Frasi su terra
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“Essi [Bruno e E. Bruce] pensavano che anche altri corpi fossero circondati dalle proprie lune, come la Terra dalla sua. Tu dimostri in generale che quelli avevano sostenuto cose vere; ma sostenevano che le stelle fisse avessero il pianeta; Bruno addirittura ne fornì anche il motivo necessario […]. Le tue osservazioni dimostrano che tutto questo ragionamento di Bruno non vale nulla.”

Giovanni Keplero (1571–1630) astronomo, matematico e musicista tedesco

da una lettera a Galileo, 19 aprile 1610
Origine: Keplero non visse abbastanza... la prima scoperta confermata di un pianeta extrasolare avvenne il 6 ottobre 1995.
Origine: Citato in Immagini di Giordano Bruno 1600-1725, Procaccini, Napoli 1996.

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“I rivoltosi non hanno motivazioni fondamentalmente politiche o religiose. Essi incendiano le loro stesse scuole, i loro stessi ospedali, le automobili dei loro vicini. Praticano sui loro "territori" la politica della terra bruciata. Quello che esprimono è un'ostilità assoluta per tutto quello che, da vicino o da lontano, evoca l'autorità, le istituzioni, lo Stato o i pubblici poteri. La violenza a cui assistiamo in questi giorni è un lungo grido di odio, ma anche di disperazione, da parte di «giovani» che sono quasi tutti disoccupati, in situazione di fallimento scolastico e che constatano di non avere alcun posto in una società globale dove la povertà non cessa di avanzare, mentre le grandi società industriali vedono regolarmente aumentare i loro utili. Essi si ribellano perché constano questo, ma più si ribellano più arretrano. Per questi giovani ribelli, dediti fin dall'infanzia alla delinquenza e alla strada, semplicemente non c'è futuro. Una «vita normale» sembra un sogno inaccessibile. Molti pensano che tali rivolte segnino il fallimento della «società multiculturale». La formulazione è troppo facile. Contrariamente a quello che si afferma ovunque, noi non siamo in una società "multiculturale", ma in una società contemporaneamente multi-etnica e tristemente monoculturale”

Alain de Benoist (1943) scrittore francese

in cui la cultura si riduce ai valori mercantili e alla passione per il consumo
Origine: Da La Francia va a fuoco?, Tribune libre, 7 novembre 2005.

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“Se è per terra, è erba.”

Marco Paolini (1956) drammaturgo, regista e attore italiano

Aprile '74 e 5

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“Beati i poveri, che saranno quelli che erediteranno la Terra.”

Frederik Pohl (1919–2013) autore di fantascienza e curatore editoriale statunitense

Origine: Il morbo di Mida, p. 22

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“Davanti a me si ergeva il piccolo capoluogo della Basilicata, come una fortezza a difesa degli abitanti di questa gola, e gli ultimi raggi del sole calante facevano risplendere nel modo più netto i contorni delle montagne.”

Karl Wilhelm Schnars (1806–1879) medico, archeologo e viaggiatore tedesco

da La terra incognita. Diario di un viaggiatore tedesco in Basilicata, Edizioni Osanna, Venosa, 1991

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“È questo il momento in cui la stessa collera della natura scatenata sul Mezzogiorno dà un tono perentorio alla protesta delle popolazioni meridionali. Le quali, ed è qui la novità, non vogliono elemosine, provvidenze paternalistiche che ripugnano alla loro coscienza civile e politica. Conoscendo i limiti del proprio diritto, e misurando su quei limiti, senza alcuno zelo servile, il loro dovere, le popolazioni meridionali vogliono soltanto quel che loro spetta come facenti parte della famiglia italiana, nella quale, con l'Unità, si sono illuse di entrare a parità di diritti, non avendone che lo sfruttamento e la degradazione. Tutto questo è stato reso possibile dal tradimento della classe politica che aveva in mano le sorti del Mezzogiorno. La borghesia terriera del Sud accettò lo sfruttamento perpetrato dal protezionismo industriale del Nord per avere, in cambio, qualche posticino nel branco delle maggioranze governative, il possesso indisturbato della terra e la continuità dell'oscurantismo.
«In omaggio alla verità, nostra sola padrona, aggiungeremo che, al banchetto protezionista, se pur prendendo solo le briciole, parteciparono alcune aristocrazie operaie del Nord portate dalla dinamica di classe a realizzare migliori salari, anche se ottenuti con una maggiorata soffocazione economica delle popolazioni rurali del Sud. […] La Questione Meridionale è tutta la questione italiana. Se la piaga della degradazione non si chiude, la cancrena che potrebbe seguirne non minaccerebbe solo la distruzione della parte malata ma l'intero organismo nazionale. […]”

Leonida Rèpaci (1898–1985) scrittore

Origine: Calabria grande e amara, pp. 162-163

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“Una mattina, nell'attraversare il salottino per recarsi nel suo studio, mi prese per il braccio e mi interrogò con voce quasi severa:
— Voi pregate?
— Raramente — Rispondo cosí per non dire brutalmente di no. Allora Tolstoj si sedette davanti alla tavola e, fissando le carte senza vederle, continuò con voce pensosa:
— Ogni volta che penso alla preghiera, mi torna alla mente un incidente, accaduto tanto tempo fa, prima ancora del mio matrimonio. Qui, nel villaggio, conoscevo una donna, una donna malvagia e disonesta (e a un tratto si lasciò sfuggire un forte sospiro quasi isterico, che bruscamente interruppe).
— Ho trascorso male la mia esistenza… Lo sapete?…
— Con un cenno del capo cercai di tranquillizzarlo e di esortarlo a continuare.
— Costei organizzava per me degli incontri con donne simili a lei, ed ecco che una volta, in una notte profonda e tenebrosa, traversai il villaggio e gettai un'occhiata nel suo vicolo […].
«Tutto era deserto intorno, non il minimo rumore, non una luce nel villaggio. Solo in basso, dalla sua finestra, traspariva un fascio di luce.
«Mi avvicinai allora a quella finestra, tutto era calmo e non c'era nessuno nella piccola isba. La lampada ardeva dinanzi alle immagini sacre e lei, completamente sola, in piedi, si faceva il segno della croce e pregava, pregava inginocchiandosi poi, prosternandosi fino a terra, si rialzava e pregava ancora e si prosternava di nuovo.
«Restai a lungo nell'oscurità a osservarla. Aveva molti peccati sulla coscienza… Lo sapevo, ma come pregava!
«Quella sera non ho voluto disturbarla.
«Ma per che cosa poteva pregare con tale fervore?» disse pensieroso […].”

Victor Lebrun (1882–1979) scrittore e attivista francese

Origine: Devoto a Tolstoj, pp. 98-99

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“Lei si chiama Giuseppe Costanzo detto Pippo!? Come Pippo Baudo? Quindi possiamo definire la Sicilia la terra dei "Pippi", visto che Elio e le storie tese parlano della terra dei cachi riferendosi all'Italia. (Da Prima che sia troppo tardi”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

San Marino RTV dell'8 maggio 1996)
Prima che sia troppo tardi – San Marino RTV –

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“Da una parodia del CREDO di quell'epoca: «Credo in Lope onnipotente, poeta del Cielo e della terra.»”

José López Rubio (1903–1996) regista, sceneggiatore e drammaturgo spagnolo

Lope de Vega

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“La Terra desolata di T. S. Eliot è tutta ravvicinamenti di cose disparatissime, tra le quali non è sempre agevole stabilire associazioni e analogie.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: Cronache letterarie anglosassoni: vol. II, p. 36

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“La Terra desolata di T. S. Eliot è tutta ravvicinamenti di cose disparatissime, tra le quali non è sempre agevole stabilire associazioni e analogie.”

Thomas Stearns Eliot (1888–1965) poeta, saggista e critico letterario statunitense

Mario Praz
Incipit di alcune opere, Citazioni sull'opera

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“Noi giochiamo sulla terra e Roger su un altro pianeta.”

Nicolas Kiefer (1977) tennista tedesco

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Federer il marziano cerca avversari http://archiviostorico.gazzetta.it/2006/gennaio/28/Federer_marziano_cerca_avversari_ga_10_0601286119.shtml, Gazzetta dello Sport, 28 gennaio 2006.

“[A proposito del terremoto di Sendai del 2011] Mons. Orazio Mazzella, (1860-1939) arcivescovo di Rossano Calabro, all'indomani della tragedia fece una serie di riflessioni che vi riassumo (La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909).
In primo luogo le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio, che ci scuote e ci richiama col pensiero ai nostri grandi destini, al fine ultimo della nostra vita, che è immortale.
Infatti se la terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe sopra di noi un fascino irresistibile, non ci accorgeremmo che essa è un luogo d'esilio, e dimenticheremmo troppo facilmente, che noi siamo cittadini del cielo. […]
In secondo luogo, osserva l'arcivescovo di Rossano Calabro, le catastrofi sono talora esigenza della Giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi.
Alla colpa del peccato originale si aggiungono infatti, nella nostra vita, le nostre colpe personali; nessuno di noi è immune dal peccato e può dirsi innocente e le nostre colpe possono essere personali o collettive: possono essere le colpe di un singolo o quelle di un popolo: ma mentre Dio premia o castiga i singoli nell'eternità è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna, hanno un orizzonte terreno. […]
Terzo punto infine: le grandi catastrofi sono spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio.
Abbiamo detto infatti che nessuno, mettendosi la mano sulla coscienza, potrebbe dare a se stesso un certificato d'innocenza. Un giorno, quando il velo, che copre l'opera della Provvidenza, sarà sollevato, ed alla luce di Dio vedremo ciò che Egli avrà operato ne' popoli e nelle anime, ci accorgeremo che per molte di quelle vittime, che compiangiamo oggi, il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima da tutte le macchie, anche le più lievi, e grazie a questa morte tragica la loro anima è volata al cielo prima del tempo perché Dio ha voluto risparmiarle un triste avvenire. […]
Le grandi catastrofi sono certamente un male, però non sono un male assoluto, ma un male relativo, dal quale sorgono beni di ordine superiore e più universali. La luce della fede ci insegna che le grandi catastrofi, o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo. Perché il Cielo è il nostro destino eterno.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

da Riflessioni sul mistero del male – Intervento del prof. Roberto de Mattei a Radio Maria del 16 marzo 2011; citato in Corrispondenza Romana http://www.corrispondenzaromana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1560:intervento-del-prof-roberto-de-mattei-a-radio-maria-del-16-marzo-2011&catid=138:varie&Itemid=55=, 25 marzo 2011

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“Bisogna haver invidia alla terra del Calvario bagnata, e inzuppata dal Sangue di Giesù Cristo.”

Maria Maddalena de' Pazzi (1566–1607) monaca e mistica italiana

Detti e sentenze memorabili, Sentenze e detti generali tratti dalla sua Vita e da suoi scritti, utili a tutti, ma particolarmente alle persone religiose

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“La religione è un paradiso terrestre nel quale l'anima si unisce con Dio più strettamente, partecipa più abbondantemente i tesori della Chiesa, gode una dolcissima pace che divinamente la imbalsama e la fa divenire una piccola deità in terra.”

Maria Maddalena de' Pazzi (1566–1607) monaca e mistica italiana

Detti e sentenze memorabili, Sentenze e detti generali tratti dalla sua Vita e da suoi scritti, utili a tutti, ma particolarmente alle persone religiose

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“Gli occhi della persona religiosa sono chiusi e serrati a tutte le cose della terra e aperti a quelle del cielo per non vedere che Giesù Christo.”

Maria Maddalena de' Pazzi (1566–1607) monaca e mistica italiana

Detti e sentenze memorabili, Detti e sentenze utili per quelli che entrano in religione

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“Leggesti mai di quell'uom di Cadice, che mosso dalla rinomanza e dalla riputazione di Tito Livio, venne dall'ultimo confin della terra per vederlo, e partì come l'ebbe veduto?”

Gaio Plinio Cecilio Secondo (61–113) scrittore e senatore romano

II, 3, p. 63
Numquamne legisti, Gaditanum quemdam, Titi Livii nomine gloriaque commotum, ad visendum eum ab ultimo terrarum orbe venisse, statimque, ut viderat, abiisse!
Lettere (Epistolae)

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