più unico che raro.”

Giovanni Malagò (1959) imprenditore, dirigente sportivo e ex giocatore di calcio a 5 italiano

Origine: Citato in Morto Mennea, Sara Simeoni: "Se n'è andato un pezzo della mia vita" http://www.repubblica.it/sport/vari/2013/03/21/news/reazioni_morte_mennea-55036477/, Repubblica.it, 21 marzo 2013.

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“L'avaro si affligge per una perdita più di quanto non lo faccia il saggio!”
Avarus damno potius quam sapiens dolet.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“A chi perde l'onore che cosa può ancora servire?”
Fidem qui perdit, quo se servet relicuo?

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Che cosa si salva dopo che si persa la fiducia degli altri?
Sententiae

“Chi perde l'onore non può perdere nulla di più.”
Fidem qui perdit, nil pote ultra perdere.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Chi si è giocata la fiducia degli altri, si è giocato tutto.
Sententiae

“Perde l'onore solamente chi non lo possiede.”
Fidem nemo umquam perdit, nisi qui non habet.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Non riscuote fiducia chi non ne ha negli altri.
Sententiae

“Chi strappa l'altrui onore perde il proprio!”
Pudorem alienum qui eripit, perdit suum.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Chi toglie l'onore altrui, perde anche il proprio.
Sententiae

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“Lo "sballo" è una perdita della coscienza di sé, un abbandonarsi all'eccitamento collettivo fino all'annullamento estatico.”

Francesco Alberoni (1929) sociologo, giornalista e scrittore italiano

Origine: Sesso e amore, p. 63

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“[Su Facebook] […] è una perdita di tempo in una vita già abbastanza affollata […]”

Alberto Pezzotta (1965) critico cinematografico italiano

citato in Duellanti, n. 67, gennaio-febbraio 2011, p. 115

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“Ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave.”

Francesco Saverio Borrelli (1930–2019) magistrato italiano

Origine: Dalla dichiarazione emessa dal Presidente della Corte d'Appello di Milano durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, 12 gennaio 2002. Citato in Borrelli, da Mani pulite a quel grido: "Resistere, resistere, resistere" http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/sport/calcio/borrelli-figc/borrelli-figc/borrelli-figc.html, Repubblica.it, 23 maggio 2006.

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“Semplicemente non esiste in tutta la storia del cinema un'interpretazione dell'angoscia per la perdita dell'amore più memorabile di quella che diede Jimmy in La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock.”

Peter Bogdanovich (1939) regista, attore e sceneggiatore statunitense

Origine: Chi c'è in quel film? Ritratti e conversazioni con le stelle di Hollywood, p. 351

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“[sulla Basilicata] Prendere l'autostrada Napoli-Bari, uscire a Candela e puntare verso Sud. E s'incontreranno colline di grano a perdita d'occhio. È il luogo dell'anima. Il profondo sud d'Italia, la Magna Grecia, un'Italia spesso dimenticata, dove ancora resistono le suggestioni del mondo poetico-contadino.”

Gabriele Salvatores (1950) regista italiano

Origine: Citato in Basilicata in scena http://www.aptbasilicata.it/fileadmin/uploads/opuscoli_informativi/Brochures/Cineturismo_Monaci_ecc/Cineturismo_italiano.pdf, APT Basilicata.

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“I tappeti, e altre creature se ci sono, potrebbero estinguersi prima che abbiamo imparato qualcosa di reale su di loro. Che perdita sarebbe!”

Greg Egan (1961) scrittore di fantascienza australiano

Origine: I tappeti di Wang, p. 208

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“Meglio 27 mila volte perdere la Mondadori che il campionato di calcio, perché il campionato è una perdita definitiva.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1990
Origine: Citato in "Meglio perdere un'azienda che il campionato di calcio" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/06/30/meglio-perdere-un-azienda-che-il-campionato.html, la Repubblica, 30 giugno 1990.

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“Un governo istituzionale sarebbe solo una perdita di tempo. Meglio andare subito al voto.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2007
Origine: Citato in la Repubblica, 4 giugno 2007; citato in Marco Travaglio, Il Casino delle Libertà http://www.repubblica.it/2003/k/rubriche/cartacanta/8giugno/8giugno.html, CartaCanta, Repubblica.it, 8 giugno 2007.

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“Come da un insieme cosí limitato e contraddittorio sia potuta derivare una morale valida per millenni, è il segreto della cui soluzione tu andavi in cerca, cara Yúkiko. Abbiamo in parte capito come il limitato e parziale possa diventare universalmente umano, quando la perdita della forza materiale costringa a riflettere sui valori ideali. Resta tuttavia, e resterà (ahimè!) indefinita, la contraddizione persistente tra la predica che qui ascoltiamo, e la pratica che tutti pratichiamo. Tutti: e finora soprattutto i predicatori, che in privato e in pubblico, come individui e come Stati cristiani e anzi «cristianissimi», li hanno sistematicamente violati tutti. E tra i violatori si sono sempre distinti i potenti, i cui peccati sono stati perennemente giustificati e benedetti in nome di Dio.
La religione non ha mutato in niente i costumi dell'uomo: li ha resi, semmai, piú contraddittori con le idealità proclamate, aggiungendovi cosí la sua ipocrisia: «accumulando duol con duolo», per dirla con Dante. In questo senso è stata davvero, ed è tuttora, il male del mondo. Lo è soprattutto quando propagandosi oggi nel mondo non in forza propria ma in forza della civiltà evoluta di cui è parte, induce i «meno evoluti» a credere che in essa e solo in essa risieda una piú alta morale, per seguire la quale si debbano anche prendere come oro colato le parole dei suoi antichi miti: è questo il caso delle odierne «evangelizzazioni». Come sarebbe bello se invece potessimo considerare serenamente i suoi dogmi e le sue prescrizioni come tappe della nostra difficile evoluzione! e se, per fondare una piú alta morale, imparassimo a guardare all'uomo, anziché a un ipotetico dio!”

Mario Alighiero Manacorda (1914–2013) docente e traduttore italiano

55, p. 273
Lettura laica della bibbia

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“Omero descrive amicizie maschili di intensità affettiva così forte da far inevitabilmente pensare a legami ben diversi da una semplice solidarietà fra compagni d'arme: e l'amicizia che a questo punto è quasi di prammatica citare è quella fra Achille e Patroclo. Un rapporto così forte da far sì che Achille, dopo la morte di Patroclo, dichiari di avere un solo scopo di vita: dopo aver vendicato l'amico, giacere con lui nella stessa fossa, per sempre, unito a lui nella morte come gli era stato in vita. Un rapporto assai diverso da quello che Achille aveva avuto con Briseide, la schiava concubina che Agamennone gli aveva sottratto quando era stato privato della schiava Criseide. Le schiave erano compagne intercambiabili: come dimostra, appunto, il gesto di Agamennone che si consola immediatamente sostituendola con un'altra, della perdita di Criseide. Il legame tra Achille e Patroclo, invece, era insostituibile: ed è non poco significativo, a questo proposito, il discorso di Teti, la madre dell'eroe, al figlio disperato ed inconsolabile: Achille, dice Teti, deve continuare a vivere e dimenticato Patrocolo, deve prendere moglie "come giusto che sia". Un rimprovero, forse? La prova che Teti riprovava l'amore omosessuale del figlio? A prima vista così potrebbe sembrare. Ma, a ben vedere, le cose stanno diversamente. Quello che risulta in realtà della parole di Teti, è che il legame con Patroclo era stata la ragione per la quale l'eroe non aveva ancora preso moglie: una conferma, dunque, del carattere amoroso del rapporto. Ma l'esortazione della madre al figlio a compiere finalmente il suo dovere sociale non è – ciononostante – una condanna assoluta della sua relazione con Patroclo. Essa sembra, piuttosto, un invito ad accettare quella che, per i greci, era una regola naturale: raggiunta una certa età, bisogna por fine alla fase omosessuale della vita e assumere il ruolo virile con una donna. E per Achille, ormai, questa età era giunta: se un rimprovero può essere colto, nelle parole di Teti, è quello di aver prolungato troppo – per eccessivo amore per Patroclo – la fase dell'amore omosessuale.”

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Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico

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“Avevo per Mario Luzi tanta amicizia e altrettanta ammirazione. Era per me uno dei più bei volti d'Italia. La poesia Europea ha subito una grande perdita. Ma ci resta la sua opera.”

Yves Bonnefoy (1923–2016) poeta e traduttore francese

Origine: Citato in Così lo ricordano, Poesia, n. 193 aprile 2005, Crocetti Editore.

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